Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1936/1937
Serie A
24-01-1937 - Giornata: 17 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Milan AS 1 - 3 (1 - 3)
RETI: 27. Vecchi E.[A] 12. Boffi A. [Mi] , 29. Capra (II) E. [Mi] , 34. Boffi A. [Mi]

Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Turino Giuseppe, Giuntoli Adolfo, Bigando Giovanni, Rosso Alberto, Croce Aldo, Massiglia Armando, Robotti Luciano, Parodi Pasquale, Vecchi Eligio All.: Banchero (I) Elvio e Piccinini Ottavio

Formazione avversaria
MILAN AS: Zorzan; Perversi, Bonizzoni; Rigotti (II) Carlo, Bortoletti (I) Antonio Gino, Gianesello (II) Sereno; Capra (II) Egidio, Moretti, Boffi, Gabardo, Cossio. All.: Garbutt William.

Arbitro: Ciamberlini Mario (Sampierdarena) [Bogatti, Savio]
Note
Angoli: 2-5 oppure 2-6. Spettatori: 3.000. Giornata grigia e fredda, terreno viscido per il disgelo. Inizio gara ore 14.30 Nel suo tabellino «La Gazzetta dello Sport» indica come ala sinistra nel Milan Arnoni in luogo di Cossio; si tratta di un probabile errore di stampa, in quanto la presenza di Cossio, oltre che dai tabellini di «Stampa» e «Littoriale», è confermata dalle note di cronaca della stessa «Gazzetta».

Commento
Mai visto un ragazzetto correre a perdifiato e poi ruzzolare miseramente a terra per uno sgambetto tiratogli al momento topico da quel bricconcello del compagno, che si diverte a fargli gli sberleffi per giunta? All’Alessandria tutta in blocco è capitata oggi esattamente la stessa cosa. È partita, la generosa squadra grigia, con l’ardore e la veemenza di chi sa di giocare il tutto per il tutto, per una vittoria immediata e per un’estrema speranza futura. È volata verso la rete avversaria, con disordine pari al coraggio, ed ha potuto dare per qualche minuto l’impressione di passare di prepotenza. Siamo esatti, per 10 minuti. Poi il Milan ha tirato il suo sgambetto briccone, ha fermato di colpo la forza propulsiva dei locali, si è messo a sua volta a fare sul serio e là, nel volgere di altri sessanta secondi, ha regalato alla gioia prorompente dei mille sostenitori accorsi da Milano per assistere alla prova, il primo goal irresistibile della giornata. A questo punto si poteva pensare che i grigi, scornati e battuti, si avvilissero e dessero via libera. Niente affatto. L’Alessandria ha ripreso invece la sua corsa disperata, stringendo i denti e puntando di gomito. E si è dovuta francamente ammirare la volontà dei grigi che di fronte alla classe indubbiamente e nettamente migliore degli avversari, tenevano testa e si battevano da leoni sul terreno ingannevole e pesantissimo. Picchia e picchia, è scaturito il pareggio. Tutto da rifare, la fede rinfocolata nei petti dell’Alessandria. Ed ecco ancora il Milan protagonista. È stato fin qui superiore per qualità di gioco, per chiarezza di idee, per varietà di temi. Ma ora deve badare al sodo. I rossoneri sembrano guardarsi negli occhi e giurarsi l’un l’altro la vendetta allegra. Il goal dell’Alessandria è venuto al 27’; al 29’ il Milan è già in vantaggio un’altra volta; al 33’ ha ribadito i diritti della sua classe e della sua forma e stabilito un punteggio attivo che non dovrà mutar più fino al fischio finale. La ripresa si identificherà infatti in un vano assalto dell’Alessandria alla munita roccaforte milanese e in un accorto gioco di controllo da parte del Milan. Così la gara si cristallizzerà sul 3-1; e sul 3-1 il Milan raggiungerà la nona vittoria di questo campionato. Questo rapido racconto dice in qual modo la squadra di Colombo abbia superato la difficile prova. Ma non dice quali tesori abbia messo in luce questa magnifica compagine che col procedere delle settimane acquista nuova lena, nuova vitalità, nuova sicurezza e nuove qualità tecniche. Nel primo tempo il Milan ha offerto spettacolo di gioco spiegato, letizia per l’occhio dell’esteta; nella ripresa ha offerto spettacolo di gioco accorto e