Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1940/1941
Serie B
06-10-1940 - Giornata: 1 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Siena AC 1 - 1 (1 - 0)
RETI: 21. Fibbi A.[A] 62. Alderotti L. [Si]

Alessandria US Bulgheri Attilio, Bigando Giovanni, Cavasonza Piero, Ghidini Ferruccio, Giuberti (II) Gino, Caligaris Luigi, Rampini Sergio, Fibbi Arrigo, Cerutti Enrico, Foglia Mario, Ghezzi Renato All.: Krappan Otto

Formazione avversaria
SIENA AC: Erbinovi; Bellucci, Passalacqua; Biasotto, Dei, Martelli; Polak, Pellegatta, Alderotti, Solbiati, Gambini. All.: Macchi Alberto

Arbitro: Cardinali Romeo (Milano) [Baratelli, Massocca]
Note
Espulsi: 60’ Fibbi [A] e Ghidini [A] per scorrettezze reciproche. Inizio gara ore 15.00 L'Alessandria sporse reclamo (respinto) per la vicenda ed i due giocatori vennero squalificati dalla DDS per una giornata. Angoli: 6-1. Spettatori: 4.500. Inizio gara ore 15:30.

Commento
L’inizio era stato buono, pur denunciando l’affrettata preparazione della squadra. L’Alessandria era apparsa nettamente più a posto favorita dal gioco di spola della mediana tecnica in Ghidini, salda in Giuberti, coriacea in Caligaris superbo nel gioco di testa. Erbinovi, Lorenzini e Passalacqua brillavano di viva luce nel respingere, mentre a loro volta i bianconeri tentavano di sorprendere Bulgheri con tiri da lontano. Il portiere alessandrino in grande forma era apparso insormontabile. Al 22’ Fibbi da 15 metri saettava un tiro trasversale; Dei interveniva di testa, poi cercava di fermarsi per lasciare la parata a Erbinovi, ma la palla gli sfiorava il capo e si insaccava imparabilmente in rete. Non autorete, ma complicità di Dei nel concretare l’azione. Dopo pericolose azioni e tiri di Cerutti, Foglia e Ghezzi, Bulgheri si produceva in due parate su tiri di Pellegatta. Nella ripresa il gioco iniziava veloce e dopo una sfuriata dei bianconeri gli uomini di Bigando riprendevano il sopravvento. Uscita fuori tempo di Erbinovi e atterraggio di Cerutti nei pressi dell’area di rigore, mischia paurosa ma nulla di concreto. Per la mancata intercettazione di una palla da parte di Fibbi, Ghidini protesta, i due vengono a vie di fatto e sono espulsi dal campo tra la sorpresa generale. Il Siena approfitta e 4’ dopo giocando contro nove uomini riesce a ristabilire il pareggio, a porta vuota, per merito di Alderotti. Il comportamento dei nove uomini dell’Alessandria è stato superbo. Si sono distinti, oltre la difesa alessandrina, Giuberti che ha messo in luce buone qualità, Foglia e Rampini che pure nel ruolo inadatto ha impressionato favorevolmente. Tra i toscani, dato il carattere preminentemente difensivo, ha svolto un buon lavoro il sestetto di retroguardia. Ancora slegato il reparto attaccante. Al 15’ della ripresa Fibbi e Ghidini altercano tra di loro e l’arbitro si volta nell’attimo che Ghidini colpisce a tergo il compagno con un calcio: pugno di ferro da parte di Cardinali che espelle i due giocatori. L’Alessandria ha sporto reclamo per la deliberazione dell’arbitro che ha punito più la squadra che i giocatori. (Andrea Canestri, «La Gazzetta dello Sport», 7 ottobre 1940) Credevo, dopo trent’anni (purtroppo abbondanti!) di pratica di campi di gioco di essere ormai arrivato all’apice delle mie esperienze; al punto, cioè, che nulla i potesse più né meravigliare, né sorprendere. Invece non era così e quello che è capitato ieri ad Alessandria sono certo che costituirà per molti, come per me, l’autentica, irresistibile «novità». Mi illudevo di averne viste ormai di tutte, in fatto di incidenti di campo di gioco. Ho visto le reti di Villa Chayes abbiosciarsi come tele di ragno sotto la furia della calca, ansiosa di darle all’arbitro Beretta; così come m’è capitato, all’Ardenza ed altrove, di vedere certuni scalare affiancati quella barriera con abilità da far indivia a un battaglione di mozzi. Ho visto, a Montevarchi, dei giocatori che picchiavano un arbitro, proprio come a Montelupo m’è capitato di vedere un arbitro che pestava i giocatori. Di «cacce all’arbitro», poi, ne ho in memoria tante da non