Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1926/1927
Div. Nazionale
28-11-1926 - Giornata: 8 - Alessandria - Campo degli Orti
Girone B


Alessandria US - Torino FBC 1 - 3 (0 - 0)
RETI: 86. Cattaneo R.[A] 55. Baloncieri [To] , 64. Libonatti [To] , 74. Baloncieri [To]

Alessandria US Curti Mario, Viviano Andrea, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Papa (II) Nicola, Koszta Imre, Cattaneo Renato, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo Angelo All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
TORINO FBC: Bosia, Balacics, Martin (II) Cesare, Staccione (I) Vittorio, Janni, Sperone, Carrera, Baloncieri, Libonatti, Rossetti (II) Gino, Franzoni. All.: Schöffer Imre.

Arbitro: Bellandi Stefano (Milano)
Note
Pubblico numerosissimo Inizio ore 14,35

Commento
LA CLASSE DEL TORINO PREVALE AD ALESSANDRIA La partita si è svolta nel primo tempo a ritmo vertiginoso, Due soli falli fischiati. Il gioco non ha avuto né episodi di scorrettezza né attimi di rallentamento. Le due squadre hanno chiuso alla pari. Buone occasioni di segnare sono sfuggito ai grigi e ai granata, ma l'andamento del gioco non ha permesso alcuna previsione: sullo sviluppo ulteriore della lotta affascinante: netto equilibrio delle forze in campo. Più classiche le avanzate degli attaccanti torinesi, più pericolose le raffiche della linea alessandrina. Nel corso della ripresa l'equilibrio si è spezzato. La squadra alessandrina, forse logorata dall'andatura micidiale tenuta per tutto il primo tempo, è calata cli colpo: l'improvviso abbassamento di tono ha messo allo scoperto la mediocre intesa dei forwards, manchevolezza grave che nel primo tempo non si era molto notata per la stessa incandescenza della partita e per la condotta temporeggiatrice dei torinesi. Scemata la lena della squadra, ridotta la combattività di Gandini contuso in uno scontro fortuito con Baloncieri, mancato il collegamento tattico del trio centrale, i « granata» sono passati con l'imperiosa autorità della classe. Questa è la fotografia della partita. Non sento di poter dare un rassicurante giudizio sul conto dell'Alessandria, di questa generosa squadra, che dopo due tristi anni di loggione è scesa ad occupare una poltrona di prima fila nel teatro del campionato. Oggi la squadra ha giocato una partita mediocre: non so se ciò dipenda da momentanea cattiva disposizione di qualche atleta, o se piuttosto la squadra non risenta della precocità del lavoro di preparazione svolto al tempo delle aspre partite di qualificazione. Oggi alla squadra è mancata l'omogeneità dei reparti ed è mancato il fiato: doti che alcune settimane or sono davano risalto, vigore ed autorità alla compagine curata dall'ottimo Carcano. La seconda linea, pur considerando le imperfette condizioni di Gandini, non è riuscita a riparare le grosse falle apertesi sul fronte d'attacco: qui il trio è mancato pressoché completamente e si è spento sulla linea dei terzini torinesi. Solo le ali, e specialmente Kozsta, hanno tentato senza fortuna di galvanizzare il gioco: ma la palla, arrivata al centro, si dissolveva sempre in disordinato schermaglie. Mancato il reparto d'attacco alessandrino, l'iniziativa delle azioni doveva necessariamente trasferirsi nella zona dell'attacco torinese: Curti e i due terzini si difendevano con valore, ma dovevano alla fine abbassare bandiera. Il Torino ha avuto la « sua » partita. E' una squadra ché notoriamente piglia quota nella ripresa: alla ripresa, oggi, ha corrisposto il « diminuendo » degli alessandrini. Quello che ci voleva per illuminare la vetrina del gioco granata. La squadra ha avuto dentro di sé una molla che al momento giusto è scattata: la classe. I tre goals segnati nello spazio di un quarto d'ora sono sbocciati come la limpida e inesorabile dimostrazione di una superiorità che trascendeva le vicende della parti. per identificarsi con i diritti dello stile. Più che la fattura dei goals, alla quale non furono estranei elementi sfavorevoli per la squadra alessandrina, piacque il piglio autorevole della squadra torinese che al momento decisivo assunse imperiosamente il comando delle operazioni. Il Torino ebbe i suoi uomini migliori in Balacics, un tecnico perfetto, in Libonatti, in Baloncieri. Seguono Martin II e i due mediani laterali. Janni, sempre utile anche quando la sua giornata è scialba, tirò un match tutto strappi alternando momenti vigorosi a lunghe pause di gioco amorfo. Si gioca in una spettacolosa cornice di folla, Un treno speciale di torinesi. Si attacca vertiginosamente. Il pallone, manovrato ora dall'una ora dall'altra squadra, disegna una serie