Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1937/1938
Serie B
14-11-1937 - Giornata: 9 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Venezia AFC 1 - 1 (1 - 0)
RETI: 16. Coscia A.[A] 73. Gruden M. [Ve]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Rosso Alberto, Caligaris Luigi, Parodi Pasquale, Bigando Giovanni, Massiglia Armando, Robotti Luciano, Celoria Mario, Coscia Aristide, Vecchi Eligio All.: Soutschek Rudolf

Formazione avversaria
VENEZIA AFC: Sgardi; Signoretto, Allemandi; Gruden, Castello, Vale; Baldinotti, Suber, Rosa, Clerici, Baldi. All.: Csapkay Károly

Arbitro: Ceccherini Guido (Como) [Fornaresio, Tosetti]
Note
Espulso: 85’ Allemandi [V] Angoli: 8-3. Spettatori: 4.000, tra cui una settantina di tifosi veneziani Giornata tiepida e assolata, terreno secco ma non bellissimo Inizio gara ore 14:30

Commento
Partita più elettrizzante ed emozionante che bella. E non sono forse queste le più care al pubblico il quale vuole essere spettatore e protagonista nel tempo stesso con il suo continuo incitamento alla squadra del cuore? È caduta sì in basso, nella categoria B, l’Alessandria, ma la passione non è affatto mutata. Anche se gli ospiti non si chiamano più Juventus né Ambrosiana né Lazio né Bologna. Qualche scappellotto al cappello del vicino giureremmo che è sfuggito a qualcuno nei momenti più salienti della gara e alla fine dell’incontro c’era odor di baruffa (soltanto odore, per fortuna). Gli è che l’Alessandria, una delle unità del quadrilatero famoso, si è affiancata al Novara in testa alla classifca, e non intende disarmare. I dirigenti non hanno trascurato le cure alla squadra che anzi è ora più coccolata di quand’era in Divisione Nazionale A. Gente che non si arrende facilmente quella di Alessandria. Provincia calcistica lo è, ma provincia ancora sana. I giocatori dal punto di vista tecnico se non sono di troppo, non sono davvero poco curati: c’è Soutschek (che vanta parecchi successi in materia durante le sue peregrinazioni nella Penisola) e c’è un consiglio direttivo di primissimo ordine, nel quale figurano sportivi noti e apprezzati. Quanto a disciplina, armonia, spirito di società, tutto fila come in un collegio. Prevale tra i giocatori l’elemento alessandrino e questo certamente è un ottimo segno e una garanzia di attaccamento; per i «forestieri», cioè gli altri, s’è provveduto a metterli sotto lo stesso tetto ed alla stessa mensa. C’è una casetta che li ospita e si chiama «la casa dei grigi»: qui fanno vita in comune come tanti convittori o, se meglio volete, come tanti fratelli. Nove fratelli che non faticano a comprendersi perché Parodi e Massiglia sono di Novi Ligure, Caligaris e Bigando di Vercelli, Ceresa di Casale, Maggi ha famiglia a Vigevano, Vecchi a Milano e Torti a Varese. Il loro tutore è Soutschek: sorriso sulle labbra, ma severità sul lavoro. «In domo felicitas»: ecco il moto latino che potrebbe star bene sulla porta della «casa dei grigi». Come va l’allevamento dei giovani orsacchiotti? Bene a stare alle nostre informazioni perché ci sono nei ranghi dei giovanissimi due purosangue che promettono veramente: uno è Carassa, ala destra delle riserve, promosso da poco dagli allievi (si tratta di un atleta che vien su sulle orme di Busani di cui ha tutte le doti e le qualità: taglia atletica, tipo di gioco, falcata e «centri»); l’altro è il fratello di Cresta, l’ex rossonero passato al Modena (una mela tagliata a metà col fratello maggiore Luigi, stesso stile, stessa caparbietà agonistica: è un mediano laterale). Il pubblico alessandrino è affezionato alla sua società e al campo del Littorio accorre in massa compatta. È vero che qualcuno ha trovato modo di soddisfare la sua passionaccia aprendo con stecchi di legno feritoie tra le tegole vecchie