Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1938/1939
Serie B
22-01-1939 - Giornata: 16 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Fiorentina ACF 2 - 2 (2 - 0)
RETI: 25. Cattaneo R.[A], 41. Cresta (I) L.[A] 59. Menti (II) R. [Fi] , 68. rig. Menti (II) R. [Fi]

Alessandria US Cassetti Bruno, Vitto Luigi, Petermann Franco, Ghidini Ferruccio, Bigando Giovanni, Caligaris Luigi, Massiglia Armando, Fibbi Arrigo, Cattaneo Renato, Cresta (I) Luigi, Ghezzi Renato All.: Cattaneo Renato

Formazione avversaria
FIORENTINA ACF: Griffanti; Poggi (I) Luigi, Piccardi; Kufersin, Poggi (II) Ernesto Matteo, Michelini; Menti (III) Romeo, Grolli, Chiarenza, Celoria, Tagliasacchi. All.: Soutschek Rudolf.

Arbitro: Ciamberlini Mario (Sampierdarena) [Silvano, Vacchelli]
Note
Angoli: 3-2 oppure 4-3 Terreno pesantissimo Inizio gara ore 14.30

Commento
Ancora una volta la squadra grigia s’è lasciata sfuggire la vittoria che aveva avuto a portata di mano, dopo 45 minuti di gioco con due reti di vantaggio. Partita strana a causa delle condizioni del tempo e per la giornata poco felice dell’arbitro Ciamberlini il quale non concedeva i due rigori contro la Fiorentina al 20’ di gioco ritenendo involontari due falli di mano dei terzini toscani. È stato poi costretto a concedere il rigore contro l’Alessandria per un fallo indiscutibile di Vitto che non arrivando a colpire di testa la palla, anche se l’azione non era pericolosa, aveva rimediato con un’autentica parata. Nell’Alessandria Cattaneo ha dovuto lasciare il posto di allenatore per assumere il ruolo di condottiero dell’attacco e l’anziano ex nazionale ha giocato con la scaltrezza dei tempi migliori. Cassetti ha effettuato alcune belle parate uscendo in tempo dai pali della propria rete; sicuro Petermann e troppo leggero Vitto sul terreno fangoso. Un’ottima partita hanno disputato Caligaris e Ghidini. Un po’ sperduto Bigando. All’attacco Cresta, come interno, è stato più sbrigativo di Fibbi poiché questi ha voluto insistere nel palleggio reso oltremodo arduo dalle condizioni del campo. In netto miglioramento Ghezzi, ancora fuori fase Massiglia. La Fiorentina ha meritato il pareggio perché ha saputo mutare tattica nella ripresa giocando con maggiore decisione ed in profondità. Schieratasi con Chiarenza centravanti la squadra viola dopo il secondo punto alessandrino ha scambiato i ruoli tra lo stesso Chiarenza e Menti e questi è riuscito a dare maggiore incisività al gioco del reparto. Celoria e Grolli sono stati gli animatori dell’attacco. Buona la mediana dove però Kufersin ha giocato con eccessiva rudezza. Salda la difesa dove Poggi I ha giocato una bella partita e Griffanti ha salvato la propria rete con tempestivi interventi. Veniamo alla descrizione delle quattro reti. Al 25’ Bigando allunga a Ghezzi che centra in profondità: Cattaneo interviene e saetta in porta. Al 41’ in seguito a calcio di punizione battuto perfettamente da Ghidini, Cresta batte Griffanti. Al 14’ della ripresa, Poggi II serve Menti all’altezza dell’area di rigore ed il tiro prontissimo termina in rete. Al 23’ Vitto provoca il rigore di cui già abbiamo parlato e Menti pareggia. Terreno estremamente fangoso. Un sole pallido aveva fugato una fitta nebbia che nella mattinata aveva messo in dubbio l’effettuazione della partita. La Fiorentina si è presentata con Chiarenza al comando dell’attacco e con Tagliasacchi al posto di Vecchi. L’Alessandria ha sostituito i contusi Pietruzzi e Robotti affidando a Cattaneo il comando dell’attacco e a Cresto il ruolo d’interno sinistro. Una rete di Massiglia è stata annullata per fuori gioco al 19’. (Andrea Canestri, «La Gazzetta dello Sport», 24 gennaio 1939) Si è giuocato nel regno del fango, sotto la signoria dispotica ed implacabile di questa mota vischiosa, aderente, pesa, implacabile. Tutta la partita si è svolta nel suo segno: passaggi, rimandi, controllo del pallone, sviluppo di azioni offensive o difensive, tutto