Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1937/1938
Serie B
21-11-1937 - Giornata: 10 - Ancona - Littorio


Anconitana-Bianchi US - Alessandria US 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 82. Corbelli G. [An]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Rosso Alberto, Caligaris Luigi, Parodi Pasquale, Bigando Giovanni, Massiglia Armando, Robotti Luciano, Torti (II) Luigi, Coscia Aristide, Vecchi Eligio All.: Soutschek Rudolf

Formazione avversaria
ANCONITANA-BIANCHI US: Necchi; Ratti, Pincelli; Ghetti, Baldoni (II), Colombo; Silvestrelli (II) Corrado, Fiorini (I), Varoli, Corbelli, Cristina. All.: Kőszegy György.

Arbitro: Dattilo Generoso (Roma) [Marangoni, Marcolini]
Note
Angoli: 2-4. Spettatori: 5.000 Giornata ottima, terreno sdrucciolevole nella zona centrale Inizio gara ore 14.30

Commento
Nelle file d’avanguardia l’Alessandria ha accusato quella indecisione che le è senza dubbio costata la sconfitta e che viceversa non è mai affiorata nel reparto centrale e nel settore difensivo. A questo primo rilievo occorre far seguire l’altro non meno importante che riguarda l’attacco anconitano il quale ha spessissimo scoccato frecce dall’arco teso della volontà e della decisione e dopo aver molte volte misurato male le distanze, ha finalmente lasciato partire il colpo che doveva inesorabilmente battere il portiere della schiera piemontese: uno spiovente battuto da Corbelli, quasi sul finire della combattuta contesa, con una traiettoria che ingannato l’attentissimo Ceresa. Magnifica lottatrice la squadra alessandrina che ha avuto in Parodi il componente di primo piano; compagine che non ama la condotta passiva ed eccelle nel gioco spedito a palloni bassi variato nell’impianto e negli sviluppi, ma impastoiata nelle tergiversazioni del quintetto che pare voglia osare soltanto a colpo sicuro. L’Anconitana ha voluto emulare il rivale maggiore non proprio sul terreno della tecnica e della classe, ma su quello dell’ardimento e dell’aggressività. Ha tenuto da un capo all’altro un atteggiamento bersaglieresco agile nella freschezza dei movimenti, impetuoso nelle incursioni a rete, quasi sempre incrollabile nella retroguardia. Ha avuto momenti difficili, l’esordiente giallorosso, ma altrettanto ha sofferto l’avversaria, sotto l’incalzare del pericolo sovente presentatosi nel settore di Ceresa. L’Alessandria ha infatti avuto la sensazione di dover crollare da un momento all’altro nella prima mezz’ora di gioco. Poi s’è rinfrancata ed è partita a folate con un complesso di otto uomini minacciando a sua volta; s’era quasi adagiata nella speranza d’un risultato pari e teneva in serbo un minimo di possibilità di successo allorché la botta di Corbelli l’ha annichilita. Il gioco non ha mai ristagnato in un settore o nell’altro; ci sono state fasi di più o meno lunga prevalenza, ma gli avversari, ricevuta la botta, hanno sempre risposto con vivacità, con energia e con impeto. Senza dubbio quella d’oggi è stata una delle partite maiuscole della divisione cadetta. L’Alessandria ha perduto con tutto l’onore e l’Anconitana appare in più vivida luce nella riconquistata posizione di comando. Della matricola essa non ha più che un lieve ricordo. La direzione di Dattilo, meticolosa e precisa nella prima parte, ha lasciato sorpresi per qualche svarione nella ripresa. Se una squadra può lamentare del danno, questa è l’Anconitana. («La Gazzetta dello Sport», 22 novembre 1937) ANCONA-ALESSANDRIA 1-0 I giallorossi hanno vinto l’attesissima partita dopo 90 minuti di lotta accanita ed emozionante, il cui punteggio è molto espressivo in proposito. L’Alessandria, confermando la sua fama di compagne solida e pericolosa, ha controbattuto brillantemente nel primo tempo, chiusosi 0 a 0, le folate offensive dell’Anconitana, ma nella ripresa si è vista costretta in alcuni periodi ad una difesa accorta e serrata. In base al suo svolgimento, si riteneva che la contesa dovesse terminare a reti inviolate, quando improvvisamente, al 37’, Corbelli con un tiro spiovente sorprendeva il portiere grigio aggiudicando la vittoria ai concittadini. («La Stampa», 22 novembre 1937) Stimolata dall’orgoglio di un luminoso successo l’Anconitana s’impone all’Alessandria marcando a 8 minuti dalla fine. Gara ardentemente combattuta da due rivali decisi a concluderla con un vinto e un vincitore: da una parte l’Alessandria gigante indomito che mirava a confondere le idee ed a colpire a fondo sfoggiando motivi di eccellenza di gioco fin nei pressi dell’area estrema; dall’altra la esordiente imbaldanzita da una posizione di classifica ottenuta in premio di una condotta garibaldina, stimolata dall’orgoglio di misurarsi con onore sul piano dell’aggressività, se non proprio su quello della classe, fatta ardita da una mezz’ora di giuoco di apertura sviluppato con prevalenza offensiva e con propositi seri, animosa fino al punto di voler cogliere il successo per mostrarsi ben degna dell’avversario superiore e del posto di avanguardia consolidato. Bella partita nel complesso; uno di quegli episodi che le legioni dei sostenitori mettono nello scrigno degli avvenimenti che segnano le tappe di un’ascesa faticosa, che splendono di luce inconfondibile nella carriera di una squadra e consentono di precisarne i pregi e – perché no? – anche le possibilità future in un torneo che è