Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1938/1939
Serie B
05-03-1939 - Giornata: 22 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Palermo AC 1 - 1 (0 - 1)
RETI: 48. Taverna D.[A] 27. Di Falco U. [Pa]

Alessandria US Cassetti Bruno, Bigando Giovanni, Petermann Franco, Caligaris Luigi, Parodi Pasquale, Ghidini Ferruccio, Massiglia Armando, Fibbi Arrigo, Pietruzzi Mario, Varona Pietro, Taverna Dante All.: Cattaneo Renato

Formazione avversaria
PALERMO AC: Roggero; Rigotti, Bedendo; De Rosalia, Costenaro, Santillo (I) Gennaro; Celant, Ziroli, Di Falco, Rier, Pacini. All.: Halmos Armand

Arbitro: Leoni Arturo (Milano) [Bolla, Giacometti]
Note
Rigore sbagliato: 63’ Taverna [A, parato] Angoli: 5-0. Spettatori: 2.500 Inizio gara ore 15.00 Giornata tiepida a tratti illuminata dal sole, terreno soffice e in qualche punto sdrucciolevole.

Commento
Ancora una volta, causa l’incapacità di realizzare i calci di rigore, l’Alessandria ha dovuto rinunciare ad una meritata vittoria. Partita decisamente all’attacco per travolgere la salda difesa sicura, la compagine alessandrina ha martellato per 27 minuti nell’area di Roggero; nel frattempo sono passati impuniti tre evidentissimi falli di mano di Bedendo, Rigotti e De Rosalia commessi nell’area di rigore. Al 27’ Bigando si lasciava sorprendere oltre metà campo favorendo una discesa dell’ala sinistra siciliana e susseguente passaggio in profondità a Di Falco che, in ottima posizione, ha potuto battere con facilità Cassetti. Trovatisi inaspettatamente in vantaggio, i compagni di Santillo si fecero più baldanzosi e tranquilli nell’infrangere le azioni degli attaccanti alessandrini. Il pareggio, cercato affannosamente dall’Alessandria nel restante del primo tempo non è giunto, ma al 3’ della ripresa a coronamento di un’azione impostata da Caligaris e Massiglia, Taverna riesce a scaraventare da pochi passi la palla nella rete del guardingo Roggero. I grigi tornarono all’attacco col miraggio della vittoria, ma i terzini siciliani stroncavano di forza le azioni degli avversari. Giunse però al 18’ un’incursione di Pietruzzi lanciato da Fibbi; il centravanti alessandrino, superato De Rosalia, riuscì nello stesso intento contro Rigotti, ma mentre a dieci metri dalla rete solo davanti al portiere stava per calciare, il terzino siciliano lo stendeva a terra con un colpo alle gambe, provocando un pauroso capitombolo. Il rigore questa volta non poteva passare inosservato dall’arbitro che si trovava a pochi passi dall’area avversaria. Taverna calciava sul portiere. Nel restante della partita il martellamento alessandrino è stato continuo ma infruttuoso. Nel restante della partita il martellamento alessandrino è stato continuo ma infruttuoso. Tra i grigi il migliore è stato ancora Petermann. Laboriosi Ghidini e Caligaris. All’attacco Fibbi è stato inferiore ai compagni nelle azioni decisive. Il Palermo, quadrato, caparbio nel gioco lento e di frantumazione, è apparso in buona efficienza ed ottimo nei singoli reparti. Giornata di sole, terreno duro e non perfetto, cinque calci d’anglo tutti contro il Palermo, sei calci dal limite contro il Palermo, uno contro l’Alessandria. Gioco maschio da parte dei giallorossi, nessun incidente. (Andrea Canestri, «La Gazzetta dello Sport», 6 marzo 1939) Gioco accanito nei due campi. Netto predominio dei grigi, sia come impostazione di gioco che come quantità d’attacchi, in cui però hanno affiorato i soliti difetti di indecisione e di lentezza nello sfruttamento delle azioni conclusive. Tattico il comportamento degli ospiti che sono riusciti ad imbrigliare gli attacchi avversari passando sovente al contrattacco che li ha portati alla conquista del punto e a minacciare ancora da vicino la rete di Cassetti per il punto della vittoria. I grigi hanno beneficiato anche di un calcio di rigore che avrebbe potuto risolvere il risultato della contesa e che Roggero è riuscito