Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1935/1936
Coppa Italia
24-05-1936 - Giornata: 1 - Alessandria - Littorio
Quarti di Finale


Alessandria US - Lazio SS 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 66. Notti (I) A.[A]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Turino Giuseppe, Barale Oreste, Parodi Pasquale, Milano Luigi, Busani Umberto, Riccardi (I) Giovanni, Notti (I) Alfredo, Celoria Mario, Robotti Luciano All.: Stürmer Karl

Formazione avversaria
LAZIO SS: Blason; Zacconi, Monza (II) Alfredo; Baldo, Ferraris (IV) Attilio, Viani; Guarisi, Bisigato, Turchi, Camolese, Levratto. All.: Viola József.

Arbitro: Scorzoni Raffaele (Bologna)
Note
Angoli: 5-5 oppure 6-5. Giornata calda a tratti disturbata dal vento, terreno duro e rimbalzante. Inizio gara ore 14:30.

Commento
I grigi si sono classificati per la semifinale della Coppa Italia attraverso una dura competizione con gli azzurri laziali, che si erano ripromessi una sicura rivincita dopo la sconfitta subita sullo stesso campo del Littorio nell’incontro di campionato del 26 aprile scorso. Ma per quanti tentativi abbiano fatto nella sudata competizione di oggi, favoriti anche dallo schieramento di ripiego presentato dagli alessandrini, i quali hanno dovuto all’ultimo momento confinare Robotti all’ala sinistra, non affatto a suo agio in tale ruolo, in sostituzione del titolare Croce squalificato ed innestato nuovamente al centro dell’attacco Notti, già a riposo da alcuni mesi per indisposizione, non sono riusciti a pervenire al successo, che peraltro si è palesato più volte chiaramente raggiungibile nelle trame offensive intessute a metà campo. Si è voluto da qualcuno attribuire la mancata realizzazione in area di rigore all’assenza di Piola, l’abituale condottiero dell’attacco laziale, sostituito da Turchi, un giovane puledro esuberante di energia, impetuoso nel tiro a rete, ma ancora acerbo in fatto di scaltrezza e malizia nel cogliere in fallo la difesa avversaria, che è stata oggi effettivamente imbattibile per l’abilità, la costanza e la bravura, dimostrata nel lungo assedio subito. La prima offensiva è partita da Celoria il quale fuggendo dalla linea di fondo ove si era portato, manda al centro un violento pallone. La difesa azzurra appare in quel frangente perplessa ed incerta; ne consegue una mischia durata alcuni secondi, finché Monza respinge a Ferraris, questi serve in profondità Levratto, il quale a sua volta costringe in angolo i grigi. Bisigato di testa devia in rete e Ceresa blocca a terra rimandando. Altra azione personale di Celoria seguita da un forte tiro da oltre venti metri e appena fermato da Blason. Il giuoco è incalzante nei due campi, con spostamenti velocissimi ed incessanti nei fronti offensivi. Ora è di nuovo Ceresa chiamato al lavoro da due pressanti raffiche scatenate da Levratto e da Guarisi. La prima sventata dal portiere, la seconda pure dal portiere, deviata in angolo senza conseguenze. La Lazio domina ancora per parecchi minuti, ma non più nel modo preoccupante di prima; quindi è l’Alessandria che torna all’assalto della rete di Blason e domina a sua volta dal 20’ al 30’ irresistibilmente con tiri a ripetizione di Busani, Celoria, Robotti e Riccardi, molti dei quali raggiungono il bersaglio, senza peraltro riuscire a far crollare la roccaforte avversaria. La vivacità dell’attacco grigio presenta un nuovo attraente ritorno offensivo negli ultimi cinque minuti del primo tempo in cui brilla il lavoro di rottura e di rimando dell’estrema difesa azzurra, sempre a posto e decisa nell’infrangere le rinnovate bramosie dell’attacco grigio. Nella ripresa si assiste subito ad un fuoco di fila degli azzurri. Abilmente imbeccato da Ferraris, Turchi si distingue in due azioni che avrebbero sortito maggior esito decisivo se concretate con maggiore autorità e discernimento. Il primo tiro sferrato da pochi metri dal portiere vede Ceresa pronto ad intervenire e bloccare il tiro iniquo; tuttavia egli si lascia sfuggire la palla nei pressi della porta ove stazionano ancora parecchi azzurri; e l’ostacolo pare adesso definitivamente superato. Ceresa però, visti i suoi compagni, piomba velocissimo sulla sfera di cuoio e può in tempo allontanare il pericolo. Poco dopo