Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1937/1938
Serie B
28-11-1937 - Giornata: 11 - Taranto - Littorio


Taranto AS - Alessandria US 0 - 4 (0 - 1)
RETI: 30. rig. Robotti L.[A], 77. Massiglia A.[A], 83. Massiglia A.[A], 87. Torti (II) L.[A]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Rosso Alberto, Caligaris Luigi, Parodi Pasquale, Bigando Giovanni, Massiglia Armando, Robotti Luciano, Torti (II) Luigi, Coscia Aristide, Vecchi Eligio All.: Soutschek Rudolf

Formazione avversaria
TARANTO AS: Casirago; Giraud (II), Strata; Salar, Perrucci, Starace; Cavazza, Benet, Coccolo, Dapas, Tosi. All.: Kertész Géza.

Arbitro: Soliani Attilio (Genova)
Note
Rigore sbagliato: 69’ Coccolo [T] Angoli: 5-2. Spettatori: 2.000 Terreno sdrucciolevole, pioggia fortissima per tutta la partita Inizio gara ore 14.30

Commento
Per tutti i novanta minuti di giuoco la pioggia è caduta incessantemente, ma nonostante questo contrattempo atmosferico le squadre hanno svolto un’ottima partita sino al ventisettesimo minuto della ripresa, in cui Coccolo ha grossolanamente sciupato un calcio di rigore al quale erano sospesi gli animi ansiosi degli spettatori anelanti al pareggio. Infatti, i grigi alessandrini al 33’ del primo tempo si erano messi in vantaggio su calcio di rigore tirato da Robotti. La Taranto è partita al controattacco e nelle varie azioni svolte in campo avversario ha continuamente tenuto sotto la sua minaccia la difesa degli ospiti sfiorando le possibilità del successo che tuttavia ancora oggi è venuto a mancare per la deficienza della linea attaccante dovuta alla incoesione palesata dagli uomini della formazione odierna. Fatta eccezione dell’ala sinistra Tosi, che continua ad essere uno dei migliori elementi della squadra, e in parte di Dapas e di Benet, gli altri – è doloroso rilevarlo – sono venuti meno alla fiducia che in essi si riponeva. Anche nella mediana Perrucci si è come sempre distinto, ma la sua opera, per quanto volenterosa e tenace, non è stata sufficiente a sopperire alle manchevolezze dei compagni di fila. Giraud, nella difesa, è stato il migliore uomo dell’estremo tiro. L’Alessandria, il cui giuoco si è imposto all’ammirazione del pubblico soprattutto per la tecnica e l’affiatamento fra i vari reparti, ha dato spettacolo delle sue qualità di squadra salda e perfettamente amalgamata più che nel primo tempo, nel secondo tempo, durante il quale essa ha aumentato il bottino della vittoria di ben tre punti. Fallita, come abbiamo sopra accennato, la speranza di conseguire il pareggio sul calcio di rigore decretato dall’arbitro contro gli avversari, la squadra tarentina è andata man mano sfaldandosi anche perché l’incalzante successione delle azioni conclusive dei grigi alessandrini hanno sempre più allontanata la possibilità di riguadagnare il terreno perduto. A conclusione non ci resta che ripetere quanto abbiamo già notato nei precedenti incontri, e cioè che è necessario ricorrere a provvedimenti energici e risoluti per arginare le falle, ripetutamente denunziate, che sono causa della pericolosa china nella quale la Taranto avvia in questo campionato. («La Gazzetta del Mezzogiorno», 29 novembre 1937) La beneficiata alessandrina è venuta a seguito di una di quelle storie di partite che tirate a tutta andatura ed a denti stretti ad un certo punto trovano una delle contendenti propensa al collasso ed in condizioni di spirito molto depresse che conducono facilmente alla sconfitta. È successo precisamente questo e cioè: l’Alessandria tirava avanti con un punto all’attivo venuto fuori per un rigore ai danni del Taranto, ma malgrado la sua classe trovava nei tarantini uomini decisi a pareggiare almeno le sorti della gara, ciò che si delineava se si tenga presenti i tanti calci d’angolo in favore del