Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1931/1932
Serie A
29-05-1932 - Giornata: 32 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Bologna Sportiva 3 - 3 (1 - 1)
RETI: 28. Grillo G.[A], 57. Cornara G.[A], 60. Notti (I) A.[A] 1. Schiavio A. [Bo] , 87. Ottani G. [Bo] , 88. Ottani G. [Bo]

Alessandria US Mosele Vittorio, Fenoglio Giuseppe, Borelli Michele, Grillo Giuseppe, Costenaro Gino, Barale Oreste, Cattaneo Renato, Scagliotti Cinzio, Notti (I) Alfredo, Marchina Libero, Cornara Giuseppe All.: Stürmer Karl

Formazione avversaria
BOLOGNA SPORTIVA: Gianni; Monzeglio, Gasperi; Donati, Baldi, Montesanto; Maini, Ottani, Schiavio, Fedullo, Muzzioli. All.: Lelovics Gyula.

Arbitro: Guarnieri Amedeo (Milano)
Note
Pubblico numeroso. Tempo grigio, terreno ottimo.

Commento
Giornata dalle molteplici emozioni quella di Alessandria. Un’Alessandria combattiva quanto mai, un Bologna deciso a vender cara la pelle, un punto degli ospiti segnato al preciso momento dell’apertura delle ostilità, Gianni battuto da due tiri spettacolosi nel corso della gara, i grigi in vantaggio per tre a uno a cinque minuti dalla fine, un finale a ritmo accelerato e colpo di scena nel corso del quale i rossoblù raggiungono gli avversari. La battuta iniziale dell’incontro coincise con la prima capitolazione della rocca alessandrina e mise di colpo in orgasmo pubblico e giuocatori. La palla è agli ospiti, che scendono subito nell’area di rigore dei grigi. Spara Ottani: il suo tiro colpisce il terzino Borelli. Il pallone devia a lato in modo e posizione tali che Schiavio non ha altro da fare che deviarlo nella rete quasi sguernita di difensori. Colpita dallo smacco, l’Alessandria tentenna un istante e poi si riprende e tenta di partire alla riscossa. Tenta, perché prima di riuscirvi deve fare i conti col Bologna, che continua a condurre un suo giuoco calmo, positivo, incisivo, difficile da fermare e da disgregare. Succede che, fra emiliani che camminano diritto per la loro strada e piemontesi che vogliono ad ogni costo riprendere il terreno perduto, il giuoco assume una velocità indiavolata. Dopo un quarto d’ora di azioni, l’incontro dà, qua e là, sprazzi di bellezza tecnica. Nei suoi tentativi per lanciare Schiavio e sfruttarne la forza penetrativa, Fedullo inscena per i rossoblù qualche offensiva di ottima fattura, ed i grigi rispondono con attacchi in profondità che chiamano all’opera tutti e cinque gli avanti e che impegnano a fondo Monzeglio e Gasperi. Verso la metà del tempo, una bella e veloce discesa alessandrina termina con un colpo di testa che manda la palla a finire nelle mani di Gianni. È il preavviso del pareggio, che giunge al 27’: calcio d’angolo sulla sinistra, la palla passa alta sopra il groviglio d’uomini formatosi davanti alla porta; Cattaneo rimanda al centro, leggermente indietro, sopravviene in corsa il mediano Grillo che spara, forte e senza esitazione, di sinistro. La palla va a scuotere la rete con grande violenza, proprio all’angolo alto della porta, sulla destra di Gianni. Pallone imparabile, tiro da lasciar allibita la miglior difesa di questo mondo. Con le sorti alla pari, l’incontro prosegue più veloce che mai. Gli avanti delle due parti giungono con relativa frequenza a procurarsi situazioni favorevoli e non esitano a tirare in porta. Ma sia Gianni come Mosele si piazzano ottimamente, e si mostrano così pronti e precisi da parer imbattibili. E giunge così la metà tempo che le due squadre, ancora, si trovano a parità di punteggio. Il giuoco non ha calato leggermente di tono che negli ultimi minuti prima del riposo. Quando l’arbitro richiama le due squadre in campo, si assiste ad una offensiva del Bologna fra le più nutrite ed insistenti. La squadra degli ospiti è tutta protesa all’attacco e picchia e ripicchia sulla porta degli alessandrini, che non si vuol aprire. Mosele si trova sulla