Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1936/1937
Serie A
17-01-1937 - Giornata: 16 - Bologna - Littorio


Bologna AGC - Alessandria US 4 - 0 (2 - 0)
RETI: 40. Reguzzoni C. [Bo] , 45. Reguzzoni C. [Bo] , 53. Sansone R. [Bo] , 56. Reguzzoni C. [Bo]

Alessandria US Ceresa Ugo, Turino Giuseppe, Montanari Ermanno, Barale Oreste, Parodi Pasquale, Giuntoli Adolfo, Croce Aldo, Massiglia Armando, Rosso Alberto, Robotti Luciano, Vecchi Eligio All.: Banchero (I) Elvio e Piccinini Ottavio

Formazione avversaria
BOLOGNA AGC: Ceresoli; Fiorini, Gasperi; Montesanto, Andreolo, Corsi; Biavati, Sansone, Busoni, Fedullo, Reguzzoni. All.: Weisz Árpád

Arbitro: Moretti Giorgio (Genova) [Catalucci, Goracci]
Note
Angoli: 6-4 (2-1). Spettatori: 3.500. Giornata grigia e nebbiosa, terreno sdrucciolevole per la neve. Inizio gara ore 14.30

Commento
Giornata grigia; tempo nebbioso, terreno chiazzato di neve gelata e dannosa per l’equilibrio dei giocatori. Il Bologna allineava Gasperi al posto dell’infortunato Pagotto; l’Alessandria annoverava la sostituzione del centravanti Banchero, al quale si è riacutizzata una contusione riportata a Bari, col terzino Rosso e l’immissione di Turino al posto tenuto sinora da quest’ultimo. Gasperi è incolto in due lievi incidenti di gioco, senza dannose conseguenze. La partita è stata per il Bologna una delle più agevoli, almeno apparentemente, si può anche ritenere che agevole l’abbia resa il suo gioco chiaro e convincente, nutrito di tecnica e in pari tempo sobrio e lineare. Tale vittoria è dovuta non tanto allo slancio e all’impegno, quanto al pregio della classe: si deve affermare anzi che è dovuta essenzialmente alla classe. Il Bologna non ha speso di energia nulla più di quando era da ritenere sufficiente alla realizzazione tecnica del gioco. Quindi niente sgroppate furibonde e nemmeno l’apparenza di quella foga generosa che salva una squadra allorché il gioco tecnico fallisce. Di tutto questo non vi fu necessità. Il comportamento della squadra è stato quasi costantemente di una calma che rasentava la freddezza. Il gioco sgorgava freddo e logico, preciso e inesorabile. Un Bologna così tranquillo e padrone di sé in questa stagione non lo si era ancora visto al Littoriale. Quattro punti sono molti, ma ci stanno tutti. Si consideri che lo scarto avrebbe potuto anche essere maggiore qualora il Bologna avesse posto nel gioco anche un po’ di entusiasmo e non si fosse trovato a superare l’ostacolo del difficoltoso terreno, naturalmente più ostico agli attaccanti che ai difensori. L’andamento della gara è stato prevalentemente a favore degli atleti locali, ma la vittoria, appunto per l’insidiosità del terreno e per la maggior adattabilità degli ospiti agli interventi distruttivi, si è delineata verso la fine del primo tempo; le sorti dell’Alessandria, allora, precipitarono e la buona continuità di azioni dei bolognesi ottennero il doveroso premio. Nel volgere, così, di un quarto d’ora il bottino saliva a quattro punti: e il lavoro infruttuoso della fase iniziale della partita ebbe quale logica conseguenza la raccolta quasi simultanea dei risultati di questo lavoro. Superiori in tutti i reparti alla squadra ospite, i bolognesi hanno avuto modo di mettere in vista il grado attuale della loro efficienza. Sostegni e attaccanti hanno collaborato con armonia di intenti per il conseguimento della vittoria. La cronaca della vittoria esalta già da sola Reguzzoni, al cui nome sembra intitolarsi il successo. Ma Reguzzoni è stato uno strumento valido manovrato con accortezza dai compagni. Ammirevole per la rapidità dell’esecuzione, l’estremo sinistro è stato lanciato dai colleghi di linea e di sostegno che si sono assunti il compito della manovra di avvicinamento. Sansone, soprattutto, si è imposto per virtuosismo e continuità. Pronto e misurato fu Busoni, mentre invece Fedullo e Biavati, ma specie quest’ultimo, palesarono un attenuato rendimento. Soddisfacente è stato il lavoro dei sostegni che sfoggiarono mobilità e precisione notevoli. Del reparto difensivo