Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1937/1938
Serie B
02-01-1938 - Giornata: 14 - Padova - Silvio Appiani


Padova AC - Alessandria US 2 - 0 (1 - 0)
RETI: 21. Orzan (II) E. [Pa] , 68. Giaretta G. [Pa]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Rosso Alberto, Caligaris Luigi, Parodi Pasquale, Bigando Giovanni, Massiglia Armando, Robotti Luciano, Torti (II) Luigi, Coscia Aristide, Vecchi Eligio All.: Soutschek Rudolf

Formazione avversaria
PADOVA AC: Cavasin; Poli, Grassetto; De Marchi, Rossi, Bettini (I) Gioacchino; Prendato, Pavan, Orzan (II) Ermenegildo, Petron, Giaretta. All.: Wilhelm Wilmas.

Arbitro: Saracini Emiliano (Ancona) [Besenzon, Sardei]
Note
Angoli: 10-6. Spettatori: 10.000. Incasso: lire 40.000 Tempo splendido, terreno gelato e sdrucciolevole Inizio gara ore 14.30

Commento
PADOVA-ALESSANDRIA 2-0 Sul traguardo di una partita condotta per proprio conto a regola d’arte il Padova s’è trovato vincitore con due lunghezze di vantaggio. Vittoria netta, come si vede, e tanto più eloquente in quanto il nome dei battuti si identificava con quello dell’unità seconda in graduatoria e comunque di una unità destinata – per unanime parere di tecnici e di sportivi e in forza di risultati conseguiti durante dodici tappe – a sostenere un ruolo di protagonista fino al termine del torneo. La pattuglia padovano ha dunque conquistato una delle sue vittorie più belle e più significative. Ha trovato il Padova, nella grande, appassionatissima folla dei propri sostenitori e nello spirito battagliero che gli viene dal suo magnifico cuore di lottatore generoso, gli elementi che lo hanno portato all’importante successo. Ma non s’è fermato qui, l’undici dalle casacche biancorosse, poiché ha anche rivelato, una volta di più un sano impianto tecnico, una chiara concezione del gioco più efficace da svolgere in relazione ai difetti dell’antagonista, un’intelligenza, insomma, come la si può riscontrare soltanto in una squadra composta da giocatori di reale valore e diretta da uomini che ci sanno fare molto e bene. Abbiamo detto che il Padova ha sfruttato al massimo i difetti dell’antagonista. Ecco: l’Alessandria non aveva i terzini (particolarmente Rosso) in giornata troppo felice e allora il Padova giù a rotta di collo, attacchi sopra attacchi; l’Alessandria aveva, durante la prima mezz’ora della partita, un mediocentro sfasatissimo e allora il Padova giù a dare palloni a Orzan e ad approfittare di un errore di Parodi per portarsi in vantaggio. Chiara così, l’impostazione del gioco patavino; gioco sommamente redditizio che ha fatto registrate una pausa di velocità (intelligenza tattica anche qui, visto che la partenza era stata velocissima, che il cammino da percorrere era ancora molto, che l’avversario, infine, era pur sempre temibilissimo) nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo, ma che poi, nella ripresa, ha controllato la superiorità di pressione imposta dagli alessandrini, così da rendere del tutto inutili le azioni di un attacco che aveva già per conto suo la tara di una esasperante incapacità di concludere. La cronaca dirà che il secondo goal del Padova è stato segnato da un giocatore partito da posizione di netto fuori gioco, ma il rilievo non è sufficiente a far dire che il punteggio subito dall’Alessandria è troppo severo. Il punteggio è giusto e lo apparirà anche maggiormente quando vi diremo che la squadra piemontese non ha messo a segno un solo tiro, propriamente detto. Il Padova ha inserito Orzan al centro della prima fila. S’era parlato tanto di questo ragazzo postosi in luce nella Serie C, giocando per la Pro Gorizia, che oggi la folla