Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1932/1933
Serie A
22-01-1933 - Giornata: 15 - Roma - Testaccio


Roma AS - Alessandria US 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 61. Fasanelli C. [Ro]

Alessandria US Mosele Vittorio, Montanari Ermanno, Fenoglio Giuseppe, Barale Oreste, Avalle Edoardo, Borelli Michele, Cattaneo Renato, Scagliotti Cinzio, Riccardi (I) Giovanni, Marchina Libero, Perazzo Osvaldo All.: Bachmann (I) Heinrich

Formazione avversaria
ROMA AS: Masetti; Bodini (II) Renato, Pasolini; Dugoni, Bernardini, Carpi; Eusebio, Scaramelli, Volk, Fasanelli, Costantino. All.: Kovács Lajos Nemes.

Arbitro: Gianni Renato (Pisa)
Note
Espulso: 71’ Barale III [A] oppure Montanari [A]. Angoli: 7-1. Pubblico numeroso. Giornata gelida e ventosa.

Commento
Benché priva di Ferraris, la Roma avrebbe dovuto piegare la volitiva e tecnica compagine dei grigi con un più netto scarto di punti. Evidentemente, i giallorossi stanno attraversando un periodo poco buono: Bernardini è giù di forma, Scaramelli è convalescente di una foruncolosi, Volk giocò con la febbre addosso. Senza scendere ai dettagli, non è difficile notare nella squadra un generale rilassamento che potrebbe essere causato dal duro sforzo al quale essa è stata sottoposta dalla partita del Bologna ad oggi. Niente di grave o di preoccupante, intendiamoci: la stanchezza è un fenomeno passeggero che, prima o dopo, turba l’equilibrio di tutte le compagini. I primi 45’ di giuoco si chiusero con un nulla di fatto, sebbene la Roma avesse attaccato con nettissima prevalenza. Era evidente nell’Alessandria la preoccupazione di battersi per il pareggio: la mediana di grigi, infatti, solo in determinate favorevoli circostanze si portava a ridosso della propria linea attaccante, cercando, con improvvisi rovesciamenti di fronte, di sorprendere la difesa romanista. La vigile difesa alessandrina, benché priva di Lombardo, sostituito da Montanari, fronteggiava assai bene l’attacco avversario: non era facile superare la linea di sbarramento dei grigi, ma anche quando ciò accadeva, Mosele, in ottima giornata, si incaricava di rendere vani i tiri forti ed insidiosi di Volk, di Costantino, di Bernardini, di Fasanelli e di Scaramelli. Nonostante la saldezza dei reparti difensivi dei grigi, sei volte all’attacco romanista si presentò l’occasione favorevole per segnare. La prima si aveva al 19’: una veloce azione Carpi-Scaramelli-Fasanelli si concludeva con un tiro di Volk; Mosele, benché coperto da un terzino, intuiva la traiettoria della palla e si buttava fulmineo a destra, giusto in tempo per arrestare il bolide del fiumano. La seconda occasione si verificava al 25’: fuga di Costantino, invano inseguito da Borelli, e centro lungo che Scaramelli, in corsa, raccoglieva di testa indirizzando in rete; questa volta Mosele, spiazzato, sarebbe stato inesorabilmente battuto se Montanari non si fosse trovato sulla linea della porta e non avesse ricacciato la minaccia. Terzo episodio di pretta marca romanista: altra veloce fuga di Costantino al 29’ e tiro di sinistro dell’ala nazionale, fortissimo e insidioso; Mosele si buttava in tuffo e parava in angolo, miracolosamente. Era lo stesso portiere alessandrino che si incaricava di allontanare il pericolo determinatosi in seguito al calcio d’angolo. La quarta minaccia per l’incolumità della rete dei grigi determinava anche la quinta: a conclusione di una delle tante offensive romaniste, la palla giungeva a Bernardini che, in corsa, sparava un tiro potentissimo; anche questa volta, Mosele non sapeva fare di più che parare in corner. Il calcio d’angolo, battuto da Costantino, era ripreso da Volk che, di