Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1931/1932
Serie A
21-04-1932 - Giornata: 27 - Roma - Nazionale del PNF


Lazio SS - Alessandria US 2 - 2 (2 - 0)
RETI: 24. De Maria A. [La] , 27. Fantoni (I) J. [La] 81. Cornara G.[A], 83. Marchina L.[A]

Alessandria US Mosele Vittorio, Lombardo Umberto, Fenoglio Giuseppe, Avalle Edoardo, Costenaro Gino, Barale Oreste, Cattaneo Renato, Notti (I) Alfredo, Cornara Giuseppe, Marchina Libero, Borelli Michele All.: Stürmer Karl

Formazione avversaria
LAZIO SS: Bonadeo; Mattei (II) Augusto, La Roma Iezzi; «Pepe» Rizzetti, Furlani, Fantoni Octavio; «Filò» Guarisi, Malatesta, Fantoni (I) Joao, «Ratto» Castelli, De Maria. All.: Barbuy Amílcar.

Arbitro: Gonani Giovanni (Ravenna)
Note
Tempo ottimo, pubblico numeroso. Inizio gara ore 15:00. Partita anticipata al giovedì, giorno festivo (Natali di Roma). La prima rete dell’Alessandria viene attribuita dal «Littoriale» a Cattaneo, mentre la seconda è assegnata rispettivamente a Marchina (o ad autorete di La Roma Iezzi) dal «Littoriale», a Cattaneo dalla «Stampa», ad autorete di Fantoni O. dalla «Gazzetta dello Sport».

Commento
Trenta minuti dopo l’inizio, la Lazio conduceva con due goals di vantaggio, frutto di due azioni magnificamente condotte e coronamento di una complessiva superiorità di pressione e di stile indiscutibile. A quindici minuti dalla fine, la partita era ancora inchiodata allo stesso punteggio, ma le occasioni perdute dall’Alessandria di pareggiare si contavano numerose, ed erano state mandate in fumo parte dall’abilità di Bonadeo, parte da superbi interventi in extremis di Mattei, parte da imprecisione degli attaccanti grigi nella fase conclusiva. In due minuti, al 34’ e al 36’, la maggior pressione grigia del secondo tempo degli alessandrini sboccava in due goals, come in due goals si era concretata la indiscutibile superiorità azzurra del primo tempo. Privata di una vittoria ritenuta certa sino a meno di un quarto d’ora dalla fine, la Lazio cercava di reagire e di riportarsi in vantaggio; ma i mezzi fisici degli uomini, provati da un ritmo accelerato e perciò estenuante, non erano pari alla volontà; e se occasioni vi furono ancora sia da una parte che dall’altra, le più pericolose furono quelle condotte dagli ospiti. Tuttavia, nessun altro goal veniva segnato, e la partita si chiudeva in pareggio. Delineata così a larghi tratti la fisionomia generale dell’incontro, è chiaro che il risultato è regolare. Superiorità costante della Lazio nel primo tempo, dell’Alessandria nel secondo; qualche occasione facile perduta sia da una parte che dall’altra, specie nella ripresa. Le più evidente, una di «Ratto» per i laziali, una di Borelli per gli alessandrini. Tecnicamente, vi sono non pochi rilievi da fare. Il merito dei due punti segnati dagli azzurri spetta tutto intero all’attacco, che ha giocato contro l’Alessandria una delle più belle – se non la più bella in linea assoluta – partita della stagione. Se tutti i reparti avessero funzionato con l’armoniosa organicità del quintetto, nessuna squadra, per forte che fosse, avrebbe potuto accampar serie pretese ieri, allo Stadio. La mediana, specialmente, come reparto si è vista solo a tratti: sinché, individualmente, i tre uomini hanno retto la micidiale andatura, l’attacco, condotto da un Fantoni assolutamente trasformato e con un De Maria che non faceva rimpiangere l’Orsi delle più felici giornate, ha potuto minacciare quasi ad libitum e dar modo a