Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1931/1932
Serie A
08-11-1931 - Giornata: 8 - Milano - Arena Civica


Ambrosiana AS - Alessandria US 4 - 0 (3 - 0)
RETI: 1. Demaría A. [Am] , 4. Serantoni P. [Am] , 11. Visentin (III) U. [Am] , 64. Ferrero L. [Am]

Alessandria US Mosele Vittorio, Lombardo Umberto, Fenoglio Giuseppe, Costenaro Gino, Gandini Giuseppe, Borelli Michele, Cattaneo Renato, Scagliotti Cinzio, Notti (I) Alfredo, Marchina Libero, Cornara Giuseppe All.: Stürmer Karl

Formazione avversaria
AMBROSIANA-INTER AS: Smerzi; Bolzoni, Perduca; Rivolta, Viani (I) Giuseppe Ferruccio, Castellazzi; Visentin (III) Umberto, Serantoni, Meazza, Demaría, Ferrero Luigi. All.: Toth Potya István.

Arbitro: Gonani Giovanni (Ravenna)
Note
Angoli: 5-3. Tempo piovoso, terreno viscido ma regolare. Inizio gara ore 14:30.

Commento
Partita che ha una storia semplicissima: l’Ambrosiana, in buona giornata e a punto in tutti i suoi reparti, ha superato senza un attimo di esitazione le barriere oppostele da un’Alessandria mal centrata nel perno della linea di sostegno e piuttosto incolore nel gioco e ha raggiunto in dieci minuti un punteggio che non permetteva agli avversari speranze di ricupero. Nel resto del primo tempo, la costante prevalenza dei neroazzurri è stata meglio arginata, oltreché dalle difficoltà del terreno sodo ma sdrucciolevole, dal rinfrancato gioco dei grigi, i quali peraltro solo in un paio d’occasioni sapevano creare a Cattaneo la possibilità di un tiro efficace. Più contrastato il secondo tempo, che vedeva anche un buon quarto d’ora d’attacco organico e svelto dell’Alessandria: ma il più solido impianto della squadra milanese permetteva ai neroazzurri di affermarsi ancora con netta superiorità, di concludere con un quarto goal le decine di azioni condotte a fondo e di chiudere la partita in bellezza. L’Alessandria, per la puntigliosa e diligente partita svolta in condizioni morali depresse per la severa punizione ricevuta in partenza, avrebbe forse meritato il goal della bandiera; ma bisogna pur riconoscere che oggi si è trovata di fronte una squadra che la superava di gran lunga in ogni reparto. A cominciare dalla mediana, dove Costenaro non si è quasi visto di fronte a un Viani in ottima forma e Gandini è saltato fuori solo nella ripresa, per comandare con autorità il miglior periodo dell’offensiva alessandrina. Qualche incertezza nei terzini ha facilitato la marcatura dei primi goals e ha messo la squadra in altri numerosi pericoli; poi, la coppia si è rinfrancata e ha tenuto meglio, pur dimostrando sempre poca dimestichezza col terreno, al quale certo si deve in gran parte il grossissimo scarto di valori oggi apparso. Ottimo, invece, Mosele nelle poche parate che gli attaccanti avversari gli hanno permesso. Il quintetto d’avanguardia si è distinto per qualche centro di Cattaneo e per buone azioni di Scagliotti nei passaggi e negli allunghi; ha avuto anche un discreto lavoro di tessitura nell’accennato periodo di prevalenza grigia, ma ha difettato sempre di capacità di realizzo. Peggio è stato quando, nell’ultima mezz’ora, si sono rivoluzionati i campi, con Scagliotti al centro di linea, Cattaneo mezzo sinistro, Marchina ala destra, Notti mezzo destro. Ma tutta la partita dei grigi deve essere valutata nei confronti dell’Ambrosiana, che è stata oggi in grande giornata nei reparti centrali e vivacissima nel gioco d’attacco. Perfettamente impostata sulla mediana, sempre presente in ogni fase della gara, con particolare riguardo a Viani e a Rivolta, potente e misurata nei terzini, la squadra neroazzurra ha potuto dare palloni su palloni al quintetto d’attacco, che se n’è giovata per dare al suo gioco il tono di una rapida accademia, sempre pronta a trasformarsi in azione risolutiva. Tutti gli uomini della linea hanno registrato con un goal il loro successo personale… ad eccezione di Meazza, che però