Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1936/1937
Serie A
20-12-1936 - Giornata: 12 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Genova 1893 AC 2 - 1 (1 - 1)
RETI: 38. rig. Robotti L.[A], 63. Croce A.[A] 24. Pantani L. [Ge]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Montanari Ermanno, Barale Oreste, Parodi Pasquale, Rosso Alberto, Croce Aldo, Massiglia Armando, Collimedaglia Aldo, Robotti Luciano, Borgonovo Carlo All.: Stürmer Karl

Formazione avversaria
GENOVA 1893 AC: Fregosi; Agosteo, Vignolini; Gruden, Genta, Fillola; Marchionneschi, Scarabello, Pantani, Ciferri, Ferrari Giuseppe Carlo. All.: Felsner Hermann

Arbitro: Galeati Giovanni (Bologna)
Note
Espulso: 75’ Barale [A]. Infortunato: 73’ Ferrari [G]. Angoli: 4-1 (1-1). Spettatori: 4.000. Giornata tiepida e assolata, terreno viscido per il disgelo. Inizio gara ore 14.30

Commento
Al Genova è stata offerta ieri l’occasione più bella per incamerarsi i due punti della posta. Gli è stata offerta con tanto di vassoio d’argento e cuscino di velluto cremisi. Non ne ha saputo approfittare: vedremo in seguito come e perché. Certo che, con un’Alessandria ridotta ai minimi termini, brancolante nel buio fitto delle ultimissime posizioni della classifica e perdi più priva di elementi del valore di Banchero, Casalino, Celoria e Giuntoli, da un Genova, sia pure privo di Bigogno, di Perazzolo e di Fasanelli, era logico attendersi molto ma molto di più. C’è da lambiccarsi il cervello per andare alla ricerca delle cause che hanno determinato la nuova sconfitta del Genova, nel grigiore di novanta minuti di giuoco senza costrutto e senza un ordine qualsiasi; c’è da mettersi addirittura le mani nei capelli quando si pensa di trarre poi un nesso tra quello che l’Alessandria ha saputo dare ieri e quello che il Genova ha dovuto subire. Ci sono le circostanze attenuanti. È vero. Né si possono negare ai rossoblù sia pure pensando che esse possono avere influito solo in minimissima parte sull’esito dell’incontro. Veniamo alla prima: l’assenza dei tre titolari. A questo proposito vien fatto di pensare se i sostituti sono stati inferiori all’attesa. E qui sta invece il motivo di conforto per noi che abbiamo seguito le sorti della squadra e per coloro che, sugli spalti del Littorio di Alessandria, hanno trepidato per quelle della giornata. Diremo che si è rimpianta l’assenza di Bigogno, ma non certo quella di Perazzolo e di Fasanelli poiché sia Scarabello che Ciferri e specialmente il primo il loro dovere l’hanno compiuto appieno e quando si dovrà fare la disamina del rendimento dei singoli il loro uomo salterà fuori senza incertezze. Seconda: sfortuna. Nemmeno questa si può negare. Ché i rossoblù ne hanno avuta parecchia e specialmente sul finire dell’incontro. Ma non è il caso di richiamarla in campo quando si pensa alle azioni da rete mancate da Marchionneschi e da Ferrari né a quelle che hanno causato la sconfitta genoana ché allora si dovrà dare il nome di sfortuna ad altrettante papere degli atleti in rossoblù. L’arbitro: no. Ha perduto per un momento la testa quando l’incontro ha passato il suo quarto d’ora di burrasca, ma non ha troppo danneggiato il Genova e se lo ha fatto, non in misura maggiore di quanto abbia danneggiato i grigi. È stato energico abbastanza e l’espulsione di Barale è appunto la risultanza di tale sua qualità. Non c’è altro a rigor di logica. Il terreno, la durezza degli avversari e tutto il resto rappresentano altrettanti numeruncoli sui quali una squadra della levatura del Genova dovrebbe passar sopra ben più agevolmente di quanto ieri abbia saputo fare. La squadra rossoblù ha tenuto il campo con la sicurezza di altri tempi, sì e no un quarto d’ora per tempo. Si è sempre divincolata male sul terreno della velocità e si è fatta quasi sempre imporre il gioco dei giovincelli in