Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1938/1939
Serie B
23-10-1938 - Giornata: 6 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Atalanta Bergamasca Calcio 1 - 2 (1 - 1)
RETI: 44. Di Santo R.[A] 43. Scategni G. [At] , 88. Nicolosi N. [At]

Alessandria US Cassetti Bruno, Turino Giuseppe, Bigando Giovanni, Cresta (I) Luigi, Parodi Pasquale, Ghidini Ferruccio, Massiglia Armando, Robotti Luciano, Fibbi Arrigo, Di Santo Riccardo, Ghezzi Renato All.: Cattaneo Renato

Formazione avversaria
ATALANTA BERGAMASCA CALCIO: Borgioli; Ciancamerla, Morzenti; Pastorino, Perrucci, Schiavi; Amadei, Cominelli, Ravasi, Scategni, Nicolosi. All.: Kertész Géza

Arbitro: Ceccherini Guido (Como) [Dusio, Moglia]
Note
Rigore sbagliato: 20’ Fibbi [A] Spettatori: 5.000. Angoli: 6-2 oppure 7-2 Giornata soleggiata, terreno ottimo Inizio gara ore 14.30

Commento
Le due forti avversarie hanno tenuto sospesa l’attenzione dei giocatori fino agli ultimi minuti dei due tempi, proprio come in certe corse ciclistiche a tappe dove di interessante si può registrare solo la volata in vista del traguardo finale. Grigi e neroazzurri hanno atteso lo scoccare del 42’ del primo tempo per giungere alla prima rete e poiché a coglierla furono gli ospiti, nel giro di quaranta secondi gli alessandrini risposero alla botta costringendo alla loro volta Borgioli a raccogliere la palla in fondo alla rete. Partita strana più di quanto si poteva attendere e risultato a sorpresa. L’Atalanta costretta a svolgere un gioco di prudente difesa, aveva lanciato durante il corso della partita i propri attaccanti a portare l’offensiva in campo alessandrino, ma non erano azioni costruttive ed eccessivamente pericolose, e verso la metà della ripresa sentì il pericolo e si rinchiuse nella propria area, lasciando solo due uomini all’attacco: Ravasi e Nicolosi. Il risultato pari costituiva per i bergamaschi un notevole successo e bastava portare in porto il secondo tempo senza subire ulteriori marcature. Borgioli che aveva già parato con bravura vari tiri da rete, riuscì a salvare un’azione pericolosissima ricevendo involontariamente e fortunosamente un pallone in viso calciatogli da Robotti con eccessiva veemenza. A 10’ dalla fine i neroazzurri cominciavano il lavoro ostruzionistico calciando a lato la palla per acquistare tempo e l’Alessandria era protesa all’attacco; Bigando e Turino giocavano a metà campo e pareva imminente la capitolazione della porta di Borgioli, quando nell’incalzante serrate finale alessandrino Perrucci riusciva ad impossessarsi della palla inviandola a Nicolosi; Turino colto fuori posto rimaneva tagliato fuori dall’azione in profondità dell’ala sinistra bergamasca, la quale giunta quasi all’altezza dell’area di rigore, ha inviato un tiro fortissimo e non imparabile. Cassetti che durante tutta la partita era stato vigilissimo, si è lasciato sorprendere. Un minuto dopo l’arbitro Ceccherini decretava la fine della contesa, mentre giocatori e pubblico alessandrino, costernati per lo scacco subito, erano rimasti ammutoliti e i giocatori bergamaschi si esibivano in capriole per la vittoria acciuffata in giusto premio della loro prudente tattica di gioco. Il trio difensivo atalantino ha giocato una grande partita ed anche la mediana, che fa perno su Perrucci, si è palesata duttile nel doppio gioco a seconda dell’andamento delle azioni. L’attacco ha avuto in Scategni un uomo pericoloso; prodigo Ravasi ed insidioso Nicolosi nel secondo tempo, Amadei e Cominelli hanno lavorato in perfetta intesa. L’Alessandria non ha avuto fortuna nella partita, ma non ha migliorato il gioco della difesa, che ha sulla sua destra il suo punto debole. Laboriosa è stata la mediana dove Ghidini è stato il migliore. L’attacco ha lavorato solo sulla destra per merito di Massiglia e di Fibbi; quest’ultimo è stato il migliore del reparto, ma i suoi compagni non riescono a smarcarsi; Robotti ha tenuto troppo la palla lasciando a desiderare come centrattacco. Buona la