Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1936/1937
Serie A
01-11-1936 - Giornata: 7 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Fiorentina ACF 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 82. Parodi P.[A]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Turino Giuseppe, Barale Oreste, Parodi Pasquale, Giuntoli Adolfo, Massiglia Armando, Menighetti Oreste, Robotti Luciano, Coscia Aristide, Banchero (I) Elvio All.: Stürmer Karl

Formazione avversaria
FIORENTINA ACF: Baggiani; Gazzari, Pizziolo (II) Italo; Traversa, Piccini, Terzani; Borsetti, Gobetto, Viani (II) Vinicio, Stella, Negro. All.: Ara Guido.

Arbitro: Scotto Mario (Savona)
Note
Angoli: 5-2 (2-0) oppure 6-2. Spettatori: 4.000 Giornata tiepida Inizio gara ore 14:30

Commento
L’incontro si è risolto nel primo tempo in un attacco sterile e sconclusionato, in cui la Fiorentina ha dominato per quantità di offensive, quasi tutte sventate dalla mobilità della difesa grigia. Analogo fu il gioco nella dura, fallosa, infiammata ripresa allorché i compagni di Lombardo hanno assunto il comando delle azioni continuamente interrotte dai viola non sempre in termini regolamentari. Il direttore della disputa ha dovuto così fischiare una quantità di falli fiorentini e richiamare non pochi atleti in maglia viola. Di bel gioco, adunque, non se ne è visto affatto nei due campi in cui i protagonisti erano troppo impegnati a sventare le alterne insidie senza riuscire a costruire quei pregevoli temi tecnici e stilistici che sono stati i temi favoriti nel passato. In modo particolare i grigi hanno svolto un gioco incerto, slegato, senza anima e lasciando aperti varchi paurosi nelle loro file in cui sono passati gli avversari molto più attivi e pugnaci nelle loro scorribande. È destino però che la Fiorentina non abbia fortuna sul campo alessandrino. Un rilievo però emerge sul comportamento dell’incontro di oggi, e questo è dato appunto dalla impostazione del gioco svolto dagli ospiti i quali preoccupati nel primo tempo a non sguarnire il fronte difensivo per evitare una affermazione avversaria, non hanno profuso tutti i loro mezzi migliori per giungere al successo dopo averlo preparato egregiamente a metà campo. Nella ripresa quando la tema di perdere il vantaggio registrato precedentemente pareva man mano sfumare, per l’incalzare aggressivo delle raffiche grigie, allora si è abusato di ripicchi e asprezze che hanno provocato più volte l’energico intervento dell’arbitro. Non è nostra abitudine lasciare il crucifige su chi ha già subito sanzioni disciplinari anche per esagerati commenti della stampa; da sereni cronisti dobbiamo rilevare che effettivamente i viola si sono ora alquanto scostati dalla loro abituale condotta; e a ragion veduta pensiamo essere per essi più utile e salutare il ritorno alle simpatiche tradizioni che hanno fatto della compagine cara all’on. Ridolfi una delle più ammirate e brillanti concorrenti della massima divisione. Nel primo tempo sono i viola a lanciarsi alla conquista della vittoria ma le loro idee si annebbiano al momento di concludere. Così al 5’ a seguito di un calcio di punizione contro i grigi la Fiorentina scende minacciosa per nulla ostacolata dalla difesa avversaria. Negro e Viani superano agevolmente Barale e Lombardo, incerti sul da farsi, cosicché il centroattacco viola giunge con la palla a tre metri da Ceresa. Il goal appare ormai più che sicuro, ma Viani riduce il tiro a quel tanto che è sufficiente al portiere di piombare sull’avversario carpirgli il pallone e rimandarlo lontano. All’8’ è Borsetti che ricama eccessivamente e quindi tira con eccessiva precisione nelle mani dell’estremo difensore. I grigi reagiscono al 12’ e Baggiani deve buttarsi a terra per bloccare una