Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1936/1937
Serie A
18-10-1936 - Giornata: 6 - Trieste - Littorio


Triestina US - Alessandria US 3 - 0 (3 - 0)
RETI: 12. Chizzo B. [Tr] , 20. Costa R. [Tr] , 26. rig. Rocco N. [Tr]

Alessandria US Ceresa Ugo, Rosso Alberto, Turino Giuseppe, Barale Oreste, Parodi Pasquale, Giuntoli Adolfo, Massiglia Armando, Menighetti Oreste, Robotti Luciano, Coscia Aristide, Croce Aldo All.: Stürmer Karl

Formazione avversaria
TRIESTINA US: Tricarico; Geigerle, Ferrari Arduino; Dal Pont, Castello, Spanghero (I) Luigi; Pasinati, Chizzo, Costa, Rocco, Colaussi (II) Gino. All.: Kovács Lajos Nemes.

Arbitro: Turbiani Giuseppe (Ferrara)
Note
Spettatori: 5.000. Giornata primaverile, terreno ottimo Inizio gara ore 14.30

Commento
Rinsaldata in difesa e rafforzata all’attacco col ritorno di Colaussi, la Triestina ha mostrato ieri la sua vera fisionomia battendo l’Alessandria con un punteggio netto, con autorità e stile superiori. Pasinati si è mangiato pure ieri un paio di reti ma ha reso egualmente in passaggi e pericolosità, mentre Colaussi, pur non spingendo a fondo, ha dimostrato di essere pressoché a punto con i suoi virtuosismi, con la sua aggressività e i suoi tiri brucianti. Ferrari che si affiancava a Geigerle, ha giocato una partita bellissima: franco, il giovane terzino si è affermato ottimamente facendo rendere il doppio il compagno. Tutta la squadra ha così girato a pieno regime con un Costa meravigliosa fionda dell’attacco, una vera rivelazione. Era la Triestina vera insomma, quella che si voleva, non il simulacro di squadra che contro il Torino, il Napoli e il Bari fece le note figure barbine. Dell’Alessandria bisogna dire bene perché fu avversaria tenace, fresca, ardimentosa e seppe sfoggiare spesso un gioco bellissimo, forse troppo rispettoso dello stile più piacente che realizzatore. Piacquero assai l’ala sinistra Croce, il mediocentro Parodi, il terzino Rosso, ma tutti i grigi impressionarono favorevolmente per fiato, velocità e maniera di trattare il pallone. Al 12’ Turino mette in angolo un tiro di Pasinati: l’ala destra batte la punizione, superbo palleggio di testa fra Costa e Chizzo e il gioco finale di questi vede il pallone in rete malgrado il disperato tentativo di Ceresa. Si seguono le travolgenti trame dei rossi e al 19’ la difesa grigia capitola nuovamente. L’azione parte da Chizzo, ieri veramente fantastico per attività e potenza: rapido scambio fra questi e Pasinati, palla a Costa che al volo rovescia in angolo con tiro irresistibile. Al 29’ azione Chizzo-Rocco, che fa partire magistralmente Colaussi. L’ala irrompe in area ma a cinque metri da Ceresa è buttato a terra da Rosso. L’arbitro concede il rigore che Rocco tramuta. Nulla di interessante nella ripresa. («Il Piccolo» di Genova, 19 ottobre 1936) Gli alabardati hanno travolto la compagine dei grigi segnando tre punti a breve distanza l’uno dall’altro, in 26’ di gioco, e mancandone qualche altro per pura combinazione. Col successo odierno gli alabardati hanno chiuso, speriamolo definitivamente, il periodo di sfortuna che li ha perseguitati nelle prime cinque giornata del torneo. La Triestina è scesa in campo contando sulla presenza di Colaussi; erano attesissime le prove di Ferrari, innestato al posto di Nicoli, e del nuovo centroavanti Costa che nella disgraziata partita di Bari non era riuscito a distinguersi. Ferrari senza eccellere ha dato una buona dimostrazione del suo valore. Tra le soluzioni finora adottate per turare la falla lasciata aperta da Loschi, l’odierna è senza dubbio la