Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1935/1936
Serie A
02-02-1936 - Giornata: 17 - Cornigliano - Littorio


Sampierdarenese AC - Alessandria US 1 - 1 (0 - 1)
RETI: 48. Malatesta M. [Sa] 40. Svageli P.[A]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Borelli Michele, Barale Oreste, Parodi Pasquale, Milano Luigi, Busani Umberto, Robotti Luciano, Svageli Pietro, Celoria Mario, Gastaldi Settimo All.: Soutschek Rudolf

Formazione avversaria
SAMPIERDARENESE AC: Profumo; Ciancamerla, Bodini (II) Renato; Callegari, Bertini, Malatesta; Allegri, Busini (III) Antonio, Spivach, Poggi (II) Ernesto Matteo, Silvestri. All.: Felsner Hermann.

Arbitro: Casati Pompeo (Como)
Note
Espulso: 85’ Spivach [S]. Angoli: 9-6 oppure 7-2 («Il Lavoro»). Spettatori: 8.000. Giornata primaverile, terreno pesantissimo e viscido. Inizio gara ore 14.30

Commento
L’incontro di ieri, importantissimo per entrambe le squadre ai fini della partita, si è risolto in un nulla di fatto che consente all’Alessandria di tirare pel momento un sospiro di sollievo e lascia invece in pieno la Sampierdarenese nei pasticci della lotta per la retrocessione. Ma prima d’occuparci delle conseguenze di questo uno a uno, vediamo come sono andate le cose. La partita ha avuto un inizio calmo da incontro natalizio. I grigi l’hanno infatti cominciata piuttosto guardinghi lasciando la iniziativa ai rossoneri; questi, anziché trarne partito e premere sull’acceleratore, hanno mantenuto la mediana arretrata lasciando in balia di sé stesso il quintetto di punta di per sé stesso neppure molto intraprendente nelle prime battute. Questa mancanza di slancio iniziale è costata ai rossoneri, secondo noi, la perdita del punto preziosissimo: troppo tardi infatti essi hanno fatto sfoggio di quella volontà di vittoria che avevano spiegato lo scorso anno nelle «partite della salvezza» del girone di ritorno e che solo a tratti s’è vista ieri. Fino alla mezz’ora di gioco l’Alessandria, puntando quasi sempre sulla destra, attaccava in prevalenza. La reazione dei rossoneri si faceva insistente e martellante di qui fino al termine del tempo per merito di Busini e Silvestri, ma senza risultanze positive. Nel momento culminante delle azioni offensive dei locali, Gastaldi riusciva a far pervenire al centro il suo primo e al tempo stesso prezioso pallone sul quale piombava come un falco Svageli che metteva fulmineamente in rete in barba ai terzini più tardi di lui. Al terzo minuto della ripresa Malatesta, a conclusione della sfuriata iniziale della sua squadra (presentatasi con questa mediana: Callegari, Poggi, Bertini) conquistava brillantemente il pareggio. L’entusiasmo del pubblico, alternato a vivissimi clamori contro l’arbitro, del cui operato ci intratterremo poi, si faceva vivissimo e in campo le cose andavano di pari passo. Ai ferri corti, le due squadre non sono riuscite a modificare l’esito ormai acquisito. Son fioccate invece le punizioni, gli ammonimenti, è stato espulso infine Spivach e si sono avuti anche battibecchi fra gli spettatori. Occasioni di segnare presentatesi ad entrambe le squadre non sono approdate a nulla per la bravura dei due portiere (Ceresa ha deviato in angolo almeno tre tiri superbi), per le entrate a tempo dei quattro terzini, ma anche per errori degli attaccanti: sette calci d’angolo in favore dei rossoneri e due contro; ma la superiorità sfoggiata dalla Sampierdarenese nella ripresa è rimasta senza frutto. Della sonorissima fischiava che ha accolto il termine della partita, una percentuale non indifferente era rivolta anche ai giocatori. Preoccupato