di arabeschi che fanno gongolare gli amanti della tecnica. Esplodono i primi applausi al 7’ quando, su una punizione giocata da Gandini, il giovane portiere granata compie una parata difettosa. Ancora al 10' Bosia si libera a fatica di una puntata insidiosa di Ferrari. Poi cambia la musica. Il Torino è in marcia, Libonatti manca un'occasione preziosa dopo averla creata: una sua apertura a ventaglio dà modo a Carrera di raccogliere il pallone e di rispedirlo al centro: Libonatti blocca, è solo davanti alla rete e spedisce con indirizzo sbagliato: due metri sulla testa di Curti. Attacchi minacciosi dei « grigi »; al 21’ Bosia blocca di giustezza un tiro di Banchero uscito da un cross ammirevole di Kotza. E si continua a tutta andatura tra vicende alterno. Al 40’ Janni sbaglia uno stop: Chierico vola, piglia il tempo a Balacics, converge, tira. La palla viaggia d'una spanna a lato. Replica Libonatti con una sventola a coronamento di un'azione in linea. Chiude il tempo un corner a favore dei « grigi » provocato da Ferrari che impegna seriamente Bosia. L'Alessandria conduce i primi dieci minuti della ripresa appoggiando le sue discese sull'attivissimo Chierico. Poi la squadra si sfuoca all'improvviso. Il Torino attacca il suo gran quarto d'ora. Primo goal: l'azione piglia lo spunto al di qua della metà campo. Rossetti, faccia rivolta alla propria rete, rovescia lateralmente il pallone. All'inizio della traiettoria la palla tocca il braccio dell'attaccante: pochi se ne accorgono e l'arbitro, alle spalle di Rossetti, non può vedere. Qualche giocatore alessandrino ristà. Centro d'ala. Baloncieri riprende, scavalca un terzino, invita Curti all'uscita disperata e adagia nella rete. Sei minuti di schietto predominio torinese. Secondo goal al 10’. Azione in linea. Passaggio volante a Libonatti, Viviani entra fuori tempo e fallisce il pallone, Libonatti gli è sopra e, nel rimbalzo, scaraventa nell'angolo alto della rete alessandrina. Sempre i torinesi all'attacco, Terzo goal al 29’. L'azione, partita da Staccione, si sviluppa con la fuga di Carrara, I compagni di linea lo seguono con perfetta scelta di posizione. Carrera centra a fil di palo. Curti respinge di pugno, ma l'intervento non è felice. La palla spiove nell'area di rigore. Se ne impossessa Baloncieri felinamente e lo colloca in fondo alla rete con un tiro secco e irresistibile. La partita è virtualmente finita. Gli alessandrini hanno un coraggioso serrate e al 41’ su preciso cross di Koszta, Cattaneo riprende e batte Bosia. Battute fiacche e la fine. Va citato all'ordine del giorno il pubblico alessandrino che ha tenuto un contegno, più che disciplinato, esemplare. L'arbitro Bellandi, agevolato dalla cavalleria dei giocatori in campo, ha diretto la partita in modo eccellente: i dirigenti dell'Alessandria furono i primi a congratularsi con lui. Non vide, come la gran parte del pubblico non vide, il fallo di Rossetti che, non grave in sé, provocò un fatale attimo di perplessità in alcuni giocatori alessandrini e certo agevolò lo sviluppo dell’azione torinese. Questo episodio, peraltro, non alterò il profilo del mateh che ha nel risultato lo specchio fedele dei valori in campo. (La Gazzetta dello Sport – b.r.) TORINO BATTE ALESSANDRIA: 3 A 1 La sconfitta subita dai grigi sull’affollatissimo campo degli Orti, è grave, né vale attenuarla con inutili eufemismi. La squadra torinese è apparsa nettamente superiore all’avversaria che solo a tratti è riuscita far emergere il suo gioco con folate rapide ed impetuose, senza peraltro riuscire a battere l’agguerrita difesa dei granata. È mancata essenzialmente ai concittadini una precisa intesa e direttiva nelle offensive abbozzate; ogni iniziativa si smarriva in un inutile palleggio o culminava in tiri avventati e malsicuri che difficilmente potevano aver ragione dell’estremo baluardo avversario. È vero che alcune situazioni chiare e decise condotte da Cattaneo e da Chierico sono mancate per un attimo alla conclusione prefissa, e che con maggior intuito del momento propizio potevano essere vantaggiosamente sfruttate; ma la linea attaccante dei grigi è stata molto al di sotto dell’aspettativa e della fama acquisitasi in questa rinnovata edizione. Ed anche lal inea mediana ha ceduto innanzi tempo. Così i torinesi, dopo aver sostenuto vantaggiosamente la vana offensiva dei grigi nel primo tempo, si sono ripresi nel secondo tempo e con metodo e disciplina, con costanza e rendimento ammirevole sono giunti al loro più ambito successo. Baloncieri, l’ex trascinatore dei grigi, dava il via per una marcia inarrestabile: né valsero i ritorni offensivi sferrati