Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1935/1936
Serie A
01-12-1935 - Giornata: 9 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Torino FBC 0 - 2 (0 - 1)
RETI: 28. Silano O. [To] , 62. Janni A. [To]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Borelli Michele, Ferrero Francesco, Parodi Pasquale, Milano Luigi, Busani Umberto, Riccardi (I) Giovanni, Notti (I) Alfredo, Robotti Luciano, Croce Aldo All.: Soutschek Rudolf

Formazione avversaria
TORINO FBC: Maina; Zanello, Ferrini; Prato Filippo, Janni, Ellena; Sudati, Baldi (III) Fioravante, Bo, Buscaglia Pietro, Silano. All.: Cargnelli Tony

Arbitro: Scotto Mario (Savona)
Note
Rigore sbagliato: 52’ Milano [A, parato]. Spettatori: 5.000. Tempo grigio e freddo, terreno pesante. Inizio gara ore 14:30. Un minuto di silenzio, al 15’, in memoria dell’aviatore alessandrino Dalmazio Birago, morto in guerra in Etiopia il precedente 20 novembre.

Commento
Il sentimentalismo del poi – sempre inutile e molto spesso dannoso come appendice ad una tiratissima competizione di sport – indurrebbe a porre la domanda seguente: se Milano avesse trasformato in una porta all’attivo il calcio di rigore concesso all’Alessandria all’inizio della ripresa, la partita avrebbe potuto prendere una piega diversa? Il dubbio può rimanere, fondato e radicato nell’animo dello sportivo, ma il risultato risponde agli interrogativi malinconici con la sua sostanza numerica incontrovertibile. Il due a zero fa testo e si burla di tutte le acrobazie delle ipotesi. Nessuno oserebbe negare che, dopo il primo punto realizzato dalla squadra granata, i grigi hanno avuto non una ma tre o quattro occasioni favorevolissime per segnare. E tutti sono d’accordo nel riconoscere che il secondo punto ottenuto dal Torino è stato uno schiaffo morale all’Alessandria che si era vista sfuggir di mano il pareggio col rigore fallito. C’è di più. Si riconosce che i due goals degli ospiti non sono stati frutto di azioni irresistibili e comunque di offensiva manovrata fino a rete. Ma se tutte queste considerazioni militano a favore della squadra confitta, in pro del Torino milita l’elemento base di una gara calcistica: il gioco. Al fischio d’inizio i granata si son buttati verso la rete di Ceresa con tutta la freschezza del loro impeto volitivo. Non era semplicemente attacco, quello, era un frullio di pettirossi annuncianti una novella primavera. La difesa locale riusciva a tamponare, a bloccare, a sventare le prime insidie pressanti, ma qui si è caratterizzato il tono e s’è delineata la misura d’autorità del Torino. Poi la partita s’è animata, ha fatto faville; ci son stati scambi di colpi, s’è dovuto far uso di capacità atletica oltreché di armonioso senso costruttivo. Allora si è visto in campo, gradatamente, un altro Torino: più deciso, più furbo, più rude. Tuttavia l’impressione prima è rimasta incancellabile mentre sprazzi di gioco valevano di tempo in tempo a farla rivivere appieno. Si è riportata così la convinzione che il Torino è squadra splendida di salute e di crescente vigoria. Se si considerano gli atleti uno ad uno si vede che non esiste l’asso in senso assoluto. Si potrà dire che Maina è un portiere sufficientemente sicuro (qualche uscita fortunosa non infirma il contenuto della sua prova); che Zanello gioca con l’impeto controllato dell’atleta in pienezza di mezzi e che Ferrini è un ragazzo padrone della palla, preciso, attento, prontissimo nei ricuperi. Si potrà rilevare che Prato è un vigile guardiano della sua ala e un puntiglioso aiutante dei terzini e del centromediano; che Janni, forse non eccessivamente mobile, ha ritrovata intera la sua lucidità nell’azione di sostegno e la sua incisività nel gioco di rifornimento specie sulle ali. Ellena invece è stato assorbito dal ritmo ala-mezz’ala avversarie e si è un poco ripreso solo in fine della partita. Infine si può dire che Sudati è un’ala veloce e centrata; che Baldi III gioca e smista il pallone con rara maestria, è in fiato e sa cosa voglia dire la mezz’ala per l’attacco; che Bo, insistente e ficcante, non dà tregua un attimo ai difensori rivali; che Buscaglia è un lavoratore eccellente, altruista e al tempo spesso ricco d’iniziativa, tetragono ai colpi che riceve; che Silano è in vena per scatto, centri, tiri a rete: il più pericoloso della linea. Resta che non si può parlare di qualche singolo che domini la situazione veramente dall’alto; che valga da solo a far pendere la bilancia a favore della