intelligente, gioia del tecnico che conosce le virtù della fermezza plastica della sicura resistenza. Nella prima fase della contesa questo Milan ha sviluppato i suoi temi d’attacco con una vena inesauribile, con eleganza pari al dinamismo, con incisività pari alla precisione. Nella seconda fase, nonostante avesse due attaccanti in menomate condizioni fisiche, ha controbattuto il gioco dei rivali con la calma freschezza di chi sa di non aver nulla da temere e lascia sfogare l’avversario fermandolo al momento giusto, pago di lasciar fare senza pericolo. Tutta la squadra merita uno schietto elogio in blocco. Zorzan ha lavorato poco ed il poco lavoro ha sbrigato senza il minimo errore. Imparabile il goal. Perversi ha manovrato con la sua solita irruenza e potenza. Bonizzoni è apparso una colonna imbattibile, sia da fermo che sullo slancio. La mediana rossonera vede oggi sommate in tre uomini tutte quante le doti necessarie per comporre una linea del massimo rendimento: l’esperienza consumata in Rigotti; il fiato da struzzo in Bortoletti; lo stile eletto e la continuità in Gianesello. Forse Gianesello è stato il migliore dei tre. Certo nessuno è venuto meno al suo compito per un solo istante. L’attacco è stato la snellezza e la decisione personificate. Capra, finché non è stato colpito al ginocchio, ha lavorato con lena instancabile e con rara efficacia. Moretti ha avuto qualche pausa ma anche molti momenti felicissimi, specie in tema di passaggi. Boffi ha disputato un primo tempo maestro, non solo per tiro, ma anche per smarcamenti e senso di posizione; meno brillante nella ripresa. Gabardo ha costituito il filo conduttore fra la mediana e l’attacco e il suo lavoro è stato prezioso sempre, tranne nel periodo in cui l’atleta ha accusato un rude colpo ricevuto. Deciso all’estremo, penetrativo, netto nell’azione Cossio che ha portato al centro palloni d’oro. Tanto decisa era l’Alessandria a giocare la gara della resurrezione, tanto convinta è stata nel corso della partita che contro il Milan di oggi non c’era assolutamente niente da fare. Va ad onore della compagine grigia il non essersi accasciata mai, non essere mai crollata. Vincere o pareggiare era una chimera. La squadra possiede vitalità e foga estreme. Le manca l’ordine, le manca la sicurezza specialmente all’attacco. La sua difesa non ha commesso gravi errori anche se Turino è apparso più rude che preciso e Lombardo ha fatto qualche campanile pericoloso. La mediana manovra molto ma non rende in relazione. Bigando per esempio rompe abbastanza bene, ma rifornisce… mandando all’avversario. All’attacco, molto buio. I giocatori tempestano, tirano anche, ma non scorgono la rete e il più delle volte sparano a salve o fra le gambe dei terzini. Vecchi è il più pericoloso della linea e Robotti il più deciso. Ma nessuno possiede l’arte di arrivare a fondo in uno spunto, in modo da mettere in serio pericolo la porta avversaria. Anche il goal è stato indovinato. Fra l’Alessandria e il Milan correva insomma una classe. Ed il punteggio risulta perciò esatto. Ci limitiamo a descrivere, in sede di cronaca, le quattro reti del primo tempo. 12’: Bortoletti passa a Boffi, questi a Gabardo che ritorna a Boffi tagliando fuori il centromediano. Il centrattacco del Milan ha ancora quattro avversari davanti a sé. Si destreggia, ingannando tutti, indovina un corridoio, ci si infila e con tiro potente a mezza altezza segna imparabilmente. 27’: rimessa laterale e tiro a campanile di Croce. Si crea una mischia sotto la porta di Zorzan. Tre teste toccano il pallone. Finalmente Vecchi, con una rovesciata da pochi passi, indovina l’angolino della porta e segna il pareggio. 29’: azione personalissima di Boffi che si porta fino a pochi metri dal portiere avversario. Ostacolato, Boffi tocca a Capra che con un tiro radente da destra a sinistra, infila di prepotenza. 