Taranto, per concludere che la pressione dei locali era costante e rabbiosa. Quando il signor Soliani, che ha diretto benissimo l’incontro, al 24’ della ripresa ha decretato un calcio di rigore contro i grigi è successo proprio allora il collasso tarantino perché Coccolo calciato fuori il debole tiro ha fatto in modo che la sua squadra si schiantasse di colpo lasciando ampia libertà agli alessandrini di fare a proprio agio. In questo modo si spiegano sufficientemente le quattro porte segnate dai grigi. Forse anche la pioggia insistente ha un peso sul risultato in quanto la prestanza fisica degli ospiti che sovrastava di molto quella dei tarantini è stato un buon elemento di vantaggio in un incontro che come questo fa sì che la struttura atletica agevoli le azioni. L’Alessandria ha lasciato a Taranto la più bella impressione come assieme di squadra e come valore singolo dei suoi atleti che hanno giuocato con una intesa magnifica e una padronanza della palla e sull’uomo veramente lodevole. Da elogiare su tutti l’ala sinistra Vecchi che ha fatto cose egregie, poi Massiglia e Ceresa. Il Taranto è andato bene fino a metà della ripresa, dopo, come si è detto, ha mollato le redini lasciando fare a proprio agio agli alessandrini. Fra l’abulia generale che ha imperato nella squadra locale vanno segnalati il solito Perrucci, magnifico per costanza e decisione e poi Dapas e Tosi. La partita iniziata calma e tranquilla ha visto subito il Taranto animosamente all’attacco, ma i grigi hanno spazzato bene, passando all’offensiva con tiri forti e rapidi dei propri avanti. Il terreno sdrucciolevole non ha permesso una buona esibizione, cosicché le due squadre si sono alternate in azioni che prevalentemente si sono svolte al centro del campo. Al 33’ è venuto il primo punto. Un difensore tarantino, commettendo una infrazione in area di rigore, ha dato modo a Coscia di infilare direttamente senza difficoltà. La ripresa si è mantenuta su una serie equilibrata di attacchi da ambo le parti; al 24’ l’arbitro concedeva al Taranto il beneficio di un calcio di rigore che Coccolo ha sciupato maldestramente. Il Taranto schiantato non ha reagito più da questo momento. Ne hanno approfittato i grigi che in un rovesciamento di fronte hanno marcato il secondo punto per merito personale di Massiglia che da trenta metri ha insaccato in rete. Il bottino è stato aumentato al 37’ per opera di Robotti che ha sfruttato un bel passaggio di Vecchi e poi al 44’ è stato Torti che con una secca fucilata ha battuto per la quarta volta l’annichilito Casirago. («Il Littoriale», 29 novembre 1937) I grigi di Alessandria hanno colto sul campo del Littorio una superba vittoria sulla squadra locale che è apparsa in nera giornata. La partita, giocata su un terreno pesante, è stata condotta a forte andatura da parte degli ospiti i quali, avvantaggiandosi nel primo tempo con un rigore tramutato da Robotti, hanno fatto valere la loro classe nella ripresa segnando altri tre magnifici goal. La compagine alessandrina è molto piaciuta oggi allo sportivissimo pubblico locale e si è mostrata degna del posto che occupa nella graduatoria, anzi, potrebbe andare più in su poiché vanta nelle proprie file elementi di grande valore. Ha una linea d’attacco pericolosissima con Vecchi, Torti e Massiglia (quest’ultimo apparso il migliore uomo in campo), una mediana a posto ed una difesa insormontabile. Il Taranto ha molto da lavorare ancora se non vuole retrocedere. Il suo attacco è stato ancora inconcludente, tanto che Kertész ha allineato Cavazza dolorante ad un piede, pur tenendo due riserve che lo potevano benissimo sostituire, Castellano e Morea. Nella mediana poi c’è stato un vuoto nella sinistra, poiché Starace non si trovava in ottima giornata. Quelli che si sono distinti per il