Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1938/1939
Serie B
12-03-1939 - Giornata: 23 - Bergamo - Mario Brumana


Atalanta Bergamasca Calcio - Alessandria US 2 - 1 (1 - 1)
RETI: 20. aut. Ciancamerla E. [At] , 44. Perrucci S. [At] , 82. Cominelli S. [At]

Alessandria US Cerruti Agostino, Bigando Giovanni, Petermann Franco, Caligaris Luigi, Parodi Pasquale, Ghidini Ferruccio, Massiglia Armando, Fibbi Arrigo, Pietruzzi Mario, Cresta (I) Luigi, Taverna Dante All.: Cattaneo Renato

Formazione avversaria
ATALANTA BERGAMASCA CALCIO: Borgioli; Ciancamerla, Morzenti; Pastorino, Perrucci, Bonilauri; Saccone, Cominelli, Ravasi, Scategni, Amadei. All.: Kertész Géza.

Arbitro: Forni Cellino (Trento) [Fedrini, Guggiani]
Note
Espulsi: 76’ Ghidini [Al] e Perrucci [At] per reciproche scorrettezze Angoli: 5-2. Spettatori: 4.500 Inizio gara ore 15.00

Commento
Le previsioni d’una partita avvincente non si sono concretate. Si è avuta una contesa incerta ed equilibrata, questo sì, vissuta sotto il segno della costante incertezza. Niente gioco duro, niente scorrettezze riprovevoli; ma il pubblico, ch’era presente come al solito in gran numero, non si è divertito, non ha potuto apprezzare le doti dei contendenti com’era avvenuto, per esempio, in occasione della partita col Pisa. Forse la principale responsabile di questa prova scialba è stata la prima linea nerazzurra che ha costruito malamente, specie perché Ravasi si è fatto imbrigliare dai terzini avversari e perché Scategni, colpito duro nei primi momenti di gioco, ha, in conseguenza della minorazione fisica, accentuato il difetto di mobilità. È mancato, così, il collegamento tra le ali e il centro ed è andato a farsi friggere il gioco d’intesa: anche se le ali hanno avuto spunti felici, seppure saltuari, anche se Cominelli è stato il solito infaticabile lavoratore ed ha pure avuto il merito di trovare lo spunto felice ed energico che gli ha consentito di tradurre in un successo atalantino quello che andava delineandosi come un mezzo e – diciamolo francamente – non immeritato scacco dell’undici capolista. Non immeritato perché gli alessandrini si sono comportati benissimo, facendo perno su Parodi, calmo, sicuro, avveduto. Solo il portiere non ha del tutto convinto. Soltanto è mancato agli ospiti il guizzo finale ed essi non avrebbe segnato senza l’infortunio di Ciancamerla. A parte la disgrazia dell’autorete, però, il terzino bergamasco è stato uno dei migliori in campo, con l’efficace collaborazione d’un Borgioli riapparso sicurissimo e d’un sempre generoso Morzenti. Nella mediana Perrucci non ha reso quanto a Vigevano; ma è destino che questo ragazzo, sempre tra i migliori in campo quando l’Atalanta è in trasferta, al Brumana soddisfi solo relativamente. Gli ospiti andavano in vantaggio al 20’ del primo tempo. Ciancamerla entrava deciso per interrompere un’azione congegnata dal reparto sinistro avversario e s’impadroniva della palla, ma, casualmente, la urtava con un braccio. Calcio di punizione dal limite; batteva Cresta, forte, in angolo: Borgioli scattava e certo avrebbe fermato il proietto se la testa di Ciancamerla non avesse deviata la palla, per disgraziato caso, verso il centro della porta. Niente da fare per il portiere. Al 44’ si aveva un calcio di punizione da 30 metri contro gli ospiti; eseguiva il tiro Morzenti il quale riusciva ad impegnare seriamente Cerruti con un pallone parabolico che il portiere respingeva debolmente, di pugno; intervento immediato di Perrucci nella mischia e palla scagliata violentemente in rete da due passi. Nella ripresa, al 37’, Saccone inscenava una riuscita fuga e passava la palla al centro, raso a terra; Ravasi tentava di girarla in rete, ma non riusciva nell’intento. Cominelli aveva allora un felice guizzo e, da dieci metri, saettava in angolo alla sinistra di Cerruti, buttandosi vanamente in tuffo. La palla, fermata appena al di là del montante (il punto