Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1931/1932
Serie A
27-09-1931 - Giornata: 2 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Genova 1893 CdC 2 - 2 (2 - 2)
RETI: 12. Notti (I) A.[A], 16. Cattaneo R.[A] 10. Spósito J. [Ge] , 15. Patri L. [Ge]

Alessandria US Mosele Vittorio, Lombardo Umberto, Fenoglio Giuseppe, Grillo Giuseppe, Gandini Giuseppe, Borelli Michele, Cattaneo Renato, Avalle Edoardo, Notti (I) Alfredo, Scagliotti Cinzio, Grassano Luigi All.: Stürmer Karl

Formazione avversaria
GENOVA 1893 CdC: Bacigalupo (III) Manlio; Barbieri, Pratto; Frisoni (I) Berardo, Giglio, Orlandini; Patri, Spósito, Banchero (I) Elvio, Mazzoni, Levratto (II) Virgilio Felice. All.: Burlando Luigi Virgilio Romolo.

Arbitro: Bertoli Nereo (Vicenza)
Note
Espulso: 60’ Grillo [A]. Giornata calda e leggermente coperta, terreno durissimo e ben livellato. Inizio gara ore 15:00.

Commento
I grigi sopra gli altari e anche un gradito più in su. La prova che essi hanno fornito si può definire un prodigio. Prodigio di cuore e di classe perché non è lecito dire che solo il cuore ha infrenato la possanza dei rossoblù. Per lo meno eguali in stile; più forti a nostro avviso nella freschezza e nel fiato; degni in tutto del match pari, se anche all’ultimo istante un terzo punto era venuto a dar per certa la vittoria dei genoani. Battuti senza rimedio sulla carta, questi ragazzi hanno preferito il terreno: l’impeto fu tale e la foga tanta e così ampio il respiro da sconcertare i rivali: farli accorti comunque, ché la loro pelle costava e ché, se si doveva passare, ci voleva del buono. Parve il Genova a tratti accusar l’imprevisto: sul tempo, assai spesso le casacche grigie soverchiarono gli ospiti; sembrò un fuoco di paglia, e i minuti scorrevano; questi monelli non davano segno d’arresto. Già un primo attacco con Notti aveva tenuto la folla senza respiro, già un primo corner apriva il varco alle speranze dei grigi. Speranze vane: il Genova si riprendeva e, a poco a poco, tirava fuori gli unghioni. La squadra pareva ritrovare il suo ritmo un po’ lento un po’ impacciato ma ricco d’autorità: il trio d’attacco sopra tutto tesseva trame su trame e puntava dritto a Mosele. Nulla di fatto. Il pallone viaggiava da campo a campo: le mediane al lavoro, i terzini a usura impegnati. Gioco alto e volante; quello grigio aveva la punta in Cattaneo, quello del Genova in Levratto. Bravura eguale, eguale fortuna sotto porta, lo stesso ardore degli atleti a gola piena incitati dalla duplice folla. L’andatura infernale, senza ristoro e senza posa; aere rovente di battaglia, con un grigio – Gandini – che pareva un dannato. Splendeva a tratti la classe dei genoani: fermo sotto la raffica, teneva ordinate le fila in attesa del varco. Duellavano le due mediane onde sbarrare la strada: al primo crolla, uno dei due sarebbe passato. Passò il Genova. Un furioso serrate sotto porta: non trova di meglio Fenoglio che salvare oltre il fondo. Levratto tira in corner; sta Mosele come una lince, è guardato Banchero da tutta una muta, Spósito tocca di testa e segna in alto. L’Alessandria non piega. Pallone al centro. Come una furia parte Notti: il mulatto ha della vena. Passa ad Avalle, Avalle a Notti, Notti a Cattaneo; il sorcio grigio ha uno scatto, la palla invece è sul piede del centroattacco che, con un tiro secco raso a terra, segna senza riparo: uno a uno. Ancora al centro il pallone. Tutta la linea dei rossoblù si rovescia verso Mosele. Ancora corner; sul tiro, mischia