Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1931/1932
Serie A
31-01-1932 - Giornata: 18 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Brescia FBC 3 - 2 (0 - 1)
RETI: 47. Perazzo O.[A], 58. Scagliotti C.[A], 68. Cattaneo R.[A] 4. Ranelli R. [Br] , 62. Gasparini G. [Br]

Alessandria US Mosele Vittorio, Lombardo Umberto, Fenoglio Giuseppe, Avalle Edoardo, Costenaro Gino, Barale Oreste, Cattaneo Renato, Scagliotti Cinzio, Cornara Giuseppe, Marchina Libero, Perazzo Osvaldo All.: Stürmer Karl

Formazione avversaria
BRESCIA FBC: Morandi; Pasolini, Gadaldi; Frisoni (II) Evaristo, Scaltriti, Braga; Maffioli, Gasparini, Ranelli, Baiguera, Volpi. All.: Schöffer Imre.

Arbitro: Gama Malcher (IV) Umberto (Milano)
Note
Espulso: 32’ Avalle [A]. Inizio gara ore 14:30. «La Stampa» attribuisce la seconda rete del Brescia a Gasparini, «La Gazzetta dello Sport» e «Il Littoriale» a Baiguera.

Commento
Prima di battere il Brescia, la bella squadra dei grigi ha dovuto piegare sé stessa. Ranelli aveva segnato un suo punto, agli inizi del primo tempo: la folla ne era rimasta stordita e dava segni evidenti di perdere ogni controllo; il nervosismo del pubblico, reso più acuto da qualche svarione di Gama, contagiava la squadra. Il giuoco si faceva convulso e nulla di buono si vedeva sul campo. La palla era tenuta alle stelle. Lo stile diventava un intruso. La battaglia, più che avvincere, esasperava: il Brescia fu a un soffio dal cogliere il secondo punto, che sarebbe stato tremendo, l’Alessandria non si ritrovava e le sorti della contesa, più che al valore degli uomini, restavano affidate a quel «caso» che, sui campi di giuoco, è sempre un fattore da rispettare. In complesso, pure battendosi contro sole, anche il primo tempo aveva dato la meglio agli atleti in maglia grigia. Morandi aveva avuto maggior lavoro dì Mosele: tre calci d’angolo, contro uno solo per gli ospiti, avevano dimostrato ad usura come l’attacco dei grigi fosse più incisivo; lo stesso Morandi poneva al suo attivo qualche parata di classe, mentre il guardiano dell’Alessandria – fatta astrazione pel goal subito – non era stato chiamato se non a prodezze di scarso rilievo. Il punto bresciano era stato un «coup de foudre»: Mattioli – quasi sempre le azioni degli azzurri s’imperniarono su quest’ala – ricevuto il pallone, s’era sbrigato di Avalle e tagliato fuori Lombardo; Ranelli aveva raccolto il passaggio e, sfuggendo al fuori giuoco per un soffio, se pur era sfuggito, aveva battuto Mosele. La squadra grigia accusò il colpo: ma già delle prime battute essa aveva chiarito di… non aver chiare le idee. Si ostinava in un giuoco volante che non poteva dar frutti; che era, anzi, quanto di meglio poteva chiedere l’avversario, più prestante negli uomini e più sicuro in Scaltriti; che, comunque, isteriliva le azioni e riduceva lo scontro ad un duello delle difese, degne l’una dell’altra. L’arbitro reprimeva – il più delle volte, preveniva – il giuoco duro: Avalle doveva farne le spese, ed il suo gesto di minaccia contro un bresciano che lo aveva toccato agli stinchi parve a Gama titolo egregio per mandarlo agli spogliatoi. Il Brescia non si scostava dal suo semplice giuoco, più semplice che lineare. Manovra a metà campo di indubbio pregio, allungo a Maffioli chiunque avesse il pallone, scatto del trio d’attacco sul cross dell’astutissima ala. Di rado, l’assalto era portato di punta: Fenoglio aveva il compito di frantumarlo, né Mosele si dimostrava impacciato le rade volte che la minaccia soverchiava i terzini. Più ricche e più vive le trame dei grigi: Pasolini e Gadaldi le spezzavano in serie. Morandi bloccò un pallone a fil di palo; Scaltriti si prodigava a tutt’uomo; Frisoni, instancabile, svolgeva un lavoro di spola oltremodo proficuo. La folla, irrequieta, incitava a scena aperta i suoi uomini: Cattaneo, sul finire del primo tempo, mancò il pareggio di un soffio. I grigi, privi di Avalle, riprendevano il sopravvento e, più che il dominio sul campo, ritrovavano la loro calma: la classe si faceva luce e lo stesso pubblico si placava nel chiaro giuoco dei grigi e nella certezza della vittoria. La