Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1937/1938
Serie B
23-01-1938 - Giornata: 17 - Novara - Littorio


Novara AC - Alessandria US 1 - 1 (0 - 1)
RETI: 47. Romano M. [No] 39. Celoria M.[A]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Rosso Alberto, Caligaris Luigi, Parodi Pasquale, Ghidini Ferruccio, Massiglia Armando, Robotti Luciano, Celoria Mario, Coscia Aristide, Vecchi Eligio All.: Soutschek Rudolf

Formazione avversaria
NOVARA AC: Caimo; Bonati, Mazzucco; Bercellino, Mornese, Galimberti; Galli, Romano, Torri, Versaldi, Mariani. All.: Patti Enrico e Marucco Giustiniano

Arbitro: Ciamberlini Mario (Sampierdarena) [Dusio, Ferrari]
Note
Angoli: 4-2. Spettatori: oltre 7.000, tra cui circa 1.000 tifosi alessandrini Tempo sereno, terreno poco sdrucciolevole Inizio gara ore 14.30

Commento
Davanti a una folla di eccezione, fitta e vociante, nella quale erano frammisti ai novaresi masse di sostenitori alessandrini e sportivi di tutti i centri del Piemonte, si è svolto oggi l’incontro fra le vecchie e mai dome rivali del quadrilatero piemontese. Spettacolo di folla che ha degnamente fatto cornice alla partita bravamente disputata dai ventidue atleti in campo. Al contegno cavalleresco e correttissimo di questi, ben sorretti dall’esemplare arbitraggio di Ciamberlini, ha fatto riscontro il contegno sereno e sportivamente elevato del pubblico. Nessun incidente da segnalare. La tradizione delle accese battaglie fra le vicine rivali si accresce dunque di un episodio vibrante e bello tanto per l’ardore della gara disputata dalle squadre quanto per la regolarità del risultato sportivo e dell’ambiente. Il risultato di parità è stato raggiunto attraverso un prodigio di sforzi compiuti dalle squadre per soverchiarsi a vicenda. Il Novara per lo slancio offensivo e l’Alessandria per la sicurezza di palleggio hanno avuto modo di precisare i loro titoli di grandi squadre. Appena il fischio dell’arbitro ha dato il via ai giocatori, il Novara lancia all’assalto con velocità quasi incontrollabile. Azione d’impeto sulla quale all’Alessandria non rimaneva che ripiegare. I palloni filati sull’ala Galli potrebbero costituire pericoli irrimediabili se vi fosse da parte di questo giocatore miglior fortuna e scienza nel trattare il pallone. È ancora il vulcanico scattante Torri che traduce meglio nell’incisività della conclusione lo spirito aggressivo di cui tutta la sua squadra è animata. Per lui Romano può avere (7’) un pallone che finisce sulla traversa e ne nasce una mischia che i grigi districano faticosamente. Poco dopo Mariani centra (15’) e Ceresa commette l’errore (sarà l’unico della sua bella prova) di respingere scarso sulla destra. Galli raccoglie e spara giusto nel bersaglio scoperto. Ghidini, retrocesso con sveltezza pari all’intuito, respinge di piede proprio dalla linea bianca. Qui l’Alessandria riesce finalmente a dare alla gara quel tanto di ordine che è nel suo programma e che finora lo slancio dell’avversario le ha impedito di mettere in esecuzione. Parodi, assai meglio assecondato dai suoi laterali di quanto non lo sia Mornese dal poco mobile Bercellino e dall’impetuoso e impreciso Galimberti, può lanciare il suo attacco. Si muove questo con minore speditezza di quello azzurro, ma il lavoro dell’ottimo Robotti e del promettentissimo Coscia è basato sulla precisione tecnica ed è sfruttato con scaltrezza da Vecchi e da Celoria. La difesa novarese, quando è presa in contropiede ondeggia e Caimo (già una volta messo in un bell’imbarazzo da un doppio errore di testa di Bercellino e di Mazzucco al 4’) se la vede brutta in qualche altra occasione. Al 23’ Mariani è a terra dopo aver filato un pallone che Ceresa può rigettare anticipando il tempo a Galli e al 28’ la formidabile testata fra Mazzucco e Celoria interrompe un serrato assalto dei grigi. Ripreso il giuoco sospeso per l’incidente, si ha subito una irruzione novarese per il centro. È Romani che la conduce, ma vien messo giù energicamente. Gli azzurri