Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1928/1929
Div. Nazionale
28-10-1928 - Giornata: 4 - Alessandria - campo degli Orti
Girone A


Alessandria US - Casale XI Legione MSVN 1 - 1 (0 - 1)
RETI: 57. Cattaneo R.[A] 36. Migliavacca E. [Ca]

Alessandria US Morando Clemente, Rasetto Ugo, Costa Felice, Lauro Armando, Avalle Edoardo, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Borelli Michele All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
CASALE XI LEGIONE MVSN: Staccione (II) Eugenio; Gallino, Roggero; Boltri, Albertoni, Patrucco; Migliavacca, Gabba, Demarchi, Zanni, Patrucchi. All.: Barbesino Luigi.

Arbitro: Dani Carlo (Genova)
Note
Inizio gara ore 15.00

Commento
Un’amara delusione ha provato ieri il pubblico alessandrino che gremiva il campo degli Orti: l’Alessandria, dopo aver marcato una netta superiorità sui casalesi, non era riuscita a segnare il tanto atteso punto della vittoria. Come l’Alessandria non sia riuscita a tradurre in punti la sua superiorità sorprenderà non poco, in quanto era noto il rendimento del suo attacco. Ieri, i cinque avanti parevano in balia degli avversari, ma specialmente del portiere Staccione che, per cinque o sei volte, riuscì a toglier loro la palla dai piedi mentre stavano per calciare in porta. Il Casale può ben dirsi fortunato di aver stappato tale risultato. Continuamente serrato in difesa, ha saputo resistere con calma ed infrangere ogni attacco grigio. In questo gioco, si sono distinti particolarmente Gallino, un terzino che non fa rimpiangere Caligaris, e Staccione, un portiere che si è già conquistato i galloni della più elevata classe. A lui si deve certamente se il Casale è riuscito a strappare un match pari sul difficile campo alessandrino. La partita, tecnicamente, è stata una ben povera cosa: in compenso, però, fu aspramente combattuta per tutti i novanta minuti, fino all’esaurimento. Non un attimo di tregua ha avuto il gioco. L’Alessandria, benché mancante di Gandini e Chierico, avrebbe potuto fare molto di più; essa è stata l’ombra della squadra che giovedì, contro i nazionali, ha vivamente impressionato per la tecnica del suo gioco. Indeciso il terzetto difensivo, fallosi i mediani, inspiegabilmente fermi gli avanti. Nessuno è stato appena superiore alla mediocrità e ciò è davvero impressionante, se si pensa che gli stessi uomini, lo scorso anno, ottenevano vittorie su tutti i campi d’Italia. La linea attaccante del Casale, pur svolgendo un gioco tatticamente superiore a quello dello scorso anno, non ha egualmente impressionato per la sua imprecisione nel tiro; solo Migliavacca si è distinto. («Gazzetta del Popolo», 29 ottobre 1928) I grigi sembrano ripetere il fenomeno di due anni fa, allorché, ad una marcata superiorità di attacchi e di giuoco, corrispondeva prevalentemente un risultato nullo. La loro anima combattiva sapeva sfoggiare abilissime offensive a metà campo, ma inconcludenti ed inefficaci in area di rigore. Quest’anno i grigi, su quattro incontro, sono già al terzo match pari. Oggi i grigi potevano e dovevano vincere, malgrado l’assenza di Gandini, il poderoso centro half che ha indubbiamente menomata l’efficienza della compagine. Ma l’attacco grigio non è riuscito molte volte a convergere in goal palloni che aveva abilmente manovrati a metà campo e che sciupava per incertezze o titubanze nel momento in cui era necessario invece una più sana direttiva e un controllo esatto del pallone. La squadra casalese è apparsa grandemente migliorata e direi quasi perfezionata dopo l’esodo di parecchi giuocatori che costituivano le basi solide e sperimentate dell’inquadratura nerostellata. Essa ha una caratteristica particolare, una volontà ben decisa, un giuoco solido sopra tutto in difesa, pregevole e fattivo all’offensiva. Migliavacca e Gabba sono stati i migliori artefici dell’attacco come Staccione e Gallino le salde barriere difensive. Conquistare un esito pari sul campo degli Orti è stata sempre impresa ambitissime e riservata a nessuno o a ben pochi contendenti dei maggiori squadroni italiani. I casalesi vi sono pervenuti in virtù del loro spirito ardentissimo e dalla costanza ed abilità con cui hanno saputo impostare le loro azioni in ogni contingenza. Tatticamente essi hanno giuocato prevalentemente in difesa, ma anche quando sono riusciti a spostare l’azione sotto la rete di Morando si è notato un sano tocco della palla, una fulmineità ed un rapido intuito dell’azione svolgentesi, tale da mettere in serio pericolo qualsiasi difensore. Alle 15 precise ha inizio il giuoco; i nerostellati muovono subito all’assalto degli estremi difensori grigi che giocano col sole negli occhi e si trovano sovente in difficoltà. L’azione però si sposta presto in campo casalese ed al 7’ Ferrari, raccogliendo una centrata di Borelli, impegna seriamente Staccione che farà sfoggio di una serie brillantissima di parate e di rimandi amarissimi. Al 9’ Banchero effettua un altro tiro