lo stesso Turchi giuoca la difesa alessandrina; ma la palla finisce rasente l’asta superiore. Celoria capovolge al 15’ la situazione ed una sua cannonata scuote il palo laterale finché al 20’ si registra l’unica azione risolutiva. Riccardi toglie la palla a metà campo dal piede di Ferraris e la dirige a Celoria; questi, in corso, allunga a Notti che procede spigliato di alcuni passi sulla sua destra, supera Monza e con tiro diagonale scoccato da pochi metri batte irresistibilmente Blason, tra uno scoppio altissimo di applausi, mentre la difesa azzurra, rimasta incerta in questo frangente, non può fare a meno che constatare l’infortunio occorsole. I grigi sono adesso in pieno risveglio offensivo. Un minuto dopo la Lazio si salva in angolo per un’altra azione offensiva di Busani, quindi Viani toglie la palla alla velocissima ala destra alessandrina nel momento in cui sta per calciare, e riesce a deviare il pallone in angolo, che non sorte alcun esito. Un’altra cannonata in corsa di Celoria è respinta chi lo sa come da Blason; subito dopo un’altra spettacolosa fuga di Busani mette lo scompiglio in casa dei laziali che si salvano nuovamente in angolo. Al 29’ Blason blocca altri due tiri, uno a fil di palo, l’altro a terra verso l’angolo sinistro in modo entusiasmante. Gli ultimi minuti di giuoco sono di pretta marca azzurra. I grigi stanchi e assai provati si rinserrano in difesa e subiscono due nuovi calci d’angolo mentre al 43’ una fuga di Levratto si conclude con tiro forte dell’aitante giuocatore e che Ceresa, con una entrata precisa, riesce appena appena ad allontanare col palmo della mano, deviano il pallone verso Milano, accorso affannosamente a liberare. È stato questa l’azione più bella degli ospiti, i quali avrebbero meritato con tale tentativo di conquistare il pareggio. Nel bruciante finale in cui tutte le forze degli ospiti sono state lanciate all’attacco per tentare il pareggio, si è visto la squadra grigia, solida e sicura, non tentennare un attimo solo davanti all’irruenza del rinnovato assalto azzurro e portare così in salvo, sia pure faticosamente, la brillante vittoria tenacemente contesa fino agli ultimi minuti. Da questa sommaria cronaca appare evidente come la Lazio non sia riuscita a far funzionare in pieno difesa ed attacco come era apparso nell’ultimo incontro di campionato. Gli azzurri hanno lottato strenuamente, ma sono mancati esattamente nel momento di concludere, per quanto tutta la linea attaccante si sia prodigata per portare a buon fine il lavoro preparatorio di metà campo. Sul finire della partita Ferraris in uno scontro con Busani si è visto riacutizzarsi una lesione per cui la sua opera è naturalmente scesa di tono: nello spogliatoio il medico che lo ha visitato non ha riscontrato nulla di grave, consigliando però cure adeguate. («Il Littoriale», 25 maggio 1936) La squadra laziale è stata eliminata dalla Coppa Italia dopo un incontro incerto e che si è chiuso con una stentata vittoria alessandrina raggiunta al 21’ della ripresa da un’azione in linea dell’attacco alessandrino, conclusa da Notti. Entrambe le squadre si sono presentate incomplete: la Lazio mancava di Piola, fulcro del suo reparto d’attacco e, tra i grigi, era assente Croce, squalificato per una domenica. Gli assenti sono stati sostituiti da Turchi e Robotti. Tra gli alessandrini sono emersi i tre giocatori della difesa e, in ispecial modo, il portiere Ceresa che, con tuffi prodigiosi, è riuscito a salvare la sua rete da tiri improvvisi ed insidiosissimi degli attaccanti avversari. Tra i mediani, Parodi non è stato all’altezza di Barale e Milano; nel reparto d’attacco, Riccardi, Celoria e Busani sono stati i migliori. Notti, tornato a guidare il quintetto alessandrino, è apparso incerto nella seconda metà della ripresa e Robotti, spostato all’ala sinistra, ha fatto rimpiangere Croce. Celoria, seppure in non perfette condizioni fisiche, ha lavorato con coscienza ed è stato l’attaccante più pericoloso per la rete avversaria. Nei ranghi azzurri, Ferraris è stato l’uomo che ha saputo coordinare con chiarezza le azioni dell’attacco e rendere oltremodo difficili le incursioni degli alessandrini nell’area della Lazio. Lo hanno coadiuvato ottimamente [riga mancante]. Nel primo