Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1930/1931
Serie A
19-10-1930 - Giornata: 4 - Genova - Marassi


Genova 1893 CdC - Alessandria US 5 - 1 (4 - 1)
RETI: 4. Banchero (I) E. [Ge] , 18. Patri L. [Ge] , 30. Bodini (I) E. [Ge] , 32. Levratto (II) V. [Ge] , 73. Banchero (I) E. [Ge] 22. Avalle E.[A]

Alessandria US Balossino Natale, Gallino Luigi, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Avalle Edoardo, Banchero (II) Ettore, Borelli Michele, Autelli Mario All.: Révész Béla

Formazione avversaria
GENOVA 1893 CdC: Bacigalupo (III) Manlio; Lombardo, Spigno; Barbieri, Albertoni, Frisoni (I) Berardo; Patri, Bodini (I) Ercole, Banchero (I) Elvio, Casanova, Levratto (II) Virgilio Felice. All.: Székany Géza.

Arbitro: Mastellari Raffaele (Bologna)
Note
Giornata serena. Inizio gara ore 14.30

Commento
L’Alessandria non ha avuto nulla da opporre ad un Genova in giornata smagliante. La squadra dei grigi ha messo il naso alla finestra soltanto per dieci minuti, dopo di che è tornata a sprofondarsi nella più buja e nella meno consistente delle partite. Non ci vuol molto per analizzare il gioco della compagine alessandrina: disordinati i terzini, pugnaci ma disordinati i mediani, vuota la linea degli attaccanti. Se il portiere Balossino, nel corso della ripresa, non avesse opposto il suo coraggio e la sua bravura a più di un pallone difficilissimo, la sconfitta dell’Alessandria avrebbe assunto le proporzioni di una disfatta. L’Alessandria può fare meglio, perché il suo assetto è più solido e il suo gioco è più organico di quanto sia apparso oggi a Marassi. Non cantiamole, perciò, il de profundis e aspettiamola alla riscossa. Quando un atleta è di razza, il domani della sua sconfitta si chiama rivincita. Le considerazioni negative che suggerisce l’odierno gioco invertebrato degli alessandrini non tolgono nulla al valore dimostrato dalla squadra genoana. Il Genova che stravince a Marassi, gli sportivi non presenti allo stadio di solito se lo figurano così: una squadra-catapulta che si trasferisce per forza d’impulso nell’area avversaria e qui alimenta delle risse dalle quali scaturiscono i goals: gran cuore, grande slancio, gioco tecnicamente sporco. La partita di quest’oggi fa giustizia sommaria di questi preconcetti e manda alla ribalta un Genova profondamente rinnovato. Non che sia diventato una squadra le cui volanti geometrie puzzino di gelida accademia. Il Genova è sempre il Genova e, quando gioca, la nota dell’energia vibra nell’area insistente e imperiosa come il «basso ostinato» di certe composizioni musicali. La squadra, come ieri, trova nella lotta il suo fuoco e la sua personalità. Ma la sua partita, a giudicare da quello che oggi si è visto, è salita di rango: a darle il tono, infatti, concorre la tecnica, una tecnica nemica dei fronzoli e delle acrobazie, una tecnica straricca di succhi vitali. Ci sia, nell’ombra, come dicono molti genovesi, la mano di un allenatore di talento o si tratti semplicemente di una felice evoluzione dello stile di squadra, fatto sta che oggi il Genova ha dato una vera e propria rappresentazione di football classico manovrato sì in chiave di combattimento, ma mondo di tutte le pecche e di tutti gli eccessi che il combattimento comporta quando è fine a sé stesso. La palla viaggia: ecco la «novità» dei rossoblù. Non più azioni bollenti ma confuse, non più estrosi assalti a strappi, ma la logica dei passaggi che comanda, ma la collaborazione dei giocatori che domina. Mediani e avanti compongono una vasta scacchiera sulla quale il pallone ariosamente si muove, mentre ogni atleta resiste alle lusinghe dell’individualismo per essere lo strumento del gioco collettivo. Questo gioco, a un tempo nitido e gagliardo, è stato il frutto di una giornata felicissima o veramente il nuovo gioco che il Genova si va costruendo? Se è vera la seconda ipotesi, il Genova farà un campionato memorabile. La bravura dei singoli giocatori ha determinato