prova di Di Santo. Al 20’ del primo tempo Fibbi, evitato l’intervento di Perrucci e sorpassato Schiavi, allunga la palla in profondità a Robotti; mentre l’attaccante grigio sta per calciare in rete da pochi metri Morzenti lo spinge con le mani a tergo, provocandone la caduta. L’arbitro giustamente decreta il rigore. Il tiro di Fibbi colpisce il montante, riprende Robotti che effettua un secondo tiro respinto fortunosamente da Borgioli. La punizione doveva essere ripetuta perché quando Fibbi scoccò il tiro del rigore Borgioli gli era uscito incontro compiendo comodamente due passi. La superiorità alessandrina è manifesta, ma gli avanti non sanno concludere ed infatti Di Santo, trovatosi solo nell’area di rigore, indugia nel tiro permettendo l’uscita liberatrice del portiere. Contrattacco neroazzurro e calcio alle nubi di Nicolosi; risposta alessandrina e superbo tiro (il migliore della giornata) saettato da Fibbi; Borgioli con un balzo felino riesce a deviare la palla contro la traversa. Negli ultimi minuti l’Atalanta si risveglia e mette in orgasmo la difesa alessandrina. Seguono due reti segnate da Scategni e Di Santo. Nella ripresa nulla di notevole se non il netto predominio alessandrino alternato da sporadiche fughe dei neroazzurri che però obbligano con Ravasi e Scategni il portiere alessandrino ad esibirsi in parate difficile. A due minuti dalla fine l’Atalanta raggiunge la vittoria con la frecciata di Nicolosi. Partita veloce e priva di incidenti. L’arbitro è passato sopra a due falli che meritavano la punizione col calcio di rigore, prima nell’area dell’Alessandria e poi nell’area avversaria. («La Gazzetta dello Sport», 24 ottobre 1938) Neppure sul domestico campo del Littorio l’Alessandria è riuscita a riscattare la prova negativa delle domeniche precedenti, cosicché oggi dopo aver manovrato a sazietà e costretto ripetutamente in difesa la forte avversario, ha dovuto cedere sul declinare delle ostilità allorché pareva ormai sanzionato l’esito pari dell’asperrima contesa. Giuoco duro e sostenuto nei due campi con parecchi scontri senza conseguenze. In complesso netto predominio alessandrino, ma l’attacco è apparso caotico e sterile. I grigi hanno iniziato a forte andatura costringendo in angolo i bergamaschi al 4’ e al 13’ minuto, poi Robotti a pochi passi da Borgioli è stato lanciato a terra da Morzenti con una spinta alle spalle e l’arbitro ha sanzionato il calcio di rigore al 20’. Fibbi ha lanciato contro l’asta superiore la palla che è stata ripresa da Robotti il cui tiro è stato deviato in angolo dal portiere. I grigi si sono ancora lanciati assiduamente sotto la rete atalantina che è stata salvata ripetutamente in angolo un po’ anche per l’orgasmo e l’affanno che dominava gli alessandrini nel momento in cui è richiesto il maggior tatto ed il maggiore estro per superare il baluardo estremo. Borgioli si salva in seguito in modo spettacoloso da tre tiri consecutivi. Dopo un lungo assedio alla sua area, al 43’ rovesciamento di situazione e punizione contro l’Alessandria da 40 metri. Il pallone è respinto e perviene a Scategni il quale con lungo e diretto raso terra manda la palla attraverso una selva di gambe giusto nell’angolo sinistro della rete di Cassetti. Immediata reazione grigia. Fuga di Massiglia e taglio spiovente verso il portiere bergamasco. Di Santo con un balzo devia di testa la palla fuori dalla traiettoria del portiere. Il pareggio è così conquistato. La ripresa è caratterizzata, salvo qualche fugace controffensiva degli ospiti, da un nuovo assedio alla rete bergamasca dove emerge la classe, e la fortuna a volte, del portiere che a volte riesce a salvarsi anche da intricate e pericolose situazione. Ma in genere l’attacco grigio manca di ordine e di direttiva, annaspa, brancica, si contorce, non ha slancio lineare e penetrativo, si smarrisce nel momento di concludere mentre nelle rare contingenze dimostrate dai neroazzurri, costoro sono apparsi molto più decisi, precisi e pericolosi