Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1935/1936
Serie A
10-05-1936 - Giornata: 30 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Juventus FC 3 - 2 (2 - 0)
RETI: 8. Croce A.[A], 45. Riccardi (I) G.[A], 50. Busani U.[A] 46. Gabetto G. [Ju] , 73. Gabetto G. [Ju]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Turino Giuseppe, Ferrero Francesco, Parodi Pasquale, Milano Luigi, Robotti Luciano, Busani Umberto, Riccardi (I) Giovanni, Celoria Mario, Croce Aldo All.: Stürmer Karl

Formazione avversaria
JUVENTUS FC: Valinasso; Foni, Rava; Depetrini, Monti, Varglien (I) Mario; Diena, Serantoni, Gabetto, Varglien (II) Giovanni, Menti (II) Umberto. All.: Rosetta Virginio

Arbitro: Gonani Giovanni (Ravenna) [Riviera, Scelfo]
Note
Angoli: 5-9 oppure 3-6. Spettatori: 4.000. Tempo variabile, temporale nella ripresa, terreno pesante. Inizio gara ore 15:00.

Commento
La squadra che fu per cinque anni campione d’Italia ha giocato sul campo alessandrino con l’accanimento di chi deve rinunciare ad una cosa rara di fronte alla cruda realtà dei fatti. Già allo scadere del primo tempo gli alessandrini sorprendenti di slancio e di volontà avevano realizzato il prezioso vantaggio di due reti: ciò nonostante la Juventus continua a lottare colla ferma speranza di poter ancora raggiungere i giovani avversari e chiudere con una vittoria l’ultima tappa del campionato. Nella ripresa, dopo pochi secondi di gioco, Gabetto in seguito a punizione batteva di testa Ceresa. Tale successo, giunto di sorpresa, spronava gli ospiti che, guidati da Monti, si installavano nell’area dei grigi. Parodi, Milano, Lombardo, Turino e Ceresa seppero però con pacata calma sventare le insidie dell’affannoso attacco bianconero e respingere i compagni nell’area avversaria. Quattro minuti dopo, in un’azione a metà campo, Robotti allungava in profondità a Busani che benché controllato da Rava riusciva a collocare il terzo punto alessandrino nella rete di Valinasso. L’incerta contesa, ricca di alternative pericolose nei pressi delle due reti, aumentava il suo fascino al 28’, allorché Gabetto toglieva la palla a Ceresa che aveva parato a terra un tiro di Diena e segnava il secondo punto juventino. Sotto l’infuriare della pioggia il finale dei torinesi trova l’immediata risposta in pericolose azioni dei grigi nelle ultime battute della partita. L’Alessandria merita un plauso per la sua tenuta di gara, perché priva di Barale e costretta in queste ultime partite a sostituire con giocatori di riserva i titolari Borelli, Notti e Gastaldi. La Juventus ha avuto in Monti il suo uomo migliore: incerto Valinasso, imprecisi gli attaccanti nei tiri a rete. Lo stesso Gabetto ha fallito facili occasioni: Serantoni, Varglien II e Diena non hanno saputo centrare tiri facili. Al bruciante inizio di Menti, che impegna Ceresa, succede una discesa di Diena che manda al centro dove Gabetto libero calcia precipitosamente nelle mani del portiere alessandrino. Questo tiro mancato che poteva forse far prendere un’altra piega alla partita ha messo alla frusta i grigi, i quali contrattaccano a loro volta. All’8’ di gioco Riccardi fa viaggiare Busani il quale ostacolato da Varglien serve Robotti che scende fin sulla linea di fondo per poi passare indietro a Celoria; il tiro dell’alessandrino trova la traversa che respinge, ma Croce raccoglie e saetta in rete imparabilmente. Il successo mette le ali ai grigi e Busani piomba nell’area avversaria, lanciato da Riccardi. Rava ostacola l’alessandrino ed il tiro passa a filo del montante. Tiro di Menti, deviato in angolo da Ceresa: ancora un angolo per parte, una bella azione alessandrina impostata da Robotti e deviata da Croce sul reparto destro trova Busani pronto a mandare in rete di testa. Valinasso rimette in campo subito la palla e l’arbitro non