sua squadra. Qual è dunque il segreto del Torino? L’omogeneità dell’undici e la fiducia piena che ogni giocatore ha nei suoi mezzi. È, il Torino, una squadra che annulla le manchevolezze possibili dei componenti con la salubrità intrinseca del complesso, con l’estemporaneità dei suoi giovani, con la dosata fermezza dei pochi anziani. Una compagine che gioca aperto, dinamico, vigoroso; che picchia, tempesta, insiste; conosce le risorse per i contrattacchi più impensati e le risorse per realizzare nelle situazioni meno facili. Citiamo l’aitante Ferrini, il granitico Janni, il tessitore Baldi III e il pericolosissimo Silano come gli elementi migliori della squadra, ma attribuiamo all’undici in blocco una dote comprensiva: «salute». La compagine alessandrina ha avuto una stella… grigia. Nei periodi di maggior vena d’attacco si è vista frustrare azione ben congegnate per fortuiti da nulla o per un bersaglio fallito di pochi centimetri. Tuttavia occorre riconoscere che l’organicità di gioco di cui ha fatto sfoggio il Torino le è mancato. Quella stessa Alessandria che avevamo vista intraprendente e brillante in recenti partite difficili, oggi si è vista cedere grado grado alla demoralizzazione e risultar del tutto incapace di reazione fattiva dopo il secondo goal del Torino. L’Alessandria soffre verosimilmente di «crisi del ringiovanimento». Finché nella compagine si mettevano ragazzi ardimentosi, cresciuti alla salda scuola provinciale a fianco degli esperti atleti ancora sulla breccia, la nuova linfa faceva da tonico irresistibile per l’undici tutto. Ma quando i ragazzi giovanissimi sono diventati troppi (come oggi) allora il gioco ha finito per perdere in consistenza ed autorità. Nella gara odierna il fenomeno si è rilevato soprattutto per quanto concerne la mediana. Ferrero non ha indovinata la gara; Parodi, al centro, non ha commesso gravi errori ma è mancato nel senso che non ha saputo dare la sua nota per gli attacchi dei grigi. Anche Milano non era nella sua migliore giornata. Mancando la saldezza della cerniera, la difesa si è trovata molto spesso a mal partito e se Lombardo è riuscito a salvarsi sufficientemente, Borelli ha denunciato squilibri preoccupanti. L’attacco ha avuto momento di gioco spaziato e piacente ma, fermato Notti dall’opera stringente di Janni, si è trovato a vivere soprattutto sull’iniziativa della coppia di destra, mentre a sinistra Robotti e Croce sono stati volonterosi e niente di più. Peggio poi è stato quando Notti è passato all’ala. Busani è un ragazzo che non manca di numeri, ma egli non è un condottiero. Sarebbe forse stato meglio lasciare intatto lo schieramento durante tutta la gara. Morale: il Torino ha vinto e vinto meritatamente, pur senza dare l’impressione di una squadra di eccellentissima classe. Lo stato di grazia sorregge la compagine torinese; e probabilmente Galli potrà presto darle un brio anche più felice. L’Alessandria ha perso dopo aver invano sfuriato all’attacco per molto tempo. È una squadra che attualmente ha bisogno di maggior convinzione, nei momenti di sorte nera. Non basta filare col vento in poppa: occorre anche saper rompere la corrente contraria! Cronaca telegrafica. Prime battute a mille del Torino e solo al 6’, su tiro di Busani, Maina esegue la prima parata. Angolo contro l’Alessandria al 14’ e subito dopo un minuto di interruzione e raccoglimento per onorare la memoria dell’eroico sergente Birago. Il Torino continua a prevalere e al 28’ un grosso fallo su Baldi III in area di rigore di poco viene punito con calcio franco dal limite. Tira Silano da destra, di sinistro. La palla passa fra una selva di gambe e s’infila. Lunga reazione dell’Alessandria. Al 30’ una mischia furibonda presso Maina è risolta fortunosamente… da una schiena granata. Angolo contro il Torino al 32’. Buscaglia è fortuitamente azzoppato al 37’ Ancora facile occasione fallita dai grigi al 40’ con tiro a lato di Busani e il tempo termina così. Il gioco è andato facendosi rude più e più col trascorrere dei minuti. Angolo contro i grigi al 2’ della ripresa. Al 7’ brillante azione: Milano, Robotti, Busani, Riccardi che tenta il tiro ma è caricato. Ci son gli estremi del rigore? L’arbitro dice di sì: tira Milano e manda su Maina che rinvia, riprende Milano e manda a lato! Al 13’ altra carica grossa in area contro Busani, ma Scotto non interviene. Al 17’ Borelli si scontra con Buscaglia e la palla va in angolo. Tira Silano e riprende Sudati che passa indietro