Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1932/1933
Serie A
11-12-1932 - Giornata: 11 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Milan FC 0 - 2 (0 - 2)
RETI: 2. Romani M. [Mi] , 5. Romani M. [Mi]

Alessandria US Mosele Vittorio, Lombardo Umberto, Fenoglio Giuseppe, Avalle Edoardo, Costenaro Gino, Barale Oreste, Cornara Giuseppe, Scagliotti Cinzio, Notti (I) Alfredo, Marchina Libero, Borelli Michele All.: Molnár Ferenc

Formazione avversaria
MILAN FC: Compiani; Perversi, Bonizzoni; Moroni, Biffi, Pomi; Arcari (III) Pietro Sante, Moretti, Romani, Magnozzi (II) Mario, Kossovel. All.: Bánás József.

Arbitro: Bertoli Nereo (Vicenza)
Note
Rigore sbagliato: 89’ Borelli [A]. Infortunato: 88’ Magnozzi II [M]. Angoli: 6-2. Pubblico non numeroso. Giornata grigia, terreno pantanoso. Inizio gara ore 14:30.

Commento
Decisamente, la squadra grigia attraversa una grave crisi quale non eravamo abituati a constatare da tempo: il funzionamento dell’intera compagine, così ammirata una volta per la disciplina, l’ordine ed il rendimento in ogni reparto, è ora seriamente compromesso da una serie di errori e di incertezze che si ripetono e si aggravano sempre più nonostante i ritocchi ed i rimaneggiamenti apportati ad ogni nuova partita. Impostazione di gioco errata, mancanza di direttiva e senso pratico, assenza completa di vivacità e di estro nella concezione dei temi sono le deficienze principali che emergono di continuo. Ieri, la squadra che ha creato tanti campioni ed è stata portata sugli scudi per la bellezza e la chiarezza lineare del suo gioco, che aveva una fisionomia particolare elettissima, ha vagato a lungo sul campo, viscido e pesante, in cerca di una possibilità qualsiasi, balzante più dal caso che dallo spirito pratico dei suoi componenti, per tentare la via del successo. È facile arguire come, in tali condizioni, si sia smarrita nettamente la giusta visione del compito, mentre il nervosismo per questo inconsistente battagliare si sia impadronito un po’ di tutti, man mano che la pressione aumentava sotto la porta milanista attentamente vigilata. Già al 1’ i grigi erano battuti da un punto che aveva lasciato la voce mozzata in gola a quelle poche centinaia di persone adunate sugli spalti e sulle tribune del Littorio, avvolto in un grigiore invernale; un fallo quasi impercettibile a metà campo contro l’Alessandria era battuto da Biffi che mandava la palla a Kossovel: questi, senza indugi, la spediva al centro e Romani, di testa, velocemente la inviava in rete, a pochi passi da Mosele, senza che alcun avversario tentasse ostacolare l’azione decisiva. Al 5’, altra folata veloce e conclusiva ai danni dei grigi: sul limite dell’area di rigore, il Milan otteneva un secondo calcio di punizione; Mosele, stavolta, bloccava la palla che, per l’effetto ricevuto e viscida com’era, gli sfuggiva di mano, fermandosi a non più ai due metri di distanza; Romani, ancora, interveniva e, liberamente, poteva, a suo agio, mettere in rete. Questi due punti, secchi e precisi, ottenuti un po’ fortunosamente, in parte anche con la passiva complicità dei difensori grigi, scuotevano finalmente i concittadini, i quali spostavano l’offensiva in campo opposto, permanendovi a lungo, effettuando tentativi numerosi alle ali, al centro, ai mediani, e sempre con una certa preoccupazione, con incertezza, con la titubanza di elementi malsicuri e timorosi di fallire. Compiani si difendeva bene e tre calci d’angolo erano le sole risultanze che potevano sanzionare una lunga quanto sterile offensiva sviluppata sotto la rete milanese. Alla ripresa, le sorti non mutavano aspetto: chi attaccava in prevalenza, anzi, quasi in permanenza, erano ancora i grigi, che cercavano variare temi per giungere al bersaglio; ma il Milan, stretto in difesa avendo sguarnito il suo attacco, ridotto a due soli uomini di punta, non cedeva di un passo, in ciò facilitato anche dagli errori dei grigi. Alla mezz’ora Moretti, lanciato arditamente, spostava il gioco sotto l’inoperoso Mosele, ma la palla veniva respinta