Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1935/1936
Serie A
09-02-1936 - Giornata: 18 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Palermo AC 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 35. aut. Faotto M. [Pa]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Borelli Michele, Barale Oreste, Parodi Pasquale, Milano Luigi, Busani Umberto, Riccardi (I) Giovanni, Svageli Pietro, Celoria Mario, Gastaldi Settimo All.: Soutschek Rudolf

Formazione avversaria
PALERMO AC: Provera; Faotto, Ziroli; Santillo (I) Gennaro, Riccardi Cassese, Capitanio, Castellani, Bonesini, Carnevali, De Manzano, Piccaluga. All.: Benincasa Angelo.

Arbitro: Levrero Felice (Genova)
Note
Rigore sbagliato: 15’ Lombardo [A]. Spettatori: 2.500. Incasso: 11.000. Giornata primaverile, terreno pesante. Inizio gara ore 14:30.

Commento
Il giuoco del calcio, alle volte, prende in giro le regole sulle quali si basa: stavolta nella partita giuocata qui ad Alessandria ha anche esagerato, perché il Palermo che si è mostrato squadra stilisticamente migliore, più pericolosa, più quadrata e l’unica che abbia tirato in porta, è stato sconfitto; mentre invece l’avversaria, che in tutto il tempo della gara ha indirizzato verso Provera un solo tiro, facilmente parato, ha vinto. Colmo dei colmi, che si completa con l’autogoal di Faotto, segnato quando i suoi stavano dando lezioni di bel giuoco, e frutto non di frettolosa respinta, ma di infelice intervento. Non solo; se volete completare il quadro, il Palermo poco prima era stato punito con un calcio di rigore che il correttissimo Lombardo, forse per mitigare l’eccessiva punizione inflitta con frettolosità dall’arbitro, spediva lontano. Il Palermo attaccava, giuocava bene, si vedeva che dominava e manovrava la partita, ma quando dal piede di uno dei cinque giuocatori di prima linea partiva la puntata, gambe o pali salvavano oppure il pallone passava di poco a lato senza che in porta vi fosse più Ceresa. Sfortuna? Non so: alle volte quando s’inizia in quel modo è inutile intestardirsi. Per esempio De Manzano, nella ripresa, ricevuto un bel passaggio di Carnevali e scavalcato Ceresa, tirava in angolino da due passi: goal? Neanche per sogno; la palla colpiva lo spigolo e usciva a lato. De Manzano non imprecava alla sorte perché anche prima a Carnevali era capitata la stessa sorte. Il giuoco del calcio, come ho detto, alle volte si diverte: non c’è nulla da fare. Aggiungete poi lo strano modo di arbitrare del sig. Levrero; dava un rigore contro il Palermo per fallo di mano di Riccardi Cassese. Era giusto il rigore? Regolamento alla mano forse sì, perché è proibito toccare il pallone con le mani in area di rigore; ma non c’erano in quel momento avversari lì intorno e il pallone era indirizzato, invece che in porta, a lato: e allora perché non si è usata la stessa severità ogni volta che il mingherlino Carnevali, agile e guizzante, capitando in area di rigore non ne riceveva davvero carezze? E poi, perché, nel secondo tempo, per dare un calcio di punizione a favore del Palermo, fermava Castellani che in quel momento si trovava a tu per tu con il portiere avversario? Partita stregata, ho detto, cominciata, svoltasi e finita in un mare di stranezze; ecco tutto. E se volessimo poi continuare in difesa degli sconfitti, potremmo aggiungere l’incidente capitato a De Manzano, l’uomo più abile dell’attacco: a venti minuti dall’inizio, l’attacco perdeva la guida e spostava gli uomini; De Manzano finiva all’ala destra, completamente inutilizzato. Questa è stata la partita; questo il risultato che fa a pugni con lo svolgimento e che non