a parare. Il nulla di fatto ha lasciato entrambe le squadre con la bocca alquanto amara, soprattutto gli alessandrini che hanno dominato a lungo per quanto inutilmente. Più a posto il Palermo che ha saputo giocare giudiziosamente, conquistando fuori casa un punto prezioso che contribuirà a portarlo lungi dalla zona della retrocessione, mentre appare quanto mai preoccupante la posizione dei grigi dopo il nuovo insuccesso in casa propria. Oggi se una squadra meritava di vincere questa era proprio l’Alessandria, ma le occasioni mancate sono state troppo numerose e quasi tutte per causa di quelle conclamate deficienze che sembrano ormai insanabili tra le file grigie. I calciatori in maglia giallo-rossa hanno invece giocato con maggiore tattica che è valsa l’attuale affermazione; il che non è poco quando si consideri che gli ospiti hanno dovuto giocare prevalentemente in difesa. Alla prima schermaglia parte Pietruzzi, l’agile gazzella che comanda l’attacco alessandrino. Il pericolo permane a lungo sotto la rete di Roggero. Tiri su tiri si alternando violenti, ma senza costrutto. Finalmente gli ospiti si liberano dell’assedio e Rier lancia un potente tiro che sfiora la traversa. Risponde Massiglia con un pallone che scuote l’asta laterale. Indi nuovo calcio d’angolo sotto la rete di Roggero ed al 27’ il punto palermitano. Azione di Pacini, incontrastato per lo schieramento avanzatissimo della difesa grigia. Bigando è presto superato; Di Falco riceve il pallone, evita Cassetti uscitogli incontro e segna a porta vuota. Immediata reazione dei grigi, vivace, ma sterile, finché giunge il riposo. La ripresa vede subito un tono più aggressivo e sbrigativo. Al 3’ Caligaris manda al centro un pallone che giunge a Massiglia; il tiro dell’ala urta sul piede di Bedendo, che manda alle stelle la palla; questa ricade perpendicolarmente a due passi dalla porta e così Taverna la scaraventa nella rete di Roggero. Ora il gioco diventa più incisivo e combattivo. Il nulla di fatto per le due parti suscita nuove energie per conquistare la vittoria. Il Palermo riduce il numero dei difensori e nutrisce maggiormente l’attacco. Al 18’ Pietruzzi supera tre avversari, piomba in piena velocità manovrando la palla fino a pochi passi da Roggero. Bedendo, con un abile sgambetto, manda a gambe all’aria l’agile attaccante grigio, ma stavolta l’arbitro decreta la massima punizione. Taverna tira il calcio di rigore con eccessiva preoccupazione e Roggero blocca sul terreno la palla prima che questa varchi la linea fatale. I palermitani hanno ancora qualche guizzo offensivo, ma poi si rinserrano in difesa e le ultime battute sono veramente spasmodiche. Ancora al 40’ Pietruzzi avanza veloce verso la rete degli ospiti; a cinque metri dal portiere sta per scoccare il tiro conclusivo, ma Rigotti piomba un attimo primo sulla palla e manda in angolo, salvando questa ultima preoccupantissima situazione. Ancora poche battute nei due campi e poi la fine. («Il Littoriale», 6 marzo 1939) ALESSANDRIA-PALERMO 1-1 Malgrado la loro superiorità, i grigi hanno dovuto subire il risultato pari. Gli ospiti sono rimasti chiusi nella loro metà campo per circa mezz’ora del primo tempo sotto assalti vigorosi. Al 27’ l’ala Pacini effettuava un centro a Di Falco che perveniva tutto solo a pochi passi da Cassetti. Il portiere alessandrino usciva per tentare il salvataggio, senonché l’avanti avversario lo evitava e segnava facilmente a porta vuota. I grigi hanno pareggiato al 3’ della ripresa, in seguito ad una furibonda mischia sotto la porta di Roggero; in tale frangente Taverna segnava imparabilmente. Al 18’ Pietruzzi superava tre avversari e giungeva in area di rigore; Bedendo lo mandava a gambe levate con uno sgambetto e l’arbitro decretava la massima punizione. Taverna calciava il rigore che Roggero riusciva parare a terra. Il predominio grigio è continuavo inalterato fino alla fine, ma nessun altro