lo ha seguito con profonda attenzione. L’attesa non è stata delusa, non solo perché il nuovo centravanti biancorosso ha segnato una delle due reti della giornata (non sempre un attaccante riesce a classificarsi tra i migliori giocatori in campo, pur riuscendo a segnare), ma anche e soprattutto perché egli ha sviluppato parecchie azioni degne di rilievo. Più d’una finta tempestiva ha permesso ad Orzan di mettere fuori causa il mediano o il terzino che gli si era fatto incontro; e più d’una sapiente apertura alle ali ha provocato situazioni critiche alla retroguardia alessandrina. C’è, nel complesso, il giocatore valente. L’abitudine alle partite più difficili dovrebbe spalancargli le porte d’un brillante avvenire. Sulla sinistra di Orzan, Petron e Giaretta hanno composto una coppia eccellente. Meno solido, ma tuttavia utilissimo sempre, il duo Pavan-Prendato. I mediani hanno svolto una gara di primo piano. Il solo De Marchi ha cominciato in ombra, ma poi è balzato in luce, recando all’esibizione del reparto il contributo della sua attività inesauribile. Vecchi ha avuto in lui un guardiano implacabile. Una colonna Grassetto, bene coadiuvato da Poli. Cavasin ha avuto pochissimo lavoro da svolgere; ha avuto però modo di palesare anche oggi la bontà della sua classe slanciandosi su di un pallone scorbutico che, lanciato in profondità da Robotti stava per essere raccolto e colpito al volo da Vecchi. Buio pesto nella prima linea dell’Alessandria, fatta eccezione per Vecchi e un poco anche per Coscia. Zoppicante la mediana ai lati, mentre Parodi, dopo una partenza falsa, s’è fatto avanti alla distanza. Neppure la sua ad ogni modo, è stata una gara esemplare. Incerto il gioco dei terzini; sicuro Ceresa. L’Alessandria ha avuto un buon periodo di superiorità di pressione nella ripresa; ma le sue offensive hanno peccato di lentezza nell’esecuzione (troppi passaggi, troppi specie in confronto alle rapide e decise puntate dei biancorossi) e di assoluta imprecisione nella fase decisiva. Quanti palloni preziosissimi sono stati sprecati dagli avanti in maglia grigia! Il signor Saracini – facilitato nel suo compito dal cavalleresco comportamento dei giocatori – ha diretto con polso fermo la gara; i guardalinee l’hanno efficacemente coadiuvato tranne in un’occasione: quella del secondo goal padovano segnato da un giocatore partito in fuori gioco, come s’è detto più sopra. Fuori gioco che il signor Besenzon non ha segnalato e che l’arbitro non era forse in grado di rilevare, essendo in quel momento molto arretrato, in conseguenza d’un rapidissimo, improvviso capovolgimento del fronte d’attacco. Il primo goal è stato segnato al 17’ di gioco: sbagliatissimo tentativo di passaggio di Parodi ad un camerata, intervento di Petron che intercetta, avanza un poco e lancia Giaretta; passaggio finale dell’ala a Orzan, finta che sbilancia Lombardo e tiro imparabile. Secondo goal al 24’ della ripresa: poderoso allungo di Orzan a Giaretta, fuga indisturbata. Era presente il Federale di Padova. Tempo splendido, terreno gelato e sdrucciolevole. Nessun incidente. Nella ripresa l’Alessandria ha giocato con Torti, Massiglia, Robotti, Coscia e Vecchi schierati da destra verso sinistra. (Danilo Mazzuccato, «La Gazzetta dello Sport», 3 gennaio 1938) La contesa, condotta ad un ritmo veloce ed assai combattuta, con un certo equilibrio di azioni, ha visto la vittoria finale dei biancoscudati, maggiormente voliti e pugnaci. L’Alessandria ha lasciato un’ottima impressione, ma la sua prima linea, più organica dell’opposto reparto patavino, ha reso poco, per l’indecisione del tiro in rete. Gli avanti concittadini sono