testa, indirizzava in rete; Montanari, appostato sulla linea della porta, allontanava l’insidia e salvava la rete da un sicuro punto. Il sesto ed ultimo pericolo si verificava al 40’, ancora su calcio d’angolo. La veemente pressione dei giallorossi si infrangeva, anche questa volta, contro il felino Mosele, che bloccava con calma e sicurezza due consecutivi tiri di Volk. Lo sei azioni or ora ricordate caratterizzarono lo svolgimento del primo tempo. L’attacco dei grigi cercò, come si è detto, di trarre profitto da qualche improvviso rovesciamento di fronte, senza riuscire tuttavia a mettere in serio pericolo la rete di Mosetti. Sul chiudersi della prima ripresa, l’Alessandria prendeva animo e l’attacco si faceva più aggressivo. Una perfetta azione Scagliotti-Cattaneo, dava modo a Scagliotti di impegnare, con un tiro insidioso, il vigile Masetti. Subito dopo, da un centro di Cattaneo, scaturiva un calcio d’angolo senza esito. Una fuga di Perazzo veniva arrestata dall’arbitro per fuori giuoco e, al 43’, Marchina, scartato Carpi, allungava a Perazzo; l’ala sinistra alessandrina si portava in area avversaria e centrava; Riccardi riprendeva e, da pochi metri da Masetti, calciava malamente fuori. Fu questa l’unica azione pericolosa che i grigi, preoccupati di difendersi più che di attaccare, seppero imbastire. Il secondo tempo cominciò bene per la Roma, e già al 13’ la rete di Mosele era violata: una lunga centrata di Eusebio era raccolta da Costantino, il quale si liberava di Fenoglio e passava con accortezza a Fasanelli ben piazzato; questi, con un tiro più astuto che forte, da destra a sinistra, sorprendeva Mosele. Il punto romanista rese vano il piano difensivo alessandrino, cambiando fisionomia alla contesa. I grigi, mutando tattica, si portavano animosamente alla conquista del pareggio, e vi sarebbero riusciti al 18’ se Marchina, solo davanti alla casa di Masetti, non avesse troppo indugiato, dando modo a Carpi di raggiungerlo e di bloccare il tiro. Degna di rilievo fu l’attività svolta in questo periodo da Scagliotti, il quale fu il coordinatore degli attacchi ed il più accorto e deciso dei cinque, allorché si trattò di concludere. Al 26’ l’arbitro Gianni espelleva dal campo Barale per giuoco scorretto; la decisione arbitrale parve eccessiva a molti: il fallo commesso non sembrò così grave da giustificare il provvedimento, che privava l’Alessandria di un validissimo atleta nel momento in cui più serrato si faceva l’attacco alla rete di Masetti. Riccardi era spostato a mediano destro, il che riduceva la prima linea a soli quattro uomini. Sebbene svantaggiata, l’Alessandria non disarmava affatto: due calci di punizione tirati da Fenoglio dal limite dell’area mettevano a repentaglio la porta romanista, così pure un magnifico tiro di Riccardi al 36’ che Masetti bloccava «di classe», e due tiri di Scagliotti e di Perazzo. Sul chiudersi della partita, la Roma riprendeva il sopravvento e sciupava banalmente, per colpa di Eusebio, una facile occasione di segnare dopo che Mosele si era prodotto in due consecutive parate, la prima eseguita con il piede su tiro dell’ala destra giallorossa e la seconda a pugni chiusi in seguito a calcio d’angolo, su saettante frecciata di Costantino. La partita non merita troppe parole di commento. Una lode particolare va rivolta alla difesa alessandrina, che fu il reparto migliore della squadra. Mosele dimostrò grande sicurezza e il goal segnatogli era assolutamente imparabile. Fenoglio si batté con spirito leonino e fu una colonna che sorresse la difesa dal principio alla fine. Montanari lo coadiuvò con bravura e abilità. Della mediana, Barale fu il più combattivo, ma