era sottoposto, guidato, voluto dall’elemento terreno: un terreno infame, brullo, senza un filo d’erba, pesante, viscido, infido. Alla fine dell’incontro – come del resto subito dopo il primo quarto d’ora! – gli uomini in campo erano divenuti irriconoscibili: faccia e mani, gambe e braccia, maglie e pantaloncini, erano tutti ricoperti da uno strato uniforme di questo perfido fango che aveva reso monocromi, identicamente, i ventidue atleti. Una partita così giuocata non può avere che pochissimi spunti di cronaca e nessun rilievo tecnico e critico e nessun rilievo tecnico e critico, poiché l’attività e le capacità dei giuocatori non è possibile che vengano apprezzate e giudicate in simili specialissime circostanze d’ambiente. Essendo impossibile calcolare la velocità del pallone su di un tale terreno, la esatta dosatura del passaggio diveniva un’utopia, così come era un sogno operare uno scatto efficace, o controllare con precisa sicurezza la palla appesantita e viscida. Di questi coefficienti, negativi in rapporto alla regolarità del giuoco, ne hanno, naturalmente, beneficiato gli alessandrini per un doppio ordine di ragioni: in primo luogo poiché, essendo la squadra grigia indiscutibilmente inferiore in pura tecnica a quella viola, ha visto spuntarsi subito l’arma avversaria più pericolosa: e secondariamente perché, data la maggior consuetudine a giuocare su di un terreno in tale stato, i padroni di casa hanno potuto, proprio nel primo tempo, avvantaggiarsi considerevolmente a danno degli ospiti. I primi minuti dell’incontro servono agli atleti per cercare di prendere conoscenza e, possibilmente, confidenza col campo di giuoco. Gli alessandrini sembrano, prestissimo, a loro agio e marcano una netta superiorità di pressione sui loro avversari che si muovono in modo incerto, lento e faticoso. Questa supremazia è interrotta solo a sprazzi e proprio in uno di questi la Fiorentina, al 12’, si aggiudica il primo angolo. Subito, però, gli alessandrini ritornano in area viola e dopo aver costretto, a loro volta, in angolo i gigliati al 18’ e al 19’, riescono a segnare la prima rete cinque minuti dopo ad opera di Cattaneo. In un’azione volante, partita dal centromediano e che fa serrare i cinque attaccanti grigi nell’area di Griffanti, il pallone arriva all’ala destra alessandrina, che da pochi passi la infila in rete. La controffensiva fiorentina è rabbiosa ma sterile, ché anzi sono proprio i grigi a minacciare la porta toscana con due azioni ficcanti dalle infaticabili ali e ad ottenere un nuovo angolo al 30’. La punizione non ha effetto, ma dieci minuti più tardi un difensore viola è costretto a fermare fallosamente una pericolosa discesa alessandrina. La punizione non ha effetto, ma dieci minuti più tardi un difensore viola è costretto a fermare fallosamente una pericolosa discesa alessandrina. La punizione battuta da Ghidini viene raccolta da Cresta che non ha difficoltà a far rotolare il pallone alle spalle di Griffanti gettatosi fuori alla disperata. Questo secondo smacco ha, sui viola, l’effetto di una secca frustata e l’intera squadra toscana si rovescia ora rabbiosamente all’attacco, costringendo il terzino Petermann a salvare in angolo. Mentre questo sta per essere battuto, l’arbitro fischia la fine del tempo. Nella ripresa, la Fiorentina si presenta con un differente schieramento della prima linea, in cui Menti e Chiarenza si sono scambiati di posto. Questa variante pare risultare efficace, poiché ora il quintetto di punta viola si muove con maggior autorità ed incisività, tanto che i suoi attacchi sembrano assai più pericolosi di prima. Ecco, infatti, un angolo all’8’, ed ecco – esattamente otto minuti dopo – il primo punto dei toscani. Lo segna il nuovo centroattacco Menti che, ricevuto in area un esatto allungo, riesce a giungere sul pallone prima di Vitto ed a battere irrimediabilmente Cassetti. Il successo sprona i fiorentini e li incita alla conquista del pareggio