affannosa; Patri trova un pertugio e saetta: il secondo goal è segnato. Ma non son passati tre minuti che il pallone è sotto porta dei rossoblù: Cattaneo riceve in dono un pallone d’oro e, con un tiro di prepotenza, coglie il secondo pareggio. La folla esplode. Che cosa accade? In sei minuti si sono marcati quattro punti: se la danza continua su questo punto, vi sarà pingue bottino. Il gioco, invece, ristagna, sosta a metà campo, offre modo alle mediane di sbizzarrirsi in prodezze. Dall’una e dall’altra parte la battaglia riprende più calma, pacata, serrata per i rossoblù, più acuta, più viva, vermiglia per i grigi. La lotta avvince la folla, che applaude entrambe le squadre tanto appaiono degne. Banchero, ecco, si fa luce: un suo formidabile tiro è bloccato da Mosele con parata di gran blasone. Grassano manda in fumo un’occasione da principe. Ne sciupa una seconda, come la sciupa l’ala, Patri, solo dinanzi alla porta; Giglio rovescia alto, Scagliotti passa rasente. Trilla il fischio per il triplice riposo. Il secondo tempo reca la sigla dei grigi. È chiaro che il Genova preferisce stare in agguato e bada soltanto alla difesa. Il ritmo della contesa non ha tregua, Grillo si fa ammonire: questo orsacchiotto che gioca bene ha troppe unghie. Le sperimenta contro Frisoni e viene espulso dal campo. Solo con dieci uomini? Disarmare? Neanche per sogno: ogni grigio gioca un po’ per l’assente. L’Alessandria non si scompone, attacca ancora. Banchero è solo davanti alla porta, Lombardo, come può, lo ferma. Anche Cattaneo mette fuori. Passa alto un bolide di Mazzoni. Gandini si batte come un demonio. Levratto si indugia: attimo d’oro che vola. Ancora Banchero si fa largo, il tiro è fiacco da pochi passi. Vien tolto a Notti un pallone da goal. Toglie Pratto a Scagliotti. La battaglia è a metà campo. Lotta ora fra le mediane ancora intatte. Pratto al lavoro, anche Fenoglio lo fa da bravo. Folla sospesa. Il tempo passa: manca un minuto. Ecco un’azione genoana chiara come un cristallo: il grifone esce d’agguato, Mazzoni avanza, scarta, ondeggia, spara. La palla è dentro, ma Mosele respinge; Banchero raccoglie e segna ancora. Nulla di fatto: l’arbitro ha visto… che cosa ha visto? Palla al rinvio. Ancora un sussulto: la fine. Il pareggio è onesto. L’Alessandria è stata degna di non perdere. Se le vittorie, nel calcio, si potessero dare ai punti, diremmo quasi che una lieve frazione dovrebbe essere concessa ai grigi i quali, inferiori di classe, si sono battuti da eroi. Eroica: la partita di ieri, nelle cronache grigie passerà con questo nome. Non usurpato. Un uomo tra i grigi va sopra tutto esaltato: Gandini. Il vecchio atleta parve avere vent’anni. Ebbe ai fianchi Borelli – si parlerà di quest’uomo fra non molto – e Grillo sin che ei fu pari agli altri per ardore e per foga. Mediana di ferro, s’è detto. L’iperbole non è un non senso. Quello che ha retto la squadra è stato ieri il terzetto degli halves. Gli attaccanti sono acerbi: più che acerbi, non fusi con un Cattaneo che non è ancora la bell’ala di un tempo e un Grassano che non può andare oltre le buone intenzioni. Avalle? Il mezzo destro non fece dimenticare il mediano, mentre assai piacque Scagliotti, cui difetta peraltro il tiro, e Notti, che è guarito sì e no del suo vizio di strafare. Ma i mediani? E coi mediani i terzini: Lombardo ancora duro a morire, Fenoglio novizio che ghermisce la classe. Mosele ha custodito da par suo. Squadra insomma, in complesso, che darà noie parecchie: ché soprattutto