tempo, dopo un inizio minaccioso degli alessandrini, la Lazio ha obbligato gli avversari in angolo e le azioni si sono susseguite alternate. La Lazio, che si era in precedenza miracolosamente salvata da una critica situazione creata da una mischia e risolta da Monza, che allontanava la palla proprio sulla linea della rete, ha costretto a sua volta l’Alessandria in angolo. Abbiamo registrato alcuni tiri deboli di Robotti ed uno di Celoria bloccato da Blason, ed all’11’ Ceresa para a terra un tiro di Guarisi. Angolo contro la Lazio al 14’ e nuova mischia sotto la rete romana provocata da centro di Robotti e colpo di testa di Busani. Una fuga e conversione al centro di Robotti termina con un tiro a lato e Ferraris si incarica di sospingere i compagni al contrattacco e ad obbligare Turino a salvare in angolo. Nella ripresa, dopo poche battute, Bisigato offre a Turchi una palla da rete: il centroattacco romano effettua un tiro trasversale radente ed a filo del montante, ma il portiere alessandrino riesce miracolosamente a toccare la palla sulla linea della rete, dopo Lombardo salva la critica situazione. La Lazio ritorna ancora minacciosa e Turchi tira a lato con una rovesciata improvvisata a conclusione di un’azione impostata da Guarisi e Bisigato. Al 15’ Celoria da circa 25 metri tira fortissimo e di sorpresa, la palla trova la traversa che respinge in gioco, quando Blason era apparso spiazzato. Il gioco sempre cavalleresco si snoda con azioni tecniche da parte degli ospiti, mentre i grigi per l’incertezza di Notti e gli errori di Robotti deludono l’aspettativa. Al 21’ l’Alessandria ha avuto un risveglio di gioco armonioso e Parodi a metà campo ha servito Riccardi che, a sua volta liberatosi di Baldo, ha allungato a Celoria all’altezza dell’area di rigore; il mezzo sinistro alessandrino ha passato in profondità a Notti incuneato tra i terzini ed il tiro dell’attaccante alessandrino è finito in rete imparabilmente. (Mario Scabiolo, «Il Piccolo» di Genova, 25 maggio 1936) I grigi si sono classificati per la semifinale della Coppa Italia attraverso la dura competizione cogli azzurri laziali che si erano ripromessi di assicurarsi la rivincita dopo la sconfitta patita sullo stesso campo del Littorio, nell’incontro di campionato nell’aprile scorso, ma per quanti sforzi abbiano fatto essi non sono mai riusciti a minacciare seriamente la rete di Ceresa che è stato indubbiamente il miglior uomo in campo. La Lazio mancava di Piola sostituito da Turchi, giovane pieno di esuberante energia, ma non ancora pronto a guidare un attacco. L’Alessandrina mancava di Croce e all’ala sinistra è stato messo notti e ne è risultata così una linea offensiva alquanto sbandata e priva di mordente. I primi ad attaccare sono stati i grigi, i quali per merito di Celoria hanno impegnato seriamente Blason. Il giuoco ritorna in seguito a metà campo, per poi rinserrarsi sotto la rete di Ceresa, chiamato al lavoro da due tiri prodigiosi di Levratto e di Guarisi, il secondo deviato in angolo infruttuoso. La Lazio domina ancora per vari minuti, quindi l’Alessandria ritorna all’attacco e domina dal 20’ al 30’ con azioni irresistibili che lasciano presagire da un momento all’altro l’affermazione del successo. Negli ultimi minuti del tempo il lavoro è duro per la difesa laziale. Nella ripresa invece la Lazio inizia il fuoco di attacco sotto la rete grigia con tiri prodigiosi che il portiere a stento riesce a parare, poi l’Alessandria ritorna all’attacco: Celoria al 15’ spara una cannonata che scuote il palo laterale. Al 20’ si registra la unica azione risolutiva della giornata. Riccardi devia la palla a Celoria, questi in corsa allunga a Notti, che procede di alcuni passi, supera Monza e con un tiro diagonale scoccato da pochi metri batte irresistibilmente Blason tra uno scoppio altissimo di applausi per il successo riportato dai grigi. Costoro sono ora in pieno risveglio offensivo. Un minuto dopo la Lazio si salva in angolo per un’altra azione di Busani, quando Viani toglie la palla dai piedi dell’ala destra alessandrina nel momento in cui questa stava per calciare e riesce a fare deviare in angolo infruttuoso. Un altro tiro di Celoria è respinto da Blason, mentre subito dopo un’altra fuga di Busani che