nello sfruttamento dell’attimo propizio. Così al 43’ dopo un lungo furioso e vano battagliare sotto la casa di Borgioli, Ravasi è riuscito a rompere l’assedio ed a giungere a metà campo. Turino ferma la palla con le mani e nel conseguente calcio di punizione Nicolosi giunge tutto solo in area di rigore e sul suo tiro secco Cassetti si fa battere un po’ troppo facilmente. («Il Littoriale», 24 ottobre 1938) ALESSANDRIA-ATALANTA 1-2 L’Alessandria ha attaccato di più ma l’Atalanta ha giuocato meglio ed ha vinto. È stata, del resto, la partita delle occasioni perdute, ché, tanto da una parte quanto dall’altra, le situazioni favorevoli per segnare sono state parecchie e quasi tutte vennero mancate per l’orgasmo, per l’indecisione, per la non chiara visione del giuoco. L’Alessandria avrebbe potuto andare in vantaggio al 20’ del primo tempo, quando l’arbitro le accordò un calcio di rigore per una spinta che sbilanciò Robotti avanzatosi nell’area ed in procinto di tirare, ma non ci riuscì. Fibbi, assunto il compito di battere la punizione, prese una gran rincorsa, arrivo male sulla palla, la colpì peggio e la mandò a picchiare contro la base di un montante. Sulla respinta del palo riprese Robotti, ma questa volta fu il portiere a parare ed il trambusto si smorzò in un calcio d’angolo senza effetto. Primo segno della giornata di disdetta. Intanto l’Atalanta, rinfrancatasi, prese a portarsi bene. Un tuffo del suo portiere, e poi, un palo provvidenziale l’aiutarono ancora, ma le sue avanzate si fecero via via più nutrite, costringendo la difesa grigia ad un non facile lavoro di arginamento. Al 39’ Bigando dovette ricorrere ad una irregolarità pari a quella che in campo opposto era stata prima punita col rigore per impedire che Ravasi potesse tirare essendo solo avanti al portiere. Ravasi incespicò ma non cadde e forse per questo l’arbitro non intervenne. A continuazione della discesa s’ebbe pertanto una gran mischia, con tiri e respinte, sino a che il pallone fu calciato a lato. Ed ecco, ad un minuto dal riposo, botta e risposta: un punto per parte. Segnò prima l’Atalanta, con Scategni, grazie a un tiro che indovinò il corridoio giusto, raso terra, proprio a filo di montante. Cassetti, tuffatosi alla cieca, attinge a sfiorare il pallone, ma nulla più. Reazione immediata dei grigi, centro di Massiglia e Di Santo, non controllato dalla difesa neroazzurra, gira in rete, di testa. La decisione è rinviata alla ripresa. L’Alessandria attacca con gran impeto ma altresì con molta confusione e l’Atalanta ha, nelle controffensive, momenti efficacissimi. Cassetti deve alzare in angolo un pallone assai forte di Cominetti; deve parare a pugni tesi un tiro improvviso di Amadei; Ghidini arriva appena in tempo a frenare, piede contro palla, un tiro di Nicolosi; ancora Cassetti deve uscire di fra i pali per una respinta disperata. Poi l’Alessandria serra i tempi della sua azione, aumenta l’impeto, costringe l’Atalanta nella sua area. Gli ospiti non badano più che a difendersi e le mezze ali giuocano in linea con i mediani. Il goal matura sempre più. Pare sicuro al 27’, ma un pallone di Robotti colpisce in pieno viso il portiere uscito incontro all’attaccante. Grigi e neroazzurri lottano in mischia, ma sono i difensori ad aver la meglio. A due minuti dalla fine la mancata vittoria si tramuta irrimediabilmente in sconfitta. Un allungo al centroattacco atalantino, solo e ben piazzato per puntare sul goal è interrotto da un terzino, a mano levata. Ravasi batte la punizione, Nicolosi raccoglie, avanza e spara in rete. La palla, colpita con effetto, devia avanti alla porta e si ficca alle spalle di Cassetti. Niente da fare. Scaramucce a metà campo e fischio di chiusura. L’Alessandria s’è prodigata, ma non ha fornito una bella prova. La difesa è risultata il reparto migliore, mentre la mediana soffre detta lentezza di Parodi. L’attacco è guidato da un giuocatore che non ha attitudini per il ruolo. In area, poi, tutti gli avanti risultano