Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1932/1933
Serie A
05-02-1933 - Giornata: 17 - Genova - Luigi Ferraris


Genova 1893 CdC - Alessandria US 2 - 3 (0 - 1)
RETI: 21. aut. Spigno G. [Ge] , 79. Spósito J. [Ge] , 83. Frisoni (I) B. [Ge] 54. Cattaneo R.[A], 70. Scagliotti C.[A]

Alessandria US Mosele Vittorio, Lombardo Umberto, Fenoglio Giuseppe, Barale Oreste, Avalle Edoardo, Borelli Michele, Cattaneo Renato, Riccardi (I) Giovanni, Scagliotti Cinzio, Notti (I) Alfredo, Chierico Carlo Angelo All.: Bachmann (I) Heinrich

Formazione avversaria
GENOVA 1893 CdC: De Prà; Gilardoni, Spigno; Bonilauri, Godigna, Frisoni (I) Berardo; Patri, Spósito, Ganduglia, Casanova, Ferrari Giuseppe. All.: Rumbold Karl.

Arbitro: Mazzarini Gino (Roma)
Note
Infortunato: 73’ Barale III [A]. Pubblico foltissimo. Cielo grigio, terreno ineguale. Inizio gara ore 14:30.

Commento
Il Genova ha avuto la sua giornata sfavorevole, ed il campo intitolato a Luigi Ferraris ha perduto la sua imbattibilità conservata attraverso l’intero girone di andata. Si griderà alla sorpresa clamorosa, ma l’affermazione dei piemontesi avrebbe potuto essere molto più netta, se si tien conto che, a poco più di dieci minuti dalla fine, i rossoblù perdevano per zero a tre. È stato un disperato ritorno di energie che ha permesso loro di infliggere due goals al meraviglioso Mosele, fallendo poi qualche occasione per ottenere il pareggio: ma bisogna anche notare che anche ai grigi si erano offerte altre occasioni per segnare, ed essi le avevano in parte sciupate. Il Genova deve la sua sconfitta – a nostro parere – alla prima linea, come alla sua prima l’Alessandria deve la vittoria. Il rendimento dei due reparti di punta – diametralmente opposto – è stato l’arbitro della contesa. Ricco di una difesa abbastanza solida e di una mediana eccellente, il Genova rovesciò per minuti e minuti – dopo l’autogoal di Spigno – palloni da rete sul fronte dell’attacco, e mai questo seppe cavarsela, anche perché il suo uomo più pericoloso, Ferrari, era tenuto d’occhio in modo ammirevole dal tenacissimo Barale. Cosicché, la prima linea, cincischiando a più non posso, diede sempre modo alla stupenda retroguardia grigia di salvarsi e, passando il tempo e non giungendo il pareggio, il morale di tutta la squadra si andò via via scuotendo. Invece, l’attacco degli ospiti marciava con regolarità incredibile, e certo in tutto questo campionato non fu possibile vedere finora a Genova reparto offensivo più slanciato ed elegante: i cinque avanti, calmi e precisi, intessevano azioni tanto chiare e belle che la folla, alla fine, incominciò ad applaudirli con entusiasmo. Tanto orgasmo e tanta sicurezza non poteva avere altro risultato che i due magnifici goals segnati da Cattaneo e da Scagliotti. Da notarsi che un palo di Cattaneo fu un vero insulto alla prontezza e difficoltà del tiro dell’ala destra alessandrina. Messa la contesa in queste linee, si deve concludere che gli ospiti hanno giocato una grande partita e non hanno demeritato la vittoria rendendo stupito il pubblico per la non attesa bellezza del loro gioco, ed anche per la loro esemplare cavalleria, mentre il Genova ha perduto in modo non troppo convincente, malgrado tutto, un incontro che il pronostico gli assegnava. La squadra si è battuta con orgogliosa baldanza ed ha avuto pochi attimi di vero smarrimento dopo il terzo successo avversario, ma del resto si è sempre comportata con impeto, spesso con un impeto che parve risentire un poco di disordine e di confusione. La