era già fatto), sfuggiva poi al guardiano e finiva in fondo alla rete. Nell’Alessandria è rientrato Cresta dopo breve malattia e il portiere Cerruti ha sostituito Cassetti. Nei primi minuti della ripresa Saccone ed Amadei si sono scambiati i ruoli, ma ad un quarto d’ora dalla fine i due giocatori sono ritornati ai posti primitivi. Al 31’ della ripresa l’arbitro ha espulso Ghidini e Perrucci rei di aver troppo vivacemente discusso in seguito ad uno scontro del quale si accusavano vicendevolmente colpevoli. (Nino Filippini Fantoni, «La Gazzetta dello Sport», 13 marzo 1939) ATALANTA-ALESSANDRIA 2-1 L’Atalanta, dopo un inizio promettente, si è lasciata sorprendere da una poderosa controffensiva dei piemontesi, per i quali ha segnato Cresta, al 14’. I nerazzurri hanno risposto con decisione, ma i loro attacchi sono stati a lungo contenuti. Solo al 43’ Perrucci è riuscito a segnare il pareggio. Nella ripresa l’Alessandria ha adottato una tattica difensiva, limitandosi a rispondere con contrattacchi intermittenti. Il predominio dei neroazzurri è stato però coronato dal successo e precisamente al 35’ su un goal di Cominelli. («La Stampa», 13 marzo 1939) È andata bene! Chi avrebbe mai immaginato di dover ammirare un’Alessandria tanto svelta, generosa, intraprendente, niente affatto messa in soggezione dalla fama degli avversari, decisa a tutto osare per non dovere ammainare il gagliardetto dei suoi colori? Non è il gran cuore messo nella lotta dai generosi atleti piemontesi che ci ha sopresi – perché un briciolo d’orgoglio deve pur sempre vivere dentro quei petti fasciati dalle tanto gloriose casacche grigie – ma è il «come» essi hanno giocato. Intesa ottima tra reparto e reparto, passaggi svelti e precisi, velocità. Un mediocentro intelligente e saggio distributore di energie, sventagliatore di ottimi palloni ai suoi avanti, attento distruttore di ogni maglia di gioco imbastita dagli avversari; due terzini decisi e imbattibili nel gioco di testa, un Ghidini classicheggiante, un Fibbi buon palleggiatore e altrettanto buon «cannoniere», un Cresta un po’ cattivo ma inesauribile, due ali svelte: questa l’Alessandria esibitasi al Brumana. Due grossi nei però vicino a tante cose belle: il portiere e il centro avanti. Cerutti è parso incerto. Pietruzzi si è completamente sperso fra colossi come «Cianca» e Morzenti ed invano l’abbiamo «cercato» per tutta la durata della partita. Sono bastate queste due bucce di banana a mandare per terra l’intero undici della città della paglia. («La Voce di Bergamo», 14 marzo 1939) Musica diversa in campo alessandrino: contro quattro azioni neroazzurre una sola puntata grigia, ma tutt’altra agilità, maggior chiarezza soprattutto, ed all’attacco un manovrare svelto ed arioso condito di un innato senso di eleganza. Niente di eccezionale ma buone occasioni per Fibbi di farsi notare quell’ottimo palleggiatore che è; con un’offensiva tanto implacabile da far rizzare di colpo i capelli in testa ma possibilità per Pietruzzi, di qualche guizzo, di accentrare su di sé l’attenzione della folla sorpresa; non vere e proprie occasioni di far grosso bottino ma buon saggio di Taverna spesso capace di mettere fuori causa Pastorino e di porre in impicci anche l’ottimo Ciancamerla. Quanto basta adunque per consigliare a rifare i conti della vigilia perché la partita da facile che si era prevista stava divenendo un quesito astruso. E veramente nulla da obiettare ci sarebbe stato se allo scadere del tempo regolamentare l’ospite fosse giunto in vantaggio perché il gioco dell’Atalanta, anche a soppesarlo con bilance neroazzurre, come contenuto tecnico, mai ha rivelato di essere migliore di quello dei grigi. Ma ci sono partite stregate, che nascono sotto cattiva stella e questa, per l’Alessandria, è stata una. Dove non ci poteva arrivare l’Atalanta ha però provveduto il portiere grigio decidendo cosi delle sorti della gara e l’immeritata sconfitta