rovesciata effettuata da Coscia. Quindi costringono in angolo due volte consecutive i fiorentini che subito dopo debbono difendersi da un calcio di punizione sferrato da Robotti dal limite dell’area di rigore. Poi l’Alessandria è in angolo e Borsetti sempre liberissimo nei suoi interessanti movimenti, effettua un tiro obliquo che a mala pena Ceresa riesce con una volata a fermare e deviare in angolo. Altro tiro di Borsetti al 32’ sibilante attorno al palo, poi un altro di Viani che supera per poco l’asta trasversale. Quindi risposta di Banchero e di Robotti e poco dopo il riposo. Nella ripresa al 1’ Baggiani deve respingere in angolo un forte tiro di Robotti, a cui ne consegue un altro senza effetto. Poi Banchero si fa luce e batte un giudizioso pallone deviato anch’esso in angolo; e un minuto dopo è Robotti che si vede respinto dal portiere in simili contingenze un magnifico tiro verso lo spigolo sinistro. Ora la lotta si fa accanita nei due campi senza esclusione di colpi. Piccini è a terra e perde sangue dalla bocca in un duro scontro con Turino che pure è contuso. Robotti è travolto in area di rigore e resta assente dal gioco per alcuni minuti. Parodi è toccato duro al ginocchio, e finisce in seguito mediano laterale sostituto da Giuntoli. Gli animi si eccitano per l’andamento della disputa che l’energia del signor Scotto riesce tuttavia a controllare in pieno. Finalmente al 36’ a seguito di un calcio di punizione, uno dei tantissimi verificatisi oggi ed effettuato da circa venti metri da Parodi, i grigi pervengono al sospirato vantaggio. La palla supera tutto lo schieramento difensivo, picchia nello spigolo interno del palo, rimbalza sulla schiena di Baggiani, forse tradito dai raggi del sole declinate, e finisce in fondo alla rete. I fiorentini sono vinti. Inefficace è la loro tardiva reazione, anzi all’ultimo minuto un tiro effettuato da Robotti, solo davanti al portiere, è respinto da questi col ginocchio. («Il Littoriale», 2 novembre 1936) ALESSANDRIA-FIORENTINA 1-0 Nel primo tempo la Fiorentina ha dominato per quantità di offensive sviluppate nella metà campo degli alessandrini, ma tutte sono state sventate dalla mobilità della difesa grigia. Nella ripresa si è avuto, invece, un giuoco duro, falloso, infiammato ed allorché i compagni di Lombardo hanno assunto il comando delle azioni, sono stati contrastati dai viola non sempre in termini regolamentari. L’arbitro ha dovuto così fischiare una quantità di falli fiorentini e richiamare non pochi atleti in maglia viola per le loro scorrettezze, che hanno finito di indisporre il pubblico. Così di bel gioco non se n’è visto. I grigi hanno svolto un gioco incerto e slegato, lasciando aperti varchi paurosi nelle loro file, attraverso le quali sono passati veloci ed incontenuti gli avversi, molto attivi e pugnaci nelle loro scorribande, rinnovatesi con fervore ed indomito slancio combattivo. La Fiorentina, però, ha mancato nella sua tattica nel primo tempo, quando poteva pervenire al successo e non è ricorsa a tutti i mezzi a sua disposizione, mentre nella ripresa è apparsa fallosa e scorretta, sì da richiamare più volte l’energico intervento ammonitore dell’arbitro. Al quinto minuto, in seguito ad un calcio di punizione contro i grigi, la Fiorentina scende minacciosa, per nulla ostacolata dalla difesa avversaria: Negro e Viani superano agevolmente Barale e Lombardo, cosicché il centroattacco viola giunge con la palla a tre metri da Ceresa; il colpo appare oramai più che sicuro, ma Viani indugia nel tiro quel tanto che è sufficiente al portiere per piombare sull’avversario, carpirgli il pallone e rimandarlo lontano. All’ottavo minuto è Borsetti che ricava eccessivamente e quindi tira con troppa precisione nelle mani dell’estremo difensore. I