ripresa vedeva i grigi balzar risoluti all’attacco. Non era trascorso un minuto e già Morandi era assediato. Marchina, retrocesso a mediano, riforniva Cornara. Il Brescia si difendeva con affanno. Otto uomini azzurri coprivano la loro rete. Nel groviglio si faceva largo Cattaneo: la palla perveniva a Perazzo, e dal suo piede partiva il tiro; il bolide sorvolava le teste e si insaccava nell’angolo alto della casa bresciana; goal superbo di violenza e di intuito. Il pareggio metteva l’ali ai piedi dei grigi. Ora il lor giuoco era tutto un fulgore. Lentamente, la squadra bresciana cedeva. L’inimitabile stile dei grigi scaturiva sul campo. Il fiato dell’Alessandria governava la gara. Scaltriti faceva appello a quanto aveva di meglio: arginava, più che pensare a dar lavoro a Maffioli. Non le sorti erano ancora decise, ma il condurre in porto un «niente di fatto» doveva apparire ai bresciani una meta di pregio. Giunse il goal di Scagliotti a togliere ogni illusione: era Cattaneo che, mercè una serie di finte – il suo repertorio di un tempo –, riusciva a porgere al mezzo sinistro un pallone da rete. La porta era ancora violata e l’Alessandria, al fischio dell’arbitro, riprendeva in vantaggio. La speranza tornò a fiorire in campo bresciano: un errore di Costenaro – dopo che le squadre, per qualche minuto, s’erano indugiate in alterne, innocue vicende – dava la palla al piccolo Volpi; sul «raso a terra» dell’ala, il portiere ghermiva il tiro: il pallone gli sfuggiva a sinistra e Gasparini gettava dentro. Il successo spronava il Brescia: gli azzurri ebbero un attimo di predominio e Maffioli, ancora una volta, fuggiva solo lungo la linea: l’insidia era stroncata da Fenoglio e la minaccia riportata in campo azzurro. Pochi minuti di giuoco. Scagliotti segna un punto che Gama annulla. L’offside non garba alla folla. Giunge Cattaneo a rimettere in sesto la gara: sopra un tiro di punizione, l’astuto grigio trova un varco fra gli uomini in mischia e batte ancora Morandi. Ora, i grigi conducono a loro voglia: Scaltriti cede le armi e tutta la squadra bresciana dà segni chiari di smarrimento. L’Alessandria giuoca in bellezza: ecco, la folla comprende l’exploit di Torino. Ecco, i forwards grigi bombardano la porta azzurra: per due volte Morandi libera in extremis. La rocca sembra crollare: Pasolini e Gadaldi sono quasi travolti. Tutto il Brescia è in difesa. Mosele guarda di lontano. L’arbitro fischia la fine e la folla saluta i suoi uomini con una ovazione senza fine. (Mario Ferretti, «La Stampa», 1º febbraio 1932) Grigi ed azzurri, calciatori di pretta marca provinciale, hanno disputato un incontro senza un minimo di sosta, senza fronzoli, mirando con gagliardo spirito di emulazione ad aggiudicarsi la vittoria ambita. Spronati dallo spauracchio della retrocessione gli ospiti, sicuri della propria efficienza i grigi, ne è scaturito un match affascinante per l’estrema incertezza, magnifico per la bersagliesca condotta dei contendenti, difficile da dirigere da parte dell’arbitro Gama Umberto, che ha tenuto le redini con polso fermo, spezzettando frequentemente il gioco allo scopo di reprimere inasprimenti della lotta. L’Alessandria, sorpresa dal bruciante inizio degli ospiti, menomata da un infortunio che ha costretto Perazzo ad uscire dal campo al 12’ per rientrarvi al 19’, menomata dalla espulsione di Avalle avvenuta al 32’ del primo tempo, seppe riprendersi e reagire al gioco solido degli avversari, finendo con superiorità il primo tempo e vincendo meritatamente nella ripresa. I tre goals segnati dagli attaccanti grigi nella ripresa rispecchiano il brillante gioco della squadra alessandrina. In difesa, Lombardo e Fenoglio si sono prodigati con bravura di fronte all’irruente attacco azzurro. Fra i mediani, emerse Costenaro: il giovane ed attento giocatore alessandrino emulò e superò Scaltriti, dimostrandosi di lui più tecnico. Avalle, Baralle e Marchina nella ripresa lavorarono con mirabile intesa ed encomiabile baldanza. L’attacco, ridotto a quattro uomini, ha brillato di viva luce, coordinando pregevoli incursioni ed effettuando tiri