di non lasciarsi sfuggire di mano il controllo della partita, l’arbitro Casati di Como ha dispensato e a destra e a manca punizioni e ammonimenti. Fin qui nulla di male se non che, qualche errore di valutazione da lui commesso ha inasprito i giocatori e ancor più il pubblico ed ha finito col farlo cadere nei guai che si proponeva di evitare. Peccato perché alcune delle sue decisioni sono state invece improntate ad esatta visione dei falli commessi: così ad esempio quelle che è costato l’espulsione di Spivach che è sfuggito alla gran massa degli spettatori, ma che c’è stato e come, anche se l’espulsione – dopo quanto l’arbitro aveva tollerato – è sembrata troppo grave pena. L’Alessandria che ha dimostrato chiaramente, come ci si aspettava, la sua superiorità tecnica nei confronti degli avversari, ha pienamente meritato il mezzo successo; e poiché in definitiva l’arbitraggio ha guastato l’incontro, senza però influire sul suo esito, i rossoneri debbono ricercare nelle loro file la causa della mancata vittoria. La difesa non va messa in causa e l’attacco, anche se si è perduto in troppe manovre, se l’è cavata bene nel complesso, facendo eccezione per Spivach mancato come coordinatore e come tiratore. Si sono distinti invece Busini e Silvestri, e Poggi è stato infaticabile. Il guaio della squadra, come da qualche domenica a questa parte si andava notando, è stato ancora nella mediana che, preoccupatissima di guardarsi alle spalle, ha lavorato scarsamente in favore dell’attacco: Callegari, Bertini e Malatesta nell’ordine hanno fatto a chi dava meno palloni agli attaccanti obbligando Busini e Poggi a sopperire alle loro manchevolezze. Nella ripresa, per merito soprattutto di Poggi, ha svolto un gioco assai più redditizio. L’incontro si è svolto alla presenza di un folto pubblico su un terreno pesante ma in discrete condizioni e ben livellato. Con un calcio d’angolo innocuo contro i rossoneri subito all’inizio i grigi prendono con calma le redini del gioco. Al 13’ per un inesistente fallo di Callegari, che viene ammonito perché non ossequiente al richiamo dell’arbitro, questi si busca una prima sonora fischiata. Il tiro di punizione va fuori. Due minuti dopo è in angolo l’Alessandria: Poggi corregge la traiettoria di testa e corregge la traiettoria di testa e Spivach alza a campanile facilitando la parata di Ceresa. Su una punizione di Barale, profumo blocca il primo pallone. Al 19’ lanciatissimo su azione Spivach-Allegri, Busini inciampa in area di rigore e trascina nella caduta Borelli. L’attaccante rossonero deve rimanere fuori alcuni minuti perché feritosi alla testa. Il pubblico vorrebbe un rigore che non c’è stato assolutamente. Al 22’ e al 24’ Profumo corre due grossi pericoli: prima si libera uscendo incontro a Svageli, poi è il palo che respinge il tiro di Celoria (l’arbitro aveva già fischiato un fuorigioco cogliendolo magistralmente). Ancora due parate di Profumo, poi un colpo di testa di Silvestri servito da destra obbliga Ceresa alla parata, il che si verifica subito dopo su traversone di Allegri, al 33’. Due tiri di Busini neutralizzato l’uno e deviato in angolo l’altro da Ceresa. Al 39’ la Sampierdarenese è in angolo ma Profumo rinvia lontano e il gioco torna in area dei grigi. Di qui sboccia la fuga di Gastaldi e il conseguente goal di Svageli al 40’. Un tiro fuori di Busini e poi la fine. Il vivacissimo inizio della ripresa frutta al 2’ il goal del pareggio dei rossoneri: mischia, tiro di Busini deviato in porta da pochi passi da Malatesta. I rossoneri insistono all’attacco, Bertini è ammonito e al 9’ Ceresa devia