anche Avalle fu all’altezza della situazione e seppe rendersi assai utile, soprattutto nel primo tempo. Dell’attacco, il migliore fu Scagliotti. Della Roma, i più efficaci furono Costantino, Dugoni e Pasolini. Le squadre, nonostante il vento fortissimo, svolsero prevalentemente un giuoco alto e di scarso contenuto tecnico. L’arbitro Gianni di Pisa seppe mantenere la contesa nei limiti della correttezza. Furono tirati sette calci d’angolo contro l’Alessandria ed uno contro la Roma. Assistette all’incontro S.E. Balbo. («La Stampa», 23 gennaio 1933) La Roma ha conquistato contro l’Alessandria una vittoria che non ha soddisfatto il pubblico accorso a Testaccio. Al termine della partita, quando gli atleti in maglia giallorossa si sono schierati per compiere il rituale saluto alla folla prima di abbandonare il campo, gli applausi non sono stati numerosi in tribuna, e dal lato dei popolari è partita una buona dose di fischi. I romani hanno tuttavia abbastanza nettamente dominato in campo, e per questo hanno meritato la vittoria. Tutto il primo tempo e buona parte della ripresa hanno visto il continuo attacco alla rete di Mosele, il quale, un po’ con bravura e un po’ con fortuna, si è salvato in innumerevoli, pericolose situazioni su tiri di Volk, Costantino e Fasanelli. La Roma ha denunciato oggi un pericoloso vuoto al centro della mediana, dove Bernardini è apparso lontano dalla forma dei suoi giorni migliori. L’attacco, poi, in area di rigore alessandrina si è mostrato di una inconcludenza esasperante ed ha facilitato così il compito dei difensori grigi, i quali solamente nella seconda metà della ripresa si sono portati minacciosi nell’area di Masetti, tentando di cogliere il pareggio, Ma il trio difensivo della Roma è apparso veramente solido, e così gli alessandrini nulla hanno potuto contro la rete di Masetti. Gli ospiti hanno condotto una partita coraggiosa ed hanno avuto qualche felice momento di attacco. Per difendersi più agevolmente hanno fatto affiorare qua e là il gioco ruvido, tanto che l’arbitro si è visto costretto, nella ripresa, ad inviare negli spogliatoi il terzino Montanari, precedentemente ammonito. Individualmente, in campo giallorosso i migliori sono stati, in ordine di merito, Masetti e Bodini, che si sono distinti anche perché il loro compito non è stato eccessivamente difficile. Volk, che aveva iniziato bene, è stato fatto poi segno ad una stretta vigilanza che non gli ha permesso di concludere gran che. Attivo, per quanto disordinato, Fasanelli, autore dell’unico goal della giornata. Costantino ha effettuato alcune ottime rimesse che però raramente hanno trovato al centro l’uomo pronto per sfruttarle. Ma anche Costantino non è stato all’altezza della forma migliore. Discreta la prova di Dugoni e coraggiosa quella di Carpi. Nel complesso, come abbiamo già detto, i giallorossi hanno giocato una partita mediocre, specialmente per quello che riguarda il gioco d’assieme. Dei grigi, superiore ad ogni elogio è stato Mosele, che ha salvato i suoi da un punteggio più severo. Avalle e Fenoglio sono stati i più validi collaboratori del portiere. Dell’attacco, possono essere menzionati Scagliotti e Marchina. Una gelida tramontana ha soffiato per tutta la durata della partita. Nella tribuna delle autorità abbiamo notato le LL.EE. gen. Balbo, Riccardi, gen. Moggiotto, on. Delcroix, Melchiorri, Baccarini, Garelli, Stame e il gen. Valle. L’unico goal della giornata fu segnato al 16’ della ripresa da Fasanelli che, dopo un’azione Eusebio-Scaramelli-Costantino, saettava imparabilmente in rete su passaggio di quest’ultimo. Al 23’ della ripresa un goal segnato di testa da Pasolini su corner