rabbiosamente dai grigi che portarono tuttavia verso la fine il punto di Cattaneo. Alle 2.35 l’arbitro Bellandi oculato ed attento, dà il segnale di attacco. L’aspetto del campo è magnifico; una folla enorme si pigia per ogni dove. I torinesi hanno il calcio di inizio, ma sono gli alessandrini che prendono subito l’iniziativa e per parecchi minuti la porta di Bosia è in pericolo. Al 5’ Baloncieri sposta l’azione con un taglio preciso della palla, che raccolta da Carrera è spedita contro la rete di Curti: questo blocca e rimanda e il gioco ritorna così sotto la rete di Bosia, che per le difettose parate, dà la sensazione di poter essere superato facilmente. Ma Ferrari manca il pieno il tiro anche a porta vuota dopo una mischia furibonda durata a lungo; né Chierico riesce meglio a concludere qualche secondo dopo. Azioni alternare per qualche tempo. Al 35’ i grigi sono in corner: al 38’ un calcio di punizione di Gandini non è sfruttato da Cattaneo. L’offensiva alessandrina si ravviva negli ultimi cinque minuti: Gandini, Chierico, Koszta, impegnano seriamente Bosia e poco prima del riposo una folata impetuosa di Banchero non sa fruttare che un corner inutile. Nella ripresa gli alessandrini hanno ancora una diecina di minuti di vantaggio nei quali dominano nettamente gli avversari, ma la difesa granata è infrangibile: Balacic, Martin II e Janni sono ovunque; vi è un pericolo serio da sventare: cosicché giungiamo al 14’ allorché viene segnato il primo goal torinese. I grigi, sorpresi e fermi per un fallo granata non raccolto dall’arbitro, si lasciano battere con un tiro preciso di Baloncieri, concludente un’azione precedente di Franzoni e Libonatti. Furioso risveglio grigio che determina una mischia sotto Bosia, il quale si salva per due volte in modo fortunato; poi al 19’ secondo goal torinese segnato da Libonatti, giunto tutto solo davanti a Curti, rimasto indeciso nell’azione da svolgere. Al 28’ corner contro i grigi, mischia sotto la porta sguarnita degli alessandrini e terzo goal torinese segnato ancora da Baloncieri. I grigi si riprendono ancora, man on riescono che sul finire della partita a segnare l’unico punto per merito di Cattaneo. (Corriere dello Sport – Gica) IL TORINO DOMINA AD ALESSANDRIA La squadra alessandrina ha subito la prima sconfitta della stagione sul proprio campo. Occorre però dire subito che l'Alessandria ha ceduto al più forti. I torinesi hanno giocato con impeto, con velocità e anche con un po' di rudezza, forse mal contenuta dall'arbitro. Gli alessandrini erano in cattiva giornata, ma dall'inizio del gioco sino al 20° minuto banno avuto una leggera prevalenza che è andata poi gradatamente affievolendosi. Alla fine del primo tempo, la squadra è apparsa affaticata e slegata, ma l'inizio della ripresa è stato ancora equilibrato. Al 14o minuto, in seguito a un fallo di mano di un attaccante torinese non avvertito dall'arbitro, la difesa alessandrina si è fermata, mentre l'azione da parte dei torinesi è proseguita senza esitazione, concludendosi con un goal marcato da Baloncieri. Da questo momento la squadra alessandrina, demoralizzata, non si è più ritrovata e non ha più potuto mettere a profitto il suo valore e il suo gioco di passaggi sicuri e veloci. I torinesi invece, sfoggiando un bellissimo gioco d'assieme, hanno segnato successivamente altri due goals per merito di Rossetti al 10° minuto e ancora di Baloncieri al 23° minuto. Gli alessandrini dopo il terzo goal torinese hanno tentato energicamente la riscossa riunendo a ottenere un punto per merito di Cattaneo. Il Torino ha giocato con bella fusione e con tecnica perfetta. Ottimo il terzetto di attacco integrato da due ali velocissime: salda la linea mediana imperniata su Janni; potenti e precisi i due terzini. Il punto debole della squadra è stato il portiere Bosia che ba eseguito alcune parate difettose. Dell'Alessandria si può dire che nessuno dei giocatori ha dato ciò che poteva, all'infuori dall'ala sinistra Chierico. Papa e Cattaneo sono stati ancora relativamente i migliori insieme al portiere Curti che ha fatto del suo meglio parando, specialmente nel primo tempo, tiri pericolosi. Arbitro Bellandi. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio) TORINO F.C: BATTE U.S. ALESSANDRIA 3 A 1 (Il Calcio (Genova) del 4 dicembre 1926) Il giuoco del Torino nel primo tempo fu mediocre; anche nell’attacco ebbe pause ‘inerzia, alternate sia pure da ottimi spunti. La difesa dei mediani e dei terzini si lasciò scavalcare dagli avanti alessandrini, che se non segnarono non fu proprio per merito dei giocatori torinesi … tuttavia il Torino riusciva a chiudere in pareggio. Ma nella ripresa la classe del Torino rifulse, lasciando ancora che gli avversari volgessero a loro vantaggio le prime battute, si impegnava poi a fondo per una ventina di minuti e sfoggiava la superiorità e le risorse del suo giuoco. Approfittando di una diminuita sorveglianza dei mediani alessandrini, le ali dell’attacco torinese poterono meglio integrare l’intelligente giuoco di Baloncieri e di Libonatti, intelligenti ma ripetuti sovente sullo stesso tema, purtuttavia non comprese dagli avversari. Così potè concretarsi rapidamente la vittoria torinese, facilitata anche dagli errori – gli unici di tutta la partita - della difesa degli alessandrini. LA squadra granata apparve allora in tutta la sua potenza, in tutta la grandezza del suo animo battagliero. Per 20 minuti giuocò veramente con impeto e con stile, e parve al 20° minuto che gli avversari fossero fermi inchiodati sul terreno. Poi, paga del successo ottenuto, rallentava la stretta, ed ecco allora il miracolo, ecco la squadra alessandrina riprendere lena, colmare in parte il grave handicap con un goal che premiava in ritardo i tentativi fatti nel primo tempo. (Il Calcio (Genova) del 4 dicembre 1926 - vice) I “GRIGI” SUL PROPRIO CAMPO CEDONO ALL’IMPETO DEI GRANATA La nostra squadra domenica è quasi totalmente mancata. Scesa sul campo per contendere la vittoria alla sua più temibile avversaria del girone, non ha dimostrato di comprendere tutta la gravità della lotta che doveva affrontare. Le trame di gioco brioso e travolgente che si ebbero ad ammirare nel match contro il Bologna e nel primo tempo del match contro la Sampierdarenese sono assolutamente mancate; le rapide azioni sbrigliate e giovanili, caratteristiche dei nostri avanti sono sfumate come glorie di un vecchio passato. Una delle cause più salienti di questo ammortizzamento di combattività è dovuto alla limitata dose di entusiasmo che anima le file grigie. La conclusione della giornata si prova alle prime battute del match. Se la linea attaccante riesce ad allestire subito qualche minaccia nel terreno avversario, allora tutti gli uomini sembrano più sicuri e più fiduciosi in sé stesso e si gettano nella lotta con tutta l’insistenza e tutta la foga delle loro energie. Quando i primi sondaggi riescono incerti o si arrestano a contatto di una salda difesa, allora la nostra squadra cede, spezza come per i canto il suo gioco d’assieme e combatte disperatamente una lotta individuale ed inconcludente. Questa verità è stata piuttosto evidente domenica. Giocate le prime azioni con vivacità e con rapidità, quando si videro mancare le loro fasi culminanti, prima con Ferrari e poi con Banchero, quando le migliori e le più facili occasioni sfuggirono senza esito, la nostra squadra non ha più giocato, hanno giocato gli uomini. Se lo spirito combattivo non fosse stato sbiadito da quel senso di orgasmo morboso e deleterio, che ha segnato con l’inconcludenza del gioco, la catastrofe della giornata, se la nostra squadra con comunità d’intenti avesse continuato senza incertezza la sua lotta, il risultato si sarebbe certamente mutato. A questo stato d’animo sono dovuti gili errori e la mancanza di decisione nelle fasi finali del gioco. Un’altra lacuna della nostra squadra consiste nella mancanza di mobilità. Le azioni condotte dai grigi, per quanto rapide, non eccellono altrettanto in profondità. LE azioni che si svolgono tra uomo e uomo, se procedono veloci, guadagnano solo metro a metro il terreno che separa la rete avversaria. Raramente si assiste a quei giochi, profondi e lunghi che, dalla linea mediana estendendosi agli estremi, portano subito l’azione nell’area di rigore avversaria. La causa di ciò è dovuta alla lentezza dei nostri avanti. Lentezza che, nelle azioni d’attacco, si riscontra anche quando le mezze ali devono retrocedere per sostenere i proprii compagni di difesa. Prontezza, velocità e sicurezza; ecco le doti che, oltre a quelle di cui già sono in possesso, i nostri grigi debbono acquisire per sostenere le prossime e non meno dure battaglie del campionato. (Lo Sport di Alessandria, 2 dicembre 1926 – L’osservatore) NONOSTANTE L’INSUCCESSO DI DOMENICA I GRIGI RITENTERANNO LA SCALATA ALLE PRIME POSIZIONI Quanta folla domenica sul campo degli Orti, quanta passione, quanto entusiasmo, e quale delusione! I grigi sconfitti piuttosto malamente dallo squadrone granata, Gandini contuso ad un ginocchio in modo che nel secondo tempo fu quasi nullo, l’orgoglio del pubblico per la sua squadra quasi annullato e la passione spenta di colpo dalla prima infelice prova dei beniamini. Le timide speranze della