Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1936/1937
Serie A
21-02-1937 - Giornata: 21 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Triestina US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Ceresa Ugo, Lombardo Umberto, Turino Giuseppe, Barale Oreste, Parodi Pasquale, Bigando Giovanni, Bonino Silvio, Robotti Luciano, Rosso Alberto, Vecchi Eligio, Croce Aldo All.: Banchero (I) Elvio e Piccinini Ottavio

Formazione avversaria
TRIESTINA US: Umer; Geigerle, Loschi; Pasinati, Rancilio, Spanghero (I) Luigi; Mian, Chizzo, Busidoni, Costa, Colausig (II) Gino. All.: Konrád Jenő.

Arbitro: Moretti Giorgio (Genova) [Buratti, Gorini]
Note
Infortunato: 20’ Pasinati [T, passato all’ala destra e uscito al 45’]. Angoli: 7-0 (4-0). Spettatori: 3.000. Giornata primaverile, terreno ottimo. Inizio gara ore 14.30

Commento
L’Alessandria ha perduto ieri una facilissima occasione di assicurarsi i due punti in palio, ed il pubblico, al termine della partita, ha fischiato la propria squadra – forse troppo severamente – per disapprovare, non il comportamento dei giocatori, ma la stessa formazione. L’Alessandria, costretta a rimaneggiare i reparti per sostituire Massiglia e Casalino, anziché coprire i vuoti con elementi di riserva pari ruolo, ha creduto più opportuno innestare Rosso a centroattacco e Bonino all’ala destra. Il primo copre abitualmente il ruolo di terzino; il secondo gioca mediano destro nelle riserve. In questa formazione l’attacco grigio è completamente naufragato, Vecchi e Robotti hanno giocato una linea sotto il normale rendimento e Croce ha alternato periodi buoni a tentennamenti preoccupanti. Il sestetto di retroguardia alessandrino si è prodigato inutilmente per tutti i novanta minuti a lanciare ed a rifornire i propri avanti nella metà campo avversaria. La mediocre prova dell’Alessandria è balzata più evidente perché la Triestina, già al ventesimo minuto del primo tempo era stata costretta a rimaneggiare i quadri per una contusione subita da Pasinati. Questo è stato spostato all’ala destra e Mian aveva sostituito Busidoni al centro, il quale, a sua volta, era retrocesso a mediano al posto di Pasinati. Nella ripresa la Triestina aveva lasciato definitivamente Pasinati negli spogliatoi: benché ridotti a dieci uomini, gli ospiti si sono difesi con calma infrangendo le sconclusionate azioni degli avanti alessandrini. Geigerle e Loschi non hanno sbagliato un rimando ed Umer si è distinto con due uscite tempestive, tra i piedi di Rosso e di Robotti. («Il Piccolo» di Genova, 22 febbraio 1937) Questa volta i grigi non hanno avuto fortuna con le solite formazioni di… fortuna! Le assenze di Massiglia (squalificato) e di Casalino, contusosi giovedì in allenamento, hanno costretto i tecnici alessandrini a rimaneggiare la squadra. Nei ruoli vacanti sono stati innestati il terzino Rosso a centroattacco ed il mediano Bonino, esordiente, come ala. L’attacco se ha risposto come prestanza fisica di fronte alla salda difesa triestina, è mancato in meno in pieno nella pratica della più modesta tecnica di gioco. Rosso e Bonino si sono trovati fuori posto e ne ha sofferto tutto il reparto. Per circa ottanta minuti l’Alessandria ha tenuto le redini della partita in virtù del sicuro lavoro svolto da Lombardo e da Turino, tornati a costituire la linea dei terzini e per il prodigo lavoro svolto dalla mediana, dove ha giganteggiato Bigando, ma l’attacco grigio, inconcludente in sommo grado, ha offerto al saldo trio difensivo rossoalabardato il facile compito di far piazza pulita delle insidie portate nell’area di Umer, senza il concetto di penetrazione e con insufficiente dote di tiro. Ridotta a dieci uomini nella ripresa, la squadra ospite ha saputo difendersi con magnifica calma e nelle ultime battute della partita Rancilio, al posto di Castello, magnifico di continuità e chiaro nel costruire le azioni, ha lanciato per due volte Mian e Chizzo ad