veniva annullato dall’arbitro per carica al portiere. Buon arbitro, Gianni di Pisa. («La Gazzetta dello Sport», 23 gennaio 1933) La vittoria per un solo goal a zero riportata dalla Roma sull’Alessandria, da una squadra cioè di vedetta, in lotta tuttora per il primato, contro un’avversaria di illustre passato, ma quest’anno relegata nelle ultime piazze della classifica, potrebbe far credere a prima vista ad un colpo di fortuna, ad una di quelle vittorie acciuffate per i capelli mentre l’equilibrio delle azioni più o meno sarebbe stato rispecchiato da un esito di pareggio. Niente di tutto questo, invece. La Roma ha vinto nettamente e meritatamente, e in modo – a tener conto dell’insistenza e della pericolosità delle azioni offensive – da non lasciar dubbio sulla legittimità della vittoria, che acquista tanto maggior risalto dall’elogio pieno e incondizionato che deve esser rivolto alla difesa alessandrina osservata in blocco, e al portiere Mosele in ispecie. L’estremo difensore grigio si è esibito infatti in così belle parate, ha salvato con prontezza e sicurezza d’intervento palloni che sembravano destinati inevitabilmente in fondo alla rete, che c’è da chiedersi se la posizione in classifica dell’Alessandria sarebbe quella poco lieta che occupa in realtà se questo valoroso portiere fosse stato tenuto a suo posto durante l’intero campionato. Dove l’Alessandria conferma sempre più di non essere all’altezza dei tempi migliori, è nel reparto attaccante. Marchina, cannoniere dello scorso anno, mai o quasi mai ha saputo rendersi pericoloso. Scagliotti, che ieri debuttava nel ruolo di condottiero dell’attacco, ha distribuito bene il gioco, ha condotto buone azioni, ma ha risentito troppo della nota deficienza nel tiro in goal per rendersi veramente pericoloso; a pochi minuti dalla fine del primo tempo, anzi, ha perduto, su centro di Perazzo, un’occasione così favorevole che – posizione del portiere avversario a parte – può ben fare il paio con quella perduta dalla Roma – autore del… misfatto, Eusebio – pochi istanti prima del fischio finale dell’arbitro. Senonché la Roma viveva, se non proprio tranquilla, almeno confortata da un goal di vantaggio; mentre i grigi, che avevano per la bravura del loro portiere evitato ben gravi pericoli, avrebbero potuto sperare segnando per primi un diverso indirizzo della partita. Cattaneo, poi, il più anziano e navigato dell’attacco alessandrino, quasi mai ha potuto sfuggire alla guardia attenta e implacabile di Dugoni. Quando Riccardi vi è riuscito una volta, poco dopo il quarto d’ora della ripresa, la situazione si profilava critica per Masetti. La Roma aveva già segnato il suo goal e nel pubblico già correva il brivido di timore del pareggio; ma Carpi, il generoso Carpi, con uno spunto veloce si spostava a destra e giungeva a soffiar la palla a Cattaneo, liberando in fallo, benché caricato contemporaneamente, e senza troppi complimenti, dal focoso Barale. La partita dunque, benché priva di incertezze emozionati sul punteggio, ha avuto egualmente fasi di grande interesse per l’impegno profuso dagli uomini, per le molte volte in cui si è creduto di poter gridare al goal e la bravura di Mosele o i tempestivi interventi degli opposti difensori difensivi hanno fatto smorzare al pubblico il grido in gola. Il gioco non è stato di marca molto elevata. Soffiava un vento rigido e impetuoso, che spazzava con raffiche assai violente il campo in linea trasversale e non ha quindi mai danneggiato o favorito in modo continuativo una squadra piuttosto che l’altra. Inoltre, il clima freddo di questi ultimi giorni – il quale certamente i nostri giocatori sono assai meno abituati