apparsi invece più intraprendenti e ciò ha valso loro, due volte, il successo. Orzan, il nuovo centroavanti biancoscudato, ha aperto la segnatura al 21’. I grigi hanno reagito allo scacco, ma Cavasin e compagni hanno sempre sventato l’insidia. Nel secondo tempo altro gol di Giaretta, al 23’, a conclusione di una riuscita fuga; quindi controffensiva dell’Alessandria tendente al punto dell’onore. («La Stampa», 3 gennaio 1938) Il risultato rispecchia in pieno l’andamento dell’incontro e i valori in campo. L’Alessandria deve avere incappato in una giornata grigia come il colore della sua maglia e due fatti principali stanno a dimostrarlo: il portiere del Padova quasi inoperoso ed il numero ragguardevoli di angoli a favore della squadra ospitante la quale oltre ad avere dimostrato ancora una volta di avere una mediana poderosa ha rifulso specialmente nel suo terzino Grassetto in giornata magnifica, e in Giaretta e Bettini. Ma anche tutti gli altri hanno ben cooperato a condurre in porto un esito significativo. La compagine piemontese che va per la maggiore nella Serie B, ed è pronosticata la possibile vincitrice appaiata al Novara, ha avuto nel reparto difensivo i suoi atleti migliori. Discreta la mediana e buone discese ha architettato la linea d’assalto, ma è mancata in via assoluta nell’atto conclusivo tirando quasi sempre palloni in aria. Ceresa è un buon portiere e si deve a lui se il bottino non è stato maggiore. Degna di nota una sua presa stupenda di un bolide tirato di testa da Orzan che nel suo debutto ha rafforzato le speranze per le prossime non facili battaglie. L’arbitro, oculato, ha tenuto egregiamente in pugno l’incontro che ha avuto come cornice un pubblico imponente. Eccetto i due episodi riguardanti la segnatura dei punti il resto della partita non ha storia poiché ambedue gli avversari si sono sorvegliati esasperantemente. («Il Littoriale», 3 gennaio 1938) La tradizione non ha voluto essere sfatata ed ancora oggi il campo biancorosso patavino ha il «tabù» per le squadre ospiti. Noi sportivi alessandrini, che nell’onorevole prova di Coppa Italia a Torino osavamo sperare in un pareggio nella città del Santo siamo rimasti delusi, e più ancora, non solo per il risultato agli effetti della classifica, ma per il gioco svolto dai nostri atleti. Della squadra che avevamo visto travolgente e piacente contro la Sanremese non ci è apparso più nulla, sfasati i terzini, fallosi i mediani, inconcludenti gli avanti. Da tutto questo «nero» generale si è salvato Ceresa, che ha sventato parecchie insidie avversarie ed un po’ Vecchi, che però non è stato efficacemente servito. Parodi che ha «girato» tutto il primo tempo a vuoto si è ripreso un po’nella ripresa. L’Alessandria ha avuto un periodo di superiorità nella ripresa, ma le sue offensive hanno peccato di lentezza nell’esecuzione. Troppe sono state le occasioni sciupate dagli avanti nostri. La cronaca della partita dice che il secondo punto del Padova è stato segnato in netta posizione di fuori gioco, non rilevata dall’arbitro. Questo però non spiega il cattivo funzionamento della squadra. La partita è stata giocata con un tempo splendido. Arbitro: Saracini di Ancona. Dopo il calcio d’inizio battuto dall’Alessandria, il Padova, approfittando dell’estrema lentezza di Parodi lancia attacchi su attacchi minacciando seriamente la rete di Ceresa. Siamo al 17’ del primo tempo. Orzan il nuovo centroavanti del Padova riceve un lungo pallone che però gli viene conteso da Parodi. Il mediocentro alessandrino ha la meglio, ma invece di liberarsi della palla tentenna e la passa indietro a Rosso. Petron che ha seguito l’azione intercetta, avanza