migliore. Ancora qualche partita e poi Geigerle avrà in Ferrari un ottimo compagno. Costa è stato innestato al centro del quintetto per sostituire l’infortunato Busidoni. La sua prova si può dire senz’altro riuscita e non è azzardato pronosticare nel bruno atleta un centroavanti di rango. Egli ha ancora bisogno di farsi le ossa all’atmosfera delle gare della massima Divisione e di assimilare tutte le caratteristiche del ruolo che è nuovo per lui (è venuto dall’Udinese in qualità di mezz’ala). Oggi ha segnato un punto magnifico per intuito e prontezza ed ha creato altre ottime occasioni da rete. Il rientro di Colaussi ha giovato al gioco della linea che specialmente nella prima mezz’ora ha manovrato assai brillantemente. È opportuno rilevare che nessuno degli atleti in maglia rossoalabardata ha deluso. Da Tricarico, autore di alcuni ottimi interventi, a Castello sempre generoso, a Chizzo e a Pasinati che ha disputato un primo tempo brillantissimo e ai rimanenti, tutti sono stati ugualmente i protagonisti della vittoria. Tra gli atleti in maglia grigia si è distinto Parodi. Buoni pure il portiere Ceresa e i due terzini e Barale l’angelo custode di Colaussi, mentre l’attacco, ottimo sulla manovra della palla, ha sempre mancato di conclusività. Se si eccettua qualche spunto di Robotti, oggi l’attacco alessandrino non è mai riuscito a portare a fondo le sue azioni. L’arbitraggio del signor Turbiani si è imposto per decisione nel frenare ogni minimo accenno di gioco duro e il comportamento esemplare degli atleti ha reso facile il suo compito. La sua direzione ha soddisfatto anche in linea tecnica e l’unico appunto può considerare nel non aver creduto valida una curiosa autorete di Turino. Ottima la collaborazione dei due segnalinee. Ed ecco la cronaca dell’incontro attraverso i suoi spunti di maggior rilievo. La Triestina fin dall’inizio si lancia verso la rete dei grigi e ottiene al 2’ una punizione appena fuori dall’area per un atterramento di Chizzo ben lanciato dal centroavanti. Il tiro di Rocco è raccolto di testa da Costa e Ceresa ferma la palla proprio sotto la traversa. Al 9’, su centro di Pasinati, Costa per un soffio non riesce a deviare a rete. Alle prodezze del nuovo centravanti il pubblico incoraggia e scandisce il suo nome. All’11’ giunge il primo punto. La difesa grigia sventa un calcio d’angolo tirato da Pasinati, ma l’ala destra rientrata in possesso della palla la fa spiovere verso la rete; Costa alza di testa, Chizzo riprende e rovescia la palla in rete. Dopo due calci d’angolo contro l’Alessandria Pasinati al 19’ si libera di Giuntoli e rimette a Chizzo il quale alza la palla oltre i terzini. Costa supera di scatto questi ultimi e al volo colpisce la palla inviandola in rete, sulla sinistra del portiere. Dopo un angolo contro la Triestina e una punizione dal limite bloccata da Tricarico, al 26’ Rocco allunga a Colaussi che si libera di Barale e fila via, tallonato da Rosso, verso Ceresa. Quando il punto sembra ormai inevitabile il difensore grigio fa ruzzolare a terra l’attaccante con uno sgambetto. Turbiani decreta senza esitare il calcio di rigore che Rocco trasforma facilmente. Dopo il terzo successo la forza di proiezione dei rossoalabardati si smorza e l’Alessandria può condurre a sua volta qualche attacco. Su uno di questi Tricarico compie la più bella parata della giornata deviando in angolo con un tuffo magnifico un tiro saetta di Coscia sferrato a un palmo da terra. Nella ripresa, all’11’, una palla spiovente davanti alla porta alessandrina provoca l’uscita di Ceresa. Saltano