dirsi; dalla prima grande gazzarra da… caccia alla volpe, al termine di un memorando Virtus-Pisa Sporting a Villa Cherubina, alla disperata fuga, per via XX Settembre, in Genova, di un direttore di partite in mutande e calzette col pacco degli abiti sotto il braccio, dopo un acerrimo Spes-Sampierdarenese sul defunto terreno dell’antica piazza di Francia. Ho assistito a sassaiole, a «cappaò» classici, a colpi d’ombrello vibrati di punta attraverso le maglie della rete e a «pestaturone» collettive. Una ventina di anni fa, a Marassi, al termine d’un Genova-Pro Vercelli, ho assistito perfino a scalpitanti cariche di Guardie Regie a cavallo contro la ressa dei tifosi inferociti… Con tutto questo po’ d’assortimento, con tutta questa esperienza, oggi devo umilmente confessare che, quanto s’è verificato poco prima delle 17 di ieri sul terreno dei grigi, è stato tale da lasciarmi letteralmente a bocca aperta. Siamo alla prima metà del secondo tempo di una partita giocata con il miglior animo possibile, senza inutili rudezze, senza cattiverie; liscia e pulitissima da un Siena e da un’Alessandria forse a corto di lavoro, ma vogliose di dare gioco per gioco e di offrire al pubblico onesto spettacolo delle loro possibilità. È proprio a questo punto che ci scivola il fattaccio. D’un tratto, eccoti due atleti che smettono di giocare e cominciano a darsele di santa ragione… «Beh – mi pare di sentire dire – tutto qui? Ma se le botte fra giocatori sono la cosa più comune di questo mondo…». Sì! Certamente, indubbiamente quando, mettiamo, un Fibbi in maglia grigia se la prende con un qualsiasi atleta in maglia bianconera. Ma la novità è qui: che questo Fibbi, invece, ad un tratto smette di giocare e, dopo un acconsentito scambio di pedate, dà vita sul campo ad un paio di animatissime riprese col… compagno di squadra Ghidini! Ignoro le ragioni di tanta baruffa, ma d’altronde mi son data la pena di perdermi a cercarle. Chiunque abbia avuto ragione, m’è bastato l’aver dovuto assistere a questo «numerino fuori programma», assolutamente inatteso e risolutamente deplorevole. Per me, Fibbi e Ghidini, cessando di cooperare in fraterna comunità di sforzi al fine di portare in salvo il vantaggio della loro squadra e dando così penoso spettacolo di sé, hanno battuto il primato della antisportività e della indisciplina sui campi di gioco. E benissimo ha fatto l’arbitro Cardinali a far prendere ad entrambi, ed immediatamente, la via degli spogliatoi (sonoramente fischiati e «beccati», si noti, dal loro stesso pubblico!)! Meno comprensibile, invece, oggi come oggi, ci appare il reclamo sporto dai dirigenti dell’Alessandria, per i quali l’arbitro avrebbe dovuto imbastire là per là un processo ed espellere il solo provocatore. A parte che, in simili casi, il giudizio dell’arbitro è insindacabile, non pensano quei dirigenti che quei loro atleti che, per meschini personalismi, hanno compromesso l’esito della giornata costringendo i compagni a giocare in nove, meritano il massimo del rigore e non le loro ufficiose e inopportune difese? Punto e daccapo. Abbiamo insistito in questo episodio perché la partita, alla fin fine, se ci togliete questo finale assolutamente… inedito, non ha detto veramente molte cose. Il Siena, uscito fresco fresco da una crisi di dirigenti che aveva posto un momento in bilico la stessa partecipazione ai campionati e costretto per l’ennesima volta a una serie di rappezzature per ovviare ai vuoti che necessità militari e necessità di… infermeria, era, per dire il vero, atteso sul terreno non senza un po’ di batticuore. Invece – magico potere della «partita di campionato»! – è bastato che quegli undici ragazzi toccassero il terreno di gioco perché subito riconoscessi le vecchie, buone, solide doti di questa squadra di giovani e d’anziani, perennemente bistratta dalla sorte, ma sempre in campo con un cuore grosso così. Erbinovi, tolte due o tre infelici sortite, ha sfoggiato la certa classe e la matura esperienza. Il punto che ha dovuto subire avrebbe battuto qualsiasi altro. Pure consolanti le novità sulla coppia di difesa, allineante