Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1931/1932
Serie A
03-04-1932 - Giornata: 25 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Ambrosiana-Inter AS 2 - 1 (1 - 0)
RETI: 9. Marchina L.[A], 88. Avalle E.[A] 52. Demaría A. [Am]

Alessandria US Mosele Vittorio, Lombardo Umberto, Fenoglio Giuseppe, Avalle Edoardo, Costenaro Gino, Barale Oreste, Cattaneo Renato, Notti (I) Alfredo, Cornara Giuseppe, Marchina Libero, Borelli Michele All.: Stürmer Karl

Formazione avversaria
AMBROSIANA-INTER AS: Degani; Allemandi, Perduca; Bolzoni, Castellazzi, Rivolta; Visentin (III) Umberto, Serantoni, Meazza, Demaría, Ferrero Luigi. All.: Toth Potya István.

Arbitro: Turbiani Giuseppe (Ferrara)
Note
Angoli: 6-3. Giornata grigia, terreno pantanoso. Inizio gara ore 15:00. Dal 25 gennaio 1932 l'Ambrosiana ha ottenuto di poter aggiungere il suffisso Interalla sua denominazione; pertanto per la prima volta nella storia ai Grigi capita di affrontare in campionato una squadra con il nome cambiato tra andata e ritorno.

Commento
I grigi hanno vinto l’incontro che li opponeva ai neroazzurri dell’Ambrosiana negli ultimi minuti dell’ardente disputa, quando oramai il pubblico era già rassegnato all’esito pari, malgrado le vivacissime, serrate offensive sferrate nei due campi e che non avevano potuto concludersi in punti, sia per l’attento ed abile schieramento difensivo tale delle due compagini sia per la morbosa precipitazione degli attaccanti, i quali hanno fallito non pochi tiri nel momento conclusivo. È stata, nel complesso, una partita condotta a grande andatura, senza esclusioni di colpi, sviluppata con ardimentose folate che avevano prevalentemente il loro punto di partenza dalle ali per convergere al centro per il tocco finale: in queste contingenze, svolte senza soste nonostante la pesantezza del terreno reso assai viscido dalle piogge di questi giorni, azioni perigliose si sono di continuo create nelle reciproche aree, dando luogo a spunti emozionanti, a duelli serrati, a rimandi ed a ritorni sostenutissimi e decisi che hanno messo più volte le reti di Mosele e di Degani in serie difficoltà. Per contro, come sovente capita nel corso di queste dure partite, i primi due goals sono scaturiti da altre situazioni, meno pressanti e che parevano destinate a naufragare come tante altre precedenti. Spettacoloso è stato, invece, il punto della vittoria, segnato da Avalle con tiro spiovente trasversale sferrato da una trentina di metri sulla sinistra di Degani e finito nell’angolo alto della rete ambrosiana, fra la costernazione dei giocatori neroazzurri e del folto stuolo di milanesi convenuti sul campo del Littorio, ed il delirio della folla alessandrina, la quale vedeva premiata, finalmente, l’attività dei suoi giocatori. Delle squadre, francamente, la migliore è stata l’Ambrosiana per il suo comportamento generale, per la vivacità impressa al gioco, basata su precisi passaggi del pallone, abili spostamenti degli attaccanti, tiri fulminei che, per altro, peccavano alquanto di precisione. Gli ospiti si sono fatti notare ed apprezzare per il loro giuoco agile, sbrigliato, deciso, sorretto da una mediana e da una difesa sempre presente in ogni contingenza e concluso da attaccanti di valore che non hanno sciupato certamente molti palloni nel corso della partita. In parte, tuttavia, è mancato quel giusto e rapido mordente nel definire le loro azioni offensive, che sono apparse indubbiamente assai pregevoli a metà campo nell’orditura del tema prefisso, e che lasciavano sovente in asso i grigi, lanciati alla rincorsa degli avversari nel vano tentativo di interrompere la loro pratica e brillante intraprendenza. Più decisi sono apparsi invece, in maggiori contingenze, i grigi, sebbene la linea attaccante abbia funzionato solo a tratti, in parte dovuto al