contemporaneamente cinque uomini e la sfera di cuoio colpita di testa si avvia verso la rete incustodita. Turino tentando il salvataggio sulla linea della porta manda la palla contro l’interno della traversa e quindi in rete, ma per l’effetto acquistato la palla ritorna in campo. Chizzo tenta di ricacciarla nel sacco, ma prende il montante e Turbiani non concede il punto. Al 35’ e al 40’ Pasinati sfiora il successo e infine al 44’ Costa raccogliendo un passaggio dalla sinistra, rovescia verso Ceresa un pallone sibilante che esce a fil di palo. («La Gazzetta dello Sport», 19 ottobre 1936) TRIESTINA-ALESSANDRIA 3-0 La Triestina non ha durato fatica a vincere e già al 12’ il primo pallone entrava nella rete alessandrina. Ciò avveniva in seguito a un calcio d’angolo battuta da Pasinati: la palla, deviata da Chizzo con un colpo di testa, entrava in rete aiutata da un terzino. Il secondo punto l’otteneva al 18’ il nuovo brillante centroattacco triestino Costa, che raccoglieva al volo uno spiovente inviata da Chizzo fra i terzini. Al 26’ Rocco serviva Colaussi il quale centrava verso la porta e, superato il mediano, si apprestata a tirare in rete quando, urtato da Barale, razzolava al suolo. L’arbitro puniva il fallo col calcio di rigore che, tirato da Rocco, fruttava alla Triestina il terzo punto. La ripresa vide dapprima alcuni tentativi dell’Alessandria che impegnarono Tricarico in difficili parate. Ma ben presto la Triestina riprendeva l’iniziativa delle azioni: al 10’ il quarto pallone entrava in porta e picchiato contro il tetto della rete, veniva prontamente rinviato da Turino. L’arbitro non si avvedeva dell’accaduto e non accordava perciò il punto. Ammirevole per tenacia, l’Alessandria riprendeva animo nel periodo centrale della ripresa e per un pezzo teneva in scacco la Triestina. Ma poi cedeva ancora il passo agli avversari, che chiudevano con un superbo finale. («La Stampa», 19 ottobre 1936) Finalmente la Triestina è riuscita a cogliere la sua prima vittoria a scapito degli ospiti alessandrini. Pur non dimostrandosi in completo stato di grazia gli alabardati sono piaciuti nel loro complesso. Buoni i debutti di Costa e Ferrari nonché il ritorno di Colaussi che sarebbe ancora a corto di fiato è riuscito a migliorare il rendimento del reparto di attacco. Degli ospiti alessandrini si può dire male e, benché il punteggio possa far credere il contrario, la squadra ha giuocato lodevolmente. All’inizio si nota subito una vivace offensiva triestina non priva di rendimento. Segue un angolo tirato da Pasinati, testa di Costa che serve preciso Chizzo e palla in rete al 13’. Reazione alessandrina e controffensiva dei rossoalabardati. Si notano al 18’ ed al 19’ due angoli contro i grigi. Al 20’ su bellissimo centro di Pasinati, sfuggito al mediano avversario, Costa mette in rete. Il terzo goal è segnato al 38’ da Rocco su calcio di rigore. («Il Lavoro», 19 ottobre 1936) LA PARTITA DI TRIESTE Anche a Trieste la squadra alessandrina è caduta malamente proprio quando aveva dato l’impressione di potersi rialzare dalla mediocrità nella quale era caduta nelle prime partite di campionato. Vincere a Trieste era ritenuto difficile per la posizione in cui si trovava la squadra alabardata, con soli tre punti in classifica e di fronte all’ultima classificata del girone. Perdere, per i triestini significava seppellire il brillante inizio di campionato con la vittoria sul campo dell’Ambrosiana e prendere il posto dei grigi all’ultimo gradino della classifica. Di qui il baldanzoso inizio della partita dei rossoalabardati, rinforzati