maglia grigia. Quando ha attaccato lo ha fatto con azioni convulse, spezzettate, basate quasi sempre sulla velocità di un uomo più che su un tema pensato e messo in esecuzione da un reparto in collegamento con l’altro. È mancata al Genova la mediana, quando l’attacco avrebbe dovuto trarre da questa l’ausilio necessario per sfondare lo sbarramento difensivo dei grigi e quando, infine, una volta assunto il comando dell’azione, l’attacco ha avuto bisogno di lei per mantenerlo. Inchiodata nella propria metà campo anche quando il quintetto attaccate dialogava con i terzini ed il portiere avversario, la mediana ha costretto Scarabello e Ciferri a percorrere chilometri di campo per avere una palla da manovrare, ché i passaggi dei mediani erano quasi sempre autentiche cannonate (vedi Genta) o sventole al cielo di bellissimo effetto spettacolare ma di rendimento assolutamente negativo (vedi Gruden e Fillola) agli effetti del rifornimento degli attaccanti. Ma neppure in difesa si son fatti miracoli: Vignolini, forse, ne ha compiuti più d’uno meritandosi l’ululato del pubblico, ma non certo Agosteo. Il terreno ha tradito il capitano nell’azione del primo punto alessandrino ma in molte, anzi troppe occasioni il suo intervento è apparso tardivo, quasi fiacco, certo troppo inferiore a quello dell’Agosteo di nostra conoscenza. Con tutto questo però un pareggio del Genova non sarebbe stato rubato. Gruden non ha avuto troppa fortuna in occasione del fallo che ha fruttato il rigore all’Alessandria, come non l’ha avuta Marchionneschi quando verso la metà della ripresa ha raccolto di testa un centro di Ferrari ed ha scaraventato la palla in rete trovando sul percorso, per puro caso, il portiere dei grigi. C’è ancora il fallo di Lombardo in area di rigore: un pugno d’incontro alla palla mentre filava dritta dritta in fondo al sacco. Solo che in una delle tre azioni che abbiamo avuto la fortuna avesse dato al Genova un briciolo dei suoi favori, il pareggio si sarebbe potuto conseguire senza, come abbiamo detto sopra, rubar nulla a nessuno. Esula dal nostro compito di cronisti la ricerca delle cause antecedenti che hanno menomato fino a questo punto il rendimento del Genova. Ma siamo sicuri di non essere smentiti quando asseriamo che non «tutti» i giocatori danno «tutto» nel corso di una partita e che se ieri tutti avessero fermamente voluta la vittoria non sarebbero mancati loro i mezzi per conseguirla. Questa la constatazione conclusiva anche se potrà apparire troppo cruda. Noi siamo del parere che sia meglio guardare bene in viso la situazione piuttosto che girarle attorno con lo zuccherino. L’Alessandria è ridotta a ben poca cosa. Ha ancora però lo spirito e la combattività dei tempi buoni del calcio piemontese e si aggrappa al carro della Serie A con tutte le sue forze per non esservi esclusa. È in pericolo ma non è ancora detto che possa essere defenestrata. Ha molti giovani nei suoi ranghi e con i giovani è più agevole salvarsi dal crollo. Ha una virtù che manca forse ai grandi squadroni: la volontà. Ieri ne ha usato senza parsimonia ma ne ha anche raccolto i frutti. Si giuoca con una giornata ideale ed a spalti pressoché affollati. Circa 600 genovesi hanno seguito la squadra rossoblù. C’è dell’ottimismo in giro specialmente quando si viene a conoscere l’esatta inquadratura dei grigi, con lo zoppicante Parodi al centro della mediana. Alle 14:30 precise l’arbitro dà il via: una folata Scarabello-Ciferri e Ceresa saggia il primo pallone indirizzatogli da Gruden. Un fuori giuoco di Borgonovo trapa le ali alle intenzioni di un’offensiva grigia (1’) e sul rinvio di Vignolini il Genova ottiene un calcio d’angolo. Pantani sfiora la traversa della rete di Ceresa ma dopo quella folata l’Alessandria sferra un contrattacco poggiando di preferenza su Croce ed al 5’ il Genova corre il primo