insidiosissimi. Scagliotti, Cornara, Cattaneo e Perazzo attraversano evidentemente un felice periodo di forma. Degli ospiti non rimane che tessere l’elogio che va a tutta la compagine che, animata da strenua volontà di vittoria, seppe mettersi due volte in vantaggio e, pur battuta, mai si arrese. Al 4’ Ranelli, in discutibile posizione di fuori gioco, concludeva un’azione dell’ala destra Volpi, saettando in rete. Spronati dal successo, gli azzurri ritornavano alla carica e Fenoglio era pronto ad intervenire e a respingere col piede sulla linea della porta alessandrina rimasta incustodita. All’elettrizzante inizio del Brescia seguivano contrattacchi laboriosi dei grigi. Un tiro di Marchina veniva bloccato da Morandi ed una magistrale rovesciata di Scagliotti era respinta dal paletto. Azioni movimentate a metà campo e nei pressi delle due aree; due corners contro il Brescia sfumano infruttuosi. Al 32’ avviene l’espulsione di Avalle, sorpreso dall’arbitro mentre tentava di reagire ad un fallo di un avversario. Indietreggiato Marchina a mediano destro, i grigi costringono gli avversari a difendersi più o meno regolarmente nella loro area di rigore. Prima del termine, registriamo ancora un corner contro gli azzurri e due parate di Morandi e Mosele. La ripresa vede l’inizio velocissimo degli alessandrini. Al 2’ Costenaro allunga di precisione a Perazzo; un piccolo tocco della palla e poi il tiro scocca imparabilmente. Ristabilito il pareggio, la gara si accende e i falli fioccano. Dopo un tiro di Cornara, parato da Morandi, è Scagliotti che all’11’, in seguito ad una mischia provocata da Cattaneo, effettua un tiro radente che il difensore bresciano para in tuffo, oltre la linea della porta. L’arbitro concede il goal e la lotta riprende a raffiche travolgenti. Quattro minuti dopo, Mosele si lascia sfuggire la palla su tiro di Maffioli; Baiguera segna da due passi risolvendo la mischia. Al 19’ Cornara, tagliata la difesa, scarta destramente il portiere avversario e segna, ma l’arbitro annulla per fuori gioco. Rimandi poderosi ed entrate tempestive di Lombardo, Fenoglio e Pasolini. Al 23’ Cattaneo rimette l’Alessandria in vantaggio col terzo goal. Un corner infruttuoso contro gli ospiti, contrattacchi rabbiosi parati a terra da Mosele. Tiri di Scagliotti e Cornara; un altro tiro di Scagliotti nell’angolo, sventato da un balzo di Morandi, tiri di Cornara ed altro goal di quest’ultimo annullato per fuori gioco. Ancora due corners contro il Brescia ed un salvataggio fortunoso di Costenaro. Poi, la fine. («La Gazzetta dello Sport», 1º febbraio 1932) Gli azzurri bresciani, che lottano disperatamente per salvarsi dalla incombente retrocessione, sono partiti di scatto al fischio dell’arbitro Gama junior, sconvolgendo con fulminea puntata le file avversarie e pervenendo al 4’, con una veloce azione, al primo punto, segnato imparabilmente da Ranelli. Questo rapido, insperato successo ha messo le ali ai piedi degli ospiti, i quali hanno continuato a prevalere ottenendo un corner e quindi un calcio di punizione sferrato dal limite dell’area di rigore che ha costretto il portiere Mosele a parare difficoltosamente. La rete grigia, nella susseguente mischia, pareva di nuovo violata, mentre il portiere era ancora confuso e attorniato da una diecina di uomini, allorché Fenoglio interveniva e rimandava un insidioso pallone proprio nel momento in cui stava per varcare la linea fatale. Il pubblico, che non si attendeva una così rabbiosa minaccia, ha avuto un senso di sollievo allorché questa veniva in seguito spostata in campo avversario. Un altro tiro magistrale di Scagliotti veniva respinto dal palo. Nel frattempo, Perazzo usciva contuso in uno scontro e doveva restare fuori dal campo una diecina di minuti per cure urgenti. Intanto, i grigi, ripresa la direttiva della lotta, imponevano il loro giuoco agli azzurri che, prestanti e decisi, si difendevano accanitamente per mantenere il prezioso vantaggio. Tre calci d’angolo sanzionavano questa prevalenza dell’Alessandria, ma al 32’ Avalle, che reagiva contro un avversario che lo aveva colpito con un calcio alla nuca, veniva mandato