che il portiere casalese devia in tempo in corner. Mentre è più intensa l’azione offensiva alessandrina, ecco al 35’ un fallo imperdonabile di Lauro che beneficia il Casale di un calcio di punizione; di qui scaturisce l’azione favorevole che permette a Migliavacca di segnare un goal per la squadra. Notati in questi ultimi minuti due calci d’angolo a favore del Casale, senza esito. La ripresa è in netto vantaggio degli alessandrini, ma solo all’11’ è permesso ai grigi di pervenire al pareggio, determinato da un calcio di punizione effettuato da Rasetto. La palla colpisce in pieno il palo superiore ed è rimandata a pochi passi da Staccione: Cattaneo segna il goal. Il restante tempo è una lotta spasmodica e continua sotto la rete casalese, ma per quanti sforzi compiano, gli alessandrini non riescono a battere la difesa nerostellata. («Il Littoriale», 29 ottobre 1928) I grigi di Carcano hanno disputato oggi una partita poco convincente, non riuscendo a frenare l’irruente offensiva casalese che ha avuto, specie nel primo tempo, un rimarchevole periodo di superiorità. L’assenza di Gandini s’è fatta sentire ed il volenteroso Avalle non è riuscito a reggere il ruolo di centrosostegno. Quando i forwards grigi erano all’attacco, i mediani erano troppo arretrati per poter svolgere una tattica di penetrazione che permettesse di varcare la solida barriera difensiva dei nerostellati, i quali ebbero oggi in Staccione un portiere prodigioso. Troppe volte i rabbiosi attacchi alessandrini morivano sul piede infallibile di Gallino ed i grigi non seppero comprendere la necessità di spostare il giuoco sulla destra, dove Cattaneo attendeva pressoché inoperoso. Errori questi di una tattica che una compagine come quella alessandrina dovrebbe evitare per giungere ad un rendimento più concreto. Il Casale ha giuocato oggi una grande partita: aveva oggi nel sangue l’ardire e l’ardore di una squadra di classe. Ogni nerostellato ha superato il proprio rivale grigio in volontà e velocità, sia pure attraverso un gioco troppo rude che Dani non credette opportuno di frenare, trattandosi di squadre provinciali. L’arbitro, che diresse con oculatezza la partita, è rimasto fermo sul principio di non concedere penalties con troppa facilità, cosicché l’Alessandria si vide privata di un calcio di rigore per fallo di mano nell’area avversaria, fallo non del tutto involontario e che la folla (delle grandi occasioni) sottolineò con la richiesta della punizione. Terreno viscido ed in qualche tratto fangoso. L’Alessandria gioca contro sole. L’inizio è degli ospiti e Morando raccoglie una fiacca puntata di Demarchi. Risposta dei grigi su azione di Cattaneo, portata a fondo da Banchero. Azioni veloci, serrate, decise. Su allungo di Banchero, Ferrari è a pochi passi da Staccione e gli ruba il tempo ed allontana l’insidia. A duna veloce incursione di Migliavacca fermata da Costa segue un contrattacco alessandrino: Banchero rovescia in porta una centrata di Cattaneo, ma Staccione vigila e devia in corner all’8’. Al 15’ ed al 16’, due corners in favore degli ospiti ed uno per i grigi senza nulla di concluso. Si nota l’inefficienza dei mediani alessandrini nel giuoco di spola e la nera giornata del giovane Borelli. Tiri di Gabba, Ferrari e di Gallino, che si prende il lusso d’impegnare seriamente Morando con un rimando da oltre metà campo. Tiri senza energia di Banchero e buona occasione di Ferrari, a pochi metri dal goal avversario, sfumata per indecisione. Corner contro il Casale e calcio di punizione contro i grigi per una marchiana carica di Lauro. Al 36’ Migliavacca, nella mischia, trova uno spiraglio per sorprendere Morando. Si attende il contrattacco alessandrino, ma è tempo perso perché gli ospiti, meravigliosi di combattività (a parte le rudezze), sono padroni del campo. I grigi sono ancora costretti in corner al 39’, 40’ e 44’. Nel secondo tempo, i calciatori locali si risvegliano, ma le falle nella compagine sono troppo evidenti per infondere la fiducia di un ritorno degno della squadra grigia. Al 5’ il Casale è in corner e vi ritorna al 7’, riuscendo a salvare miracolosamente la rete. Dopo un tiro di Banchero, bloccato, Rasetto, su calcio di punizione, crea una mischia sotto la rete avversaria. Cattaneo, oggi in buona vena se pur lontano dalla forma migliore, insacca in goal nonostante il disperato tentativo del portiere: siamo all’11’. Le azioni sono decise e mirano a concludere, cosicché i corners sono a ripetizione da ambo le parti: due in favore dell’Alessandria ed uno per i casalesi nel giro di pochi minuti. Con un po’ di fortuna ed un po’ di giustizia, i grigi avrebbero ottenuto il goal della vittoria. Una rovesciata spettacolosa di Ferrari non trova via libera; al 22’, due corners contro i grigi, poi l’asta trasversale della casa di Staccione è sfiorata da un colpo di testa di Ferrari. Il serrate alessandrino è rabbioso; due corners inchiodano i neri nella loro area, ma il fischio