Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1937/1938
Serie B
24-10-1937 - Giornata: 7 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Verona AC 2 - 0 (1 - 0)
RETI: 14. Massiglia A.[A], 71. Robotti L.[A]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Rosso Alberto, Caligaris Luigi, Parodi Pasquale, Bigando Giovanni, Massiglia Armando, Robotti Luciano, Celoria Mario, Coscia Aristide, Vecchi Eligio All.: Soutschek Rudolf

Formazione avversaria
VERONA AC: Micheloni; Gorreta, Busin; Zamperini, Bernardi, Stefanini; Bianchi (I) Giovanni, Bonesini, Zandali, Andreis, Biagini. All.: Vanicsek János

Arbitro: Conticini Alfredo (Firenze) [Ambrosio, Carletti]
Note
Infortunato: 65’ Coscia [A], passato all’ala sinistra «La Stampa» attribuisce la seconda rete dell’Alessandria a Celoria Angoli: 10-5. Spettatori: 4.000 Giornata calda e assolata, terreno viscido e assai pesante per le piogge insistenti dei giorni precedenti Inizio gara ore 15:00

Commento
ALESSANDRIA-VERONA 2-0 I grigi hanno ottenuto un buon successo sui gialloblu dopo 90 minuti di lotta accanita ed emotiva poiché il Verona è stato un avversario duro da piegare. Il primo tempo è stato il più brillante della partita, avendo il Verona sfoggiato un gioco veloce ed insidioso. L’Alessandria ha marcato un bel punto al 24’ su azione di Massiglia, su azione Coscia-Vecchi, dopo di che invano ha tentato di superare nuovamente la difesa scaligera. Nella ripresa Coscia, contuso, ha dovuto spostarsi all’estrema sinistra, il che ha diminuito l’efficienza del reparto avanzato grigio. Ciò nondimeno l’Alessandria ha prevalso, cogliendo un secondo goal al 28’ con Celoria, su passaggio di Robotti. Verso la fine il Verona si è impegnato a fondo per salvare l’onore, senza riuscirvi. («La Stampa», 25 ottobre 1937) Gioco animoso e poco tecnico. L’Alessandria ha vinto, ma non ha convinto: la squadra non gira ancora come si può pretendere da una inquadratura fresca della Divisione A, comunque, a sprazzi i grigi hanno manovrato d’intesa e si sono imposti alla combattiva compagine blugialla, la quale è stata buona nel lavoro a metà campo, ma poco pericolosa all’attacco. Al 20’ del secondo tempo Coscia zoppicante si è scambiato il posto con Vecchi. Nessun incidente grave. Due tiri di Andreis e un altro di Coscia, entrambi su mischie, sono stati respinti dai montanti. Ancora una volta la squadra grigia non è riuscita a convincere il proprio pubblico (il quale ad onore del vero da qualche tempo è pessimista in sommo grado) giocando contro la volitiva squadra veronese, la quale pur essendo la seconda nella graduatoria delle reti segnate, subito dopo il Novara, non ha dimostrato oggi qualità penetrative e provvista di stoccatori. Zandali, Bonesini e Andreis hanno indugiato troppo nei pressi dell’area alessandrina e quando hanno tentato la via della rete i tiri hanno difettato di precisione e di pericolosità. Il sestetto di retroguardia giallazzurro ha giocato una buona partita manovrando con sicurezza nei settori ove maggiormente incombeva la minaccia. Gli uomini di Bonesini hanno avuto negli estremi Biagini e Bianchi I i giocatori più pericolosi e conclusivi. Prodigo il lavoro di Bernardi, un po’ rudi Busin e Zamperini. L’Alessandria con Celoria a centroattacco non ha potuto legare il gioco del quintetto, perché il sostituto di Torti, pur prodigandosi, ha tendenza a spostarsi ad interno, suo ruolo abituale. Il mancato rendimento dell’attacco alessandrino deve essere considerato anche in rapporto al buon lavoro svolto dalla difesa veronese. Il campo sdrucciolevole ed appiccicaticcio ha fatto convergere sul gioco delle ali tutte le azioni più pericolose, infatti l’Alessandria ha colto i due goal su centro dell’ala sinistra, che hanno avuto il potere di rendere più agevole la stoccata decisiva nell’area di Micheloni. Tra i grigi, Caligaris è stato ancora il migliore della mediana, Parodi ha migliorato, ma dato le condizioni del campo, avrebbe dovuto emergere su compagni ed avversari. Buono il lavoro di rifornimento svolto da Robotti e Coscia, più aggressivo Massiglia e non nella sua migliore forma il volenteroso Vecchi. Al 15’ un’azione sulla