33’: il più bel punto della giornata. Da metà campo: Gianesello a Gabardo, Gabardo a Moretti, Moretti in profondità a Boffi, tiro saettante di Boffi e goal senza che un solo avversario abbia potuto sfiorare il pallone! Nella ripresa Capra, lanciato da Boffi e solissimo, a due passi dal portiere, manca un’occasione puerile, mandando in bocca al guardiano statico. L’arbitro Ciamberlini, ben coadiuvato dai segnalinee, ha diretto l’incontro, sempre veloce spesso rude, con severa sicurezza e impeccabile precisione tecnica. Notata fra il pubblico una schiera di giovani camicie nere e di giovani fascisti, venuti alla partita prima di recarsi a plaudire il Segretario del Partito, che è giunto ad Alessandria alle 17. Giornata senza pioggia e senza sole. Gabardo e Capra sono stati rudemente toccati nel corso della ripresa e pur rimanendo in campo rendevano sensibilmente meno. L’Alessandria spostava due volte Vecchi centrattacco e poi ancora ala nel secondo tempo. (Erberto Levi, «La Gazzetta dello Sport», 25 gennaio 1937) Neppure nel nuovo schieramento, rimaneggiato in difesa, nella mediana e nell’attacco, i grigi hanno saputo opporsi efficacemente alla compagine rossonera, apparsa nettamente superiore in tutta la sua struttura a quella avversaria. Questa ha lottato tuttavia con strenuo ardore nel primo tempo ed ha portato ripetuti attacchi alla rete di Zorzan, calmo e tempista come la coppia dei terzini, sempre pronti ad infrangere le offensive grigie. Dopo una nuova mischia sotto la porta milanista in cui Robotti si è lasciato sfuggire una ottima occasione per eccessivo indugio nel tiro finale, la situazione viene capovolta al 12’ da un attacco rossonero più agguerrito e giudizioso. Boffi si scambia di posto con Gabardo ed entrambi piombano sulla difesa grigia che sembra smarrita: Boffi ha così tutto il tempo per aggiustarsi il pallone e battere con tocco secco e preciso il portiere, rimasto anch’egli inerte in tale circostanza. L’Alessandria si scuote e riprende ad attaccare furiosamente, cosicché al 27’ in seguito ad una rimessa laterale gli alessandrini colgono il frutto della loro fatica. Centro alto di Croce, passaggio di Massiglia a Vecchi e fulminea rovesciata di questi che batte in pieno il portiere milanese. L’entusiasmo nel campo grigio dura poco: due minuti dopo Boffi, avuta la palla, fila minaccioso fino a pochi metri dalla porta alessandrina. Stretto da vicino da Turino, allunga a Capra e questi da due passi non ha difficoltà a segnare il secondo punto. Rabbiosa reazione grigia. Bell’attacco di Robotti sventato in angolo da Zorzan e poi, al 34’, terzo punto per gli ospiti. Fuga di Moretti e allungo a Boffi, che taglia fuori i terzini grigi. Esce allora di porta Ceresa, per ostacolare il tiro a Boffi; ma questi riesce tuttavia a calciare. La palla picchia sulla gamba del portiere e finisce in rete. Nulla di notevole nel restante del primo tempo. Nella ripresa gli alessandrini attaccano per oltre mezz’ora rabbiosamente. Si lotta accanitamente ma anche con molto disordine ed orgasmo cosicché la difesa milanista ha buon gioco per sgomberare il terreno minacciato. Nell’ultimo quarto d’ora il Milan è passato nuovamente all’attacco della rete di Ceresa minacciandola a tratti con tiri di Cossio e Boffi, i più attivi e pugnaci del reparto offensivo rossonero, ma il punteggio non subisce cambiamenti. («Il Littoriale», 25 gennaio 1937) Anche il Milan è riuscito a passare vittorioso sul campo alessandrino nonostante la magnifica combattività della squadra grigia che sperava nella partita odierna, malgrado l’ottima forma degli avversari di poter raggiungere la vittoria e con essa sfuggire dal grave pericolo della retrocessione. L’Alessandria ha iniziato la partita con grande combattività e nei primi dieci minuti di gioco aveva lasciato credere che avrebbe potuto aver ragione della compagine avversaria, se non che, all’8’ Boffi, avuta la palla a metà campo, iniziò una discesa in profondità, tallonato