serio pericolo: Robotti-Croce dialogano alla perfezione tagliando fuori tutta la difesa genovana ma il tiro conclusivo di Robotti colpisce il montante a un palmo da terra e finisce a lato. È solo al 14’ che i grigi si divincolano dalla stretta e per poco non vanno in vantaggio in seguito ad un mal dosato allungo di Genta al portiere. Meno male che Collimedaglia si impapera sul più bello, se no il Genova dovrebbe registrare un dispiacere di più. Fuoco di paglia ché il Genova torna ad insistere mentre Barale inizia la serie dei suoi falli, Ciferri è a terra al 16’ mentre subito dopo Scarabello e Pantani inscenano un’azione da goal. Pantani è fermato senza complimenti e la palla finisce nelle braccia di Ceresa. Un tentativo di offensiva grigia scopre le batterie alessandrine di difesa, Marchionneschi inscena una fuga (22’) batte in velocità Montanari, arriva liberissimo a un metro da Ceresa, lo guarda in viso e per concludere manda la palla a battere sulla faccia estrema del montante. Si ritorna in campo genovano, ma per poco, ché Fillola al 23’ trova modo di lanciare Pantani: questi se ne va tutto solo con la palla tra i piedi, passa Parodi, poi Lombardo, poggia sulla sinistra, arriva a un metro da Ceresa, lo invita a uscire e quando questi si muove, insacca la palla. L’Alessandria subirà fino alla mezz’ora il leggero predominio dei rossoblù, Ferrari e Marchionneschi convergono spesso su Ceresa ma senza troppo convincere e il bottino diventa sempre più difficile da aumentare. Il primo pericolo che preclude al pareggio, il Genova, che ora non è più sicuro come nei primi minuti di giuoco, lo corre al 33’. Fregosi è infatti chiamato a duro lavoro da Robotti e Collimedaglia ma se la sbriga bene. Non così Gruden a tu per tu con Borgonovo. Quest’ala infatti fugge troppo spesso e troppo spesso è fermata dall’accorrere di Vignolini. Fallo di Gruden al 36’, batte Barale che lancia Borgonovo. Questi è alle prese con Gruden in area di rigore e nell’alzare la palla, la manda a battere su un braccio del genovano. L’arbitro non è indeciso: segna il dischetto bianco e Robotti al 37’ segna il pareggio. Niente da fare per Fregosi. Il pareggio anziché calmare gli spiriti li accende. L’arbitro non è indeciso: segna il dischetto bianco e Robotti al 37’ segna il pareggio. Niente da fare per Fregosi. Il pareggio anziché colmare gli spiriti li accende. L’arbitro perde per un momento la testa e sentenzia uno contro il Genova (Vignolini, Fillola, Genta). Fino al 41’ dura il predominio grigio, poi Scarabello riporta l’offesa in campo avversario, ma è frustrato da un nuovo fallo di Gruden su Borgonovo. Il Genova inizia la ripresa sulla falsariga del primo tempo: cioè attaccando. Un fallo di Barale (1’) su duetto Pantani-Ciferri, subito dopo una sciabolata di Pantani (2’) che Ceresa para con molta difficoltà. Un tiro di Marchionneschi (4’) costringe i grigi a serrarsi in angolo, poi al 6’ Ceresa è ancora chiamato al lavoro da un cross di Marchionneschi e qui finisce la prima parte dell’offensiva rossoblù. Un ritorno grigio verso Fregosi per un fallo di Scarabello è annullato da un tiro alto di Barale (16’). Ma questa azione precederà di poco il secondo goal alessandrino. Al 17’ infatti Lombardo lancia Robotti, questi si «beve» uno dopo la’altro Genta e Agosteo e, a due metri da Fregosi, dopo aver fintato Vignolini, passa a Croce, una saetta dell’ala grigia e la palla è in fondo alla rete. Il Genova marcia ora a sussulti e da un’azione da goal (20’) non riesce che a creare un lieve pericolo per Ceresa (Ferrari-Ciferri). La mediana rossoblù non regge ed il Genova si rannicchia in angolo al 21’ e passa un pericolo ad opera di Massiglia. Un tiro fiacco di Pantani (22’) e poi ancora un periodo di prevalenza grigia. Due calci di punizione contro l’Alessandria al 23’ e un bel tiro di Ferrari su allungo