è stato l’anima dell’attacco, mettendo il suo zampino chiarificatore in quasi tutte le azioni che portarono alla segnatura e in molte altre sfumate per errore del compagno che operava il tiro o per esatto intervento della difesa avversaria. Non sono mancati i caratteristici strappi del centroattacco nazionale ma, in considerazione forse del terreno, mai sono stati portati a fondo; sono stati risolti, del resto, con avvedutissimi passaggi. Brillante e tecnicamente pregevole il lavoro delle ali, potente e studiato Visentin, veloce e acrobatico Ferrero. Sempre utile Serantoni, cui nuoce talvolta la smania di strafare, e in ombra Demaría, oggi niente padrone del suo shot. Precisa la direzione tecnica di Gonani di Ravenna, che ha arbitrato senza troppe difficoltà la cavalleresca partita, svoltasi sotto la pioggia davanti a pubblico numeroso. I goals vennero segnati nel primo tempo al 1’ da Demaría, su azione susseguente a corner, dopo che Serantoni, smarcato insieme a Visentin da un aggiustato colpo di testa di Meazza; il pallone veniva calciato fortissimo sul palo opposto e rimbalzava in rete; all’11’ da Visentin, che calciava di prepotenza, strappandolo dal piede di Fenoglio e infilandolo sotto il ventre di Mosele gettatosi in tuffo, un pallone centrato da Ferrero e allungato da un tocco di testa di Meazza. L’azione dei neroazzurri insiste, ma non si apre più la via del goal; i grigi anzi possono scappare e tiri di Cattaneo sfumano per difetto di potenza, mentre Marchina si vede respinto da Smerzi un forte pallone. Al 38’ una fuga di Ferrero sembra infrenabile, ma Mosele, portatosi al limite dell’area di rigore, può prendere il pallone e salvare. Al 42’ una fuga e susseguente tiro di Cattaneo è neutralizzata da Smerzi, che si urta con Scagliotti, accusando un colpo alla testa. L’Ambrosiana manca un’occasione al 2’ della ripresa, perché il tiro di Serantoni a porta vuota rimbalza sul palo. E una serie di tre corner minaccia ancora Mosele, finché al 19’ Ferrero raccoglie un lungo centro di Rivolta, stringe sul goal e segna con tiro potente, facendo rimbalzare il pallone dal palo opposto a rete. Ma si è impostato nel frattempo il periodo della controffensiva alessandrina, benissimo e sveltamente manovrata, ma sempre controllata da Perduca e Bolzoni e resa sterile altresì da mancanza di decisione nel tiro. Due corners contro l’Alessandria, poi ancora netto predominio dei neroazzurri fino al termine. (Mario Zucca, «La Gazzetta dello Sport», 9 novembre 1931) Tre goals nei primi undici minuti. Al fischio d’inizio, il giuoco si sposta sulla sinistra dell’attacco neroazzurro e l’azione si conclude in corner contro i grigi dovuto all’intervento di Borelli per evitare il tiro a rete di Serantoni: Ferrero batte il calcio d’angolo, Visentin riprende il pallone e, con tiro corto, lo rimette al centro ove Demaría raccoglie e segna di testa da pochi metri. L’Ambrosiana insiste e svolge un rapidissimo giuoco di passaggi: il pallone passa da uno all’altro dei giuocatori neroazzurri con una celerità che sconvolge le linee dei grigi. Ecco una serie di ben sette passaggi consecutivi senza che i grigi possano intervenire: da Rivolta a Serantoni, Viani, Demaría, Meazza, Demaría ancora che rimette il pallone all’alpino, il quale lo porge a Serantoni che tira in goal, colpendo la faccia interna del palo destro e cogliendo il secondo punto. Due goals in cinque minuti. L’Alessandria tenta di ordinare le fila e riesce a sollevare per qualche minuto la propria difesa dall’assillante peso dell’offensiva avversaria. All’11’ si sviluppa un nuovo attacco sulla sinistra del fronte neroazzurro. Ferrero effettua il cross: tre, quattro giuocatori delle due schiere saltano per colpire il pallone di tosta, ma invano. La palla giunge così a Visentin, spostato verso il centro, che tira in porta nell’angolo sinistro e segna nonostante il tuffo un po’ tardivo di Mosele. A questo punto, quindi, la partita è decisa in modo irrimediabile. L’Ambrosiana ha iniziato di slancio, ha messo in vetrina tutto il meglio che può fornire la sua produzione ed ha ottenuto tre punti, mentre l’Alessandria non ha ancora potuto abbozzare un giuoco di attacco o una tattica di difesa. La rete di passaggi creata senza indugi dai neroazzurri, che avevano cura di tener sempre basso il giuoco, ha tagliato fuori mediani e terzini con la massima facilità: velocità e precisione di azione hanno valso ai milanesi la pronta conquista del successo sicuro. In seguito, l’andatura dei compagni di Meazza si è allentata: essa ha perso un po’ del suo brio iniziale, né sempre ha ritrovato il mordente nella fase conclusiva. Può darsi che la sensazione di aver la vittoria in tasca abbia influito sul successivo diminuito rendimento degli ambrosiani, ma e anche fatale che non tutta una partita si possa condurre con lo stesso tono autoritario e vibrante. I tre goal neroazzurri non hanno demoralizzato l’Alessandria. Questa bella squadra provinciale, impigliata nelle reti di un’Ambrosiana spinta a tutta andatura, ha dato all’inizio, a chi giudica solamente sulla base di impressioni soggettive, di mancare di nerbo e di solidità. Se ciò corrispondesse al vero l’Alessandria dalla con fusione iniziale non si sarebbe più ripresa e sarebbe andata alla deriva permettendo ai più classici avversari di maramaldeggiare. Invece appena la velocità del giuoco neroazzurro è fatalmente diminuita, i grigi hanno cominciato ad imbastire le loro azioni di contrattacco, a predisporsi tatticamente per contenere le offensive pratiche e quasi continue dell’Ambrosiana. Che gli attacchi grigi non potessero aver soverchie pretese s’è però potuto constatare ben presto. Abili Notti e Scagliotti nel distribuire e nel congegnare le trame d’attacco, assai attivo Gandini e utile Costenaro, che è parso dotato di possibilità eccellenti, ma scarsi di decisione e di autorità quando occorre concludere, gli alessandrini non hanno impegnato difficilmente Smerzi, con un tiro di Cattaneo, per la prima volta, che verso il ventesimo minuto e per la seconda volta, con un altro tiro dell’ala destra, di cui si ricordano qualità realizzatrici ben più poderose di quelle sfoggiate ieri, verso il venticinquesimo minuto. La partita è caduta in seguito un po’ nella monotonia. Prevalenza complessiva assoluta dell’Ambrosiana che non ha sfruttato un paio di facili occasioni presentatesi a Demaría e Ferrero, e giuoco ricco di pregevoli spunti, forniti in maggior copia, naturalmente, dai neroazzurri. Al 37’ gli alessandrini hanno ottenuto un corner e, sul finire del tempo, Smerzi è rimasto a terra dopo uno scontro con Scagliotti. L’incidente non ha però avuto conseguenze, come non ne avrà nel secondo tempo un calcio dato involontariamente da Visentin a Borelli per cui il giuoco subirà una breve interruzione. La fisionomia della seconda metà del primo tempo non ha subito modificazioni nella ripresa. L’Ambrosiana ha mantenuto la sua prevalenza di attacco: essa ha impostato una notevole quantità di azioni e sciupato molte occasioni. Meazza, guardato continuamente dagli avversari, si è limitato astutamente a smarcare e favorire i compagni, liberandosi subito del pallone appena ne veniva in possesso. Ferrero e Visentin hanno così avuto molto lavoro da svolgere: il primo ha avuto molte occasioni per distinguersi ma poche volte ha saputo approfittarne; il secondo ha mandato al centro numerosi palloni precisi e ben dosati. La seconda linea ha giuocato un ottimo match: Rivolta è sembrato essersi ripreso dal recente periodo di cattiva forma, ma un giudizio definitivo sulla seconda linea dato sulla base della partita di ieri è azzardato. La difesa ha rivelato le buone doti di colpitore di Perduca, ma non ha dato la sensazione di essere invulnerabile quando si trovasse a contatto