dal palo e Romani la calciava, poi, a lato. Avalle, nella rimessa, tentava da solo la via del goal ed il suo lungo tiro sfiorava l’asta superiore della casa di Compiani, che salvava, in seguito, in modo imprevisto con la palma della mano un sostenuto tiro di Marchina, deviato, in seguito, in angolo. Negli ultimi minuti di lotta accanita, Marchina e Magnozzi venivano portati fuori a braccia dal campo per momentanee… riparazioni e, sul finire della tenzone, grigia e opaca come la temperatura, Notti è ripetutamente caricato in area di rigore: il calcio di rigore tirato da Borelli finisce miseramente a lato. Questa, schematicamente, la partita: il Milan, che in oltre dieci anni non era mai pervenuto ad alcun successo in terra alessandrina, ha nettamente trionfato ieri, e la sua vittoria non è certo carpita; gioco rapido, veloce, sicuro, non disgiunto da abilissimi piazzamenti ed a dosati rimandi e passaggi sono le prerogative di questo lunatico Milan, che ha sfoggiato ieri doti non comuni da far temere, se non si fosse troppo presto relegato in difesa, una più larga messe di punti. In tutti i reparti vi è ordine, intelligenza, prontezza d’azione, vivacità di movimenti e precisione nel controllo della palla, sempre manovrata secondo un piano prestabilito. In campo grigio si è schierata una nuova linea attaccante con Cornara all’ala destra, Borelli alla sinistra e Marchina, dopo una lunga assenza, alla mezz’ala sinistra. Il rendimento è apparso limitato assai. Notti e Scagliotti hanno anche loro lavorato intensamente a metà campo: in area di rigore sono apparsi lenti e imprecisi e, a volte, sono giunti persino ad ostacolarsi tra loro nel tiro finale. Al centro della mediana è ritornato Costenaro, che ci sembra ancora nettamente in declino e di scarso contributo ai compagni; migliore, senza dubbio, Avalle; combattivo, ma non sempre redditizio, Barale. Lombardo è tornato al suo posto abituale, completamente ristabilito dopo l’operazione subita, ed è apparso in buona forma, veloce, pronto nei rimandi, instancabile in ogni evenienza; Fenoglio ha fatto meglio in altre contingenze, per quanto si sia prodigato col compagno di destra nell’arginare le incursioni rossonere. Mosele ha avuto alcuni interventi eccezionali, ma la sua passività nel primo goal ha lasciato alquanto sconcertato il pubblico. In conclusione, la squadra alessandrina, che non è abituata a perdere sul suo campo e di fronte al Milan, ha bisogno urgentemente di essere addestrata e disciplinata con altri metodi, secondo altri concetti, inspirati ad una direttiva che ora le manca e che la fa inaridire dopo un passato sfolgorante. La sua posizione in classifica, dopo un esordio assai interessante nel nuovo campionato, comincia a destare preoccupazioni, tanto più che metteranno ancora di più la loro situazione nella graduatoria dei valori nazionali. Arbitro Bertoli di Vicenza, terreno assai pesante per le piogge recenti; sei calci d’angolo a favore dei grigi contro due a favore del Milan. («La Stampa», 12 dicembre 1932) Sono bastati 5 minuti di gioco a favore dei milanisti per infrangere una tradizione che da anni ed anni si ripeteva con l’Alessandria vittoriosa sul proprio campo nelle contese contro i rossoneri. L’affermazione dei compagni di Magnozzi sarà accolta nel clan milanista con doppia gioia, poiché rinfranca le speranze verso questo manipolo di calciatori che, sorretto da una forza di volontà veramente encomiabile, ha saputo sfruttare le incertezze un risultato che, agli effetti della classifica, assume un elevato valore. Davanti a un discreto pubblico e su di un terreno cosparso di zone acquitrinose, la partita è stata giocata con impegno dalle due cavalleresche avversarie. Sferzata nel morale già scosso, la squadra alessandrina, scesa in campo a ranghi rinnovati, non ha saputo districarsi per l’indecisione del trio centrale di attacco cui è venuta a mancare la sicurezza e la potenza nel tiro. Attualmente, i calciatori alessandrini difettano nel controllo di palla e nella precisione dei passaggi: si direbbe che la compagine abbia perduto totalmente il gioco brioso ed essenzialmente tecnico che la quotava tra le migliori squadre della massima divisione. Nel resoconto della partita, il portiere Mosele merita un periodo a parte. Questo giocatore che l’anno scorso sollevò l’ammirazione dei tecnici, meritandosi l’applauso delle folle sportive e la maglia azzurra di nazionale, e che quest’anno, nella prima partita di campionato, aveva saputo da solo portare in porto la vittoria contro i bianconeri della Juventus, parando l’imparabile, attraversa ora un periodo di offuscamento che lo rende irriconoscibile. I due goals segnatigli non avevano il crisma della imparabilità: Mosele è rimasto incerto se uscire di porta od attendere il tiro dell’avversario, permettendo così, al 2’ di gioco, che Romani colpisse la palla centrata alla perfezione da Kossovel. Il goal poteva essere evitato. Al 5’, dopo aver parato il bolide di Magnozzi (tiro di punizione) tentando di bloccare la palla con parata classica all’altezza del mento, Mosele si è lasciato sfuggire in modo marchiano la sfera di cuoio, che ruzzolava a terra offrendo a Romani l’occasione di segnare il secondo goal per il Milan. Dei grigi si distinsero Cornara, Lombardo, Fenoglio, Borelli e Barale. Nel secondo tempo, Costenaro, preso nel vortice dei rapidi attacchi avversari, giocò discretamente; Avalle, forse perché costretto dall’inizio del campionato a coprire il ruolo di centrosostegno, ha difettato ripetutamente di posizione, lasciando Arcari libero di scendere, con insidiose folate, a minacciare la rete alessandrina. I rossoneri meritano un elogio in blocco: oggi non è emerso nella squadra milanista il giocatore individuale, ma la vittoria è stata conseguita per l’ottima omogeneità dei reparti, l’impegno bersaglieresco di tutti i giocatori e la tattica degli attaccanti, che costrinsero i difensori grigi ad un lavoro massacrante per arginare l’offensiva che scaturiva su tutto il fronte del campo. Romani segnò i due goals e si vide soffiare un’altra facile occasione da un intervento tempestivo di Lombardi. Sono i grigi che intessono la prima scorribanda nella zona avversaria: Pomi si incarica di arginare l’insidia, ed ecco, al secondo minuto, la discesa sulla sinistra, il centro di Kossovel ed il goal di Romani; la palla è colpita di testa e si insacca in rete, sfiorando la traversa. Il goal, giunto di sorpresa, lascia i calciatori grigi disorientati. Ne approfittano i rossoneri, ed al 5’ Magnozzi, su calcio di punizione da 20 metri, impegna Mosele che, come abbiamo descritto più sopra, lascia sfuggire la palla, permettendo a Romani di segnare per la seconda volta. Ora, gli alessandrini si fanno minacciosi: un calcio di punizione costringe i rossoneri in corner, ma Bonizzoni libera di testa su tiro di Scagliotti scoccato da lontano. Risposta dei milanisti, che impegnano Mosele; al 12’ Marchina effettua una girata a mezza altezza, insidiosissima: Compiani, con perfetta scelta di tempo, riesce a gettarsi in tuffo e a deviare in corner. Pressione dei grigi senza risultato. Un tiro di Scagliotti e due di Magnozzi trovano Compiani e Mosele pronti alla parata. Al 20’ Cornara scende velocissimo, dopo essersi liberato di Pomi, e centra alla perfezione: Notti, di testa, manda alto. La superiorità alessandrina continua: al 27’ Cornara, dalla linea di fondo, passa indietro a Scagliotti che, da pochi passi, non sa fare di meglio che tirare sul portiere. Corner contro gli alessandrini provocato da Fenoglio, incertezza di Scagliotti nell’area di rigore e fuga di Romani su Mosele, Lombardo riesce ad indietreggiare rapidamente e togliere la palla all’insidioso attaccante avversario, proprio quando stava per tirare. Un tiro di Avalle ed uno di Scagliotti trovano Notti sulla traiettoria. Ancora un tiro di Scagliotti è parato comodamente da Compiani. Corner, al 40’ contro il Milan. Nella ripresa, gli ospiti tentano di ripetere l’azione fortunosa dell’inizio dell’incontro, ma Mosele, con un tuffo temerario, riesce a togliere la palla