premia i migliori in campo. Perché se ci accingessimo ad elencare gli uomini bravi, troveremmo nei primi posti tutti palermitani: Ziroli, Riccardi Cassese, Piccaluga dovrebbero non trovare avversari per le prime piazze; seguirebbero soltanto allora gli alessandrini Parodi, Riccardi, Gastaldi e Barale. Eppure l’Alessandria ha vinto; anche se autore del goal è stato un palermitano, un bravo giuocatore al quale la sorte oggi che la partita era dominata dai folletti birichini della bizzarria, ha giuocato un brutto scherzo. Come giuoco, come attrezzatura c’era un palmo di differenza tra le due squadre in favore del Palermo contrariamente a quanto di solito avviene, oggi l’Alessandria si è spinta verso un modo di giuocare che rasenta quello antico della foga e dell’entusiasmo: se la va, è capace di battere squadre di alta classi; ma siccome i tempi beati delle «maniche rimboccate» e del fazzoletto in bocca, segni di romantici esaltati, sono passati, così l’Alessandria ha rasentato spesso la sconfitta e se si salva deve avere alleata la fortuna come oggi. Forse lo stato del terreno impediva una maggiore padronanza del pallone; forse ci voleva abilità maggiore, fatto sta che azioni di pregio, quelle che sono chiare e che denotano la forza di una linea, non se ne sono viste. Lunghi passaggi sempre con il pallone tenuto costantemente troppo alto, e abuso di interventi di testa. Oggi l’Alessandria riprovava ancora Svageli, centroavanti, scoperto tutto d’un tratto «asso»; lo ricordo nel Cosenza e nel Taranto. Tale e quale come era allora: pesante e stranamente impacciato, specialmente quando si trovava a tu per tu con i terzini. «Asso», come non lo era a Taranto, non è apparso neanche oggi. Pensate che non ha tirato neanche una volta in porta. L’altro messosi in luce in questi ultimi tempi, Robotti, veniva invece sostituito da Riccardi. Ma era Celoria che forse appariva il migliore lavoratore della squadra, anche se, come qualità di giuoco, Riccardi lo superava. Il Palermo non riusciva a segnare: giuocava bene, scavalcava mediani e terzini, ma al momento giusto, chissà come, i palloni sfioravano di poco o colpivano i pali o prendevano gambe avversarie. Come giuoco nulla da dire; collaborazione perfetta fra terzini e mediani e azioni brillanti del quintetto. Quando però De Manzano, che del quintetto appariva il più audace e il più pericoloso, veniva colpito ad una gamba e passava all’ala, di riverbero si muoveva meno Carnevali, che viveva del giuoco d’astuzia e di smarcamento del compagno. Allora il quintetto spostava il centro di azione; ma Bonesini era lento e qualche volta si perdeva in fughe che finivano male per lo stato melmoso del terreno. Se il Palermo avesse vinto, non saremmo meravigliati; il conto sarebbe stato tale e quale a quello che è oggi. Abbiamo detto dei migliori; forse Ziroli ha superato tutti, compagni ed avversari, tanto astuzia egli ha posto nel suo giuoco, tanto regolari i suoi interventi. Il compagno di lato, Faotto, perché pesante, era meno agile. Ma non ha fallito un rimando, ha sempre impedito agli avversari di tirare. Come della mediana, ove Santillo dopo lunga assenza faceva ritorno, mi è piaciuto per senso di posizione, fiuto e abilità nei rifornimenti, il centrosostegno Riccardi Cassese. Che compia cose trascendentali, no; che sia maestro in palleggi, neanche; ma con lui al centro la squadra si vede, manovra come avesse base salda. Bravo Capitanio; a Santillo gli onori di avere giuocato come si deve nel primo tempo e di avere tenuto testa al duo Gastaldi-Celoria nella ripresa. Se la squadra non ha segnato, colpa forse dell’attacco, perché