in angolo un potente tiro piazzato di Bodini. Al 13’ l’unico tiro di Spivach è bloccato da Ceresa e un minuto dopo una bella azione da destra offre modo a Malatesta di sfruttare una indecisione di Borelli: il tiro di «Mala» è difettoso e ne vien fuori soltanto un inutile angolo. Al 18’ ammonizione a Parodi. Poi al 20’ e al 21’ calci d’angolo infruttuosi in favore dei locali e degli ospiti. Su quest’ultimo un forte tiro di Celoria rimbalza sul palo e la cannonata di Gastaldi che segue va alle nuvole. Al 30’ Profumo con un’ardita uscita toglie la palla a Svageli, poi calci d’angolo e tiri piazzati per falli da una parte e dall’altra. Al 39’ l’espulsione di Spivach, per cui Allegri passa al centro. L’incontro che è divenuto ancor più incandescente continua fino al termine senza nulla di nuovo. A trenta secondi dalla fine Callegari compie un visibilissimo fallo su Robotti a quattro metri dall’area. Il tiro di punizione fortissimo finisce a lato. (Enrico Piccardo, «Il Lavoro», 3 febbraio 1936) Non è nostro costume appigliarci all’operato dell’arbitro allorquando non va bene per le squadre genovesi, ma è indubbio che il signor Casati ha sciupato ieri completamente l’incontro con una serie di decisioni le quali, raramente rispondenti alla realtà delle cose, hanno finito presto col mettere il nervoso fra i ventidue uomini in campo ed a scatenare proteste fra il pubblico, cosicché l’incontro ha vissuto la sua effimera vita in un’atmosfera accesissima. La quale non ha però servito a sospingere i rossoneri verso la vittoria. La Sampierdarenese, superata nettamente per quasi tutto il primo tempo dal gioco veloce, preciso e nitido dei grigi che sul terreno viscidissimo si trovavano perfettamente a loro agio, aveva invece fatta sua la ripresa. Ma fu una pressione pressoché inutile, quella dei rossoneri alla roccaforte alessandrina. I grigi avevano chiuso in vantaggio il primo tempo e gli uomini di Felsner pareggiarono all’inizio della ripresa su azione di calcio d’angolo, ma non furono più capaci in nessun modo di superare la difesa avversaria. La superiorità degli ospiti nel primo tempo era dovuta alla grande differenza di rendimento delle due mediane. Quella alessandrina, imperniata su di un Parodi prontissimo nel servire l’attacco quanto nel giuoco di ricupero, controllava senza eccessiva fatica il quintetto rossonero che non aveva né fusione né prontezza, e proponeva continuamente temi d’attacco ai propri avanti. Tutto al contrario della linea di centro rossonera la quale, con un Bertini mal disposto nel pantano che dominava a metà del campo, opponeva una scarsa resistenza alle offensive avversarie. Fu un indovinato cambiamento di ruoli dopo il riposo che diede linfa alla Sampierdarenese. Poggi fu retrocesso al centro della seconda linea, Bertini si spostò a laterale e Malatesta, uno fra i pochi che aveva avuto le idee chiare nel primo tempo, andò ad affiancarsi a Spivach. Tutti questi spostamenti ebbero il potere di galvanizzare la squadra. Ricuperò autorità la mediana perché Poggi, che aveva giuocato molto male come mezz’ala, fu tutt’altro come centrosostegno, ed ebbe vigore la prima linea dall’innesto di Malatesta, pronto ed autoritario. Ma se questi spostamenti servirono alla Sampierdarenese per rimettere la bilancia alla pari, non riuscirono a farle conquistare intera quella posto che tanto avrebbe servito a momenti così perigliosi come quelli che i rossoneri stanno attualmente attraversando. In questo secondo tempo, infatti, i locali attaccarono spietatamente ben una buona mezz’ora, ma la loro fu più una pressione che non