dal ritorno del nazionale Colaussi e dall’innesto di Ferrari al fianco di Geigerle. La sorte ha voluto favorire gli ospitanti ed il primo successo dei triestini su calcio di punizione è stata una mezza autorete di Rosso. Animati dal vantaggio raggiunto e spronati continuamente alla voce dal pubblico che aveva intravisto il ritorno della squadra del cuore, i triestini, con la palese complicità dell’arbitro Turbiani, nel giro di altri 8 minuti segnarono altre due porte, una su netta posizione di fuori gioco del centroavanti e anche per la mancanza di intesa e di decisione tra Rosso e Ceresa e l’altra su calcio di rigore provocato da Barale. L’Alessandria rimase intontita di fronte alla cruda realtà dei punti segnati e cercò di lanciarsi all’offensiva, ma l’entusiasmo degli avversari, che giocavano con sicurezza sul vantaggio, inchiodò il risultato sul 3-0 raggiunto dai triestini nei primi 30 minuti di gioco. Anche durante la ripresa la prodigalità dei grigi di fronte alla baldanza della Triestina fu vana. Varie volte Robotti, Coscia e Menighetti sfiorarono il successo; Geigerle e Ferrari in perfetta intesa ed in grande forma fecero barriera innanzi alla propria rete. Trieste da molti anni non è più terra di conquista ed i grigi, partiti in due scaglioni, sono tornati in… ordine sparso. L’anno scorso i terzini, nelle prime partite di campionato, provocarono 5 autoreti in 5 partite. Ora ricominciano? Domenica scorsa Rosso ha avuto sulla coscienza la prima rete che è servita di trampolino di lancio ai triestini. Barale, da buon capitano della squadra, incomincia a prendere il viziaccio di allungare le mani: a Milano ha provocato un calcio di rigore, contro il Novara e la Juventus ha mandato in angolo diversi palloni, a Trieste ha nuovamente commesso un calcio di rigore. Domenica a Trieste le due mezze ali comandavano il gioco a metà campo per perdersi nell’area avversaria. Ma le ali davano segni di impazienza come per dire: ma su decidetevi, tirate in rete: se ci fossimo noi! Stürmer allora, verso la fine della partita, mandò Coscia e Menighetti all’ala e spostò Croce e Menighetti ad interni. Da allora neppure a metà campo i grigi fecero di meglio. Tra un gruppo di sportivi domenica sul Campo del Littorio durante la partita delle riserve: «A Trieste porteranno via almeno un punto». «Io spero in una vittoria di misura». «Certo non perderanno». Dopo il primo tempo, comunicarono i bene informati: Alessandria 0, Triestina 3. I tre sportivi si squagliarono forse per andare in altri crocchi a concludere: «Ve lo avevo detto io che prendevano la torta». «Ormai andiamo diritti in retrocessione». «Non c’è più nulla da fare». Elasticità di pensieri. Però, quando parlano coi dirigenti, tutti i più adirati critici cambiano tono… La squadra grigia non ha deluso a Trieste e nel corso del campionato non mancherà di raccogliere punti sui campi dove altri squadroni troveranno il cancello sbarrato. Qualcuno pensa, ed altri ce lo dicono apertamente: «Ma siete degli ottimisti»! Si, siamo ottimisti, tanto ottimisti che non abbiamo tremato quando la squadra con 6 giocatori nuovi è andata a far ballare la Roma. Tanto ottimisti che avevamo previsto la caduta della Juventus sul Campo del Littorio e che abbiamo una grande fiducia nei 21 punti che rimangono ancora in palio sul campo alessandrino e che difficilmente scapperanno perché… Perché tutti, anche i critici sfrenati. i necrofori spietati, i sarcastici avversari della rinascita dei grigi, non potranno fare a meno di incitare l’Alessandria maestra del bel gioco, giocoliera e sconcertante nonostante tutti i suoi acciacchi. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 24 ottobre 1936) RISULTATI: Bologna-Sampierdarenese 4-1 Fiorentina-Torino 1-0 Genova 1893-Lucchese 1-1 Juventus-Ambrosiana 1-1 Milan-Napoli 1-0 Novara-Bari 1-1 Roma-Lazio 3-1 CLASSIFICA: Bologna 9; Genova 1893, Torino 8; Bari, Fiorentina, Lazio, Lucchese, Milan, Roma 7; Ambrosiana 6; Juventus, Sampierdarenese, Triestina 5; Napoli 4; Novara 3; Alessandria 2 MARCATORI 5 gol: Dibenedetti (Roma), Meazza (Ambrosiana), Pantani (Genova), Piola S. (Lazio) 4 gol: Buscaglia P. (Torino), Capra (Milan), Romano (Novara) 3 gol: Busoni (Bologna), Frossi (Ambrosiana), Rizzotti (Novara), Violi (Bari) Il punto sul campionato Commento al campionato Un episodio del torneo che non dovrà ripetersi Questa volta si cerca invano nel tabellone dei risultati, la grossa sorpresa. Che la Roma sia ancora riuscita a prevalere sulla Lazio, che il Bologna abbia vinto senza forzare contro l'incompletissima squadra Sampierdarenese che la Triestina sia tornata al successo giuocando in casa, rientra nella normalità. Così come tutto par regolare quando si guarda il pareggio del Bari a Novara e quello dell'Ambrosiana sul campo della Juventus. Ed è giustificato il leggero vantaggio che ha dato al Milan — diavolaccio che sa lottare — la vittoria sul Napoli. Le due squadre imbattute non hanno ceduto e se al Bologna ciò non è costato fatica, alla Lucchese ha richiesto l'impegno massimo e la ventura di salvare il risultato proprio all'ultimo minuto di giuoco. La compagine campione, intanto, approfittando del tempo di arresto segnato dal Torino, è tornata al primo posto della classifica, superando di un punto i rivali granata e di due un nugolo di unità che stanno a quota sette: Bari, Genova, Roma, Milan, Fiorentina, Lucchese e Lazio. Un vero peccato... Torino non avrebbe perso il primato se la gara di Firenze si fosse svolta in normali condizioni di ambiente. La squadra viola ha giuocato con gli occhi fissi ad un solo scopo: la vittoria a qualunque costo. A Roma le si era fatto un grosso torto t Ebbene, bisognava rivalersi sui primi avversari, e tanto meglio se si trattava del Torino, capolista del girone. Non ci mancava che un arbitraggio debole per permettere alle scintille di far divampare la fiamma. Non ci. voleva altro che il tumultuare di una folla accecata dalla passione per far del rettangolo verde una piazza da corrida. La partita è stata descritta con novizia di particolari e non è il caso ora di tornare a puntar l'indice accusatore contro questo o quel giuocatore. Falli, fallacci, violenze: tutta la gara non è stata altro. E tutta la squadra viola, dei terzini agli avanti, s'è gettata nella mischia solo decisa a lavorar di forza. Giuoco non ne ha fatto, azioni svelte non ne ha condotte, pregi tecnici o stilistici non ne ha rivelati. Ha mirato al « cappaò » ed ha trovato il mento dell'avversario quando questi era già con gli occhi blu ed il naso ammaccato. Peccato. Alla Fiorentina si guardava tutti con simpatia. Si pensava: e bravi quei dirigenti che hanno dato il foglio di via agli «assi» che han l'andatura di ronzini spelacchiati per far posto ai ragazzi che son puledri di razza. E bravi anche questi giovani che in attesa di maturare la loro esperienza si battono con coraggio, con ardire, con una gran passione. Piaceva, questa squadra, della giovinezza, e si pensava che, affinando le doti atletiche con i sani princlpli della tecnica, Piccini e Borsetti, Tosi e Traversa, Morselli e Conti, per non citare che i piu’ promettenti, avrebbero