Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1937/1938
Serie B
05-06-1938 - Giornata: 34 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Novara AC 0 - 1 (0 - 1)
RETI: 30. Torri O. [No]

Alessandria US Ceresa Ugo, Bigando Giovanni, Rosso Alberto, Caligaris Luigi, Parodi Pasquale, Ghidini Ferruccio, Massiglia Armando, Robotti Luciano, Torti (II) Luigi, Coscia Aristide, Vecchi Eligio All.: Cattaneo Renato

Formazione avversaria
NOVARA AC: Caimo; Bonati, Mazzucco; Bercellino, Mornese, Galimberti; Piola Paolino, Mariani, Torri, Versaldi, Rizzotti. All.: Patti Enrico-Marucco Giustiniano.

Arbitro: Ciamberlini Mario (Sampierdarena) [De Michelis, Dusio]
Note
Angoli: 8-2 oppure 9-2. Spettatori: 7.000. Giornata caldissima. Inizio gara ore 15:30.

Commento
ALESSANDRIA-NOVARA 0-1 Promozioni rimandate: la vittoria del Novara impone una qualificazione a tre. La vittoria del Novara è scaturita da un punto che è stato una mezza prodezza cooperativa di Mariani e Torri e anche un mezzo infortunio per Ceresa: goal strano, goal di sorpresa fin che si vuole, ma perfettamente regolare. Si era esattamente alla mezz’ora del primo tempo e la partita, sino a quel momento, si era svolta con sbrigliate, ma poco consistenti, offensive grigie, contenute da un calmo e ordinato gioco di bloccaggio da parte degli azzurri. Robotti aveva sbagliato, al 5’, una occasione di facilità irrisoria; Vecchi e Massiglia si erano esercitati in tiri leggermente alti o leggermente a lato; la squadra di Mattea, inoltre, dopo aver usufruito di un calcio d’angolo aveva dovuto subirne tre. Il citato Robotti – che stavolta non può meritare la menzione di giocatore tra i migliori in campo – aveva anche nuovamente sbagliato, al 23’, un facile tiro da tre passi, a porta vuota. Alla mezz’ora si verificava, quindi, l’episodio che doveva essere risolutivo. Il Novara, neutralizzati i convulsi attacchi avversari, cominciava a registrare il proprio gioco ed a sguinzagliare spesso i suoi avanti in area grigia. In una di tali avanzate, Mariani, spostato verso sinistra, sferrava un forte tiro ben centrato entro il rettangolo fra i pali. Ceresa, dato che il tiro proveniva da lontano, si piazzava per bloccare ma il pallone trovava, nel corso della sua traiettoria, la testa del centravanti Torri. Si aveva la chiara impressione che il caso fosse più che fortuito. La conseguenza era che la palla veniva deviata a campanile, con punto d’impatto sul terreno quasi sopra la linea della porta. Ceresa restava ingannato dal contrattempo, non riusciva a rimediare e il pallone, sul rimbalzo, finiva allegramente in porta. Fortuna da una parte, disdetta per l’altra, ma goal. La vera partita si può dire che avesse inizio da questo momento ed era precisamente nel corso della nuova parte che il Novara dimostrava di meritare il suo successo. Sarebbe stato facile perdere la testa dopo il delinearsi della possibilità di una vittoria. La squadra azzurra, viceversa, non ha commesso l’errore di mettersi a far l’istrice, raggomitolandosi in difesa. Con una tattica fatta di calma e di intelligenza prendeva a comandare, sfoggiando un gioco compassato e produttivo. Era, allora, la volta dell’Alessandria a trascorrere dei pericolosi momenti. La squadra grigia veniva a denunciare un periodo, se non di autentico sbandamento, per lo meno di malcelata rassegnazione. Dopo quattro minuti dal goal, Torri faceva bruciare le mani di Ceresa con un veemente pallone, saettato al volo, che, a malapena deviato, prendeva in pieno sul palo. Il finale del primo tempo e l’inizio della ripresa vedevano la squadra novarese dettante legge. Ma la foga e l’impulso alessandrini non erano esauriti. La situazione tornava a capovolgersi; i grigi riprendevano l’aire; i calci d’angolo si succedevano ai calci d’angolo – alla fine la statistica doveva denunciarne nove contro Caimo e due contro Ceresa – e il portiere novarese e i suoi terzini dovevano dar dimostrazione di bravura. Al 22’ del secondo tempo il Novara poteva dirsi ben fortunato a non subire il pareggio. Vecchi sparava raso terra, Torti deviava e Caimo parava senza poter bloccare, Bonati interveniva e, nella foga di liberare, inviava