trovava la sua naturale via d’uscita, perché l’attacco appariva pur sempre inconcludente, tanto che Ceresa ebbe lavoro serio solamente su tiri di punizione scoccati dal piede di Bodini, un terzino. La Sampierdarenese avrebbe quindi potuto vincere comodamente la gara nella ripresa, senza le lamentate deficienze della sua prima linea che, in definitiva, è il reparto che ha veramente mancato, ma bisogna anche ammettere che il pareggio dei grigi non è poi tutto immeritato perché nel primo tempo la squadra ospite ha svolto un giuoco di primissimo ordine e nell’ultimo quarto d’ora della partita ha saputo ancora procurarsi più di una occasione favorevole per decidere la contesa a proprio favore. L’Alessandria non muta il suo stile. La si rivede ogni anno con uomini nuovi – i vecchi spiccano il volo per più remunerati lidi – ma occorre ogni anno constatare con immutata simpatia le grandi risorse tecniche di questa squadra che sa conservare mirabilmente il suo stile ed il suo gioco stretto, lineare, incisivo. Ieri, per di più, i grigi mancavano di due fra i migliori attaccanti, Notti e Riccardi, ma non per questo la compagine ha accusato squilibri di sorta. Ha disputato ugualmente la sua bella partita, incurante del fango e, vinta o vincitrice, avrebbe meritato lo stesso l’elogio del buon sportivo, come lo merita pienamente per il pareggio. Tra i migliori in maglia grigia, oltre alla coppia dei terzini, sono da ricordare il portiere Ceresa per alcuni salvataggi compiuti su forti tiri di Bodini, il centromediano Parodi – il numero uno in campo per tutto il primo tempo, e l’ala destra Busani, un prodigio di velocità. Ma anche tutti gli altri elementi hanno efficacemente contribuito all’opera costruttrice della squadra, dai tenacissimi sostegni laterali al mezzo sinistro Celoria, un grande lavoratore. Della Sampierdarenese tre uomini solamente riuscirono ad elevarsi sui compagni per tutta la durata dell’incontro: Bodini, il migliore in linea assoluta, che nel primo tempo specialmente mandò a vuoto un monte di azioni avversarie, Malatesta e Profumo. Gli altri, eccezione fatta per Allegri, Callegari e Spivach, il cui apporto fu più negativo che positivo, ebbero momenti alterni. Avrebbe certo fatto assai di più Busini se non fosse stato ferito al capo nel primo tempo. Pubblico numerosissimo. Erano presenti S.E. il Prefetto ed il Federale. L’arbitro fu Casati di Como che, in una giornata pienamente primaverile, allineò le squadre nelle formazioni che seguono […]. Per poco i grigi non segnarono fin dal primo minuto. Sulla prima offensiva dell’Alessandria, Parodi allungò un pallone fra i terzini rossoneri e su di esso piombò Svageli, ma il tiro fu deviato in angolo dall’accorrente Bodini. Non passò tuttavia gran tempo che gli ospiti presero il comando del gioco, ottimamente sostenuti dalla mediana che troncava spesso sul nascere tutti i contrattacchi rossoneri e riforniva palloni su palloni ai suoi attaccanti. In questo primo tempo fu grande Bodini ed anche Ciancamerla compì cose notevoli, tanto che la prima linea alessandrina non riuscì quasi mai a spuntarla. Dal canto suo la Sampierdarenese, che aveva anche avuto per qualche tempo Busini fuori campo per un colpo alla nuca, non riusciva a dar vita ad un gioco che non fosse di difesa, cosicché i grigi finirono con lo spuntarla. Il loro goal venne a cinque minuti dalla fine del tempo in seguito ad un bel passaggio in avanti di Celoria a Gastaldi col quale il mezzo sinistro aveva tagliato fuori dalla lotta Poggi e Callegari. Gastaldi se ne andò tutto solo lungo il margine del campo, quindi