Mosele di confermare l’eccellente impressione lasciata nella partita con la Roma. Poi, Furlani, sofferente ad un piede - e si sapeva –, ha ceduto; purtroppo, ha ceduto anche Pepe; e così i generosi sforzi del solo Fantoni II non sono stati sufficienti ad imprimere all’attacco la medesima continuità di ritmo. Nulla da eccepire sul lavoro della difesa: magnifico per potenza e scelta di tempo Mattei, maturo anche per i più duri cimenti La Roma. Bonadeo si è lasciato sfuggire una palla, dalla quale è nato poi il primo goal, ma ha rivaleggiato con Mosele nel bloccar dei palloni che avrebbero messo in serio imbarazzo qualunque portiere. Tecnicamente, l’Alessandria di ieri è apparsa nettamente inferiore all’Alessandria che giocò con la Roma. Va bene che, come avevamo previsto, il gioco della Lazio non era il più indicato per scompaginare il sistema alessandrino; tuttavia, il tentativo di confonder le idee agli azzurri adottando un gioco alto, volante, non ha avuto fortuna, forse anche perché, con un tal metodo, i grigi non hanno sufficiente dimestichezza. Cornara e Cattaneo, gli uomini migliori dell’attacco alessandrino, non hanno potuto mai rendersi eccessivamente minacciosi nel primo tempo, l’uno per la imprecisione di Notti e per la lentezza di Marchina, l’altro perché poco servito. I terzini, sicuri e mobilissimi, hanno commesso qualche errore e non hanno certo guadagnato nel confronto con i diretti avversari azzurri; certo però sono stati di questi assai più impegnati. La mediana è stata il reparto migliore e Avalle il più continuo dei tre; ma il trio non ha avuto quella autorevole continuità che sfoggiò due mesi or sono a Testaccio. La riserva di fiato, l’abitudine alle battaglie dure e condotte velocemente, han reso però all’Alessandria di rimontare il duro svantaggio; e ha rasentato la vittoria, anche. Nel secondo tempo, Barale quanto e forse più di Avalle è stato attivo nel lanciare i propri avanti, e Costenaro ha frenato quasi sempre da solo le puntate del trio di centro laziale. All’attacco, lasciatagli maggior libertà di manovra, è stato possibile manovrare la palla su tutta la larghezza del fronte; e lo scambio di posto fra Notti e Cattaneo, specialmente, ha portato un beneficio inestimabile alla squadra. Si sentiva, e non poco, alla mezz’ala destra, l’assenza di Scagliotti. L’anziano Cattaneo ha fatto sparir la lacuna; a lui i compagni debbono il primo goal, e da lui è partita, due minuti dopo, l’azione che Marchina poteva concludere col punto del pareggio. Nel febbrile finale, non scevro di qualche rudezza che l’arbitro Gonani però (forse di una severità eccessiva, anche prima, quando non ve n’era necessità) reprimeva con ferma autorità, i portieri furono ancora impegnati, ma su azioni non sufficientemente energiche per poterli sorprendere. Quando l’arbitro Gonani dà il segnale d’inizio, subito la Lazio soffia la palla a Cornara e scende, appoggiando su «Filò»; ma Fenoglio salva. La minaccia, dopo un intervento di Costenaro, si sposta su Malatesta, che però manda in fallo. Al 4’, azione grigia spezzata da La Roma, e punizione contro la Lazio: il tiro di Cattaneo passa alto. L’Alessandria però stenta a ritrovarsi e la Lazio domina: al 7’, su centrata di «Filò», Avalle, nella foga di liberare, devia nella sua rete, e ci vuole la prontezza di intuito e l’abilità i Mosele per evitare l’autogoal. All’8’, corner contro gli ospiti: si crea una mischia che Fenoglio risolve, mandando ancora in corner. Sulla