accanto all’inesauribile Passalacqua, dagli interventi preziosi, un certo Lorenzini, che ha fatto, al suo esordio in squadra, cose veramente egregie, giungendo a non far rimpiangere Angeletti. Il duo però appare ancora a corto di lavoro specialmente sulla palla; cosa che a volte ha reso la vita piuttosto difficile, sotto casa loro. Al centro della mediana Dei s’è fatto notare per il tono di generosità e impresso al suo ininterrotto prodigarsi in difesa e all’attacco. Non altrettanto felice, però, ci è sembrato in fatto di distribuzione, specialmente quando la superiorità numerica del Siena avrebbe potuto essere valorizzata all’estremo da più sagaci schemi di passaggi. Martelli e Biasotto lo hanno ottimamente coadiuvato e sia l’uno che l’altro si sono distinti due o tre volte in area per salvataggi spesso miracolosi. Poco da dire dell’attacco: Pellegatta interno destro è un ripiego e, comunque, quasi costantemente piazzato a metà campo; la sua partita è stata più da quarto mediano che da attaccante. Da un Gigli fresco di convalescenza non si potevano legittimamente pretendere molte cose. Questa situazione degli interni ha avuto i suoi riflessi sul rendimento di Alderotti, che pure ha mostrato, quando l’hanno giudiziosamente servito – specie con l’azione del punto – di sapersela destramente cavare. Delle ali, Polak, alquanto trascurato, ha fatto del suo meglio; Gambini, più servito, ha invece insistito anche sotto porta in individualismi troppo tirati per le lunghe per ragionevolmente approdare a qualcosa. Peccato, perché dei cinque mi è sembrato ieri il più deciso e il più a punto. Dei grigi non molto da dire. Generosi cavalloni: molto fiato, molta mobilità, molto prodigarsi, ma gioco troppo monotono e soverchiamente indeciso al trio di centro (dove il solo Foglia ha combinato qualcosa di buono) per potere approdare a frutti concreti. Migliori di tutti i terzini, Caligaris e Bulgheri il quale ultimo ha sfoggiato parate da campione, meritandosi giustamente grandi applausi del pubblico al rientro negli spogliatoi. Per la cronaca, il punto dei grigi è stato fortunosamente conseguito al 22’ del primo tempo da un errato intervento di testa di Dei (su puntata di Fibbi) che ha proiettata la palla nell’angolo alto della rete, spiazzando irrimediabilmente Erbinovi. Il Siena ha pareggiato al 25’ della ripresa, allorché Alderotti, profittando d’una fallosa respinta di Bigando, si è spostato in area, battendo da pochi passi e imparabilmente Bulgheri, proiettato in una disperatissima uscita. Numerosi gli angoli contro le due squadre e specie contro il Siena. L’arbitro Cardinali ha diretto con polso fermissimo e con ammirata imparzialità. Correttissimo il pubblico. (Aldo Guerrieri, «Corriere del Tirreno», 7 ottobre 1940) Buon gioco nei primi 45 minuti. Al 15’ della ripresa Fibbi e Ghidini altercavano tra loro e l’arbitro si voltava proprio nell’attimo in cui Ghidini colpiva a tergo il compagno con un calcio. Cardinali espelleva i due giocatori. L’Alessandria ha sporto reclamo per la deliberazione dell’arbitro che ha punito più la squadra che i giocatori. («Il Littoriale», 8 ottobre 1940) La prima tegola ALESSANDRIA-SIENA 1-1 I primi 45 minuti di campionato erano trascorsi con un gioco veloce e di buona costruzione tenendo conto della limitata preparazione delle squadre. Giuberti, egregio nel gioco di testa e pronto nelle azioni difensive, aveva superato l’aspettativa e le troppe affrettate definizioni pessimistiche degli innumerevoli supercritici locali. In difesa Bulgheri, in una forma splendida, era apparso insormontabile; Bigando e Cavasonza con rimandi lunghi ricacciavano con sicurezza le isolate azioni di punta dei veloci avversari. All’attacco l’intesa era discreta; ma la tattica difensiva dei bianconeri rendeva più difficile la via del successo. Complessivamente i grigi avevano imposto il loro giuoco fluido ed insistente. Erbinovi, Lorenzini e Passalacqua avevano a stento arginato le azioni dei grigi. Nella ripresa i senesi iniziarono a grande andatura per rimontare lo svantaggio. La raffica passò senza effetto