Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1940/1941
Serie B
12-01-1941 - Giornata: 14 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Brescia AC 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 65. Rampini S.[A]

Alessandria US Roggero Secondo, Bigando Giovanni, Petermann Franco, Ghidini Ferruccio, Parodi Pasquale, Caligaris Luigi, Cerutti Enrico, Robotti Luciano, Foglia Mario, Rampini Sergio, Celant Romolo All.: Krappan Otto

Formazione avversaria
BRESCIA AC: Romano Giuseppe, Albini, Gadaldi, Frisoni (II) Evaristo, Barbieri, Di Cuonzo, Dusi, Buzzoni, Gei, Scaramelli, Palumbo. All.: Frisoni (II) Evaristo.

Arbitro: Limido Lorenzo (Milano).
Note
Terreno ghiacciato. Inizio gara ore 15:00.

Commento
ALESSANDRIA-BRESCIA 1-0 Due sconfitte consecutive sono molte per una squadra che è passata attraverso i due terzi del girone come sicura dominatrice, eppure ad una settimana di distanza dalla battuta di arresto subita contro il Liguria, l’undici azzurro ha dovuto un’altra volta perdere i due punti. Sul difficile campo alessandrino, con un terreno gelido e sdrucciolevole, i bresciani si sono impegnati coraggiosamente, giocando con vivacità, ma l’attacco, in cui Buzzoni sostituiva Moretti, non è riuscito a realizzare, cosicché è bastato ai grigi un solo gol per ottenere la vittoria. La gara in complesso è stata equilibrata, specie nel primo tempo che è terminato zero a zero. Nella ripresa l’Alessandria intensificava le sue azioni ed al 20’ si aveva la fase conclusiva. Il centro-mediano azzurro Barbieri commetteva un fallo su Cerutti. Su calcio di punizione battuto da Ghidini, Foglia riceveva il pallone e lo passava a Rampini. Questi, giocando la difesa avversaria segnava, a porta vuota, il punto della vittoria. Il Brescia segnava in seguito affannosamente il pareggio, ma sia per lo stato del terreno che per la confusione non è riuscita ad ottenere l’intento; anzi su azione di contrattacco Celant, dell’Alessandria, colpiva il palo ed un altro avanti grigio Foglia, costringeva Romano ad una difficile parata. («La Stampa», 13 gennaio 1941) La rigida giornata non ha trattenuto dal campo del Littorio un buon pubblico accorso per assistere alla più attesa partita della stagione, la disputa tra le anziane contendenti, vecchie reclute dal glorioso passato. Ma il campo pareva in certi punti una lastra di ghiaccio ove riusciva assai arduo scorrazzare liberamente, manovrando il pallone in azioni offensive: così si è lasciato prevalentemente al caso od alla improvvisazione lo spunto propizio per concludere il lavoro preparato a metà campo. I grigi hanno vinto senza avere giocato tecnicamente la loro migliore partita, ma è certo che con due uomini, e dei migliori, assenti – Fibbi e Ghezzi – l’impresa è stata brillantemente superata per lo spirito agonistico di tutti gli atleti. Il Brescia ha confermato le sue doti di generoso e strenuo combattente e fino all’ultimo si è battuto con aperte possibilità di pervenire al successo che, sovente, è mancato per un soffio. Nel primo tempo le forze si sono pressoché equivalse: l’Alessandria ha attaccato in prevalenza, ottenendo tre calci d’angolo e parecchi calci di punizione, ma è stata molto imprecisa e non sempre decisa nello spunto finale. Meno aggressivo è apparso l’attacco della compagine azzurra: per altro alcune sue azioni in profondità, abilmente preparate e manovrate, hanno messo più volte lo scompiglio nell’estrema difesa grigia. Nella ripresa, notevole un forte tiro di Buzzoni a lato e una cannonata di Celant, in corsa, che ha scosso il palo della porta di Romano. Al 20’ si è avuta la fase risolutiva: fallo di Barbieri su Cerutti a metà campo; rinvio di Ghidini a Foglia; abile schermaglia di questi e quindi passaggio in profondità a Rampini, che gioca d’astuzia la difesa azzurra e segna imparabilmente. Vivaci reazioni nel campo bresciano, che attacca da ogni parte per agguantare il pareggio, mentre a tratti si riaccende la mischia nel campo degli ospiti e un tiro spettacoloso di Celant a filo di palo è rimandato in angolo con un salto acrobatico di Romano. Poco dopo Robotti è travolto in area di rigore, ma l’arbitro concede la punizione dal limite dell’area fatale e il susseguente tiro di Foglia impegna nella sua più difficile parata a terra il portiere azzurro. Poche schermaglie ancora nei due campi e poi la fine. («Il