con le idee annebbiate. La squadra non offre, per il momento, una impressione favorevole. La si direbbe ancora vittima dello sconcerto che la colpi l’anno scorso, in fin di stagione. C’è più ordine, più giuoco, più forza anche, nell’Atalanta. Alle raffiche dei grigi gli orobici hanno retto bene. I terzini sono buoni colpitori; il mediocentro Perrucci ha buone doti ed è un combattente ammirevole. In prima linea Scategni s’esaurì presto, ma Amadei, Cominelli e Nicolosi sfoggiarono tiri ben diretti e molto forti. L’Atalanta è già su di una linea di buon rendimento e con possibilità notevoli. La vittoria di oggi le gioverà molto. In tribuna il Federale. Fra gli spettatori Baloncieri, legato ai ricordi di tempi migliori per la casacca grigia. (Luigi Cavallero, «La Stampa», 24 ottobre 1938) LA BEFFA DEI BERGAMASCHI La partita contro l’Atalanta si è chiusa nel modo più impensato. Tutto il pubblico presente, zelatori bergamaschi compresi, riteneva che se una squadra era meritevole di vincere, perché maggiormente protesa all’attacco, questa era l’Alessandria. Infatti mentre noi non eravamo soddisfatti del risultato pari, la squadra atalantina, paga della divisione dei punti, dopo aver svolto, come aveva fatto il Venezia, un completo gioco difensivo, incominciò a svolgere una tattica di ostruzionismo calciando fuori la palla per far perdere tempo. La beffa è scaturita a due minuti dalla fine: Turino, spintosi troppo avanti, per non essere tagliato fuori da un’azione di contrattacco fermò la traiettoria della palla con la mano, ma anziché fermare completamente l’azione offensiva allontanando la palla, provocò un calcio di punizione che permise a Ravasi di lanciare in profondità a Nicolosi. Turino rimase cosi tagliato fuori in modo più netto ed il forte tiro dell’estrema sinistra neroazzurra infilò la rete sorprendendo Cassetti che aveva creduto di poterla respingere col pugno. Quando si è di fronte alla sconfitta, tutti gli errori e le manchevolezze si vedono con la lente d’ingrandimento: ma si deve avere anche il coraggio di vagliare gli errori. A parer nostro, nonostante la grande partita di Ghidini, il settore destro difensivo non è stato sicuro: Parodi è ancora lontano dalla forma dello scorso anno e passeggia troppo a metà campo prima di smistare allunghi alle ali; queste operazioni di sostegno fatte col rallentamento permettono alla difesa avversaria di schierarsi in guardia con tutta comodità. L’attacco ha avuto in Fibbi l’uomo migliore ma quando questo giocatore aveva portato avanti l’azione, Robotti nel ricevere la palla, anziché voltarsi e tentare la via della rete, rimetteva la palla a Massiglia per ricominciare da capo nel rallentamento delle azioni. Di Santo ha giocato con volontà inviando a Ghezzi palloni da rete, ma l’ala sinistra che ha fatto versare tante lacrime ai casalesi per la sua dipartita, ha paura di tirare in rete e non si eleva dalla mediocrità. Bisogna però considerare che la difesa bergamasca ha giocato in modo rude aiutandosi con le mani, abbracciando i nostri avanti, spingendo in tutti i modi nei calci d’angolo senza che l’arbitro, che aveva già concesso un rigore, sbagliato da Fibbi, intervenisse in merito. Luigi Cavallaro su «La Stampa» [...] conferma, purtroppo, diverse verità da noi già rilevate e cioè: lentezza eccessiva di Parodi e incapacità da parte di Robotti a guidare l’attacco. Ma erra quando afferma che la difesa alessandrina è stata il reparto migliore. In verità, o tutti gli sportivi di Alessandria non hanno mai capito niente oppure Cavallero, forse anche perché i grigi hanno sempre giocato sotto la porta avversaria, non ha avuto modo di valutare la difesa. La quale è indubbiamente il reparto più debole della partita. E di questo sono preoccupati i dirigenti, che stanno provvedendo per il 1º gennaio. Ettore Berra sulla «Gazzetta del Popolo» tra l’altro scrive: «Del gioco dei grigi abbiamo detto. Gioco nell’apparenza sovrabbondevole, ma in verità scarno ove lo si liberi