Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1932/1933
Serie A
09-10-1932 - Giornata: 4 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Pro Vercelli US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Mosele Vittorio, Fenoglio Giuseppe, Borelli Michele, Avalle Edoardo, Costenaro Gino, Barale Oreste, Cattaneo Renato, Scagliotti Cinzio, Cornara Giuseppe, Marchina Libero, Gastaldi Settimo All.: Molnár Ferenc

Formazione avversaria
PRO VERCELLI US: Scansetti; Zanello, Dellarole (I) Achille; Bigando, Ardissone, Ferraris (I) Mario; Santagostino, Gatti, Degara, Depetrini, Casalino. All.: Ara Guido.

Arbitro: Gama Malcher (IV) Umberto (Milano)
Note
Terreno fangoso e sdrucciolevole. Inizio gara ore 15:00.

Commento
L’ardente contesa tra grigi alessandrini e bianchi vercellesi si è risolta con un nulla di fatto: le due squadre hanno battagliato, saltuariamente, con foga e combattività, com’è nella tradizione di queste gagliarde compagini piemontesi, ma raramente è affiorato uno sviluppo organico, disciplinato, ricco di iniziative e di preordinate direttive che valessero a creare serie situazioni da goals. Si è arruffato abbondantemente a metà campo e, peggio, il gioco, giunto in area di rigore, ha assunto un tono così confuso e indeciso che i due portieri sono stati chiamati al lavoro tre o quattro volte in tutto. Poco, invero, in una partita così accesa per rivalità delle forti contendenti e per la posta in palio. Ieri sono mancate, nelle due compagini, le linee attaccanti (la vercellese in modo particolare) le quali non hanno saputo dare animo e indirizzo di azione al gioco che, man mano, andava prendendo sviluppo. Il «trio» d’attacco grigio, guidato da Cornara, ha assunto, a volte, un tono che sembrava propizio a concludere vantaggiosamente lo spunto finale: ma l’indecisione di questi uomini, la lentezza, ed anche l’incertezza nel colpire la palla, hanno permesso alla difesa vercellese, salda, attenta, pronta ad ogni evenienza, di sgombrare il terreno minacciato. Cattaneo è stato assai intraprendente, ma gli è mancato lo scatto veloce di un tempo e la prontezza nel concludere; Grassano, all’ala sinistra in sostituzione di Perazzo, è stato di scarso aiuto ai compagni e ben raramente i suoi interventi sono apparsi giudiziosi, mentre troppe volte ha mancato il pallone in pieno o se lo è visto soffiare dai più decisi avversari. La linea mediana ha giocato nel primo tempo troppo a ridosso dei terzini, anche quando i propri avanti erano alle prese coi bianchi difensori, lasciando così larghi vuoti tra linea e linea, per cui l’offensiva non sempre era nutrita tempestivamente. Essa non ha ancora raggiunto la giusta impostazione del giuoco da svolgere. La difesa, già lo si è rilevato, è a posto: Mosele è stato impegnato due sole volte e se l’è cavata da par suo; i terzini Fenoglio e Borelli, colpitori potenti quanto agili e pronti a spostarsi ove il pericolo maggiormente incombesse, non hanno commesso errori ad eccezione del lamentato difetto di schierarsi sovente sulla stessa linea. Nel campo dei bianchi, le doti migliori della squadra apparvero in possesso della difesa. Scansetti ha parato due palloni che probabilmente avrebbero battuto altri portieri di classe; Zanello e Dellarole, saldi e tenaci come mastini, hanno difesa la loro rete con quello spirito gagliardo e combattivo proprio della scuola e consuetudine vercellese. Nella mediana, migliore complessivamente di quella alessandrina, ha emerso su tutti Ardissone, sempre solido e pugnace come nei giorni migliori, abilissimo nel palleggio, preciso nei passaggi e nei rimandi, pronto a retrocedere e a dar man forte ai compagni arretrati. Egli ha dato vita, con l’esempio e con l’incitamento, alla tenace resistenza dei suoi uomini che hanno portato in salvo una partita che, nella ripresa, avrebbe potuto determinare il crollo della bianca roccaforte senza il vigile lavoro di rotture e di rimandi la cui direttiva era impressa, appunto, dal capitano vercellese. La lotta ha assunto a tratti, specie quando l’offensiva grigia aumentava di pressione pur senza nulla concludere, una nota di vivacità e