Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1938/1939
Serie B
27-11-1938 - Giornata: 10 - Padova - Silvio Appiani


Padova AC - Alessandria US 5 - 1 (2 - 0)
RETI: 26. Cappello (IV) G. [Pa] , 29. Chinol O. [Pa] , 60. Orzan (II) E. [Pa] , 69. Menti (I) U. [Pa] , 73. Menti (I) U. [Pa] 46. Robotti L.[A]

Alessandria US Cassetti Bruno, Vitto Luigi, Bigando Giovanni, Caligaris Luigi, Parodi Pasquale, Ghidini Ferruccio, Massiglia Armando, Fibbi Arrigo, Pietruzzi Mario, Robotti Luciano, Cresta (I) Luigi All.: Cattaneo Renato

Formazione avversaria
PADOVA AC: Cavasin; Duimovich, Grassetto; Veratti, Rossi Bruno, De Marchi; Degli Esposti, Cappello (IV) Gino, Orzan (II) Ermenegildo, Chinol, Menti (I) Umberto. All.: Wilhelm Wilmas

Arbitro: Mario Scotto (Savona) [Gottardi, Saladini]
Note
Angoli: 5-5. Spettatori: 4.500 Tempo piovoso, terreno sdrucciolevole Inizio gara ore 14.30

Commento
Nel pomeriggio di pioggia la squadra del Padova ha ritrovato la sua giornata solare contro gli eterni rivali alessandrini, scesi al gran completo. La chiara, chiarissima vittoria riportata nel gioco e nel punteggio, fu conseguita con lo slancio garibaldino delle non dimenticate prove dell’anno scorso. Anzi: v’era nel gioco degli avanti qualche cosa di più fluido e di più persuasivo. La formazione varata a Vercelli, e collaudata in Coppa Italia contro il Vigevano, ha superato vittoriosamente una specie di esame di stato. Chinol, anche se in giornata non luminosa, dà impeto aggressivo alla prima linea lanciando e smarcando Orzan, l’uomo di punta. Mentre Rossi, al centro della mediana è sempre un ottimo coadiutore per una difesa, che fino a che non avrà ritrovato (e segni chiari dicono che siamo già sulla buona strada), la forma migliore, costituirà sempre un po’ il tallone d’Achille nell’undici patavino. Formazione azzeccata e giornata di vena; ma conviene portare sugli scudi tutti quegli undici ragazzi per l’animo che hanno posto nella partita della bandiera; conviene lodare Cavasin che ha riscattato la ben nota deficienza nelle parate alte (che oggi è costata il punto al passivo), con due o tre prese da scoiattolo nel fango della sua area. È giustizia incoraggiare di plauso i due terzini: Duimovich, padrone del gioco di testa e Grassetto più mobile del consueto, e così De Marchi, un cannone in difesa, ed assieme a Rossi, Veratti sempre vigile, diligente, preciso, infaticabile. E con Chinol, di cui si è già detto, tutti gli altri quattro attaccanti meritano la citazione all’ordine del giorno; anche Degli Esposti, alle prese col più scorbutico dei mediani, avrebbe meritato la soddisfazione della segnatura che premiò i suoi quattro compagni di linea. Orzan, di partita in partita, va ritrovando lo smalto della forma migliore e soprattutto la fiducia nei propri mezzi esuberanti. La classe finissima di Cappello e di Monti ha mandato faville. Contro gli avversari in stato di grazia, l’Alessandria ha avuto il grande merito di combattere fino alla fine e di non inginocchiarsi neppure quando ebbe al passivo lo scarto di quattro palloni. Nei confronti dello scorso anno la squadra è apparsa lievemente inferiore nella linea di attacco, dove il solo Robotti seppe emergere per tenace lavoro di spola ed affermarsi con toni pericolosi. Intatto nello schieramento nella poderosa mediana, per quanto il peso degli anni si faccia sentire sul valoroso Parodi; è apparsa invece con un grave falla in estrema difesa dove la recluta Vitto, al posto di terzino destro, non costituisce uno sbarramento efficiente. Cassetti severamente impegnato, se la cavò con onore: solo un paio, forse, il secondo e l’ultimo punto potevano essere da lui evitati. La partita ebbe un direttore di eccezione nell’arbitro