rampogna che abbiamo fatta al suo attacco non deve peraltro gravare unicamente su questo reparto. Anche la difesa, stanca e disorientata nella seconda parte della gara, lasciò spesso corridoi liberi e De Prà si fece battere due volte in condizioni non troppo favorevoli al suo nome di gran guardiano. Tra gli altri rossoblù, ricorderemo il puntiglioso Spigno, il preciso Godigna, Frisoni bravo nel gioco di distruzione ma impacciato nel rifornire l’attacco, Bonilauri assai veloce. Fra i cinque uomini di punta, Ferrari solo ebbe spunti, coadiuvato da Patri; gli altri tre, e in particolar modo Ganduglia, fecero pochissime cose buone e peccarono di indecisioni fatali. Da notarsi che, per una leggera contusione, Frisoni finì alla sinistra e Casanova sostegno. Dell’Alessandria, diremo ancora che Mosele ha commesso un unico errore (primo goal del Genova) e numerose prodezze; ché il blocco difensivo si completò benissimo con quello mediano, nel quale rifulse Barale, poi gravemente contuso, tanto da dover lasciare il campo a braccia. Negli ultimi minuti, solo il sostegno ritornò in campo, senza una scarpa, a combattere, animato da ammirevole spirito di bandiera, per aiutare i compagni nella conquista del vantaggio. All’attacco, tutti fuorno brillantissimi; da Cattaneo a Chierico al travolgente Scagliotti agli accorti Riccardi e Notti. Quando le due squadre scendono in campo, numerosissima è la folla presente, ed aumenterà ancora nella ripresa. Cielo grigio, campo grigio e ineguale, tanto che la palla talvolta compie strane evoluzioni. Arbitro – precisissimo – il signor Mazzarino di Roma. Sfuriata velocissima del Genova. Al 3’ un grosso involontario fallo di mano in area di Lombardo non ha alcuna sanzione arbitrale. Su un successivo calcio di punizione battuto da Barale, Cattaneo gira dolcemente verso De Prà e questi afferra la palla. Su centro di Bonilauri, Frisoni tira improvviso e Mosele devia verso sinistra; riprende Ferrari, si accende la mischia, ma la palla finisce fuori calciata da un rossoblù. Dopo il Genova, tocca all’Alessandria allungarsi e lanciare Scagliotti fra i terzini, all’8’: ma De Prà entra deciso, ghermisce la palla mentre il grigio gli cade addosso. Il Genova reagisce. Un fallo su Ferrari in area non viene punito dall’arbitro. Notiamo come Ganduglia distribuisca qualche bel pallone. La palla vola da un campo all’altro, colpita con grande forza, fra i terzini: è la grossa artiglieria impegnata. Ma le azioni dei grigi si vanno facendo più insidiose. Dopo un calcio di punizione battuto alto da Avalle, abbiamo il primo corner della giornata contro i grigi. E, sulla riposta, il primo goal della giornata, al 21’. Riccardi, arretrato, lancia Cattaneo, che scappa fino all’angolo del corner e poi si avvia verso la rete; gli si fa incontro Spigno e tenta di carpirgli la palla, ma non fa che deviare la traiettoria del breve centro; De Prà è spiazzato e la sfera si adagia in rete, sospintavi da un altro rossoblù ch’è accorso per liberare: uno a zero. Al 33’ il Genova attacca disperatamente. De Prà para poi un tiro di Chierico. Fenoglio alza in seguito un calcio di punizione da trenta metri. Reazioni del Genova, sterili: notiamo un tiro di Frisoni che sfiora la base di un palo ed esce, un tiro di Spósito parato, un’altra cannonata di Spósito che Mosele devia con un volo attraverso la rete: raccoglie Ferrari, mischia, nulla di fatto. L’Alessandria esordisce, nella ripresa, con un bolide a fil di palo di Scagliotti. Al 3’ il Genova impegna Mosele con Patri: il portiere salva col pugno, Godigna riprende ed alza troppo. Al 4’, volata di Chierico, duetto con Scagliotti, centro dell’ala sinistra, impeccabile; Cattaneo arriva in corsa e, da pochi metri, sbaglia il bersaglio. Subito dopo, Frisoni esce per pochi minuti (rientrerà poi ad ala sinistra, Ferrari interno, Casanova mediano), ed ecco al 9’ ripetersi l’azione di poco prima: Chierico batte due volte consecutive il suo avversario diretto e centra a fil di palo, Cattaneo giunge di volata e infila; goal magnifico, applausi del pubblico. Il Genova parte come un ariete. Tiri di Ferrari parati, calci di punizione, nulla serve perché gli altri rossoblù d’attacco non tirano a rete. Al 21’, su azione Notti-Cattaneo, il Genova è in corner e, subito dopo, subisce identica punizione. L’Alessandria «dipinge» le sue azioni. Al 26’, ecco un accordo Notti-Riccardi: il piccolo ex rossoblù perde la palla, la riprende e la devia a Scagliotti, che arriva ed è in posizione favorevole; il centro stoppa il cuoio, mira dritto e, da quindici metri, folgora in un angolo alto: tre a zero. V’è un palese senso di delusione di scoramento tra il pubblico. Tutto il Genova – dieci uomini – sono ora sotto la rete di Mosele. Barale esce contuso al 30’. Al 33’, finalmente, un passaggio di Ferrari mette Spósito in condizioni di tirare e di segnare grazie ad uno sbaglio di tempo di Mosele. Al 38’ (si vivono momenti drammatici) è Frisoni che riceve da Ferrari, si aggiusta bene la palla e infila un angolo: due a tre. La prospettiva del pareggio richiama indietro quella parte di folla che già aveva cominciato a sfollare. Gli alessandrini non perdono la calma e giocano con tre uomini all’attacco. Al 42’, al 43’, corner contro i grigi. Si batte un fallo contro l’Alessandria da oltre venticinque metri: Mosele esce e respinge di pugno, Casanova alza a porta vuota. All’ultimo minuto Godigna allunga a Ganduglia, che fila velocissimo su Mosele, ma una spettacolosa capriola di questi gli permette di respingere la palla. Valentia inutile, ché Ganduglia era fuori gioco. Poi, la fine. (A.C., «La Gazzetta dello Sport», 6 febbraio 1933) Una giornata nera per i rossoblù, che hanno disputato forse la loro più brutta partita della stagione e non sono riusciti a rimontare, con un finale tutto volontà, il netto, troppo netto vantaggio che l’Alessandria si era assicurata nel corso del primo tempo e dei successivi primi venticinque minuti del secondo. Per tre a zero conduceva, infatti, l’Alessandria, ed il Genova si batteva disordinatamente ed oramai senza convinzione, quando, nelle ultime battute, con un ritorno furioso, poteva colmare in parte il distacco, fino a sfiorare il pareggio. Occorre peraltro dire, per amore di verità, che l’Alessandria è apparsa più degna del Genova di vincere, avendo giuocato meglio che non i rossoblù. I grigi, infatti, presentatisi in campo in una inquadratura delle più indovinate ed in condizioni di forma brillantissime, hanno sempre saputo tener fronte al giuoco disordinato e spesso privo di velocità di un Genova i cui reparti avevano, fin dalle prime battute, dimostrato di non sapersela intendere. Tuttavia, con un dispendio di energie che solo nella ripresa doveva produrre i suoi effetti, i rossoblù riuscirono nel primo tempo a bilanciare l’andamento del giuoco e, se non fosse stato per un errore della difesa, avrebbero potuto chiuderlo senza goals al passivo. Ma, comunque, l’Alessandria, che nel corso dei primi 45 minuti aveva già messo in mostra un giuoco più tecnico, più chiaro