la palla con forza verso la propria rete. Si incaricava un palo di respingere, fra le più accese giaculatorie del pubblico alessandrino. Al 37’ un nuovo tiro di Vecchi, e un nuovo ingenuo errore di Torti, che mancava l’entrata. Lo slancio dei grigi, malgrado la fatica, vieppiù sentita data l’afosa temperatura, non diminuiva e sul finale si avevano continue mischie in area azzurra. Al 40’ su magnifico tiro di Torti, Caimo doveva dar prova di abilità alzando in angolo; circa al 45’ si registrava una nuova prodezza del guardiano novarese. (Umberto Maggioli, «La Stampa», 6 giugno 1938) Il risultato della partita è stato abbastanza equo. Effettivamente il Novara ha giocato con più testa, con maggior ordine e precisione dell’avversario che dopo i primi venti minuti di gioco buono ma non eccellente, non essendo riuscito a passare, ma essendosi anzi fatto pescare su un contrattacco, si è poi affannato alla ricerca di un pareggio per tutto il resto della partita senza mai concludere nulla di buono. L’Alessandria anzi pur attaccando in prevalenza perché tale doveva essere il suo unico scopo, nonostante i suoi sforzi non è riuscita ad altro che a rivelare sempre più nettamente i suoi squilibri. E possiamo dire che se le occasioni da rete mancate dalle due antagoniste stanno in proporzione di 7 a 2 a vantaggio dei grigi, la maggior parte dei tiri che non sono giunti a bersaglio hanno la loro origine negli errori degli attaccanti alessandrini. Né si può dire che la difesa del Novara che ha dovuto subire per settanta minuti su novanta la pressione avversaria non abbia salvato da situazioni disperate: da citarsi per tutte la parata finale di pugno in angolo alto (42’) di Caimo su una rovesciata a volo di Torti. Il pubblico ha visto un tiro partire come una fucilata e Caimo partire come un razzo a parare il bolide. È stato un vero prodigio di destrezza da una parte e dall’altra che vale forse un campionato. Non sono mancati i tiri che hanno sfiorato i pali (specie da parte alessandrina) né sono mancati quelli che li hanno avuti nemici (al 33’ del primo tempo Torri ne ha trovato uno sulla traiettoria di un suo tiro e al 23’ Mazzucco nell’intento di passare a Caimo se non avesse trovato la clemenza di uno spigolo a quest’ora starebbe ancora a piangere sull’autogoal). Per la cronaca anche Bigando ha sventato un’autorete su passaggio indietro a Ceresa al 29’ della ripresa. Insomma si è avuta in generale la sensazione che il Novara fosse meritevole del successo benché l’Alessandria sia stata più aggressiva e sfortunata. In realtà mentre l’undici novarese dava l’impressione di aver trovato la forma migliore l’Alessandria è apparsa in netto declino. La stanchezza e la sfiducia che si accusavano nelle gambe e nel morale degli azzurri poco dopo l’inizio del girone di ritorno si son trovate invece nell’Alessandria. Inutile sarebbe fare il processo ai singoli. La squadra ha perduto la bella forma che le ha permesso di comandare la classifica per tutto il campionato. Pochi giocatori hanno saputo salvarsi da questo collasso generale e fra questi pochi citeremo Vecchi, Ghidini, Torti e Ceresa. Gli altri chi più chi meno erano giù di tono. Non si pretendeva che l’Alessandria facesse del bel gioco in questa partita, ma almeno che costruisse con quel mimino di ordine che avrebbe consentito il conseguimento del necessario pareggio. Nel Novara invece la freschezza di Torri, il lavoro oscuro, ma tenace e di smistamento di Mariani e Versaldi, la maestria e l’opera di lancio di Mornese che è stato il dominatore della metà campo, le prodezze di Bonati in area di rigore e la felicissima giornata di Caimo fra i pali della porta, hanno avuto un giusto premio. Il Novara ha saputo terminare in bellezza il campionato offrendo, contro l’avversario diretto, una partita pregevole, Attacchi non numerosi, ma pericolosissimi e una difesa prova di bomba. Il goal novarese è scaturito su contrattacco al 24’ del primo tempo. Un tiro forte, ma parabile di Mariani trova nella traiettoria la testa di Torri (non ci è sembrato che il centravanti sia andato a cercarsi la palla) e prosegue a sbilenco la corsa dal lato opposto lasciando