Scotto, magistralmente coadiuvato dai guardialinee e si svolse severa, ma cavalleresca. Essa presenta quattro fasi distinte; nei primi minuti attacco sfolgorante del Padova che sfiora il successo: un prezioso pallone di Orzan non trova Cappello preparato. Poi il gioco si normalizza con alternarsi di attacchi fino al 26’, quanto Parodi salta fra Cappello e Chinol: la palla sfugge all’alessandrino, e è ripresa da Orzan che allunga in profondità; Vitto respinge corto e Cappello riprendendo segna con un forte tiro. Tre minuti dopo Rossi tira una punizione spiovente: Orzan di testa indirizza fra i pali. Cassetti salva ma la palla non è da lui afferrata e finisce sui piedi di Chinol che mette facilmente in sacco. Alla ripresa del gioco, fra il primo e il secondo minuto, Robotti, da fuori dell’area, indirizza fra i pali un traversone alto che il piccolo Cavasin per quanto piazzato non arriva a fermare. Poi per alcuni minuti il Padova commette l’errore di ripiegare in difesa. Al 15’ il punto capolavoro di Orzan; imbeccato da Cappello poco oltre metà campo, si beve Bigando, invita all’uscita Cassetti, lo gioca e segna: il portiere nel vano tentativo resta alcuni istanti stordito. L’Alessandria è ormai battuta: al 24’ e al 26’ il bottino si accresce di due reti di Menti, tutte e due su azioni impostate da Degli Esposti; nella seconda concorrono alla marcatura le indecisioni di Vitto e di Cassetti. (Ferdinando Benetello, «La Gazzetta dello Sport», 28 novembre 1938) La partita per i biancoscudati del Padova ed i grigi della Alessandria si è risolta con una brillante vittoria dei primi che, in grande giornata, si sono facilmente imposti agli avversari. La partita è stata bellissima, malgrado il terreno sdrucciolevole, e la superiorità del Padova è stata pressoché assoluta. La squadra biancoscudata è apparsa in piena forma e ha fatto sfoggio di un gioco velocissimo e travolgente portando una minaccia continua alla rete di Cassetti che per ben cinque volte fu costretto a raccogliere il pallone nel fondo del sacco. L’attacco padovano infatti ha fatto mirabilia ed i cinque gol all’attivo lo dimostrano in maniera inequivocabile. Il primo tempo è stato il più equilibrato e si chiuse con due reti in favore del Padova marcate al 26’ da Cappello che infilava in alto un preciso passaggio di Orzan, ed al 29’ da Chinol su azione Rossi-Orzan. Nella ripresa l’Alessandria ha tentato la riscossa con un inizio quanto mai energico nella quale ottenne l’unico suo punto con Robotti. Subito dopo però il Padova riprendeva le redini del gioco e riusciva a raccogliere altri tre gol, uno di Orzan e due di Menti. I migliori in campo: Rossi, Degli Esposti, Cappello del Padova; Parodi e Robotti dell’Alessandria. L’arbitro Scotto ha diretto l’incontro con la consueta maestria. («Il Littoriale», 29 novembre 1938) PADOVA-ALESSANDRIA 5-1 Di fronte ad un undici biancoscudato in grande giornata la squadra piemontese ha molto deluso. L’Alessandria deve la grave sconfitta al rendimento discontinuo della sua difesa. Il Padova si è assicurato un buon vantaggio fin dal primo tempo, segnando due reti per merito di Cappello, al 26’, e Chinol, al 29’. I grigi hanno avuto un breve sprazzo all’inizio della ripresa, riuscendo a cogliere un goal con Robotti al 2’. Tosto però i biancoscudati sono ritornati all’attacco impegnando pericolosamente Cassetti, il quale non ha potuto impedire che Orzan al 15’ e Menti al 24’ e 27’ infilasse ancora tre volte la sua rete. («La Stampa», 28 novembre 1938) LA SCONFITTA DI PADOVA Un risultato 5-1 è troppo netto per attenuarlo con un giro di parole viziose. L’andamento della partita ha visto i biancorossi in vantaggio per 2-0 nel primo tempo. Al primo minuto della ripresa