mise al centro un pallone raso terra. Sul pallone piombarono contemporaneamente Ciancamerla e Svageli, ed il primo fu certamente tratto in inganno da una specie di finta compiuta dall’avversario. Al contrario Svageli, anziché lasciar che la palla proseguisse nel suo cammino, la fermò e tirò improvvisamente da una quindicina di metri. Il pallone, colpito con grande precisione, andò a battere sotto la traversa e finì in rete, senza che Profumo potesse minimamente opporvisi. Nel secondo tempo la Sampierdarenese si presentò con larghi spostamenti: Poggi centromediano, Malatesta mezzo sinistro, Bertini sostegno destro e Callegari sinistro. Dopo tre minuti, su calcio di punizione battuto con grande precisione ed estrema violenza Bodini, Ceresa salvava in angolo con una grande parata e sul tiro di Silvestri, Malatesta sorprendeva il portiere avversario con una bella rovesciata. Ritornata alla pari, la Sampierdarenese ripartì con rinnovata vigoria. Il suo giuoco fu più solido e più sicuro e l’Alessandria dovette ripiegare più volte in angolo, ma l’incapacità di Spivach a farsi luce e l’insufficienza di Allegri facevano andare a vuoto ogni azione. La pressione dei rossoneri durò quasi mezz’ora ma Ceresa ebbe lavoro solamente da Bodini, allorché c’era qualche calcio di punizione contro i grigi. Contenute le offensive della Sampierdarenese, l’Alessandria tentò a più riprese verso la fine di cogliere il punto della vittoria, ma una volta Milano colpì la parte bassa di uno dei pali a seguito di un calcio d’angolo battuto da Busani, ed una seconda volta Profumo salvò con un’uscita disperata fin quasi sul limitare dell’area di rigore una puntata di Svageli che era scappato tranquillamente fra i terzini rossoneri. Poi si ebbe l’espulsione di Spivach per un calcio a Borelli, un arresto disperato di Callegari su Robotti ed un ultimo, ma purtroppo vano, disperato tentativo sampierdarenese di giungere alla vittoria. (Renzo Bidone, «Il Piccolo» di Genova, 3 febbraio 1936) SAMPIERDARENA-ALESSANDRIA 1-1 La divisione dei punti tra grigi e rossoneri costituisce indubbiamente il risultato più rispondente all’andamento dell’incontro che, iniziatosi piuttosto fiaccamente e con netta prevalenza alessandrina nel primo tempo, si è di colpo trasformato in una contesa aspra, serrata, angolosa nella ripresa, durante la quale la Sampierdarenese, apportati alcuni spostamenti nelle sue file, è riuscita ad avere la meglio sull’Alessandria quanto è bastato per pareggiare le sorti, ma non per vincere. In complesso la partita è riuscita interessante, specialmente nel secondo tempo, per l’acceso spirito agonistico sfoggiato dalle due squadre che, invero, non si sono risparmiate. L’Alessandria ha accusato più della Sampierdarenese il peso della fatica, resa più severa dalle condizioni del campo pesante per le recenti piogge, ed è stata la prima a cedere, anche perché nel primo tempo ha profuso le sue energie con eccessiva prodigalità. Dell’Alessandria sono piaciuti i reparti difensivi; meno brillante invece è apparso l’attacco che era atteso alla prova con curiosità, dopo la sequenza di reti inflitta al Milan. Eccellente il portiere Ceresa che ha parato, tra l’altro, tre stangate di Bodini su calci di punizione che sembravano destinati alla rete. Ottimi anche i due terzini e Parodi, un intelligente, resiste e preciso centromediano. Anche Milano ha tenuto egregiamente il suo posto, impedendo ad Allegri di manovrare. Tra gli avanti Svageli ha dimostrato di possedere buoni spunti, buone le mezze ali e discrete le due ali. La Sampierdarenese ha avuto il suo reparto