dai piedi di Romani. Tiro di Scagliotti, al 4’, a fil di palo. Due minuti dopo, Barale commette un fallo su Magnozzi; Romani, nella susseguente punizione, tira alto. All’11’ un’occasione propizia per i grigi viene interrotta per fuori gioco. Immediatamente, il Milan è costretto in corner: Perversi risospinge i compagni all’attacco. Fallo di Barale ai danni di Biffi ed ottime azioni dell’attacco alessandrino intessute fra Scagliotti, Notti, Cornara e Notti: Compiani para. Altro fuori gioco dei grigi e discese indiavolate dell’ala sinistra milanese: il centro lungo viene raccolto da Moretti, che tira a lato. Due facili occasioni per gli alessandrini sono sciupate da Marchina e Notti, che insistono a mantenere il gioco al centro, mentre l’ala destra Cornara viene lasciata inoperosa. Al 27’ Moretti, dal limite dell’area di rigore, manda un bolide contro la traversa della rete alessandrina; la palla rimbalza e viene raccolta da Romani, che sciupa tirando a lato. Un tiro da lontano di Avalle impegna Compiani; Scagliotti, ricevuta la palla da Cornara, tira debolmente sul portiere avversario. Corner contro il Milan al 38’: nulla di fatto. In una azione a metà campo, Marchina rimane a terra stordito ed esce dal campo per rientrare dopo pochi minuti. Discesa di Cornara che converge al centro e manda un bolide sotto la traversa; Compiani devia miracolosamente in corner. Al 43’ Borelli commette un fallo su Magnozzi, ed il milanese è costretto ad abbandonare momentaneamente il campo; all’ultimo minuto, per fallo di Pomi su Notti, l’alessandrino ottiene un calcio di rigore: la punizione, calciata da Borelli, fallisce il bersaglio, passando a lato del montante, fra la delusione del pubblico. («La Gazzetta dello Sport», 12 dicembre 1932) La partita si è risolta nei primi cinque minuti di gioco con due veloci azioni del Milan che si incuneava per due volte di seguito nelle maglie della difesa avversaria, affidando a Romani il compito della stoccata decisiva. Così, dopo appena cinque minuti, si trovavano di fronte una squadra baldanzosa e decisa, ordinata e chiaroveggente, col sostegno morale di punti, e una squadra sorpresa e irritata dal grave scacco, che ha iniziato un gioco affannoso e convulso e a cui sono occorsi ben quarantacinque minuti per riordinare le file dei suoi reparti, per poter coordinare le azioni e tentare la riscossa. Ma questa – benché la squadra nel secondo tempo si sia veramente ritrovata e abbia saputo dare alle azioni un’impronta organica e un tono deciso – non si è mai avuta, perché il Milan, che nel primo tempo ha sbalordito per la vivacità e la nitidezza del gioco, per la rapidità e la leggerezza delle azioni offensive, nella ripresa ha saputo costituire un baluardo difensivo insormontabile, contro cui si sono infranti tutti gli attacchi avversari e contro cui si è spenta infine ogni velleità di reazione. Il Milan ha giocato ieri una delle sue più belle partite del campionato. Si è imposto per la potenza e per lo stile, per il giovanile slancio del suo attacco, per la sicurezza composta della sua difesa. È stato un organismo tutto articolato ed armonico, un corpo ben muscolato che sa adeguare lo sforzo allo scopo. La prima linea, che ieri ha prevalentemente poggiato sul reparto sinistro, ha saputo, soprattutto nel primo tempo, imporre la sua baldanza aggressiva, superando nettamente gli argini della difesa alessandrina. Indubbiamente, il terreno pantanoso, dove la palla si arrestava senza rimbalzi e che quasi non permetteva il giuoco raso terra, ha contribuito a disorientare all’inizio i reparti arretrati dei giocatori in maglia grigia; ma è pur vero che rare volte il Milan ha saputo sviluppare le azioni con tanta decisione e svolgere un gioco così limpido e redditizio come nella prima parte dell’incontro di ieri. La mediana sosteneva il suo ruolo con perfetta lucidità e specialmente Biffi, che ha giocato con eguale accorgimento in difesa e all’attacco, rendeva più sicura e agile l’opera della prima linea, con la sua vigile presenza. L’Alessandria, come