inappuntabile Ceresoli, dotato di sicurezza Gasperi e assai esatto nel gioco Fiorini il quale, con esibizioni di potenza, ha imposto la sua personalità. L’Alessandria già di vena e logicamente a corto di preparazione per l’eccesso delle disavventure che ha sconvolto i quadri non ha potuto sottrarsi all’inevitabile: ed è già gran merito per essa l’essere riuscita a contenere per parecchio tempo l’offensiva avversaria e ad impegnare nell’ultimo quarto d’ora di gioco gli opposti difensori. Ceresa, Montanari, Parodi e Robotti hanno palesato buone qualità. Nel primo tempo il Bologna ha avuto una netta prevalenza di azioni e ha sfiorato il successo numerose volte. Al 42’ Fedullo allungava a Busoni che con un indovinato passaggio permetteva a Reguzzoni la realizzazione del primo punto. Due minuti dopo lo stesso Reguzzoni segnava al volo su passaggio di Sansone. Al 10’ della ripresa Reguzzoni mandava la palla al centro. Busoni la lanciava a Sansone, che metteva in rete. Dopo tre minuti un potente allungo di Montesanto era raccolto da Reguzzoni che superava Parodi e Turino, realizzando quindi l’ultimo punto della giornata. («La Gazzetta dello Sport», 18 gennaio 1937) La modesta Alessandria ha costituito una ben scarsa minaccia per i Campioni d’Italia, i quali hanno comandato il gioco con autorità e chiarezza, sviluppando brillanti azioni, malgrado l’infido terreno qua e là cosparso di neve. Il Bologna, superiore per mezzi e capacità collettiva, ha così agevolmente disposto della volenterosa avversaria, presentatasi in una inedita formazione, apparsa mediocre in quasi tutti i settori, eccezione fatta per Ceresa. Le proporzioni del bottino sono del resto adeguate alla condotta delle due unità. Riflessivo e sbrigativo il Bologna, che all’attacco ha lasciato intravedere qualche buon numero e qualche spunto incisivo; disordinata l’Alessandria, forse troppo presto rassegnata alla sua sorte. I locali si sono imposti in virtù della loro classe e delle eccellenti disposizioni dei mediani, fra i quali Andreolo ha tenuto per tutti i 90 minuti, e dell’attacco, in cui si è registrata una brillante esibizione di Reguzzoni, Sansone e Fedullo. Senza pecche il gioco dei terzini. Insomma una convincente partita dei bolognesi, pur tenendo contro del relativo valore dei grigi. L’Alessandria ha palesato incertezze e deficienze evidenti. La squadra ha lottato senza consapevolezza e la inquadratura di oggi non si è rivelata la più efficace. Inizio folgorante dei campioni: al 2’ Sansone lancia in profondità Busoni che pianta in asso i terzini e scatta su Ceresa; il bolognese giunge a pochi metri dal guardiano avversario, saetta precipitoso e la sfera schizza a lato. Prevalenza assoluta dei campioni che ottengono due goals al 40’ e al 45’ con Reguzzoni. Nella ripresa predominio iniziale dei locali, che arrotondano il bottino con altre due reti segnate da Sansone all’8’ e all’11’ da Reguzzoni. Poi tardiva riscossa dei grigi senza effetto, malgrado qualche buon tiro, bloccato con sicurezza dell’attento Ceresoli. («Il Littoriale», 18 gennaio 1937) Sul campo del Littoriale l’Alessandria ha confermato la crisi da cui da tempo è travagliata e il malanno è assai grave. Durante i 90’ di gioco non abbiamo mai notato un’azione incisiva, una incursione pericolosa o uno scatto degno di rilievo. Non vediamo, se le cose non mutano, come l’Alessandria potrà salvarsi dalla retrocessione. Dell’ammirato stile di un tempo non resta ormai che un’ombra inconsistente e nonostante che oggi il Bologna abbia tardato a mettersi in marcia, l’avversario non è riuscito mai a dare l’impressione di poter fare qualche cosa di buono. Poche parole di cronaca. Dopo una pressione costante che si era esaurita soltanto in una serie di calci d’angolo, il Bologna che già aveva sbagliato al secondo minuto un facile tiro con Busoni e a cui la bravura di Ceresa aveva vietato altri punti, segnava al 41’ con Reguzzoni ben servito da Busoni e al 44’ ripeteva il colpo ancora con Reguzzoni su passaggio di Sansone. Nella ripresa il Bologna