dall’arbitro a raggiungere innanzi tempo gli spogliatoi. Rimasti in dieci, i grigi non si sono scoraggiati, ma riprese le ostilità, battevano finalmente al 2’ Morandi con un magnifico traversone di Perazzo, su precedente azione di Cornara. Incoraggiati dal pareggio ottenuto, assediavano la metà campo del Brescia che si portava dovunque era maggiore il pericolo, senza peraltro riuscire ad evitare al 12’ a Scagliotti di segnare il secondo goal. Su questo vantaggio, i grigi non vivevano a lungo perché, al 15’, su centro di Maffioli, avveniva una paurosa mischia sotto la rete di Mosele, il quale salvava a fil di palo un tiro insidioso. Quattro bresciani circondavano il portiere grigio, che perdeva il pallone; Baiguerra se ne impossessava tra un groviglio di gambe lottanti per la conquista della palla e riusciva a segnare il pareggio. Al 19’ Scagliotti segnava nuovamente, ma l’arbitro annullava il punto magnifico per rapidità e precisione. I grigi, che apparivano magnifici per slancio e combattività, benché ridotti di numero e con Perazzo in condizioni assolutamente precarie, ottenevano al 23’ il goal della vittoria, conquistato con Cattaneo su calcio di punizione sparato da venti metri. («Il Littoriale», 1º febbraio 1932) LA CLASSE DEI GRIGI SI È IMPOSTA AI BRESCIANI La squadra alessandrina ha affrontato la partita un po’ troppo fiduciosa nelle proprie forze e certa di una facile vittoria. Per contro i bresciani sono scesi in campo decisi a tutto osare per dar luogo ad una grandi sorpresa. E per poco la sorpresa non si è avverata. Dopo tre minuti di giuoco i bresciani ottenevano il primo goal. La validità di questo goal è assai discutibile, ma comunque l’arbitro lo ha convalidato. Dopo mezz’ora di giuoco i grigi, ancora in svantaggio, venivano ridotti a dieci per la espulsione dal campo di Avalle. Sembrava quindi impossibile per la squadra grigia. poter rimontare lo svantaggio, sia pure di un solo goal, nei susseguenti 45 minuti di giuoco. Tale situazione ha però animato i dieci superstiti che nella ripresa si sono dimostrati altrettanti combattenti di razza. Il cuore e la tecnica sono state in questo secondo tempo le grandi virtù del manipolo grigio. I quattro uomini dell’attacco (Marchina era stato retrocesso al posto di Avalle) parevano catapulte tanta era la loro volontà di sfondare la difesa avversaria. I tre mediani, sembravano inesauribili di fiato e i due terzini parevano altrettanti leoni, tanta era la loro possanza nell’entrare fra le maglie degli avversari e sconvolgere ogni piano di azione. Il pubblico ha sentito con quale disperazione lottavano i suoi grigi e li ha incitati, applauditi, portati in trionfo. Con questo giuoco vibrante di passione e di entusiasmo, magnifico di volontà e di ardimento, la squadra, non solo ha rimontato lo svantaggio, ma ha strappato un successo brillante. Tre goals, scaturiti da altrettante magnifiche azioni, i grigi hanno saputo segnare. Ed un quarto goal, segnato con tutte le regole dell’arte calcistica, è stato inspiegabilmente annullato dall’arbitro. Con questa vittoria la squadra locale ha consolidata la sua posizione di classifica. Essa è attualmente al nono posto con due punti di vantaggio sul Casale e sulla Lazio e con tre punti sul Genova e sulla Pro Vercelli. L’Alessandria ha cosi, finalmente, riconquistata integra la sua fama di squadra di classe ed una grande illimitata fede nell’avvenire. (Il Piccolo, 06/02/1932) RISULTATI: Ambrosiana-Casale 4-0 Bari-Genova 1893 4-2 Fiorentina-Milan 3-0 Juventus-Pro Patria 7-2 Lazio-Torino 2-0 Modena-Roma 2-3 Pro Vercelli-Bologna 1-1 Triestina-Napoli 1-2 CLASSIFICA: Bologna 30; Juventus 28; Ambrosiana, Roma 24; Fiorentina 22; Milan 21; Torino 20; Napoli 19; Alessandria 18; Casale, Lazio 16; Genova 1893, Pro Vercelli 15; Triestina 13; Bari, Pro Patria 12; Modena 11; Brescia 8. MARCATORI 14 gol: Schiavio (Bologna) 12 gol: Meazza (Ambrosiana) 11 gol: Borel (Casale), Orsi (Juventus), Rossetti (Torino) 10 gol: Petrone (Fiorentina), Volk (Roma) 9 gol: Bisigato (Bari), Cattaneo (Alessandria), Magnozzi (Milan), Munerati (Juventus), Pastore (Milan), Reguzzoni (Bologna)