che infatti non si fa molto aspettare. Evidentemente ieri il numero otto fungeva da talismano per i toscani, perché il secondo punto viene segnato, proprio a distanza di otto minuti dal primo. In un ennesimo attacco, Chiarenza stringe e tira dal limite una sciabolata che il terzino Vitto considera così pericolosa da doverla arrestare a mani aperte. L’immancabile rigore viene battuto da Meni che con un tiro piazzato, ma potente, realizza l’agognato pareggio. Gli ultimi venti minuti si può dire che non abbiano più storia. Gli uomini sono sfiniti, massacrati dall’andamento velocissimo del giuoco; ma soprattutto dalla sfibrante pesantezza del terreno. Se questo si asciugasse e si seccasse di colpo, molti atleti in campo cadrebbero a terra affranti; dal che si deduce che, per una volta tanto, questo fango rivela un’utile funzione: quella di tenere incollati al terreno gli uomini che altrimenti, con molta probabilità, non vi riuscirebbero più con la sola forza delle proprie gambe. È facile immaginare, quindi, con qual senso di liberazione i ventidue uomini accolgano il fischio dell’arbitro Ciamberlini, il quale, ricordiamolo, si è dimostrato un ottimo direttore di gara. Questo punto conquistato faticosamente in terra alessandrina, nell’ultima trasferta del girone d’andata, è il filo, tenuissimo, a cui rimangono attaccate tutte le speranze degli appassionati fiorentini. Perché questo filo non si spezzi bruscamente sotto il peso di una realtà differente dal sogno – e come tale spietata ed amara – occorre che la squadra della città dei fiori si rafforzi, migliori, faccia le ossa ed il carattere. Non possiamo, senza contraddirci colle stesse premesse delle presenti note, motivare il nostro appunto colla condotta tecnica e tattica della squadra veduta ieri allo stadio del Littorio di Alessandria, perché siamo stati i primi a riconoscere che la lentezza di quasi tutti gli uomini, il girare a vuoto del centrosostegno, l’imprecisione dei passaggi, furono, in parte grandissima, conseguenza diretta ed immediata delle condizioni infami del terreno. Ma, nonostante tutto, anche in queste speciali circostanze, si è potuto distinguere ciò che era frutto, unicamente, di cause estranee e contingenti, e ciò che invece si rivelava subito nella natura della squadra stessa. Però, quello che è più sintomatico e rivelatore è lo stato di servizio della compagine gigliata: sono finite le trasferte della prima metà del campionato e da nessuna di queste la Fiorentina è riuscita a riportare il punteggio pieno; subendo, invece, tre sconfitte. Non è un curriculum vitae, questo, che può servire da passaporto per varcare le frontiere della massima categoria! (Mario Guarducci, «Corriere del Tirreno», 23 gennaio 1939) ALESSANDRIA-FIORENTINA 2-2 I grigi, nelle cui file è rientrato Cattaneo, hanno giocato un primo tempo magnifico. Essi, infatti, hanno iniziato le ostilità, sul terreno pesantissimo, con grande maestria e velocità e già al 20’ Massiglia segnava un magnifico punto che l’arbitro annullava per fuori gioco. Ma cinque minuti dopo l’Alessandria coglieva il suo primo valido successo, a seguito di un tiro di Bigando dovuto al centro di Ghezzi. Cattaneo ingannava gli avversari e segnava. Al 41’ su calcio di punizione da metà campo, nuova paurosa mischia sotto la rete di Griffanti e Cresta segnava il secondo punto. Nella ripresa Cattaneo si faceva ancora ammirare per l’intelligenza del suo gioco. I fiorentini spostavano Menti al centro e iniziavano una vigorosa riscossa, approfittando della stanchezza subentrata nei grigi. Al 15’ Menti giungeva tutto solo davanti a Cassetti e lo batteva con un preciso tiro a fil di palo. Al 24’ Vitto tentava respingere di testa un innocuo pallone, ma invece allungava una mano: calcio di rigore, realizzato ancora da Menti. I grigi hanno avuto ancora una vivacissima reazione, ma senza successo («La Stampa», 23 gennaio 1939) Gioco duro e sostenuto a cagione anche del terreno