mette lo scompiglio nella casa dei laziali i quali si salvano in angolo infruttuoso. Al 29’ Blason salva altri due tiri. Gli ultimi minuti sono di marca azzurra. I grigi si rinserrano in difesa e subiscono due calci d’angolo, mentre al 43’ una incontenibile fuga di Levratto si conclude con un tiro possente dell’aitante giuocatore che Ceresa, con intuito preciso, riesce ad allontanare con la punta delle dita e permette a Milano di giungere in tempo per liberarlo. («Il Lavoro», 25 maggio 1936) La squadra alessandrina pur giocando al disotto del rendimento raggiunto nelle precedenti partite è riuscita a chiudere vittoriosamente la partita per merito di una rete di Notti segnata al 21’ della ripresa in modo magistrale a conclusione di una perfetta azione in profondità del trio centrale alessandrino. La Lazio ha svolto un ottimo gioco tecnico, ma non ha lottato a fondo come nelle partite di campionato. In vari periodi dell’incontro si è avuta l’impressione che le squadre giocassero un incontro amichevole e fossero intenzionate a creare azioni pregevoli al disopra nel risultato immediato della partita. Alcuni tiri che erano apparsi imparabili agli avanti azzurri sono stati sventati in modo prodigioso dal portiere alessandrino. Ceresa con tuffi magistrali è riuscito a mantenere inviolata la rete e la vittoria della squadra alessandrina spetta in buona parte a lui. La Lazio ha giocato priva di Piola. Turchi, pur dimostrandosi un buon elemento, è ancora molto lontano da costituire un pericolo per le difese avversarie al pari del compagno assente. La Lazio ha però sempre insistito nel convergere le azioni al centro e questo è stato un errore che ha dato modo alla difesa grigia di infrangere più agevolmente gli attacchi avversari. Il sestetto di retroguardia romano ha giocato una partita in buon affiatamento. All’attacco Bisigato o Guarisi sono apparsi pericolosi. L’Alessandria con Robotti all’ala sinistra si è trovata inceppata in tale reparto e anche Notti tornato a guidare il quintetto è stato al disotto del suo abituale rendimento. Busani, Riccardi e Celoria si sono prodigati con continuità e chiarezza di gioco per infrangere la ferrea difesa romana. Ottimi Barale e Milano, un po’ sfuocato Parodi. Lombardo ha giocato una delle sue migliori partite e Turino, benché febbricitante, lo ha egregiamente coadiuvato. Dopo due attacchi iniziale dei grigi gli azzurri contrattaccano e costringono l’Alessandria in angolo. Segue una fuga di Robotti e tiro parato da Blason. Registriamo una magnifica azione di Riccardi che offre a Celoria la possibilità di tirare. Blason devia a lato e Monza libera l’insidia. Al 14’ angolo contro la Lazio e l’Alessandria risponde con una discesa di Levratto che offre a Busani l’occasione di impegnare di testa il portiere avversario. Al 27’ fuga e tiro di Levratto. Il primo termina con gli azzurri all’attacco. Nella ripresa al 1’, dopo poche battute. Turchi si trova nell’area alessandrina colla palla al piede e in ottima posizione. Il tiro del centravanti romano sta per infilare l’angolino radente, ma Ceresa con un tuffo prodigioso riesce a deviare la palla proprio sulla linea della rete; Lombardo libera definitivamente. Altre azioni romane fermate prodigiosamente da Barale. Registriamo ancora un tiro di Turchi a lato e al 15’ un bolide di Celoria da circa 25 metri scuote la traversa della casa di Blason il quale era apparso spiazzato. I grigi insistono e al 21’ raggiungono la vittoria. Riccardi passa a Celoria il quale in profondità lancia Notti che incuneatosi fra i terzini riesce imparabilmente. La partita è decisa. Un angolo contro la Lazio al 22’ e registriamo una bella azione di Celoria stroncata da Ferraris. Al 30’ discesa fulminea di Busani che costringe la Lazio in angolo; il tiro di Busani è parato a terra da Blason. Null’altro da segnalare. («La Gazzetta dello Sport», 25 maggio 1936) La prima offensiva parte da Celoria che, fuggendo dalla linea di fondo ove si era portato, manda al centro. Ne consegue una mischia che dura alcuni secondi, finché Monza respinge a Ferraris, questi serve Levratto il quale a sua volta costringe in vantaggio i grigi. Bisigato, di testa, devia in direzione della rete e Ceresa blocca a terra e rimanda. Altra azione