un poco e la lancia a Giaretta. L’ala libera centra a volo. Raccoglie Orzan che con una finta si libera di Lombardo e segna imparabilmente. Il secondo tempo vede una leggera quanto sterile prevalenza alessandrina. Poi il Padova imbriglia le azioni e conduce. Al 24’ della ripresa abbiamo il secondo punto. La difesa patavina è in imbarazzo. Grassetto libera e manda ad Orzan il quale dopo aver fatto cinque o sei metri in corsa lancia a Giaretta che invano inseguito da Lombardo segna indisturbato. L’arbitro non ha rilevato però che l’ala sinistra patavina era in posizione difuori gioco. Nella ripresa l’Alessandria ha giocato in prima linea in questa formazione: Torti, Massiglia, Robotti, Coscia, Vecchi. Sono stati battuti 10 calci d’angolo contro l’Alessandria e 6 contro il Padova. («Corriere di Alessandria», 4 gennaio 1938) LA SCONFITTA DI PADOVA Domenica la squadra alessandrina si è lasciata battere dagli studenti padovani, tutto brio e velocità. Il gioco compassato degli uomini di Lombardo non ha avuto una giornata felice, per la cattiva forma di vari giocatori (da Lombardo in difesa, a Parodi nella mediana, al trio centrale dell’attacco). Per giunta, constatata la lentezza di Parodi e l’incertezza di Torti i tecnici hanno cercato di correre ai ripari spostando Torti all’ala destra, Robotti al centro e Massiglia ad interno destro. Peggio di prima, abulia ed incapacità di tiro al centro ed inconsistenza delle ali. Solo Vecchi e Torti hanno tentato la via della rete. Proprio nella partita in cui l’Alessandria doveva togliere al Padova le velleità di aspirare ai primi posti, i grigi sono caduti malamente. («Il Piccolo», 8 gennaio 1938) RISULTATI: [13ª giornata, 19 dicembre 1937] Cremonese-Vigevano 0-2 Modena-Messina 3-2 Novara-Palermo 3-2 Pisa-Brescia 1-0 Sanremese-Padova 2-0 Taranto-Spezia 1-2 Venezia-Pro Vercelli 3-1 Verona-Anconitana 1-1 Riposa: Alessandria [14ª giornata] Anconitana-Venezia 1-1 Brescia-Modena 2-2 Novara-Messina 4-1 Palermo-Taranto 4-2 Pro Vercelli-Cremonese 0-0 Spezia-Sanremese 2-1 Vigevano-Pisa 1-2 Riposa: Verona CLASSIFICA: Novara 20; Pisa 19; Padova 18; Alessandria, Venezia* 17; Vigevano, Anconitana 16; Verona, Palermo, Modena* 14; Sanremese 13; Pro Vercelli 12; Spezia 10; Messina* 9; Cremonese 6; Brescia 5; Taranto 4. IL PUNTO SUL CAMPIONATO Il Pisa va ormai fortissimo anche fuori casa, in forza di una superiorità tecnica che nella prima parte del campionato era rimasta sterile e priva di risultati concreti. La sconfitta casalinga dei Vigevanesi allontana inoltre dalle prime posizioni una squadra che nel terzetto di testa era apparsa fino a sabato scorso la più pericolosa rivale. L’Alessandria fa la voce grossa sui campi delle squadre di minore levatura, ma è inesorabilmente battuta quando è ospite delle compagini di testa; è retrocessa addirittura al quarto posto, ché davanti gli è passato il suo avversario di domenica. Il Padova potrebbe assumere il ruolo di quarto incomodo se negli incontri fuori campo la sua prima linea riuscisse a giuocare come giuoca in casa. Più promettenti per il Venezia che per l’Anconitana sono le indicazioni che vengono fuori dal confronto fra le squadre. Pacifico il successo del Novara, il cui compito è stato facilitato dalla giornata poco buona del Messina. Fra le squadre del secondo gruppo emergono i risultati ottenuti dagli spezzini alla terza vittoria consecutiva, del Modena, che senza un rigore discutibile avrebbe piegato l’ospitante Brescia, e della Cremonese, tornata imbattuta da Vercelli per la prima volta da quando giuocano insieme in Divisione Nazionale. (Alberto Valentini, «Il Littoriale», 5 gennaio 1938)