Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1931/1932
Serie A
13-03-1932 - Giornata: 23 - Bari - Campo degli Sports


Bari US - Alessandria US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 38. Rossini R. [Ba]

Alessandria US Mosele Vittorio, Fenoglio Giuseppe, Lombardo Umberto, Avalle Edoardo, Costenaro Gino, Barale Oreste, Cattaneo Renato, Scagliotti Cinzio, Borelli Michele, Marchina Libero, Riccardi (I) Giovanni All.: Stürmer Karl

Formazione avversaria
BARI US: Zamberletti; Antonelli, Ballerio; Gai, Valenti, Paradiso; Massiglia, Bodini (I) Ercole, Bisigato, Rossini, Giuliani. All.: Weisz Árpád.

Arbitro: Bertoli Nereo (Vicenza)
Note
Angoli: 2-1. Inizio gara ore 14:30.

Commento
La serie dei successi dell’Alessandria è stata interrotta a Bari per merito dei biancorossi, che hanno saputo ottenere una delle vittorie più belle e convincenti della stagione in virtù di una partita tutta slancio, impeto, volontà. Scesi in campo decisi a vendere cara la pelle, gli uomini di Bodini hanno imbrigliato sin dai primi minuti l’Alessandria, e il fuoco di paglia iniziali dei grigi s’è spento poco a poco, tanto che gli ospiti sono stati costretti a piegare per lunghi tratti in difesa onde arginare le velocissime azioni di Massiglia, Bisigato e compagni. Si sentiva nell’aria che il successo non poteva mancare. La folla sosteneva a gran voce i suoi beniamini, mentre sempre più energicamente si stringevano i fili nell’area di rigore dei grigi. Bisigato batteva due punizioni che sibilavano lungo la traversa, Giuliani sbagliava di poco il bersaglio, Massiglia era l’incubo dei difensori alessandrini finché, al 38’, si snodava un attacco Bodini-Massiglia: il centro di Bodini spioveva perfettamente al centro e Rossini, la giovane recluta sbocciata dal vivaio locale, con un magistrale colpo di testa batteva Mosele. Il successo dava nuova forza ai locali e Mosele doveva più volte intervenire prima della fine del primo tempo per evitare che il punteggio prendesse proporzioni maggiori. Il tempo si chiudeva su una punizione battuta proprio dal limite dell’area da Bisigato e arrestata da Costenaro. Nella ripresa, i grigi partivano come furie; due, tre volte la porta barese era in pericolo e Zamberletti doveva effettuare due parate bellissime, mentre Marchina, da due metri, perdeva la più bella occasione della giornata. Poi era il Bari a ritornare all’attacco. Due corners, un tiro di Bisigato, un nuovo colpo di testa di Rossini su azione identica a quella che aveva dato il goal caratterizzava questo perriodo della partita, mentre ancora un tiro di Bisigato sfiorava un palo. Gli ultimi minuti erano drammatici: l’Alessandria sparava tutte le sue cartucce per afferrare almeno il pareggio. Lombardo e Fenoglio s’installavano a metà campo e tutti i biancorossi, accatastati in difesa, si difendevano a denti stretti per conservare il lieve vantaggio. Mischie su mischie, parate su parate, tiri respinti: un groviglio inestricabile si formava sotto la porta di Zamberletti, un groviglio che però trovava sempre pronto un barese a dipanarlo. Poi, due o tre minuti di attacco dei concittadini e, proprio all’ultimo minuto, una mischia interminabile che Cattaneo risolveva con un tiro alto, mentre sulla rimessa veniva fischiata la fine. La vittoria del Bari acquista maggior valore se si pensa alle condizioni di forma dell’Alessandria e alla grande partita disputata dei grigi. Nel Bari non sappiamo chi elogiare di più: se la difesa, per la ferrea resistenza opposta al bruciante serrate degli alessandrini, oppure la mediana, costante dal primo all’ultimo minuto, oppure l’attacco, che ha marciato, specialmente nel primo tempo, con una spigliatezza e una eleganza mai viste. Rossini, al suo debutto, ha figurato benissimo e ha segnato il goal della vittoria. Encomiabile l’arbitraggio del dott. Bertoli di Vicenza. («La Gazzetta dello Sport», 14 marzo 1932) I baresi hanno tenuto fede alla promessa tacita fatta ai concittadini di lottare senza quartiere per mantenere l’ambito posto nella massima divisione e, confermando i liei auspici del pareggio sul difficile campo bresciano, hanno saputo conquistare la vittoria contro un autentico squadrone, che per le ultime numerose e convincenti vittorie ottenute in casa e fuori aveva, a buon diritto, ragione di considerarsi favorito. La partita, vivace ed accanita, è stata condotta a grande velocità da ambedue le squadre. I concittadini hanno impiegato tutte le loro migliori energie per il conseguimento dell’obiettivo e sono riusciti in pieno nell’intento: la vittoria, anche se ottenuta con il punteggio minimo, non è stata perciò meno meritata. Se l’elogio va esteso indistintamente a tutti gli atleti in maglia biancorossa, una parola di