di Dani mette fine al match che vede esultare, a buon diritto, i supporters casalesi, mentre il pubblico alessandrino sfolla il campo deluso dal giuoco di tutta la squadra grigia. («La Gazzetta dello Sport», 29 ottobre 1928) Battaglia accanita, lotta senza soste, sebbene i grigi abbiano marcato una lieve superiorità. Al 35’, su un calcio di punizione, Migliavacca segna un goal, ma nella ripresa gli alessandrini riescono, all’11’, a pareggiare con Cattaneo. («La Stampa», 29 ottobre 1928) Domenica scorsa, dopo la partita, il pubblico alessandrino era demoralizzato; giovedì sera si è di colpo in esso rinfocolato tutto l’entusiasmo di otto giorni prima. Il successo di Roma (si può ben chiamare successo un match pari sul campo romano) ha infuso nuovo entusiasmo nell’animo degli appassionati, rinnovando in essi una profonda fiducia pei baldi calciatori grigi. Domenica abbiamo assistito con amara delusione, allo scoramento dei supporters, e giovedì abbiamo, con gioia immensa, riveduto la stessa folla di sportivi risorgere compatta per acclamare alla superba affermazione grigia. Tale oscillare di entusiasmo, non è certo moralmente utile alla squadra alessandrina, ma è una conseguenza che si verifica nella massa del pubblico non ancora istruito alle… cadute della squadra. Intanto, col successo di giovedì, l’Alessandria ha riconquistato il suo titolo di grande squadrone aggiudicandosi un punto preziosissimo che, ai fini della classifica, potrebbe avere un valore non indifferente. Strappare un match pari a Roma non è impresa facile a tutte le squadre. L’Alessandria può così vantare di aver già superato tre difficilissimi campi (Livorno, Padova e Roma) sui quali molte squadre che attualmente occupano le piazze d’onore del girone A difficilmente potranno passare vittoriose. Contro queste tre affermazioni su campi avversari, sta però la partita scialba ed incolore di domenica contro i casalesi. Il Casale, partito battuto dal pronostico, ha saputo capovolgere ogni previsione ed aggiudicarsi un successo che ai più pareva irrealizzabile. Ma tale successo, pur non disconoscendo le ottime doti di combattenti dei casalesi, sarebbe stato facilmente evitato se i grigi non si fossero trovati in una giornata infelice. Ciò non ostante, i grigi dominarono, e l’uno a uno non corrisponde all’andamento della partita ed una vittoria di stretta misura dei grigi avrebbe meglio sintetizzato il valore delle due squadre in campo. (Teresio Pelizza, «Il Piccolo», 3 novembre 1928) V’è, in ogni partita fra grigi e nerostellati, un fatto nuovo e antico che si beffa dei più stringati pronostici: la tradizione. È una luce che illumina, una febbre che elettrizza di passione e tramuta la gara in un caldo, ma pur sempre cavalleresco, combattimento. È una catena – lieve sia pure – che ci lega ad un passato di gloria e di trionfi e quasi ci ammonisce, richiamandoci alla memoria sentimentalismi sì dolci ma così stonanti in questa affrettata epoca calcistica tanto piena di prosaico materialismo. Le partite fra casalesi e alessandrini hanno sempre scosso e fatto vibrare l’anima della folla. Le due squadre, stagliate entrambe nella quercia, si sono misurate in lotte aperte, accanite e conchiuse tutte con minimo scarto di punti. Le poche eccezioni a questa ferrea regola hanno sbalordito tecnici e appassionati, tanto tradizionale era l’ardore delle partite. E la tradizione, anche domenica scorsa, non s’è smentita, ché la gara fu cavalleresca nella sua rovente emotività combattiva e in tutto degna della antica, sana rivalità che esiste fra casalesi e alessandrini. Con sicura coscienza, si può affermare che il risultato fu equo e logico. Alla superiorità grigia della ripresa, noi opponiamo un brillante primo tempo durante il quale svelammo le più riposte energie, rivaleggiando in tecnica e padronanza i nostri virtuosi rivali. Gli atleti casalesi hanno, per una ennesima volta, riconfermato il loro ardore combattivo, senza però esagerare in esuberanza, anzi spendendola preziosamente, tanto da raggiungere la fine in perfette condizioni di fiato e di elasticità. La squadra grigia, anche nei momenti di superiorità, ha sempre avuto contro una compagine solida, coi nervi a posto, assolutamente padrona di sé. I due tempi della partita ebbero, come s’è già detto, indubbiamente un viso diverso, ma noi oseremmo affermare che fu appunto nel secondo tempo – quello di netta marca grigia – che i casalesi ebbero agio di dimostrare in pieno il loro valore. Nella convulsa drammaticità della partita, infatti, la nostra squadra mantenne sempre una calma ammirevole. Gli alessandrini, nel complesso, ci parvero più energici dei nostri giocatori, forse anche più solidi. Ma, a differenza dei nostri, essi non seppero frenare i loro impulsi. Convinti d’aver a che fare con una difesa infrangibile, nella ripresa cercarono la tattica più redditizia per scompaginare la nostra retroguardia: allargamento del gioco alle ali, raccolta