della sua squadra con due papere madornali che gridano ancora ora vendetta. («L’Eco di Bergamo», 14 marzo 1939) DOMANI ORE 15 L‘Anconitana al Littorio I grigi devono vincere 1/Alessandria per sfuggire alla retrocessione deve accumulare tutti i punti delle partite giocate in casa; qualora l‘Anconitana portasse via un punto dal Campo del Littorio, come ha fatto il Palermo, i guai incomincerebbero a farsi molto seri. Bisogna tener presente che la squadra di Torti e quella che ha violato i più temuti campi avversari e lotta ancora per la promozione. La partita vedrà i grigi impegnati a fondo per respingere Vassallo dei dorici clic già lo scorso anno con i due colpi di fionda di Bruscantini riuscirono a lasciare imbattuti il nostro campo. L‘Anconitana, salita lo scorso anno nella B, ha dimostrato di essere ben degna del ruolo di cadetto. Squadra sana, atleticamente a posto. sorretta da un entusiasmo ancora fresco di orgoglio e di giuste aspirazioni, la compagine anconitana, affidata alle cure dell'ex 99 gazzella juventina Ilirzer, tenterà il gran colpo contro gli uomini di Cattaneo. Forza grigi! Il momento è decisivo per la sorte dell'Alessandria. I due punti non debbono prendere il volo per altri lidi. (Il Piccolo, 18/03/1939) RISULTATI Anconitana-Vigevano 3-0 Fanfulla-Padova 4-1 Pro Vercelli-Pisa 4-1 Siena-Palermo 1-0 Spal-Fiorentina 1-1 Spezia-Salernitana 3-1 Venezia-Casale 3-0 Verona-Sanremese 2-1 CLASSIFICA: Atalanta 32; Fiorentina 31; Siena 29; Anconitana, Venezia 27; Pro Vercelli 26; Sanremese, Verona 25; Pisa 24; Fanfulla, Spal 22; Padova, Palermo, Spezia 21; Alessandria 20; Vigevano 18; Salernitana 15; Casale 8 Il punto sul campionato IL TORNEO DEI CADETTI Non tutto è ancora deciso E' destino che in testa alla classifica del campionato del cadetti non ci si possa star un po' tranquilli. Dopo tre settimane di buona compagnia — una compagnia che era ormai diventata quasi... affettuosa perché ricordava loro bei tempi passati — Atalanta e Fiorentina si sono ancora divise. Oh, non preoccupatevi; non si tratta di una separazione definitiva. Ritorneranno forse a ricongiungersi presto, perché fra queste due squadre deve esistere da tempo una grande e reciproca simpatia. Ricorderete, infatti, che insieme lasciarono l'anno scorso la Serie A e quest'anno, nel torneo dei cadetti, sono quasi sempre andate in coppia, sia nella buona che nella cattiva ventura; e, assai probabilmente, assieme finiranno per ritornare nella massima divisione. Del resto, esse non fanno che mantenersi fedeli alla caratteristica del campionato della «B», dove le «coppie», se ben notate, sono di rigore. Un barlume di speranza... Comunque, seppure in parte previsto, questo... divorzio ha prodotto una certa impressione. In sostanza esso ha detto che non proprio tutto è ancora deciso, che non c'è un dominatore indiscusso, che le squadre promuovendo non sono ancora definitivamente designate. Rimane, insomma, un barlume di speranza per chi, come noi, desidera che il campionato non si esaurisca a undici giornate dalla sua conclusione e mantenga cosi intatto il suo interesse. Del resto, guardate il calendario e vi convincerete immediatamente che Atalanta e Fiorentina non possono ancora avere in tasca il biglietto d'ingresso alla dorata sala della Serie A. Solo domenica prossima entrambe avranno una trasferta che può far mandare all'aria parecchie illusioni. Constatato che, almeno per adesso, l'interesse del campionato appare salvo veniamo ai risultati di ieri. Anzitutto una prima osservazione: il primato delle porte segnate, che finora era di 28, è stato, sia pure per una sola porta, battuto. La giornata, infatti, è stata caratterizzata da larghe segnature, alcune delle quali, come quelle registrate a Vercelli e a Lodi, anche clamorose e inattese. E dacché se n'è accennato, soffermiamoci pure sulla partita di Vercelli, dove si è ottenuto uno dei risultati più significativi della