punto è stato segnato. («La Stampa», 6 marzo 1939) L'ALESSANDRIA A BERGAMO Nella partita di andata, giocata a Palermo, i siciliani divisero la posta (1-1) pareggiando su calcio di rigore; domenica scorsa l’Alessandria non è riuscita ad assicurarsi la vittoria sciupando ancora una volta un calcio di rigore. I grigi meritavano altra sorte, ma non hanno saputo realizzare numerose facili occasioni. Quando gli avanti giungono nell’area avversaria dovrebbero calciare senza il bisogno di aggiustarsi la palla; non basta giocar bene a metà campo e poi non assumere la responsabilità del tiro nelle vicinanze della rete avversaria. Le squadre che scendono al Campo del Littorio hanno dimostrato che i loro attaccanti su 5 occasioni da rete ne realizzano 2; l’Alessandria deve sciupare 49 occasioni, compresi i calci di rigore, prima di riuscire a battere il portiere avversario. A nostro avviso, la squadra alessandrina deve appoggiare il gioco sulla sinistra se vuole giungere a sfruttare le occasioni da rete perché sulla destra tra Massiglia e Fibbi si cincischia troppo. La rete avversaria è stata segnata per un errore di posizione commesso da Bigando; sarebbe opportuno che durante le partite Cattaneo non si allontanasse dal lato destro della nostra rete per seguire e richiamare Bigando e per dar la sveglia a Cerruti. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 11 marzo 1939) RISULTATI Casale-Siena 0-1 (giocata a Vercelli) Fiorentina-Fanfulla 4-0 Padova-Anconitana 4-1 Pisa-Venezia 2-1 Salernitana-Pro Vercelli 2-3 Sanremese-Spezia 1-0 Verona-Spal 2-0 Vigevano-Atalanta 0-2 (a tavolino; sospesa sullo 0-2 al 72’ per invasione di campo) CLASSIFICA: Atalanta, Fiorentina 30; Siena 27; Anconitana, Sanremese, Venezia 25; Pisa, Pro Vercelli 24; Verona 23; Spal, Padova, Palermo 21; Alessandria, Fanfulla 20; Spezia 19; Vigevano 18; Salernitana 15; Casale 8 Il punto sul campionato Il Campionato dei cadetti Squadre sette e squadre burlone Il campionato della Serie B è sul punto di perdere tutto il suo interesse ? Sembrerebbe di si a vedere ancora i risultati di ieri. Troppe squadre stanno diventando serie, troppe squadre stanno smentendo la tradizione in uso fra i cadetti fin dall'inizio del torneo. Cadetteria vuol dire turbolenza, vivacità, monelleria, tiri birboni, vuol dire il risultato a sorpresa elevato a norma consuetudinaria. «Alla vera incertezza» potrebbe essere l'insegna della bottega... del campionato dei cadetti. Ed invece, da una settimana, da due settimane, qualche compagine dà a vedere di essere troppo seria, troppo continua, troppo costante nel suo rendimento. Insomma, ci sta rovinando il campionato. Le benemerite del torneo Per fortuna che, tra queste unità per bene, ce n'è ancora qualcuna che non vuol saperne di logica e di consuetudine, per fortuna che c'è ancora la squadra che gioca alla garibaldina e ti manda all'aria il più meditato pronostico. Queste, per noi, sono le benemerite del torneo, quelle che rispettano la divisa e il motto dei cadetti, quelle .in sostanza, che mantengono desta l'attenzione e vivo l'interesse del campionato. Tra queste ultime vogliamo mettere in prima linea Padova e Pisa, Vedete un po' i bianco-scudati. Da sette domeniche non sapevano più cosa volesse dire vincere, da sette domeniche passavano da una delusione all'altra ed zelatori della squadra apparivano sconcertati, scoraggiati, depressi. La bella compagine di un tempo, l'unità che pur riuscì a farsi rispettare, era andata sempre più giù. fino ad affacciarsi all'orlo pauroso del pozzo della retrocessione. Nemmeno le partite più facili disputate in casa erano andate bene. Si parlava di crisi morale e di crisi tecnica. Ieri, finalmente, ha ritrovato l'antico spirito combattivo ed ha menato la gran botta al danni proprio di una squadra titolata: la Anconitana. veramente, qualche miglioramento si era già notato nelle file padovane da quando il nuovo allenatore