vigilia, che nella maggior parte del pubblico erano quasi certezza, hanno avuto il più audace contraccolpo. La squadra grigia ha subito la prima amara sconfitta (quella dei Padova era più che onorevole) per opera dello squadrone granata. Essa si trova così di colpo a dover ricominciare da capo per riconquistare la fiducia dei supporters, e per tentare (questo è molto difficile ma non improbabile) di ricuperare la posizione dalla quale è stata sbalzata, posizione che potrà riconquistare solo se la fiducia, la disciplina e la volontà non le faranno difetto. Gli insegnamenti della sconfitta La partita di domenica ha insegnato alla squadra grigia quanto duro sia il cammino della gloria. Contrapposta in precedenza a squadre che per il loro passato sembravano imbattibili. essa aveva brillantemente superato la prova e si apprestava a dare la scalata alla più grande vittoria dell’annata. Una vittoria sullo squadrone granata avrebbe posto la squadra grigia nel rango delle più elette squadre d’Italia ; ma la vittoria è mancata e la squadra concittadina è ripiombata nell’oscurità donde era uscita poche settimane or sono. Questo non significa però che i grigi debbano rassegnarsi alle posizioni di centro. Il campionato non è ancora giunto al la metà del suo svolgimento ed è appena entrato nella sua fase appassionante. Nessuna Squadra del girone B è nettamente staccata dalle altre, per cui non è fuori luogo che una buona ripresa possa riportare l’Alessandria al posto che il suo valore e la sua classe meritano. II giuoco delia squadra grigia La squadra alessandrina ha, nella partita di domenica, messo in evidenza i suoi pregi e i suoi difetti (questi ultimi per fortuna non irrimediabili). Ha dimostrato la saldezza del trio estremo giacché Curti, Viviano e Costa hanno giuocato una partita superba, se pure un disgraziato errore di Viviano abbia causato il secondo goal torinese e ha rivelato la scarsa efficienza della linea mediana in cui Caudini, per la contusione riportata, non ha potuto esplicare il suo giuoco solito. Papa e Lauro hanno cercato di rimediare all'insufficienza del centro hall ma la loro grande volontà non è stata sufficiente a colmare il vuoto. Dei tre il migliore è stato Papa, sebbene non abbia giuocato come nelle precedenti partite. Sul giuoco della linea attaccante molto vi sarebbe da dire se non ci fossero a sua difesa le magnifiche prove giuocate precedentemente. Essa sembrava domenica nella impossibilità di concludere un’azione per la inesplicabile inattività e indecisione dei tre uomini di centro. Nel primo tempo in cui la squadra funzionava a meraviglia, il trio centrale ha mancato occasioni facilissime di segnare e non ha compreso quale vantaggio avrebbe portato una sua più decisa azione sul portiere avversario. Nella ripresa poi è mancato l’ausilio della linea' mediana, cosicché la linea attaccante si è accasciata come vinta. Non ha cercato per nulla di aiutare i compagni di difesa ed è rimasta a lungo inoperosa attendendo forse che si compiesse l’inesorabile fato. Questo, in generale, è quanto la squadra ha saputo o meglio non ha saputo fare domenica. Sono mancati l'animo, la volontà, la tecnica, la mobilità delle azioni ed è mancata anche la estrema decisione riscontrata nelle altre partite. Sarà questo un sintomo di declino? Oppure è solo una crisi passeggera? Noi non crediamo né nell’una nè nell’altra ipotesi. La squadra annovera giovani, se pure non atleticamente maturi, esuberanti di vita, di freschezza, di entusiasmo e di volontà. Essi non vogliono dare al mondo sportivo lo spettacolo di una resa a discrezione dopo i superbi risultati ottenuti, e per questo c’è da sperare che sotto l’esperta guida di Carcano sappiano prontamente ricuperare il terreno perduto. La debolezza del pubblico La settimana di passione aveva infuso nell’animo dei « supporters » un orgasmo febbrile, per cui la Direzione dell’Alessandria, quasi preoccupata, aveva opportunamente preso alcuni provvedimenti onde evitare qualsiasi incidente. Il pubblico enorme, che alla vigilia dava segni manifesti di.... squilibrio, è rimasto come intontito di fronte allo svolgersi delle azioni. Dopo il primo goals di Balonceri ha subito la sorte della squadra e si è accasciato. Non ha più trovato la voce per incitare i suoi beniamini ; ha anzi inveito contro i grigi ritenuti colpevoli di non avergli procurato la gioia della vittoria. Anche in questo, io trovo una delle cause principali della sconfitta. La differenza di classe fra grigi e granata pareva dovesse essere compensata dal caloroso incitamento del pubblico. Questo è del tutto mancato perché il pubblico