dei cross e conseguente sfondamento della barriera difensiva. Malauguratamente – per loro – il piano non riuscì. Cattaneo, ricevuta che aveva la palla, trascurava di centrarla per cercare il passaggio con l’azione individuale; Borelli, sulla sinistra, era in cattiva giornata e sprecava tuti i palloni. Intanto, i minuti passavano e non si concludeva. A questo punto, essi ebbero il torto maggiore che si possa commettere in tali frangenti: persero la testa. L’ostinata difesa avversaria li spinse all’applicazione sistematica del gioco rude e forte. Anche la nuova tattica si dimostrò vana e così, perso il controllo dei nervi, continuarono con testardaggine a svolgere un gioco convulso e disorientato. Essi non capirono la nostra tattica di smantellamento metodico e ci permisero di comprendere le loro manchevolezze. La squadra nerostellata, invece, ha giocato una delle sue più belle partite. Equilibrata, metodica, elastica, è stata efficace tanto nelle offensive del primo tempo come nelle difensive della ripresa, seppe improntare il gioco su di un chiaro cliché tecnico, pur permeando di sacro fuoco le sue azioni. Il suo lavoro fu sempre saggio, intelligente, pieno di risorse tecniche e di astuzie tattiche. Il risultato fu più la conseguenza di un lavoro collettivo improntato alla più ferrea disciplina che non merito di singoli, pur non tacendo che la difesa ha svolto, nel complesso, un compito più massacrante e più proficuo. La stessa mediana, che nel primo tempo stentò a mettersi in sesto, nella ripresa, quando cioè il lavoro era più impellente, si trovò e coadiuvò egregiamente la retroguardia. Ci rimane a dire dei nostri giocatori. Quattro di essi ci hanno impressionato. Li elenchiamo in ordine di merito: Staccione, Gallino, Boltri, Gabba. Staccione fu grande. V’era un punto oscuro su quello che poteva essere il suo rendimento: l’emozione. Egli ha saputo debellare, con la sua calma e la sua sicurezza, questo insidioso nemico. Si è battuto con l’istinto della tigre e l’indomabilità del leone. Ha strappato palloni su palloni dai piedi avversari. È caduto seriamente contuso e sempre si è rialzato con il morale intatto. Nel primo tempo ha arrestato e deviato in corner un pallone che proveniva dal piede di Banchero con una intuizione sbalorditiva. Tutti gli onori, quindi, a questo simpatico giocatore. Gallino coadiuvò con intelligenza e padronanza l’estremo difensore. Scelta di tempo ammirevole, potenza di rimando secca e precisa furono le doti che gli permisero di spezzare tutte le azioni che si concludevano sulla sinistra dell’attacco grigio. La sua andatura fu impressionante, la sua tenuta di gioco continua e instancabile. Boltri ha funzionato da pieno collegamento fra difesa e attacco. Siamo contenti di ciò, noi che dubitavamo della sua efficacia nel gioco d’offesa. Negli ultimi istanti della partita, quando la esasperazione aveva preso i grigi, egli mantenne una padronanza ammirevole. Fu preciso di tempestività e di intuizione. Gabba, nel primo tempo, dialogò con Migliavacca impareggiabili duetti. Sicuro, poderoso e veloce, fu il tenore della prima linea. Siamo certi farà molta strada. Zanni svolse un gioco da negro che dai più non fu valutato. Nella famosa ripresa, si appiccicò a Marchina e non lo mollò più. Diede al suo gioco un’impronta di vigorosa energia e di giudiziosa tattica. Migliavacca fu, come sempre, il condottiero e l’alfiere dell’attacco. Seppe, con pronta intuizione, districare una mischia e battere Morando. Volonterosi, anche se non pienamente redditizi, gli altri. Il pubblico imponente sentì come non mai la partita, ne fu avvinto, soffrì, spasimò per tutta la ora e mezza di gioco e alla fine scoppiò: quello casalese in una dimostrazione irrefrenabile di entusiasmo; in un applauso di cortese riconoscimento quello alessandrino. Siamo lieti di porre in luce questo riflesso della partita, perché crediamo ciò sia una eloquente dimostrazione dell’avvenuta maturità sportiva di questa benedetta folla provinciale, tanto misconosciuta. («Marino», «Il Monferrato», 3 ottobre 1928) RISULTATI: Bari-Atalanta 1-1 Legnano-Pro Patria 1-0 Modena-Torino 1-5 Novara-Milan 1-4 Padova-Livorno 4-3 Prato-La Dominante 2-1 Triestina-Roma 3-3 CLASSIFICA: Milan, Torino 8; Alessandria, Casale, Modena, Pro Patria, Roma 5; La Dominante, Padova 4; Bari, Triestina 3; Atalanta, Legnano, Livorno, Prato 2; Novara 1. Il Punto sul Campionato Torino e Milan proseguono la loro marcia in testa alla classifica del girone a punteggio pieno. I granata in quattro partite hanno segnato la bellezza di 32 gol. Alle loro spalle si sta formando un vuoto perché Modena (battuta a Torino) e Pro Patria (superata dal Legnano nel derby lombardo) cadono mentre Alessandria, Casale e Roma non vanno oltre il pareggio. Cambia anche il fondo della graduatoria: oltre al Legnano vince anche il Prato ed entrambe cancellano lo zero dalla casella delle vittorie lasciando l'ultimo posto al Novara.

