Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1939/1940
Serie B
25-02-1940 - Giornata: 21 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Anconitana-Bianchi US 0 - 1 (0 - 1)
RETI: 15. Coronati M. [An]

Alessandria US Roggero Secondo, Bigando Giovanni, Petermann Franco, Ghidini Ferruccio, Girometta Carlo, Cresta (I) Luigi, Rosso Angelo Triestino , Fibbi Arrigo, Cerutti Enrico, Foglia Mario, Ghezzi Renato All.: Faroppa Vittorio

Formazione avversaria
ANCONITANA-BIANCHI US: Garbo, Ratti, Scaccini, Finotto (III) Silvio, Brondi (I) Rodolfo, Baruzzi, Coronati, Varoli, Torti (II) Luigi, Silvestrelli (IV) Mario, Cristina. All.: Degni Giovanni

Arbitro: Biancone Umberto (Roma) [Rissone, Stanchina]
Note
Angoli: 11-2. Spettatori: 6.000 Inizio gara ore 15:00

Commento
ALESSANDRIA-ANCONITANA 0-1 Contro ogni previsione i grigi hanno perso l’incontro per un fortunoso punto segnato al 15’ del primo tempo dall’ala destra anconetana Coronati che ha sorpreso con un tiro a media altezza il portiere Roggero. Nel primo tempo gli alessandrini hanno nettamente dominato: tra gli altri, tre tiri di Fibbi, Cerutti e Girometta sono stati respinti dal palo. Alla ripresa, azzoppati Ghezzi e Rosso, la compagine locale si è sminuita e l’attacco è mancato a più riprese, anche per il più saltuario concorso delle linea mediana. Cerutti ha segnato il pareggio al 43’, annullato però per fuori gioco. Poco dopo, due gravi falli consecutivi nella estrema area degli anconetani non sono stati puniti, inasprendo maggiormente il pubblico numerosissimo che ha vivacemente protestato. Sul finire dell’ardente disputa, un giovane tifoso è penetrato nel campo per ingiuriare l’arbitro. È successo un vivace parapiglia, tosto placato per il pronto intervento dei dirigenti grigi, mentre il giovinetto veniva individuato e fermato. La direzione dell’Alessandria ha sporto reclamo per errore tecnico in relazione al punto annullato per fuori gioco. («La Stampa», 26 febbraio 1940) LA VICENDA DELLA PARTITA La macchina da reti alessandrina è stata bloccata sul proprio campo dall’Anconitana dopo un incontro combattutissimo, ricco di emozioni, di errori e di incidenti provocati da un arbitraggio infelice. Fin dai primi minuti di giuoco i grigi avevano dato segno di voler passare con l’impeto col quale avevano travolto sotto valanghe di gol il Palermo, il Catania e l’Udinese. Ma fin dalle prime azioni i mediani Baruzzi e Finotto si erano salvati intervenendo contro Rosso e Ghezzi irregolarmente, fermandoli con le mani e aggrappandosi alle maglie. Non eravamo ancora giunti al 5’ di giuoco quando giunse l’infortunio di Roggero che pregiudicò l’andamento della partita. Un centro dell’ala destra anconitana, trovò incerto il portiere grigio il quale tentò la parata a terra per evitare sorprese ma la palla gli sgusciò tra le mani e passandogli sotto il fianco rotolò debolmente oltre la linea bianca. Sferzati dallo smacco, i grigi tornarono all’attacco, ma il nervosismo incominciò a velare la chiarezza delle azioni e la squadra alessandrina non «girò» più come nelle recenti partite. Al centro della mediana Girometta apparve incerto e al vuoto che inesorabilmente veniva formandosi nella mediana si aggiunsero i tiri errati di Ghezzi e Cerutti in facili occasioni. In una rabbiosa azione dell’attacco alessandrino, Girometta piazzò un tiro poderoso che miracolosamente la traversa ricacciò in campo e su questa mancata occasione sfumarono le più belle speranze di ristabilire prontamente il pareggio. Intanto la squadra dorica, organica, armoniosa in ogni reparto, sicura in difesa per l’ottima giornata di Garbo e per il giuoco frantumatore di Ratti e Scaccini, i cui falli evidenti non erano rilevati dall’arbitro, poteva organizzare un graduale lavoro di marcatura ai giocatori più pericolosi ed ebbe buon giuoco allorché l’attacco grigio si trovò virtualmente in quattro uomini in seguito all’incidente subito da Foglia. Nonostante le numerose avversità, la squadra alessandrina, nervosa, mutilata, ma sommamente volonterosa, lottò tenacemente per rimediare all’errore di Roggero, e ripetutamente il nostro attacco si trovò a contatto con la difesa avversaria e quando, pur ricorrendo a tutti gli espedienti, i difensori non riuscivano ad arrestare la palla, i montanti della porta di Garbo provvidero a salvare la rete anconitana in modo quasi miracoloso. Negli ultimi cinque minuti della partita si è avuto un epilogo a tinte gialle. Una rete realizzata da Cerutti al 42’ era annullata dal sig. Biancone per fuori gioco, mentre costui si trovava a metà campo ed il guardialinee sig. Stanchina, che si trovava sulla traiettoria, non aveva segnato il fuori giuoco perché l’azione di Cerutti era stata