non ha compreso quanto animo avrebbero portato nei grigi il suo urlo, la sua passione, il suo incitamento. La squadra non ha bisogno di applausi quando vince, ma ha invece bisogno di incitamenti febbrili quando non trova la via del goal e quando è sopraffatta dagli avversari. Quante squadre hanno vinto più di una partita perché sorrette ed, incitate alla riscossa dal pubblico! E’ questo l’unico vantaggio che una squadra può contare sull’avversaria quando le forze si bilanciano. E' proprio il caso di domenica. Auguriamoci quindi che questo non abbia a ripetersi perché allora mancherebbe alla squadra quell’appoggio morale indispensabile ai più lusinghieri successi. La necessità di una pronta riscossa Dopo l'insuccesso di domenica la squadra alessandrina è stata sbalzata dal primo al quarto posto a pari punti col Bologna e col Padova e preceduta dal Torino, Livorno e Milan. La lotta fra queste compagini per i tre primi posti è entrata nella sua fase culminante. Un passo falso significa perdere ogni speranza di buona riuscita. E ’ quindi indispensabile che la squadra grigia ritorni alla classe ed allo stile che l’hanno resa temibile sui campi di Padova e di Milano. In queste due partite, avversati dalla fortuna, i grigi hanno ampiamente dimostrato di non temere l’insidia del campo e del pubblico avversari. Domani essi dovranno affrontare per l’ultima partita del girone d’andata, la sfortunata compagine cremonese che nel corso di questo campionato non ha ancora trovato la via d’uscita da quella crisi che da due anni la travaglia. Domani, dunque, i grigi diranno l’ultima parola sulle loro possibilità di aspirare al girone finale. Vincere a Cremona è una cosa difficile, ma non impossibile, e la vittoria schiuderebbe ai grigi la via ascensionale. Una sconfitta porrebbe irrimediabilmente la squadra nelle posizioni di centro. Di questo sono ben consci gli undici ragazzi che affronteranno la lotta. Essi sanno quale umiliazione sia la lotta senza scopo, e sorretti dalla speranza, ritenteranno di dare la scalata alle prime posizioni. Questo è quanto tutta Alessandria sportiva attende con serena fiducia. (Il Piccolo, T.P., 04/12/1926) RISULTATI: Andrea Doria – Fortitudo 1-2 Cremonese – Livorno 0-1 Padova – Milan 1-3 Sampierdarenese – Bologna 1-3 CLASSIFICA: Torino, Livorno, Milan p. 10, Alessandria, Padova, Bologna 9, Sampierdarenese 8, Andrea Doria 6, Cremonese 4, Fortitudo 3. ogni * = una gara in meno Il punto sul campionato Un fatto senza precedenti, nella storia del football italiano, caratterizza la penultima giornata del girone d'andata del campionato: tutte le cinque partite del girone B si sono concluse e con la vittoria delle squadre ospitate, e il vantaggio del campo non è ieri esistito affatto. Inutile dire che la giornata di ieri batte il record in fatto di risultati a sorpresa: ogni partita del girone B ha una conclusione che non poteva essere prevista. La più grossa sorpresa - ed è lieta sorpresa per i milanesi - giunse da Padova. La coraggiosa squadra del Milan, che marcia con una andatura indiavolata passando da un successo all'altro con una continuità ammirevole, è riuscita a conquistare sul terreno padovano un risultato che nessuno mai quest'anno aveva potuto far registrare, Tale risultato appare ancora più significativo se si ricordano le ultime ottime prove del Padova. La vittoria sul Padova, unita a quelle ottenute sul Livorno e sul Bologna ed ai risultati nulli registrati a Torino e contro l'Alessandria, conferma l'attuale notevole efficienza della squadra milanese, che dopo un inizio infelice è riuscita con scarsi mezzi a conquistare un posto d'avanguardia solo in virtù della ammirevole forza di volontà dei suoi uomini e della saggia opera degli attuali dirigenti. Il Livorno, dopo la buona prova compiuta domenica scorsa contro l'Alessandria, ha vinto a Cremona, dimostrando di voler restare, molto e bene, nelle posizioni di testa. La Fortitudo ha trovato finalmente un poco di fortuna ed ha costretto la Doria alla resa proprio a Genova. Non era prevista una vittoria tanto netta del Torino ad Alessandria. La bella squadra torinese, che ha il vantaggio di avere anche disputata una partita in meno - quella contro la Doria in casa sua - si piazza cosi sicuramente al posto di leader. Il Bologna dimostra di essere tutt'altro che finito ed è riuscito a vincere e con punteggio netto sul già invincibile terreno sampierdarenese. Sette squadre figurano nella classifica del girone B, con non più di due punti di distacco. Questo mostra tutta la bellezza della incerta lotta. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio)