di ardore da tenere gli animi in viva apprensione, ma anche quando il gioco ha assunto il carattere di combattimento, nessun grave fallo intenzionale, o anche una semplice voluta scorrettezza è venuta a turbare l’andamento di questo incontro, a cui ha assistito un pubblico numeroso e vivace. Nella tribuna centrale, tra le varie autorità convenute, si notavano S.E. il Prefetto Rebua, il Segretario federale, comandante Carlo Poggio, il generale Faccini. Poco dopo le ore 15, l’arbitro Gama fischia l’inizio. La palla è ai vercellesi, e al 2’ i grigi sono in corner. La prima seria offensiva è sferrata subito dopo dai concittadini e la difesa dei bianchi si libera, a sua volta, in corner. Successivamente, Marchina raccoglie il pallone e lo lancia diritto in rete, ma Scansetti, con un balzo, lo ghermisce a tempo e lo rimanda ai suoi avanti. Nuovo attacco dei grigi: Cornara allunga la palla a Gastaldi, questi la spinge verso il centro, Marchina sbuca fuori da un groviglio di uomini ed effettua un nuovo tiro che il portiere devia in corner. Nel susseguente calcio d’angolo, avviene una confusa mischia sotto la rete di Scansetti, ma gli indugi e le incertezze degli attaccanti alessandrini fanno mancare un facile successo. Al 12’, fuga di Casalino e palla centro: Depetrini, di corsa, si insinua tra due avversari, raccoglie e calcia sopra la rete. L’offensiva grigia riprende il suo sviluppo con un giuoco alto e volante, che favorisce gli avversari, più pronti e precisi, mentre il controllo della palla ed i rinvii ai proprii compagni appaiono così fallosi da far naufragare molte pregevoli azioni. Questo sistema continua nonostante le evidenti negative precedenti conclusioni che non riescono a richiamare gli alessandrini ad una maggiore, oculata e sagace direttiva, ad una tattica migliore, conforme, soprattutto, alla ricerca di un tema capace di superare la potenza difensiva vercellese. Eccoci alla mezz’ora di gioco: Cattaneo manda al centro un forte pallone che è respinto in corner; di qui scaturisce un altro calcio d’angolo, dopo del quale ancora Cattaneo è alle prese avversarie e la palla finisce a lato. L’assedio grigio è interrotto al 32’ da una fuga di Casalino. Fino allora, e poi per quasi tutto l’incontro, la Pro Vercelli ha mantenuto all’attacco tre soli uomini, retrocedendo sensibilmente le due mezze ali a sostegno della mediana; ne è risultata così un’offensiva a scartamento ridotto, ma che ha giovato allo scopo prefisso: impedire cioè di segnare ai grigi, che i vercellesi presumevano quest’anno più agguerriti, forse, del previsto, e tentare, a tratti, di rovesciare l’attacco in campo opposto con ardite puntate delle ali. Ecco, quindi, Casalino tentare l’ardua impresa che sul campo del Littorio già è stata ripetutamente vantaggiosa ai bianchi; il centro dell’ala sinistra richiama al lavoro Gatti, che sferra il tiro: il pallone è rimandato e Depetrini lo invia alle stelle quando la difesa grigia era già tutta tagliata fuori dal vivo della lotta. Il finale del primo tempo e assai movimentato: Avalle, da metà campo, su calcio di punizione sferra un potente tiro che Scansetti, a mala pena, riesce bloccare; poi Marchina e Cornara indugiano e si cedono reciprocamente il vanto di non calciare in rete a due metri dal portiere per tema, forse, di segnare troppo facilmente l’atteso punto. Su un altro tiro di punizione effettuato da Avalle, Gastaldi imita generosamente i compagni e, nella mischia determinata, Avalle tira sopra la rete. La ripresa vede subito sferrarsi una nuova, vigorosa offensiva grigia: i vercellesi sono ripetutamente in corner, relegati a ridosso della loro rete di continuo minacciata, premuti da ogni parte con tenacia e decisione; ma anche qui si ripetono, in parte, gli errori precedenti, mentre i bianchi, con un’attenta vigilanza ed una severa marcatura degli avanti alessandrini più intraprendenti riescono a contenere la serrata, ininterrotta serie di attacchi avversari. Ora si varia tema ed impostazione di gioco: anziché sviluppare di preferenza le azioni al centro, si allarga l’offensiva alle ali, facendole correre ripetutamente; poi, le