sul suo campo non darà lasciapassare con eccessiva dovizia. Non scialba, a mio avviso, la prova del Genova. Intano il non aver Gilardoni le toglie respiro; Barbieri ritengo non è atleta che lo possa supplire in contese infocate come questa con i grigi. Gli difetta lo scatto, non sempre la posizione supplisce. O, se invece di Grassano, egli avesse avuto Cattaneo, che cosa sarebbe accaduto? Ottima la mediana senza riserve. Giglio è a posto; Frisoni soverchia sempre quello che un half dovrebbe fare, Orlandini conosce appieno il fatto suo. Sui terzini, il giudizio non va tenuto in gran conto: Barbieri a quel ruolo è un ripiego, ma Pratto è un colosso. Non piacque, presa assieme, la linea d’attacco: Patri, da parecchi giorni indisposto, fece quel poco che poté; di solito si sbriga assai meglio. Mazzoni apparve tardo pur non privo di pregi. Banchero ha molte cose al suo attivo e, in fondo in fondo, anche la vittoria che gli fu tolta. Levratto non uscì fuor di misura; non ha ancora questa mezz’ala la convinzione di un tempo? Fece meglio Spósito, l’unico, si può dire, che dosò i passaggi e giocò col cervello chiaro. Ma la folla che, uscendo, commentava la gara – il match pari quasi sempre non lascia contento nessuno – ebbe un’impressione profonda del manipolo genoano: uno stradivario, a suo dire, con le corde allentate. Si metta a posto il registro e si udranno grandi cose. Il che, in fondo, è d’orgoglio per questa squadra paesana che, senza nomi e con quattrini sparuti, si comporta così… L’arbitro. Egli fu ricco di buone intenzioni, ma… terribilmente impreciso. Guidò il primo tempo con una certa franchezza; si sommerse nel secondo e parecchie sue decisioni sollevarono – come dire? – lo stupore del pubblico. Espulso Grillo che, nella foga di liberare, dette di gomito sulla bocca a Frisoni. Trovar l’intenzione in questo fallo equivale a cercare la luna nel pozzo. Non vide una mezza elson di Lombardo su Banchero. Segnò ai grigi e ai genovesi falli senza costrutto: parve superbo di largire doni in eguale misura dalla sua cornucopia. Negò al Genova, infine, un goal grosso come una casa; anzi, un goal che, già fatto da Mazzoni, venne ripetuto, ribadito da Banchero. Ove si pensi che di perdere la testa ieri non era proprio il caso, perché il pubblico enorme fu nobilmente sportivo, si accresce il rammarico che, alla cura del fischio, non vi fosse uno migliore. (Mario Ferretti, «La Stampa», 28 settembre 1931) Al 17’ di gioco le due squadre avevano già dati e incassati i due goals, raggiugendo così un risultato di parità che le tumultuarie vicende del restante della partita non arrivano a modificare, malgrado l’impegno e la strenua combattività degli uomini in campo. Le rapide battute di questo eccezionale inizio portato al calor bianco la temperatura del pubblico stragrande che affollava ogni ordine di posti. Un pubblico e un incasso di quelli che si ritenevano appannaggio soltanto degli stadi metropolitani. Genova aveva dato il suo largo contributo di spettatori, affluiti in treno, in macchine, in torpedoni. Il primo roteare della palla sul campo aveva già dato fiato a tutte le ugole. Immaginarsi l’effetto elettrizzante che su tale pubblico dovevano fare le serrate botte e risposte dei giocatori delle opposte parti. Al 2’ un pallone lavorato da Scagliotti obbligata Bacigalupo a buttarsi fuori tempo: il tiro di Notti rimbalzava sul palo e Scagliotti riprendeva, calciando alto oltre la traversa. Al 10’ Spósito dava di testa il colpo di grazia a