ancora privo di Palumbo e che allineava Carnevali al centro? Colpa, invece, è della stranezza del calcio, e colpa è dell’incidente capitato a De Manzano, Carnevali non si è perduto d’animo; sgusciava via che era un piacere a vederlo. Bene gli altri. La partita non merita cenni particolari di cronaca. E quanto all’arbitro si è detto abbastanza. Nella ripresa, nella squadra del Palermo, avveniva prima lo scambio di posto tra De Manzano e Piccaluga; e verso la fine della partita la prima linea giuocava nella seguente formazione, da sinistra a destra: De Manzano, Bonesini, Castellani, Carnevali, Piccaluga. Si inizia con predominio del Palermo: De Manzano e Carnevali tirano in porta, bellissimi tiri che escono di poco a lato e quello di De Manzano prende il palo. Su un contrattacco alessandrino verso il quarto d’ora Gastaldi fugge e centra, Riccardi Cassese interviene e, solo, può liberare senza fastidio, ma il pallone gli schizza su una mano. Rigore: Lombardo mando manda fuori di un metro. Altre azioni palermitane e al 35’ l’autogoal di Faotto: Milano tira un calcio di punizione che Riccardi Cassese intercetta, tira in porta immediatamente. Il pallone andrebbe fuori ma Faotto, che veniva di corsa, tenta respingere e invece manda in rete da un metro. Nella ripresa l’Alessandria si scuote, ma il suo giuoco va a folate prive di ordine. Da notare un tiro di Celoria che colpisce sul viso Capitanio e lo mette fuori causa. Al 23’ goal di Svageli annullato per evidente fuori giuoco. Il Palermo torna ad attaccare ad al 40’ si ha un’azione che per poco non frutta il goal del pareggio; De Manzano colpisce il palo da due metri. Quindi la fine. Il pubblico applaude i suoi e applaude ancora più i giuocatori del Palermo, che mai come oggi meritavano il successo. È il giuoco del calcio che qualche volta si diverte: e critiche, calcoli, tattiche e bravure vanno allora a gambe all’aria. (Ennio Mantella, «Il Littoriale», 10 febbraio 1936) La squadra alessandrina è riuscita ad ottenere la vittoria sulla combattiva squadra palermitana per il modesto viatico di una autoporta segnata da Faotto al 35’. La squadra ospite ha impressionato per la tenuta di gioco e l’ottima concezione tecnica che collegava i reparti in un complesso saldo e pericoloso. Nella ripresa i palermitani, minorati da una contusione che ha costretto De Manzano a spostarsi all’ala sinistra, hanno ugualmente lottato con ardimento per raggiungere il pareggio. L’Alessandria, rinforzata dal ritorno di Riccardi, si era forse creduta di poter disporre a piacimento della squadra avversaria ed ha iniziato la partita senza eccessivo impegno. Le azioni di gioco hanno chiamato alla realtà i calciatori grigi, fino ad impegnarli a difendersi strenuamente nel finale della gara. Nella ripresa l’Alessandria segna al 24’ una rete per merito di Svageli a conclusione di un serrato attacco nell’area avversaria, ma l’arbitro – Levrero di Genova, che è stato di una meticolosità esasperante – ha annullato il punto ritenendo il centroattacco alessandrino in fuori gioco. La squadra alessandrina sbagliò, come è suo solito (quante occasioni sfumate durante il campionato!) un calcio di rigore. Questa volta l’autore del tiro fu Lombardo e la palla finì lateralmente tra i fischi del pubblico. Tra i grigi si sono distinti Ceresa, i tre uomini della mediana, Celoria e Busani all’attacco. Riccardi è apparso lento e pauroso, Gastaldi pressoché nullo. Il Palermo, saldo nel trio difensivo e forte nella mediana per il gioco saggio di Riccardi Cassese e Capitanio, ha avuto negli avanti un reparto minaccioso, ma sfortunato. Alcune ottime