di punizione contro i grigi per fallo di Barale e la partita si riaccende mentre l’Alessandria non lesina le durezze. Barale ne è protagonista maggiore e l’arbitro lo deve richiamare più volte. Al 32’ lo espelle dopo che il Genova ha dovuto rannicchiarsi in angolo. Da questo momento il Genova porta tutti i suoi uomini all’attacco in un disperato tentativo di raggiungere almeno il pareggio, ma dovrà invece correre ancora un pericolo per opera di Croce, mentre Marchionneschi si è «bevuto» poco prima la più bella delle occasioni da rete. Ci sarebbe ancora ben poco da dire sui protagonisti della non certamente bella partita dopo quanto abbiamo detto in apertura. Però mentre riesce molto difficile scorgere il buono in tanto grigiore, non si possono dimenticare coloro che, malgrado tutto, hanno dato alla partita tutta la loro energia e molto del loro cuore generoso. La citazione non porterà molti nomi e nell’ordine meritano elogio Scarabello, Ciferri, Vignolini, una poderosa colonna per la difesa rossoblù, Fregosi, Pantani che al suo ritorno in prima squadra ha saputo fare cose egregie anche se non troppo coadiuvato, ed infine Fillola. Per il resto della squadra non si potrebbe spendere certo parole di elogio, anzi per essere precisi diremo che Agosteo e Genta hanno dimostrato un abbassamento di forma non molto lusinghiero agli effetti del loro mantenimento in squadra. Dell’Alessandria benissimo i giovanissimi Borgonovo e Croce, due reclute che faranno parlare molto delle loro prodezze in un non lontano domani. Ha diretto l’incontro il sig. Galeati di Bologna, coadiuvato da Bachiocchi e Andreoni di Milano in veste di segnalinee. (Guido Dini, «Il Piccolo» di Genova, 21 dicembre 1936) Anche questa volta l’Alessandria è riuscita a mantenere imbattuto il campo del Littorio. Delle vecchie squadre del Genova e dell’Alessandria, oggi non è rimasto che il nome. Le avversarie hanno giocato con impegno e, qualche volta, anche con rudezza, denunciando la inconsistenza dei reparti e la mancanza della classe nelle azioni conclusive. Il Genova ha perduto la partita per colpa delle sue ali, che, ripetutamente favorite da occasioni da rete, non sono riuscite a concludere (in special modo Marchionneschi) anche a porta vuota. Anche i grigi hanno avuto nell’ala destra il loro punto debole, ma Croce si è fatto perdonare, segnando il punto della vittoria con un tiro fortissimo. I liguri, trovatisi in vantaggio al 25’ della partita su azione personale di pantani, non hanno saputo condurre il restante della partita con tattica e si sono scoperti troppo, fornendo agli attaccanti alessandrini la possibilità di scendere minacciosi presso la rete di Fregosi. La mediana rossoblù non ha svolto un sufficiente gioco di spola tra la difesa e l’attacco, di modo che, ogni qualvolta Pantani trascinava i compagni nell’area dei grigi, veniva a mancare l’ordinato lavoro di rifornimento da parte dei sostegni. Ottimo il trio centrale dei genovesi, inconcludente Marchionneschi ed incerto Ferrari. Tra i difensori si è distinto Vignolini. L’Alessandria scese in campo con Parodi dolorante nel ruolo di centrosostegno, ma questo giocatore riuscì ugualmente a giocare un’ottima partita rendendosi utilissimo ai compagni. Nel ruolo di centroattacco, in assenza di Banchero, esordì Collimedaglia, un elemento delle riserve che è apparso ancora acerbo per la massima Divisione. Massiglia, Robotti e Borgonovo furono i più continui e pericolosi. Ottimo il gioco di Rosso, prodigo Lombardo e troppo lento Montanari. Ceresa, ad eccezione della rete segnatagli da Pantani, è stato sicuro ed attento. La partita inizia con l’Alessandria contro sole; i liguri impegnano subito Ceresa con un tiro da lontano e per due volte Marchionneschi si fa pescare in fuori gioco. Dopo un angolo contro l’Alessandria al 2’ Robotti in un veloce