respinta, discesa di Cattaneo e azione Notti-Cornara; la palla torna a Cattaneo, che centra, raccoglie di testa Marchina e Bonadeo para. Spostamento improvviso di fronte e magnifica parata di Mosele al 10’, su centro di «Filò», mentre De Maria tenta fulmineo di raccogliere. Parata analoga poco dopo: la superiorità laziale continua netta; al 15’ Cornara tenta imbastire un attacco, ma Mattei spezza con autorevolezza. Al 17’, su corner battuto da Fantoni, altra parata di Mosele; sulla respinta, Avalle lancia Cornara, ma Marchina perde il passaggio. Altro calcio d’angolo al 19’, su difficilissima parata di Mosele di un tiro di De Maria; il portiere grigio respinge ancora, ma corto; nella melée, un piede fortunatamente manda ancora in angolo. Al 21’, su punizione per fallo di «Pepe», tiro a lato di Avalle; al 22’, azione della prima linea grigia, partita da Notti, Borelli centra, ma Mattei, con ottima scelta di tempo, libera. Torna l’offensiva in campo alessandrino, e Mosele para un altro bel pallone di De Maria. Ma il goal matura: al 24’ è cosa fatta. «Filò» centra di precisione, raccoglie «Ratto» che finge di avanzare e passa a De Maria; l’ala sinistra, scartati due avversari, saetta in goal: punto magnifico, il più chiaro e più bello della partita. Sprazzo reattivo grigio; ma è ancora Avalle che deve tentar da lontano, e senza fortuna, la via del pareggio. Al 28’, ancora De Maria che fugge veloce, superando Avalle; vistosi venire incontro Lombardo, passa a «Filò» lungo la linea del fallo, tanto che si ha la impressione che la palla debba uscire dalla linea di fondo; «Filò», attiratosi Mosele, passa a Fantoni, che può segnare senza difficoltà il secondo punto. È ora l’Alessandria che attacca; ma l’offensiva si conclude solo con un corner, al 29’, che tira Borelli; Furlani respinge corto, Notti riprende di testa e sbaglia. Al 31’ Notti segna, ma l’arbitro aveva già fischiato il fuori giuoco; inoltre, a nostro avviso, la palla centrata da Borelli era già uscita dalla linea di fondo in fallo. Le ultime battute vedono un risveglio dei grigi e al 37’, su magnifica occasione fornitagli da Cattaneo e Notti, Cornara si vede soffiare la palla da Mattei proprio mentre sta per tirare. Al 39’, discesa azzurra conclusa con un tiro alto di Malatesta; al 44’, dall’altra parte, è Barale che sbaglia di poco il bersaglio. Il risveglio degli ospiti si accentua nella ripresa. L’Alessandria scatta in partenza e, su centro di Cattaneo, Marchina chiama Bonadeo a una brillante parata. Al 4’ «Filò» ristabilisce l’equilibrio indirizzando in rete un pallone che Mosele blocca. Una decina di minuti di complessivo equilibrio, con qualche tiro impreciso, e al 12’ un bellissimo salvataggio di Bonadeo su tiro di Cornara. Al 14’ una intelligente azione di Cornara non è raccolta per un attimo da Cattaneo. Al 15’ De Maria, magnifico per continuità, scavalca Lombardo e fornisce a Ratto un pallone d’oro: ma il mezzo sinistro spreca malamente, tirando molto in alto. Poi, la pressione degli ospiti si fa più continua per la sempre minor resistenza dei sostegni laziali. Al 21’ un tiro ad effetto di Avalle per pochissimo non va in rete; al 22’ Bonadeo, con una audace uscita, interviene su un pericoloso tiro di Bonelli. Al 23’ un corner contro la Lazio crea una situazione pericolosa. Notti, a porta vuota perché Bonadeo è a terra scontratosi con Cornara, di testa manda alto il pallone battuto magistralmente da Barale. Le rare minacce azzurre