chiarissima. A mettere a tutta prova la pazienza e la tolleranza degli spettatori, l’arbitro lasciò poco dopo passare impuniti due evidentissimi falli di mano dei terzini granata: Ratti toccò la palla con due mani e Scaccini quasi sulla linea della rete, effettuò una respinta di pugno. Il vaso traboccò nonostante il pronto e lodevole intervento dei dirigenti, delle autorità, dei funzionari di P.S. e dei Carabinieri. L’incidente avvenne quando la partita era ormai nei minuti di ricupero ed il sig. Biancone credette bene di porre termine al suo provocante arbitraggio fischiando la fine della partita. BIANCONE – Il sig. Biancone di Roma, arbitro della partita Alessandria-Anconitana, ha già messo sotto pressione masse sportive di altri centri. Quest’anno ha concesso una caterva di calci di rigore sul campo del Milano provocando un reclamo e la partita Vigevano-Atalanta venne sospesa per invasione del campo da parte del pubblico indignato per le sue decisioni. Ad Alessandria Biancone ha lasciato una pessima impressione ostinandosi a non voler vedere il giuoco della palla a volo svolto dai terzini anconitani ed in particolar modo da Ratti. L’azione della rete realizzata da Cerutti non era viziata da fuori gioco e certi falli, evidentissimi, non dovevano rimanere impuniti. Certi sorrisetti dell’arbitro al portiere anconitano esasperarono il pubblico situato dietro la rete posta dalla parte dell’ingresso del campo, e ne seguì la reazione. La rete metallica incominciò a cigolare, ondeggiò sotto la pressione della marea umana che si accalcava ma per fortuna (per Biancone, non per il calcio nazionale) resistette e la protesta è stata contenuta egregiamente dai dirigenti e dalla forza pubblica locale dislocata nei vari settori del campo. La giornata ”nerissima” di Biancone sarà ricordata a lungo dagli sportivi alessandrini. LE IMPRESSIONI DI UNO SPORTIVO – È successo ad Alessandria, ma poteva accadere in qualsiasi altra località metropolitana dove il pubblico è considerato sportivamente più educato, educazione diciamo relativa ad una rete metallica assai resistente e difficile a scavalcarsi. L’arbitro nell’esercizio delle sue funzioni è un pubblico ufficiale e il pubblico gli riconosce questa sua autorità per disciplina e per quella psicologia innata di rispetto al regolamento calcistico, per cui grida, disapprova, si esalta, ma non trascende. Il fischio finale calma gli animi, e sarà al caffè che si accenderanno interminabili discussioni e critiche. Dunque fino a prova contraria il pubblico non è un invasato. Paga per trascorrere un’ora e mezza a fare il tifo per la propria squadra e grida il suo entusiasmo ed il suo risentimento, ma tutto finisce lì. Ora diciamolo francamente, vi sono arbitri, per fortuna pochissimi, che non sanno per nulla comprendere che oltre ad essere giudici imparziali loro prerogativa essenziale è quella del «senso della misura», ripetiamo il senso della misura; ed intendono loro riservato l’attributo menzionato ad onta di ogni più elementare riguardo a situazioni particolari di ambiente e di circostanze. Uno di questi si è dimostrato precisamente il sig. Biancone di Roma ed a proposito sarà bene ricordare una famosa partita col Novara che abbiamo ancora bene impressa e che ha costato ai grigi un campionato. Non gli facciamo alcun addebito. Constatiamo solo questo: il sullodato arbitro ha il pessimo gusto di esasperare il pubblico ospitante. È lui che comanda. I fischi, le urla di disapprovazione paiono esaltarlo, lo fanno ardito a commettere le più assurde parzialità, negando talvolta la più palese evidenza. Ecco, egli si sente un Sansone, un eroe: uno contro 10.000 sicuro magari di avere fatto il suo dovere nonostante che tutti gli fossero avversi. Ecco la mentalità di questo arbitro constatata attraverso una infinità di particolari. Ma ci auguriamo che, in seguito alle risultanze dei fatti, siano presi giusti provvedimenti. LA SITUAZIONE – Siamo ancora in alto mare circa i provvedimenti disciplinari che potranno essere presi a carico dell’Alessandria e la validità della partita Alessandria-Anconitana. Si parla in questi giorni di buone speranze circa la risoluzione del… conflitto di domenica scorsa. Il reclamo sporto dall’Alessandria difficilmente potrà essere accolto perché non sempre si trovano guardialinee altamente sportivi come Zavattaro di Casale, il quale recentemente sul campo dei grigi confermò all’arbitro Conticini che una rete segnata da Cerutti era stata viziata da fuori gioco, provocandone l’annullamento. Circa il gesto commesso involontariamente da Cerutti che, durante il parapiglia svoltosi sotto la rete dell’Anconitana, per restituire una «scoppola» a un giocatore avversario colpiva di striscio l’arbitro, resterà a vedere come questi avrà steso il referto. Restano però come attenuanti le pronte scuse di Cerutti all’arbitro sul campo appena dopo l’incidente e subito dopo nel camerino dell’arbitro. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 2 marzo 1940) Cinque erano le partitone in programma, e precisamente quelle di Alessandria, di Livorno, di Catania, di Padova e di Siena. Già sapete come è andata. L’Alessandria contro tutti i pronostici ha ceduto i due punti all'Anconitana. Ma in che modo? Qui viene il bello: in che modo? Nel modo più imprevedibile: le cronache ci dicono che nel catino dello stadio del Littorio l’atmosfera era carica di elettricità. L’Alessandria – con tutti i riguardi per il valore degli antagonisti, specialisti in colpi di mano fuori sede – sembra abbia perso con una dose di sfortuna che passa il segno. I fatti, così come si sono svolti, potranno avere uno strascico sui tavoli degli enti federali. Ed eccovi l’elenco delle sei disgrazie dei grigi: 1) Giocatori infortunati. Girometta toccato duro all’inizio del gioco. Ghidini e Foglia contusi e resi pressoché inservibili nella ripresa. 2) Paletti. Se ne sono contati tre (uno di Girometta. uno di Ghezzi e uno di Rosso). 3) Goal annullato. Cerutti al 42’ della ripresa ha segnato, ma Biancone ha annullato per fuori gioco (inesistente, dicono i grigi). Di qui il reclamo (che lascerà il tempo che trova) dei dirigenti alessandrini. 4) Papera di Roggero. Il portiere alessandrino, piazzato per parare un tiro di Coronati, scivola e si lascia passare banalmente il pallone sotto il fianco. 5) Un rigore non concesso. Un fallo di mano di Scaccini in area di rigore anconitana non è stato rilevato dall’arbitro. 6) Il cittadino che protesta. Durante i minuti supplementari uno spettatore alessandrino è entrato in campo per protestare. Quali erano le sue intenzioni? Pare che si limitasse a vomitare ingiurie all'arbitro. Biancone ad ogni buon conto lo accoglieva a pedate. Se questi fatti-rispondono realmente a verità, l’Alessandria ha poche probabilità di spuntare a tavolino la causa perduta sul terreno di gioco. C’è da osservare che in queste gare di grande importanza l’arbitro – oltre che la bravura – deve avere dalla sua anche un nome che incuta soggezione. Non era il caso di Biancone che già aveva avuto la disgrazia (chiamiamola così) di dover sospendere per invasione di campo la gara Vigevano-Atalanta. E la Lomellina confina col Piemonte… Conclusione: l’Alessandria ha diritto ad una prova d’appello. La sua ultima sconfitta ha tutt’altro che disfatto l’edificio di speranze e di realtà che essa si era costruito pazientemente. («La Gazzetta dello Sport», 27 febbraio 1940) RISULTATI: Catania-Brescia 0-0 Livorno-Atalanta 3-0 Molinella-Fanfulla 2-0 Padova-Lucchese 1-2 Palermo-Vigevano 2-2 Pro Vercelli-Pisa 2-3 Siena-Udinese 2-1 Verona-Sanremese 1-0 CLASSIFICA: Atalanta, Lucchese 29; Livorno 28; Alessandria, Brescia 27; Anconitana* 26; Siena 23; Udinese 22; Padova 21; Fanfulla, Pro Vercelli 20; Pisa, Verona 18; Palermo, Vigevano 17; Sanremese 12; Molinella*, Catania 10. : una gara in meno; *: due gare in meno Il punto sul campionato IL TORNEO DEI "CADETTI,, L'ascesa della Lucchese e la sfortunata partita dell'Alessandria Il rebus della Serie B, anziché avviarsi alla soluzione si fa sempre più ingarbugliato. Sonoramente battuta a Livorno, l'Atalanta deve accettare da oggi la compagnia della Lucchese in testa alla classifica.. Non è uria compagnia piacevole, tanto più che i «rossoneri» si sono dimostrati ieri quanto mai capaci di dare serie noie a chiunque. Hanno vinto, infatti, in campo esterno, a Padova, ed i locali debbono il limitato punteggio (2-1) ad un calciò di «rigore». Sale, pertanto, in vetta, nella graduatoria una squadra che certo alla vigilia non raccoglieva tutti i suffragi, mentre ne resta lontana un'altra, l'Alessandria, nella cui vittoria casalinga tutti avrebbero giurato. Ieri, però, non tutto è andato per la via normale sul campo dei «grigi», poiché l'Anconitana ha segnato il suo gol (unico e decisivo) su una fortunata azione e l'arbitro ha annullato il pareggia alessandrino e non concesso due rigori che al pubblico sono apparsi ultra evidenti. Di qui qualche incidente ed un reclamo della Alessandria. Nella sfortunata partita di ieri, anche se hanno fallito il primato in classifica, i grigi non devono vedere la fine delle loro speranze. La metà è ancora raggiungibile: basta avere serenità e dura volontà, in tutti: dirigenti, giocatori e pubblico. Aumentano le probabilità del Livorno e si profilano compiti interessanti per Brescia e Anconitana. Il Campionato di Serie B comincia domani, anzi tra quindici giorni. (La Stampa - Mar, 26/02/1940)