concede il punto che a molti era parso regolare. Al 44’ azione insistente di Robotti che si libera di tre avversari per poi smistare la palla a Croce; Riccardi riceve l’ultimo passaggio e segna con un tiro trasversale il secondo punto alessandrino. Nella ripresa, dopo pochi secondi di gioco, su punizione Gabetto di testa manda nella rete alessandrina. Ritorno offensivo dei bianconeri frustrato da un nuovo successo degli alessandrini al 4’, per merito di Busani. La Juventus ritornava minacciosa in area dei grigi, Monti sorregge e smista il gioco dell’attacco e al 28’ Gabetto segna il secondo punto per la Juventus frustrando un’incertezza del portiere alessandrino. Le ultime fasi della partita (sotto il diluvio che ha costretto tutto il pubblico dei popolari a scavalcare gli spalti per dar l’assalto alle tribune) mettono ancora a dura prova entrambe le difese. L’Alessandria ha giocato priva di Barale, sostituito da Ferrero. A metà della ripresa una bufera di pioggia si è scatenata sul campo, rendendo il terreno un pantano ed ostacolando le ultime battute della gara. Celoria è stato fuori campo alcuni minuti nel primo quarto d’ora della ripresa, in seguito ad uno scontro con Varglien. («La Gazzetta dello Sport», 11 maggio 1936) Il tradizionale accanito incontro tra grigi alessandrini e bianconeri torinesi si è risolto con una bella e contrastata vittoria dei compagni di Busani. I torinesi sono partiti di slancio e hanno invaso subito l’estrema area alessandrina. Al 1’ una centrata magnifica di Menti ha trovato pronto Gabetto ad intervenire, ma un attimo di indugio di questi è bastato perché Lombardo respingesse. Subito dopo attacco sulla destra; fuga di Diena, palla a Serantoni, quindi a Gabetto; sui due avversari ecco precipitarsi Turino che manda precipitosamente a Ceresa in direzione dello spigolo interno del palo. Con un volo fantastico il portiere riesce ad afferrare la sfera di cuoio appena in tempo a rimandare. Al 3’ altro tiro di Gabetto su centro di Diena. Subito dopo un calcio di punizione contro l’Alessandria battuto da Monti dal limite dell’area di rigore è deviato dallo sbarramento avversario: raccoglie Varglien mandando sopra l’asta. Al 5’ primo calcio d’angolo contro la porta dei grigi a seguito di una mischia. Menti manda alle nuvole. Placato questo furioso esordio la pressione juventina rallenta ed ecco distendersi più omogeneo l’attacco grigio. Prima Riccardi, poi Busani, quindi Celoria sperimentano ripetutamente la difesa avversaria la quale viene pienamente battuta al 14’. Busani fugge velocemente e manda al centro; Robotti tira a Celoria; questi scocca il tiro fortissimo respinto dal palo. L’Alessandria domina per altri cinque minuti; quindi contrattacco juventino e tiro conclusivo di Monti deviato a terra in angolo da Ceresa. Altro assalto torinese, nuovo salvataggio di Parodi, angolo senza conseguenza. I grigi tornano all’assalto e allo scadere del tempo segnano ancora. Robotti da metà campo serve in profondità Croce il quale, benché ostacolato da Depetrini, centra: Riccardi in corsa devia la palla in rete. Nei primi minuti della ripresa, i bianconeri raccorciano la distanza con Gabetto, che sfrutta una punizione di Monti, sfuggita al controllo di Ceresa. Lo smacco punge sul vivo i grigi i quali all’8’ aumentano nuovamente il bottino: è Robotti che serve ancora Busani il quale fugge velocissimo convergendo al centro. Sfugge a Foni e Rava che tentano stringerlo in mezzo, e imprime alla palla l’ultimo tocco facendola rotolare nell’angolo destro della rete di Valinasso. Gli animi si accendono. Un calcio d’angolo per parte e poi al 30’ ecco il secondo punto per i torinesi. Fuga di Diena e tiro in rete; Ceresa blocca a terra, ma il viscido pallone anche per l’effetto ricevuto gli sguscia di mano e Gabetto, intervenuto