contrattacco tira a lato; incertezza di Fillola che permette a Croce di mandare un perfetto pallone al centro. Robotti, da pochi passi, tira contro la traversa. Uno sgambetto di Rosso contro Marchionneschi ed un secondo fallo di Parodi provocano due calci di punizione contro l’Alessandria. Su un attacco centrale dei grigi, Genta passa a Fillola che, pressato da Collimedaglia, effettua il passaggio indietro a Fregosi; Collimedaglia per poco non riesce ad impossessarsi della palla; il portiere ligure, lanciatosi in tuffo, è cavallerescamente saltato dall’attaccante alessandrino. Al 18’ Pantani indugia e Lombardo libera. Angolo contro il Genova e contrattacco degli ospiti: Marchionneschi in velocità supera Montanari, invita Ceresa ad uscire dai pali ed effettua un tiro radente che il montante fortunosamente respinge. Ritorno rabbioso di Pantani sul settore sinistro, che evita il controllo di Montanari e sorprende Ceresa con un tiro da pochi passi. Tiro a lato di Ferrari e, dopo alcuni tentativi di lontano di Parodi e Massiglia, scaturisce al 38’ un calcio di rigore provocato da Gruden a contatto con Borgonovo: Robotti realizza con un tiro violento sotto la traversa. Al 40’ Marchionneschi da cinque metri, dopo aver superato in velocità Montanari, tira in braccio a Ceresa. Nella ripresa i grigi iniziano; le azioni volanti e i contrattacchi si bilanciano rabbiosamente ma con povertà tecnica. Un angolo contro i liguri ed all’8’ Pantani, dopo essersi attirati i terzini, offre a Marchionneschi una palla da rete; ma l’ala genovese sciupava calciando a lato. Il Genova perde facili occasioni; dopo un’incertezza di Ferrari nell’area avversaria, tocca ancora a Marchionneschi a mandare la palla di testa diritta su Ceresa. L’Alessandria risponde e su azione organizzata da parodi, a metà campo, Robotti inizia una fuga in profondità: scavalca con abile palleggio alcuni avversari e, giunto nell’area genovese, smista sulla destra, dove Croce in piena velocità saetta magistralmente in rete. Due a uno. Il restante della partita vede i liguri tentare rabbiosamente di ristabilire il pareggio. L’Alessandria si difende e contrattacca con azioni su Borgonovo e Croce. Al 28’ Ferrari è a terra contuso e due minuti dopo il suo diretto avversario, Barale, è espulso dall’arbitro. («La Gazzetta dello Sport», 21 dicembre 1936) ALESSANDRIA-GENOVA 2-1 L’incontro tra rossoblù e grigi è stato disputato alla maniera forte. Dopo un calcio d’angolo a favore del Genova, l’ala destra alessandrina Croce ha potuto lanciare al centro verso il 5’ un pallone che Collimedaglia ha raccolto a volo, lanciandolo contro la rete di Fregosi; la sfera ha picchiato con violenza contro l’asta superiore, rimbalzando in campo e Agosteo ha finito di liberare con un lungo rimando. Al 21’ calcio d’angolo contro il Genova a cui ha fatto seguito una immediata fuga rossoblù: la palla è quindi pervenuta a Marchionneschi il quale, spostatosi verso il centro, con larghe falcate ha superato Montanari che lo tallonava. Ceresa non vede altro partito che lasciarsi contro l’avversario, ma l’ala destra genovese ha già sferrato il tiro a porta vuota, colpendo il pieno la base del paletto. Lombardo, accorso prontamente, ha quindi liberato tra il sollievo della folla. Tre minuti dopo, però, gli ospiti avevano maggior fortuna: in seguito ad un nuovo capovolgimento di situazione, Pantani è in lotta con Barale e poi con Montanari: ha la meglio il genoano, il quale perviene a stretto contatto con Ceresa. Il portiere ha un attimo di incertezza, non affronta l’avversario e indugia, tanto che Pantani alza la palla rovesciandola in rete. Vivace reazione dei grigi e Massiglia, solo davanti a Fregosi, è trattenuto per le braccia da Agosteo; protesta del pubblico per la mancata punizione e poscia nuove vigorose offensive nell’estrema area genoana. Al 38’, tra