idee si annebbiano, l’orgasmo ed il nervosismo prevalgono, non c’è più chiarezza di vedute e prontezza d’intuito; per cui la Pro Vercelli, benché soverchiata da ogni parte e tenuta inchiodata alla sua rete per oltre mezz’ora, erge una insuperabile barriera alle raffiche avversarie. Un magnifico tiro di Marchina, diritto e potente, è deviato in corner da Scansetti, poi Cattaneo, solo a pochi passi dal portiere, è travolto da Zanello; un tiro lungo di Avalle è bloccato a fil di palo ancora dal portiere; un’altra ardente mischia, che sembra stavolta portare al sospirato goal, si sviluppa subito dopo, ma anche in questa contingenza la difesa dei bianchi giunge in tempo per rimandare lontana la palla, Ormai è la fine: anche le più salde e sperimentate energie si placano e la rete vercellese esce incolume da tanto infuriare di raffiche. L’esito trova esultanti gli ospiti, i quali però, dopo una lunga serie di successi riportati ininterrottamente sul campo del Littorio, non hanno potuto rinnovare, quest’anno, le affermazioni vittoriose precedenti. («La Stampa», 10 ottobre 1932) La tradizione che vuole i bianchi di Vercelli vincitori sul campo alessandrino non è stata infranta che a metà: infatti, la squadra di Ardissone è riuscita a giungere al 90’ a rete inviolata. Gli uomini delle due squadre si sono battuti con sagacia, ma purtroppo con poca concezione tecnica. I grigi non sono riusciti a imporre il gioco radente e ben rare volte l’intesa ha collegato l’attacco alla mediana. Anche tra i bianchi è venuta a mancare la chiarezza di temi da svolgere, cosicché la partita, condotta velocemente e tenacemente, si è inaridita in azioni confuse che hanno permesso alle difese di conservare inviolate le rispettive reti. I passaggi errati e la poca padronanza sulla palla sono state accentuate dalle cattive condizioni del terreno, reso assai sdrucciolevole dalla pioggia caduta ieri. Zanello e Dellarole da una parte, Borelli e Fenoglio dall’altra, hanno avuto buon gioco a liberare le proprie aree di rigore mettendosi in evidenza con rimandi sicuri e tempestivi. Gli avanti alessandrini sono mancati in blocco, così come la mediana, che ha avuto il punto debole al centro, poiché Costenaro si è dimostrato ancora lontano dalla forma migliore. Tra gli ospiti emersero Zanello, Ardissone e Degara. Parità di azioni nel primo tempo, superiorità netta dei grigi nella ripresa. Agli ordini di Gama junior, che ha diretto con autorità la partita, le squadre scendono in campo in queste formazioni […]. Al 3’ i grigi sono costretti in corner: Barale allontana di forza, sospingendo i compagni sotto la rete di Scansetti. Al 5’ Dellarole, pressato da Cattaneo, mette a corner. La palla spiove tra un groviglio di attaccanti alessandrini e la palla finisce a fil di palo, in seguito a un colpo di testa di Cornara. Dopo alcune azioni velocissime e di dominio vercellese, l’Alessandria costringe ancora gli avversari in corner: nulla di fatto. Zanello e Borelli si fanno applaudire per entrate tempestive e potenti. Una bella centrata di Santagostino è girata di testa da Degara sopra la traversa. Al 20’ Cornara riesce a passare in profondità a Marchina, ma il biondo attaccante alessandrino non sa approfittare e calcia debolmente. Due calci di angolo contro gli ospiti e una immediata mischia sotto la rete di Mosele non danno risultato. La ripresa vede una maggior aggressività degli alessandrini, mentre gli ospiti, pur tentando qualche azione di attacco, preferiscono il gioco difensivo. Due corners contro i bianchi al 9’ e al 16’ sono sventati da interventi di Scansetti. Tiri di Marchina, mischia sotto la rete vercellese, passaggio di Cornara a Marchina, tiro di Avalle, parato, e al 42’ Cornara lancia in profondità Cattaneo, solo davanti a Scansetti; ma, mentre l’attaccante grigio sta effettuando il tiro, entra di forza Dellarole che, colpendolo a lato, lo manda a terra; il pubblico reclama la punizione, ma l’arbitro non la concede. («La Gazzetta dello Sport», 10 ottobre 1932) I bianchi vercellesi, che da anni solevano rientrare alla loro sede baldanzosi con la vittoria strappata sia pure di