era logico, cercava affannosamente la via della porta avversaria e tentava l’attacco, ma nel primo tempo il compito era irrealizzabile e, benché già in netto vantaggio, il Milan insisteva nell’offensiva e non permetteva al gioco nessun cambiamento di ritmo. I rinvii dei terzini dell’Alessandria difficilmente raggiungevano gli uomini della prima linea, perché la mediana milanista intercettava e rinviava agli attaccanti rossoneri, che mettevano ancora una volta a repentaglio la difesa. Le azioni che l’Alessandria ha potuto sviluppare in questo primo tempo sono state scarse e hanno avuto raramente un carattere di pericolosità. Nella ripresa, invece, la fisionomia della battaglia è mutata e, se si eccettuano pochi minuti di gioco iniziale, è stata l’Alessandria a menar la danza. Ma i tentativi dei grigi, come abbiamo accennato, non hanno avuto fortuna, e bisogna pure parlare di fortuna quando trenta minuti di attacchi reiterati restano senza conclusione, anche se la difesa avversaria si è mostrata formidabile. I terzini e il portiere del Milan hanno infatti assolto il loro difficile compito in questa fase con una sicurezza e una decisione ammirevoli. Compiani ha dovuto parare dei tiri difficilissimi, rendendo vana l’opera di Scagliotti e di Cornara, che sono stati i più pericolosi uomini di punta dell’Alessandria. Qualche preziosa occasione di attacco si è offerta anche al Milan in questo periodo – giacché la squadra milanista non ha ripiegato in difesa per un piano tattico predisposto, ma vi è stata costretta dall’impeto degli avversari – e le sue azioni, quando è stato possibile spezzare per un momento la pressione dei grigi, sono apparse pericolosissime. Non è mancato neppure il solito calcio di rigore che l’arbitro ha accordato in favore dell’Alessandria nell’ultimo minuto di gioco per un fallo che egli ha attribuito a Pomi: la punizione era inadeguata e il tiro di Borelli è finito a lato. Romani, giocatore dallo scatto felino e dal tiro insidioso, è stato anche ieri il realizzatore della squadra: i due goals che egli ha fatto accusare alla difesa avversaria con sconcertante rapidità hanno avuto una esecuzione impeccabile e sono stati frutto di una intelligente concezione e di una perfetta tempestività di movimento. Tuttavia, egli ha commesso pure degli errori e, avendo avuto due volte possibilità di segnare da qualche metro, egli due volte ha mandato fuori; ma a ciò hanno forse contribuito anche le pietose condizioni del terreno, sul quale era difficile mantenere l’equilibrio. Magnozzi è stato del compagno meno impetuoso e più accorto nel lavoro di distribuzione. In ottima giornata era Kossovel, che è stato tra i più attivi uomini della squadra ed ha eseguito una serie di precisi passaggi al centro. Moretti, giocatore di grande resistenza, ha collaborato efficacemente con gli uomini della prima linea, mentre Arcari, che stenta a ritrovare la forma più brillante, ha pure eseguito qualche limpida azione e qualche sicuro passaggio. Nella mediana, Biffi è stato il giocatore più attento e più redditizio, contribuendo con efficacia nella ripresa alla integrità della rete milanista; ma il reparto più meritevole è stato quello dell’estrema difesa, in cui Perversi e specialmente Bonizzoni hanno brillato per la prontezza e la lucidità del loto gioco, mentre Compiani, in ottima giornata, ha sfoggiato tutta la gamma delle sue risorse. Nella squadra dell’Alessandria, che aveva subito notevoli modifiche col ritorno di Lombardo, Marchina e Mosele e con Cornara ad ala destra al posto di Cattaneo, non si sono avuti giocatori dal rendimento costante. All’attacco i migliori sono stati Scagliotti e Cornara, che però troppo spesso hanno mancato di precisione nei tiri e di prontezza nel raccogliere la palla. Tutti però hanno giocato con grande animo, soprattutto nella ripresa: anzi, negli ultimi minuti di gioco Marchina non ha retto più all’ansiosa fatica ed è svenuto sul campo. La mediana ha giocato alquanto in sordina e si è distinta meglio nel compito difensivo, mentre i