saltuario rendimento di Notti, spostato alla mezz’ala destra. A posto la mediana, che ha avuto in Avalle il suo migliore esponente, e la difesa in blocco: Mosele ha parato alcuni pericolosi palloni, strappando vivi applausi. Agli ordini dell’arbitro Turbiani di Ferrara, le squadre si schierano in queste formazioni […]. Cielo plumbeo, con minaccia continua di pioggia; terreno pesante ed alquanto fangoso. Le prime offensive partono dagli ambrosiani, impostate particolarmente dal velocissimo Ferrero che, al 5’, sferra un rapido tiro deviato dall’asta superiore. Poco dopo, un centro dello stesso Ferrero trova pronto Meazza che, di testa, gira la palla in rete, bloccata in tempo da Mosele. Gli attacchi milanesi sono interrotti, verso il 9’, da una fulminea discesa in linea degli alessandrini: Costenaro allunga il pallone a Cattaneo, questi al centro; succede una mischia paurosa, durante la quale Marchina si impossessa della palla e segna il primo goal. Al 12’, corner contro i grigi che riprendono subito dopo l’offensiva, e la porta milanese corre altri serii pericoli, fortunosamente infranti dai difensori neroazzurri. Al 24’ un allungo di Avalle a Cornara impegna Degani, che libera: ne consegue un attacco di Serantoni, il più attivo dei forwards milanesi, il quale effettua un lungo, forte tiro fermato da Mosele che, poco dopo, è ancora impegnato su azione di Meazza, impeccabile per prontezza e decisione. L’Ambrosiana ha un finale elettrizzante: tutto l’attacco e la mediana sono protesi nella metà campo dei grigi, ma gli alessandrini non cedono un istante e, per quanto pressati da ogni parte, tengono testa abilmente all’infuriare delle azioni avversarie e giungono così al riposo col vantaggio conquistato. Nella ripresa, dopo un abile tentativo di Cattaneo che manda il pallone a fil di palo, l’Ambrosiana riordina le sue fila e si porta minacciosa sotto Mosele; allorché questa rinnovata offensiva infruttuosa sembra placata, ecco, da una rimessa laterale che non pareva per nulla preoccupante, scaturire il punto del pareggio: un attimo di sosta nelle estreme file alessandrine permette a Demaría di scoccare il tiro raso terra nell’angolo sinistro mentre Mosele, completamente spostato, nulla può fare per tentare la presa. Pareggiate le sorti, la lotta si riaccende ora più ardente che mai per la conquista della vittoria. Marchina e Serantoni giacciono a terra doloranti per riprendersi poco dopo; Degani e Lombardo subiscono la stessa sorte, ma nessuno cede. A due minuti dalla fine, Avalle, su rimessa laterale, allunga il pallone a Cattaneo; questi lo ritorna ad Avalle, che calcia deciso in goal: la palla passa alta e converge in rete nell’angolo destro, rendendo vano ogni tentativo di parata da parte di Degani. Per la cronaca, al 24’ della ripresa Meazza segnava di testa un magnifico goal su centro di Visentin, annullato dall’arbitro per precedente fuorigioco. (Giovanni Camagna, «La Stampa», 4 aprile 1932) La squadra alessandrina ha saputo riscattare con una vittoria, conquistata nelle ultime battute dell’incontro, i dubbi ed il malumore prodotti nel suo pubblico dall’andamento, forse più che non dal risultato, della partita giocata otto giorni sono contro la Juventus. Ha fatto le spese del riscatto la Ambrosiana-Inter, la quale per poco, non è riuscita a modificare l’opinione di chi la vuole quest’anno incapace di battersi fieramente e di non perdere in casa degli avversari più temibili. La partita, disputata in un’atmosfera grigia come la divisa degli atleti dell’Alessandria e sopra un terreno ridotto a pantano alla superficie, ma forse non pesantissimo per la natura argillosa del fondo, volgeva al termine e le due squadre, che avevano tenuto avvinta l’attenzione del pubblico con un gioco velocissimo, vario, quasi sempre corretto, spesso equilibrato