vengono da De Maria. Al 29’, altro fortunoso salvataggio: su passaggio preciso di Cornara, Notti calcia fortissimo in rete; Bonadeo para ma respinge corto, Borelli interviene e tira da due passi, mentre il portiere azzurro è ancora spostato sulla sua sinistra; il pallone, fortunatamente, passa alto. A questo punto, Notti e Cattaneo si invertono le posizioni. Un discutibile fallo contro gli alessandrini dà occasione a De Maria di mettere ancora all’opera Mosele; ma poi i grigi tornano all’attacco, decisi a segnare ad ogni costo. A distanza di due minuti uno dall’altro, otterranno infatti i goals del pareggio. Al 33’, su centrata di Borelli, Notti traversa in porta, Mattei, sulla linea del goal, libera col piede; sulla respinta, fallo di mano di Furlani. Il calcio di punizione è tirato da Barale: con uno spiovente ben dosato, la barriera è scavalcata, Bonadeo para, ma la palla gli sfugge; Cattaneo, pronto, riprende e mette in rete. Due minuti dopo, nonostante gli incoraggiamenti del pubblico, la Lazio, costretta ormai a difendersi, incassa il secondo goal. Cattaneo spedisce lungo a sinistra e Borelli centra di precisione; Marchina, spostato sulla destra, mette in rete. Per essere esatti, il pallone, prima di entrare in goal, ha toccato La Roma, ma nessuna colpa può essere addebitata al giovane terzino azzurro. La partita è decisa; di notevole, negli ultimi minuti, oltre qualche sintomo di risveglio azzurro, ma senza convinzione: una parata in grande stile di Mosele su tiro di De Maria, ma merito, come costruzione, di Malatesta, e al 43’ ultimo corner contro la Lazio, che Borelli sciupa dentro la rete. L’andamento del secondo tempo fa sì che il pubblico, benché deluso, riconosca, con lodevole senso sportivo, la equità del risultato. E gli applausi non mancano, sia agli azzurri che ai grigi. Hanno assistito alla partita nella tribuna d’onore S.E. il ministro Balbo, i sottosegretari Riccardi e Rosboch, gli onorevoli Delcroix, Melchiori, Stame, Barisonzo, i figli del Duce Bruno e Vittorio, il comm. Klinger, i gen. Valle, Capuzzo e Vaccaro, il vicepresidente della FIGC ing. Graziani e il segretario generale Maestro Zanetti, il commendator Lolli, il console Gina, il barone Melodia, eccetera. (Pier Luigi Tagiuri, «Il Littoriale», 22 aprile 1932) La partita ha visto due tempi distinti: nel primo, allorché il sole ed un po’ di vento erano a favore della Lazio, questa ha saputo relegare i grigi in una stretta difesa, che però non ha impedito ai romani di aggiudicarsi due goals e mezza dozzina di corners. I laziali, con azioni veloci e con stretti palleggi, ben sostenuti dalla linea di sostegno, hanno letteralmente stordito i difensori dell’Alessandria. Il terreno secco favoriva poi in special modo i virtuosismi degli italobrasiliani, ammiratissimi nel duo De Maria-Furlani. Non molte volte l’Alessandria è riuscita a capovolgere la situazione ma, contrariamente ad ogni aspettativa, l’attacco dei grigi, avanzando troppo in linea, permetteva alla difesa laziale, e specialmente ai terzini, di accorrere in tempo e spazzare. Bonadeo, che sostituiva Sclavi ammalato, non ha avuto certo molto da fare nel primo tempo; ed il terzino La Roma, che occupava il posto dello squalificato Del Debbio, si faceva ammirare per entrate a tempo e rimandi sicuri. Mattei appariva all’altezza della situazione. Nella ripresa, le sorti si sono invertite. L’Alessandria, punta anche dallo smacco di essersi visto negare dall’arbitro, signor