scattano su tutti i palloni lunghi di Galimberti e la difesa grigia, benché appoggiata da vicino dai suoi mediani, ha tutte le pene del mondo a contenerli. A un certo momento il balzo del taurino Torri fra le maglie grigie, alla caccia di Ceresa che ha ghermito il pallone, ha l’impeto di un volo. Nulla di fatto, anche eprché Lombardo è ancora un leone e Parodi incrollabile; tenacia e coraggio non fanno difetto del resto agli alessandrini tutti. Ma tutto ciò a nulla sarebbe servito sul preciso centro di Mariani (35’) che sorprendeva la difesa avversaria spazzata dal precedente lavoro di Romano e Versaldi se il volante Torri fosse riuscito nel suo fulmineo tentativo di entrare di testa. Invece palla nelle mani di Ceresa e rinvio. Il quale Ceresa subito dopo risolveva ancora una brutta situazione con pronta e sicura uscita. Toccava ora all’Alessandria di riprendere la sua manovra e ancora era manovra tecnica ed efficace che al 39’ dava risultato. Coscia, ben lanciato dai mediani, filava verso il fondo poi dava indietro a Vecchi che si rigirava e centrava di destro; Massiglia, che aveva stretto, toccava verso il centro, raso terra; Celoria, appena rientrato con un gran turbante intorno alla testa, si aggiustava il pallone e di sinistro infilava da un dodici metri, sulla destra di Caimo, forse un tantino sorpreso dall’azione. L’assalto a tutto gas dei novaresi si frangeva sulle barriere dei grigi e il tempo finiva così con l’ospite in vantaggio. Solo alla ripresa, poco dopo il 2’, il pareggio era raggiunto; ed in maniera brillante e convincente. L’azione partiva da Mornese che lanciava Mariani; questi dava a Versaldi che a sua volta filava il pallone a Romani e il «cannoniere» di un tempo scoccava un tiro ammirevole per forza e precisione, insaccando presso il palo sulla destra di Ceresa. La partita, ora che l’impeto iniziale era frenato dai morsi della fatica, si faceva più ordinata anche da parte dei novaresi. Il che dava alle azioni loro, benché più lente, un mordente maggiore. L’Alessandria rispondeva con vigorosa e ben articolata difensiva. Incassava mischie, incursioni personali di Romano e di Torri, subiva calci d’angolo, ma pericoli seri non sembrava correrne per la quadratura del suo insieme. Con Parodi tentava poi di lanciare il contrattacco di sorpresa e così alle buone parate di Ceresa il suo emulo Caimo poteva opporre ottime prese su tiri di Robotti e di Vecchi. A poco a poco anzi sembrava che l’Alessandria fosse riuscita a togliere l’iniziativa agli azzurri. Ma questi si aggiudicavano il predominio degli ultimi minuti di gara con un ritorno impressionante. Al 36’, su centro di Mariani, Romano (Torri era caduto nel tentativo di scattare) fulminava a rete ma Ceresa parava in presa e al 41’ un pallone arrivato per direttissima Mornese-Galli-centro veniva raccolto di testa da Torri e sfiorava il bersaglio. Il terreno faticoso e sdrucciolevole può aver contribuito ad alterare il rapporto delle forze in campo. Ma è sembrato che il Novara sentisse troppo la responsabilità di non perdere. Fin che il fiato non gli ha tagliato lo slancio si è buttato allo sbaraglio con palloni niente misurati e con orgasmo che diminuiva l’efficacia della manovra che pure è nelle sue possibilità, come ha dimostrato nella più calma ripresa. Forse su un terreno asciutto quel suo stile volante avrebbe imbarazzato maggiormente l’avversario, tagliatissimo per le gare che impongono sforzo e saggia distribuzione di lavoro. Come sono andate le cose, la squadra novarese può dire di aver perso molte occasioni di segnare; ma deve anche confessare che parecchie si sono smarrite proprio per l’eccesso di precipitazione nel crearle. Tutti quei palloni buttati avanti dall’applauditissimo Galimberti erano proprio farina da far pane, anche se si dispone di un acrobata tipo Torri? Assai meglio ha potuto cavarsela il misurato Mornese quando in collaborazione con Romano ha impostato un gioco più calmo a passaggi radenti. Le stesse ali hanno meglio