migliore nella difesa dove Bodini ha giganteggiato. La mediana ha funzionato meglio con Poggi al centro data la mediocre giornata di Bertini. Malatesta, ottimo come mediano, ha letteralmente trasformato l’attacco allorché è passato tra gli avanti. Silvestri e Busini, con Malatesta, sono stati i migliori tra gli attaccanti. L’arbitro Casati di Como ha commesso molti errori e con le sue decisioni errate ha finito per eccitare i giuocatori ed esasperare la folla. Pochi cenni di cronaca. Si giuoca in una giornata veramente primaverile per mitezza di temperatura, ma su un terreno pantanoso, viscido, impossibile malgrado l’abbondante spargimento di segatura. L’Alessandria marcia subito a tutto vapore e tiene il comando del giuoco per tutto il primo tempo, salvo sporadiche azioni rossonere. Al 40’ i grigi si portano in vantaggio: Celoria passa a Gastaldi che centra su Svageli, sorvegliato da Bertini, il quale però esita ad intervenire. Robotti segue l’azione, ma Svageli tira improvvisamente e la palla batte nello spigolo interno della traversa e schizza in rete. Due angoli per parte nel primo tempo. Nella ripresa la Sampierdarenese sposta Malatesta a mezzo sinistro, retrocedendo Poggi a centromediano, mentre Bertini sostituisce Callegari che passa a mediano sinistro. I rossoneri attaccano subito con decisione e ottengono un angolo al 3’, provocato da una parata di Ceresa su calcio di punizione tirato da Bodini. Sul tiro di Allegri nasce una breve mischia che Malatesta conclude con una rovesciata, segnando il pareggio. La partita continua vivacissima e con prevalenza dei rossoneri i quali usufruiscono di altri sei angoli contro due. Al 38’ l’arbitro espelle Spivach per aver colpito con un calcio Borelli. («La Stampa», 3 febbraio 1936) L’Alessandria, allineatasi al Littorio nella stessa formazione con cui aveva clamorosamente sconfitto otto giorni prima il Milan, è riuscita a costringere la Sampierdarenese alla divisione dei punti. Il risultato malgrado le molte sviste arbitrali, che però non hanno influito sul punteggio, è perfettamente rispondente all’andamento dell’incontro. Nel primo tempo l’Alessandria ha segnato il suo punto al 40’ su fuga di Gastaldi, il cui centro è stato raccolto da Svageli che ha segnato con un fortissimo tiro da 15 metri. Nella ripresa la Sampierdarenese retrocede Poggi a centromediano, sposta Bertini a laterale e manda in prima linea Malatesta il quale al 3’, su calcio d’angolo tirato da Silvestri, rovescia la palla in rete ottenendo il pareggio. Altri attacchi dei rossoneri non hanno esito. Pochi minuti prima del termine l’arbitro ha espulso Spivach, reo di aver colpito con un calcio l’alessandrino Borelli. («Il Littoriale», 3 febbraio 1936) L’incontro, troppo importante ai fini della classifica, non poteva certamente filare via troppo liscio: alla rivalità tra i giocatori s’aggiungeva infatti un ambiente saturo di elettricità fra gli spettatori. L’Alessandria era scesa al Littorio ben decisa di non perdere la posta, e la Sampierdarenese, dal canto suo, intendeva vincere per non vedere maggiormente pregiudicata la sua posizione di classifica: ne venne quindi fuori una partita tirata a grande andatura. I grigi si sono imposti per una buona mezz’ora grazie alla mediana che non solo riforniva con precisione la linea attaccante, ma frustava inesorabilmente ogni velleità dei rossoneri, rintuzzando le loro slegate azioni di contrattacco. Il terreno pesantissimo non favoriva certamente i locali, abituati ad un fondo duro, e quindi l’iniziativa era dei grigi, i quali pervenivano al successo a 5 minuti dalla fine