Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1940/1941
Serie B
15-12-1940 - Giornata: 10 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Lucchese Libertas US 1 - 2 (0 - 0)
RETI: 14. Fibbi A.[A] 25. Bonistalli A. [Lu] , 69. Colli P. [Lu]

Alessandria US Roggero Secondo, Bigando Giovanni, Petermann Franco, Ghidini Ferruccio, Giuberti (II) Gino, Caligaris Luigi, Carassa Giuseppe, Fibbi Arrigo, Robotti Luciano, Foglia Mario, Rampini Sergio All.: Krappan Otto

Formazione avversaria
LUCCHESE LIBERTAS US: Monti; Pennacchi, Landolfi; Puccini, Turchi, Azimonti; Borrini, Marchini, Bonistalli, Colli, Capra (II) Egidio. All.: Kuttik András

Arbitro: Limido Lorenzo (Milano) [Fornaresio, Miglietta]
Note
Espulso: 58’ Pennacchi [L] Angoli: 5-3 oppure 7-4. Spettatori: 4.000 Giornata gelida, terreno sdrucciolevole per il ghiaccio Inizio gara ore 15:00

Commento
L’entusiasmo ad Alessandria per vittoria di Pisa è stato di breve durata e dovevano proprio essere i rossoneri di Capra calati dalla Toscana a far pagare lo scotto ai grigi. È questa la prima sconfitta dell’annata che l’Alessandria subisce sul proprio campo e le cause sono complesse e non tutte di ordine tecnico. Inoltre la sconfitta patita dalla Lucchese sul proprio campo per opera del Liguria ha servito da trappola per la squadra ospitante; infatti dopo la prima rete realizzata dall’Alessandria al 13’ del primo tempo per merito di Fibbi, la partita pareva si avviasse con un nuovo tracollo lucchese. Ma la realtà è stata ben altra e la vittoria degli ospiti premia il saggio comportamento di undici atleti fermamente intenzionati di riportar la squadra ad un più sicuro posto in classifica. La vittoria della Lucchese assume maggiore importanza in quanto questa squadra si è trovata in svantaggio di una rete, è riuscita a ristabilire il pareggio e quando è stata ridotta a 10 uomini per l’espulsione di Pennacchi, anziché piegarsi sotto l’incalzante offensiva avversaria, è riuscita a far fronte con un gioco energico in difesa e chiaro all’attacco dove Capra e Borrini facevano perno sul travolgente Bonistalli, ed a realizzare la rete della vittoria per una marchiana incertezza del trio difensivo alessandrino. La Lucchese merita l’elogio in blocco; Monti, Turchi e Bonistalli sono stati le tre colonne della squadra. L’Alessandria, sfuocata in tutto il sestetto di retroguardia ed in particolar modo al centro della mediana, ha avuto un attacco inconcludente. Solo nella ripresa Robotti è stato spostato all’ala sinistra dopo 10 minuti di gioco, ma Rampini al centro non ha potuto fare grandi cose perché Fibbi, che non tiene tutta la partita, era già scoppiato; infatti dopo un quarto d’ora Rampini passava ad interno sinistro e Fibbi al centro. Spostamento buono, ma tardivo perché la mediana incominciava ad accusare stanchezza nell’arginare le azioni radenti dei rossoneri e non era più in grado di svolgere il gioco di spola. Krappan ha cercato di galvanizzare il gioco della mediana spostando Ghidini al centro e Giuberti a laterale, ma ormai la Lucchese aveva preso il sopravvento e continuava a minacciare con azioni di punta che mettevano in orgasmo i terzini alessandrini. Per la cronaca l’Alessandria segna la prima rete al 13’ in seguito ad azione sulla sinistra e perfetto tiro di Fibbi. Al 25’ per incertezza di Bigando la palla giunge a Capra che la rovescia al centro, Bonistalli con perfetto palleggio si libera di Petermann e realizza con un tiro basso: gol superbo. Gioco alterno e ripetute incertezze degli alessandrini a pochi passi dalla rete avversaria. Nella ripresa, ridotta a dieci uomini, la Lucchese respinge l’attacco dell’Alessandria e raggiunge meritatamente la vittoria al 25’ in seguito a centro di Borrini che parabola nell’area alessandrina; terzini e portiere restano con il naso all’aria permettendo a Colli di segnare da due passi una rete che è stata una beffa per la difesa locale. Nel resto della partita, gioco caotico e senza costrutto. Temperatura sotto zero, campo viscido a causa una leggera patina di gelo, nessun incidente degno di nota. Pennacchi è stato espulso dal campo nel 10’ della ripresa per scorretto intervento su