e più sbrigativo di quello dei concittadini, riuscì nelle prime battute della ripresa a portarsi risolutamente in vantaggio, guadagnandosi un successo che, quest’anno, non era ancora riuscito a squadre ben più forti. Ottima sotto ogni aspetto la prova dei grigi: Mosele è un portiere che sa il fatto suo e che ha ieri salvato in ottimo stile qualche pallone assai difficile: veramente superiore ad ogni elogio la coppia dei terzini; attivissima la mediana, il cui miglior uomo è stato Barale; l’attacco ha giuocato con fusione e con scioltezza, ottimamente condotto da Scagliotti, ben spalleggiato da Notti e da Riccardi e magnificamente coadiuvato dall’ottimo Cattaneo e da Chierico. Una squadra, insomma, che ha fatto del football e che ha tenuto il campo sicura di se stessa e che ha sempre dimostrato di avere chiara la visione del proprio compito. Non così il Genova, i cui sostegni laterali hanno troppo spesso lasciate libere le ali avversarie, il cui attacco aveva le mezze ali in giornata oscura ed il centro poco intraprendente. Godigna non fu il solito centrosostegno di rendimento e, poiché nemmeno l’estrema difesa fu immune da pecche, si spiega come il Genova abbia finito col perdere un incontro al quale, evidentemente, aveva pure dato poca importanza. Pubblico foltissimo. Arbitra Mazzarino di Roma, con le squadre nelle formazioni seguenti […]. Le prime azioni sono dei rossoblù e, dopo tre minuti, un intervento di Lombardo su Casanova con le mani non è rilevato dall’arbitro. Frisoni, che si sposta frequentemente in avanti, raccoglie un traversone di Bonilauri ed impegna Mosele: brillante parata del portiere alessandrino, che subito dopo si salva ancora magistralmente da un insidioso tiro di Ferrari. I grigi, nettamente dominati in queste prime battute, controllano tuttavia molto bene il giuoco del Genova e, per poco, non pervengono al successo dopo che un allungo di Avalle a Notti, e di questi a Scagliotti, mette il centroavanti alessandrino in condizione di sfuggire ai terzini rossoblù ma, nell’attimo di concludere, Scagliotti inciampa nel pallone e De Prà può salvare agevolmente. Riprende il Genova a dominare ma peccando d’intesa, e la coppia Lombardo-Fenoglio può rompere con facilità le trame disordinate degli attaccanti rossoblù. Un calcio d’angolo contro gli ospiti, al 20’, ed il primo goal della giornata, al 21’, ottenuto dall’Alessandria dopo un’azione in linea: Scagliotti, giunto nell’area di rigore avversaria, allunga la palla sulla destra verso Cattaneo; De Prà potrebbe raccogliere il pallone, ma la sua uscita dal goal è tardiva; Cattaneo, alle prese con Spigno, riesce ad impossessarsi della palla e ad indirizzarla in rete; Spigno, tentando di allontanare l’indesiderato ospite, l’accompagna invece in rete. Il doppio errore del portiere e del terzino genovesi ha fruttato agli ospiti il primo punto. Il Genova tenta inutilmente di pareggiare. Il suo gioco non migliora di una linea e, per una ventina di minuti, pur tenendo nelle mani la partita, non conclude. Negli ultimi cinque minuti, invece, i rossoblù ritrovano l’intesa e la decisione, e la minaccia è serissima per gli ospiti. Frisoni, infatti, per poco non segna con un tiro basso in un angolo, poi è Ganduglia che, servito da Esposto, obbliga Mosele ad una parata bellissima. L’inizio del secondo tempo, dopo una sfuriata iniziale dei rossoblù, è di marca alessandrina e, dopo tre minuti, Cattaneo, ricevuto un traversone di Scagliotti, alza sopra la traversa un pallone facilissimo. Poco