un pallone battuto da Levratto su calcio d’angolo. Fulminea risposta dei grigi, che al 12’ raggiungevano il pareggio (centro di Cattaneo dalla linea di fondo e tocco di misura di Notti, malgrado il tuffo disperato di Bacigalupo). Al 15’ il coro genovese superava ogni record per salutare il secondo goal rossoblù, ancora su calcio d’angolo di Levratto; il pallone, appena allungato dallo scarso tentativo di respinta di Mosele, perveniva all’incustodito Patri che infilava di misura. Appena il tempo di chiederci se ormai il Genova aveva partita vinta che Cattaneo ristabiliva la parità, sparando in rete al volo un pallone attraversatogli da Borelli. La potenza dell’applauso grigio non è descrivibile. C’era quasi da temere, se la partita fosse continuata con questo ritmo, che il campo si tramutasse in raduno di frenetici. Ma le emozioni erano finite; almeno per quanto riguarda concreta affermazione di punteggio. Le due squadre raccoglievano un po’ le loro azioni, perdevano velocità nell’andatura, rivelavano qualche pecca d’insieme e di esecuzione. Effetto moderatore sul pubblico, e permesso finalmente – entrata la partita nel binario normale – di esaminare il gioco delle squadre e quello degli uomini. Il Genova, infatti, impressionato dall’inconsistenza dell’improvvisato terzino Barbieri, richiamava i suoi mediani in stretta difesa e conteneva agevolmente le offensive dei grigi, alcune delle quali sciupate male dall’inesperienza di Grassano. I solidi terzini grigi a loro volta tenevano il campo da padrone di fronte alle non numerose incursioni degli avversari, splendide per la manovra di Banchero ma poco risolute nei momenti decisivi: tanto più che Levratto, ben controllato dal promettente Grillo, e Patri non erano in gran vera. A un quarto d’ora dalla ripresa, la partita pareva mutare aspetto: Grillo veniva espulso per eccesso di fuoco nella sua azione e veniva sostituito da Scagliotti; dall’altra parte, Orlandini passava al posto di terzino, ricollocando Barbieri nel suo ruolo naturale. Rimasti in dieci, i grigi si buttavano all’attacco, tanto da ottenere tre corners in pochi minuti e da liberare tiri di Avalle e di Cattaneo: quelli del primo tempo, troppo maturati, hanno sempre dato modo a Pratto di entrare a tempo; quelli del secondo sono stati deboli quanto un passaggio al portiere. Notti, poi, mancava d’un soffio un pallone centrato da Avalle. Il Genova aveva però felicissimi periodi di manovra e impegnava a fondo la salda difesa grigia, finendo con netta prevalenza l’ultimo quarto d’ora. Ed è scappato anche il goal, dopo una mischia di sfondamento, un tiro rimbalzato sul portiere a terra, un colpo di testa di Banchero, che superava nello scatto il compagno Mazzoni entrando con lui in rete. L’arbitro, però, annullava questo goal al 41’ per qualche irregolarità che deve aver notato nella mischia precedente. E, giacché si è citato l’arbitro, bisogna dire subito che Bertoli di Vicenza ha tenuto la gara – corretta ma incandescente – con polso fermo così da meritargli elogio. Ha sorvolato su un abbraccio in area di rigore ai danni di Banchero, ma non ha tollerato una rudezza o un accenno a rudezza. In linea tecnica, qualche svista è stata riscattata dalla savia prontezza di decisione in casi non facili. Il verdetto di parità e i periodi tentennanti della gara venuti dopo la folgorante sequenza dei quattro goals hanno lasciato un po’ d’amaro in bocca ai sostenitori delle due parti. A torto: perché le squadre, in fondo, hanno rivelato qualità