Foglia. L’Alessandria nella ripresa ha spostato Rampini dall’ala sinistra al centro e poscia ad interno destro; Robotti e Fibbi sono passati rispettivamente all’ala sinistra ed al centro. Una rete dell’Alessandria nel primo tempo è stata annullata per fallo precedente. Nell’ultima mezz’ora Ghidini e Giuberti si sono scambiati il posto. (Andrea Canestri, «La Gazzetta dello Sport», 17 dicembre 1940) I sostenitori della Lucchese impazienti di sapere come siano andate le cose ci vorranno perdonare se, per un po’, deluderemo questo loro legittimo desiderio. Più che a questo o quel pallone ruzzolato in rete e più che alle prodezze di questo o di quello, il nostro ricordo resta e rimarrà legato ad alcuni episodi che hanno caratterizzata la fine di questa partita per molti aspetti destinata a segnare una data nei fasti della brillante compagine rossonera. Mentre le righe si allineano, la mente torna alla torba e gelida atmosfera avvolgente il campo col suo terreno durissimo e sgrigliolante di gelo, ai sostenitori locali che se ne vanno prima che sia finita, imbacuccati e silenziosi, al folle tripudio sul pulvinare d’un paio di centinaia di soldati che hanno sospinto letteralmente alla vittoria la Lucchese con clamori, tifo ed entusiasmo da non si dire. Poi il trillo finale di Limido, arbitro coscienzioso e sicuro, con capriole e feste nel campo dei vittoriosi che, con spontanea, affettuosa manifestazione, si serrano attorno al buon Kuttik, animatore e guida, subissandolo di abbracci. E ancora: lo spogliatoio nel quale i ragazzi della Lucchese rientrano, proprio in tempo per assistere alla scena della disperazione di Pennacchi – l’espulso dal campo – che, tuttora ignaro del risultato, non sa dove sbattere la testa, intento com’è ad accusarsi, fra autentici singhiozzi e lacrime vere, di avere compromesse le possibilità della squadra… Seguono, fuori, le dimostrazioni gioiose dei soldati attorno alle macchine lucchesi, accorsi per fare il tifo per i diletti colori. Apuani che giurano su Marchini, pistoiesi richiamati da Turchi e da Puccini… Stentorea e notevole, per le inconfondibili tonalità settentrionali, che pone fra tante «aperte favelle» una pattuglietta di sostenitori di Capra, capeggiata dal colossale capovoga dell’otto di Lodi… E poi le feste all’albergo, e poi le canzoni per strada e poi i gioiosi commenti di tutti e undici stretti attorno all’allenatore. Tutta, insomma, un’atmosfera di ingenua e schietta letizia e di sano entusiasmo sportivo che ci riportava con la mente a tanti anni addietro, ai tempi lontani, ai bei tempi, lontani e tramontati, nei quali il vincere era fine a se stesso sui campi della nostra, cara «provincia scarpona». Ci stropicciavamo gli occhi. Come? Era questa la squadra che, non più tardi di otto giorni prima, critici e tifosi lucchesi avevano apertamente accusata di mancanza di passione e d’attaccamento ai colori? Era questo l’undici che, stando ai resoconti d’un episodio sfortunato, sarebbe stato buono a dare «soltanto dispiaceri e delusioni» agli appassionati della città di Gentucca? E qui certi risultati ballavano davanti agli aocchi. Avevamo, da una parte, una Lucchese che, sette giorni prima, s’era fatta – e come malamente! – battere dal Liguria, che a dire il vero, alla fin fine, quest’anno appare tutt’altro che un rullo compressore; dall’altra c’era una Alessandria che, sempre quella domenica prima, insediatasi sul terreno non certo facile del Pisa, aveva menato stangate a diritto e a rovescio, segnando per quattro e facendo gioco per dieci. Di qua, dunque, una squadra sottoterra, di là, invece, una squadra nella stratosfera. Con l’aggiunta che la Lucchese, oltre a scendere in campo priva di Coppa indisposto e di altri autentici cannoni come Cozzi e Zandali indisponibili, allineava un mediano a far da terzino e un Turchi sul quale – e vedremo quanto a torto – in partenza, per una sequela di strapazzi, di notti insonne, eccetera, si affacciavano più che ragionevoli riserve sul rendimento… Come dubitare che i padroni di casa, reduci da un clamoroso successo e avviati per i vertici della classifica, non ne avrebbero fatto un solo boccone? Si scende in campo: e non è