giornata. Significativo, naturalmente, per la vecchia e mai doma «Pro». I «bianchi», infatti, dopo una altalena di vicende che non sempre avevano convinto sull'effettivo rendimento, soprattutto, sulla continuità della compagine, da tre settimane sembrano filare a tutto vapore. La riscossa è venuta cori la chiara vittoria conquistata sul Siena. Riassestata nei ranghi, trovata l'intesa fra reparto e reparto, riacquistata piena la fiducia in se stessa come ai tempi migliori, la squadra allenata da Fiorentini e che ha in Quarto la sua punta di diamante, è diventata di punto in bianco l'unità più interessante del torneo. Sono tre domeniche che affronta difficili avversari e sono tre domeniche che non solo vince ma convince anche i suoi più sistematici denigratori. Dopo il Siena e la Salernitana, ieri è stata la volta del Pisa a provare la forza di penetrazione della compagine vercellese. I neroazzurri hanno a loro attenuante il fatto che a 16 minuti dalla ripresa è mancato, per un infortunio, il loro portiere titolare, ma con tutto ciò non crediamo che il risultato sarebbe mutato. Per intanto, con il chiaro successo di ieri, la «Pro», scavalcando finalmente la Sanremese battuta a Verona, al porta in una posizione che proprio proprio non la esclude del tutto dalla lotta per la promozione. Con l'aria, infatti, che spira al sommo della classifica, non c'è davvero da, perdere ogni speranza. E domenica prossima, notate, la Pro Vercelli ospita la Fiorentina. Un campo-spauracchio Intanto, la Fiorentina, ha subito una battuta d'arresto su quel campo dello Spai che sta diventando lo spauracchio delle squadre titolate della «B». Erano sei domeniche che i viola vincevano a spron battuto e la loro marcia sembrava oramai inarrestabile. Evidentemente — e l'esperienza insegna — nulla di definitivo esiste tra 1 cadetti. Ieri, di fronte al coriaceo squadrone. ferrarese, per un miracolo l'hanno scampata; va bene che un goal fiorentino è stato annullato, ma quello... buono, notate, è stato realizzato da Menti II su un calcio di rigore. Tutta l'ammirazione va, quindi, allo Spai, che ha avuto la sfortuna però di vedersi gravemente infortunato un prezioso elemento come D'Agostino, bravo giocatore, che ha riportato la frattura del perone, difficilmente potrà ancora scendere in campo quest'anno. Fermata la Fiorentina a Ferrara, è rimasta cosi sola al comando l'Atalanta; ma non crediate che la squadra bergamasca abbia avuto un facile compito con l'Alessandria. I «grigi» che, a parte la non convincente partita di domenica scorsa, da qualche settimana davano a vedere di andare meglio, hanno opposto, infatti, una fierissima resistenza agli avversari e per poco non conducevano in poro un onorevole risultato nullo. Purtroppo, però, quello che conta in definitiva nel calcio è il risultato e questo non giova certamente all'Alessandria che, con la sconfitta di ieri, ha visto riaggravarsi la minaccia della retrocessione. Non è ancora la fine, ma occorrerà uno sforzo disperato per salvarsi. Notevoli, infine, nel i quadro della giornata, devono essere ritenuti i successi conquistati dal Fanfulla e dal Verona rispettivamente sul Padova e sulla Sanremese. I padovani sono stati battuti con lo stesso punteggio col quale, otto giorni prima, essi avevano clamorosamente sconfitto l'Anconitana e questo dimostra che il loro comportamento è ancora incerto. Più grave ancora, ma perfettamente regolare, la sconfitta della Sanremese, che deve aver capito che sull'inviolato campo del Verona non si scherza. Il Siena l'ha spuntata sul tenace Palermo di strettissima misura e grazie ad un calcio di rigore. Si vede che la squadra che dovrebbe tener desto l'interesse del campionato non s'è ancora ripresa dalla sua crisi. Male. Male per se e per il torneo che vede nella matricola toscana l'unica atta, per la posizione che occupa, a contrastare il primato alla coppia Atalanta-Fiorentina. (La Stampa - Mar, 13/03/1939)