persistendo all’attacco segnava altri due punti nel primo quarto d’ora: al 9’ con Sansone su manovra Reguzzoni-Busoni e al 13’ con Reguzzoni su allungo di Montesanto. («Il Piccolo» di Genova, 18 gennaio 1937) La partita, scialba e incolore, è stata caratterizzata dalla superiorità continua dei bolognesi, arginata alla meno peggio dall’Alessandria. Un po’ per merito loro e molto per colpa degli avversari, gli alessandrini hanno mantenuto inviolata la propria rete fino al 41’ del primo tempo; ma poi, subito il primo punto, la partita non ha avuto più storia e pubblico e giocatori altro non hanno desiderato altro se non che il fischio finale dell’arbitro giungesse presto. Il primo punto è stato segnato, come s’è detto, al 41’ di gioco: dopo che i rossoblù, specie con Busoni e Biavati, avevano banalmente sbagliato alcune occasioni. Autore ne è stato Reguzzoni il quale, in evidente posizione di fuori gioco, batteva Ceresa. Tre minuti dopo lo stesso Reguzzoni, su passaggio di Sansone, aumentava il punteggio. La ripresa ha la stessa fisionomia del primo tempo; il Bologna attaccando e l’Alessandria difendendosi, passando questa ultima al contrattacco solo quando il Bologna si era già dichiarato pago del risultato ottenuto. Sansone al 10’ con azione personale otteneva il terzo punto e al 13’ Reguzzoni metteva per la quarta volta l’ospite indesiderato nella porta alessandrina. Ottima la direzione dell’arbitro Moretti. («Il Lavoro», 18 gennaio 1937) BOLOGNA-ALESSANDRIA 4-0 Il Bologna aveva un compito facile e l’ha assolto nel modo migliore. Ha cominciato tardi a mettersi in vantaggio perché solo negli ultimi minuti del primo tempo si è portato in vantaggio con due porte, poi ha sempre dominato a suo piacimento ed ha rinsaldato il punteggio con altre due porte nel primo quarto d’ora di gioco della ripresa limitandosi poi a far quasi dell’accademia contro il non temibile avversario. La difesa, che aveva nuovamente in linea Gasperi, non ha avuto grattacapi e si è mantenuta quasi sempre a metà campo. La mediana ha condotto l’incontro in modo superiore. Reguzzoni non ha perso occasione, mentre Busoni, dopo avere fallito un facile tiro, ha compiuto poi cose notevoli con alcuni passaggi di perfetta fattura. Sansone ha segnato il suo primo punto dell’annata, mentre Biavanti e Fedullo non hanno conosciuto la loro migliore giornata. Le prime azioni ci mostrano un Bologna lanciatissimo: al secondo minuto Busoni scavalca Montanari, ma sbaglia il tiro. Bologna domina ma non segna e Ceresa si fa onore parando prima una saetta di Busoni, poi un colpo di testa di Reguzzoni. Finalmente al 41’ una mischia è provocata da un allungo di Montesanto: Busoni serve di precisione Reguzzoni che da pochi passi mette in rete. Al 44’ l’azione si ripete ed è su passaggio di Sansoni che l’ala sinistra bolognese marca il suo secondo punto. Per poco l’Alessandria al 45’ non incassa il terzo pallone di Biavati, ma Ceresa si salva con un magnifico tuffo. Nella ripresa le cose non volgono meglio per l’Alessandria che deve subire dall’inizio la costante pressione avversaria. Un angolo per parte nei primi otto minuti, durante i quali i grigi commettono anche grossolani falli arrestando di forza Busoni in area di rigore. Al 9’ terzo punto bolognese: Reguzzoni lotta con Turino, ha la meglio, centra dal fondo; è Busoni che con una finta lascia il pallone a Sansoni il quale segna con un forte tiro dall’alto al basso. Angolo contro Alessandria al 12’ e al 13’ quarto e ultimo punto del Bologna con un fulmineo tiro di Reguzzoni. («La Stampa», 18 gennaio 1937) UNA PARTTA DECISIVA PER I GRIGI Alessandria e Milan al campo Littorio Anche a Bologna i grigi hanno avuto una giornata nera. È stato detto che è caduta la mediana. Per noi questa non è una novità, perché è dall’inizio del campionato che ripetiamo il nostro punto di vista su certi giocatori della mediana. L’attacco è rimasto ancora infruttuoso ed il solo Massiglia si è elevato dalla mediocrità. I tecnici, chiamati a formare la squadra, hanno notato i punti deboli