così. Perché la Lucchese gioca, perché si dà da fare, perché pare proprio decisa, risolutamente decisa, a far vedere a certi critici che cosa possa il morale in una squadra, quando si senta sorretta dall’entusiasmo d’un pubblico di meno sofistici e più schietti ragazzi in grigioverde, i molti compagni d’arme giostranti in campo. Subisce un punto per autentico infortunio, ma lo ripaga con un altro, da manuale; scende nella ripresa vogliosa a far di tutto per portare a casa almeno un prezioso pareggio; ed ecco che la decisione di Limido rivoluziona, con la espulsione di Pennacchi, anche quel po’ d’equilibrio che si era creato, non senza qualche cigolio, davanti alla rete di Monti… Retrocederà Puccini, ma bisognerebbe esser matti per non credere che, dopo ciò, la Lucchese non sia «cotta» con tutte le regole dell’arte. Neppure uno dei molti dei suoi stessi sostenitori, così prodighi di sberleffi e di fischi domenica scorsa, giocherebbe un soldo contro una lira per la salvezza del «pari». Figurarsi poi la vittoria…! Ebbene, i sostenitori in grigioverde ci credono: hanno, con occhi certo migliori di tanti criticoni, quali tesori di energia, quanta voglia di gioco e che bramosia di affermazione splendessero nella Lucchese di ieri. Ed è in questo incitamento caldo e incessante che la squadra obbedisce all’ordine di Kuttik, che dal margine si sbraccia come un semaforo per additare a tutti la via della porta avversaria, rinuncia a raggomitolarsi in difesa dell’acquistato, balza anzi decisa all’arrembaggio. E non solo tanta apparente audacia è ripagata dal punto della vittoria, ma, sotto gli occhi del pubblico esterrefatto, gli attaccanti rossoneri ne mancano altri tre, altri quattro, vuoi per paletti e spigoli, vuoi per interventi davvero miracolosi dell’estremo difensore avversario. Ha vinto la squadra, e tutta la squadra va meritatamente elogiata; anche se la grande giornata di Turchi (un dominatore in campo, malgrado il terreno perfido), il prodigarsi dell’inesauribile Landolfi, le molte prodezze di Monti e le spigliate fantasie dell’attacco, animosamente guidato da Bonistalli, meriterebbero un particolare rilievo. Quanto all’Alessandria, zero in profitto all’intera mediana e al terzino sinistro Petermann, assolutamente impari alla… bisogna. Il sempre valido ed anziano Bigando, invece, ha dato dei punti a svariati giovanotti della sua squadra, riaffermando le glorie della vecchia guardia vercellese, sempre dura a morire! All’attacco, notevole il lavoro di Foglia, alcune finezze di Rampini e la buona volontà degli altri, tradita comunque dalla lamentata insufficienza della seconda fila. Pochi spunti di cronaca. Nel primo tempo, dopo una favorevole occasione perduta da Rampini e Fibbi, caduti proprio mentre s’avventavano su una palla sfuggita alla presa di Monti, i grigi passavano in vantaggio. 13’: incertezza di ben tre lucchesi e, sul pallone che spiove in area (su punizione di Caligaris), balza indisturbato Fibbi; tre passi in corsa e palla nel sacco. La Lucchese pareggia al 25’. Azimonti profitta del solo intervento mancato da Bigando per lanciare Capra che, a sua volta, serve di precisione Bonistalli. Lo sperticato avanti parte come una furia e, «bevuto» facilmente Petermann, segna con un tiro in corsa nell’angolo, assolutamente imparabile. Nulla di notevole fino al 42’, che si illustrerà per un superbo volo di Monti attraverso la intera porta per intercettare un violento traverso di Carassa. Al 13’ l’espulsione di Pennacchi per motivi riusciti incomprensibili a noi e a buona parte del pubblico. Si inizia, come si è detto, l’arrembaggio della Lucchese, cui gli altri non sanno replicare che con una serie di spostamenti perfettamente irrilevanti. Al 21’ primo pericolo per Roggero: centro di Borrini e saetta al volo nell’angolo di Bonistalli, che coglie lo spigolo esterno del paletto. Al 25’, la vittoria. Calcio piazzato di Marchini, correzione di testa di Bonistalli. La palla scavalca la barriera dei terzini e su di essa giunge, con guizzo fulmineo, Colli, che ha aggirato letteralmente l’esterrefatta difesa grigia. Palla in rete da tre passi. La Lucchese insiste e, tre minuti dopo, solo una vera