nella serie degli attacchi e nel lavoro difensivo, dividevano i punti. L’Ambrosiana-Inter, pur prevalendo sugli avversari per la marca dello stile e per l’insistenza e la sicurezza degli assalti, aveva chiuso il primo tempo con un nulla di fatto all’attivo contro un goal segnato da Marchina in una delle pericolose incursioni della prima linea dei grigi. All’inizio della ripresa, Demaría aveva però pareggiato irresistibilmente. Come avviene in tutti gli incontri che si avvicinano alla chiusura trovando le contendenti alla pari, e come avviene quando le squadre si equivalgono e gli atleti non rimangono con le mani sui fianchi, così oggi le due reti, difese rispettivamente da Degani e Mosele, avevano corso i pericoli più seri dopo il pareggio conseguito dai milanesi. La traversa aveva respinto nel primo tempo un pallone di Ferraro; un palo aveva deviato nel secondo tempo un’insidiosa palla, scaraventa a rete, crediamo, da Notti. E mentre Meazza si era visto annullato, dal fulmineo intervento del fischio di Turbiani – arbitro lodevolissimo – emesso un istante prima che la frecciata scoccasse, contro un fuori gioco tanto fulmineo da lasciar incerto il più freddo dei competenti, l’Alessandria aveva minacciato a più riprese, in virtù di un gioco fattosi vieppiù ardente e battagliero, dal 25’ al 35’, la casa degli avversari. Dicevamo che l’incontro volgeva al termine. Non si pensava più al successo netto dell’una o dell’altra squadra. L’Alessandria sembrava anzi – privata negli ultimi minuti di Ferrero e con Allemandi e Serantoni azzoppati – accettare volentieri la divisione dei punti. Ed ecco l’azione decisiva: la palla rimessa a lato, a fondo campo, viene respinta con la testa quasi sull’angolo del corner, da Rivolta. Riceve al volo, da fermo, Avalle, che opera un tiro alto e spiovente da circa 30 metri. Degani, forse titubante perché poco prima è uscito contuso alla spalla destra e al capo da una parata a tuffo, sbaglia il tempo, vale a dire spicca il salto – che la palla arriva insidiosa sull’architrave – un decimo di secondo prima. Quando i piedi del guardiano ricalcano il terreno, il ball dorme nella rete. L’Alessandria ha colto così il goal della vittoria. Pubblico e giocatori locali non avrebbero ragione di contenere il loro legittimo giubilo. Come i neroazzurri non possono nascondere la delusione e l’avvilimento. La partita è stata combattuta a ritmo accelerato. Erano di fronte due squadre dal gioco rapido, abitualmente privo di rudezze, basato piuttosto sul lavoro abile del pallone; due squadre dallo stile armonioso, capaci di cucire trame e tracciare arabeschi ammirevoli, malgrado le pessime condizioni del telaio sul quale dovevano oggi disegnare. La sorte ha premiato la pattuglia che nel secondo tempo ha saputo liberarsi, con uno scossone energico ed a costo di qualche trasgressione alle norme del gioco raffinato, dalle spine incantatrici degli avversari. I matches di football si discutono attraverso la cronaca, ma valgono in base ai risultati. Non si calpestano i buoni diritti dei grigi osservando che, se l’incontro si fosse chiuso con la divisione del prezioso bottino, la Ambrosiana-Inter, oltre a non carpire nulla ai valorosi avversari, avrebbe avuto la soddisfazione di considerare il risultato pari alla stregua di un successo notevole. Perché i milanesi sono stati brillanti nei primi 45 minuti e minacciosi sino a metà della ripresa. Ma quando gli alessandrini si sono accorti che, seguendo i neroazzurri sul loro terreno, correvano il rischio di perdere la posta, hanno accentuato il tono del combattimento, premendo forte sull’acceleratore, e sono andati alla caccia del goal coll’impeto, la foga, l’energia che possono contrastare con le norme dello stile purissimo, ma che consentono, quasi sempre, di realizzare. E così, il