terzini – specialmente Lombardo che ha disputato un’altra partita lodevole –, superato lo sbigottimento iniziale, si sono energicamente ripresi. Mosele, a volte, ha abbandonato la porta senza motivo e nelle parate non ha mostrato la desiderabile precisione e sicurezza. Poco pubblico assisteva all’incontro. La soluzione si ha fin dall’inizio. Al secondo minuto si ha un fallo di Fenoglio su Moretti e l’arbitro concede un tiro di punizione. Lanciata da Biffi, per arriva a Magnozzi, che allunga a Kossovel e questi passa a Romani. Il centroattacco, con un fulmineo colpo di testa, manda in rete. Tre minuti dopo, ancora per un fallo alessandrino, si ha un tiro di punizione: Mosele respinge la palla tirata da Magnozzi, ma prontissimo interviene Romani, che la manda ancora una volta in rete. La prevalenza del Milan, dopo i due goals, continua nettissima, interrotta di rado da qualche attacco avversario. Le azioni di maggior rilievo da parte alessandrina sono un tiro di Marchina che costringe Moroni a liberare in corner e una punizione che Avalle manda a lato. Gli attaccanti milanesi invece hanno numerosissime occasioni. Magnozzi, a tre metri dalla porta, manda a lato un pallone e un altro tiro di Romani viene miracolosamente parato da Mosele. Nella ripresa, è ancora il Milan che prevale e intreccia le azioni più pericolose, ma per breve tempo. Dopo alcune azioni senza fortuna del Milan, al 12’ l’Alessandria inizia la sua controffensiva. Soprattutto Scagliotti, Notti e Cornara si prodigano, ma senza fortuna. In un contrattacco dei rossoneri, un tiro di Moretti è respinto dal palo; raccoglie la palla Romani, ma sbaglia da qualche metro. Al 43’ Magnozzi, colpito da un calcio involontario di Borelli alla gamba sinistra, è costretto a uscire dal campo. Un minuto dopo si ha calcio di rigore contro il Milan, pare per un fallo di Pomi, il quale aveva spinto lateralmente un avversario in area di rigore senza che questi cadesse; il tiro di Borelli resta però, come abbiamo accennato, senza esito, e subito dopo l’arbitro Bertoli fischia la fine. (C.V., «Corriere della Sera», 12 dicembre 1932) I diavoli rossoneri hanno messo domenica la proverbiale coda tra i raggi della scricchiolante macchina alessandrina. Sono passati i bei tempi che la squadra alessandrina godeva fama di rullo compressore. Anche domenica, purtroppo, le incertezze dell’attacco, la cattiva forma del portiere, l’annebbiamento delle idee di quasi tutti i componenti la squadra ed il nervosismo subentrato dopo i due goals fortunosi del Milan, sono valsi a procurare un grosso dispiacere ai supporters», che speravano di poter applaudire ad una vittoria dei calciatori locali. Non si può dire che i giocatori alessandrini siano rimasti indifferenti di fronte allo spauracchio della sconfitta; essi hanno combattuto con continuità ed accanimento arenandosi, però, ogni qual volta si trovavano di fronte alla difesa avversaria. Gli attuali componenti la squadra alessandrina sono gli stessi dell'anno scorso, ma hanno impellente bisogno di essere guidati da una mano sicura che li riordini tecnicamente, e li rincuori con l’esempio a praticare quei dettami indispensabili per una compagine che milita nella massima Divisione. (Il Piccolo, A.C., 17 dicembre 1932) RISULTATI: Ambrosiana-Padova 3-2 (giocata l’8 dicembre 1932) Casale-Bologna 3-4 Genova 1893-Torino 2-0 Juventus-Triestina 6-1 Napoli-Pro Patria 2-1 Palermo-Bari 1-0 Pro Vercelli-Lazio 1-1 Roma-Fiorentina 4-2 CLASSIFICA: Juventus 18; Napoli 17; Ambrosiana 15; Bologna, Genova 1893, Roma 14; Torino 13; Padova 12; Lazio 11; Milan, Pro Vercelli 10; Alessandria, Palermo 9; Fiorentina, Triestina 8; Bari, Casale 6; Pro Patria 4. MARCATORI 10 gol: Romani (Milan), Sallustro A. (Napoli) 8 gol: Vojak (Napoli) 7 gol: Celoria (Casale), Demaria A. (Ambrosiana), Meazza (Ambrosiana), Petrone (Fiorentina), Rossetti (Torino) 6 gol: Borel F. (Juventus), Cattaneo R. (Alessandria), Cesarini (Juventus), Costantino (Roma), Levratto (Ambrosiana), Mazzoni (Genova), Rosa (Triestina), Schiavio (Bologna)