grigi reagiscono al 12’ e Baggiani deve buttarsi a terra per bloccare una rovesciata di testa effettuata da Costa, quindi costringono in angolo due volte consecutive i fiorentini, che subito dopo devono difendersi da un calcio di punizione sferrato da Robotti dal limite dell’area di rigore. Poi l’Alessandria è in angolo e Borsetti, sempre liberissimo nei suoi movimenti, effettua un forte tiro obliquo, che a mala pena Ceresa riesce, con una volata, a fermare verso l’angolo di destra. Altro tiro di Borsetti al 32’, sibilante vicino al palo; frecciata di Viani che supera di poco l’asta trasversale; risposta di Banchero e Robotti e, poco dopo, il riposo. Nella ripresa Baggiani deve respingere al primo minuto in angoli un forte tiro di Robotti e a cui ne segue un altro senza effetto. Tiro di Banchero e respinta in angolo e un minuto dopo è Robotti che sferra un tiro fortissimo pure deviato in angolo. Ora si lotta accanitamente nei due campi senza esclusione di colpi: Piccini è a terra e perde sangue dalla bocca in uno scontro con Turino e anche questi è contuso; Robotti è travolto in area di rigore e resta assente dal gioco per alcuni minuti; Parodi è toccato duro al ginocchio e finisce mediano laterale, sostituito da Giuntoli. Gli animi si eccitano e ci vuol tutta l’energia del signor Scotto per controllare il giuoco. Finalmente al 36’, a seguito di uno dei tantissimi calci di punizione verificatisi ed effettuato da circa venti metri da Parodi, i grigi pervengono al sospirato vantaggio: la palla supera tutto lo schieramento difensivo, picchia nello spigolo interno del palo, rimbalza sulla schiena di Baggiani, forse tradito dai raggi del sole declinante, e finisce in fondo alla rete. I fiorentini sono vinti: inefficace appare la loro tardiva reazione. All’ultimo minuto un tiro effettuato da Robotti, solo davanti a Baggiani, è respinto dal ginocchio di questi in modo insperato. Borsetti compie l’ultima sua impresa, effettuando un forte tiro diagonale che per poco non ottiene il pareggio. («La Stampa», 2 novembre 1936) Purtroppo Alessandria e Fiorentina non sono che l’ombra delle belle squadre dal gioco tecnico e dalla condotta di gara cavalleresca. I viola, sotto l’incubo della ammonizione e fermati inesorabilmente a ogni minima rudezza dall’arbitro Scotto, che ha tenuto egregiamente le redini della partita, hanno finito poi di mettere in luce il gioco troppo animoso già segnalato in altre partite. Accoppiando la povertà di gioco tecnico dell’Alessandria con il maschio comportamento dei viola, non poteva che scaturirne un incontro mediocre. Nel primo tempo le azioni si erano equivalse; minacce sotto le reti di Baggiani e di Ceresa, ma tentativi isolati, puntate improvvise che sfumavano al primo rimando perché prive di consistenza nella costruzione, capovolgimenti di fronte inaspettati e trilli dell’arbitro che stroncano le poche azioni in linea dei grigi nell’area avversaria, per fuorigioco o perché i difensori viola entravano con slancio sugli attaccanti alessandrini. Le minacce maggiori sono state portate dalle ali Negro e Borsetti per la Fiorentina e Banchero per l’Alessandria. L’azione che ha fruttato il punto per l’Alessandria è stata piuttosto fortunosa e scaturita in seguito a calcio di punizione tirato da Parodi al 37’ della ripresa: la palla, dopo avere urtato contro il montante, sguscia a destra, incontra la gamba del portiere Baggiani e si insacca in rete. Il sole aveva ostacolato al difensore fiorentino la possibilità di seguire la traiettoria della palla. Il successo è stato accolto con entusiasmo dagli alessandrini, che avevano ormai perduta la speranza di assicurarsi i due punti in palio. I grigi, nel secondo tempo, hanno giocato con Giuntoli a centrosostegno e Parodi a