del primo tempo con Svageli. L’azione che a tutta prima non sembrava punto pericolosa, si è risolta con un tiro del centroattacco alessandrino. La palla non troppo forte batteva sotto la traversa della casa di Profumo e finiva in fondo al sacco. L’azione era stata iniziata da Gastaldi che centrava, Bertini aveva un attimo di indecisione, quell’attimo che ha permesso a Svageli di colpire il cuoio ed inviarlo in rete. Il punto sanciva una superiorità che si era manifestata per una buona mezz’ora in modo netto. Dopo la segnatura i grigi hanno rallentata la loro pressione, permettendo ai rossoneri di insistere all’attacco senza che per altro potessero realizzare per le indecisioni degli attaccanti. Ceresa nel primo tempo ha soltanto eseguito una o due parate. Bertini, che aveva giocato di posizione, non poteva certamente frenare le discese dei velocissimi attaccanti alessandrini, cosicché nel secondo tempo si verificarono degli spostamenti che giovarono, e non poco, alla compagine sampierdarenese. Poggi, portatosi al centro, incominciò non solo a rintuzzare le velleità offensive degli attaccanti avversari, ma rifornì i propri con ben dosati palloni, che però venivano sempre sciupati per troppa precipitazione o per indecisione. Al 3’ della ripresa venne il pareggio. Su precedente calcio di punizione battuto magistralmente da Bodini, Ceresa con una stupenda parata mandava in angoli; sul tiro Malatesta rovesciava in rete. I rossoneri insistevano ancora nel loro gioco d’offensiva, ma l’Alessandria teneva bene e con indovinate fughe delle ali o del centroavanti metteva a repentaglio la difesa laziale. Bodini, in giornata magnifica salvava diverse situazioni pericolosissime. Ma la Sampierdarenese, malgrado si mantenesse sempre nella metà campo avversaria, non riusciva a passare anche quando Bodini, su due altri potentissimi calci di punizione, obbligava Ceresa a parare in corner. Ad un’Alessandria più calma e più organica, ha fatto riscontro una Sampierdarenese volenterosissima, ma slegata nei reparti, specialmente in quello attaccante, dove né Allegri né Spivach seppero imprimere al loro gioco quella continuità e quella sicurezza che avrebbero potuto dare un risultato più concreto. Spivach poi, a sette minuti dalla fine, reagendo ad una carica di Borelli, si è fatto espellere dall’arbitro cagionando un danno non lieve alla squadra poiché, semplicemente, negli ultimi minuti la Sampierdarenese tentava il tutto pur di vincere la posta. Dell’Alessandria un elogio particolare spetta a Ceresa che con tre parate brillantissime ha neutralizzato altrettanti punti. Lombardo e Borelli hanno tenuto bene il campo per quanto il secondo abbia abusato in durezza. La mediana, specialmente nel primo tempo, ha superato il confronto con quella rossonera. E la linea attaccante senza tanti fronzoli ha puntato sempre decisamente a rete. Della Sampierdarenese ottima la difesa, discreta la mediana che con lo spostamento di Poggi al centro migliorò moltissimo; degli attaccanti lusinghiera la prova di Silvestri, il più intraprendente ed il più deciso dei cinque. Magnifico Malatesta nel doppio gioco, scaltro Busini che, pur essendo stato toccato duramente da Borelli nel primo tempo è rimasto più di 5 minuti fuori campo) continuò con abnegazione ad alimentare i compagni di linea con dosatissimi palloni. Spaesato Spivach, ed in concludente Allegri che ha eseguito un solo perfetto centro in tutta la partita. In conclusione una partita interessantissima per l’impegno posto in essa dalle contendenti, scarsa di pregi tecnici date le condizioni del terreno. Nel