loro impegno ed attaccamento alla propria casacca sono stati Perrucci, Tosi e Giraud. Nel primo tempo le squadre si sono equivalse ma un rigore tramutato da Robotti in goal porta i grigi in vantaggio. La ripresa vede il Taranto protesto all’attacco, ma le sue azioni si infrangono sulla solida difesa avversaria. Al 18’ per poco il Taranto non pareggia. Ma subito dopo Massiglia con una bellissima azione personale prime e con un violentissimo tiro su passaggio di Vecchi dopo, aumenta il bottino per i propri colori. Verso la fine è il centrattacco Torti che infila l’ultimo pallone nella rete dei rossoblù che invano si portano in area avversaria dopo aver sbagliato pure un rigore concesso dall’arbitro per un fallo commesso da un grigio nell’area. Cinque calci d’angolo a favore dell’Alessandria. Ottimo l’arbitraggio di Soliani, di Genova. («La Gazzetta dello Sport», 29 novembre 1937) TARANTO-ALESSANDRIA 0-1 Vittoria superba dei grigi che, incoraggiati da un calcio di rigore a loro favore ottenuto nel primo tempo, apparso equilibrato, hanno condotto la ripresa a forte andatura, scombussolando la difesa avversaria e imponendo la loro classe. L'attacco dei locali è stato inconcludente e in giornata poco felice si sono trovati tutti gli altri giocatori della squadra concittadina. La partita si è disputata sotto una leggera pioggia. Nel primo tempo Robotti ha segnato, su calcio di rigore, al 30'. Nella ripresa hanno marcato Massiglia, su azione personale, al 32' e al 38', e a Torti al 42'. («La Stampa», 29 novembre 1937) Il Taranto che dopo il pareggio di domenica scorsa con il Vigevano sperava di ripetere il successo con la nostra squadra si è visto nettamente sconfitto dall’undici alessandrino. Nulla da dire, è una vittoria dovuta alla maggiore classe, alla maggiore forza della nostra squadra, è una vittoria superba che ci attendevamo dopo la sfortunata partita d’Ancona. La nostra linea attaccante pare abbia trovato finalmente la forma perfetta per essere pericolosa e la decisione nelle azioni conclusive. L’Alessandria è andata in vantaggio al 30’ del primo tempo con un rigore trasformato in goal da Robotti ed ha completato il punteggio nella ripresa. Infatti al 32’ e al 38’ Massiglia su azione personale prima e su passaggio di Vecchi poi portava a 3 il vantaggio sugli avversari. Al 42’ era Torti che infilava nella rete l’ultimo punto alessandrino. Tutti i nostri giocatori meritano un plauso per la bella partita disputata sotto la pioggia, in special modo però Massiglia che è stato il miglior uomo in campo. («Corriere di Alessandria», 30 novembre 1937) LA VITTORIA DI TARANTO La squadra alessandrina è tornata da Taranto con la vittoria più clamorosa raggiunta in questo scorcio di campionato dalle squadre di Serie B in un incontro fuori sede: 4-0. Sul campo tarantino il Pisa e il Vigevano avevano ottenuto il pareggio e solo la Pro Vercelli era riuscita a vincere di stretta misura (2-1). La vittoria dell’Alessandria è stata ottenuta sulla stessa falsariga di quella conseguita a Cremona poiché si è iniziata con un calcio di rigore per completarsi nel resto dell'incontro. A Taranto è tornato in forma Massiglia, il quale sta diventando più pericoloso di Vecchi; il trio centrale ha lavorato con ottima intesa ed ha completamente travolto la difesa avversaria appena si profilò lo sbandamento. La mediana ha giocato una buona partita; così pure la difesa che stroncato tutte le azioni offensive degli ospitanti. («Il Piccolo», 4 dicembre 1937) RISULTATI: Anconitana-Vigevano 0-1 Cremonese-Brescia 0-0 Messina-Padova 0-1 Novara-Modena 4-1 Pro Vercelli-Spezia 4-2 Sanremese-Venezia 1-0 Verona-Pisa 1-1 Riposa: Palermo CLASSIFICA: Novara, Alessandria* 15; Padova, Venezia, Anconitana 14; Pisa, Vigevano 13; Palermo 12; Pro Vercelli, Sanremese, Verona* 