Girone A

Alessandria US - Casale XI Legione MSVN 1 - 1 (0 - 1)

RETI:

57. Cattaneo R.[A]
36. Migliavacca E. [Ca]

Alessandria US

Morando Clemente, Rasetto Ugo, Costa Felice, Lauro Armando, Avalle Edoardo, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Borelli Michele

All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

CASALE XI LEGIONE MVSN: Staccione (II) Eugenio; Gallino, Roggero; Boltri, Albertoni, Patrucco; Migliavacca, Gabba, Demarchi, Zanni, Patrucchi. All.: Barbesino Luigi.

Arbitro: Dani Carlo (Genova)

Note

Commento

info@museogrigio.it

Crediti

2021 museogrigio, tutti i diritti riservati.

Girone A

Alessandria US - Casale XI Legione MSVN 1 - 1 (0 - 1)

RETI:

57. Cattaneo R.[A]36. Migliavacca E. [Ca]

Alessandria US

Morando Clemente, Rasetto Ugo, Costa Felice, Lauro Armando, Avalle Edoardo, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Borelli MicheleAll.: Carcano Carlo

Formazione avversaria

CASALE XI LEGIONE MVSN: Staccione (II) Eugenio; Gallino, Roggero; Boltri, Albertoni, Patrucco; Migliavacca, Gabba, Demarchi, Zanni, Patrucchi. All.: Barbesino Luigi.

Arbitro: Dani Carlo (Genova)

Note

Commento

info@museogrigio.it

Crediti

2021 museogrigio, tutti i diritti riservati.

57. Cattaneo R.[A]
36. Migliavacca E. [Ca]

Morando Clemente, Rasetto Ugo, Costa Felice, Lauro Armando, Avalle Edoardo, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Banchero (I) Elvio, Ferrari Giovanni, Borelli Michele

All.: Carcano Carlo