personale di Celoria seguita da un forte tiro da oltre venti metri e a malapena fermato da Blason. Ceresa è chiamato al lavoro da due tiri di Levratto e di Guarisi. La Lazio ha un periodo di netto dominio, quindi è l’Alessandria che ritorna all’assalto della rete di Blason e prevale dal 20’ al 30’ con tiri di Busani, Celoria, Robotti e Riccardi, molti dei quali ben diretti. La vivacità dell’attacco grigio si manifesta prevalentemente negli ultimi cinque minuti del tempo, in cui brilla il lavoro di rotture e di rimandi della estrema difesa azzurra, sempre a posto e decisa. Nella ripresa si assiste subito ad un fuoco di fila degli azzurri; abilmente lanciato da Ferraris, Turchi si distingue in due azioni neutralizzate da Ceresa. Celoria capovolge al 15’ la situazione e una sua cannonata scuote il palo laterale, finché al 20’ si registra l’unica azione risolutiva. Riccardi toglie a metà campo la palla a Ferraris e la dirige a Celoria, questi, in corsa, l’allunga a Notti, che avanza di alcuni passi sulla sua destra, supera Monza e con un tiro diagonale, scoccato da pochi metri, batte Blason. I grigi continuano a comandare il giuoco: solo gli ultimi minuti sono di marca azzurra; i grigi, stanchi e assai provati, si rinserrano in difesa e subiscono due calci d’angolo. Nel finale, in cui gli ospiti si sono lanciati all’attacco per tentare il pareggio, si è visto la squadra grigia, solida e sicura, non tentennare un attimo davanti all’irruenza del rinnovato assalto azzurro e portare così in salvo la brillante vittoria. («La Stampa», 25 maggio 1936) Evviva i grigi semifinalisti della Coppa d’Italia! La Lazio ha lottato con ardore e valore, ha resistito, minacciato fino al novantesimo minuto. Notti non era in vena, Robotti fuori posto e zoppo, Parodi era fermo. Al 20’ della ripresa, Parodi allunga a Riccardi, questi a Celoria, Celoria a Notti ed il “muro” si è vendicato infilando nella rete di Blason una palla irresistibile. La Lazio non è una squadra abulica e non era composta da 11 riserve; eppure è stata battuta prima dei tempi supplementari. Per questo i grandi giornali che domenica si erano dimenticati di scrivere due righe per l’incontro Alessnadria-Lazio – forse per attirare il pubblico solo a Torino onde assistere alla beffa del calcio toscano a quello torinese – sono stati avari nei commenti. Ciononostante l’Alessandria ha dimostrato che il calcio piemontese non è rappresentato soltanto dalla Juventus e dal Torino. La squadra alessandrina ha avuto domenica il suo reparto d’attacco incerto sulla sinistra, dove Robotti era stato chiamato a sostituire Croce, ed al centro per le condizioni non ancora perfette di Notti che lo hanno reso tardivo in varie azioni. Comunque, il trio centrale dell’attacco grigio ha trovato ugualmente l’estro per travolgere con un’azione di stile la ferrea difesa azzurra e collocare in rete irresistibilmente, per merito dello stesso Notti, il pallone della vittoria. La partita, incerta fino al novantesimo minuto, è stata combattuta cavallerescamente dalle contendenti e la Lazio che era scesa nella nostra città, fermamente intenzionata di ottenere una rivincita della sconfitta subita in aprile nella partita di campionato, ha dovuto abbassare bandiera di fronte ai grigi che, zoppicanti nell’attacco, rifulsero nel gioco del trio difensivo. Ceresa si è imposto all’attenzione ed all’ammirazione dei tecnici e degli sportivi con parate che lo confermano un portiere di grande avvenire. Lombardo ha giocato in modo impeccabile come sicurezza ed astuzia; Turino, sceso in campo febbricitante, è stato ammirevole come potenza nei rimandi, mobilità e chiarezza di gioco. La mediana, sicura in Milano che è apparso lineare e redditizio e in Barale sempre combattivo fino all’esaurimento, si è trovata con un Parodi provato dalle aspre partite sostenute nel campionato e quindi notevolmente fermo. Il Napoli, il Torino e la Juventus, domenica scorsa e l’Ambrosiana 10 giorni fa, accusarono sbandamenti ben più gravi di quelli verificatisi nella squadra grigia che, con una convincente vittoria e senza ricorrere ai tempi supplementari, ha piegato una compagine salda e pericolosa come quella laziale. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 30 maggio 1936)