insidiare la rete alessandrina ed in una di queste occasioni di improvviso capovolgimento di fronte, Mian ha dato a Chizzo la palla da rete, ma il tiro dell’insidioso e promettente attaccante triestino è finito nelle mani di Ceresa. Spanghero è stato superbo nel gioco di stroncamento. Colaussi, toccato duro nella ripresa, ha dovuto giocare in sordina, incerto Mian nel ruolo di centroavanti e buon costruttore Costa. Il gioco langue nei primi venti minuti, poi Parodi, Chizzo e Corce tentano la via della rete. Le minacce maggiori per Umer sono portate da colpi di testa di Bigando in seguito a calci d’angolo e di punizione. Un evidente fallo di mano di Busidoni al 33’, commesso nell’area di rigore, passa impunito. Facile occasione dei grigi sciupata da Bonino e, dopo due calci d’angolo, giunge la fine del primo tempo. Nella ripresa, la Triestina lascia negli spogliatoi Pasinati, schierandosi con Mian al centro e Busidoni mediano laterale. Gioco di netta prevalenza alessandrina, continue punizioni contro i rossoalabardati nei pressi dell’area di rigore, azioni arruffate, mischie pericolose, ma povertà di tiro da parte dei grigi. Ancora quattro calci d’angolo contro la Triestina e poi la fine tra sottolineate disapprovazioni del pubblico. («La Gazzetta dello Sport», 22 febbraio 1937) La robusta, velocissima difesa rossoalabardata e sovente la insufficienza della reazione grigia hanno determinato il nulla di fatto. L’Alessandria ha presentato un nuovo schieramento offensivo con Rosso al centro, in sostituzione di Casalino, contusosi seriamente ad una caviglia in allenamento e con Bonino all’ala destra in luogo dell’assente Massiglia. Tale ennesima formazione non ha affatto soddisfatto poiché è mancata una guida sicura nel comando delle azioni offensive nelle quali sono apparse troppe manchevolezze. Alterne vicende nei due campi con sensibile prevalenza di attacchi grigi privi di mordente e al 18’ si registra una magnifica azione di Parodi, il quale superati tre avversari è riuscito a sferrare un potente tiro da 15 metri a mala pena deviato con la punta delle dita da Umer con un volo fantastico attraverso i pali. È stato questo l’unico spunto brillante in campo grigio. La Triestina è in angolo al 21’ e la mischia si riaccende in seguito accanita, tanto che al 33’ Busidoni ferma una palla con le mani, a pochi passi dall’assediato portiere, ma l’arbitro non concede l’estrema punizione. Prima del riposo la Triestina subisce altri tre calci d’angolo, poi una centrata di Croce mette un invitante pallone sul piede di Bonino che eccessivamente indugia e finisce con sciupare l’eccellente occasione. Nella ripresa la Triestina si presenta in campo priva di Pasinati e gioca esclusivamente in difesa. Al 3’ Rosso ben servito da Parodi indugia a scoccare il tiro e Umer balza sul pallone e respinge lontano. Invano i terzini grigi si spingono fino a metà campo, per alimentare incessantemente i propri avanti i quali beneficiano di altri tre calci d’angolo e parecchi calci di punizione, ma il sospirato punto non giunge. Saltuariamente gli ospiti rompono il cerchio opprimente e lanciano Busidoni e Costa a tentare l’avventura in campo avverso, ma senza risultato. («Il Littoriale», 22 febbraio 1937) ALESSANDRIA-TRIESTINA 0-0 La robusta, ostinata, tenacissima difesa rossoalabardata e sovente la insufficienza dell’attacco grigio hanno determinato il nulla di fatto. L’Alessandria ha presentato un nuovo schieramento offensivo con Rosso al centro in sostituzione di Casalino, conclusosi seriamente ad una caviglia in allenamento, e con Bonino in luogo di Massiglia, squalificato. Alterne vicende nei due campi, con sensibile prevalenza di attacchi grigi privi di mordente: solo al 18’ si registra una magnifica azione di Parodi il quale, superati alcuni avversari, è riuscito afferrare un potente tiro da quindici metri a malapena deviato da Umer con un volo attraverso i pali. È