fulmineo, solleva col piede la palla e segna a porta vuota. Tre a due; in questo momento si scatena un violentissimo uragano. La Juventus tenta con tutti i mezzi di pareggiare, ma l’Alessandria le tiene testa risolutamente. («Il Littoriale», 11 maggio 1936) La squadra alessandrina ha chiuso il campionato con una vittoria sugli ex campioni d’Italia dopo una partita giocata con grande impegno da entrambe le squadre e sotto l’imperversare della bufera negli ultimi venti minuti di gioco. La Juventus, uscita battuta dal campo alessandrino, ha perduto anche le poche speranze che ancora poteva avere di far parte delle tre candidate della Coppa d’Europa. La squadra alessandrina è stata un esempio di volontà e di tenacia ed il suo comportamento merita il più ampio plauso, poiché costretta a giocare in questo finale di campionato priva dei titolari Borelli, Notti, Barale e Gastaldi. La squadra alessandrina ha pare sfoggiato un ottimo gioco tecnico, rispondendo con trame egregiamente tessute in azioni profondità al valore individuale dei singoli giocatori della Juventus. Complessivamente le squadre si sono equivalse: i torinesi hanno giocato con maggiore impeto ed era l’accanimento di una compagine in declino dopo cinque anni di gloria radiosa. Tra gli alessandrini si sono distinti Ceresa, Parodi, Milano e all’attacco Celoria è stato il meno redditizio. Dei bianconeri Monti, Rava, Gabetto e Diena sono stati i migliori. Bruciante inizio juventino, parata di Ceresa su tiro di Gabetto, angolo contro l’Alessandria al 5’ ed all’8’ Busani smista a Robotti, che dal settore destro centra a Celoria. Il tiro di questi è respinto dalla traversa: raccoglie Croce, che segna. Altra fulminea azione degli alessandrini e tiro di Busani a fil di palo; due angoli contro l’Alessandria, un tiro di Serantoni e attacchi sui due fronti; al 28’ un’azione Robotti-Croce manda la palla sul settore destro dove Busani, di testa, mette in rete: Valinasso libera frettolosamente e l’arbitro non concede il punto. Tiri di Diena, Croce, un magnifico palo di Monti ed altro tiro di questi deviato in corner. Al 44’ Robotti, su azione personale, si addossa tre avversari ed indi allunga a Croce, che smista a Riccardi, il quale manda in rete con un tiro radente. Nella ripresa, dopo pochi secondi di gioco, la Juventus ottiene una punizione tirata da Varglien: mischia sotto la rete grigia e Gabetto, di testa, precede Ceresa e manda in rete. Al punto di sorpresa segnato dai torinesi, l’Alessandria risponde con un’azione impostata da Parodi e corretta da Riccardi e Robotti: il centroattacco alessandrino si libera di Monti ed allunga in profondità sulla destra, dove Busani, benché a contatto di Rava, effettua il tiro che batte Valinasso, insaccando la palla radente a fil di palo. Il gioco diventa interessantissimo e le azioni si susseguono alternate con serio pericolo per entrambe le difese. Al 25’ Diena tira su Ceresa, che para a terra; Gabetto interviene, toglie la palla al portiere alessandrino e segna il secondo punto. (Mario Scabiolo, «Il Piccolo» di Genova, 11 maggio 1936) ALESSANDRIA-JUVENTUS 3-2 I grigi hanno concluso la fatica dell’attuale campionato con una sudata vittoria, tenacemente contesa dagli ardimentosi bianconeri fino alle ultime battute dell’indiavolata tenzone e in parte favorita anche dall’indeciso intervento del portiere Valinasso, mancato nel momento culminante dell’azione lasciandosi segnare almeno un punto che, con maggior decisione, avrebbe potuto evitare alla sua squadra. Nel complesso, però, la compagine torinese, pur lottando con ammirevole ardore, non ha dato l’impressione di saper affrontare gli avversari con quella vivace intraprendenza e spigliata direttiva chiaramente dimostrate nelle precedenti dispute sul campo del Littorio. I torinesi sono partiti di