traiettoria di tutti tiri ed eseguisce alcune parate da vero tempista; Schiavio, Maini e Ottani si lasciano d’altra parte derubare del pallone dalla svelta e mobile difesa dei grigi in più di una occasione favorevolmente maturata. In queste condizioni e con questi precedenti, giunge come cosa inaspettata il secondo punto dell’Alessandria. In una delle occasioni in cui i grigi riescono a rompere la cerchia dell’assedio in cui sono tenuti, Barale, dalla sua posizione di mediano sinistro, parte deciso, scavalca l’uno dopo l’altro due o tre avversari, giunge fin quasi alla linea di fondo e poi serve all’indietro e verso il centro Cornara: questi avanza ancora di un paio di passi, poi si ferma a fissare il bersaglio e lascia partire una cannonata che va a finire proprio al punto di mira, all’angolo alto della rete, cioè sulla sinistra del portiere bolognese. È anche questo tiro un piccolo capolavoro di precisione: nessuna colpa e nessuna possibilità di intervento per Gianni. Non v’è che da inchinarsi. Ed in effetto il Bologna lascia, nei minuti che seguono a questo successo dei suoi avversari, l’impressione di inchinarsi. Pare sbigottito ed avvilito, tanto che l’Alessandria ne approfitta e segna ancora quasi subito. Questa volta l’azione parte dalla destra e culmina in una serie di passaggi fitti fitti nell’area di rigore, che gettano a catafascio la difesa degli emiliani; due avanti grigi si fan luce sulla sinistra, Gianni alla disperata esce loro incontro ma giunge in ritardo di una frazione di secondo: prima che egli sia piombato in tuffo sulla palla, Notti l’ha deviata nella rete incustodita. I grigi si trovano così ad avere nelle mani il sostanziale vantaggio di due punti a poco più di una ventina di minuti dal termine dell’incontro. I bolognesi, come storditi, paiono convinti dell’inutilità dei loro sforzi e quasi rassegnati ad arrendersi alla realtà delle cose. Poi si riprendono, ma è la volta della squadra locale ora ad emergere e dominare. Attaccanti e mediani alessandrini paiono aver le ali ai piedi. Discese su discese si snodano impetuose ed energiche, e la difesa rossoblù attraversa un brutto quarto d’ora. I minuti passano ed i grigi, che pur continuano a dominare, danno chiari accenni di rallentamento nello sforzo. Prendono le cose da signori, come se la vittoria fosse oramai cosa raggiunta. Questa è, d’altronde, l’opinione degli spettatori al cento per cento. Parte del pubblico comincia infatti a sfollare, certa che il risultato sia ormai consacrato, e coloro che non se ne vanno danno libero sfogo alla loro gioia. Ma, proprio alle battute finali della gara, si verifica il colpo di scena. Un po’ traendo profitto dal diminuito tono di giuoco dell’avversario, un po’ prendendo forza dall’amor proprio e facendo appello alle risorse tecniche e fisiche non ancora esaurite, il Bologna riprende l’iniziativa e ricomincia a giuocare tutto in una volta. Due, tre attacchi destano allarme fra coloro che già tripudiavano. Al quarto attacco, Muzzioli centra, la difesa s’ingarbuglia, Mosele esce e Schiavio ed Ottani lo scavalcano: Ottani dà il tocco finale alla palla. Due a tre, mancano due minuti alla fine. I difensori alessandrini paiono come interdetti, e sono in realtà travolti: Schiavio fila via da solo verso la sinistra ancora una volta ed eseguisce un lungo centro a media altezza, Ottani giunge nuovamente in corsa, tocca la palla prima che Mosele arrivi su di essa e la devia nella rete. Tre a tre, alla pari. Costernazione generale da parte alessandrina, senso di sollievo in campo bolognese. Su questo fulmine a ciel sereno giunge la fine. Fine desiderata quasi da coloro che poco prima osannavano, ché, con la piega che avevano preso le cose e coll’aggressività di cui dava prova l’attacco bolognese in quel momento, v’era da attendersi di tutto, per poco che l’incontro fosse durato ancora. La lezione che emana