stato, questo, l’unico spunto brillante in campo grigio, poiché i successivi tentativi hanno rivelato quasi sempre molto orgasmo e scarso senso penetrativo. Al 33’ Busidoni ferma nettamente la palla con le mani a pochi passi dall’assediato portiere, ma l’arbitro non concede l’estrema punizione. Prima del riposo Bonino, per eccessivo indugio, sciupa da pochi passi un’eccellente occasione. Nella ripresa la Triestina si presenta in campo priva di Pasinati, contusosi cadendo, e gioca in difesa. Al 3’ Rosso, ben servito da Parodi, tentenna nello scoccare il tiro ed Umer balza sul pallone e lo respinge lontano. Invano i terzini grigi si spingono fino a metà campo per nutrire incessantemente i propri avanti, i quali beneficiano di altri tre calci d’angolo e parecchi calci di punizione: il sospirato punto non giunge. («La Stampa», 22 febbraio 1937) Calcio I GRIGI A FIRENZE Se facciamo riferimento alla squadra alessandrina sul comportamento dell’ultima partita di campionato, a priori la Fiorentina dovrebbe incamerare i due punti, ma i pronostici hanno piedi di piombo nei finali di campionato e le sorprese non dovrebbero stupire neanche i più pessimisti. A Firenze si cammina forte; il risultato pari ottenuto dai viola domenica scorsa a Torino ha quotato maggiormente il morale dei toscani. Ciò nonostante dobbiamo avere fiducia nei grigi, i quali, nei confronti della Sampierdarena, hanno un calendario migliore. Allenamento a porte chiuse Questa era una pia intenzione dei dirigenti dell’Alessandria e infatti martedì l’esperimento è riuscito, m a nella giornata di giovedì il pubblico ha preso d’assalto il cancello e, fatto saltare il chiavistello,- irruppe sugli spalti ad assistere alla partita e ad applaudire la squadra in campo. Durante gli allenamenti sono state provate varie formazioni. Quella che ha maggiormente soddisfatto l’allenatore ha avuto Rosso a terzino al fianco di Lombardo; intatta la mediana; e l’innesto di Massiglia e Piana all’attacco. Lo schieramento degli avanti potrà avere due impostazioni a seconda del ruolo che verrà affidato a Piana, elle gioca abitualmente in due posti, centro-attacco e ala destra. Se questo giovane giocatore sarà spostato all’ala destra, Robotti assumerà il comando dell’attacco. Ci avviciniamo alle fonti basilari del gioco del calcio: la tecnica. Rimane an¬cora Vecchi, che nel ruolo di interno sinistro esaurisce troppo presto le sue risorse. Peccato che a Firenze l’Alessandria debba logicamente attenersi ad una tattica difensiva. (Il Piccolo, 27/02/1937) RISULTATI: Ambrosiana-Juventus 2-0 Bari-Novara 4-1 Lazio-Roma 0-1 Lucchese-Genova 1893 2-2 Napoli-Milan 0-1 Sampierdarenese-Bologna 2-2 Torino-Fiorentina 0-0 CLASSIFICA: Bologna 30; Milan, Torino 28; Lazio 26; Juventus 25; Fiorentina, Genova 1893 22; Ambrosiana, Lucchese, Roma 21; Bari 19; Napoli, Triestina 17; Alessandria, Sampierdarenese 14; Novara 11 MARCATORI 14 gol: Piola S. (Lazio) 13 gol: Buscaglia P. (Torino), Gabetto (Juventus) 11 gol: Borel F. (Juventus), Coppa (Lucchese), Reguzzoni (Bologna) 10 gol: Busani (Lazio), Marchionneschi (Genova), Torri (Novara) Il punto sul campionato Il campionato di calcio Torino e Lazio giocano per il Bologna? Pare che in testa alla classifica si faccia di tutto per rendere la vita facile al Bologna. Con due domeniche che coloro ai quali è commesso l'incarico di lottare con i rosso-blu per la conquista dello «scudetto»... giocano per i campioni. Deve farsene delle risate, Balanzone, constatando con quanta generosità ai suoi pareggi con Lucchese e Sampierdarena il Torino risponda chiudendo in bianco con Novara e Fiorentina e la Lazio, esagerata addirittura nel buon cuore, buscandole sonoramente a Firenze e facendosi battere anche dai rivali giallorossi non certo in periodo di smagliante forma. E con Balanzone deve anche ridersela il diavolotto milanese che vede i suoi ragazzi ascendere, a spalla con i granata, al secondo seggio della