degli avversari alessandrini – aveva fatto sì che più d’uno dei giallorossi avesse dovuto scendere in campo semi influenzato, raffreddato e non certo nelle condizioni ideali per disputare una partita tutt’altro che facile. Cionondimeno, è stato un grave errore insistere per tutto il primo tempo, e per una buona metà del secondo, in un gioco alto e volante che il vento non poteva che danneggiare: e la migliore riprova del nostro asserto si ha nel fatto che proprio nei primi venti minuti della ripresa, quando cioè il pallone fu tenuto prevalentemente a terra, venne il goal della Roma, quello della vittoria, segnato con un preciso tiro di Fasanelli, a conclusione di una bella serie di passaggi bassi su tutto il fronte dell’attacco; e, poco dopo, l’accennata pericolosa fuga di Cattaneo, che solo il veloce e tempestivo intervento di Carpi riusciva a neutralizzare. Poi, piano piano, il temperamento delle squadre riprendeva il sopravvento, il gioco tornava a svilupparsi alto. L’Alessandria, benché ridotta in dieci uomini – l’arbitro Gianni, al 27’ del secondo tempo, aveva allontanato dal campo Barale, reo di una non corretta entrata su Eusebio –, riusciva a rendersi più spesso pericolosa, perché Avalle, al centro della mediana, superava in rendimento complessivo, se non in stile, il diretto avversario Bernardini: ma non poteva giungere al pareggio, e anzi doveva a Mosele molto, e anche un po’ anche… ad Eusebio, se il punteggio al passivo non aumentava. Le più belle parate di Masetti, anzi, erano fatte su tiri da lontano di Avalle, Scagliotti e Marchina. Quando l’Alessandria ha tentato offensive di manovra, Bodini e Pasolini non hanno consentito agli opposti attaccanti di rendersi quasi mai seriamente pericolosi. Già abbiamo fatto le citazioni in campo grigio: Mosele e Avalle prima di tutti, ma l’intero sestetto difensivo ha giocato all’altezza dei suoi tempi migliori. A Borelli – il bon à tout faire della squadra – si può fare forse carico di essersi tenuto con troppa continuità sulla linea dei terzini: forse lo preoccupava l’immaturità di Montanari, che sostituiva Lombardo e che invece – alla prova – non è stato per nulla inferiore all’ottimo Fenoglio. Nella Roma, i maggiori elogi debbono essere tributati a Scaramelli e a Dugoni; poi, a Costantino, Fasanelli e Carpi. Costantino non è stato, in un paio d’occasioni, preciso nella realizzazione: ma ha messo al centro palloni misurati al centimetro, dopo averli trattati con abilità grande. La difesa si è disimpegnata sempre bene e Masetti non ha avuto incertezze nelle parate: tuttavia, il lavoro dell’estremo trio giallorosso non è stato di tal mole da poterlo, solo sulla prova di ieri, giudicare nel suo vero valore. L’arbitro Gianni ha ecceduto in certi momenti in severità, fermamente deciso a non farsi togliere nemmeno per un attimo il comando della partita; ed è riuscito nell’intento, usando, nel complesso, di un criterio equo ed illuminato. La Divisione Nazionale può contare su un direttore di partite di più perfettamente all’altezza del compito. Cavalleresco e degno d’elogio anche il contegno del pubblico, numeroso nonostante il tempo rigido. All’inizio della ripresa, quando le squadre erano ancora 0 a 0, un caldo e nutrito applauso ha salutato Mosele, alla testa dei grigi che rientravano in campo, come riconoscimento e premio delle superbe parate del primo tempo. Hanno assistito all’incontro, in tribuna d’onore, le LL.EE. Balbo, Riccardi e Maggiotto, gli on. Delcroix, Baccarini, Melchiori, Garelli e Stame, il prof. Grattarola segretario del CONI, il generale Valle, i consoli Dall’Orto e Cand[?]