della compagine e la modesta intesa tra i reparti. Fondere oggi il gioco dei grigi è un compito troppo arduo, e non basta il lavoro di calcolo. Il tempo brucia le tappe e non permette di correre ai ripari con adeguata preparazione. («Il Piccolo» di Alessandria, 23 gennaio 1937) RISULTATI: Fiorentina-Lucchese 2-2 Genova 1893-Torino 2-2 Juventus-Bari 2-0 Milan-Lazio 5-3 Novara-Sampierdarenese 3-3 Roma-Napoli 1-0 Triestina-Ambrosiana 1-1 CLASSIFICA: Bologna, Lazio 23; Torino 21; Juventus, Milan 20; Genova 1893 17; Fiorentina, Lucchese 16; Ambrosiana, Bari, Roma 15; Napoli, Sampierdarenese, Triestina 12; Novara 10; Alessandria 9 MARCATORI 13 gol: Buscaglia P. (Torino), Piola S. (Lazio) 10 gol: Gabetto (Juventus) 9 gol: Borel F. (Juventus), Busoni (Bologna) 8 gol: Busani (Lazio), Coppa (Lucchese), Reguzzoni (Bologna) Il punto sul campionato Il torneo dei calciatori Il fenomeno Milan e la realtà della situazione Il primo episodio del girone di ritorno ha voluto riportare le cose quasi al punto di prima dell'ultima giornata del girone d'andata. Diciamo «quasi», perché, se Bologna e Lazio sono nuovamente alla pari, il Torino vede aumentato da un punto a due il suo distacco. Nel complesso, però, le cose sono tornate a posto presto. Per una domenica il campionato s'era messo a fare il puzzarellone, dividendo, attraverso l'Infortunio granata a Lucca ed il decisivo calcio di rigore di Milano, il trio di testa. La Lazio aveva, cosi, potuto girare la boa del primo turno di partite, comandando tutta sola la classifica. Adesso, invece, ecco il campionato che torna savio e riaggiusta quasi tutto quanto scombinato otto giorni fa. Niente binari nuovi Il campionato o il Milan? Sarebbe più esatto dire il Milan. Fu, infatti, battendosi con 1 rossoneri che il Bologna perdette la sua prima partita fuori casa, ed è ora di fronte agli stessi avversari che la Lazio ha preso la sua seconda sconfitta. In quindici giorni i diavolotti milanesi si sono, quindi, sollazzati a movimentare violentemente le acque già tutt'altro che pacifiche del torneo. Viviamo, dunque, il momento del «fenomeno Milan». Siamo di fronte ad uno squadrone? Se credessimo ai miracoli nel gioco del calcio diremmo, forse, di sì, ma, siccome non ci crediamo per niente, non saremo cosi ottimisti. Uno squadrone non lo si crea da un giorno all'altro con undici uomini, la cui classe media non è elevata. Assai più nel vero ai è, invece, quando si dice che il Milan rappresenta il tipico episodio della squadra formata di gente fisicamente bene attrezzata, allenata 'a puntino, moralmente preparata a battersi con tutte le sue forze Una squadra, cioè, che traduce tutte le sue possibilità In risultati pratici, mentre unità potenzialmente più forte non traggono dai loro mezzi che conseguenze limitate. Merito altissimo, quindi, per i rosso-neri, giacché nello sport appunto questo si chiede: che ognuno sappia e voglia dare al momento della lotta il meglio di se stesso. Merito altissimo, ma non già sovvertimento di quel valori tecnici assoluti che il campionato ha ormai con discreta precisione graduato e che alla fine dovranno nettamente emergere. Il Milan, cioè, se è oggi la squadra che batte I quattrocentoventi della compagnia e dona bellezza e vivacità al torneo, non sarà domani la sigla che troveremo in testa alla classifica per le estreme fasi della lotta finale. Non si può emergere sino alla fine, se il livello medio della squadra non è di classe elevata. Sorprese di questo genere possono venire da squadre di giovanissimi, come il Torino dell'anno scorso — che, però non vincono il campionato —, raramente, per non dire mal, da unità il valore dei cui componenti è già ben conosciuto. Tutto ciò non deve suonare co¬ me menomazione alle imprese del rossoneri, ma soltanto è detto per riportare sulla diritta via della logica quelle impressioni che, potrebbero far considerare la lotta per lo «scudetto» come incamminata di colpo su binari nuovi. Il Milan non è squadra da scudetto. In questo momento ottiene risultati d'eccezione e, come sopra