dopo, Frisoni, contuso, passa all’ala sinistra, rimpiazzato da Casanova, ed al 9’ gli ospiti aumentano il loro vantaggio con una fuga di Chierico che, giunto sul fondo del campo, mette al centro: Cattaneo stavolta non sbaglia la mira e segna con un tiro fortissimo. La risposta del Genova è pronta: lanciato da Godigna, Frisoni fugge e passa al centro; Spósito, ostacolato da Lombardo, mette a lato da due passi. Poi è Frisoni che, servito da Patri, è solo a pochi passi da Mosele, ma il suo tiro rimbalza sulle gambe di un difensore alessandrino e non ha esito. Il Genova non regge, però, a lungo all’attacco e cede visibilmente ai contrattacchi degli ospiti, ripiegando due volte in angolo. Al 25’, terzo goal dei grigi, scaturito da un intervento sbagliato di Spigno su Scagliotti: il centroavanti alessandrino ha la meglio e, da una quindicina di metri, sferra un tiro violento che s’insacca nell’angolo alto alla sinistra di De Pra; tre a zero. Il pubblico dei popolari, che da qualche tempo parteggia visibilmente per l’Alessandria, applaude calorosamente e sfolla. Tre minuti dopo, il Genova è ancora in angolo, su tiro di Chierico; Cattaneo coglie in pieno la traversa. Barale, contuso, è ora trasportato negli spogliatoi. Rientrerà negli ultimi minuti, zoppicante, per aiutare i compagni nella difesa della vittoria, quando il Genova, in un finale disperato, sta calmando il distacco grave. Infatti, al 34’ Spósito, servito da Ferrari, può accomodarsi la palla e segnare con tiro secco in un angolo. Cinque minuti dopo, Frisoni, avuta la palla dalla destra, scaraventa nella rete di Mosele il secondo pallone. Mancano sei minuti alla fine ed il pubblico ritorna affrettatamente sui suoi passi. Ma l’Alessandria non si lascerà più superare. Ancora due calci d’angolo per il Genova, una puntata di Ganduglia salvata da una disperata uscita di Mosele, ed ecco la fine. («La Stampa», 6 febbraio 1933) Nemmeno lo stadio Luigi Ferraris ha più il dono della inviolabilità. Autrice della clamorosa sorpresa è stata la squadra alessandrina, che ha trovato i rossoblù in una giornata nerissima ed è riuscita a conquistare una vittoria certo non demeritata. Infatti, il Genova ha giocato con poco impegno e con scarsi meriti per quasi tutta la partita, e soltanto nello scorcio finale della contesa i genovesi hanno giocato una carta decisiva e, schierando dieci uomini all’attacco, sono riusciti a segnare due volte, senza per altro poter evitare la sconfitta. Il Genova ha avuto in giornata poco felice la difesa e, specialmente, il quintetto attaccante, dove il solo Ferrari si è salvato. La squadra ospite ha giocato una partita tatticamente splendida: in virtù di un gioco fine e veloce, basato su spostamenti larghi e intelligenti, i grigi sono riusciti a tenere per lunghi tratti i rossoblù sotto il loro dominio, dimostrando in ogni loro azione facoltà realizzatrici notevoli. Meritano un elogio sincero, fra i vincitori, il portiere Mosele e il terzino Lombardo, Avalle e Barale nei mediani, e l’intiera linea attaccante, con in testa Cattaneo e Chierico. Del Genova, diremo che De Prà non è stato all’altezza della fama, mentre, fra i terzini, Spigno si è distinto e l’intera mediana ha retto bene per quasi tutti i novanta minuti. La partita si è svolta alla presenza di molto pubblico. Dopo numerose azioni rossoblù, i grigi contrattaccano e, al 21’, ottengono il primo goal: Riccardi lancia Cattaneo, che centra; Spigno devia in rete. Il Genova ha una bella, ma infruttuosa reazione. Al 42’, bellissima parata di Mosele