da questo incontro è che una gara di calcio dura novanta minuti. Ma al di là di questo lapalissiano insegnamento, l’incontro mise in luce di che cosa sia capace la forza d’animo e l’acutezza di sguardo di una squadra esperta. Come uno schermitore abile, accorto e rotto al mestiere, il Bologna notò di colpo che l’avversario si scopriva nelle ultime schermaglie della lotta e fulmineamente ne approfittò, salvando in extremis il risultato dell’incontro. Fu una vivace ed interessante partita. Ambedue le squadre si presentarono incomplete, mancando l’Alessandria di Avalle ed il Bologna di Sansone, di Reguzzoni e di Martelli. L’Alessandria cominciò i due tempi come sbandata ed incerta, raggiungendo pieno rendimento soltanto verso la metà di ognuno di essi. V’era velocità, impegno e desiderio di vittoria e dovizia nell’attività dei grigi. Quella che mancava era la precisione: Costenaro, ad esempio, pur lavorando con grande continuità e pur adempiendo lodevolmente alla parte difensiva del suo compito, non riuscì a servir l’attacco con precisione che nel periodo della ripresa in cui la sua squadra dominò in modo indiscusso. E parimenti, gli attaccanti diventarono imprecisi e confusionari quasi ogni volta in cui raggiunsero l’area di rigore avversaria. Ma, detto ciò, occorre riconoscere che v’è stile e tecnica in questa squadra composta essenzialmente di giovani. V’è stile di corsa, senso della posizione, sicurezza sulla palla, intuito delle intenzioni, concetti sani sulla distribuzione tattica del giuoco. Sotto tutti questi aspetti, la squadra dei grigi fu ieri, per un certo periodo dell’incontro, schiettamente interessante e bella da vedere e considerare. Il Bologna è caduto da forte. La giornata, ai fini dell’assegnazione del titolo di campione, era decisiva: essa rappresentava per gli emiliani l’ultima speranza di riportarsi in contatto colla squadra che li aveva spodestati del primo posto. Lo sforzo dell’inizio della ripresa, il comportamento generale, in una gara sostenuta a ranghi largamente incompleti, e l’accorto e fulmineo guizzo finale depongono a favore della forza morale e tecnica di quest’unità che ha sostenuto la parte del protagonista per tre quarti della durata del campionato. Gianni ed i suoi due terzini furono battuti da due tiri che quasi raramente si vedono al giorno d’oggi e da una azione a combinazione stretta tutt’altro che spregevole. I tre mediani non tennero per tutti i novanta minuti con continuità: Baldi fu il più redditizio fra di essi. Fra gli avanti, Fedullo fu ottimo come inscenatore di attacchi, e Schiavio insistette con una tenacia esemplare nel suo lavoro aggressivo fino all’ultimo minuto della gara. Quando il pareggio fu raggiunto dal Bologna, il pensiero sorse immediatamente alla considerazione che era giusto che la costanza, la abnegazione e la volontà di Schiavio avessero ottenuto risultato e premio. (Vittorio Pozzo, «La Stampa», 30 maggio 1932) Finito. La Juventus, vincitrice del Brescia, ha scavato tra sé e il Bologna un fosso che non più colmabile, qualunque possa essere il risultato delle partite che ancora mancano alla fine del campionato. E il Bologna, per quanto gli tocca, ha chiuso il ciclo delle gare di ritorno senza vincerne una che è una, avendo aggiunto il pareggio di Alessandria ai precedenti pareggi di Vercelli e di Trieste, i soli campi che non abbiano rinviato sconfitti i rossoblù nel corso del girone discendente. Ebbene: nel giorno in cui l’ultimo filo di speranza è stato reciso, nel giorno dell’addio definitivo al chimerico sogno della conquista dello scudetto, la squadra di Schiavio – il nome è l’insegna – ha giocato una splendida gara, ben degna del prestigio, della fama e dello spirito di orgoglio di un manipolo di atleti che per sei mesi e più ha capitanato la classifica, respingendo fino all’esaurimento delle energie l’implacabile assalto della