graduatoria. Il Torino e la Lazio non dimostrano certo, in questo agitato frangente del torneo, di possedere in gran misura quelle qualità di opportunismo che caratterizzarono, quando già era in declino e più non poteva farla da facile padrona, la Juventus. Non sanno approfittare delle buone occasioni, non fiutano l'ora favorevole. E ciò non depone a favore di quelle possibilità di vittoria finale, che, rilevanti un mese fa, sono ora assai meno solide. Qualche interrogativo La Lazio, anzi, si è forse compromessa irrimediabilmente. La sconfitta subita a Trieste denunciò negli azzurri scarsità di riserve utilizzabili, i disastri di Milano e di Firenze confermarono i sospetti di scarso spirito di reazione nelle situazioni difficili, l'aver ieri capitolato di fronte alla Roma rivela nella squadra di Piola l'incapacità a liberarsi di quella soggezione tradizionale che sempre s'è verificata ogni volta che le due compagini dell'Urbe sono venute a confronto. Mettete insieme tutte queste cose e vedrete come i dubbi da noi espressi la settimana scorsa sulle restanti possibilità della Lazio di fronte allo «scudetto» sino quasi sul punto di dover essere tradotti in affermazioni. Staccati di quattro punti dal Bologna e con al piede... tutte le palle di piombo sopra ricordate, gli azzurri ci pare stiano per veder definitivamente dileguare il sogno affascinante di poter mettere le mani sullo « scudetto ». Ancora in lizza è, invece, per ora il Torino. Ma potrebbe esserlo assai meglio, solo che non si fosse addormentato a Novara e appisolato ieri contro i viola. Due partite, le ultime dei granata, che dovevano rendere quattro punti e che ne han valsi soltanto due; due partite non vinte per grossi errori di tattica imputabili alla ancora scarsa esperienza dei ragazzi affidati a Feldmann. A Novara non riusciranno a far valere la propria superiorità tattica frantumando il loro gioco nella pericolosa scaramuccia dei ripieghi e dei duellacci personali, ieri con un arbitro che fischiava punizioni appena due uomini si sfioravano non hanno saputo sviluppare le trame d’azione di cui sono capaci, spaventati dalla necessità di giocare senza far battagliole testa a testa. In due incontri nei quali il loro gioco veloce e tecnico avrebbe dovuto dominare il campo i granata si sono impantanati nella panie tese loro dagli avversari. Tali poco felici esibizioni del Torino sono da attribuirsi esclusivamente ad errori di tattica, annoverabili tra i peccati di gioventù, oppure non li si debbono già considerare come sintomi di un annebbiamento di forma, di un declino di rendimento! Le non certo convincenti prove di Allasio e le dileguate capacità della prima linea sono da addossare soltanto alle circostanze occasionali, alle assenze di Buscaglia e di Prato, all'infortunio di Silano, o ad un decadimento di forza, ad un offuscamento di disposizioni atletiche ed agonistiche? A tali interrogativi darà risposta forse definitiva, la partita di domenica prossima, nella quale i granata si troveranno davanti, in casa sua, quel Milan che ha già fatto pagare duro pedaggio al Bologna ed alla Lazio. Per ora, certo tifosi del Torino hanno tutti i buoni diritti a non essere soddisfatti dei loro beniamini. Giubilo milanese Non così quelli milanesi che, ieri, sono riusciti a riunire le gioie rossonere a quelle nerazzurre suscitate dal successo del Milan a Napoli e dal trionfo dell'Ambrosiana sulla Juventus. Il Milan è, finora, l'unica squadra che tenga fede alle promesse improvvisamente fatte il giorno della sua rivelazione. Contrariamente a quanto prevedevamo anche noi, resiste nella sua posizione di squadra fenomeno. Se continua ancora un po', saremmo costretti a farlo entrare nel ristrettissimo ruolo degli avversari diretti del Bologna. Le partite con l'Ambrosiana e con la Sampierdarencse parevano dover segnare l'inizio della linea discendente per questa, vigorosa squadra, stracittadina per l'ambiente