di una linea offensiva più solida e autoritaria di quella alessandrina; sembra accertato, però, l’imminente ritorno nei ranghi di Allemandi. L’Alessandria, al contrario dell’Ambrosiana, ha dimostrato l’efficienza maggiore nella difesa che all’attacco, nonostante i quattro goals subiti e malgrado le ottime idee costruttive palesate a metà campo dagli avanti. Questa, d’altronde, è l’impressione data dalla squadra cara all’on. Rocca anche nella sua precedente esibizione milanese, contro il Milan. Fenoglio e Lombardo hanno giuocato con acume tattico, dopo lo sbandamento iniziale, sfoggiando posizione e tempestività nelle entrate, se non potenza di rimandi. Mosele ha avuto campo di effettuare belle parate. Al secondo minuto della ripresa Demaría, lanciato da Meazza, ha colpito il palo a porta vuota; al 4’ un tiro incontrollabile di Serantoni ha incontrato la schiena di un terzino grigio e il pallone è uscito in corner. Più tardi, la prima linea degli ospiti ha assunto il seguente schieramento dalla destra: Marchina, Notti, Scagliotti, Cattaneo e Cornara. Al 19’ è intervenuto il quarto goal della giornata: Rivolta, spintosi in avanti, effettuava un bellissimo cross. Ferrero, con la parte esterna del piede sinistro, colpiva violentemente al volo il pallone che entrava in rete dopo aver battuto sullo spigolo del palo sinistro. Ferrero riscattava così alcuni errori commessi precedentemente. La partita terminava così col bottino di quattro goals per l’Ambrosiana, al quale avevano partecipato tutti gli attaccanti neroazzurri ad eccezione di Meazza. Complessivamente si sono avuti 5 corners contro l’Alessandria e 3 contro l’Ambrosiana. La gara è stata molestata a tratti da una leggera pioggia; terreno un po’ viscido ma regolarissimo; pubblico abbastanza numeroso; giuoco assai corretto, specialmente da parte dell’Alessandria. (Mario Rossi, «La Stampa», 9 novembre 1931) Accolta da fischi unanimi della folla non troppo numerosa, ma sufficientemente canora per far sentire il suo disappunto in relazione al match di Modena, l’Ambrosiana è subito partita in piena velocità, quasi avesse voluto scrollare di dosso il duplice peso dei fischi e dell’ultima sconfitta. L’Alessandria è apparsa subito presa in velocità di fronte alle rapide azioni dei neroazzurri; tarda a mettersi in moto, incapace di organizzare lì per lì un giuoco efficace di tamponamento e di difesa. L’undici grigio è apparso completamente alla mercé degli avversari per buona parte del primo tempo. Tre goals in dieci minuti sono stati collezionati dalla Ambrosiana in apertura di partita; poi, la susseguente prevalenza neroazzurra, solo in parte controllata dal graduale ritorno degli alessandrini, non è valsa ad alterare il punteggio per i troppi errori degli attaccanti milanesi che hanno fatto a gara nello sciupare le più brillanti azioni da goal. Invece, nella ripresa, stabilitosi un certo equilibrio nelle alternative delle azioni di attacco, l’Alessandria non ha più saputo creare le situazioni favorevoli del primo tempo: perciò, la maggiore pressione esercitata sulla retroguardia degli avversari, con buona impostazione preparatoria ma con scarso profitto, ha denunziato ancora una volta il difetto dell’attacco grigio composto da giovani troppo precipitosi ed anziani che non sembrano all’altezza dei giorni migliori. Specialmente l’ex nazionale Cattaneo è stato inferiore alla sua fama. Buoni i collegamenti delle linee arretrate dopo lo smarrimento iniziale. Cielo plumbeo con sprazzi intermittenti di pioggia. L’Ambrosiana vola. Dopo appena un minuto, l’Alessandria è in corner. Mêlée, allungo parabolico di Visentin, goal di Demaría, segnato da vicino con un colpo di testa. Al 4’, l’azione in linea già descritta, e goal imparabile di Serantoni. Il dominio neroazzurra continua. All’8’ Demaría alza sulla traversa un cross dell’estrema destra; al 10’, traversone di Ferrero, colpo