laterale. Questo ultimo giocatore, che è tormentato da una contusione al ginocchio, aveva giocato il primo tempo con eccessiva lentezza. Ottimi Giuntoli, Ceresa, Coscia e Banchero. Tra i fiorentini, Gazzari e Pizzolo II, Traversa e Borsetti sono stati i migliori. Per la cronaca, due angoli contro i viola nel primo tempo e tiri di Robotti, Banchero, Negro e Borsetti parati dai portieri. Equilibrio di azioni. Nella ripresa i grigi costringono subito in angolo per due volte gli ospiti, ma Gazzari e Pizzolo allontanano le insidie; gioco mobile di Traversa e veloce puntata di Viani. Ceresa para tre tiri consecutivi dei viola in un rabbioso assalto alla rete dei grigi. Al 12’ Robotti tira a lato e, subito dopo, uno spiovente di Banchero, che aveva già sorpassato il portiere, trova un giocatore viola che para col petto sulla linea della porta. Ennesimo calcio di punizione dell’Alessandria contro la Fiorentina: il tiro radente di Robotti è deviato in corner da Baggiani. Superiorità grigia. Altra azione alessandrina troncata con l’atterramento di Robotti nell’area avversaria: il grigio riprenderà il gioco dopo alcuni minuti. La velocità aumenta; Piccini e Turino si scontrano. Punizione tirata da Parodi e bella azione di Banchero culminata con un tiro a lato. L’Alessandria insiste ed al 37’ Giuntoli allunga in profondità a Robotti, Piccini interviene con rudezza, l’alessandrino ha la meglio, ma l’arbitro decreta il calcio di punizione oltre l’area di rigore. Parodi realizza il punto della vittoria alessandrina. Ultime battute rabbiose, rete di Robotti non concessa per precedente fallo, tiro di Robotti sul portiere e veloce discesa di Borsetti che, con forte tiro trasversale, sfiora il pareggio. («La Gazzetta dello Sport», 2 novembre 1936) La squadra alessandrina è riuscita ad aggiudicarsi la vittoria al 37’ della ripresa, in seguito a calcio di punizione realizzato da Parodi. La palla, dopo aver picchiato contro il montante sinistro, proiettata sulla destra, urtava nella schiena del portiere per finire fortunatamente in rete. Il punto che ha sancito l’affermazione alessandrina ha premiato il comportamento dell’Alessandria nel secondo tempo della partita. Entrambe le squadre, ampiamente rimaneggiate, hanno giocato con povertà di stile, di modo che le azioni si smistarono da una rete all’altra chiamando al lavoro i portieri, ma senza forza di penetrazione. Già nel primo tempo la Fiorentina aveva svolto qualche azione con eccessiva rudezza, costringendo l’arbitro Scotto a fischiare con la massima scrupolosità e nel secondo tempo il gioco ha minacciato di degenerare ed è per merito del direttore di gara se la partita è giunta regolarmente al termine senza espulsioni e tenuta a freno con polso sicuro. Nel primo tempo le azioni da rete sono state rare ed i pericoli per i portieri sono stati creati da Banchero e Robotti per l’Alessandria, Borsetti e Negro per i viola. Nella ripresa l’Alessandria inizia minacciosa: due calci d’angolo contro la Fiorentina non danno risultato ed una immediata risposta dei viola costringe Ceresa a parare tre tiri consecutivi degli attaccanti fiorentini. Al 18’ Robotti fallisce calciando a lato e tre minuti dopo uno spiovente di Banchero tradisce il portiere, ma mentre la palla sta entrando in rete Gazzari riesce, di petto, a rimetterla in campo. Dopo varie punizioni contro la Fiorentina ed un calcio d’angolo provocato da Robotti che costringe Baggiani a deviare in angolo, l’Alessandria sfiora ancora il successo provocando una mischia sotto la rete degli ospiti. Robotti resta a terra contuso e subito dopo Piccini e Turino si scontrano; l’arbitro li ammonisce, come pure farà nei riguardi di Borsetti e Terzani nel corso della partita. Al 37’ Parodi segna il punto della vittoria