Robotti accorciava la distanza (2-1); dopodiché, a conclusione di 20 minuti di supremazia alessandrina, sono scaturite altre tre reti dei padovani. Che cosa è successo alla retroguardia grigia? Coloro che non hanno assistito alla partita, hanno subito caricato la dose su Vitto, incolpandolo di essere stato la causa principale della disastrosa sconfitta. Ma esaminiamo con obiettività le cause della sconfitta. L’attacco grigio ha giocato in blocco magnificamente, ha inviato al portiere avversario almeno una decina di palloni insidiosi, ma raramente ha avuto il reale appoggio della mediana troppo lenta, mentre i biancorossi lanciati all’attacco, superata agevolmente la mediana grigia, hanno sempre trovato sguernito il trio difensivo alessandrino. Parodi, lento nei movimenti, è stato tagliato fuori con troppa facilità e le ali del Padova non hanno trovato in Ghidini e Caligaris avversari insormontabili. Ghidini, pur possedendo un notevole bagaglio tecnico, non riesce a fare il gioco sull’ala. Ad Ancona l’estrema sinistra Cristina ha segnato due reti e domenica l’ala sinistra Menti ha potuto saettare, da pochi metri, due tiri nella casa di Cassetti. Bertolini, Milano, Lauro, Avalle erano più gelosi nel «marcare» le ali. Quest’anno il maggior numero di reti subite è stato segnato dalle zone delle ali. Si aggiunga poi l’incidente toccato a Bigando che, ferito a un sopracciglio nei primi minuti dell’incontro, è rimasto in campo, grondante sangue, pieno di buona volontà; ma il suo rendimento è stato notevolmente inferiore al normale. Cassetti si è trovato in una pessima giornata ed ha sulla coscienza alcune delle reti segnate. Da questi rilievi appare che Vitto, pur non emergendo nel marasma difensivo, non deve essere ritenuto come la lacuna della retroguardia alessandrina. («Il Piccolo», 3 dicembre 1938) RISULTATI: Casale-Pro Vercelli 0-0 Fanfulla-Siena 3-0 Palermo-Fiorentina 2-1 Pisa-Sanremese 0-0 Salernitana-Vigevano 2-1 Spal-Anconitana 1-2 Spezia-Venezia 1-1 Verona-Atalanta 2-0 CLASSIFICA: Atalanta, Fiorentina 13; Fanfulla, Sanremese, Verona 12; Padova, Venezia, Vigevano 11; Anconitana, Pro Vercelli, Siena, Spezia 10; Alessandria, Pisa 9; Palermo 8; Salernitana, Spal 7; Casale 5 IL PUNTO SUL CAMPIONATO Nella Serie B sono spariti gli ultimi due zeri della classifica: l’uno è dovuto alla prima sconfitta del torneo subita dall’Atalanta (che ha trovato un Verona in giornata di grazia e fermamente deciso ad acquisirsi una posizione più confacente ai suoi meriti), e l’altro l’ha eliminato il Palermo, che per cogliere la prima vittoria dell’annata ha… atteso l’avversaria più illustre, la Fiorentina. E per questo primo desiderato successo il Palermo ha raddoppiato in una sol volta il quantitativo di reti precedentemente realizzate. Con la doppia simultanea sconfitta delle due squadre d’avanguardia, la testa della graduatoria non ha subito oscillazioni. La posizione della Fiorentina e dell’Atalanta non è però ora tanto sicura, perché il loro vantaggio sugli immediati inseguitori è ridotto a un punto solo soletto… E fra i rincalzi ci sono squadre che hanno dimostrato domenica di essere in netta ripresa. Vedi il Verona, di cui si è già detto; il Fanfulla, che ha debellato con un netto 3-0 i propositi del Siena; la Sanremese, che ha strappato un lusinghiero pareggio a Pisa; il Padova, che è ritornato alla vittoria (dopo quattro settimane di digiuno) infliggendo all’Alessandria il più severo punteggio della giornata; e qualche altra, come l’Anconitana, che espugnato il campo degli spallini ottenendo la sua prima vittoria esterna del torneo: quell’Anconitana che lo scorso anno fece una vera collezioni di successi in trasferta. («Il calcio illustrato», 29 novembre 1938)