da tre avversari, ma mai ostacolato, di modo che l’attaccante milanista, giunto nell’area di rigore, scoccava un tiro fortissimo alla sinistra di Ceresa. La magnifica rete del rossonero, colta di sorpresa per l’incertezza dei difensori grigi, ha pregiudicato l’andamento della partita. L’Alessandria non disarmato e, dopo reiterati attacchi più affannosi che travolgenti, è riuscita a ristabilire il pareggio al 27’ a conclusione di un centro di Croce e magnifica rovesciata in rete di Vecchi. L’entusiasmo dei grigi fu di breve durata e due minuti dopo Capra realizzava in seguito ad azione personale di Boffi e tardivo intervento di Turino. Nuovo contrattacco alessandrino, tiri di Massiglia e Robotti parati dal portiere e, su azione Gianesello-Gabardo-Boffi, questo ultimo battere per la terza volta Ceresa. Il restante della partita, tanto nel primo tempo quanto nella ripresa, ha trovato il Milan meno aggressivo e preoccupato di infrangere con calma le disordinate azioni dell’attacco alessandrino. Di notevole nella ripresa alcuni tiri di Massiglia, Robotti e Croce da parte degli alessandrini e di Gabardo, Boffi e Capra per i rossoneri. L’ala destra del Milan, a pochi passi da Ceresa, ha sciupato l’occasione tirando sul portiere. Complessivamente sono stati tirati nove corners, cinque contro il Milan. («Il Piccolo» di Genova, 25 gennaio 1937) ALESSANDRIA-MILAN 1-3 A una mischia sotto la porta milanista, in cui Robotti si è lasciato sfuggire una ottima occasione per l’eccessivo indugio nel tiro finale, la situazione viene capovolta al 12’ da un attacco rossonero, più agguerrito e realizzatore. Boffi si scambia il posto con Gabardo ed entrambi piombano sulla difesa grigia che, incerta e malsicura nel suo compito, lascia a Boffi tutto il tempo per aggiustarsi il pallone e battere con un tocco sesso e preciso il portiere, rimasto anch’egli inerte in tale contingenza. Al 27’ i grigi colgono il frutto delle loro fatiche ed ottengono il pareggio brillantemente: centro alto di Croce, passaggio di Massiglia a Vecchi e fulminea rovesciata di questo, che batte in pieno il disperato intervento a terra di Zorzan. Ma l’attacco milanista si rinnova; Boffi, in gran forma, scende minaccioso fino a dieci metri della porta alessandrina: stretto da vicino da Turino, il centroattacco rossonero allunga la palla a Capra il quale, da pochi passi, non ha difficoltà a segnare il secondo punto approfittando dello smarrimento della difesa avversaria, completamente scoperta. Rabbiosa reazione grigia, bell’attacco di Robotti sventato in angolo da Zorzan; terzo calcio d’angolo al 33’ contro l’Alessandria ed al 34’ terzo punto per gli ospiti. Fuga di Moretti ed allungo in profondità a Boffi, che taglia fuori i terzini grigi; esce allora Ceresa per ostacolare l’azione di Boffi, ma questi riesce tuttavia a calciare di sghembo; la palla picchia sulla gamba del portiere e si insacca in rete. Tre ad uno. I grigi sono completamente smontati e solo nella ripresa riescono a reagire vigorosamente alla avversa sorte, attaccando decisamente: il Milan è a ridosso della sua rete minacciata, mentre infuria incalzante e nervosa l’offensiva alessandrina; si lotta con accanimento nei due settori, ma senza speranza di riuscita da parte dei grigi («La Stampa», 25 gennaio 1937) UN'ALTRA SCONFITTA La squadra grigia, presentatasi in campo contro il Milan in una nuova formazione, ha lasciato buona impressione nella prima mezz’ora di gioco, poi, di fronte ai lanciatissimi avversari che erano riusciti fortunosamente a mettersi in vantaggio anche dopo il faticato pareggio dell’Alessandria, misero a nudo le deficienze dei reparti, la fragilità della difesa, l’incertezza di Bigando nel lanciare l’attacco, l’incapacità di Giuntoli nel controllare l’ala sinistra ed il faticoso comportamento di Parodi nel nuovo ruolo, in seguito anche ad indisposizione del biondo giocatore grigio dopo appena