di tutto il suo contorno di combattività che può servire se valorizza una vera sostanza tecnica, ma che non può sostituirla. Si diceva che il male dell’Alessandria era nella difesa, ma pare a noi invece che sia l’attacco che denuncia i guai peggiori. Robotti non è un centravanti, e il punto di partenza del male è forse solo questo, come avviene del resto anche in altre squadre della divisione maggiore. Che l’Alessandria risorga è il nostro augurio, ma sarà un’impresa difficile per Cattaneo». Come si può comprendere, anche Berra è solidale con Cavallero nel ritenere la difesa il reparto che non dà preoccupazioni. Forse Foni e Rava girano peggio di Bigando e Turino o forse l’attacco della Juventus gioca con la stessa chiarezza del quintetto grigio? «La Gazzetta dello Sport» (corrispondente locale) dopo aver riferito giustamente che i punti deboli dell’Alessandria sono stati Turino, Parodi e l’attacco dal centro alla estrema sinistra, riferisce sulla irregolarità commessa dal portiere dell’Atalanta quando venne tirato il calcio di rigore. «Al 20’ Fibbi, evitato l’intervento di Perrucci e sorpassato Schiavi, allunga la palla in profondità a Robotti; mentre l’attaccante grigio sta per calciare in rete da pochi metri Morzenti lo spinge con le mani a tergo, provocandone la caduta. L’arbitro giustamente decreta il rigore, il tiro di Fibbi colpisce il montante; riprende Robotti che effettua un secondo tiro respinto fortunosamente da Borgioli. La punizione doveva essere ripetuta perché quando Fibbi scoccò il tiro del rigore Borgioli gli era uscito incontro compiendo comodamente due passi. Il grosso del pubblico forse non ha rilevato l’irregolarità del portiere Borgioli: ma come mai essa è passata inosservata agli inviati speciali dei giornali torinesi così… precisi nell’emettere giudizi e sentenze da critici fuori classe? Per finire: i due inviati torinesi hanno visto Bonilauri in campo, mediano sinistro, mentre questi era assente ed al suo posto ha giocato Schiavi. Tanto per essere precisi… («Il Piccolo», 29 ottobre 1938) RISULTATI Casale-Venezia 0-0 Fiorentina-Spal 2-1 Padova-Fanfulla 1-3 Palermo-Siena 0-0 Pisa-Pro Vercelli 1-0 Salernitana-Spezia 1-2 Sanremese-Verona 4-1 Vigevano-Anconitana 3-2 CLASSIFICA: Fiorentina 9; Atalanta, Padova, Venezia, Vigevano 8; Fanfulla, Sanremese, Siena 7; Pro Vercelli, Spezia 6; Alessandria, Anconitana, Palermo, Pisa 5; Casale, Verona 4; Salernitana, Spal 3 Il punto sul campionato Quelli della lettera B Sempre si cambia in testa alla classifica A quanto pare le diciotto della serie B devono essersi strette in santa lega per far ammattire i tifosi. Da qualche tempo 1 risultati a sorpresa imperversano, e le squadre altalenano dagli altari alla polvere, con olimpica disinvoltura. Date un'occhiata, ad esempio, allo Spezia. Due settimane fa è andato nientemeno che a pareggiare a Firenze e, dopo appena sette giorni si è fatto battere, in maniera piuttosto brusca, sul proprio terreno del «Picco», dai sanremesi. In questa occasione si era parlato non troppo favorevolmente del portiere Malerbi. che alcuni tifosi volevano addirittura ribattezzare in Maldestri. Ancora una sosta di sette giorni e la sconfitta subita in .casa dagli spezzini viene rivendicata dalla bella vittoria da essi ottenuta nella trasferta-di Salerno. Torna a fiorir la viola... ... che pur dianzi langua. Dopo la disavventura corsa al Berta, ad opera dello Spezia, la Fiorentina aveva ancora dovuto subire un tempo d'arresto impostole .dal lodigiani 'con un bel doppio zero. Gli amatori del bisticci avrebbero potuto cosi affermare: i lodigiani e l'O di Giotto. Ma era elidente che la Fiorentina non potesse seguitare a lungo nei lasciar cadere dalla bisaccia della sua classifica altri punti per la strada. La partita con la Spai non si presentava eccessivamente pericolosa ma, intanto, i viola dovevano affrontar la privi del loro centravanti Di Benedetti, il quale, giocando sul campo- fanfullino, aveva riportato un colpo al piede