Gonani, un goal che, a parer nostro, aveva tutti i crismi della regolarità, approfittando inoltre del sole e del vento in favore ed adottando il gioco in profondità non ha tardato a mettere in difficoltà la squadra avversaria che, del resto, si è accanitamente difesa per una buona mezz’ora durante la quale rifulse il terzino Mattei. Poi, Furlani, che nel primo tempo aveva campeggiato, ha ceduto; La Roma ebbe qualche incertezza e Bonadeo, al quale vanno accreditate alcune parate di classe, ebbe qualche uscita a vuoto e provocò l’orgasmo nei suoi immediati compagni. I grigi serravano sempre più; Cattaneo cambiò posto con Notti e l’attacco divenne più pericoloso. I goals alessandrini vennero appunto nell’ultimo quarto d’ora, che vide il rapido sbandamento dei laziali. L’esito dell’incontro corrisponde esattamente al valore delle squadre, anche se i grigi abbiano destato migliore impressione nel match colla Roma, sia all’attacco che in difesa. Oculatissimo l’arbitraggio di Gonani. Alla partita assistevano gli on. Balbo, Riccardi, Melchiori, Delcroix, i figli del Duce Vittorio e Bruno, l’ing. Graziani, il m. Zanetta, il colonnello della Farnesina, Boari, al quale, durante l’intermezzo, si presentò Meazza che sedeva in tribuna coi giornalisti. Tempo ottimo, pubblico numeroso. All’8 Alessandria è già in corner. I calci d’angolo contro i grigi si rinnovano frequentemente: ne contiamo cinque, prima del 20’. Poi, al 24’, l’azione del primo goal: «Filò» crossa verso De Maria, che riporta subito al centro liberandosi di Lombardo prima e poi di Avalle, di botto tira di destro e batte Mosele. Tre minuti dopo abbiamo il secondo goal laziale: De Maria, forse il miglior uomo in campo, allarga all’altro lato; «Filò» gioca Barale e mette al centro, si fa un po’ di ressa dinnanzi alla porta di Mosele, durante la quale Fantoni I raccoglie e saetta di giustezza da pochi passi. I grigi, sferzati, passano al contrattacco. Al 28’ obbligano la Lazio in corner. Al 32’, su centro di Cattaneo, Marchina devia di testa a Notti che segna, ma l’arbitro annulla. Azioni alterne nei primi dieci minuti, durante i quali l’arbitro non rileva un netto arresto di mani da parte di Avalle, caduto in area di rigore, ad un potente tiro in rete di De Maria. Poi, Alessandria passa agevolmente in campo romano: Bonadeo è spesso in difficoltà. Al 24’ la Lazio è in corner. Alla mezz’ora avviene lo spostamento fra Notti e Cattaneo. I laziali si difendono con un po’ di orgasmo ed al 36’, su fallo di mano di Furlani, poco al di qua del limite, Barale batte la punizione. Bonadeo, in tuffo, respinge malamente, raccoglie Cornara che indirizza in rete battendo prima il pallone sul palo. I romani sono interdetti, i grigi colgono l’occasione propizia e due minuti dopo, su centro di Cattaneo e ripresa di Borelli, provocano confusione in campo romano: Fantoni O. cerca di deviare il tiro di Borelli, ma lo rettifica… nella rete. L’unico a non perder la testa dei difensori romani, in questo periodo di collasso, è Mattei, che due volte salva in extremis la rete mentre Bonadeo era uscito. La Lazio ha un breve risveglio al 40’ ed al 43’ con tiri di «Pepe» e De Maria, ma al 44’ deve nuovamente rifugiarsi in corner. (M.N., «La Gazzetta dello Sport», 23 aprile 1932) La Lazio aveva chiuso in vantaggio il primo tempo con due goals segnati nei momenti migliori di gioco: uno di De Maria, su azione che aveva impegnato il reparto di sinistra dell’attacco laziale, e uno di