abbiamo scritto merita per ciò alto elogio. Ma nell'economia generale del campionato non si può andare più in là. Un punto di più. Intanto, però, la Lazio le ha buscate secche. E malamente. E' vero. Bisogna, tuttavia, ricordare che qualche Infortunio sulla distanza di un torneo di nove mesi tocca sempre anche ai più forti. Soltanto il Genoa e la Juventus del loro tempi più belli riuscirono a non conoscere sconfitta in tutto un campionato. Nel caso particolare della partita di ieri, poi, si può trovare anche una spiegazione del risultato tutt'altro che strampalato, considerando le condizioni del terreno. C'era fango a Milano ed un fondo Che celava poco sotto la sua superficie le Insidie del terreno gelato. Il Milan, come quasi tutte le squadre settentrionali, sa regolarsi In con dizioni del genere, perché sono le medesime che incontra negli allenamenti settimanali. Non cosi, Invece, chi, come la Lazio, viene da Roma, dove il clima offre terreni ben diversi. Pensate che gli «azzurri» giovedì si erano allenati con una temperatura tanto, mite da permettere il lavoro a torso nudo. E' spiegabile, quindi, che a Milano potessero trovarsi a disagio e, dì fronte al gioco rapido e realizzatore dei rossoneri in gran forma, anche sbandarsi e naufragare. ; . Per tutto questo complesso di ragioni mai non riusciamo ancora a credere che il campionato abbia improvvisamente mutato rotta. Le navi della battaglia decisiva sono ancora quelle di prima che si scatenasse la bufera provocata dagli indiavolati rossoneri. Bologna, Lazio e Torino mantengono 1 loro titoli per la vittoria finale, anche se Juventus e Milan si-sono avvicinate di parecchio ai più alti seggi della classifica. Nel confronti del risultato finale, piuttosto, questi quindici giorni di marasma lasciano un segno che potrà avere la sua importali za nel punto in più che separa granata dalla coppia dei loro rivali diretti. Tanto più che nel calendario torinese c'è anche il viaggio a Milano ora viaggio a Milano, un viaggio che, a considerare gli scherzi di società in voga, non è certo troppo ras sicurante. Il Torino, inoltre, se vero che può attendere il Bologna sul campo di via Filadelfia, deve andare a lottare con la Lazio a Roma. Del tre vessillieri, quindi, ce n'è uno che comincia a vedersi dinanzi qualche difficoltà in più degli altri. Ma non si tratta di difficoltà tali da spaventare. I granata hanno, infatti, dimostrato nella... polare partita di Genova di essere tornati padroni di tutti quei mezzi che a Lucca parvero avvolti da una patina di grigiore. L'altra lotta Nulla è ancora deciso fra Bologna, Lazio e Torino. Due settimane di trambusto sono passate, senza gravi conseguenze. Come prevedevamo un mese fa, è venuto il momento del distacco, ma questo momento è presto passato. Quando la compagnia si spezzerà in modo duraturo? Impossibile leggerlo nell'avvenire. Bologna e Torino hanno dimostrato nel girone di otto giorni di non essere ancora fuori lotta. Adesso tocca alia Lazio. Ci riusciranno gli azzurri? Non meno appassionante, più angosciosa certo; si delinea, frattanto, mano a mano che il campionato dipana il suo filo, un'altra lotta, quella per la retrocessione. Alla vetta della classifica, ci si batte per una conquista, al piedi per una salvezza! Oggi una squadra, pare condannata, l'Alessandria, con i suoi miseri nove punti ed i suoi otto gol fatti contro i trentatré presi. Ma le possibilità di riscossa non mancano e, sotto la sferza del pericolo che sempre più ingigantisce, tutte possono da un istante all'altro venire disperatamente sfruttate. Altra squadra più in difficoltà è il Novara che, oltre a tutto, ha ieri dovuto subire le conseguenze di uno di quegli arbitraggi disgraziati a cui da un po' di tempo stiamo assistendo. Ma neppure Napoli, Sampierdarena e Triestina si sentono attualmente troppo al sicuro. Cinque squadre vivono le ore tormentose della terrificante retrocessione, cinque squadre lotteranno per una contesa più importante, forse, di quella per la vittoria del torneo. (La Stampa – Arn., 18/01/1937)