dei tetti delle basse case che circondano il campo: un modo ingegnoso per scroccare lo spettacolo senza cavare un soldo. Ma per fortuna si tratta di eccezioni e anche certi solai hanno limiti di visibilità e di capienza. Il campo oggi era zeppo: quattromila alessandrini vocianti, incitanti i grigi. E, oltre alle autorità, qualche ospite illustre, presente per l’occasione come Costante Girardengo e Luigi Facelli. Ma è scritto che sul proprio campo l’Alessandria non debba essere prodiga di soddisfazioni. Fuori campo si permette di infliggere alla Cremonese una sconfitta con tre punti di scarto mentre qui, anche se gioca leggermente meglio del solito, non riesce ad appagare l’appetito dei suoi. Eppure è la stessa squadra che manovra, sono gli stessi uomini che si buttano nella competizione con tutto il cuore. Il fenomeno è strano, ma forse non abbastanza per non avere una spiegazione tecnica esauriente. Ed è che sul proprio campo, con il dovere e lo stimolo di attaccare, la squadra ospitante si fa in mille nell’area di rigore avversaria e nella confusione non trova che due o tre buone occasioni per segnare (se poi le sbaglia, addio); quando invece l’Alessandria si porta fuori campo sono gli avversari che ci pensano a portare mille attacchi in area alessandrina, mentre ai grigi riesce più facile contenere l’impeto avversario e realizzare, perché la manovra di contropiede ha maggior respiro. Gli ordini insomma s’invertono: fuori campo bastano due o tre discese coi fiocchi per segnare dei magnifici goal. Questo fenomeno non è soltanto dell’Alessandria, è anche del Venezia, dell’Anconitana, del Palermo e della Pro Vercelli, squadre che finora hanno accusato i maggiori squilibri di rendimento tra le partite casalinghe e quelle in trasferta. I grigi, lo si è visto nelle azioni del primo tempo, quando ancora il gioco non era in preda all’affanno della segnatura, hanno dimostrato di possedere un maggior assieme e idee più chiare dei loro avversari all’attacco. Hanno segnato in seguito a calcio d’angolo, ma già una volta Celoria aveva sfiorato la traversa con un tiro scoccato a pallone volante su azione di bella impostazione. Ecco come l’Alessandria ha segnato al 14’. Calcio d’angolo contro il Venezia: batte Massiglia, il portiere respinge fiaccamente, riprende Coscia di testa e indirizza nell’angolo. Non c’è più il portiere, ma c’è Castello che respinge di pugno in porta. Troppo tardi, il pallone aveva già varcato di poco la soglia ed anche il tentativo di «rigore» è vano. Altre belle azioni saranno create dagli ospitanti per merito di Vecchi (che si avvede tardi dell’uscita a vuoto del guardiano) e di Coscia che offre un nuovo pallone volante a Celoria. Il neroverde Vale dovrà tra l’altro salvare a porta vuota, perché il suo portiere non è pronto su un passaggio indietro di Allemandi. Queste sono le più belle azioni create dai grigi, controbattute da due occasioni da rete mancate di Rosa il quale, su contrattacco, aveva avuto sul piede la palla che poteva battere Ceresa. E fino a questo punto – fine del primo tempo – si poteva credere che l’Alessandria potesse ancora segnare. Al contrario nella ripresa l’Alessandria, partendo all’arrembaggio, senza soste, si è preclusa senza avvedersene la via della rete, offrendola invece all’avversario, che ha potuto attaccare meno sovente, ma rendersi più pericoloso. Tuttavia nemmeno il Venezia ha segnato su azione di manovra. Il suo goal è nato al 15’ su calcio d’angolo, quando già Vecchi colpendo il palo e Massiglia sbagliando un tiro a porta vuota, avevano sfiorato il successo. Ecco il goal veneziano: batte dall’angolo Baldi, breve respinta della difesa e tiro di Clerici; la sfera arriva davanti a Suber e a Gruden i quali non hanno davanti a sé che il portiere: tira il secondo e segna. Il serrate alessandrino diviene ancora più accanito, il gioco si fa più deciso e falloso, Ceccherini coglie parecchi falli sul limite dell’area veneziana, ma nemmeno l’espulsione di Allemandi vale a mutare il pareggio. Al 37’ Baldinotti raccoglie un centro di Baldi, ma il suo tiro al volo è impreciso. È la fine. Brevi note sui reparti. Il Venezia ha avuto nella mediana il suo miglior reparto. L’attacco veneziano ha brillato per qualche buona individualità, ma non per l’assieme. Un baluardo la coppia dei terzini. La difesa alessandrina ha denunciato qualche debolezza, ma si è ripresa egregiamente come del resto la mediana che è stata inferiore a quella avversaria. L’attacco grigio ha avuto sulla sinistra il punto di maggior forza. Brevi note sugli uomini. Sgardi: una sola parata coi fiocchi, nel secondo tempo, su tiro di Cosca. Allemandi: è sempre un gladiatore, non ha risparmiato il suo fisico. Signoretto: in continuo miglioramento. Non ha fallito un’entrata; mobilissimo e scattante. Castello: uno dei migliori in campo. Gran cuore e anche cervello fino. Gruden: un partitone. Con Vecchi ha ingaggiato una lotta magnifica nella quale i successi sono stati alterni. Vale: infaticabile. Un giocatore che sa essere utile tanto all’attacco quanto in difesa indifferentemente. Baldi: due o tre discese ben riuscite. Suber: tenace e attivo sempre, troppo sacrificato in compiti difensivi. Clerici: giocatore di finezze, ma assai leggero e per una partita così combattuta… Rosa: più sangue freddo sotto porta. Buoni gli smistamenti. Baldinotti: poche discese, ma pericolose. Ceresa: poche parate ma sicure. Tempista si è rivelato nel deviare un tiro di Clerici. Lombardo: il migliore dei difensori. Per scaltrezza e precisione ha fatto la stessa parte di Allemandi sul suo campo. Meno impetuoso però nelle entrate. Rosso: sa giocare meglio e con più intesa; non era giornata felicissima. Caligaris: un mastino che ha saputo rendere preziosi servigi alla squadra, specie in difesa. Parodi: in crescendo di forma. Ha iniziato piano, ma ha terminato a cento all’ora. Nella ripresa ha gareggiato in vigore con Castello. Bigando: combattività da vendere, ma non sempre molto preciso. Ha dato buoni palloni a Vecchi. Massiglia: ottima prova, magnifiche puntate in area avversaria. Robotti: l’abbiamo visto giocare meglio. Giornata nera? Celoria: buon inizio, ma poi nervosismo e idee confuse. Coscia: il migliore dell’attacco, un campione in formazione, forse un asso di domani. Degno continuatore della fama delle mezze ali alessandrine. Vecchi: moralmente e fisicamente a posto, ha giocato un’ottima partita. Se lo vedessero i nerazzurri… Ceccherini ha condotto in porto senza incidenti e con abilità una partita piuttosto scorbutica. Tempo ideale. Terreno secco ma non bellissimo. Nessun grave incidente per gioco duro. Verso la fine l’arbitro ha espulso Allemandi per un’entrata – a vuoto – su Robotti. Il fallo si è svolto dalla parte opposta alla tribuna principale e il terzino era coperto. Robotti pare abbia schivato l’entrata: in realtà l’alessandrino non è caduto contuso. Ma l’arbitro ha preso il provvedimento per misura precauzionale, giustificandolo col fatto di aver già precedentemente ammonito il neroverde. Con l’uscita di Allemandi, Gruden è passato terzino e Suber mediano. Negli ultimi minuti scambio di posto fra Rosa e Baldinotti. Al 6’ della ripresa Vecchi ha colpito la traversa. (Luigi Grassi, «La Gazzetta dello Sport», 15 novembre 1937) È destino che i grigi sul loro campo non riescano a realizzare in punti la superiorità di attacchi profusa in tutto l’incontro. Anche oggi gli ospiti neroverdi sono stati largamente dominati, ma hanno tuttavia strappato il pareggio e malgrado le reiterate offensive