slancio al segnale d’attacco ed hanno invaso subito audacemente l’estrema area alessandrina. Al primo minuto una centrata magnifica di Menti ha trovato pronto Gabetto a intervenire, ma una frazione di indugio di questi è bastata a Lombardo per mandar fuori la palla. Subito dopo azione sulla sinistra: fuga di Diena, palla a Serantoni, quindi a Gabetto: sui due avversari ecco precipitarsi Turino, che sospinge affrettatamente il pallone a Ceresa in direzione dello spigolo interno del palo: con un volo il portiere riesce a carpire la sfera appena in tempo e rimandare. Al 3’ altro centro di Diena a Gabetto, che sfera un forte tiro da pochi metri, bloccato da Ceresa. Subito dopo calcio di punizione contro l’Alessandria dal limite dell’area di rigore: il tiro poderoso di Monti è deviato dallo sbarramento avversario, raccoglie Varglien ed il pallone finisce sopra l’asta. Al 5’ primo calcio di angolo contro la porta dei grigi a seguito di una indiavolata mischia: Menti manda il pallone alto. L’assedio juventino, placato questo esordio che pareva destinato a grandi cose, si rallenta ed ecco distendersi più omogeneo e disinvolto l’attacco grigio; prima Riccardi, poi Busani, quindi Celoria sperimentano ripetutamente la difesa avversaria, che viene pienamente battuta al 14’ attraverso uno sviluppo assai interessante. Busani fugge velocemente e manda al centro il pallone che Robotti raccoglie e spedisce a Celoria, questi scocca il tiro fortissimo respinto dal palo; riprende al volo Croce, che spedisce fulmineo in rete. Palla al centro, immediata discesa in linea dei grigi e nuovo tiro in corsa di Busani, sfiorante il palo; l’Alessandria domina per altri cinque minuti, quindi contrattacco juventino e tiro di Menti deviato a terra in angolo da Ceresa; altro assalto torinese e nuovo salvataggio di Parodi in angolo, senza conseguenze. I grigi ritornano all’assalto della casa di Valinasso verso il 26’ e ne minacciano a più riprese la rete con energici tiri di Robotti, deviati dal palo, e di Busani, salvato miracolosamente dal portiere; quindi Rava e Foni si danno un gran daffare per deviare in angolo una centrata di Croce e un tentativo di Robotti, ormai solo a pochi passi dal portiere. Nuova offensiva torinese con due secche cannonate di Monti, il più attivo… attaccante juventino, la prima delle quali è respinta dal palo superiore, la seconda deviata in angolo da Ceresa che con un balzo sorprendente è riuscito con la punta delle dita a deviare il pallone. Allo scadere del primo tempo nuovo attacco grigio coronato da successo: Robotti, da metà campo, serve in profondità Croce il quale, benché ostacolato da Depetrini, riesce, dalla linea di fondo a mandare verso il centro la palla, che Riccardi in corsa può a mala pena toccare deviandola in rete, mentre Valinasso incerto sul da farsi ha lasciato agire liberamente l’avversario. Alla ripresa i bianconeri riescono subito ad accorciare la distanza, segnando al 1’ un punto assai ammirato: calcio di punizione da metà campo contro i grigi per fallo di Parodi su Gabetto; il tiro di Monti fila dritto verso la rete di Ceresa, che esce dai pali per fermare la palla, ma nel balzo ne perde il controllo cosicché Gabetto interviene deciso, spicca un salto giudizioso e, di testa, manda il pallone nella rete ormai sguernita. Lo smacco punge sul vivo i grigi, i quali verso l’8’ aumentano nuovamente il bottino con un’azione vivace e intraprendente, quanto fortunosa. Robotti serve con un perfetto tiro diagonale Busani, il quale fugge velocissimo, convergendo al centro: Foni e Rava tentano stringerlo in mezzo, ma l’agile ala alessandrina sguscia loro quel tanto necessario per imprimere alla palla l’ultimo tocco e farla rotolare debolmente nella rete di Valinasso, rimasto inerte spettatore in quella fase decisiva. Tre ad