in asso Ceresa. Negli ultimi minuti l’Alessandria passa all’arrembaggio, ma Caimo esce in tempo sui piedi di Torti (bel passaggio di Vecchi). Torti buca una palla d’oro di Vecchi, poi consecutivamente fa compiere al portiere azzurro due magnifiche parate prima su rovesciata al volo e poi di testa su calcio d’angolo (Luigi Grassi, «La Gazzetta dello Sport», 6 giugno 1938) Era destino che l’Alessandria non dovesse vincere domenica. San Gaudenzio, dall’alto del suo cupolone, ha sorretto i suoi beniamini e gli azzurri sono passati vittoriosi al Littorio. Non si pecca di spirito di parte dicendo che l’Alessandria non meritava di perdere; anche se i nostri attaccanti hanno mancato in modo puerile delle facili occasioni, alcuni tiri per mera sfortuna non hanno trovato la via della rete. Anche il punto di Torri è stato poi una beffa della sorte. Proprio nel momento in cui più serrata era l’offensiva degli alessandrini, dopo che Caimo aveva sentito il pallone sibilare sui pali per merito di Vecchi e Massiglia, ecco che l’azione si sposta in area grigia; tira Mariani, Ceresa piazzato è pronto a ricevere il pallone, senonché questo incontra sulla traiettoria la testa di Torri e rimane casualmente deviato nell’angolo; Ceresa, indeciso, è battuto. Questo al 30’ del primo tempo; il risultato si è fermato lì, i novanta minuti della partita giocata in una atmosfera incandescente, con ritmo veloce e battagliero hanno avuto la loro conclusione in un’azione banale e sfortunata per i locali. Premesso questo dobbiamo ammettere però che il nostro attacco non ha avuto quella continuità di rendimento da tempo desiderata: migliorato sì, e abbastanza dall’ultima partita con la Pro Vercelli, ma non ancora a punto; ad alcune azioni ben congegnate, chiare che strappano gli applausi si alternano momenti di apatia, di confusione e di sbandamento. Vi sono delle partite nelle quali i giocatori prodigano tutte le loro energie, fanno scintille in un’azione, incespicano in altre; il giudizio sul loro comportamento dipende poi dal risultato, la vittoria fa dimenticare le mancanze e pone in risalto i virtuosismi; nel caso di sconfitta, invece gli errori appaiono nella loro maggiore gravità, si pensa allora alle occasioni fallite, ai tiri sprecati e così via. Questo il caso di domenica, specialmente Torti, Robotti e Massiglia non sono stati sempre brillanti e le loro poche belle puntate non hanno avuto fortuna; ad esempio solo una prodezza miracolosa di Caimo ha potuto salvare in extremis le sorti del Novara su di una girata al volo di Torti a pochi metri dalla rete. Nei reparti difensivi la squadra è apparsa a posto. Bigando ha disputato la sua migliore partita. Il Novara ha avuto la fortuna di avere un Caimo in piena forma ed una mediana che dovendo svolgere un gioco difensivo si trovava a suo agio. In complesso però dobbiamo dire che gli azzurri sono stati superati come gioco dai locali: non è una affermazione campanilistica, è una verità. Ed ora, tutto da rifare; non è valso un campionato ad eleggere due squadre. Il Novara, l’Alessandria e il Modena, vittorioso di misura sul Verona, si trovano allo stesso livello con 43 punti in classifica: sarà necessaria una qualificazione; il direttorio della FIGC che si riunirà questa sera deciderà in qual modo essa debba farsi; certo il cammino per la nostra squadra si presenta difficile e saranno necessari parecchi sforzi per non vedere compromesse le fatiche di un intero campionato. (C.B., «Corriere di Alessandria», 7 giugno 1938) IL PUNTO SUL CAMPIONATO È dunque segnato che il Campionato di Serie B non possa esaurirsi con la disputa del solo calendario. Questa di una finalissima a tre per la designazione delle due squadre che andranno in Serie A resterà la più grossa sorpresa dell’annata e non perché a campionato inoltrato sembrava abbastanza facile poter indicare in Alessandria e Novara le squadre che dopo un anno di mora nella divisione inferiore tornavano fra le «elette»; da varie settimane il Modena aveva portato la sua minaccia e la corsa alla promozione aveva già mutato fisionomia. Ma è appunto perché mutando fisionomia era giunta alla penultima giornata sostituendo