. Scendono in campo le squadre, agli ordini dell’arbitro Gianni di Pisa, in questa formazione […]. Batte l’invio l’Alessandria, ma è la Roma che prende l’iniziativa: sfiora il successo al 2’ con Costantino, che riprende di testa e sbaglia di poco una precisa punizione calciata da Dugoni; costringe al 4’ Mosele alla prima parata; ottiene un corner al 6’. Un tentativo Marchina-Perazzo, poi, al 9’ e all’11’, due tiri di Fasanelli e Volk sbagliati di poco. Mosele, che evita miracolosamente un corner al 13’ su duplice errore dei suoi terzini, si fa lungamente applaudire per due superbe parate su tiri di Volk e Scaramelli. Al 25’ sembra che finalmente il goal giallorosso sia maturo. È Scaramelli che riprende di testa un tiro di Costantino: Mosele è spiazzato, Fenoglio respinge sulla linea del goal. L’abilità del portiere grigio provoca altri due calci d’angolo a favore della Roma, al 19’ su bolide di Bernardini e al 28’ su tiro di Costantino. Una puntata di Scagliotti, salvata in fallo da Pasolini, interrompe la superiorità giallorossa. Altri tre calci d’angolo contro gli ospiti al 34’, al 41’ e al 45’ non danno esito; né miglior sorte ha l’unico battuto da Perazzo contro la Roma al 38’. Una fuga di Marchina interrotta per fuori gioco, l’occasione già descritta mancata da Scagliotti al 43’ e la fine del primo tempo, sul risultato bianco. Nella ripresa, il gioco accenna ad esser più spesso raso terra, ma si deve attendere dieci minuti per vedere la prima parata di Mosele, su tiro di Fasanelli. All’11’ è invece Masetti che blocca un insidioso pallone speditogli da lontano da Avalle. Uno scontro Dugoni-Marchina e, al 13’, il goal di Fasanelli. Dopo una serie di passaggi sulla sinistra, Eusebio traversa a destra. Riprende Costantino che centra e Fasanelli, dal limite dell’area, spedisce in rete con preciso tiro trasversale. Il pubblico incita la Roma, ma è l’Alessandria invece che riesce a farsi più minacciosa, e Masetti è qualche volta impegnato. Al 22’, azione Fasanelli-Costantino e parata di Mosele, che esce, avendo perso la palla: questa giunge a Volk che, anziché tirare, passa a Scaramelli; il tiro del mezzo sinistro, a porta vuota, è respinto ancora una volta col piede da Fenoglio. Al 24’ un punto di Fasanelli, su calcio d’angolo, è annullato per carica precedente di Volk a Mosele; al 27’, l’espulsione di Barale mantenuta dall’arbitro nonostante Bernardini, cavallerescamente, tenti intercedere a favore del collega avversario: il mediano destro grigio era rientrato su Eusebio a pugni chiusi, ma senza colpirlo. Retrocede a mediano Riccardi. Il gioco è più equilibrato, ma è tornato alto e confuso; al 35’ un pallone di Perazzo coglie l’esterno della rete. Riccardi impegna Masetti al 37’; poco dopo, Volk ed Eusebio sciupano una bella occasione creata da Costantino. Un nuovo calcio d’angolo, anche questo infruttuoso, ottiene la Roma al 43’: sulla respinta, fugge Perazzo, ma Pasolini gli toglie abilmente la palla. All’ultimo minuto, Mosele esce per bloccare un tiro da lontano di Costantino: Eusebio lo precede, ma sbaglia da due metri il bersaglio a porta vuota. Subito dopo, la fine, accolta da applausi a vincitori e vinti. (Pier Luigi Tagiuri, «Il Littoriale», 23 gennaio 1933) LE DUE TAPPE DELLA RISCOSSA GRIGIA La partita di Roma, terminata con la sconfitta di misura (1 a 0), della squadra grigia, è stato l’inizio dell'ascesa da tanto tempo auspicata dagli sportivi alessandrini. Anche a Roma l'attacco era rimasto sterile : non certo per la mancanza di , intesa e di aggressività del trio centrale d’attacco, in nuova formazione, ma in special modo per il gioco alla maniera forte della difesa giallo-rossa. Sconfitta che ha fatto subentrare nei nostri calciatori