su tiro improvvisato di Spósito. Nella ripresa, al 9’, Chierico, con una superba fuga e centro a fil di palo, permette all’estrema difesa di marcare. Poco dopo, il Genova sposta Frisoni, contuso, all’ala sinistra, Ferrari a interno e Casanova a sostegno. Al 26’ un’azione Avalle-Notti viene conclusa da Scagliotti con un tiro da quindici metri. Il Genova va all’attacco e chiude gli avversari nella loro area. Barale, contuso, esce dal campo trasportato a braccia [illeggibile]. («Il Littoriale», 6 febbraio 1933) I GRIGI RIPETONO L’IMPRESA DELLO SCORSO ANNO VIOLANDO IL CAMPO DEL GENOA È venuta la grande vittoria. È questa un'affermazione che basta da sola a cancellare le numerose e dolorose sconfitte subite all’inizio del campionato. Tutta la provincia di Alessandria ha esultato domenica per la significativa vittoria che ripone la squadra grigia al livello delle più belle battaglie sostenute nella decorsa stagione. I dirigenti del sodalizio locale che con fervida passione si prodigarono a rimettere in carreggiata moralmente e tecnicamente una squadra che andava a catafascio, meritano tutta la riconoscenza degli sportivi alessandrini. Non sono i due punti che si incasellano nella classifica, che debbono essere l’orgoglio di coloro che seguono le vicende della squadra concittadina, ma bensì il tono con cui la vittoria è stata conseguita. Sugl’imponenti spalti del campo genovese, timi folla, che non aveva ancora visto, in questo campionato, la resa del campo amico, pur nel dolore della sconfitta della squadra del cuore, è rimasta estatica innanzi al fluente gioco dei grigi, che ricantavano — nel vero senso della parola — le loro azioni con una sicurezza sconcertante ed armoniosa: ne scaturì l'applauso frenetico e sincero che denota la cavalleria del pubblico genovese innanzi ad una squadra nettamente superiore. I grigi si sono meritati il plauso di tutti i critici sportivi: tutti i reparti giocarono con una continuità sorprendente e l’encomio deve premiarli in blocco, poiché non è stata la giornata "d'oro" di un dato reparto o la valentia di qualche elemento, ma una volontà sola che ha sospinto alla battaglia una squadra, briosa e granitica, verso la più ambita delle vittorie. Diremo due sole parole riguardo a Chierico che, tornato alla ribalta dopo un lungo periodo di assenza, ha brillato di viva luce. Tributiamo un plauso a Barale: egli fu uno tra i migliori uomini in campo e diede prova di attaccamento ai colori sociali ritornando a combattere benché contuso per rendersi utile onde portare a termine una vittoria che pericolava nel veemente finale. Stralciamo dai giornali gli elogi dei critici sportivi che documentano la radiosa vittoria grigia (Il Piccolo, A.C., 11/02/1933) RISULTATI: [14ª giornata, 2 febbraio 1933] Pro Patria-Torino 1-1 Pro Vercelli-Fiorentina 1-0 [17ª giornata] Bari-Pro Patria 2-0 Bologna-Triestina 5-0 Fiorentina-Lazio 3-1 Milan-Casale 3-0 Napoli-Ambrosiana 3-0 Palermo-Juventus 0-2 Roma-Pro Vercelli 2-0 Torino-Padova 4-2 (giocata il 9 febbraio 1933 dopo rinvio per nebbia) CLASSIFICA: Juventus 26; Bologna 24; Ambrosiana, Napoli 22; Roma 21; Torino 20; Fiorentina, Genova, Padova 1893 18; Milan 17; Pro Vercelli 16; Lazio 15; Alessandria, Triestina 14; Palermo 13; Bari 11; Casale 10; Pro Patria 7. MARCATORI 16 gol: Schiavio (Bologna) 12 gol: Meazza (Ambrosiana), Petrone (Fiorentina), Sallustro A. (Napoli) 11 gol: Busoni (Torino), Romani (Milan), Rossetti (Torino), Vojak (Napoli) 9 gol: Celoria (Casale), Demaria A. (Ambrosiana), Rosa (Triestina)