Juventus. La Juventus è la vincitrice del campionato, e il titolo ben si addice alla sua forza e ai suoi meriti. Ma la Juventus, sia detto fin d’ora, ha avuto nel Bologna l’emulo strenuo più che l’antagonista dominato. Grande partita, densa di bel gioco e di ardenti emozioni. Grande partita per la statura dei combattenti, per il ritmo celere delle azioni, per la varietà dei temi, per gli oscillamenti del punteggio, infine per la scelta fattura dei goals. S’ha inoltre da notare che la gara, combattuta con grande slancio e a tratti con vero e proprio accanimento, non s’è mai guastata con le droghe univoche della villania e dell’acrimonia. Merito, questo, del sano spirito agonistico delle due squadre, entrambe anelanti alla vittoria con armi leali. Il Bologna, che aveva aperto la partita con un punto fulmineo e inaspettato – nessun giocatore alessandrino aveva ancora toccato la palla, e la palla era già nel sacco –, è riuscito soltanto negli ultimi cinque minuti di gioco ad agguantare gli alessandrini mediante due tiri di Ottani, autentiche pistolettate. Si era al 40’ della ripresa e in tutti gli spettatori era ben radicata e pacifica la convinzione che la vittoria dei grigi non potesse più essere minacciata. Il Bologna, invece, ha compiuto il miracolo e nel finale vertiginoso ha espresso tutta la sua vigoria, la sua classe e il suo temperamento. In cinque minuti, il Bologna ha trasformato in un’onorevole partita pari la partita che stava per risolversi nel risultato più brusco che mai, nel corso del torneo, fosse toccato di incassare (si ricorderà, infatti, che i rossoblù non hanno mai perduto per più di un goal di scarto). In questo ritorno di energie, in questo ammirevole serrate durante il quale l’ardore e la tecnica hanno determinato un gioco i prima classe, consiste l’eccellenza della prova fornita dalla squadra bolognese. L’Alessandria non è stata da meno della rivale. Gonfia di salute, scaldata dall’orgoglio di contendere, essa che è squadra strapaesana, il terzo posto in classifica a una pattuglia di squadroni dai nomi altisonanti e dalle altisonanti prebende, l’Alessandria ha offerto uno spettacolo mirabile di fervore combattivo e di bravura stilistica. Alla luce della partita odierna, si illuminano i successi recentissimi di Trieste e di Firenze, se ne indovina agevolmente il congegno tecnico. La squadra «gioca»: non imbroglia le carte per confondere l’avversario più forte o più famoso a colpi d’audacia (fuor di eufemismo, a pedate negli stinchi), ma manovra la palla con lucidi intendimenti, con atletica compostezza, con tecnica disciplina. L’Alessandria ha avuto nella ripresa i suoi momenti più felici: il fuoco del cuore non ha alterato per nulla l’ordine dello schieramento e della marcia degli atleti; e, in particolare, il reparto attaccante, snodato ed elastico nelle sue avanzate in linea, ha messo in evidenza l’alto suo valore che deriva dal costante rapporto di causa ed effetto che corre tra la rapidità dei passaggi e la velocità delle azioni. Non ci ha dimostrato, la prima linea dell’Alessandria, che non è affatto un canone fisso di tattica calcistica l’abitudine corrente di giocare con gli interni arretrati? Ecco una prima linea che gioca veramente in linea. Gli interni Marchina e Scagliotti non si logorano, non si fossilizzano nel lavoro della spola ma, freschi e allenatissimi, sono pronti a raggiungere il fronte dell’attacco, sì che l’attacco investe la difesa avversaria per quanto è largo il campo con notevole aumento delle probabilità di segnare rispetto alle squadre che assegnano alle mezze ali l’estenuante, testardo e mediocre lavoro dei negri. Si vuol concludere che il gioco d’attacco dell’Alessandria è da studiare, anche da parte degli esperti più rinomati delle squadre stracittadine. La condotta di ogni giocatore alessandrino si è mantenuta sempre ad un alto livello tecnico. Non è