di gioco e di velocità grandissime. Ed è questo che conta, anche se difetti momentanei hanno isterilito qualche azione. L’Alessandria, per esempio, può andar fiera del gioco svolto dai suoi ragazzi: tutta chiusa nella sua difesa in stretta collaborazione fra terzini e mediani, la squadra grigia attacca con l’arma dei giovani, la rapidità. E attacca bene, anche se Grassano è ancora acerbetto e se il «duo» Avalle-Cattaneo sembra aver perso quella potenza di tiro che era sua peculiare caratteristica. Fra i cinque, il migliore è stato indubbiamente Scagliotti, un giovane che ha delle finezze da gran campione, nelle finte e nel tocco della palla. Insieme a Gandini, ottimo Grillo, deciso e sicuro. Buon collaboratore di Lombardo il giovane Fenoglio. Nell’insieme, la squadra grigia sembra destinata quest’anno a risalire di qualche gradino nella scala dei valori. Il Genova ha presentato la maggiore anomalia nella linea dei terzini. L’esperimento Barbieri è fallito completamente e le conseguenze sarebbero state ben gravi se Pratto non avesse fatto cose stupefacenti per senso di posizione, scelta di tempo, aggressività, precisione e mobilità. Sembrava che egli si fosse prefisso di dimostrare l’assurdo: come una linea di terzini possa essere composta… da un uomo solo. Quanto abbia pesato questa tara nella difesa sul rendimento del Genova non si può dire. Per oltre mezz’ora, i mediani rossoblù non ardirono scoprirsi. E quando l’assenza di un avversario li incoraggiò a tentare, Giglio, che ha giocato benissimo nel primo tempo, pareva già provato dalla stanchezza. Il solo Frisoni seppe tenere fino in ultimo. L’attacco è apparso splendido di concezione soltanto nel trio centrale, soprattutto per la sagace distribuzione di Banchero e per il formidabile, preciso e acuto lavoro di Mazzoni. Incertissimo Patri, che altre volte ha reso molto di più, e presto spento in un gioco freddo e impreciso Levratto, che ha al suo attivo i due splendidi tiri d’angolo che portarono alla segnatura e… ben poco d’altro. Una squadra di primo rango assoluto, questo Genova: purché trovi nei suoi quadri ben nutriti un terzino, anche di medio calibro. Liberata dall’assillo di coprire la difesa, questa squadra deve fare cose meravigliose; il saggio dato oggi è assai probante circa il suo rendimento futuro. La partita è stata giocata su terreno durissimo e ben livellato: temperatura calda e sole a tratti velato da nubi. Fra le autorità presenti, notati S.E. il Prefetto, il gen. Amantea comandante del Corpo d’Armata, gli onorevoli Torre e Rocca, il podestà avvocato Vaccari, il console Cerutti segretario provinciale, il comm. Ronza, presidente dell’Alessandria. La squadra genovese era accompagnata dal dottor Corsanego. (Mario Zucca, «La Gazzetta dello Sport», 28 settembre 1931) I grigi erano partiti al fischio dell’arbitro a tutta velocità, sbalordendo per il loro spirito aggressivo e scombussolando le linee avversarie che non supponevano certo di trovarsi di fronte ad una compagine così robusta e decisa a scavalcare ogni sistema difensivo. Già al 2’ un allungo di Gandini a Notti metteva Avalle in buona posizione per sferrare il tiro, ma la palla colpiva il palo superiore e rimbalzava in campo. I grigi attaccavano ancora, ma una improvvisa fuga genovese poneva i rossoblù in vantaggio. Al 10’ Mosele sventava in corner un forte centro di Levratto. Sul susseguente calcio d’angolo di Levratto, raccoglieva di testa Spósito che segnava il primo goal. Non erano passati due minuti che