un groviglio di giocatori, si scorge nettamente Agosteo commettere un altro fallo di mano, che stavolta l’arbitro punisce con calcio di rigore. Robotti tira e realizza in tal modo il punto del pareggio. La ripresa vede il gioco alternarsi nei due campi senza sostanziali modificazioni. Marchionneschi fallisce più di un tiro e Croce e Massiglia, soli a pochi passi dal portiere, non si decidono alla stoccata decisiva. Al 18’ si ha l’azione più interessante della partita e che darà la vittoria alessandrina. Traversone da metà campo di Parodi a Robotti, fuga di questi, inutilmente ostacolata da Genta e Vignolini, fino in area di rigore, allungo in profondità a Croce, che aveva seguita l’azione del compagno e tiro fulmineo dell’ala; la palla infila irresistibilmente l’angolo della rete di Fregosi tra l’esultanza della folla. I genovesi tentano reagire; Ceresa si esibisce in alcuni tempestivi interventi e salva sempre con intuito e decisione. Al 30’ Barale è espulso ed il gioco assume un aspetto più sostenuto ancora nei due settori. Energica difesa grigia, ostinati contrattacchi rossoblù, i quali finiscono di esaurirsi senza risultati. («La Stampa», 21 dicembre 1936) RISULTATI: Bari-Ambrosiana 1-1 Bologna-Fiorentina 1-1 Lazio-Lucchese 2-1 Milan-Roma 1-0 Novara-Juventus 0-2 Sampierdarenese-Triestina 0-0 Torino-Napoli 3-0 CLASSIFICA: Bologna, Lazio 17; Torino 16; Milan 14; Bari, Fiorentina, Juventus 13; Ambrosiana 12; Lucchese, Roma, Sampierdarenese 11; Genova 1893, Triestina 10; Alessandria 9; Napoli 8; Novara 7 MARCATORI 9 gol: Piola S. (Lazio) 8 gol: Gabetto (Juventus) 7 gol: Buscaglia P. (Torino) 6 gol: Busoni (Bologna), Pantani (Genova) Il punto sul campionato IL CAMPIONATO DI CALCIO Tre squadre fuggono Juventus insegue Punti Interrogativi al sabato; punti interrogativi anche al lunedi. Vuol dire che l'elenco dei risultati sott'occhio, anche dopo aver assistito ad un incontro ed aver letto colonne e pagine degli altri sette, restano sempre dei dubbi. Si deve giudicare in base ai punteggi, che sono i soli ad incidersi nella classifica, oppure è meglio valutare le squadre per il giuoco svolto? Nell'un caso e nell'altro si corre il rischio di sbagliare e di incappare in affermazioni inesatte. Il giuoco od i risultati? Ragioniamo. Se il Bologna non avesse fallito il calcio di rigore che gli avrebbe dato la vittoria contro la Fiorentina, verrebbe spontaneo l’elogio della squadra campione. Si parlerebbe di leggenda sfatata a proposito dell'incapacità di vincere al Littoriale, si riconoscerebbe ai rosso-bleu una regolarità di marcia degna di encomio, si troverebbero aggettivi magnifici per l'unità che difende il titolo. Invece, solo perchè la palla, partendo dal dischetto bianco dell'area di rigore, non ha raggiunto la rete di Baggiani, il Bologna si vede puntar contro l'indice in segno di accusa. I suoi sostenitori sono furibondi, i suoi avversari esultano, i neutrali si stringono nelle spalle, come per dire che non se ne capisce più nulla. Se Monzeglio a trenta secondi dalla fine non avesse fallito un rimando, dopo averne imbroccato cento magistrali rendendo cosi possibile il successo del Milan la Roma non si potrebbe vantare di aver conseguito una notevolissima affermazione, ma non avrebbe perso forse in modo definitivo il contatto con la pattuglia delle vedette. Invece per un errore che si pensi fosse evitabile la squadra giallo-rossa cade giù e chissà quando le sarà possibile ricuperare il terreno perduto. E lo stesso si potrebbe dire per quasi tutti gli altri incontri nei quali il divario dei punti non è stato sensibile. Tuttavia a ragionare con i se e con i ma si finirebbe col non accettare la classifica, cosa che si sa non e nè logica ne possibile. Bisogna dunque credere ai risultati. Bisogna dare il posto d'onore alla Juventus, unica vincete in campo