ed i grigi contrattaccarono e per due volte Erbinovi si salvò da situazioni pericolose. Poi avvenne l’increscioso incidente e l’espulsione di Ghidini e Fibbi. Il Siena gongolò, intravvide la possibilità del pareggio e si lancio con accanimento contro i nove grigi rimasti in gara, storditi, moralmente depressi. Il più giovane di loro (Cavasonza) ebbe le gambe legate; e bastò un’incertezza di questo volonteroso giocatore a permettere ad Alderotti di battere Bulgheri al 19’ della ripresa. Nel resto della partita la prodigalità dei nove giocatori rimasti in gara è stata esemplare e la rete degli ospiti passò pericoli maggiori di quella alessandrina. Nelle nostre note di sabato avevamo scritto: «Troppi giocatori nei passati campionati si ostentavano a super assi e s’irritavano alla minima contrarietà. Se il compagno di squadra sbaglia non è l’altro giocatore che deve montare in cattedra; la perfetta, continua cooperazione ed abnegazione tra i compagni dovrà dare i migliori frutti. Questi sono i propositi dei nostri giocatori». Purtroppo le buone intenzioni sono naufragate alla prima partita. Ghidini che aveva giocato in modo esemplare (aveva giurato di giocare il miglior campionato della sua carriera), s’irritò oltremisura constatando che Fibbi era «scoppiato» ed invece di incoraggiarlo lo redarguì bruscamente. I due si avvicinarono, Ghidini mise una mano in faccia al compagno e lo spinse, l’altro rispose istintivamente con un pugno senza vedere il bersaglio e colpì al viso Ghidini; quest’ultimo fatti alcuni passi e visto colare il sangue dalla fronte, rincorse Fibbi per sferrargli un calcio. A questo punto l’arbitro intervenne e senza indugio espulse i due giocatori. Eravamo al 13’ della ripresa. Il verdetto dell’arbitro ci è parso affrettato. Siamo pienamente d’accordo che Fibbi e Ghidini avendo commesso un’infrazione al regolamento erano meritevoli di punizione; ma, secondo noi – in base allo stesso regolamento – il sig. Cardinali avrebbe dovuto imporre ai due giocatori l’immediata rappacificazione con relativo saluto al pubblico. L’affrettata decisione arbitrale ha colpito soprattutto la squadra alessandrina a tutto vantaggio del Siena. («Il Piccolo», 12 ottobre 1940) RISULTATI: Liguria-Spezia 1-1 Lucchese-Padova 1-1 Macerata-Verona 2-1 Pro Vercelli-Savona 2-2 Pisa-Fanfulla 0-1 Reggiana-Anconitana 4-1 Udinese-Brescia 1-2 Vicenza-Modena 1-3 CLASSIFICA: Brescia, Fanfulla, Macerata, Modena, Reggiana 2; Alessandria, Liguria, Lucchese, Padova, Pro Vercelli, Savona, Siena, Spezia 1; Anconitana, Pisa, Udinese, Verona, Vicenza 0. IL PUNTO SUL CAMPIONATO Agitatissimo è da considerarsi l’inizio del Campionato dei cadetti poiché sulle nove partite in programma tre, quelle di Pisa di Udine e di Vicenza, sono state vinte dalle squadre ospiti, e quattro altre, quelle di Alessandria, Vercelli, Lucca e Cornigliano, hanno visto le squadre locali costrette al pareggio. Fallimento del fattore campo, quindi, nella giornata di apertura. Brillantissimo è stato il comportamento delle neopromosse. Savona, Spezia, Macerata e Reggiana, infatti, hanno concluso tutte utilmente la partita di debutto in Serie B. La Reggiana ha costretto ad una secca sconfitta per 4 a 1 quell’Anconitana che lo scorso anno sfiorò la promozione alla massima divisione; lo Spezia ed il Savona hanno strappato due pareggi sui campi della vecchia Pro Vercelli e della retrocessa Liguria; il Macerata, infine, ha piegato di misura l’ospite veronese. Promettono, quindi, assai bene questi nuovi acquisti della Serie B. Il Modena, che non nasconde il suo fermo proposito di tornare in Serie A, ha iniziato brillantemente la realizzazione del suo programma, andando a prendere due punti sul ben munito campo vicentino, mentre il Brescia si è portata via la vittoria dal covo dell’Udinese ed un calcio di rigore ha dato il successo al Fanfulla sul terreno pisano. Un pareggio ha concluso l’accanita disputa fra Alessandria e Siena in cui i grigi, pur avendo dimostrato una certa superiorità, non sono riusciti a farla valere nel punteggio finale. («Stampa Sera», 7 ottobre 1940)