in cui vive, straprovinciale per il suo sistema di gioco e per lo spirito che ne anima i componenti. E', invece, venula ieri la vittoria di Napoli che, pur concretizzala in un solo gol, dice come il Milan continui a restare bravamente sulla breccia. Domenica, ospitando il Torino, i rossoneri giocheranno una carta decisiva. Vincere vorrebbe dire restare soli ad inseguire il Bologna, sempre che i rossoblu battessero i non facili da piegare genovesi che scenderanno al Littoriale. Attenderemo, quindi, ancora una settimana per poter definire con precisione la parte che sarà riservata ai rossoneri negli episodi conclusivi del torneo. Per ora non c'è che da ammirare, pensando che, alla fine dei conti, è questa l'unica squadra che ammirazione realmente meriti, per aver superato ogni più rosea aspettativa. L'altro «undici» milanese, l'Ambrosiana s’è tolto la piu’ agognata delle soddisfazioni. Esclusi presto dalla lotta per le prime piazze i nerazzurri giocano ormai, piu’ che altro, per questi successi parziali. Battere la Juventus vecchia rivale dei momenti d’oro e che ora riusciva ancora, benchè con la voce stonata a sostenere le prime parti, era l’aspirazione massima ambrosionista. Per questo all’Arena c’è andata tanta gente. E la Juventus è stata battuta dominata addirittura. Le cronache all’Arena ci dicono che per arrivare a questo risultato l’Ambrosiana non si è trasformata: l’è bastato giocare come sa. Nessuna... leonificazione improvvisa dei milanesi, quindi. Ma non è necessario essere tanto robusti per battere la Juventus di adesso, priva di Monti, con la prima linea più scombinata che mai e parecchi uomini in condizioni di forma tutt'altro che ideali. Invitavamo, domenica scorsa, a non considerare i quattro gol regalati all'Alessandria come un segno di ringagliardita potenza. I mali della squadra erano anche più gravi che non in passato. Se n'è avuta ieri la prova. Sulla nuova sconfitta juventino non è il caso di ricamare troppo. Essa, come tutto l'incerto comportamento della squadra in questi ultimi tempi, proviene da cause che chi ci segue ben conosce. Qualche ruolo non possiede titolari di classe, lo sfruttamento degli uomini per parte di chi ha in mano la squadra non è razionale. Se l'è cavata pulita Ieri, costretti finalmente a far giocare Bertolini che da tempo è in forma perfetta, si è lasciato fuori Depetrini, autore contro l'Alessandria di una bellissima prova!.), la preparazione morale di qualche giocatore non è completa (Borel II ha ancora giocato con l'evidente preoccupazione di evitare le fasi... troppo agonistiche), gli umori non sono del tutto sereni. (I dirigenti continuano a sostenere che Monti è a riposo perché realmente infortunato e noi vogliamo credere a loro, anche se continuano a circolare le voci sul malcontento di «Luis» per il modo con cui viene di solito formata la squadra). Come vedete, è la musica solita che quasi ogni settimana ci tocca ricantare. Forse abbiamo torto noi che non siamo ancora riusciti a penetrare, nonostante la massima buona volontà, i criteri tecnici con cui la Juventus viene quest'anno guidata. Meglio far punto. Il Bologna se l'è cavata pulita in un altro ben pericoloso frangente. Sul tutt'altro che facile campo sampierdarencse, con due gol al passivo dopo mezz'ora di gioco, dinanzi ad un avversario lanciato alla conquista della più clamorosa vittoria ed alla caccia di punti preziosi per la sua difficile petizione in classica, i campioni d'Italia han saputo organizzarsi, serrare le file, acciuffare il pareggio, dar lezioni di gioco. E' in queste prova che la squadra da «scudetto» si rivela, in queste prove che né Torino, né Milan, né Lazio hanno finora saputo compiere. Consistenza tecnica, saldezza morale, esperienza di atleti: di questi fattori è costruita la scala che conduce alla vittoria finale. Se di essi il Bologna continuerà fare sfoggio, chi potrà fermarlo? (La Stampa - Ar, 22/02/1937)