e le ultime battute sono abbastanza rabbiose. Una rete di Robotti è annullata per precedente fuori gioco e subito dopo lo stesso giocatore tira sul portiere. Sette calci d’angolo dei quali 5 contro i viola e 2 contro i grigi. («Il Piccolo» di Genova, 2 novembre 1936) La Fiorentina, priva di Magli, Tori e Conti, l’Alessandria senza Croce, Rosso e Casalino hanno messo in campo due formazioni di fortuna ed i reparti hanno denunciato mancanza di coesione e di consistenza nelle azioni. Attacchi rabbiosi, puntate isolate ed individuali, rimandi poderosi dei terzini e dei mediani e, in ispecial modo nella ripresa, gioco alla maniera forte. Nel primo tempo le squadre si sono equivalse come numero di azioni e tentativi a rete: Baggiani e Ceresa hanno sventato, con bravura… e con fortuna, tiri improvvisi a rete. Nella ripresa i grigi costringono due volte la Fiorentina in corner e Gazzari riesce in entrambe le occasioni a farsi luce ed allontanare la minaccia, sospingendo gli avanti nell’area avversaria. Tre tiri costringono Ceresa ad impegnarsi in parate di fortuna e, mentre i viola sono ancora nell’area alessandrina, un improvviso rovesciamento di fronte mette Robotti nell’occasione di segnare: il tiro però finisce a lato. Spiovente di Banchero, non arrestato dal portiere, ma che trova Gazzari pronto a parare col petto sulla linea bianca della porta. Azioni alterne ed al 37’ l’Alessandria ottiene il punto della vittoria su calcio di punizione tirato magistralmente da Parodi: la palla, respinta dalla traversa, urta contro il portiere e finisce in rete. Gioco rabbioso fino al termine della partita, durante la quale sono stati tirati sette calci d’angolo: cinque contro i viola e due contro i grigi. («Il Lavoro», 2 novembre 1936) LA SECONDA VITTORIA AL CAMPO DEL LITTORIO Contro la Fiorentina l’Alessandria ha corso il rischio di fare la stessa figura subita contro il Novara. Se i viola, nel primo tempo in loro netto favore, fossero riusciti a realizzare un punto, difficilmente la squadra grigia sarebbe riuscita ad orientarsi ed a ristabilire la parità. Già negli ultimi allenamenti si era notato che Parodi non riusciva a correre e a passare la palla se non ai mediani laterali, creando un vuoto tra il sostegno e gli avanti. Il trio centrale d’attacco non ha ricevuto un passaggio in profondità radente, se non da Giuntoli; troppe volte abbiamo visto Robotti saltare per arrestare la palla con grande difficoltà favorendo l’opera di intercettamento degli avversari. Menighetti, Coscia e Robotti, leggeri e piccoli di statura, hanno bisogno di ricevere palloni sfruttabili e di procedere in azioni manovrate. Essi avevano lasciata buona impressione contro la Juventus perché in quella partita Parodi fu un altro giocatore, mobile ed ottimo rifornitore. Lo spostamento di Giuntoli al centro ha dato subito maggior consistenza al gioco dell’attacco grigio e tale spostamento doveva avvenire dopo il primo quarto d’ora di gioco e non nell’ultimo. Comprendiamo il tormento dell’istruttore alessandrino; quando spera di veder funzionare l’attacco barcolla la mediana, quando questa funzione vacilla la linea dei terzini e resta sterile l’attacco; quando si spera di aver raggiunto un discreto rendimento, i migliori elementi mancano alla prova. Domenica oltre Parodi è apparso sfuocato anche Barale. Circa il rendimento di Giuntoli, noi siamo del parere del commissario unico comm. Pozzo nei riguardi di questo giocatore, riserva della Nazionale alle Olimpiadi di Berlino. Il C.U. ha detto che Giuntoli, tipo combattivo ed esuberante, ha maggior tendenza al gioco di centrosostegno (se fisicamente a posto) mentre quale laterale finisce col trascurare l’ala. Domenica Borsetti ha infatti giocato liberissimo. Per queste considerazioni riteniamo che fino a quando Parodi non riprenderà il suo normale rendimento, è meglio mantenere Giuntoli al centro della mediana. La difesa ha giocato meno male che nelle partite precedenti senza però raggiungere il rendimento che possono dare giocatori come Lombardo e Turino. Attento, come sempre, Ceresa, e tra gli avanti Banchero è stato il giocatore dalle azioni più chiare e più pericolose. Parodi ha segnato il punto per i grigi con un tiro magnifico e ciò mette in evidenza che i calci di punizione non dovrebbero più essere sciupati da Barale. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 7 novembre 1936) RISULTATI: Ambrosiana-Lucchese 2-2 (giocata il 4 novembre 1936) Bari-Sampierdarenese 0-1 Genova 1893- Bologna 0-1 Lazio-Juventus 1-0 Napoli-Novara 4-0 Torino-Milan 3-1 Triestina-Roma 2-2 CLASSIFICA: Bologna 11; Torino 10; Lazio 9; Lucchese, Roma 8; Ambrosiana, Bari, Fiorentina, Genova 1893, Milan, Sampierdarenese 7; Napoli, Triestina 6; Juventus 5; Alessandria 4; Novara 3. MARCATORI: 6 gol: Buscaglia P. (Torino), Piola S. (Lazio) 5 gol: Capra (Milan), Dibenedetti (Roma), Meazza (Ambrosiana), Pantani (Genova) 4 gol: Busoni (Bologna), Romano (Novara) Il punto sul campiponato Certi risultati sono proprio ingiusti? IL GENOVA CONTINUA A SBAGLIARE E LA JUVENTUS A NON SEGNARE Le carte del campionato non sono mutate nella breve sosta provocata dagli incontri italo-elvetici. I risultati di ieri, infatti, non fanno registrare quelle riscosse che ormai da troppo tempo qualcuno spera ancora che avvengano e costringono a constatare che chi ha cominciato bene continua su questa via. Parla la cronaca Oltre i risultati però, ci sono le cronache delle partite e attraverso queste, voi saprete che il Genova non doveva perdere contro il Bologna, che la Juventus ha ceduto, soltanto per un errore di Amoretti, che 1'Alessandria ha battuto la Fiorentina grazie ad un fortunato calcio di punizione. Sono i soliti strascichi degli «uno a zero», cioè di quando non par possibile che si debba perdere per cosi poco e senza esser riusciti a combinare proprio niente di niente. Noi le cronache le leggiamo volentieri, ma crediamo di più ai risultati: almeno, nella maggior parte dei casi. I risultati, infatti, il più delle volte sono giusti e, sovente, contengono una logica tutta loro speciale che va oltre il contegno delle due squadre in campo e ne tocca il valore assoluto. Prendete la partita di Genova. Le cronache vi dicono che i genovesi hanno attaccato di più, che il Bologna non era in gran forma, che un pareggio, forse forse, sarebbe stata una soluzione equa dell'incontro. Dicono, però, anche che gli attacchi numerosissimi del Genova son stati disordinati e mal orientati, mentre i pochi del Bologna avevano il pregio della semplicità e dell'insidiosità. E allora ? Per noi ha ragione il Bologna. La partita, intanto, ci offre la occasione di dire due parole sulla squadra genovese. Siamo stati i primi, allorché iniziò il campionato battendo clamorosamente, i granata a Torino, a dire che il Genova di quest'anno non aveva niente a che fare con quello della stagione passata. Era, cioè, molto migliorato.. A Torino vedemmo allora una squadra solida, vitale, piena: di salute e di voglia di fare. Ne prevedemmo anche un superiore, rendimento avvenire, poiché la formazione. di allora ci parve più occasionale che ideale. Pantani ci sembrò un fortunato, ma paradossale, ripiego e Bigogno immaginammo che il ruolo di mediano laterale lo dovesse tenere soltanto fino al giorno in cui non avesse riacquisito le sue migliori condizioni di forma. Fummo dei pessimi anticipatori, Pantani continua a giocare e Bigogno a fare il laterale, anche adesso: c’è anche un Marchionneschi in squadra e che l’ex viola è nei pieni possessi dei suoi