ben ricco di incognite, ma non è avaro di soddisfazione. Con l’identica formazione di Palermo, l’Anconitana è scesa in campo contro i grigi alessandrini, ma il miracoloso balzo compiuto in terra sicula dopo lo smarrimento di Pisa non rendeva unanimemente tranquilli sulla efficienza dell’Anconitana e sul suo rendimento nella contesa aspra e indubbiamente assai difficile; c’era timore diffuso in giro sulla condotta di Necchi e sull’abilità di Baldoni; sussistevano incertezze su comportamento del settore destro dell’attacco rinnovato con Silvestrelli e con Fiorini. Ma tutto, timori, incertezze, l’intero bagaglio delle paure, tutto è apparso infondato ed esagerato. Dal portiere che ha avuto momento felicissimi ed ha respinto alcuni tiri insidiosi, al medio centro il quale ha guidato con bravura, con costanza ed intuizione la propria fila ed ha letteralmente sventagliato con varietà di colpi sul quintetto, dalla coppia dei terzini ai mediani laterali, tutti quasi sempre a posto nel disbrigo di un lavoro positivo e talvolta rilevante, fino al reparto avanzato fuso nel giuoco di impeto, come nella minuziosa ricerca di un corridoio che gli permettesse di slittare di sorpresa fra le poderose maglie del settore estremo piemontese. L’Anconitana merita il più schietto elogio collettivo che non vuol passare sotto silenzio talune battute in tono minore inevitabili e giustificabili data la statura dei rivali ed è soltanto il riconoscimento sincero e spassionato per quanto essa ha saputo fare di buono, di bello e di entusiasmante. L’Alessandria ha avuto dinanzi una schiera tutt’altro che disposta a subire una padronanza tecnica e rassegnata ad una difensiva ad oltranza: ha dovuto spendere anch’essa tesori di energia per contenere il rapido flusso degli attacchi, si è imposta un’accortezza di manovra, come se da un momento all’altro dovesse crollare il proprio edificio di esperienza e di mestiere. Difesa e linea centrale con Parodi in assoluta emergenza, hanno lanciato il quintetto in precipitose sfuriate che pareva dovessero scuotere inesorabilmente l’estrema trincea giallorossa. Ma proprio nella prima fila i grigi hanno rivelato le più lampanti deficienze. Fulmineamente tutto il fronte si impegnava da un estremo all’altro. Il trio centrale con gli interni pronti all’avanzata, lavorava sulla linea ricamando, senza molti scatti in profondità ed in questo sistema di affannosa ricerca della botta sicura l’Alessandria ha trovato il motivo principale della sconfitta. Ceresa ha dimostrato una chiara sicurezza nei tiri dal limite che gli sono stati scoccati a decine, ha salvato la rete da azioni a più diretto contatto, ma non ha potuto evitare lo spiovente che Corbelli, ricevuta la palla da Baldoni, gli ha indirizzato al 37’ della ripresa, una palla a fil di traversa che gli ha fatto mal giudicare la traiettoria. Da questa rete piglia luce la prova dei giallorossi i quali oggi assumono il comando del plotone dividendolo con il Venezia. Da questa rete (i particolari minimi non contano in questa gara che ci sembra di aver sintetizzato nello stesso commento) ha avuto accensione l’entusiasmo fino allora mal contenuto dei cinquemila spettatori e che è esploso alla fine, sugli ultimi guizzi dell’attacco giallorosso, confondendo i vincitori ai vinti anche questi ben meritevoli. («Il Littoriale», 22 novembre 1937) LA SCONFITTA DI ANCONA La squadra alessandrina è stata sconfitta ad Ancona per una rete piuttosto fortunosa scaturita negli ultimi minuti della partita. L’attacco grigio è stato incerto nelle azioni propizie e quando ha ripetutamente cercato la via della rete ha sempre trovato vigilissimo il bravo portiere avversario. La partita è stata giocata apertamente e l’Alessandria avrebbe dovuto trovare il mezzo per non uscire battuta dal difficile campo anconetano. («Il Piccolo», 27 novembre 1937) RISULTATI: Brescia-Sanremese 0-2 Modena-Pro Vercelli 2-0 Padova-Cremonese 3-1 Palermo-Messina 2-0 Pisa-Novara 2-0 Taranto-Vigevano 2-2 Venezia-Verona 2-0 Riposa: Spezia CLASSIFICA: Anconitana, Venezia 14; Novara, Alessandria* 13; Padova, Pisa, Palermo* 12; Vigevano 11; Verona* 10; Sanremese, Pro Vercelli, Modena* 9; Messina* 7; Cremonese, Spezia, Taranto 4; Brescia 3. *: una gara in più IL PUNTO SUL CAMPIONATO Il risultato di maggior rilievo è la sconfitta del Novara, non tanto per la cosa in sé, ma per il secco punteggio che la contraddistingue. Due gol al Novara, quanti cioè ne aveva subiti nelle otto precedenti partite […]. Dopo l’Alessandria, l’Anconitana e dopo questa il Novara. La metà del loro attivo di nove partite i neroazzurri del Pisa l’hanno riservata alle squadre di grido. Gli onori del primo posto sono divisi dall’Anconitana col Venezia; i neroverdi sembrano ormai vicini a quel pieno rendimento che dovrebbe condurli molto lontano, almeno così ha detto la magnifica esibizione fornita contro il tradizionale avversario veronese. […] L’insuccesso della coppia piemontese infatti ha riportato avanti squadre le cui pretese erano state messe in disparte: il Padova, poi il Palermo, mentre i Vigevanesi, benché più indietro […] dicono che la loro candidatura è solidissima. Il Modena gioca finalmente una partita soddisfacente in pieno. Una resurrezione, diciamo così, rientrata è invece quella del Brescia. (Alberto Valentini, «Il Littoriale», 24 novembre 1937)