speciale lode deve essere rivolta a Ballerio, Bisigato, Valente, Massiglia e Bodini, uscito finalmente dal grigiore che sembrava averne per lungo paralizzate le doti, e alla giovane riserva Rossini. La squadra ospite, specialmente brillante nel secondo tempo, ha lasciato una magnifica impressione; nelle file grigie hanno specialmente emerso il portiere Mosele, il terzino Fenoglio, i mediani Avalle e Costenaro, mentre l’ala destra Cattaneo è stato il più continuo e insidioso nel reparto attaccante. Ambedue le squadre si sono presentate in campo incomplete: dalla Bari erano assenti Alice, Barzan e Bossi; l’Alessandria, priva di Notti e Cornara, allineava Borelli al comando dell’attacco, e il giovane Riccardi all’ala sinistra. I concittadini prendevano sin dall’inizio il comando della partita, mantenendolo per l’intero primo tempo. La mediana e la difesa grigia erano così costrette a un continuo lavoro di arginamento e di reazione, e Mosele era impegnato assai sovente. Il portiere grigio veniva battuto al 38’ da Rossini, che raccoglieva con un preciso colpo di testa un ben misurato cross di Bodini. La ripresa, nelle prime battute, aveva la medesima linea generale del primo tempo; ma ben presto l’Alessandria partiva al contrattacco, cercando il pareggio; e tale superiorità d’iniziativa riusciva a mantenere per tutto il secondo tempo. I baresi si difendevano bene e riuscivano così a portare a termine l’incontro vittoriosamente, senza che la loro rete venisse violata. La lieve ma netta superiorità biancorossa è equamente rispecchiata anche dal numero dei calci d’angolo: uno contro la Bari, due contro gli ospiti. Ottimo l’arbitraggio di Bertoli del Vicenza. («Il Littoriale», 14 marzo 1932) Alle 14:30, l’arbitro allinea le due squadre in campo e il Bari passa deciso in area avversaria. Siamo al 7’ e già Mosele è chiamato a parare un tiro insidioso di Bisigato. È poi la volta di Ballerio, che sventa una pericolosa azione alessandrina. Al 25’ si ha il primo corner contro Bari: batte Cattaneo e salva Gai ma, nella rimessa, Valenti si impossessa del pallone e fila verso la porta alessandrina, ove Fenoglio cerca di sventare l’azione pericolosa ma, mentre Bodini scarta Fenoglio, l’ala sinistra barese Massiglia, ricevuto il pallone, passa al centro; Rossini, piazzato, raccoglie e mette imparabilmente in rete. Il pubblico applaude freneticamente i concittadini, che mantengono il giuoco in area alessandrina e, al 42’, Bisigato batte un corner contro l’Alessandria con un nulla di fatto. La fine del primo tempo trova l’Alessandria con un nulla protesa sotto la porta del Bari a tentare il pareggio. L’inizio del secondo tempo trova l’Alessandria fortemente decisa a tentare almeno il pareggio. Il portiere barese si fa più volte applaudire, ma la pressione della squadra ospite costringe il Bari ad una strenua ed estenuante difesa dinanzi a cui però, per circa mezz’ora, si infrange la foga avversaria. Soltanto a sprazzi il Bari può portarsi in area avversaria, ma i terzini dell’Alessandria spazzano inesorabilmente. Il risultato più non muta. («La Stampa», 14 marzo 1932) DOPO LA SCONFITTA DI BARI Dopo sette consecutive vittorie, dopo aver dimostrato all’Italia calcistica il suo alto valore tecnico, dopo aver conquistata e trascinata all'entusiasmo una folla immensa di ammiratori, la squadra grigia è caduta per opera non di uno squadrone, ma di una modesta squadra che aspira solo a salvarsi dalla retrocessione. Il colpo è stato assai grave per chi riteneva ormai l’Alessandria imbattibile, ma non ha sorpreso coloro che sanno giudicare la efficienza duna squadra nel momento in cui lotta fra la vita e la morte, con la forza della disperazione e con l’animo rassegnato a qualunque sacrificio, pur di trionfare sull’avversario L ’Alessandria ha affrontato il Bari proprio nel momento in cui la squadra pugliese stava iniziando la sua battaglia decisiva. E l’ha trovata in condizioni tali di freschezza che abbatterla è sembrato impossibile. E contro ogni previsione, nonostante la sua classe superiore e l’andamento dell'incontro ad essa nettamente favorevole, la squadra grigia è stata piegata alla sconfitta. Questa mancata vittoria pesa assai per i grigi, non per il fatto in sè, giacché non si può pretendere che una squadra, mutilata di due attaccanti, possa ugualmente vincere a suo piacimento, ma perché ha tolto ad essi il terzo posto della classifica, posto al quale si sarebbero insediati con l’autorità d’uno squadrone e con la fermezza di non più abbandonarlo. L ’Alessandria si vede quindi costretta a rinviare di qualche domenica il suo ingresso al posto d’onore. Diciamo rinviare perché siamo certi che nelle prossime domeniche essa saprà riconquistare il terreno perduto nella