11; Modena* 9; Messina* 7; Cremonese 5; Brescia, Spezia, Taranto 4. *: una gara in più Il punto sul campionato Quelli della lettera B Padroni di casa in fallimento Il settimo giorno il Signore si riposò. Nell'undicesima giornata si è riposato il Palermo; tutte le altre squadre della B sono state in funzione. E non è a dire che la giornata non sia stata densa di sorprese e di emozioni. Intanto il particolare che si fa notare di più è che ieri ben tre squadre sono andate a vincere fuori casa. Ciò non ha portato delle radicali rivoluzioni nella classifica ma via, un certo influsso tali risultati finiranno sicuramente con l'averlo. Undici in quattro punti. La ressa seguita a verificarsi precisamente fra undici squadre. Di undici squadre si potrebbe quasi, prendendo un elemento da ognuna, formare una rappresentativa. Se date un'occhiata, sia pure rapida, alla classifica, vi accorgerete come ben undici società siano dislocate in soli quattro punti. Si va dalla coppia Novara-Alessandria, che si trova a quota 15, al terzetto Verona, Vercelli, Sanremese che è giunto ad avere 11 punti. Oltre la coppia a 15, vi è un altro terzetto a 14, una coppia a 13 (Pisa, e Vigevano non hanno gli scrupoli dei... numeri cabalistici) ed una squadra soltanto a 12, il Palermo. Seguita a confermarsi quanto avemmo modo di dire qualche settimana fa: ovvero che nelle forze delle squadre di Divisione cadetta si nota quest'anno un netto distacco. Vi sono due gruppi di unità': quelle che sanno farsi rispettare e che, sia pure con probabilità differenti, si trovano ancora tutte in lizza per poter tentare il gran colpo, e quelle che appaiono di costituzione alquanto debolina e, a meno che non facciano una riuscita cura ricostituente per istrada, saranno destinate a battersi decisamente per non incappare (a quattro ciò capiterà di sicuro) nei pericoli della retrocessione. Le vittoriose in trasferta questa volta quelle che sono riuscite a spuntarla fuori campo sono precisamente Padova, Vigevano e. Alessandria che sono risultate rispettivamente vittoriose sul campi di Messina, Taranto ed Ancona. Si tratta di partite che, pure per gli influssi che possono recare agli sviluppi ulteriori del torneo, sono abbastanza indicative. Il punteggio più rotondo lo hanno ottenuto i grigi nella città dei due mari. E' ben vero che il Taranto è una squadra che sino adesso non si è fatta notare per molta autorità ma vincere fuori casa, per 4 a 0 significa sempre qualcosa, e occorre pur darne atto ai bravi «mandrogni». Costoro a Taranto hanno saputo incoraggiarsi segnando, dopo una mezz'ora di gioco, su un calcio di rigore che K-obotti non ha trovato eccessivamente difficile ficcare a rete. Alla ripresa sono andati innanzi a spron battuto e Massiglia per due volte e Torti a tre minuti dalla fine, hanno avuto possibilità di arrotondare il punteggio. Il Taranto è parso sfocatissimo. I Vigevanesi, almeno a quel che dicono le cronache, hanno avuto buon giocò da un infortunio del portiere anconetano. Un forte tiro di Sudati (guarda che si rivede il cosiddetto... Cazzaniga!) non ha potuto essere trattenuto in presa dal portiere dorico; è intervenuto Uneddu che ha segnato a porta vuota. Per... Uneddu a zero hanno potuto vincere i Giovani: quel poco che basta l'Anconetana si e anche disunita nelle sue vivaci reazioni e cosi, per la seconda volta, il suo campo è stato violato. Dispiace che una, squadra che ha saputo dare tante buone prove veda gli sforzi forniti in precedenza frustrati da disgraziate evenienze casalinghe ma non possiamo farci nulla. Occorre che gli anconetani prendano le loro misure perché tali fatti più non accadano. Padova sembra essere stato ancora più fortunato a Messina, il piu’ fortunato, a quanto sembra, i tutti gli ospitati vittoriosi. Nella