fatto passi da gigante. Il calcio italiano ha bisogno di forze fresche e Vittorio Pozzo cerca appunto tra le reclute i campioni di un domani molto prossimo. I ragazzi avevano mostrato doti e dovevano dare risalto alla loro intraprendenza proprio nel confronto con il Torino, che dei giovani è il vessillifero. Ma nelle vene degli atleti c'era il veleno. Iniettato da quel goal di Roma che ha tanta storia o non piuttosto da ordini di scuderia? Il fatto si è che la Fiorentina, vittoria a parte, s'è messa su di una strada sbagliata. Già contro la Lazio s'era vista una sua reazione «all'ingiustizia» inscenata in base alla violenza, con il sistema del giuoco senza scrupoli, per far male. L'espulsione di Borsetti, non seguita da squalifica, deve aver fatto pensare che molto era permesso. E giù, allora, a riprovare contro il Torino. Giù golfi che chi di calcio ha praticato dal senso di sportività che si impone in chi del giuoco fa pratica assidua. Reazione ingenua Si può far colpa al Torino di aver risposto a tono? Sì, certo, fu deplorevole anche la reazione, ma è più facile predicare la calma a tavolino che mantenerla sul campo, quando i colpi fanno male ed ondate di fischi saettano nell'aria. Il Torino ha sbagliato lasciandosi trascinare sulla via delle scorrettezze, anche perchè, oltre a tutto, non è capace di far uso della forza. Anche chi è per natura coraggioso (e non c'è fra i granata chi non accetti la lotta) non disponendo di forza esecutiva (e qui la paiola sta per capacità di essere astutamente fallosi) si trota senz'altro nella condizione di essere sopraffatto da chi tale forza esecutiva possiede ed adopra. Il Torino deve giuocare. Non sa fare baruffa. C'è troppa ingenuità nel gesto dì Silano che, rimesso in pierfi alla meglio, se ne va apertamente a, restituire il colpo a chi glie lo ha, menato prima. Troppo teatro sul gesto di Bo che va a piantare i pugni sul viso di Tori che pure l'ha bersagliato senza pietà. Troppa evidenza negli spintoni di. Allasio che sollevano cori di protesta ed in definitiva non fanno mule. O non era successo cosi anche a Budapest quando, subendo il giuoco violento degli avversari, Baldi, Ferrini e Gallea s'eran fatti cacciare per voler reagire in modo spiccio? Il Torino tiene farsi un esperienza in proposito. Quell'esperienza che ebbe, per molti anni la Juventus e che anche Roma e Bologna possiedono. La squadra ha i requisiti per vincere e per affermarsi e la lezione avuta a Firenze può essere preziosa nonostante tutto. Deve adattarsi al clima delle gare e non scottarsi s'esso è rovente. In quanto alla Fiorentina io scuoto il capo: ho i miei dubbi. Se cambierà sistema, le successive gare potranno scornerò fortunate per i viola, ma se vorrà ripetere il giuoco dalle due ultime gare troverà il castigamatti. Così come il Torino, anche la Fiorentina può far meglio con la correttezza più assoluta. Ha giovani in ascesa che non si devono guastare, che non debbono essere messi all'indice, che possono, anzi, avere molte simpatie, solo che si controlli. La gara, di domenica, deve restare un episodio, brutto quanto si vuole, ma nulla più di un episodio. Guai se diventasse il cliché di un sistema. Anche la Federazione deve preoccuparsi di questo. Si è detto, scritto, stampato e proclamato che il campionato vuol regolarità su tutta la Unica. Ci pensino, ad ottenerla, dirigenti, arbitri, commissari di campo. Si ricorda certi episodi disgustano le folle. Si provveda per eliminarli, per renderli impossibili. Saranno in molti ad avvantaggiarsene. (La Stampa - Luigi Cavallero, 20/10/1936)