risposto quando i palloni dati loro sono diventati più… trattabili. La difesa ha avuto in Bonati l’uomo più sicuro; nel complesso, pur non avendo commesso grossi errori, è sembrata meno potente dello scorso anno. In campo grigio la retroguardia ha lavorato di più dell’attacco. Un uomo ha soverchiato tutti: Parodi. Ma la squadra in blocco ha agito secondo un piano tattico scrupolosamente osservato. Cosicché tanto il grosso lavoro dei difensori quanto le azioni più rare dell’attacco hanno soddisfatto. Nella rimarchevole omogeneità di valori si sono distinti in modo particolare il terzino Lombardo, i due interni Coscia e Robotti, Celoria e Vecchi. Ammirevole in tutti la sicurezza tecnica di palleggio. Assistevano alla gara il federale e il podestà di Novara e il console Bastianini, comandante la Legione. Giornata luminosa e sole tiepido; terreno sgelato del quale si era curato il prosciugamento con sabbia e segatura; affaticante, ma in complesso non molto sdrucciolevole e abbastanza livellato. Leggeri incidenti di giuoco a Robotti, Mariani e Mazzucco, il quale si scontrava di testa con Celoria la 28’ di giuoco. Celoria riportava nell’urto una lacerazione sopra l’orbita e doveva essere spedito agli spogliatoi, donde tornava al 36’ abbondantemente fasciato e riprendeva il suo posto. (Mario Zappa, «La Gazzetta dello Sport», 24 gennaio 1938) Gli ospiti hanno giocato una partita giudiziosa e sono arrivati proprio là dove volevano arrivare: alla divisione dei punti. La tattica prudenzialmente difensiva instaurata sin dall’inizio, ha valso infatti non poco a fermare le azioni dei novaresi. Ma come dirà la breve cronaca, gli errori di precipitazione, qualche palo e qualche colpo fortunato hanno fatto sì che, specie nel primo tempo (di indiscutibile predominio azzurro), i novaresi non abbiano saputo e potuto segnare. Il Novara parte così velocemente che solo la presenza di Lombardo ha potuto evitare a Ceresa un dispiacere da parte di Mariani. Le folate novaresi si susseguono. Tutti i grigi sono asserragliati in area finché anche loro (6’) riescono a spingersi sino a Caimo, che para un tiro di Robotti. Alla mezz’ora, Celoria e Mazzucco si scontrano fortuitamente: l’alessandrino deve essere portato fuori campo, non rientrando che al 36’, mentre Mazzucco, pure intontito e sanguinante rimane in campo. Al 39’ il colpo di fulmine: un passaggio lungo di Vecchi a Massiglia, questi non indugia e manda al centro: sopraggiunge Celoria che, libero, segna imparabilmente. I novaresi accusano il colpo e non riescono, nei restanti pochi minuti, a riprendersi. Ma la voglia di pareggiare è tanto nei novaresi che al 2’ della ripresa l’equilibrio è ristabilito. Da Mariani il pallone viaggia a Versaldi; azione magistrale di questi e corto passaggio a Romano il quale pareggia. A questo punto la partita prende un’altra piega. Le azioni s’alternano con molta pericolosità sui due campi. L’Alessandria rialza il suo tono di gioco, tambureggia anch’essa verso Caimo. Mornese e Parodi gareggiano a chi fa meglio lanciando e rilanciando i quintetti d’attacco, ma le difese lavorano e bene. Ceresa riesce a parare un tiro insidioso di Romano (36’) e infine Versaldi sbaglia, di testa, la più bella occasione per segnare a quattro minuti dalla fine. La decisione, il cuore, la velocità non hanno fatto difetto ai novaresi; l’orgasmo invece, e specie in area di rigore, ha accusato qualche volta il potere di penetrazione degli attaccanti. («La Stampa», 24 gennaio 1938) Un altro punto immeritatamente perduto! Se il premio della vittoria va alla squadra tecnicamente migliore è certo che il Novara ha chiaramente dimostrato di esserne la più degna. Invece un po’ la beffa della sorte e molto la solita incertezza dell’attacco nella fase conclusiva, la vittoria tanto attesa dagli sportivi locali è mancata. La partita che ha visto gli azzurri contro la massiccia squadra alessandrina è stata molto interessante. Ci è piaciuta specialmente la prima mezz’ora di gioco che ha