i grigi pervenivano al pareggio: la palla è a Cattaneo, che fugge sulla linea laterale e quindi centra in piena velocità; raccoglie Notti, tagliando fuori la difesa genovese, Bacigalupo tenta, uscendo di porta, di evitare il tiro finale, ma entrambi finiscono a terra e il punto viene segnato ugualmente dall’ex genovese. Al 15’, una identica situazione favorevole agli ospiti: su forte respinta, il pallone finisce ancora in corner, Levratto tira ed il pallone saltella tra un groviglio di gambe finché perviene a Patri che, completamente libero, trova un corridoio propizio e segna il secondo goal. Altra immediata riscossa alessandrina. Al 17’, su calcio di punizione contro il Genova tirato da Borelli, la palla giunge a Cattaneo, che stringe al centro e sferra una cannonata che lascia senza mercé l’estremo difensore rossoblù. Due a due: le sorti sono nuovamente pareggiate. Il giuoco si placa, ma si riaccende sul finire del primo tempo, allorché il portiere blocca un fulmineo tiro di Banchero. Nella ripresa, sono ancora i grigi che attaccano in prevalenza e due buone occasioni sono mancate per un soffio da Cattaneo e da Avalle. Al 15’ uno scontro involontario tra Grillo e Frisoni è punito dall’arbitro con l’espulsione dal campo dell’alessandrino. Rimasti in dieci, i grigi si impegnano maggiormente e rasentano più volte la agognata vittoria; ma il sospirato goal sfugge sempre o per troppa precipitazione o per soverchia indecisione nello scoccare il tiro finale. Al 41’ la rete alessandrina corre grave pericolo. La palla, dopo una appassionante mischia, calciata da Banchero, colpisce il palo e rimbalza in campo: Spósito raccoglie e segna, ma l’arbitro annulla il punto per precedente fallo genovese. I restanti minuti non hanno storia e la fine delle ostilità trova i contendenti alla pari. («Il Littoriale», 28 settembre 1931) I GRIGI AFFRONTANO CON LA TRADIZIONALE FIEREZZA LO SQUADRONE DEL MILAN SUL CAMPO DI SAN SIRO Se la partita col Genova era durissima, quella che i grigi dovranno sostenere domani a Milano non è certamente un galoppo di allenamento. Il calendario di quest’anno ha riservato all’Alessandria, nelle prime domeniche, delle partite massacranti. Prima a Brescia, poi Genova, domani a Milano, poi la Roma, quindi a Napoli. La partita di domani si presenta per i grigi come un’ostacolo insormontabile. Il pareggio di Roma è assai significativo in quanto conseguito contro una squadra possente che sta avviandosi verso la miglior sistemazione; La squadra grigia avrà un compito assai arduo da sostenere. Sul campo del Milan essa è sempre riuscita a dar prova del suo valore, ma domani dovrà impegnare tutte le sue risorse fisiche per contenere gli irruenti attacchi rossoneri. Sarà una battaglia estenuante per i grigi, perché i milanisti, che mirano alle primissime posizioni di classifica, si getteranno nella lotta con la ferma volontà di imporsi ad ogni costo. («Il Piccolo», 03 ottobre 1931) RISULTATI: Ambrosiana-Torino 1-1 Bari-Bologna 1-2 Fiorentina-Brescia 2-1 Juventus-Napoli 5-3 Lazio-Milan 0-0 Modena-Pro Patria 1-1 Pro Vercelli-Casale 0-1 Triestina-Roma 2-0 CLASSIFICA: Bologna, Casale 4; Fiorentina, Genova 1893, Juventus, Torino 3; Brescia, Milan, Napoli, Pro Patria, Roma, Triestina 2; Alessandria, Ambrosiana, Lazio, Modena 1; Bari, Pro Vercelli 0. MARCATORI 3 gol: Patri (Genova), Rossetti (Torino), Vojak O. (Napoli) 2 gol: Borel (Casale), Ferrari G. (Juventus), Orsi (Juventus), Prendato (Fiorentina), Reguzzoni (Bologna), Vojak A. (Napoli)