giuoco delle due squadre si è nettamente distinto, pure non essendo di natura profondamente dissimile. Quello svolto dall’Alessandria è risultato più redditizio. Più frequenti e più ammirati sono stati gli attacchi dei milanesi, più veementi e più minacciosi gli assalti dei grigi. L’Ambrosiana-Inter ha giocato bene ma molte volte la difesa avversaria ha strappato i fili del ricamo proposto da Meazza e intessuto da Demaría, Serantoni e Ferrero. L’Alessandria si è difesa energicamente ed ha cercato di sorprendere gli ospiti con repentini colpi d’ariete. Tutto sommato, si dovrebbe dire che la vittoria è toccata, anche se con un colpo inatteso, alla squadra che l’ha tentata con maggiore volontà e con più spregiudicato ardimento. Capita spesso all’Ambrosiana di rimanere con insistenza all’attacco e di non concludere. Si direbbe che gli avanti neroazzurri trovino sul mezzo campo avversario un maggior numero di rivali di quelli che fronteggiano la prima linea della squadra antagonista. Segno che i temi offensivi dell’undici di Rivolta, anche se pregevoli e vari, si sviluppano con lentezza. E questo avviene tanto più quando la seconda linea dell’Ambrosiana-Inter zoppica. Ieri, la squadra ha giocato un primo tempo degno di lode, perché Castellazzi ha saputo essere un centrosostegno di valore indiscutibile. Nel secondo tempo, dopo l’ottenuto pareggio e malgrado la retrocessione di Serantoni, la mediana neroazzurra ha ceduto al centro, forse perché Castellazzi si è trovato a disagio nel combattimento disordinato e fattosi rude. È vero che l’Alessandria ha colto il goal della vittoria quando probabilmente ne disperava, ma è anche vero che essa ha creato verso la mezz’ora di giuoco nella ripresa situazioni pericolosissime per i milanesi ed ha ottenuto parecchi calci d’angolo, a dimostrazione della pressione che ha saputo esercitare sulla mediana e sui terzini avversari. Mentre all’Ambrosiana-Inter, ottenuto il pareggio, annullato il goal di Meazza, fallite alcune occasioni facili, è mancato il mordente. La squadra vincitrice ha iniziato il match con qualche titubanza. Scesa in campo con Mosele ma priva di Scagliotti, l’Alessandria ha faticato a prendere quota anche dopo il goal di Marchina, che Allemandi, Rivolta e Castellazzi affermano sia stato ottenuto col concorso di un abile colpo di mano (noi abbiamo visto l’attaccante in maglia grigia uscire abilmente e con netto vantaggio da un corpo a corpo con il terzino della Nazionale); ed ha faticato perché gli avversari giocavano bene e viceversa l’attacco dei grigi non sembrava in fase. Infatti, malgrado il lavoro brillante di Marchina, un atleta di indubbia classe, e quello assiduo di Notti, e la prontezza di Cattaneo, la prima linea non è stata il reparto migliore della squadra vincente. La forza dell’Alessandria è invece costituita dalla mediana; Avalle, di cui non vale ritessere l’elogio, è stato l’uomo migliore della squadra; Barale ha scompaginato il giuoco di Visentin e Costenaro, senza compiere nulla di molto appariscente, ha saputo trottare dal via al traguardo con continuità utilissima. Ottimi i due terzini, particolarmente Fenoglio, e ammirato in molteplici parate Mosele, anche se qualche «presa» non è stata ferrea. L’Ambrosiana-Inter non ha avuto Degani e Allemandi nella migliore giornata. Il terzino – contro il quale taluni supporters sciocchi o velenosi tentano spesso d’infierire nella forma più riprovevole – colpito duramente all’inizio, ha giocato in non perfette condizioni. La classe è rifulsa, ma Allemandi non ha potuto essere il gladiatore. Degani è stato sfortunato. Ha invece disputato una superba partita Perduca, centrato come non mai, sicuro, duttile e autoritario. Bolzoni ha svolto un gioco difensivo eccellente; Castellazzi è stato meraviglioso nel primo tempo, mentre Rivolta