secondo tempo la Sampierdarenese ha proceduto a diversi spostamenti: Poggi è passato a centromediano, Bertini al posto di Callegari e questi a quello di Malatesta che passava mezzo sinistro. («La Gazzetta dello Sport», 3 febbraio 1936) LA PARTITA DI SAMPIERDARENA Sul campo di Cornigliano abbiamo portato un po’ del «nostro fango». Quel fango che plasma le più belle affermazioni. Alla partita Sampierdarenese-Alessandria presenziarono più alessandrini che non nell’incontro Alessandria-Milan. La vittoria sulla squadra di Baloncieri ha avuto il potere di ridestare il sopito entusiasmo. E gli alessandrini a Genova erano anche allegri. Qualcuno fu di manica larga offrendo dolci e mettendo a disposizioni degli amici le verdognole auto di piazza Principe. Il pubblico ligure e la stampa genovese mossero critiche all’arbitro della partita. Con un arbitro più attento l’Alessandria avrebbe avuto il diritto di tirare due calci di rigore. I sampierdarenesi avrebbero preferito Scarpi… In tribuna un alessandrino si esibì in una discesa agli ostacoli. Lo sportivo della vecchia guardia aveva commesso una grave imprudenza. Egli aveva gridato: «Evviva i grigi»! L’Alessandria è riuscita a passare imbattuta sul difficile campo di Cornigliano. Il pareggio alessandrino non è stato strappato coi denti dai calciatori grigi: essi tennero in pugno la vittoria fino al primo quarto d’ora della ripresa, dopo aver dominato con magnifiche azioni di gioco in tutto il primo tempo. Il pubblico ligure di fronte all’incalzare dei grigi, si era rassegnato alla sconfitta; era troppo palese la sicurezza alessandrina nei confronti del gioco senza costrutto dei rossoneri per pretendere di sovvertire l’andamento dell’incontro. I pali della rete di Profumo salvarono la situazione e, sfumato il secondo punto dei grigi, gli ospiti ottennero un fortunoso pareggio in seguito a calcio d’angolo. Ceresa si era palesato troppo sicuro per essere battuto dai tiri degli avversari in regolari azioni di gioco e la palla raccolta in fondo alla rete vi era rotolata dopo una mischia non tanto regolare susseguita ad un calcio d’angolo. Le minacce maggiori dei liguri erano costituite dai potenti tiri di punizione calciati da Bodini sempre sotto la traversa, ma Ceresa vigile sventava con sicurezza ogni pericolo. L’Alessandria fin quando ha giocato all’attacco è apparsa la squadra che scardina e travolge; poi, minorata per le contusioni riportate da Robotti e da Svageli, dovette rinunciare all’offensiva e scaturì il pareggio degli avversari. Il sestetto di retroguardia alessandrino tenne onorevolmente il campo ed il reparto d’attacco lavorò con tenacia e discreto concetto di penetrazione. Come a Torino, le ali Gastaldi e Busani non si trovarono nella loro migliore giornata; Celoria e Robotti si sobbarcarono il faticoso lavoro di avanzamento della azione e Svageli, dolorante a una caviglia, apparve lento in varie situazioni. La rete segnata da Svageli su centro di Gastaldi fu superba di intuito e di potenza: un tiro veramente imparabile. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 8 febbraio 1936) RISULTATI: Bari-Palermo 1-0 Bologna-Fiorentina 1-0 Brescia-Napoli 2-0 Juventus-Torino 2-1 Milan-Ambrosiana 2-2 Roma-Genova 1893 0-0 Triestina-Lazio 3-3 CLASSIFICA: Bologna, Juventus 24; Torino 22; Ambrosiana, Bari 18; Fiorentina, Lazio, Napoli, Roma, Triestina 17; Palermo 16; Genova 1893, Milan 15; Alessandria 14; Sampierdarenese 12; Brescia 9 MARCATORI 17 gol: Meazza (Ambrosiana) 13 gol: Piola (Lazio) 9 gol: Rocco (Triestina) 8 gol: Mian (Triestina), Rossetti (Napoli), Silano (Torino)