facile, in campo grigio, disporre in scala di merito il valore e il rendimento dei singoli atleti. La squadra fa coro: è questa una, la prima, delle sue invidiabili prerogative. Eccellente Mosele: qualche sua parata ha indotto i tiratori bolognesi a mordersi i pugni. Quadrata e pur agile la difesa: nel primo tempo, Fenoglio ha soffiato a Schiavio un pallone splendido con un’entrata, una rovesciata volante e un rinvio degni di un campione internazionale. La mediana ha avuto in Costenaro un «centro» pacato, sagace e instancabile, in Grillo l’autore del primo goal, in Barale il costruttore, se non il marcatore, del secondo. Svelta, intraprendente, risoluta la prima linea. In campo bolognese ha dominato Schiavio, che si è battuto dall’inizio alla fine con la baldanza, la precisione e il talento che fanno di lui l’alfiere del manipolo rossoblù. Ottimo Maini, aggressivo e prontissimo nei suoi tiri brucianti; scaltro e poderoso il giovane e promettente Ottani; appassionato il gioco del buon Muzzioli; fervido di idee, elegante nello svolgimento dei temi, attivissimo Fedullo, ma incapsulato sempre nella zona che corrisponde ai tre quarti di campo. Nel settore della mediana si è visto, per quasi tutta la durata della gara, un gioco organico ed energico. Quel Donati ha della stoffa, collaborando preziosamente al salvataggio della rete minacciata dal quarto goal alessandrino, ha permesso alla sua squadra di ripartire alla controffensiva col morale intatto. Quasi sempre in fuoco il classico stile di Baldi. Difesa e portiere non hanno commesso errori e si sono comportati egregiamente: Monzeglio, il migliore dei tre. Terreno ottimo, temperatura fresca, tribune e spalti popolari abbastanza affollati e molto rumorosi. Grandi applausi all’entrata in campo del Bologna, che giocherà sostituendo Muzzioli, Ottani e Donati ai titolari di ruolo Reguzzoni, Sansone e Martelli. Gli alessandrini mancano di Avalle e di Lombardo. Il primo goal viene subito, a trenta secondi dall’inizio della partita. Baldi esegue il passaggio ad Ottani, che senza indugio tira a rete; la palla rimbalza contro il capo di Borelli, la riprende Schiavio che la colloca in porta con un bel piazzato rasoterra. Vivacità di azioni, equilibrio di gioco. Al 17’ l’arbitro assegna ai bolognesi un calcio di punizione dal limite dell’area per un fallo commesso da un alessandrino un metro più in là. Per un buon tratto, il Bologna comanda con scioltezza e incisività di attacchi. Ma al 28’ i grigi pareggiano inaspettatamente in virtù di un magistrale pallone scoccato dal mediano Grillo dalla distanza di una ventina di metri da Gianni. E il primo tempo non vede null’altro di nuovo. La ripresa incomincia con una sequenza di attacchi bolognesi coronati da tiri impetuosi di Maini e di Schiavio. Si ha l’impressione che i rossoblù, alla lunga, debbano aver ragione della difesa alessandrina. Niente di tutto questo. La partita si rovescia. Assistiamo ad un magnifico scatto dei grigi, che nel giro di quattro minuti espugnano per due volte la rete dei bolognesi. Al 12’ il pugnace Barale supera successivamente, filando lungo la linea, Maini, Ottani e Donati; centra a meraviglia, Cornara è sulla palla e il punto è segnato con un tiro irresistibile. Al 16’ Notti marca a sua volta risolvendo una celerissima azione intessuta da Scagliotti, Cattaneo e Marchina. Gioco pari fino alla mezz’ora. Un palo di Maini (triangolo con Schiavio) prelude al finalone dei bolognesi. Secondo goal (40’): Schiavio lancia lo smarcato Ottani, i due si precipitano sulla palla, tocca per primo Ottani, il portiere è battuto. Terzo goal (41’): Schiavio si sposta a sinistra serpeggiando con la palla, gira al centro, entra Ottani e mette in rete colpendo la sfera con la guancia interna della scarpa. L’arbitro Guarnieri ha diretto la partita lodevolmente. («La Gazzetta dello Sport», 30 maggio 1932) La partita ha