visto l’attacco novarese dare una lezione di bel gioco che solo la calma difesa alessandrina, indubbiamente il reparto migliore, ha saputo neutralizzare. Il resto dell’incontro è stato più equilibrato: il debole attacco alessandrino ha avuto la fortuna di incontrare una difesa novarese irriconoscibile che si è salvata per il gioco del «terzo terzino» Galimberti. Da notare che nel finale per ben due volte i novaresi si sono lasciati sfuggire le più facili occasioni per concludere. («L’Azione», 28 gennaio 1938) IL PAREGGIO DI NOVARA Il pareggio è stato regolare. Il Novara ha minacciato di più ed ha avuto un numero maggiore di azioni da rete; l’Alessandria con una calma qualche volta fino esasperante ha fatto argine all’indiavolata partenza degli azzurri per battere poi Caimo con una rete segnata da Celoria in modo superbo. Il pareggio è scaturito in un’azione facilissima che, per uno scivolone di Lombardo e per l’incertezza di Rosso e Ceresa, è poi risultata fatale. Il Novara ha giocato d’improvvisazione, con ammirevole slancio ma anche con eccessiva durezza. Degli alessandrini Massiglia ha avuto una giornata nera. Coscia e Robotti sono apparsi due tessitori instancabili, ma sempre troppo arretrati; intraprendente Vecchi, Celoria si è dimostrato – nonostante la contusione riportata – assai pericoloso. La mediana va elevata sugli scudi. È stato il reparto che si è sobbarcato un lavoro massacrante, Parodi ha nettamente superato Mornese, non in velocità di spostamenti ma nella manovra delle azioni. La difesa, costretta a giocare sul terreno gelato, si è trovata in maggior difficoltà degli altri reparti. Prodigo il lavoro svolto da Lombardo e Rosso. Ottime alcune parate di Ceresa alternate a manchevolezze che dovrebbero scomparire dal repertorio di un atleta di classe com’è il portiere alessandrino. («Il Piccolo», 29 gennaio 1938) RISULTATI: Anconitana-Taranto 7-0 Brescia-Spezia 2-1 Messina-Pisa 3-1 Padova-Vigevano 7-2 Pro Vercelli-Palermo 0-1 Sanremese-Cremonese 4-0 Verona-Modena 2-1 Riposa: Venezia CLASSIFICA: Novara 24; Alessandria, Padova 22; Pisa, Venezia 21; Anconitana 20; Verona 19; Sanremese 17; Vigevano, Modena, Palermo 16; Pro Vercelli 14; Spezia 12; Messina 11; Brescia, Cremonese 7; Taranto 5. *: una gara in meno. IL PUNTO SUL CAMPIONATO L’Alessandria, affermandosi anche quest’anno imbattibile sul terreno novarese, ha quasi strappato agli azzurri in uno col punto in classifica qual maggior numero di probabilità di promozione che vantavano sino a sabato scorso. In ottima forma, con 9 partite su 16 da giuocare in casa, ove dovranno passare Novara, Padova, Pisa e Anconitana, quanto dire tutte le rivali meno una, i grigi hanno messo la più forte ipoteca sulla promozione. Il Novara […] deve scontare nove trasferte, nessuna delle quali prende il nome da squadre già classificate […]: sarà sufficiente il vantaggio attuale per neutralizzare eventuali ritorni dei rivali? Il Padova […] ha segnato 29 volte e realizzato il punteggio pieno in casa, non ha marcato che due gol e incasellato quattro punti fuori. Prima Modena e poi Messina hanno fiaccano buona parte delle speranze del Pisa. Restano Venezia e Anconitana: la prima soffre dello stesso male di Padova e Pisa e la seconda del male inverso malgrado la vittoria di domenica che ha fruttato più gol che non le sette precedenti partite. L’altro episodio del campionato, la retrocessione, presenta Brescia, Cremonese e Taranto troppo lontani dal dodicesimo posto perché possano sperare di salvarsi e per loro c’è che da attendere un miracolo. Spezia e Messina lotteranno invece per quel posto che la vittoriosa impresa del Palermo a Vercelli è valsa a tenere sotto il loro fuoco. Verona, Sanremese, Vigevano, Modena e Palermo lotteranno per le posizioni di centro e saranno fattori di primo ordine nella decisione della lotta principale, tanto più che appaiono tutte in buona forma, specie i liguri, gli emiliani e i siciliani. (Alberto Valentini, «Il Littoriale», 26 gennaio 1938)