occasioni di mandare in rete sono state sciupate dai compagni di Provera a pochi passi dalla rete alessandrina. Al 25’, in seguito a fallo di Santillo, l’Alessandria fruisce di una punizione: la palla, giunta a Gastaldi, torna al centro con una magnifica parabola e Svageli e Riccardi difettano nell’entrata, proprio sulla linea della rete. Faotto arresta il cuoio e tenta di rimandarlo in gioco, ma la palla urta contro Provera, che era rimasto a terra, e si insacca in rete. Nella ripresa l’Alessandria si vede annullare il goal di Svageli al 24’ e, nonostante la buona volontà degli attaccanti grigi, la prevalenza è della squadra palermitana, che ha effettuati alcuni spostamenti tra gli uomini di attacco («Il Piccolo» di Genova, 10 febbraio 1936) ALESSANDRIA-PALERMO 1-0 Brutta partita, arida di punti e ricca di falli e punizioni, una sessantina circa equamente distribuiti in parti uguali fra gli accaniti contendenti. L’unico punto valido è uscito da un infortunio di Faotto, il quale ha concluso un serrato attacco grigio calciando nella propria rete il pallone precedentemente manovrato da Gastaldi. Al 2’ Santillo, per liberare la propria area minacciata, tentava inviare a Provera la palla che, invece, colpiva forte lo spigolo del palo e finiva in angolo. Tre minuti dopo, rapido spostamento di gioco e Ziroli, in seguito ad un calcio di punizione, mandava la palla a Piccaluga e questi la spediva al centro: Carnevali avanzava di qualche metro, poi scoccava il tiro che colpiva l’asta trasversale. L’offensiva tornava presto in campo rosanero e al 15’ l’Alessandria beneficiava di un calcio di rigore ma, come al solito, non riusciva a realizzarlo! L’azione partiva da Gastaldi e, quindi, era sviluppata da Riccardi, a pochi metri da Provera; Riccardi Cassese, nel tentativo di liberare, colpiva con la mano il pallone e senz’altro l’arbitro decretava la massima punizione. Lombardo si assumeva… il grave compito di fallire in pieno il facile tiro, cosicché il Palermo riattaccava con maggior lena e, subito dopo, si accendeva un’aspra mischia sotto la porta dei grigi; Ceresa usciva dai pali e bloccava il tiro di De Manzano, ma veniva travolto unitamente a Piccaluga, cosicché Carnevali tentava di segnare a porta incustodita, ma irrompeva Borelli che allontanava il pallone proprio mentre stava per varcare la linea fatale. Seguivano due calci d’angolo contro il Palermo ed uno contro l’Alessandria, poi questa si portava, al 35’, in vantaggio fortunosamente e su questo fragile punto si doveva concludere la partita. L’azione era svolta da Gastaldi, che fuggiva tutto solo e dal fondo del campo mandava il pallone verso la rete di Provera: Svageli e Riccardi tentavano precipitarsi sulla sfera di cuoio non riuscendo che a sfiorarla, mentre altri giocatori si addensavano per fronteggiare l’offensiva; Faotto precedeva il nucleo e colpiva malamente il pallone che urtava lo stinco di Provera, chino a terra, e rimbalzava in rete. Nella ripresa il gioco è calato alquanto di vivacità e coesione: i grigi hanno dominato più a lungo, ma… hanno gareggiato con gli avversari nell’impegnare rarissimamente l’estremo difensore. I calci di punizione si sono alternati ad ogni momento nei due campi. Svageli riusciva a farsi luce e a segnare con una magnifica stoccata, ma l’arbitro annullava il punto per fuori gioco. In campo opposto al 31’ Castellani superava tutta la difesa grigia e, quindi, metteva fuori un facilissimo pallone. Al 35’ era Ceresa che salvava miracolosamente la sua rete duramente assediata dal quintetto offensivo palermitano. Infine i rosaneri perdevano la più bella occasione per