mezzi tecnici. La situazione occasionale è diventata fatto permanente. Perchè? Non lo sappiamo. Forse i cinque gol segnati 'da Pantani in sette partite soffocano l'intenzione di chi lo. vorrebbe rimandare nelle riserve; forse il discreto rendimento della mediana, cosi come è fatta, suscita timori in chi penserebbe di spostarne gli uomini. «Sono casi di coscienza assai frequenti negli. allenatori, questi Felssner deve esserne un po' tormentato. Per risolverli, di solito,, ci vuole la dura scossa di una sconfitta dolorosa. Pantani non è "Uomo da. Serie A. Gli manca ogni orientamento tattico è qualunque personalità tecnica. Unico suo merito, è una strana sensibilità, quando vaga dinanzi alla rete avversaria; fiuta il pallone favorevole e sovente segna. Merito, eccellente, ma non sufficiente. A noi non sono mai piaciuti questi centravanti che sanno, soltanto fare del gol. Contando loro speciale che va oltre il con quelli che hanno fatto, pensiamo sempre a tutti quelli che non hanno fatto fare. Pantani è uno di questi, anzi è l’esasperazione di questo tipo di giocatore. Se per suo merito il Genova ha ottenuto qualche successo, per la sua colpa, crediamo ne abbia persi di piu’. I rosso-blu posseggono ..una linea attaccante che può fare molto in questo campionato in cui c'è abbondanza di reparti avanzati orbi e zoppicanti. Devono, però, dare ad essa un coordinatore, un organizzatore. Attendono che Libonatti sia in condizione di-scendere in campo? Benissimo. Nell'attesa, però, pensino che, forse, Marchionneschi sta meglio, al- centro che non all'ala destra e che Pantani sarà più a suo agio nelle riserve che non in prima squadra. E si ricordino anche che Bigogno è uno del migliori centromediani prodotti in Italia negli ultimi anni; come classe e come passato, superiore a Genk. Basterebbe scambiare i ruoli fra i due eia logica sarebbe, una volta tanto, servita. Anche a Roma, come a Genova, la squadra che ha perduto meritava il pareggio. Si tratta, come sapete, della Juventus. Un errore dì Amoretti ed una zampata di Pio le hanno risolto la partita. Siccome tutti sono concordi nel dire cosi è probabile proprio cosi sia stato. Ancora una volta, però, c'è da dire che di queste delusioni è facile raccoglierne, quando si va in giro per il campionato con un attacco che non segna. Non bastano difesa e mediana a tener su tutta uria squadra. L'abbiamo già detto altre volte. - Una spiegazione in sette incontri Amoretti s'è buscato soltanto sei goal; e mai più di uno alla volta. E' il caso tipico della difesa solida e difficile da perforare,, ma che, obbligata perennemente ad un lavoro enorme per l'inconsistenza del suo attacco, è costretta, almeno una volta, a capitolare. In confronto ai sei .goal presi dalla, difesa stanno infatti, i soli quattro segnati dalla prima linea. Cosi pochi soltanto l'Alessandria ne ha fatti finora. Questo spiega perché la Juventus detentrice dello «scudetto» fino all'anno, scorso, è ora relegata al terzultimo posto della classifica. Se la Juventus vaga verso il fondo della graduatoria, il Torino è sempre alle spalle del Bologna. I fulmini federali l'hanno privato delle due ali e del centrattacco. Tutto è stato rimediato senza difficoltà. E' tornato: Galli, s'è rivisto Sudati, Preto ha risolto un'altra situazione; e l'attacco ha continuato a segnare!... Siamo di fronte ad una novella dimostrazione della vitalità di questa squadra che è forte per tutto il suo complesso, non già soltanto per il valore di qualche elemento, e che, raro caso nel nostro calcio, possiede sempre delle riserve che, al momento buono, sanno fare quanto i titolari perché son giovani come loro e, come loro, non misurano con il contagocce le energie dà spendere in una partita. (La Stampa – Arn., 02/11/1936)