sferrate dagli alessandrini la partita è terminata senza vinti né vincitori. Attaccano subito i grigi. La rete di Sgardi è violata al 13’ in seguito a un calcio d’angolo battuto da Massiglia. Coscia riesce a deviare di testa il pallone in rete, conquistando il punto. Cinque minuti dopo i grigi sono a loro volta in angolo e Ceresa salva una situazione disperata. La situazione si inverte nuovamente in campo veneziano, ma senza alcun esito. Nella ripresa l’Alessandria domina ininterrottamente per una diecina di minuti con tiri precisi di Massiglia, Celoria e Vecchi, parte respinti dai pali, altri dal portiere. Al 15’ su calcio d’angolo contro i grigi avviene una mischia: la difesa alessandrina tentenna e Gruden riesce a strappare il pareggio. Per il restante del tempo è una lotta continua sotto la porta veneziana ma nessun altro punto viene segnato. Allemandi si distingue per alcuni interventi troppo rudi e scorrettezze, cosicché l’arbitro lo espelle. («Il Littoriale», 15 novembre 1937) ALESSANDRIA-VENEZIA 1-1 La squadra lagunare ha saputo tenere in iscacco la squadra grigia, che alla vigilia godeva i favori del pronostico. Il fatto è che il Venezia, assai forte in difesa, è riuscito a rendere vani i numerosi attacchi dell’Alessandria, i cui avanti hanno difettato anche di prontezza e precisione nel tiro a rete. Il primo tempo si è chiuso con un punto a favore dell’Alessandria, marcato da Coscia al 16’. Nella ripresa i neroverdi, pur dovendo subire ancora la prevalenza dei grigi, hanno a tratti contrattaccato, realizzando il pareggio, al 28’, per merito di Gruden. Il Venezia si è poi rinserrato nella sua metà campo, resistendo tenacemente al serrate avversario. («La Stampa», 15 novembre 1937) ALESSANDRIA-VENEZIA 1-1 Ancora una volta il Campo del Littorio ha concesso agli ospiti la divisione dei punti dopo una partita di chiaro predominio alessandrino. Nei precedenti incontri la squadra locale non aveva convinto il pubblico a causa del gioco ancora privo di mordente e di chiarezza: c’era qualche cosa che annebbiava le idee e che rendeva isolati i reparti. Contro il Venezia le azioni sono state più organiche: complessivamente più a posto il sestetto di retroguardia e maggiormente penetrante il quintetto di attacco. Ma la sorte non è stata favorevole alla squadra locale e ne ha approfittato «l’undici» neroverde per strappare un risultato pari. Per l’Alessandria ha segnato Coscia, di testa al 14’ minuto, su calcio d’angolo; Gruden ha pareggiato per il Venezia nella ripresa, pure su calcio d’angolo. («Il Piccolo», 20 novembre 1937) RISULTATI: Cremonese-Novara 0-0 Messina-Taranto 5-3 Padova-Modena 3-2 Palermo-Anconitana 0-2 Pro Vercelli-Brescia 2-1 Sanremese-Verona 1-3 Spezia-Pisa 0-0 Riposa: Vigevano CLASSIFICA: Novara, Alessandria 13; Venezia, Anconitana 12; Pisa, Vigevano, Padova, Verona, Palermo 10; Pro Vercelli* 9; Sanremese, Modena, Messina 7; Cremonese, Spezia 4; Brescia, Taranto 3 *: una gara in meno IL PUNTO SUL CAMPIONATO La nona giornata del campionato si era presentata come un esame… collettivo delle possibilità degli inseguitori di Novara e Alessandria […]. Tranne il Palermo, tutte le altre aspiranti alla promozione hanno superato la prova […]. L’Anconitana balza al terzo posto affiancandosi – ad un solo punto dai capilista – al Venezia protagonista dell’altro più interessante risultato della giornata. Ai neroverdi per giungere a dimostrare che in campo avversario non perdevano l’autorità di squadra che punta alla promozione, il calendario aveva imposto un esame molto severo; essi lo superano in forza di una difesa che ha allontanato le minacce grigie, sterili peraltro come spesso avviene quando l’Alessandria giuoca sul proprio terreno. (Alberto Valentini, «Il Littoriale», 17 novembre 1937).