Fantoni, ottenuto su allungo di Furlani. Due goals imparabili e, specialmente il primo, chiari e meritati. Poteva dirsi già padrone della partita, la Lazio, quando attaccava la ripresa. Anzi, la Alessandria nel primo tempo era apparsa slegata all’attacco, con Notti impreciso, e lenta nella mediana, preoccupata più di rincorrere palloni alti che di rifornire con passaggi raso terra i propri attaccanti. Nell’unica brillante azione del primo tempo, su centrata breve di Cattaneo, Borelli segnava di testa, ma l’arbitro annullava per fuori gioco. Anche nei primi venti minuti di gioco della ripresa l’Alessandria pareva meno agile di altre volte, se pur si vedeva che le cose nella mediana avevano preso un andazzo diverso; al centro, Costenaro dosava i passaggi con miglior criterio e quanto ai laterali, più mobili, facevano del loro meglio per tener a freno le pericolose ali romane. Barale vi riusciva, ma Avalle doveva faticare fino all’estremo perché De Maria, in gran forma, appariva pericolosissimo e Mosele doveva parare con una certa difficoltà due tiri dell’ala sinistra romana. Ma ecco che Cattaneo, il più deciso avanti alessandrino, si scambia di posto con Notti. Costenaro dà a Marchina una palla d’oro, breve palleggio con Cattaneo e primo tiro forte e preciso dell’Alessandria. Una dopo l’altra, le azioni alessandrine appaiono nitide, celeri e brillanti. Notti tira in porta, Bonadeo è fuori posizione ma Mattei, sul limite, respinge. La Lazio non ha più la scioltezza del primo tempo, anche perché la difesa, specialmente da parte della riserva La Roma, pressata, manda fuori o erra troppi palloni. Di là, infatti, vengono i pericoli maggiori. Ma ecco il primo goal: centra Borelli; mischia; Cornara, da un passo, segna: 24’. Ed ecco, subito, il secondo. Entrata di Borelli; fallo di Furlani. Punizione dal limite; il tiro violento sfugge a Bonadeo, entra Cattaneo e segna: 27’. Poi, le azioni si svolgono verso la metà campo e le due squadre accettano con sollievo il fischio finale dell’arbitro. Gran folla allo Stadio. Terreno ottimo. Arbitro Gonani di Ravenna. Fra le Autorità, S.E. il ministro Balbo, il sottosegretario Riccardi, l’on. Delcroix, l’ing. Graziani e i figli del Duce. («La Stampa», 22 aprile 1932) DAL PAREGGIO DI VERCELLI... Domenica e giovedì la squadra grigia ha affrontato due durissime partite sui campi del Vercelli e della Lazio ed è uscita, da entrambi gli incontri, imbattuta. Dopo la parentesi di due sconfitte la squadra grigia ha ripreso il suo cammino vittorioso e nelle ultime tre partite non ha subito - nessuna sconfitta. A Vercelli, il pareggio è stato più che meritato. Partita assai veloce, scevra da ogni durezza e quindi doppiamente bella. L’uno a uno dei grigi ha il valore di una vittoria morale, perché i vercellesi, in questo finale di campionato, col pericolo alla gola della retrocessione, hanno tirato fuori gli unghioni per strappare alcune vittorie ad essi indispensabili per allontanarsi dal pericolo della retrocessione. A Vercelli, roccaforte del calcio provinciale, tutte le migliori squadre non sono riuscite a strappare il successo. Genova, Ambrosiana, Torino hanno conosciuta l’amarezza della sconfitta e Bologna, Roma e Napoli hanno dovuto accontentarsi del pareggio. L'impresa dei grigi appariva quindi, alla vigilia, alquanto dura, tanto più che la Pro Vercelli si trovava in un momento particolarmente felice. Ma l’Alessandria, attualmente più mai in vena di prodezze, ha sconvolto ogni