dieci minuti di gioco. Forse se i grigi avessero avuto maggior fortuna (le azioni da rete non sono mancate agli attaccanti alessandrini) la partita avrebbe preso un’altra piega, perché, pur attraverso il rammarico della secca sconfitta subita, non è sfuggito al cronista e non deve essere dimenticato dagli sportivi che nella prima mezz’ora di gioco e anche dopo il pareggio l’Alessandria aveva dimostrato di tener fronte degnamente al Milan che oggi è la squadra più efficiente d’Italia. Purtroppo le reti degli ospiti, scaturite in seguito a marchiani errori del nostro sestetto di retroguardia, hanno scosso il morale dei nostri giocatori e decuplicato lo slancio dei rossoneri. A nostro modo di vedere oggi non si possono fare dei miracoli; però, mentre si sono fatti i più impensati spostamenti, non si utilizza saggiamente il giocatore più tecnico e più coordinatore della squadra alessandrina. Per eliminare il dualismo nel ruolo di centrosostegno tra Parodi e Giuntoli, si ricorre a Bigando dopo aver tenuto a riprova Parodi, il quale non ha convinto come lo scorso anno, e si sacrifica Giuntoli, il quale in tutte le partite giocate in tale ruolo ha sempre guidato la squadra alle migliori affermazioni. Noi siamo ammiratori di Giuntoli, ma per primi abbiamo scritto che questo giocatore non è capace di fare il mediano laterale. In tutte le partite giocate come mediano laterale Giuntoli ha sempre lasciata liberissima l’ala; è un giocatore fuori posto in questo ruolo ed è grave insistere. Il suo posto è, come abbiamo detto, al centro della mediana. Quale mediano laterale si potrebbe chiamare Cavasonza. Questo giocatore è stato collaudato contro il Torino in una partita dove la difesa grigia ha tenuto degnamente il confronto e poiché Cavasonza non commise gravi errori è stato escluso dalla squadra, mentre ha doti di fiato e di combattività da far invidia ai migliori terzini e mediani dell’Alessandria. L’amico Piccinini, giustamente, non si sente di fare il becchino della squadra grigia e lavora con grande passione per risollevare le sorti della compagine locale, ma deve calcare una strada migliore dei suoi predecessori. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 30 gennaio 1937) RISULTATI: Ambrosiana-Novara 3-1 Bari-Bologna 0-1 Lazio-Genova 1893 2-1 Lucchese-Juventus 1-1 Napoli-Fiorentina 1-0 Sampierdarenese-Roma 0-1 Torino-Triestina 2-0 CLASSIFICA: Bologna, Lazio 25; Torino 23; Milan 22; Juventus 21; Ambrosiana, Genova 1893, Lucchese, Roma 17; Fiorentina 16; Bari 15; Napoli 14; Sampierdarenese, Triestina 12; Novara 10; Alessandria 9 MARCATORI 14 gol: Piola S. (Lazio) 13 gol: Buscaglia P. (Torino) 10 gol: Borel F. (Juventus), Gabetto (Juventus) 9 gol: Busani (Lazio), Busoni (Bologna), Reguzzoni (Bologna) 8 gol: Capra (Milan), Coppa (Lucchese), Torri (Novara) Il punto sul campionato Il campionato italiano FERMO SULLE POSIZIONI Niente di nuovo. Giornata tranquilla e risultati regolari. La solita vittoria esterna del Bologna con lo scarto minimo; i successi non nettissimi ma meritati della Lazio e del Torino;. il pareggio della Juventus sull'inviolato terreno lucchese; il deciso passo in avanti fatto dal Milan ad Alessandria. La classifica resta pressoché immutata. Sono pochi i rilievi suggeriti dalla diciassettesima serie di incontri. Il primo e più importante è quello della regolarità di marcia del Bologna. La squadra rosso-bleu va forte ed è ormai alla sua settima vittoria in trasferta. I due punti presi a Bari contano assai ed inducono a pensare che il Bologna, raggiunto finalmente il miglior rendimento, non possa essere sbalzato dal primo posto: La squadra campione è indubbiamente meno brillante di quella laziale, ma c'è più sicurezza nel suo comportamento. Giuoco legato, ben fiuto, controllate, ed una saldezza granitica. Il Bologna è primo e probabilmente lo sarà al termine del torneo. Lazio e Torino non cedono. Non erano facili le