pareggiare al 40’, allorché Piccaluga mandava al centro un insidioso pallone: Ceresa usciva e scivolava a terra, riuscendo, tuttavia, a respingere debolmente il pallone che De Manzano si affrettava a riprendere e, a porta vuota a non più di tre metri, calciare a lato. («La Stampa, 10 febbraio 1936) I rosa del Palermo sono usciti a fronte alta dal campo alessandrino, dopo avere lottato con ammirevole tenacia e poca fortuna per tutti i 90’. L’Alessandria col ritorno di Riccardi, anziché apparire più salda all’attacco, è apparsa inconcludente nel reparto di destra. Il tecnico giocatore alessandrino dopo due domeniche di riposo aveva forse bisogno di ritrovare la sua forma giocando una volta nelle riserve. Le sue azioni hanno avuto pochi sprazzi di rendimento normale e la squadra ne ha risentito tanto nell’isolamento di Busani come nel lavoro di penetrazione che doveva rifornire a Svageli le azioni da rete. Anche nel settore sinistro Gastaldi non è riuscito a sveltire l’azione, temporeggiando proprio nelle occasioni in cui le sue doti di tiro e di velocità dovevano rifulgere. Per la quarta volta, durante il campionato, l’Alessandria ha fallito un calcio di rigore: in apertura della partita Lombardi non riuscì a mettere in rete la massima delle punizioni, calciando fortemente a lato. Il mancato successo deve avere influito sul morale dei grigi e di ciò hanno saputo approfittare gli ospiti per manovrare la palla in campo avversario con signorilità di tocco e massima pericolosità. Del Palermo il sestetto di retroguardia, sorretto egregiamente dal centrosostegno Riccardi, ha svolto un gioco magnifico di continuità e di potenza: Faotto e Ziroli hanno vinto il confronto con Lombardo e Borelli. Solo all’attacco gli avanti siciliani non hanno avuto fortuna. Dei grigi prodigo il gioco della mediana e di sommo rendimento il gioco di Celoria all’attacco. Il Palermo vince la posta del campo e gioca col sole alle spalle. Le prime minacce sono degli alessandrini. Al 2’ il Palermo è in angolo. Due azioni di Lombardi e Svageli sono interrotte di forza da Ziroli. Un magnifico contrattacco provocato da un allungo di Capitanio mette Carnevali di fronte alla rete alessandrina, il tiro, pericolosissimo, sfiora il montante. L’occasione sfumata per i palermitani conferisce maggiore combattività agli alessandrini. Registriamo un angolo per parte e due tiri parati da Busani e Bonesini. Al 13’ Gastaldi manda la palla al centro, ma Riccardi fallisce in pieno. Al 15’ rigore contro il Palermo: Lombardi tira a lato. Fulmineo contrattacco dei rosa e salvataggio di fortuna di Borelli sulla linea della rete. Un angolo per parte e sfortunata azione degli ospiti: Ceresa esce contro De Manzano e la palla rotola sulla sinistra, dove tre giocatori rosa piombano per collocarla in rete, ma si vedono soffiare la palla da un tempestivo intervento di Milano. La rete è salva. Angolo contro l’Alessandria e contrattacco dei grigi. Al 35’ punizione per fallo di Santillo contro Gastaldi. Tira Milano, la palla spiove al centro tra Svageli e Riccardi, quest’ultima devia verso la rete dove Faotto nel tentativo di rimetterla in campo la sospinge definitivamente nella casa di Provera. Nella ripresa l’attacco rosa muta varie formazioni. Un centro di Castellani, parabola sul settore sinistro dove Barale indugia e De Manzano, benché zoppicante, riesce ad effettuare il tiro che finisce fortunosamente nelle mani di Ceresa. Due tiri di Gastaldi e Barale, poi è Bonesini che tenta il tiro da lontano. A sua volta Celoria manda da oltre venti metri un bolide sulla traversa. Pericolosa azione per Provera e rete di