previsione, strappando un pareggio significativo e sfiorando più volte la vittoria. Es; sa è riuscita a segnare il suo goal, nel primo tempo, attraverso una marcata superiorità di giuoco. Nella’ ripresa i vercellesi spronati alla vittoria dall’incitamento della folla, sono apparsi più aggressivi ed hanno costretto la difesa grigia ad un duro lavoro. Ma il sestetto grigio, come una torre che non crolla, ha resistito, con calma olimpica, ai serrati attacchi vercellesi ed è stato battuto una sola volta. Veramente possente è stato il giuoco svolto dai sei uomini della difesa grigia, i quali hanno saputo imporre il loro giuoco alle irruenti azioni vercellesi. Ed il fatto di aver piegato una sola volta dice con quale animo e volontà, essi abbiano combattuta e vinta la battaglia . . . . a quello di Roma Anche a Roma, contro la Lazio, la squadri grigia è riuscita a strappare il pareggio. Questa partita è stata assai più dura della precedente e la squadra alessandrina ha dovuto sfoderare tutte le risorse della sua classe per rimontare uno svantaggio che pareva incolmabile. Colta come di sorpresa, la squadra grigia ha subito, nella prima mezz’ora di giuoco, l’agile offensiva degli azzurri della Lazio, i quali sono riusciti a violar due volte la rete di Mosele. Di questi due goals uno però avrebbe dovuto essere annullato, perchè la palla era uscita in precedenza dalla linea di fondo. Lo spauracchio della sconfitta ha messo le ali ai piedi dei grigi. Prima della fine del tempo essi infatti riuscivano a violare la rete avversaria. Ma l’arbitro, annullava il «goal» per un fuori giuoco inesistente. La dea bendata pareva volesse giuocare ai grigi un brutto tiro. L’arbitro, dopo aver convalidato un irregolare goal della Lazio, annullava un validissimo goal dei grigi. Per nulla demoralizzati da questi due infortuni i grigi nella ripresa hanno dimostrato di volere la vittoria. La squadra è apparsa, nell’ultima mezz’ora di giuoco, in tutto degna del suo alto valore. Il caratteristico giuocò dei grigi è apparso in tutta la sua bellezza. La Lazio ha dovuto così difendersi disordinatamente di fronte alle classiche azioni del quintetto grigio sorretto da una mediana possente. E il pareggio è venuto. A venti minuti dalla fine i grigi perdevano ancora due a zero. In due minuti essi hanno segnato due «goals» e nell’ultimo quarto d’ora di giuoco, per pura sfortuna non hanno conquistata la vittoria. Il fatto di aver saputo rimontare lo svantaggio di due «goals», su di un campo avversario e contro una squadra che era riuscita a piegare alla sconfitta squadroni di classe come Bologna, Juventus, Fiorentina, Torino, Pro Vercelli ecc., dimostra che la squadra possiede non solo, classe e stile ma. anche una forza di recupero non comune, E con tali elementi tecnici e morali, la squadra grigia continua la sua marcia ascensionale verso e posizioni d’avanguardia alle quali molte squadre quotate all’inizio della stagione per la conquista del titolo, mirano ancora ma con minori probabilità di riuscita. (Il Piccolo, T.P., 23/04/1932) RISULTATI: [24 aprile 1932] Bologna-Modena 4-0 Casale-Pro Patria 1-2 Fiorentina-Ambrosiana 3-0 Milan-Bari 2-1 Napoli-Roma 1-0 Pro Vercelli-Juventus 1-2 Torino-Genova 1893 3-1 Triestina-Brescia 1-1 CLASSIFICA: Juventus 41; Bologna 40; Fiorentina 32; Ambrosiana, Roma 31; Alessandria, Milan, Napoli, Torino 30; Genova 1893, Pro Patria 25; Casale 24; Lazio 23; Pro Vercelli 22; Triestina 20; Bari, Modena 18; Brescia 16.