Littoriale», 14 gennaio 1941) LA SCONFITTA DEL BRESCIA Era fuggita dal serraglio della classifica, la «leonessa» di Brescia, conquistando un vantaggio di otto punti e mentre la squadra filava, i giornali, facili agli entusiasmi per le squadre lombarde, vuotavano fiumi di inchiostro, mentre davano per spacciata la squadra di Baloncieri e dedicavano ai grigi le ultime due righe di freddo commento. La leonessa è rimasta assiderata durante la ballata con l’orso grigio ed i commenti che sono seguiti, ai resoconti, si sono sforzati a dimostrare che il Brescia è tutt’altro che spacciato, che questa squadra è un blocco omogeneo, eccetera; ma nessuno ha voluto capire che l’Alessandria non è da buttare dalla finestra, che se vince fuori casa e batte un Brescia intenzionato di rifarsi della prima sconfitta, qualche numero deve pur possederlo. L’Alessandria domenica ha soddisfatto. Per la prima volta il pubblico è stato vicino alla squadra con l’applauso caloroso, continuo e gli atleti in campo hanno sentito l’atmosfera di incoraggiamento ed hanno lottato per la convincente vittoria. Il punteggio non è stato clamoroso. Una sola rete ha diviso le contendenti alla fine della partita perché il vantaggio conseguito da Rampini al 20’ della ripresa ha suggerito ai grigi una tattica di prudenza. Le condizioni del campo non permettevano virtuosismi. L’Alessandria si è trovata più a disagio del Brescia, ma la sua tattica di penetrazione, condotta dagli interni Robotti e Rampini, ha scardinato l’intelaiatura della retroguardia azzurra. Lo stesso mediocentro bresciano, nella lotta difficile, ha perduto la bussola, è stato nervoso ed impreciso; Frisoni e Di Cuonzo hanno dovuto cedere nei confronti di Rampini e Robotti. Se si considera che in tutta la partita Roggero ha effettuato una sola (facile) parata e che sole tre volte gli avanti hanno avuto la possibilità di tirare verso la rete, torna chiara la necessità di elevare l’elogio alla retroguardia dove Petermann ha ritrovato la sua forma migliore e ci ha fatto ricordare, in alcuni interventi a valanga, il povero Fenoglio. Parodi ha diretto il lavoro difensivo con perizia ottimamente coadiuvato dai laterali. L’attacco non ha filato alla perfezione. Celant ha giocato meglio del solito, ma le sue azioni, esuberanti di volontà, mancano di semplicità e di precisione. Foglia si è perduto, perché evita il contatto con l’avversario e non punta verso la rete. Cerutti ha fatto cose buone quando si è spostato al centro, e in una di queste azioni ha obbligato Romano a deviare in angolo col pugno la palla inviata con un tiro improvviso, di sinistro, sotto la traversa. Il migliore all’attacco è stato senza dubbio Robotti ritornato nella splendida forma dei giorni migliori. Giocando come domenica avremo modo di assistere a partite molto interessanti anche nella serie B. Arbitro attento Limido di Milano, che aveva arbitrato sul nostro campo la partita Alessandria-Lucchese vinta dai toscani. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 11 gennaio 1941) RISULTATI: Liguria-Padova 3-0 Lucchese-Udinese 1-1 Macerata-Fanfulla 2-0 Modena-Savona 1-0 Pisa-Reggiana 2-1 Pro Vercelli-Anconitana 0-0 Spezia-Vicenza 1-1 Verona-Siena 2-1 CLASSIFICA: Brescia, Liguria 21; Modena 20; Savona 17; Alessandria 16; Siena, Vicenza 15; Macerata 14; Padova, Pisa 13; Fanfulla, Lucchese, Udinese 12; Anconitana 11; Reggiana, Spezia 10; Pro Vercelli, Verona 9. *: una gara in meno Il punto sul campionato Tutto daccapo fra i cadetti LIGURIA E BRESCIA APPAIATE CON IL MODENA ALLE COSTOLE L'Alessandria ha vinto in casa! - Savona e Siena in ritardo Dopo quattordici giornate il campionato dei cadetti è come fosse all'inizio. La lotta per la promozione si ripresenta incerta e aperta come quando, tre mesi or sono, si diede il «via» alle diciotto squadre della «B». Bisogna ricominciare tutto daccapo. Questa, la situazione vista attraverso i numeri della classifica. Ma se si guarda oltre la classifica, se si guarda direttamente alle unità che attualmente ne compongono il gruppetto di testa, la situazione apparirà ben diversa e cioè abbastanza chiara e convincente. In sostanza, tre sono le squadre al comando della graduatoria, ma due sole appaiono fin d'ora, e non solo da ora, decisamente avviate sulla strada della promozione: Liguria e Modena. Il torneo è ancora lungi dalla conclusione — non siamo nemmeno a metà — parecchi ostacoli potranno ancora trovare le due squadre sul loro cammino, ma abbiamo ferma l'impressione che, salvo grosse sorprese, difficilmente rosso-neri e gialli perderanno la posta. L'esperienza, a lungo andare, fa sentire il suo peso in una competizione sportiva. Ed è appunto l'esperienza, questa dote che si acquista soltanto col tempo e si forma attraverso sacrifici e delusioni, che serve ora magnificamente Liguria e Modena. A questo prezioso ingrediente aggiungete la classe e la forma, la volontà smisurata di riuscire e la fiducia in se stesse ed avrete un quadro esatto delle condizioni in cui si trovano attualmente le due unità che noi abbiamo senz'altro designate come candidate, con 90 probabilità su 100, alla promozione. Una squadra scossa Non sono state solo le partite di ieri che ci hanno suscitata questa impressione. Al massimo esse quest'impressione ce l'hanno rafforzata. Il compito più difficile toccava al Modena che doveva ospitare il mastino Savona. E che la compagine di Orth sia un osso duro lo ha confermato l'andamento dell’incontro. Incassato un gol al primo minuto di gioco e respinto un rigore, i liguri hanno fatto barriera dinanzi ai massicci avversari e, pur dominati, non sono andati alla deriva. Con tutto ciò, seppure contenuta nei minimi termini, la sconfitta è grave per i savonesi, grave per le conseguenze che ne derivano. Infatti, almeno per il momento, l'undici di Orth è tagliato fuori dalla lotta per la promozione e assai arduo sarà riportarsi a fianco di certi squadroni. Per il Modena, invece, la vittoria strappata allo strenuo avversario vuol dire un consolidamento della sua posizione in attesa di un più deciso balzo verso l'alto della classifica, vuol dire soprattutto minaccia costante alle due vedette Brescia e Liguria. Quest'ultima, opposta al solido Padova, reduce da una serie di buone prove, l'ha battuto nettamente, senza attenuanti. I biancorossi sono riusciti a resistere nel primo tempo; ma nella ripresa seno crollati dinanzi alla impetuosa offensiva dei genovesi, galvanizzati da una seri? ininterrotta di successi e in brillantissime condizioni di forma. E' per questo che, d'ora in avanti, assai difficile sarà fermare gli uomini di Bollano e toglierli dal posto di vedetta che meritatamente si sono conquistato dopo un meraviglioso inseguimento. Il Brescia, infatti, inaspettatamente sconfitto ad Alessandria, si è visto raggiungere in vetta alla graduatoria, dopo undici settimane di... solitudine, dalla squadra di Cornegliano. La compagnia non dev'essere considerata gradita dagli azzurri, i quali vedono nel Liguria un rivale agguerrito e tenace, poco disposto a lasciarsi portar via il posto. Gli uomini di Frisoni subiscono - evidentemente le conseguenze morali della grave sconfitta sofferta otto giorni or sono in casa. La squadra è un po' scossa, ha bisogno di riordinare l ranghi, di riorganizzarsi. Non crediamo in una sua crisi, ma certo il Brescia necessita di un po' di riposo per potersi riprendere prontamente. Le sue possibilità non possono essere intaccate da due sia pure dolorose disavventure. La vittoria dei «grigi» Ma più che là sconfitta del Brescia, ci ha stupito, lo confessiamo, la vittoria dell'Alessandria. Dello stesso parere devono essere gli zelatori del grigi; pensate, la squadra del cuore che vince dinanzi ai loro occhi. Un avvenimento!... Ma che strana, però, quest'Alessandria. Quando la date spacciata, risorge; quando fidate in lei, vi dà le più amare delusioni. Ieri, pur mancando di Fibbi e Ghezzi, ha tenuto bravamente in mano le redini della partita e non s'è mai disunita di fronte alle poderose azioni dell'avversario. Una squadra che potrebbe e può fare della strada (la sua posizione ora in classifica non è disprezzabile) ma chi si fida con quella sua preoccupante discontinuità di gioco e di rendimento? Bene Spezia, Verona e Udinese per le loro imprese di fronte rispettivamente a Vicenza, Siena e Lucchese. Dalla Pro Vercelli, ospitando la debole Anconitana, si poteva pretendere di più. Il Fanfulla ha pagato il solito tributo in casa della sorprendente Macerata. Da rilevare per ultimo la minima cifra delle reti- segnate: 17. Cosi in basso finora non si era mai andati. Piena crisi delle linee attaccanti o periodo di splendente forma delle difese? (La Stampa - Mar, 13/01/1941)