destro che,-nel corse della, settimana, lo costringeva a mettersi in letto. Mancando Di Benedetti veniva chiamato in squadra un giovane: Paoletti, un. ragazzo proveniente dalla squadra del Siena, del quale si par lava molto bene. L'attacco denunciava la sua sterilità da qualche tempo e l'allenatore giustamente se ne preoccupava. Sembra che la crisi sia stata superata: Infatti la Fiorentina è tornata a segnare e l'avversaria che ne ha fatto le spese è stata la povera Spai,, il risveglio della quale viene rimandato di settimana in settimana. In testa alla graduatoria si è avuto un nuovo cambio della guardia. Il Padova è la guardia smontante, mentre la Fiorentina è ancora quella montante. Questa volta da... capoposto ha funzionato il Fanfulla che ha tutto bene regolato, per lo scambio delle consegne. Pare quasi che il Padova fosse, l'altra domenica, riuscito ad arrampicarsi momentaneamente sull'albero della cuccagna: giunto In cima non ha. saputo resistervi ed è scivolato giù, sino al quinto posto Quinto posto reale ed illusorio nel medesimo - tempo, in quanto un solo punto separa l'unità padovana da quella Fiorentina. Anzi, ai piani superiori della classifica si delinea un folto a sembramento. Stavolta la graduatoria somiglia in modo strano ad una vettura tranviaria nell'ora del massimo affollamento, attorno al mezzogiorno. La ressa è tale che tra la prima e la quattordicesima classificata si notano soltanto -quattro punti di differenza, mentre soltanto due dividono la capintesta e la ottava. Il fattaccio alessandrino I nerazzurri dell'Atalanta si sono fatti rispettare ad Alessandria, e si sono fatti tanto rispettare che hanno terminato per mancar essi di rispetto ai loro ospiti. Ad un certo momento pareva che le sorti dovessero volgere favorevoli ai grigi: l'arbitro decretava un calcio di rigore contro la porta di Borgloil. Bìbbi (i tifosi alessandrini si domandano perché i calci di rigore, visto che anche Robotti ti sa sbagliare, non vengono fatti battere da Parodi) prendeva una congrua rincorsa, ma non riusciva che a scrostare la vernice di un paletto; sul rimbalzo riprende-, va Robotti ma allora interveniva Borgioli a dire che era proibito. Questo episodio dava l'inizio alla' serie di azioni che dovevano concludersi con la sconfitta locale. Borgioli riceveva l'omaggio di una forte pallonata in piena faccia, ma non se ne dava per inteso. A due minuti dalla fine del primo tempo si avevano due goal a botta e risposta: uno di Sostegni e uno dell'alessandrino Di Santo, il quale girava, di testa, un centro di Marsiglia. Era evidente che, in quel momento. Di Santo, per eseguire il colpo di testa, doveva essersi tolto l'aureola. Ancora un episodio, quello risolutivo, in Zona Cesarini. Al 43.0 minuto punizione di Ravasi; raccolta di Nicolosi e il fattaccio alessandrino fu. Piemontesi e veneti e Verona è andato a purgarsi a Sanremo. Una bella dose: quattro palloni ad uno. I vercellesi non hanno avuto la sorte benigna a Pisa. Dopo aver resistito per quasi tutta, la partita si vedevano battuti verso la fine, al 38', da un tiro di Tonali, sferrato nel corso di una confusa mischia seguita ad una punizione battuta da Morigero. Bella battaglia a Casale. Molta gente: le casse del neri a stella si sono lievemente rimpinguate: ottomila lire d'introito, un «bordereau» che non si registrava da parecchio tempo. Vera giornata di gala veneto-monferrina, in quanto nelle file veneziane, in rispettiva veste di allenatore e di mediocentro, si producevano due autentiche glorie calcistiche casalesi: Barbesino e Castello. Tra 1 locali si facevano parecchio ammirare l'anziano De Marchi, sempre valido sulla breccia, e il non meno anziano Boltri. Ottime parate forniva anche il bravo Miglio. I nero-verdi possiedono ima salda difesa dove l'opera di Valinasso è bene integrata da Tortora e Gattoronchieri. Anche la mediana si distingue. La prima linea, che conta buone unità, sa manovrare ma stenta a concludere.. (La Stampa - Mar, 24/10/1938)