fortuna sul campo del Littorio, hanno dovuto quest’oggi accontentarsi dell’esito nullo e ringraziare il cielo del risultato. I grigi erano partiti di scatto al fischio dell’arbitro Gama Umberto e costringevano subito gli avversari nella loro metà campo. Solo la difesa dei bianchi resisteva a meraviglia, mentre la mediana e l’attacco erano costretti a retrocedere a dar man forte alla difesa per contenere gli attacchi che la linea offensiva alessandrina sviluppava con metodo ed insistenza. La partita ha avuto questa fisionomia: un attacco, si può dire, incontrastato della squadra grigia e una difesa ringhiosa, tenace, solidissima degli avversari i quali, seguendo una tattica prestabilita, hanno saputo costringere i grigi a segnare il passo. La prima offensiva seria è partita dagli alessandrini, che costringono ripetutamente in corner i vercellesi. Subito dopo, cioè verso il 15’, Casalino fugge e centra di precisione. Depetrini, di corsa, si insinua fra i terzini, raccoglie ma calcia sopra la rete. L’offensiva grigia riprende il suo sviluppo, ma non riesce a concretare. Il giuoco staziona a lungo. A tratti, la Pro Vercelli riesce a lanciare Casalino e Santagostino, ma senza alcun risultato. Nella ripresa, il giuoco migliora come combattività poiché i grigi si lanciano a tutt’uomo per la conquista della vittoria; ma la Pro Vercelli, a ridosso della rete di continuo minacciata, riesce a tener testa a tutte le offensive dei grigi. Scansetti, il quale deve difendersi da ripetuti tiri di Cattaneo, Marchina e Cornara, e a volte anche con lunghi tiri di Avalle, ma nessuno di questi palloni riesce a varcare la linea fatale. L’incontro, per quanto assai combattuto, non ha registrato alcun fallo intenzionale o scorrettezza, e si è chiuso con un nuovo attacco di Cattaneo, che viene travolto nell’area di rigore a pochi passi da Scansetti, senza che l’arbitro rilevi e punisca. («Il Littoriale», 10 ottobre 1932) IL GIUOCO DEI GRIGI La partita contro la Pro Vercelli ha confermato tutte le deficienze riscontrate nella squadra grigia otto giorni prima : scarso rendimento della mediana e nessuna forza di penetrazione dell’attacco. La squadra ha giuocato un primo tempo prevalentemente difensivo. Le azioni del quintetto attaccante, pur essendo frequenti, non erano mai pericolose e non riuscivano ad aver ragione della difesa avversaria perché mal sorrette dalla linea mediana. Questa si preoccupava solo di difendere ed abbandonava il quintetto attaccante alla ventura. Nella ripresa, quando si è riscontrata la possibilità di chiudere gli avversari nell’area di rigore e cercare la via del goal attraverso una serie ininterrotta di azioni, è mancato agli avanti, oltreché il sostegno della mediana, anche la decisione e la precisione nel tiro in rete. E’ vero che la difesa vercellese pareva domenica insormontabile, ma l’Alessandria ha avuto più di tre occasioni in cui il goal pareva inevitabile. Tali occasioni sono state tutte sciupate per la troppa precipitazione o per un attimo di indecisione. Stando all’andamento della partita, l’Alessandria avrebbe potuto vincere comodamente per uno scarto di tre goals. E tale vittoria non è venuta per lo scarso rendimento del giuoco della squadra e per l'insufficienza di qualche giuocatore. (Il Piccolo, 15/10/1934) RISULTATI: Bologna-Torino 1-1 Casale-Pro Patria 3-2 Fiorentina-Ambrosiana 0-0 Juventus-Roma 1-0 Lazio-Bari 0-0 Milan-Napoli 0-3 Padova-Genova 1893 3-0 Palermo-Triestina 1-0 CLASSIFICA: Napoli, Torino 7; Ambrosiana, Genova 1893 6; Alessandria, Bologna, Padova 5; Bari, Juventus, Palermo, Roma 4; Casale, Fiorentina, Milan, Pro Vercelli 3; Lazio 2; Triestina 1; Pro Patria 0. MARCATORI 5 gol: Sallustro A. (Napoli) 4 gol: Libonatti (Torino), Mazzoni (Genova), Meazza (Ambrosiana), Petrone (Fiorentina) 3 gol: Cattaneo R. (Alessandria), Celoria (Casale), Cesarini (Juventus), Fantoni J. (Lazio), Romani (Milan), Rossetti (Torino), Spivach (Padova) 2 gol Banchero El. (Roma), Costantino (Roma), Demaria A. (Ambrosiana), Dusi (Pro Patria), Esposto (Genova), Masera (Pro Patria), Rosa (Triestina), Ruffino (Palermo), Silano (Torino), Vojak (Napoli)