città dello Stretto è capitato che i locali sono stati presto ridotti a nove uomini. Quando manca il portiere Oltre Gastaldi è venuto a rendersi indisponibile, causa un incidente di, gioco, anche il portiere. Miglio ha dovuto uscire dal campo e poi è rientrato solo per far ninnerò, alla ripresa. Il suo posto fra i pali veniva preso da Lumia e, almeno per un certo periodo, anche con discrete conseguenze. Soltanto a sei minuti dalla fine, allorchè la partita stava per entrare nella «zona Cesarini», Patron, su centro di Prendato (che fa sempre parlare con maggiore insistenza della propria attività) riusciva a mettere in porta il pallone della vittoria. Una sconfitta per la quale il Messina ha mille e una attenuanti da invocare. Fra San Zeno e San Ranieri Il Pisa è andato a portar via un punto prezioso dal terreno di Can Grande. E' vero che a Verona vi è della gente allegra, ma non sappiamo come laggiù abbiano digerito lo scherzo dei pisani. Qui la «zona Cesarini» è stata in piena funzione, in quanto i concittadini del conte Ugolino, do fio esser rimasti digiuni per tutta a durata dell'incontro, hanno pareggiato precisamente all'ultimo minuto di gioco. Pare che i tifosi pisani, alla vigilia di qualche partita importante, si rechino, durante la notte, a strofinare energicamente, a scopo propiziatorio, le lucertole che figurano sui bassorilievi dei portali della cattedrale. Dicono che il cerimoniale porti assai fortuna. A quanto sembra tale fortuna, se di fortuna si può parlare, i «pisani» stavolta la meritassero proprio Essi avevano infatti subito il punto veronese nel primo tempo, su calcio di rigore battuto da Zandaù per fallo di Ponzinibio. In seguito, oltre all'aver avuto azzoppato il loro promettente terzino Marchi hanno anche visto espellere il loro Faccenda. Dopo tanto penare un'po' di gioia non poteva mancare ai compagni di Colombari, l quali hanno potuto assistere al miracoloso pareggio operato da Valentino Sala proprio sul 45° minuto. Esce il dispari a San Remo Il «casino» di San Remo ha avuto l'1, quello del Lido ha veduto uscire per lui lo 0. Una partita, questa, sulla quale si appuntavano (stavamo per dire : si... puntavano) ieri moltissimi sguardi di appassionati. Se il Venezia avesse vinto a San Remo il campanile di San Marco sarebbe certamente cresciuto un paio di metri ; anche un pareggio ! sarebbe bastato ai neroverdl per mantenersi cori, i primissimi. Viceversa Ghiglione non ha voluto commettere la «ghiglioneria» di non segnare la rete per la quale gli si veniva ad offrire l'occasione. I veneziani hanno fatto di" tutto per rimettere le faccende- alla pari. " E dire che il C.I.T.A. aveva inviato a dirigere sulla Riviera un arbitro che avrebbe anche potuto apparire sospetto. Pensate che ha diretto l'arbitro Leoni. Una vera imprudenza inviare un tipo simile: per la parentela che avrebbe potuto avere con il Leone lagunare. Viceversa non si sono dovute registrare irregolarità. L'unica è quella che non ha fatto tornar giusti i conti di Allemandi e C. Quattro e quattro otto In quattro e quattro otto -Vercelli e Novara hanno rimandato a casa i loro avversari. Che erano rispettivamente Modena e Spezia. Dai canarini- ci si aspettava qualche cosa di più. Gli spezzini, viceversa, si sono portati molto bene in risaia, venendosi anche a trovare per due volte in vantaggio. Solo sul finale i bicciolani hanno potuto prevalere. L'antica rivalità fra Brescia e Cremona ha fatto disputare una partita in pieno orgasmo. Smerzi si è fatto onore e cosi, per quanto i grigio-rossi facessero finta di essere superiori, le «rondinelle» sono riuscite a volarsene via recante un magnifico punticino nel becco. Esse aspettano climi più propizi per poter riprendere a svolazzare verso quote più sicure. (La Stampa - Gam, 29/11/1937)