di testa di Meazza e goal di Visentin. Dopo il terzo, sembra che l’Alessandria cominci a raccapezzarsi. Al 17’, Cattaneo impegna Smerzi, ma l’Ambrosiana riprende a premere. Al 21’ un’azione in linea trova Demaría in posizione ottima, ma il tiro è alto. Anche Visentin fallisce il bersaglio e, al 26’, un goal di Meazza è annullato per fuori giuoco. Dopo la mezz’ora, un fulmineo duetto Meazza-Visentin non è concluso all’estrema destra ed una fuga di Ferrero viene salvata da Mosele, uscito incontro all’avversario con esito felice. Sul finire del primo tempo, una mischia sotto la porta di Smerzi lascia il guardiano neroazzurro leggermente ferito alla testa. All’inizio della ripresa, l’Ambrosiana snoda un rapido attacco. Mosele snoda un rapido attacco; Mosele esce a vuoto, ma il tiro di Demaría è respinto dalla base del palo. Le difese sono ora impegnate entrambe per le alterne vicende del match. Al 19’ una lunga centrata di Rivolta è ripresa al volo da Ferrero. Il bolide batte contro lo spigolo interno del palo e finisce in rete. I neroazzurri dimostrano di impegnarsi ancora, cercando prevalentemente di passare al centro; ma la difesa alessandrina, combattiva e sicura, non si lascia battere. Un ultimo tiro fortissimo di Ferrero è bloccato dal portiere, mentre le azioni dei grigi mancano di mordente in area di rigore. («Il Littoriale», 9 novembre 1931) NEL MONDO DEI GRIGI Il quattro a zero di Milano ha non poco impressionato gli sportivi alessandrini, come pure aveva impressionato il tre a zero di Torino, otto giorni prima. Sette goals subiti in due partite senza nemmeno averne segnato uno. Questo ha impressionato (non le due sconfitte) perché nessuno poteva pretendere che contro i campioni e gli ex campioni d’Italia, l’Alessandria potesse, sul campo avversario, strappare un successo. Se contro la Juventus l’Alessandria si era comportata egregiamente, sì da meritarsi l’elogio incondizionato di tutti i critici sportivi, a Milano contro l’Ambrosiana, invece, ha deluso non solo i pochi supporters grigi, ma 10 stesso pubblico milanese. Della grave sconfitta di Milano, non si può addossare la responsabilità solo a qualche giocatore ma bensì a tutta la squadra. Quando una squadra si lascia sorprendere all’inizio dall'avversaria e subisce tre goals in undici minuti vuol dire che è mancata in tutte le linee e che si è trovata in una giornata nerissima. Così è stato dell’Alessandria, domenica scorsa. Nel primo quarto d’ora di giuoco la squadra è apparsa come soggiogata dalla velocità del giuoco avversario e non è riuscita, suo malgrado, a mantenere, la rete inviolata. Tre goals in undici minuti avrebbero dovuto schiantare la squadra. Ciononostante l’Alessandria non si è piegata ed ha dimostrato, nel restante della partita, di possedere la volontà e l'energia per controbattere l'avversa sorte. Ma a tanta volontà, di recupero non ha corrisposto il giuoco dell’attacco la cui forza di penetrazione è risultata inadeguata al gioco della squadra. E come a Torino, anche a Milano, l'attacco grigio, nonostante gli si siano presentate alcune facilissime occasioni, non è riuscito a segnare, ed a salvare l’onore della giornata. (Il Piccolo, 14/11/1931) RISULTATI: Bari-Juventus 0-1 Bologna-Genova 1893 2-0 Brescia-Milan 2-3 Casale-Roma 1-0 Lazio-Triestina 2-0 Napoli-Fiorentina 0-2 Pro Vercelli-Modena 2-1 Torino-Pro Patria 3-1 CLASSIFICA: Bologna 14; Juventus 12; Ambrosiana, Casale 11; Fiorentina, Roma, Torino 10; Genova 1893, Triestina 9; Milan, Napoli, Pro Vercelli 7; Alessandria, Lazio, Modena, Pro Patria 5; Brescia 4; Bari 3. MARCATORI 7 gol: Meazza (Ambrosiana), Rossetti (Torino) 6 gol: Petrone (Fiorentina) 5 gol: Borel (Casale), Vojak O. (Napoli) 4 gol: Esposto (Genova), Fedullo (Bologna), Ferrari G. (Juventus), Ferrero L. (Ambrosiana), Maffioli (Brescia), Patri (Genova), Reguzzoni (Bologna), Schiavio (Bologna), Serantoni (Ambrosiana)