uno: le sorti sembrerebbero segnate, invece la lotta riprende più che mai accanita. Al 15’ forte scontro tra Depetrini e Celoria, che viene portato fuori a braccia per rientrare cinque minuti dopo; poi l’arbitro ammonisce Gabetto come già aveva fatto per Croce per sgambetti ed… altro, quindi Serantoni è a terra a sua volta dolorante. Un calcio d’angolo per parte e poi al 30’ si ha il secondo punto per i torinesi ed anche questo non irresistibile. Fuga di Diena e tiro in rete: Ceresa blocca a terra, ma il viscido pallone, anche per l’effetto ricevuto, gli sguscia fra le mani e Gabetto, intervenuto fulmineo, lo raccoglie e segna agevolmente. Tre a due: l’elettricità si diffonde adesso in tutti i settori: un violento uragano si scatena sul campo con tuoni e lampi sinistri; non importa, via, via, tutti sotto la rete alessandrina per tentare il pareggio, non conta come, pur di riuscire. Monti lancia i suoi all’attacco e li sprona e li incita animosamente; i grigi si difendono accanitamente, impegnano ancora saltuariamente Valinasso con tiri di Riccardi e di Busani, ma l’esito non cambia. («La Stampa», 11 maggio 1936) ANCHE LA JUVENTUS BATTUTA AL CAMPO LITTORIO Anche la Juventus, come la Lazio, è uscita sconfitta dal Campo del Littorio di fronte alla incompleta squadra alessandrina. Le nostre previsioni si sono avverate; le rivincite erano troppo attese perché non si avverassero in pieno. Abbiamo notato domenica nel pubblico un nuovo entusiasmo, una più vibrante passione, la certezza di essere rappresentati da una compagine che merita tutta la più ampia fiducia, la più incondizionata ammirazione. I grigi, benché incerti in difesa per le precarie condizioni di Lombardo ancora contuso e la lentezza di Ferrero, hanno superato degnamente gli avversari. Il reparto d’attacco ha lavorato di penetrazione con ottima intesa, si rivede la squadra di vari anni fa, quando faceva viaggiare la palla con tocco sicuro sguernendo le più forti difese. Occorre tener presente che i grigi non hanno ancora un vero centroattacco. Robotti nelle attuali condizioni fisiche appare troppo grasso; comunque egli si è palesato un giocatore costruttivo che lega ottimamente coi compagni. Riccardi fattosi più sbrigativo, rende notevolmente di più e assume il ruolo di cervello dell’attacco facendo lavorare Busani con discernimento ed improvvisazione. Celoria, lavoratore instancabile, è calato nel finale del campionato logoro per la massacrante fatica impostasi durante le partite nel fango. Croce, sotto la guida di Stürmer che riesce a renderlo più lineare, ha fatto grandi progressi. Milano è stato domenica un po’ fermo, forse influenzato da Ferrero, sempre a posto Parodi che ha fatto un campionato coi fiacchi. Turino si è fatto le ossa e gioca come un titolare, Lombardo ha salvato la partita con alcuni interventi decisivi su Serantoni e Gabetto. Ed ora eccoci a Ceresa. Quando questo giocatore iniziò con incertezza la partita con la Sampierdarenese, mentre troppi tecnici da caffè si mettevano le mani nei capelli, ci forzammo ripetutamente di far capire che trattavasi di un infortunio e che Ceresa ci pareva più redditizio di Mosele. Questo alle prime partite di campionato. Il tempo ci ha dato ragione e Ceresa è ora ammiratissimo da tutti e conferisce sicurezza alla squadra. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 16 maggio 1936) RISULTATI: Bologna-Triestina 3-0 Brescia-Sampierdarenese 1-2 Genova 1893-Ambrosiana 2-2 Lazio-Fiorentina 2-0 Milan-Napoli 0-1 Palermo-Roma 1-3 Torino-Bari 2-0 CLASSIFICA: Bologna 40; Roma 39; Torino 38; Ambrosiana 36; Juventus 35; Triestina 32; Lazio 30; Alessandria, Genova 1893, Milan, Napoli 28; Fiorentina, Sampierdarenese 27; Bari 25; Palermo 23; Brescia 16. VERDETTI: Bologna Campione d’Italia; Brescia e Palermo retrocesse in Serie B.