lo stile di squadra. Difesa imbattibile: tanto Lombardo quanto Spigno non hanno bucato una palla, e le respinte o rovesciate al volo di Spigno sono state così nette e robuste da sentir «suonare» la palla. Sempre pronto e sempre abile, specialmente nelle parate alte, il felino Bacigalupo. La linea mediana ha lavorato con gli attaccanti in costante e perfetta intesa: qui sta il suo maggior merito. Albertoni è un centro dotato di numeri eccellenti; e può fare di meglio. Farà di meglio, crediamo, il giorno in cui riuscirà a potenziare le sue qualità di generoso combattente e di accorto disturbatore con un controllo più sicuro della palla. Oggi Albertoni, ottimo sotto vari aspetti, s’imbroglia ancora sui rimbalzi della palla perché, più che bloccarla e disporne, la rincorre e l’allunga. La prima linea è stata la protagonista della partita. Poderoso Bodini, svelto Patri, un po’ incantato nei momenti decisivi Casanova, grande Banchero, grande Levratto. L’ex alessandrino è stato l’ideale pilota della nave rossoblù: mai vedemmo Banchero sì altruista, sì agile, sì preciso nei tiri. L’altro, il Levratto, spirito bizzarro, s’è ricoperto di applausi. Voi conoscete il Levratto delle giornate nere e sapete che si dimena, si contorce e si arrabbia come un gatto a zampe legate. Ai supporters fa venire la bile, ai compagni di squadra l’orgasmo. Ma fate che Levratto sia in forma, e oggi il vadese era risplendente di condizione, e ammirerete un giocatore inarrivabile. Oggi Levratto ha fatto numero a sé: una partita di alta acrobazia, la sua, ma altresì una partita sagace, giocata per la squadra, per il goal, per la vittoria. Un Levratto, inoltre, simpaticissimo col suo tondo faccione in continua allegrezza così diverso dal viso corrucciato, la fronte alta un dito che fa Levratto quando la partita gli va storta e gli avversari gli rubano la palla e la folla lo becca… Lo splendido e signorile teatro di Marassi è gremito. Nell’aria c’è la primavera. I monti, sotto il sole fulvo, hanno colorazioni violacee. Genova è la Superba! I rossoblù partono a grande andatura. L’Alessandria è presa nettamente in velocità e fa mucchio nella sua area di rigore. Al 3’ il piede di Banchero è il punto di arrivo di un pallone manovrato da Bodini e da Casanova; Banchero s’incunea tra i terzini, ma il suo tiro, scoccato a tre passi dalla rete, è anticipato dal bravo Balossino, che respinge la palla. Non s’è ancora spenta l’esclamazione di dispetto della moltitudine e il primo pallone genoano è in un angolo della casa alessandrina. Levratto spara una delle sue famose cannonate e la palla piglia lo spigolo esterno della rete; Banchero è sulla traiettoria del rimbalzo e di testa mette dentro. Tripudio generale e nuovi attacchi del Genova. Pare, attorno al 15’, che la partita rallenti e che l’Alessandria ritrovi il suo ritmo quando arriva il secondo punto dei rossoblù (18’). Fuga e conversione al centro di Patri, male ostacolato dal terzino avversario. Da pochi passi, l’ala tira a bersaglio, di piede sinistro. Il portiere si butta in ginocchio, la palla gli rimbalza contro, schizza in rete. Il goal è fortunoso. Qui l’Alessandria ha un promettente ritorno di energia. Al 22’ Avalle segna con un tiro lungo dopo che un giocatore genoano, non visto dall’arbitro, ha commesso sulla linea della porta un grosso fallo di mano. I rossoblù rispondono al goal alessandrino invadendo di nuovo il campo dei grigi. Terzo goal al 29’: Banchero allarga a Levratto, acrobazie e tiro alto del vadese, testa di Bodini. Quarto goal al 32’: Bodini esegue un traversone che taglia fuori Gallino e lancia Levratto. Levratto fa il suo goal prepotentissimo. La ripresa ha una cronaca scolorita. Il match è virtualmente deciso e all’Alessandria, fiacca e slegata, non resta che difendersi onorevolmente. La ripresa si svolge a pieno favore tattico dei rossoblù che, dopo lunghe manovre, realizzano al 28’ il quinto goal della serie per merito di