ha disputato uno dei suoi migliori incontri. L’attacco era guidato da Meazza; non certo allenato alla perfezione – veniva da otto giorni di ospedale – ma svelto, vigile, pronto nello scatto, il centroavanti ha sfoggiato, di quando in quando, azioni pregevoli sia smarcando i compagni e porgendo loro palloni preziosi sia districandosi, con raro virtuosismo, dalla stretta vigilanza degli avversari. Ammirevole il lavoro di Serantoni, il quale ha forse errato retrocedendo troppo nel secondo tempo, e quello del bravo, modesto e serio Demaría. Ferrero è stato più pronto, più preciso e più sbrigativo del solito. Visentin, poco servito dalla mezz’ala, non ha sempre tenuto il suo posto all’ala, forse perché dimagrito si sente ore più… agile, con scrupolo. Il pubblico, che non era imponente, è stato sportivo e corretto. Assisteva all’incontro, venuto da Alessandria per la nota inchiesta, l’attivo segretario della FIGC. Vi erano pure, nella tribuna d’onore, il podestà di Alessandria, i consoli Preti e Uggè, l’ing. Barassi, il gr.uff. Pozzani. Alle 15 l’arbitro Turbiani dà inizio alla partita. Le prime battute chiamano al lavoro le difese. Il gioco, nonostante le condizioni del campo, si manterrà radente per quasi tutta la partita. Al 3’ Meazza, spostatosi sulla destra, si esibisce in una fuga velocissima. L’insidia sfuma con un tiro a lato. Sono gli ospiti che si ergono minacciosi e la traversa della rete di Mosele respinge un bel tiro di Ferrero. Debole contrattacco dei grigi e altra incursione di Ferrero. Si ha poi un’altra azione di Meazza, resa vana dall’intervento di Fenoglio. La supremazia iniziale degli ospiti termina al 9’ con un goal… dei grigi i quali, con un’azione sulla destra tra Avalle e Cornara, culminante con un tiro alto e un confuso duello Marchina-Allemandi, segnano il primo punto. Spronati dal successo, gli alessandrini scendono ancora nell’area avversaria, ma Allemandi li allontana e il contrattacco seguente costringe l’Alessandria in corner. Un tiro di Serantoni viene intercettato in tempo da Lombardo. Al 25’, in una brillante azione volante degli alessandrini, Cornara, di testa, manda appena oltre la traversa. Si hanno poscia attacchi e contrattacchi rapidi e insidiosi. Un tiro di Serantoni impegna Mosele. Poi, con un bellissimo passaggio tra Demaría e il centroattacco neroazzurro, questo ultimo colloca a Visentin una palla da goal: il tiro, però, finisce a lato. Punizione contro i milanesi per fallo di Allemandi su Marchina e fulminea scorribanda avversaria. Meazza di testa impegna Mosele in una parata in tuffo che costringe Demaría ad un salto acrobatico per non colpire il bravo guardiano alessandrino. Gli ultimi minuti sono di pretta marca neroazzurra. Il goal sembra maturo. Nell’area grigia i tiri si susseguono in grovigli di gambe e sfuriate, ma sfumano per merito di Marchina che riesce ad allontanare l’opprimente minaccia. Nella ripresa, dopo reiterati attacchi dei calciatori locali, gli ospiti rispondono con baldanza e, in seguito a una mischia Mosele esce dalla rete. Il tiro di Serantoni incontra però il piede di Fenoglio tempestivamente intervenuto. Al 7’ registriamo il goal del pareggio: è Castellazzi che, servito da Rivolta, passa l’azione sulla destra; tocco di Meazza e tiro di Demaría a mezza altezza; la palla infila la rete a filo di palo, mentre Mosele tenta invano la parata in tuffo. Spronati, i milanesi incalzano. Il loro gioco classico predomina nel complesso delle azioni e due minuti dopo, in un identico attacco a quello precedente, Demaría sfiora il montante. La difesa alessandrina si rinfranca, Avalle dà man forte ai compagni e Notti fa marciare Cattaneo che centra con perfezione; Marchina, nell’attimo di calciare, si trova tra i piedi Degani gettatosi in tuffo; il portiere resta a terra stordito, ma