avuto un risultato stranamente differente dall’andamento dell’incontro. I grigi conducevano la partita con baldanzosa sicurezza, e si era giunti al 40’ del secondo tempo battagliando ancora tenacemente sotto la rete di Gianni, che già aveva dovuto chinarsi per ben tre volte per raccogliere il pallone. Nessuno poteva presumere che nei pochi restanti minuti di gioco le sorti potessero notevolmente cambiare, e infatti, al 41’, inseguito a un nuovo calcio d’angolo contro i bolognesi, i rossoblù effettuavano una discesa che non racchiudeva palesemente alcun elemento di insidia; senonché un terzino grigio, anziché rinviare la palla ai propri compagni la calciava a lato. Ne conseguiva una rimessa laterale da cui scaturiva il secondo goal, conquistato da Ottani e manovrato precedentemente da Schiavio. Un minuto dopo, identica situazione: rimessa laterale, la palla è giocata ancora da Schiavio, passata a Ottani che, in un groviglio di uomini, ha la meglio e segna il punto del pareggio. I grigi non meritavano certamente una sorte così beffarda, in quanto che per oltre un’ora avevano tenacemente condotto attacchi su attacchi in campo bolognesi. Ma come è stata strana la fine, già era apparso pure strano il fulmineo e poco convincente primo goal segnato dai bolognesi. Infatti, a 30” dall’inizio, in seguito a un rinvio di Baldi all’ala destra, di veniva a creare una forte respinta da Borelli; senonché la palla andava a cadere sui piedi di Ottani, che si era portato proprio all’altezza dei terzini grigi; il rossoblù la rinviava fulmineo a Schiavio e questi, poiché i due terzini grigi erano venuti a trovarsi sulla stessa linea, sensibilmente lontani dal vivo della lotta, non aveva difficoltà a segnare fulmineamente il primo goal con tiro abbastanza debole e che Mosele, lievemente spostato, neppure aveva tentato di fermare. A questo scacco, i grigi hanno immediatamente reagito. Al 10’ il Bologna era in corner e, per altri dieci minuti, i rossoblù dovevano subire la prevalenza dei grigi, che al 27’ ottenevano il punto del pareggio: Cattaneo impegnava Gasperi, la palla usciva dal fondo; nel susseguente calcio d’angolo Baldi rinviava lontano, la palla perveniva ancora a Cattaneo, che la deviava a Grillo; questi, lanciato a piena corsa, tirava da venti metri e otteneva il pareggio. Lotta alterna nei due campi fino al riposo. Nella ripresa, i grigi dominano a loro talento per una buona mezz’ora e conquistano al 13’ il secondo goal. Era Barale che, sulla linea laterale, superava tre avversari e dava modo a Cornara si segnare in corsa con un potente traversone. Tre minuti dopo, altra pericolosa azione in linea dei grigi: Scagliotti trascina i compagni e, in seguito a una furente mischia sotto la rete di Gianni, Notti segnava il più bel goal della giornata. Tre a uno! I grigi prevalevano fino al 40’, in cui il Bologna subita il quarto corner della giornata. Fu in seguito appunto a questo rinvio che il Bologna riusciva a conquistare prima il secondo punto e poi il terzo, che fu quello del pareggio. Arbitro Guarnieri di Milano. L’Alessandria mancava di Avalle, sostituito da Grillo; Cornara ha giocato all’insolito posto di ala sinistra. Il Bologna era privo di Sansone. Nel complesso, superiorità dell’Alessandria la quale, se non avesse avuto troppo confidenza negli ultimi minuti, avrebbe potuto mantenere la vittoria che era già in sue mani. Tempo grigio; pubblico numeroso. Nessun incidente. («Fonosport-Le Venezie sportive», 30 maggio 1932) RISULTATI: Casale-Triestina 0-1 Fiorentina-Modena 5-0 Genova 1893-Roma 1-1 Juventus-Brescia 3-0 Lazio-Ambrosiana 2-2 Milan-Torino 6-1 Napoli-Pro Patria 1-1 Pro Vercelli-Bari 2-0 CLASSIFICA: Juventus 51; Bologna 46; Fiorentina 38; Alessandria, Ambrosiana, Milan, Roma 37; Napoli, Torino 35; Casale, Genova 1893, Pro Patria 28; Pro Vercelli 26; Lazio, Triestina 24; Bari 23; Brescia 22; Modena 20.