Svageli al 24’ a conclusione di un serrato attacco grigio. Il centravanti alessandrino a contratto con Faotto e col dorso verso la rete riceve la palla, scavalca l’avversario e segna. L’arbitro annulla per fuori gioco. Il resto della partita segna una prevalenza, se non di azioni, almeno di pericolosità palermitana. A 2’ dalla fine Bonesini, a porta vuota, sciupa mandando a lato. Il Palermo ha rimaneggiato l’attacco spostando De Manzano all’ala destra, in seguito a contusione; a centrattacco si sono alternati Castellani e Carnevali. («La Gazzetta dello Sport», 10 febbraio 1936) LA STENTATA VITTORIA SUL PALERMO La partita coi rosa del Palermo ha un po’ deluso il pubblico locale per la sterilità degli avanti grigi, l’incapacità di realizzare i calci di rigore e le strane deliberazioni dell’arbitro che, oltre a danneggiare il regolare andamento della partita, hanno privato la squadra alessandrina di un punto tutt’altro che irregolare. Ma, per fortuna, questa volta le autoporte non le hanno più segnate gli alessandrini come era avvenuto a Bari e a Roma: il turno è toccato a Faotto. Così ufficialmente. Ma secondo noi la palla sarebbe finita ugualmente in rete. Resta però il mancato collegamento dell’attacco grigio. Riccardi era troppo fermo e Svageli più fermo di Riccardi. Si aggiungano poi i dannosi temporeggiamenti di Gastaldi che, solo in corsa verso la porta, si arrestava sempre ad aspettare l’avversario e l’isolamento di Busani nella ripresa, causa l’insolito gioco di Riccardi. Rileviamo infine che, pur favoriti dal terreno fangoso, i grigi si sono fatti superare dai volonterosi avversari. La partita di domenica ci ha dimostrato che sul terreno normale Parodi e Svageli, lenti nei movimenti, si trovano maggiormente a disagio nei confronti degli avversari più veloci. Non intendiamo di voler cercare il solito pelo nell’uovo, ma segnalare in tempo opportuno che Parodi non svolge il gioco di spola del centrosostegno: ogni qualvolta le ali centrano, il perno della mediana dovrebbe essere oltre la metà campo e non nella propria area, e Svageli corre a falcate troppo ampie ed aspetta più che cercare l’azione d’attacco. Entrambi hanno bisogno di sveltirsi poiché ad essi non manca il senso della distribuzione ed il tocco della palla. Contro il Palermo la difesa, anche se non è apparsa nella forma dei tempi migliori, ha giocato una buona partita; Barale e Milano hanno lottato con magnifico slancio; Milano è in progresso e forma con Celoria una coppia di grande rendimento che dovrebbe trarre maggior profitto se Gastaldi valesse il Gastaldi dello scorso anno. Busani sempre brillante è stato lasciato troppo inoperoso; il reparto d’attacco, anziché appoggiare sulla veloce ala destra, si ostina a mantenere il gioco sulla sinistra. Con la vittoria sul Palermo l’Alessandria è uscita dalla zona del pericolo e già sente la voglia di apparire nel gruppo di centro. L’Alessandria è stata multata dal Direttorio Divisioni Superiori di lire 500 pel contegno scorretto del pubblico durante la partita. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 15 febbraio 1936) RISULTATI: Ambrosiana-Bologna 3-1 Bari-Triestina 0-0 Fiorentina-Milan 3-1 Genova 1893-Sampierdarenese 3-0 Lazio-Juventus 3-0 Napoli-Roma 1-2 Torino-Brescia 2-0 CLASSIFICA: Bologna, Juventus, Torino 24; Ambrosiana 20; Bari, Fiorentina, Lazio, Roma 19; Triestina 18; Genova 1893, Napoli 17; Alessandria, Palermo 16; Milan 15; Sampierdarenese 12; Brescia 9 MARCATORI 18 gol: Meazza (Ambrosiana) 14 gol: Piola (Lazio) 9 gol: Rocco (Triestina) 8 gol: Mian (Triestina), Rossetti (Napoli), Sansone (Bologna), Silano (Torino)