partita di Bari. Un po’ di cenere sul fuoco La squadra grigia, seppure sconfitta, è uscita dall'incontro di Bari con tutti gli onori che si debbono ai vinti, perché essa è stata battuta più dalia sorte che non dal valore degli avversari. Per tre quarti dell’incontro ha «»stretto i baresi ad una serrata difesa. Per tutta la durata de! secondo tempo, salvo qualche rara azione degli attaccanti avversari, i grigi sono stati i dominatori della battaglia in cerca del sospirato pareggio. Una infinità di attacchi, di tiri, di mischie, hanno messo in continuo pericolo la rete barese, ma la sorte si è ancora una volta beffata dei grigi che non sono riusciti nemmeno a sfruttare alcune facili occasioni. La sconfitta è stata accolta con un po’ di freddezza nell’ambiente locale. Gli sportivi alessandrini si erano abituati ad attendere vittoriosi i loro beniamini e male si sono adattati alla cattiva sorte. Ma non è stato che un dolore di poche ore. La fiducia per i grigi non è sfiorita; l’entusiasmo della folla è rimasto intatto perché il pubblico sa anche giudicare le diverse cause che possono provocare una sconfitta. La sconfitta di Bari ha fatto sulla folla lo stesso effetto che può avere un po’ di cenere gettata su di un braciere ardente. Un solo attimo di sconforto, ma la passione e la fiducia sono tornate prontamente. Ed ora si attendono con viva ansia i grigi alla prossima prova, per risalutarli vittoriosi e per vedere cancellata con un colpo di spugna la sconfitta di Bari. (Il Piccolo, 18/03/1932) RISULTATI: Brescia-Casale 1-0 Genova 1893-Juventus 2-0 Milan-Bologna 1-0 Napoli-Lazio 0-0 Pro Vercelli-Ambrosiana 2-0 Roma-Pro Patria 0-0 Torino-Fiorentina 1-0 Triestina-Modena 5-2 CLASSIFICA: Bologna 36; Juventus 33; Roma 28; Ambrosiana, Fiorentina, Milan 27; Alessandria, Napoli, Torino 26; Genova 1893 21; Casale, Lazio, Pro Vercelli 20; Pro Patria 19; Triestina 16; Bari 15; Modena 14; Brescia 13. Il punto sul campionato La situazione della classifica dopo 23 partite La ventitreesima giornata di campionato ha lasciato un profondo ricordo di sé per le sorprese che ha procurato. Il Bologna, la squadra più quotata per il titolo, è stata sconfitto a Milano per opera degli indiavolati rosso-neri del Milan. La Juventus, dopo il clamoroso successo sulla Roma, pareva, dovesse passare agevolmente a Genova, ma è stata bruscamente fermata, nel suo inseguimento, dai rosso-bleu di Banchero. Anche la Roma, l’Ambrosiana e la Fiorentina, le tre squadre che inseguivano i leaders, non sono riuscite a spuntarla sugli avversari. Batosta generale, quindi, per le squadre di testa. Infatti, delle sei squadre di testa, solo la Roma ha conseguito un pareggio sul proprio campo, e le altre cinque (Bologna, Juventus, Ambrosiana, Fiorentina e Alessandria) sono state sconfitte. Questo è un indice della superba lotta che le squadre di centro e di coda hanno intrapreso contro le vedette. La classifica non ha quindi subito alcuna variante se si eccettua lo spostamento dell’Alessandria che è stata sorpassata dal Milan e che quindi dal sesto è scesa al settimo .posto. Facciamo ora un breve esame della situazione dell’Alessandria. La squadra grigia ha iniziato il campionato senza alcuna pretesa e con la sola speranza di non dover, come lo scorso anno, ridursi a lottare disperatamente per non essere costretta alla retrocessione. 7 Le prime partite hanno poco incoraggiato pubblico e giuocatori tant’è vero che dopo nove partite la squadra non aveva che cinque punti ed era agli ultimi posti della classifica. E’ bastato un ben aggiustato colpo di timone per mettere in vetrina la squadra. Dal quindicesimo posto essa è gradatamente salita fino a giungere all’attuale situazione. Oggi l’Alessandria ha ventisei punti, tanti quanti ne ha conquistati lo scorso anno in trentaquattro partite. E ’ a pari punti con il Torino ed il Napoli. »ad un solo punto dall’Ambrosiana, dal Milan e dalla Fiorentina ed a due dalla Roma. Su cinque di queste sei squadre, l’Alessandria ha però il vantaggio di aver disputato una partita in più in campo avversario. Si può quindi virtualmente considerare l’Alessandria pari alla Roma ed in vantaggio sul Napoli, sul Torino, sull’Ambrosiana e sulla Fiorentina. Questa posizione di classifica è veramente invidiabile tanfo più che l’Alessandria, che ha nelle sue file giuocatori tanto modesti quanto valorosi che sanno profondere nella lotta tesori di energie e strappare la vittoria ai più temuti squadroni, ha la seria possibilità di conquistare il terzi» posto in classifica realizzando così un sogno che due mesi fa non poteva nemmeno essere nell’animo dei giuocatori stessi, i quali hanno pur sempre dimostrato una grande fiducia nelle proprie forze. (Il Piccolo, T.P., 18/03/1932)