la rete è salva. Un corner contro l’Ambrosiana e un tiro di Notti non hanno esito. Poi, Bolzoni organizza la controffensiva e Visentin, fuggito dalla vigilanza di Avalle, mette di perfezione al centro. Ma, nel preciso istante in cui il centroattacco milanese, fulmineo e con un’abile finta, aggiusta il pallone in rete, l’arbitro fischia il fuori gioco. Goal annullato. Un tiro secco di Visentin deviato in corner da Mosele, poi è la volta di Cornara a lanciare prima a Borelli e poi a Marchina. Quest’ultimo, da pochi metri, tira in rete, ma lo spigolo del palo respinge l’insidia. Altro corner a favore dei grigi e rapida discesa di Demaría fermata di forza da Lombardo. Rimando da metà campo di Perduca, potentissimo, che impegna Mosele in una parata alta e difficile. Al 40’ Ferrero rimane a terra contuso e abbandona la lotta che si inasprisce. Al 43’, in seguito ad un dialogo apparentemente privo d’importanza, all’angolo del campo, tra Rivolta e Cattaneo, Avalle raccoglie al volo e centra lungo e alto. La palla, battendo nella facciata interna del palo, finisce in rete dopo un salto fuori tempo di Degani, tra lo stupore dei neroazzurri e gli evviva dei grigi. («La Gazzetta dello Sport», 4 aprile 1932) L’AMBROSIANA SCONFITTA AL CAMPO DEL LITTORIO La venticinquesima giornata di campionato è stata senza dubbio fra le più interessanti dell’annata, ed ha destato un vivissimo interesse per la lotta divenuta incertissima, fra Bologna e Juventus per la conquista del titolo, e fra le squadre di coda per non retrocedere nella divisione inferiore. Il campionato è entrato nella sua fase decisiva e le prossime partite saranno quindi quanto mai interessanti perché è da queste che dovranno sbocciare la squadra campione e le due squadre condannate alla retrocessione. Il Bologna, battuto a Genova, ha perduto buona parte delle sue novanta probabilità su cento che aveva, alla vigilia della partita, di conquistare il titolo. La Juventus lo incalza da vicino ed un solo punto la separa ancora dai leaders. Tale vantaggio ha un valore quindi relativo in quanto il Bologna deve ancora rendere la visita ai campioni d'Italia e deve affrontare i campi dell’Ambrosiana e dell’Alessandria. La partita di Alessandria fra i grigi ed i rosso bleu si prevede sin d’ora come decisiva per il Bologna agli effetti della classifica. Infatti è da prevedere che il Bologna, quando verrà ad Alessandria, potrebbe essere a pari punti con la Juventus. La partita di Alessandria acquisterebbe quindi una importanza capitale per l’assegnazione del titolo di campione. La lotta fra le squadre di coda non è meno impressionante. Brescia, Bari e Modena vogliono salvarsi ad ogni costo. Il Brescia, pareggiando a Milano, ha dimostrato di avere ancora molte cartucce da sparare; il Modena, battendo nettamente la Pro Vercelli, ha fatto un altro passo verso la salvezza, e il Bari, se pure sconfitto, ha fatto comprendere, segnando tre «goals» ai campioni d’Italia, di essere tutt’altro che rassegnato alla retrocessione. La lotta fra queste tre squadre va diventando emozionante e non mancheranno gli episodi salienti perché il loro è gioco animato dalla forza della disperazione ed in grado di fornire le più clamorose sorprese. La venticinquesima giornata ha’ quindi detto che il campionato comincia solo con la prossima domenica; almeno per quanto riguarda le posizioni di testa e di coda. Il ritorno vittorioso dei grigi Ugualmente interessante appare la lotta intrapresa dai grandi squadroni, per la conquista delle piazze d’onore. Sette squadre, dalla terza alla nona,, stanno nello spazio di due punti. Un po’ in ritardo è il Genova che però non ha disarmato ' e marcia a tutto vapore per migliorare la sua posizione. L ’Alessandria, in questa lotta sostiene un ruolo di primissimo ordine. Domenica era impegnata in