avversario, riconoscere le doti di saldezza del manipolo viola, tacere del Bologna per non appioppargli critiche severe, prendere nota della rinnovata capacità offensiva del Torino, salutare con simpatia l'ascesa del Milan e la riscossa dell'Alessandria, considerare preoccupante la situazione del Novara e del Napoli, classificare unità di medio valore Sampierdarenese e Triestina, Bari ed Ambrosiana, Genova e Lucchese squadre che vivacchiano nelle posizioni centrali della classifica senza avere forze sufficiente per balzare avanti. Questo si deve fare per per rispecchiare l’andamento della lotta. Poi, se si vuol dire altro, bisogna lavorare di fantasia, abbandonarsi alle chiacchiere, impegolarsi nelle previsioni e nelle congiunture. In crescendo Ciò può piacere all'appassionato e permettere al critico di esporre quelle che, giuste o sbagliate, sono le sue convinzioni personali. Ebbene convinzione nostra personale che la Juventus valga, attualmente, le squadre che la precedono. Non è più quella di un tempo, la squadra degli striscioni, ma il miglioramento, da un mese a questa parte è stato enorme. Nelle ultime quattro partite l'unità bianco nera ha totalizzato sette punti, maramaldeggiando di fronte alla Roma, pareggiando a Bologna, regolando nettamente la Sampierdarenese ed imponendosi al Novara. Sette punti: vale a dire più di quanti ne aveva sommati nelle otto giornate precedenti. Ciò prova che la squadra è ora in grandi condizioni e dimostra che l'inseguimento, per quanto iniziato in ritardo e con un distacco notevole, può dare i suol frutti. Non si è che ad un terzo del torneo ed una serie di risultati favorevoli è sufficiente per permettere ad un undici lanciato di farsi sotto progressivamente. La Juventus, sempre che duri il suo attuale stato di grazia, sembra riuscire nell’impresa. Ha una difesa forte, una mediana assai efficiente, un attacco che fila con tutta speditezza. Gli uomini sono in forma, anche quelli che per tanto tempo diedero un sacco di preoccupazioni al buon Rosetta. La coppia del terzini è affiatata come poche altre: Rava in poco più di una stagione è passato dal ruolo di speranza a quello di campione. Chi vede giuocar Denetrini non può piangere per la mancanza di un ottimo mediano laterale destro. Gabetto, pur con una caviglia in disordine, è un castigamatti per le difeso che debbono fronteggiarlo. Borel I s'è svegliato dopo lungo letargo e può migliorare ancora riprendendo a giuocare con continuità. Borel II si avvia ad essere nuovamente l’insidiosissimo attaccante di due anni or sono. Menti stesso s’è scaltritto. E’ proprio il caso di dire che va tutto bene. tanto bene che persino Rosetta è divenuto loquance e vi sussurra, ammiccando che tutto è dovuto ai molti portafortuna che ha radunato in un’apposita valigetta: tanto bene che la squadra è seguita nelle sue trasferte da un numero insolito di sostenitori. Tanto bene che i giocatori si aiutano volentieri l’un l’altro come mai avviene quando i risultati sono avversi. Ebbene, se la Juventus tornerà nelle prime posizioni. Il suo sarà un ritorno gradito, che non c'è dovizia di squadroni ed un'unità rinnovata e forte può portare nuovi motivi di interesse nella lotta per la conquista del titolo. Al pericolo juventino debbono badare Bologna, Lazio e Torino. Bologna e Lazio sono nuovamente alla pari dopo la più recente disavventura dei campioni al Littoriale. Il Torino è ad un punto. Le tre squadre di testa restano ben vicine ed accentuano il distacco nel confronto degli inseguitori. Non cederanno? Il Bologna riprenderà a vincere con la prossima trasferta a Trieste? Torino e Lazio sapranno approfittare dell'incontro in sede di domenica ventura per sommare altri due punti? Come vedete si ritorna agli interrogativi. Al quali, per ora, non si può proprio dare risposta (La Stampa - Luigi Cavallero, 22/12/1936)