Quarti di Finale

Alessandria US - Lazio SS 1 - 0 (0 - 0)

RETI:

66. Notti (I) A.[A]

Alessandria US

Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Turino Giuseppe, Barale Oreste, Parodi Pasquale, Milano Luigi, Busani Umberto, Riccardi (I) Giovanni, Notti (I) Alfredo, Celoria Mario, Robotti Luciano

All.: Stürmer Karl

Formazione avversaria

LAZIO SS: Blason; Zacconi, Monza (II) Alfredo; Baldo, Ferraris (IV) Attilio, Viani; Guarisi, Bisigato, Turchi, Camolese, Levratto. All.: Viola József.

Arbitro: Scorzoni Raffaele (Bologna)

Note

Commento

info@museogrigio.it

Crediti

2021 museogrigio, tutti i diritti riservati.

Quarti di Finale

Alessandria US - Lazio SS 1 - 0 (0 - 0)

RETI:

66. Notti (I) A.[A]

Alessandria US

Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Turino Giuseppe, Barale Oreste, Parodi Pasquale, Milano Luigi, Busani Umberto, Riccardi (I) Giovanni, Notti (I) Alfredo, Celoria Mario, Robotti LucianoAll.: Stürmer Karl

Formazione avversaria

LAZIO SS: Blason; Zacconi, Monza (II) Alfredo; Baldo, Ferraris (IV) Attilio, Viani; Guarisi, Bisigato, Turchi, Camolese, Levratto. All.: Viola József.

Arbitro: Scorzoni Raffaele (Bologna)

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Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Turino Giuseppe, Barale Oreste, Parodi Pasquale, Milano Luigi, Busani Umberto, Riccardi (I) Giovanni, Notti (I) Alfredo, Celoria Mario, Robotti Luciano

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