parata prodigio di Roggero evita il terzo punto, bloccando un tiro da vicino di Borrini, intervenuto di testa sopra un centro di Capra. (Aldo Guerrieri, «Corriere del Tirreno», 16 dicembre 1940) ALESSANDRIA-LUCCHESE 1-2 I grigi hanno perso l’incontro, iniziato con un bel punto di Fibbi al 14’, per la evidente insufficienza del centromediano e del centroattacco. I rossoneri hanno pareggiato le sorti al 25’ del primo tempo, con Bonistalli. Al 24’ della ripresa Colli, in seguito ad un calcio di punizione, è riuscito conquistare il punto della vittoria. Inefficaci sono apparsi i ritorni offensivi alessandrini, mentre ancora pericolosi sono stati i lucchesi. Al 13’ del secondo tempo l’arbitro ha espulso il lucchese Pennacchi per scorrettezze. («La Stampa», 16 dicembre 1940) RILIEVI SULLA SCONFITTA DI DOMENICA SCORSA La capitolazione dell’Alessandria non era prevista. La Lucchese, in periodo di crisi, largamente battuta sul proprio campo dal Liguria sette giorni prima, priva del cannoniere Coppa non avrebbe dovuto infliggere il primo scacco alla squadra locale. Nei primi 20 minuti di gioco, Bigando e Petermann parevano ritornati in grande forma (rimandi precisi, entrate a tempo, intesa negli spostamenti di arginamento), ma allorché l’attacco, disanimato al centro, non seppe realizzare alcune buone occasioni, e l’ossatura grigia scricchiolò, e al dubbio di un pareggio subentrò lo spettro della sconfitta, e la sicurezza di vincere andò in fumo, la calma si tramutò in orgasmo per la difesa e in offuscamento per l’attacco. Lo spostamento di Robotti, effettuato all’11’ della ripresa (scambio con Rampini) era troppo tardivo perché Fibbi che cala paurosamente nel secondo tempo non era più in grado di svolgere il gioco di spola ed infatti fu poco dopo spostato al centro senza costrutto. Così dicasi di Ghidini che si è scambiato il posto con Giuberti quando l’attacco si era già sgretolato e la squadra avversaria imponeva l’andatura. A parte gli spostamenti (che dovevano essere fatti prima) la nostra squadra non ci è piaciuta perché (ad eccezione di Rampini) ha completamente dimenticato il gioco radente, subendo la tattica avversaria e facilitando col gioco all’opera di arginamento della difesa rossonera. Occorre ritornare al gioco tecnico, agli spostamenti immediati, a puntare verso la rete con maggior decisione. Così facendo, Fibbi potrà giocare tutti i 90’ di gioco, la mediana che si perde in passaggi laterali potrà guardare di più le ali e la difesa sarà in grado di avere maggior aiuto nei periodi di pressione avversaria. La rete per i grigi è stata segnata da Fibbi. La seconda rete della Lucchese è stata una seconda edizione del calcio di punizione subito a Bergamo lo scorso anno. Roggero aspettava la palla al rimbalzo e tre grigi nell’area di rigore seguivano col naso all’aria la traiettoria della palla, senza peritarsi se qualche avversario si fosse insinuato per la minaccia. Per tre giocatori anziani come Roggero, Bigando e Petermann, la vittoria della Lucchese è un colpo di scudiscio. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 21 dicembre 1940) RISULTATI: Liguria-Udinese 3-2 Macerata-Reggiana 4-0 Modena-Anconitana 5-0 Pro Vercelli-Pisa 2-2 Savona-Vicenza 5-0 Siena-Fanfulla 3-1 Spezia-Padova 5-2 Verona-Brescia 1-3 CLASSIFICA: Brescia 18; Modena 15; Liguria, Savona 13; Macerata, Siena 11; Alessandria, Vicenza 10; Lucchese, Pisa, Reggiana, Udinese 9; Fanfulla, Padova 8; Anconitana, Spezia, Verona 7; Pro Vercelli 6 Il punto sul campionato Al termine di un difficile il brescia aveva conquistato la nona vittoria stagionale consolidando la vetta della classifica di Serie B. Distanziata di tre lunghezze il Modena che avevano dominato nettamente per la tecnica e per la foga. In terza posizione il Savona che era riuscita a battere nettamente il Vicenza data la propria maggiore compattezza e il Liguria che, al termine di una sfida combattuta e contornata da mille emozioni per il folto pubblico accorso. Il Macerata, dominando l'incontro dall'inizio alla fine si era sbarazzato della Reggiana. Al termine di una gara dall'andamento alterno la Pro Vercelli e il Pisa si erano spartite la posta in palio.