la sicurezza di un pronto risveglio che doveva premiare la ferrea volontà con la quale essi sostennero queste ardue partite, tormentandosi nella seria preoccupazione di vedersi relegati alla coda del gruppo Napoli Sono bastate poche azioni di gioco per comprendere che il manipolo alessandrino era pronto ad issare il vessillo grigio al bacio della vittoria. Già al primo minuto l’insidia dei grigi bussava in prossimità della porta avversaria e, quattro minuti dopo, Cavanna doveva inchinarsi a raccogliere la palla in fondo alla rete. Per tutto il primo tempo la condotta di gara dei grigi è stata brillante : sul campo reso viscido dal nevischio, la squadra è ritornata l’unità possente dei suoi giorni migliori: le azioni partivano dai piedi di ogni giocatore con la sicurezza che il passaggio si addentellava ad un tema prestabilito di gioco: le maglie grigie filtravano saettando attraverso i reparti azzurri, in attesa della palla, e nel tentativo di smarcarsi. La mediana alessandrina artefice della vittoria L ’Alessandria, nei primi 45’ di gioco ha superato nettamente la forte avversaria che, battuta in velocità e in concezione di gioco, si è difesa affannosamente, permettendo ad Avalle di dominare il campo, fiancheggiato da Bordi. e Barale, due combattenti ammirevoli per continuità e prodigalità. La vittoria dei grigi, se serve ad essi come trampolino di lancio per le battaglie future, è quanto mai più preziosa poiché conseguita contro una compagine che giocava sul Campo del Littorio la sua candidatura per il primato della classifica. I calciatori partenopei non ricordano di aver incassato tre goals nello spazio di trentacinque minuti ; conoscevano le insidie del campo alessandrino poiché, anche lo scorso anno, dopo nove partite consecutive senza conoscere sconfitte, avevano dovuto abbassare bandiera contro gli alessandrini con un netto 3 a 1. La squadra -grigia, rinfrancatasi col ritorno in forma di Mosele, che mercoledì ha parato alcuni palloni con la percezione e lo scatto dei suoi giorni migliori, ha avuto in Lombardo e Fenoglio due atleti baldanzosi, insormontabili nell'azione in linea, impetuosi e precisi negli interventi di massima importanza. La mediana si è sobbarcata l’arduo compito di arginare le offensive avversarie e di sospingere i volenterosi attaccanti a portare la minaccia alla rete opposta; al fianco di A valle, Borelli e Barale, hanno giganteggiato sia nelle azioni d’attacco, come in quelle di difesa. Gli avanti, guidati da Scaglioni, hanno svolto un ottimo gioco in profondità e, seppure non hanno effettuato tiri di lontano, sono riusciti a strappare il successo dopo aver sconcertata la difesa avversaria con azioni velocissime e travolgenti, concluse a pochi passi dalla rete. Una parola d'elogio deve premiare questa squadra che, spronata dall’applauso del pubblico, è tornata l’unità sicura della propria forza e fedele nel rendimento dei suoi reparti. (Il Piccolo, A.C., 28/01/1933) RISULTATI: Bologna-Pro Patria 6-1 Casale-Triestina 2-0 Fiorentina-Palermo 1-0 Genova 1893-Ambrosiana 2-2 Milan-Juventus 1-1 Napoli-Pro Vercelli 3-0 Padova-Lazio 1-1 Torino-Bari 6-3 CLASSIFICA: Juventus 22; Napoli, Ambrosiana, Bologna 20; Roma 19; Genova 1893 18; Torino, Padova 16; Fiorentina, Lazio, Milan* 14; Pro Vercelli, Triestina 12; Palermo 11; Alessandria, Bari 9; Casale 8; Pro Patria* 6. MARCATORI 13 gol: Schiavio (Bologna) 12 gol: Sallustro A. (Napoli) 11 gol: Meazza (Ambrosiana), Romani (Milan) 9 gol: Busoni (Torino), Demaria A. (Ambrosiana), Petrone (Fiorentina), Vojak (Napoli) 8 gol: Borel F. (Juventus), Rossetti (Torino) 7 gol: Celoria (Casale), Rosa (Triestina), Spivach (Padova), Volk (Roma)