Weber aveva preso le redini della squadra. Portando Chinol a terzino e innestando Pavan all'attacco, tutta la compagine aveva cominciato a girare meglio. Ieri si è avuta la conferma piena. Dopo una partita duramente combattuta, si era giunti a sette minuti dalla fine con un vertiginoso finale, il Padova riusciva a violare per tre volte la rete anconitana assicurandosi un successo che va al di là di ogni speranza. C'è da tener conto che nel secondo tempo l'Anconitana rimase, per effetto dell'espulsione di Zuccotti, in dieci uomini, ma questo non giustifica pienamente la severa sconfitta dei marchigiani e, d'altra parte, non toglie niente alla chiara affermazione patavina. Due effetti ha avuto, per intanto, la gara-sorpresa sul campo Appiani: quello d'allontanare il Padova dalle posizioni pericolose della classifica e forse di salvarlo e quello di tagliar fuori, almeno per ora, l'Anconitana dalla lotta per il primato. Meno significato ha forse la partita di Pisa, ma le deduzioni che si possono trarre sono egualmente istruttive. In primo luogo si è dimostrato che il Venezia non ha ancora ritrovato, ad onta dei mutamenti apportati nella prima linea, tutta la sua efficienza e la continuità necessarie per affrontare con tranquillità le insidie del campionato e per aspirare, come desidera, alle prime piazze. Secondariamente il Pisa ha dato a vedere che, pur con i suoi alti e bassi caratteristici di questa compagine tipicamente... cadetta, è sempre un'unità estremamente pericolosa, specie sul suo campo. La specialità dell'Atalanta Più che le vittoriose partite della Fiorentina e dell'Atalanta (quest'ultima, a quanto pare, si sta specializzando per far sospendere le gare sul campo avversario; il fattaccio di Casale si è ripetuto ieri, a distanza di 15 giorni, sul campo del Vigevano e le conseguenze non potranno non essere le medesime. Comunque, non crediamo che la vittoria sarà negata al nero-azzurri che si mantengono cosi a contatto di gomito con i lanciatissimi viola c'interessano il prezioso successo della Pro Vercelli a Salerno e la mezza sconfitta dell'Alessandria contro il Palermo. I bianchi, vincendo sul munito terreno salernitano, hanno superato uno degli scogli più duri dell'agitato mare del campionato. La partita non è stata delle più lisce e la Pro Vercelli non può davvero lamentarsi della sorte; Infatti, del tre goal vercellesi, uno è stato segnato... dal salernitano Casagrande, mentre i salernitani stessi hanno fallito un rigore. Ma tutto questo conta fino ad un certo punto, perché le cronache dicono che la Pro ha giocato una grande partita ed ha meritato ampiamente la vittoria, anche se questa è stata acciuffata per i capelli. Un bravo, dunque schietto e sincero ai leoni che mantengono fede alla loro tradizione di lottatori strenui. Un successo esterno come questo, ne vale almeno due colti in casa. Dall'Alessandria, dopo la bella prova di domenica l'altra, era lecito attendersi di più. Il Palermo, è vero, non è la Salernitana e sappiamo tutti che per arrivare a Roggero bisogna superare una difesa fra le più attrezzate del torneo dei cadetti. E' vero, inoltre, che Taverna ha mancato un rigore parato con l'usata abilità a Roggero. Ma, tutto sommato, si poteva aspettare di meglio giocando i grigi fra le mura di casa, al cospetto di quel pubblico che per i suoi beniamini sta soffrendo le pene dell'inferno, temendo per la sua sorte futura. Noi, tuttavia, manteniamo inalterata la nostra fiducia negli alessandrini, certi che essi si salveranno. Se essi hanno ancora accesa l'antica fiamma lo si vedrà domenica prossima, nella ardua trasferta a Bergamo. Nel quadro della giornata infine devono essere considerate normali le vittorie del Siena, della Sanremese e del Verona rispettivamente sul Casale, sullo Spezia e sullo Spai. Meno convincente la prima (dov'è andata a finire la squadra-miracolo?) delle altre due. (La Stampa - Mar, 06/03/1939)