nelle previsioni ormai pressoché pacifiche il Modena al Novara, che dato uno sguardo a quella che fino a domenica mattina era la classifica delle prime tre ed uno alla inviolabilità del campo dei grigi, la qualificazione diventa la più grossa sorpresa del campionato. Chi infatti avrebbe dato credito ad un successo novarese sull’imbattuto campo dei grigi, nella partita cui bastava agli ospitanti pareggiare per conquistare la laurea? Sarebbe stato necessario forse dar maggiore credito alla fortunosità del successo dell’Alessandria a Vercelli per convincersi che i grigi rischiavano assai più che non dicessero le apparenze? Fatto sta che il Novara approfittando dell’orgasmo e del disordine che regnavano nelle file alessandrine ha vinto la più vitale delle partite di questo campionato. […] Non prevedendo il risultato di Alessandria, a metà gara il Modena… si sentiva già in Serie A; è venuta dopo la notizia che v’era tutto da rifare, ma alla nuova contesa il Modena giunge ancora forte e sicuro di sé. Le reclute hanno una ottima tradizione in Serie B e Padova e Anconitana e poco distante da loro la Sanremese ne sono state all’altezza. Il Padova sperava forse di più; ma non ci sembrava che avesse le ossa dure quanto quelle delle squadre che stanno lottando per la promozione. In casa la classe e la tecnica si imponevano – i bianco-rossi pur battuti una volta sul loro terreno dividono col Pisa il prima delle partite casalinghe – fuori la prima linea naufragava. Al suo contrario […] sarebbe stato sufficiente all’Anconitana, per esempio, cogliere in casa i punti colti da Sanremese e Palermo, squadre che in classifica sono staccate da essa, per stare almeno tra le qualificande. Ma precisato che l’Anconitana non va in Serie A solo per l’inspiegabile fenomeno degli insuccessi casalinghi, resta però il fatto che […] essa è andata assai più in là delle previsioni. Segue il […] solito Pisa, sempre attrezzato per vincere il campionato, sempre ricco di uomini che per la loro esperienza non avrebbero dovuto temere il campo avversario, ed invece stroncato dalla nessuna autorità in trasferta. […] Al settimo posto sono insieme Palermo e Venezia. Piazzarsi nelle migliori posizioni è però un vanto per i giallorossi, mentre per il Venezia è un modesto risultato. I neroverdi, a lungo rivali di Novara e di Alessandria, sono crollati il giorno della loro prima sconfitta casalinga: tramontava quel giorno la stella veneziana, saliva all’orizzonte quella modenese. La Sanremese […] doveva restare in B e vi è rimasta con un largo margine di punti, avendo scritto pagine interessantissime in questo campionato. Senza scosse e sempre soddisfacente il cammino del Verona, puntate in alto alternate a giornate grigie della Pro Vercelli, mentre il Vigevano pur in proporzioni più modeste di Anconitana e Venezia, compongono il gruppetto delle squadre che hanno giocato meglio fuori che in casa. Lo Spezia fu a lungo fra le pericolanti, poi prese l’aire fino a terminare tranquillamente il campionato segnando il confine fra confermate e retrocesse. Fanno parte di questo gruppo Brescia, Cremonese, Taranto e Messina: la prima e l’ultima di queste quattro costituiscono una sorpresa. Si può dire che tanto l’una che l’altra mirassero molto in alto; i mezzi della prima apparvero subito insufficienti […], l’altra ebbe un cammino travagliatissimo e scivolò lentamente, quasi senza scatti di reazione, verso la Serie C […]. La Cremonese ci sembra non potesse fare molto di più, il Taranto non trovò la sua strada che nell’ultima parte del campionato, troppo tardi. (Alberto Valentini, «Il Littoriale», 8 giugno 1938) RISULTATI: Cremonese-Sanremese 1-1 Modena-Verona 2-1 Palermo-Pro Vercelli 2-0 Pisa-Messina 2-0 (a tavolino per rinuncia) Spezia-Brescia 0-1 Vigevano-Padova 0-1 CLASSIFICA: Alessandria, Modena, Novara 43; Padova 40; Anconitana 38; Pisa 37; Palermo, Venezia 35; Sanremese 34; Verona 33; Pro Vercelli 32; Vigevano 30; Spezia 26; Brescia, Cremonese 21; Taranto 18; Messina 14. VERDETTI: Alessandria, Modena e Novara agli spareggi promozione; Brescia, Cremonese, Messina e Taranto retrocesse in Serie C. : un punto di penalizzazione per rinuncia