Girone B

Alessandria US - Torino FBC 1 - 3 (0 - 0)

RETI:

86. Cattaneo R.[A]
55. Baloncieri [To] , 64. Libonatti [To] , 74. Baloncieri [To]

Alessandria US

Curti Mario, Viviano Andrea, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Papa (II) Nicola, Koszta Imre, Cattaneo Renato, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo Angelo

All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

TORINO FBC: Bosia, Balacics, Martin (II) Cesare, Staccione (I) Vittorio, Janni, Sperone, Carrera, Baloncieri, Libonatti, Rossetti (II) Gino, Franzoni. All.: Schöffer Imre.

Arbitro: Bellandi Stefano (Milano)

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Girone B

Alessandria US - Torino FBC 1 - 3 (0 - 0)

RETI:

86. Cattaneo R.[A]55. Baloncieri [To] , 64. Libonatti [To] , 74. Baloncieri [To]

Alessandria US

Curti Mario, Viviano Andrea, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Papa (II) Nicola, Koszta Imre, Cattaneo Renato, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo AngeloAll.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

TORINO FBC: Bosia, Balacics, Martin (II) Cesare, Staccione (I) Vittorio, Janni, Sperone, Carrera, Baloncieri, Libonatti, Rossetti (II) Gino, Franzoni. All.: Schöffer Imre.

Arbitro: Bellandi Stefano (Milano)

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