a Janni. Il tiro del mediano rasenta dieci corpi ammassati e si insacca in angolo. Tripudio di drappi granata sugli spalti popolari. Qui il gioco langue. Ancora un angolo contro il Torino; molte punizioni per gioco rude e la fine senz’altro di notevole. L’arbitro Scotto, preoccupato di dominare la non facile gara, ha fischiato senza tanta misericordia. In tanta abbondanza di punizioni qualcuna ha potuto prestare il fianco alla critica. Comunque la direzione di Scotto ha consentito alla contesa di filar liscia fino al fischio finale. Tempo grigio e rigida temperatura. Terreno pesante e qua e là fangoso. All’inizio della ripresa e per 20 minuti Notti e Busani si sono scambiati di posto nell’attacco alessandrino. (Erberto Levi, «La Gazzetta dello Sport», 2 dicembre 1935) Anche oggi la squadra alessandrina, pure marciando spigliatamente e con tecnica e stile, specialmente nel primo tempo, non è riuscita a imbrigliare il giuoco dei granata ed ottenere quel punteggio che l’attività in campo avrebbe giustamente denunciato. I granata hanno avuto invece il vento in poppa e dopo aver risentito le offensive grigie sono riusciti a portarsi in vantaggio al 28’ in seguito ad un calcio di punizione sferrato dal limite dell’area di rigore alessandrina. Il tiro veniva effettuato da Silano nel momento in cui lo schieramento difensivo dei grigi si smembrava inopportunamente cosicché la palla entrava diretta in rete. I grigi attaccavano ancora, costringendo più volte il Torino in angolo ma senza conseguenza. Nella ripresa Notti assumeva per una ventina di minuti il posto di ala destra e Busani lo sostituiva al comando dell’attacco. Al 6’ Busani a tre passi dal portiere granata veniva travolto da due avversari. Il calcio di rigore era tirato da Milano nelle mani del portiere torinese che respingeva debolmente. Lo stesso Milano riprendeva la palla, ritornatagli sul piede, ma calciava alle stelle. Al 14’ altra situazione favorevolissima per i grigi: fuga di Busani sotto la porta di Maina, questi usciva dai pali, lo affrontava decisamente e lo mandava a gambe levate. Malgrado le proteste del pubblico l’arbitro non concedeva questa volta il calcio di rigore. Due minuti dopo gli alessandrini erano costretti in angolo. Nel susseguente tiro il portiere grigio rimandava verso il centro, ove Janni da una ventina di metri saettava in rete mentre Ceresa, coperto, nulla poteva fare per impedire il punto. («Il Littoriale», 2 dicembre 1935) LA SCONFITTA DI DOMENICA La partita col Torino non merita cronaca, non perché si è chiusa con la sconfitta alessandrina ma per l’andamento del gioco. La squadra granata in piena efficienza ha avuto la meglio riuscendo a segnare due punti mentre i difensori grigi, anziché sbarrare la strada all’azione rivolta verso la rete, perdevano il tempo in ripicchi con gli aggressivi Bo e Prato. I grigi hanno avuto la possibilità di ristabilire il pareggio su calcio di rigore ma nessun giocatore grigio era stato preparato per tale esecuzione. Malissimo. Se si dovessero valutare le possibilità di una squadra attraverso la partita di domenica i reparti grigi andrebbero tutti rivoluzionati. Per fortuna la squadra scende in campo nella formazione voluta dall’istruttore e pubblico, giornalisti, soci e dirigenti non hanno nessuna responsabilità delle gravi conseguenze a cui si va incontro. Purtroppo la situazione non è rosea. Vari giocatori, e non solo tra i giovani, hanno deluso; altri come Barale, Celoria, Costenaro, Gastaldi e Turino battono il passo nelle riserve e sono costretti ad assistere in tribuna alle manchevolezze di coloro i quali, senza possedere mezzi eccezionali, occupano il posto in isquadra. Costoro anziché lottare con lo slancio dei giocatori in casacca grigia fanno la parte di comparse. Speriamo che pronti e saggi ritocchi servano a rimettere in efficienza quella che fu e che deve restare la più bella e la più forte compagine delle squadre di provincia. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 7 dicembre 1935) RISULTATI: Brescia-Bari 1-2 Juventus-Triestina 3-0 Lazio-Genova 1893 1-1 Milan-Roma 0-0 Napoli-Ambrosiana 3-2 Palermo-Fiorentina 1-3 Sampierdarenese-Bologna 0-0 CLASSIFICA: Bologna 16; Torino 14; Genova 1893, Juventus 11; Milan, Napoli, Roma 10; Ambrosiana 9; Fiorentina, Triestina 8; Lazio, Sampierdarenese 7; Alessandria, Brescia, Palermo 6; Bari MARCATORI 11 gol: Meazza (Ambrosiana) 9 gol: Piola (Lazio) 7 gol: Silano (Torino) 5 gol: Busidoni (Triestina)