reso pesantissimo dalla pioggia e dal disgelo di questi giorni. Magnifico comportamento dei grigi nel primo tempo e netta ripresa dei viola nel secondo. Gli ospiti con lo spostamento di Menti al centro della linea attaccante hanno saputo imprimere alle loro offensive un ritmo più ordinato che li ha portati al pareggio anche se il secondo punto è stato ottenuto su rigore. («Il Littoriale», 24 gennaio 1939) IL PAREGGIO DI DOMENICA I grigi hanno dovuto restare a bocca amara anche domenica a causa dei calci di rigore. L’arbitro Ciamberlini non ha concesso ai grigi due calci di rigore su evidenti falli nell’area di rigore; per contro, ha accordato la massima punizione ai fiorentini in seguito a un grossolano fallo di Vitto. Il rigore, calciato da Menti, ha dato il pareggio alla squadra viola. Scesa in campo a quadri rimaneggiati su larga scala la compagine grigia ha dato nel primo tempo l’impressione di vincere con facilità, ma nella ripresa ha commesso lo stesso errore dei toscani nel primo tempo e, volendo manovrare la palla, ha offerto agli avversari la possibilità di accorciare il distacco che sembrava e che doveva essere incolmabile. Cattaneo, anche nel fango ed in un ruolo molto difficile, ha distribuito palloni al volo alle ali con chiarezza d’intenti ma Massiglia, purtroppo, è ancora fuori fase e Ghezzi non punta decisamente in rete. Fibbi ha reso meno di Cresta perché non ha saputo lavorare in profondità e liberarsi subito della palla resa pesante dal fango; inoltre non ha mai tirato in rete e per un giocatore intelligente e tecnico non è una cosa confortante. Al centro della mediana Bigando non ha tenuto il posto con calma ed è scappato fuori tempo spesso e volentieri. Tra i migliori in campo Caligaris; sicuro Petermann e preoccupato Vitto sul terreno fangoso. Cassetti si è lasciato sorprendere dal tiro di Menti perché ha il brutto vizio di curvarsi anziché saltare nelle parate alte: la palla del primo punto gli è passata tra le mani e la traversa. Sempre in forma e tecnico Ghidini. Per l’Alessandria hanno segnato Cattaneo e Cresta nel primo tempo. («Il Piccolo», 28 gennaio 1939) RISULTATI Anconitana-Sanremese 4-0 Atalanta-Spal 0-0 Casale-Pisa 1-3 Fanfulla-Vigevano 5-0 Padova-Siena 1-1 Salernitana-Venezia 1-0 Spezia-Palermo 3-0 Verona-Pro Vercelli 1-1 CLASSIFICA: Anconitana 22; Atalanta 21; Siena 20; Padova 19; Fiorentina 18; Sanremese, Venezia 17; Pisa, Verona 16; Pro Vercelli, Fanfulla, Spezia 15; Vigevano, Alessandria, Spal 14; Palermo 13; Salernitana 12; Casale 8 *: una gara da recuperare IL PUNTO SUL CAMPIONATO L’Anconitana e il Siena si confermano le protagoniste del momento; contro una Sanremese dura a morire ha riaffermato la strapotenza l’attacco dorico, mentre la difesa senese ha limitato al minimo la segnatura dell’attacco patavino. L’Atalanta denunzia apertamente la sua crisi facendosi detronizzare dalla modesta Spal; il Venezia, sconfitto a Salerno al novantesimo minuto di giuoco, ha dimostrato di potersi battere con onore, anche se la distanza dal secondo posto comincia ad essere gravosa. Ma ecco intanto riaffacciarsi la Fiorentina: né la tradizione, né la spigliatezza conferita ai grigi dal «vecchio», generoso ed esemplare Cattaneo, né i due gol al passivo con i quali era stato chiuso il primo tempo, hanno demoralizzato i viola i quali alla distanza hanno imposto il pareggio. V’è del resto un fremito nuovo su tutto il fronte e sono in particolare le linee attaccanti che si svegliano. Ecco il Pisa marcare tre gol a Casale, ecco il Fanfulla, specialista negli infortuni casalinghi, subissare stavolta di gol il Vigevano, ecco la Pro Vercelli confermare col pareggio di Verona la riscossa iniziata all’indomani della violazione del proprio campo, ed ecco la prima linea spezzina, che […] con gli otto gol marcati nelle ultime tre partite è diventata la più realizzatrice dopo l’anconitana e la patavina. (Alberto Valentini, «Il Littoriale», 25 gennaio 1939)