sinistra tra Coscia e Vecchi si risolve con un centro che spiazza la difesa avversaria dando modo all’ala destra Massiglia di battere il portiere con un tiro imparabile e trasversale. Gli ospiti contrattaccano e l’Alessandria al suo primo angolo è in pericolo perché la palla sguscia dalle mani di Ceresa. L’arbitro tollera alcuni falli marchiani e susseguono punizioni e calci d’angolo. Nella ripresa, dopo un inizio minaccioso dei veronesi, l’Alessandria senza tener le redini della partita si dimostra migliore dell’avversaria e coordina qualche buona azione. Al 26’ Coscia che poco prima aveva scambiato il posto con Vecchi, invia al centro un pallone che trova Robotti pronto a girare in rete di testa. («La Gazzetta dello Sport», 26 ottobre 1937) Per la prima volta si affaccia [al primato] l’Alessandria, la sola delle squadre del primo gruppo che abbia vinto. Il giuoco, specialmente quello della prima linea, non è ancora di buona marca, ma il Verona fuori casa è un ostacolo che i grigi anche non giuocando bene, non potevano non superare. (Alberto Valentini, «Il Littoriale», 27 ottobre 1937) ALESSANDRIA-VERONA 2-0 Anche la vittoria «sul Verona non ha soddisfatto il pubblico locale, i dirigenti e gli stessi giocatori. L’Alessandria oggi non ingrana perché uomini come Ceresa, Rosso, Bigando, e in special modo Parodi, attraversano un periodo di incomprensibile declino. L’assenza di Torti va considerata a parte e Celoria, chiamato a coprire il difficile ruolo di centro-attacco e trovandosi ancora in condizioni fisiche imperfette, ha fatto del suo meglio. Si deve considerare che Parodi ha dato poco aiuto all'attacco rendendo più difficile il lavoro del condottiero. Del resto Zandali, tra i veronesi, centro a vanti di nota fama, non ha fatto ili più di Celoria. Robotti ha lavorato anche troppo ed ha figurato meno che se avesse sveltita l’azione; migliorato Massiglia; in ombra il tenace Vecchi e volonteroso Coscia, anche dono l’infortunio al piede. E’ vero che la squadra non ha convinto, ma i compagni di Lombardo non hanno demeritata la vittoria; quindi, punteggio a parte, si deve avere fiducia in un riordinamento dei quadri e non blaterare troppo se l’azione non è scintillante come prescrivono i canoni del gioco tecnico. Non è col pessimismo degli sportivi locali che si può migliorare il gioco della squadra. Per la cronaca, la squadra ha giocato nella solita formazione con la sola variante di Celoria al posto di Torti. Le reti sono state segnate da Massiglia su centro di Vecchi al 15’ del 1° tempo e da Robotti al 26° della ripresa, di testa, su centro di Coscia. Complessivamente calci d’angolo: 10 contro il Verona e 5 contro l’Alessandria. Arbitro con le traveggole Conticini di Firenze (Il Piccolo, 30/10/1937) RISULTATI: Anconitana-Cremonese 0-0 Brescia-Palermo 1-1 Padova-Venezia 1-0 Sanremese-Pisa 2-1 Spezia-Modena 2-0 Taranto-Pro Vercelli 1-2 Vigevano-Messina 1-1 Riposa: Novara CLASSIFICA: Novara, Alessandria, Anconitana, Vigevano 10; Venezia 9; Palermo 8; Padova, Pisa, Modena, Pro Vercelli, Verona 7; Sanremese, Messina 5; Cremonese, Taranto, Spezia 3; Brescia* 1. *: una gara in meno. IL PUNTO SUL CAMPIONATO La giornata della Serie B è caratterizzata dai risultati pari nei quali sono incappate le squadre immediate inseguitrici del Novara. Gli azzurri rispettavano il loro turno di riposo e Vigevano e Anconitana non hanno voluto far torto ai loro rivali, mettendosi entrambe ad attenderli, con sfoggio della migliore buona volontà. […] È interessante però l’ascesa dell’Alessandria, la quale, battendo un avversario difficile quale sa sempre essere il Verona, si è anch’essa portata alla pari con le altre tre squadre e quindi può guardare all’immediato avvenire con sufficiente serenità. Non bisogna credere che l’affermazione dei grigi sia risultata scevra di difficoltà: il punteggio è stato però netto: un 2 a 0 che non lascia adito a dubbi sulla legittimità della vittoria. […] Can Grande ha abbaiato notevolmente verso il finale dell’incontro ma non è riuscito neppure a salvare l’onore. Ciò può confermare l’antico detto che afferma come il «cane che abbia non morde». («Stampa Sera», 25 ottobre 1937)