una difficile partita contro l’Ambrosiana. I nero azzurri erano al terzo posto di classifica e per di più in condizioni splendenti di forma. Una loro vittoria ad Alessandria significava insediarsi definitivamente a tale posto. Si può quindi comprendere con quale animo i milanesi abbiano affrontata la partita. Nonostante questo, nonostante l’alto valore tecnico dello squadrone nero azzurro, l’Alessandria è riuscita a vincere. Dopo sette consecutive vittorie, la squadra locale aveva dovuto ingoiare per due volte la pillola amara della sconfitta. A Bari e contro la Juventus i grigi non erano riusciti, malgrado la loro superiorità. ad uscire dal campo imbattuti. Contro l’Ambrosiana, la squadra grigia, meravigliosa di volontà e di ardimento, ha saputo ritrovare la via della vittoria. E tale vittoria è doppiamente significativa in quanto è stata conquistata in un momento in cui la squadra pareva moralmente depressa dalla immeritata sconfitta di sette giorni prima. L’emozionante partita fra grigi e nero azzurri. Un urlo irrefrenabile è esploso dall'animo della folla pochi minuti prima della fine della partita allorquando Avalle, con un poderoso tiro riusciva a conquistare la vittoria. Questo urlo ha detto con quanta passione e quanto spasimo la folla abbia seguito le vicende dell’incontro. Ed in verità è stato un incontro affascinante sia per la tecnica impressa alle azioni, come per il tono estremamente combattivo del gioco. Non si è verificato infatti durante la partita che una squadra sia stata per qualche minuto alla mercé dell’altra. Le azioni si sono susseguite da un campo all’altro con una rapidità sorprendente. Ed ogni azione delle due linee attaccanti lasciava sempre l'impressione del successo, destando nel pubblico le più intense emozioni. L ’Alessandria pur non avendo giuncato una grande partita, come ad esempio contro il Napoli, ha ugualmente soddisfatto. La sicurezza dimostrata da Mosele, in alcune difficilissime parate, ha fatto dimenticare al pubblico i due gravi errori commessi dal portiere stesso nella partita contro la Juventus. Ottimo è stato il giuoco della difesa nella quale ha campeggiato Avalle in condizioni splendenti di forma. L’attacco, pur non avendo brillato tecnicamente, ha svolto un giuoco meraviglioso di penetrazione. Cattaneo ritornato in piena efficienza, ha saputo con innumerevoli azioni personali, trascinare i compagni nell’area avversaria porgendo loro al momento opportuno, occasioni d’oro per segnare, e Marchina, il più attivo del trio centrale, è stato il più pericoloso impegnando continuamente il portiere avversario. Non ancora in piena efficienza è apparso invece Cornara, al quale deve però concedersi l'attenuante di essere stato per quasi due mesi a riposo. Nel complesso la squadra è piaciuta assai ; per la sicurezza del portiere, per l’irruenza e la potenza dei terzini, per la mobilità della mediana e per la scioltezza e semplicità delle azioni del quintetto attaccante. La vittoria rimasta indecisa sino all’ultimo se schierarsi con l'una o con l’altra delle contendenti, ha infine premiato la squadra che nella lotta aveva dimostrato più decisione, più volontà e maggior forza d'animo Con questa vittoria l’Alessandria è ritornata al sesto posto della classifica a pari punti col Torino, col Napoli e col Milan e con la possibilità di migliorare ancora tale posizione nelle prossime partite (Il Piccolo, T.P., 09/04/1932) RISULTATI: Fiorentina-Napoli 2-0 Genova 1893-Bologna 3-2 Juventus-Bari 7-3 Milan-Brescia 2-2 Modena-Pro Vercelli 2-0 Pro Patria-Torino 2-1 Roma-Casale 4-0 Triestina-Lazio 3-2 CLASSIFICA: Bologna 38; Juventus 37; Roma 30; Ambrosiana, Fiorentina 29; Alessandria, Milan, Napoli, Torino 28; Genova 1893 23; Casale, Lazio, Pro Patria 22; Pro Vercelli 21; Triestina 19; Bari, Modena 16; Brescia 14.