partite che azzurri e granata avevano in casa, che Genova e Triestina sanno lottare, eppure Lazio e Torino hanno vinto. I due successi non costituiscono nulla di eccezionale nel quadro generale della lotta, ma servono a dimostrare che gli avversari diretti del Bologna non si arrendono. Il Milan è rimasto solo al quarto posto per aver saputo imporsi ad Alessandria. A niente è valso lo spirito di riscossa che ha animato i grigi: la differenza di valori esistente fra le due squadre non ha potuto essere colmata ed il Milan è passato. Non altrettanto ha saputo fare la Juventus a Lucca pur essendosi trovata, a metà gara, nella più favorevole delle situazioni. L'avversario era incompleto, mutilato e stremato di forze, si che la Juventus avrebbe vinto se le fosse riuscito di svolgere un normale giuoco di attacco. Le deficienze delle due estreme e la cattiva giornata di Borel II hanno, invece permesso alla Lucchese di resistere. I bianco neri hanno, dunque, perso un punto che sarebbe stato assai prezioso per la loro classifica e che non potranno tanto facilmente ricuperare. Importanza relativa hanno i risultati conseguiti dal Genova, dall'Ambrosiana, dalla Roma, dalla Lucchese, dalla Fiorentina e dal Bari. Solo tre di queste squadre sono riuscite a cavarsela con onore,. La Roma ha vinto per la prima volta in campo avversario e 'si è giovata del periodo di crisi che attraversa la Sampierdarencse per riuscire a tanto. I due punti sono valsi a togliere i giallo rossi da una posizione piuttosto incomoda. La Roma non può aver più speranze di salire sino ai posti d'onore, ma è giusta che si metta almeno in una comoda posizione dì centro. Dopo tanta disdetta un po’ di buona sorte non guasta. L'Ambrosiana ha faticato assai a piegare il Novara e forse non vi sarebbe neppure riuscita se gli azzurri non avessero perso più di un uomo nel corso della gara. All'Arena si è visto che l'unità nero azzurra non è proprio in grado di fare grandi cose e si è constatato che il Novara è in ripresa, sì che non è da escludersi un suo vigoroso serrate per raggiungere la salvezza. Della Lucchese si è detto. Ha fatto molto per tenere a freno la Juventus. La squadra è ben costruita e ricca di volontà. Quando potrà nuovamente presentarsi al gran completo (per la gara di domenica prossima a San Siro è annuncialo il rientro di due titolari) saprà battersi bene e conseguire risultati ottimi. E' bello, intanto, vedere con quale entusiasmo è sorretta una compagine di fresca formazione. Mentre centri che per il passato furono vivai magnifici vanno calcisticamente scomparendo, Lucca si afferma. La constatazione è delle più liete. Tre squadre battute che possono invocare più di un'attenuante sono Genova, Bari e Fiorentina Al Genova è toccato di misurarsi con la Lazio ed a Roma nessuno ha ancora preso un punto. La Fiorentina si è battuta coraggiosamente a Napoli e, ancora incompleta, ha ceduto di misura di fronte a quegli azzurri che non possono proprio più permettersi il lusso di perdere punti in casa. Il Bari infine, ha dovuto fare i conti con il Bologna e la sorte che gli è toccata è la sorte comune a quanti ricevono la visita dei campioni d'Italia. Per il momento la lotta per la salvezza paro ristretta a quattro unità. Alessandria, Novara, Triestina e Sampierdarenese. La Triestina è in ripresa (com'è apparsa sul campo del Torino) e si crede che possa quanto prima andare più in su del tredicesimo posto. Il Novara si batte ancora con coraggio, anche se con scarsa fortuna. Solo Alessandria e Sampierdarenese vedono nero nero l'avvenire. Ma, nulla v'è di risolto. Questa la situazione. Forse essa cambierà domenica, quando Bologna, Milan, Juventus, Fiorentina, Roma, Genova, Novara e Triestina resteranno in sede e toccherà all'Ambrosiana, alla Lucchese, al Napoli, alla Lazio, al Bari, al Torino all'Alessandria e alla Sampierdarenese di mettersi in viaggio. (La Stampa - L.C., 26/01/1937)