Banchero, che risolve di precisione un centro di Levratto. Notevoli alcune parate di Balossino, bersagliatissimo. L’arbitro Mastellari ha sorretto con energia e con abilità tecnica la cavalleresca partita. (Bruno Roghi, «La Gazzetta dello Sport», 20 ottobre 1930) Un uomo da citare per primo: Levratto! Ancora una volta questo ragazzone ha mandato in visibilio la gran folla accorsa ieri a salutare i beniamini, reduci dalla vittoria di Livorno. Sarebbe ingiusto non mettere in luce le ottime prove di Spigno, Frisoni, Banchero e Patri, ma è innegabile che il sigillo che Levratto pone alle sue azioni, iniziate sempre con esuberanza impressionante, finite spesso con un tocco finissimo che sfugge a molti, è inconfondibile. Il Genova ci aveva abituati a molte aperture di partita sonnolenti; ieri la musica è stata diversa: approfittando subito delle felici disposizioni di tutto il quintetto attaccante, esso è partito di scatto al segnale dell’arbitro e dopo pochi minuti giungeva a un primo tangibile successo, che doveva poi clamorosamente confermare nel corso della partita. L’Alessandria ha deluso, sinceramente: si attendeva una migliore prova dal sestetto difensivo; invece, sia Lauro che Gandini, e particolarmente Gallino, hanno giuocato nettamente al disotto del loro valore. Bertolini s’è spesso spostato al centro, dove Gandini, alle prese col suo ex compagno di scuderia, era impegnatissimo. In prima linea, solo Cattaneo ha fatto qualche cosa nel primo tempo, mentre gli altri, pure inscenando qualche piacevole scambio a metà campo, perdevano ogni forza conclusiva in area e a contatto con la estrema difesa rossoblù, tuttora un po’ incerta in Lombardo. Ma ieri coi rossoblù c’era poco da dire e meno da fare: quando la squadra si trova in giornata di grazia, è impressionante. Può permettersi il lusso di lasciare che gli avversari conducano magari il gioco per delle diecine di minuti, poi un giro di vite, entrano in scena Levratto e Banchero e i goal piovono… E si attende Stabile! Con la attuale vena, per portare via dei punti dal campo di Marassi ci vorranno squadre decise e capaci di tirare novanta minuti di gioco ininterrotto, perché ogni pausa rappresenterà un pericolo. L’arbitro Mastellari di Bologna, che ha diretto la partita lodevolmente, facilitato dalla perfetta cavalleria dei giocatori, allinea le squadre nella seguente formazione […]. L’inizio del Genova è oltremodo brioso e promettente, con uno scambio Levratto-Casanova; poi, subito al 2’, Banchero, su passaggio Frisoni-Casanova, porge letteralmente a Balossino, da due passi, mentre la folla urla il suo disappunto, di brevissima durata però: due minuti dopo, Levratto fugge, serra leggermente, tira, colpisce lo spigolo del montante e, sul rimbalzo, Banchero colloca in rete di testa, imparabilmente. Una seconda azione prepotente di Levratto, che si libera di due avversari, poi al 7’ Banchero, pressato questa volta, tira nuovamente sul guardiano avversario, che può liberarsi. Ma il Genova decisamente vuole strafare e giunge al secondo punto: Bertolini fallisce in pieno, Patri fugge, stringe al centro, serrato da Costa cade, ma riesce lo stesso, di sinistra, a tirare su Balossino il quale, forse sorpreso, si lascia sfuggire la palla in rete. L’Alessandria può ora respirare ed anzi al 22’ coglie, confusamente, il goal dell’onore con Avalle, che porta oltre la linea il pallone, dopo che in una mischia un hands di Barbieri aveva reso un attimo eccitanti i difensori rossoblù. Scambio di azioni a metà campo, poi, in tre minuti, altri due punti per la squadra ligure: Levratto fugge, stringe ancora al centro quando sembra debba tirare, serve una finissima palla a Bodini che s’era spostato al centro, non c’è che da accompagnarla in rete. Al 32’, altra volata di Levratto: questa volta non ci sono passaggi, una finta di sinistro e il tiro di destro. La folla applaude. Il secondo tempo è un monologo fra l’attacco locale e la difesa avversaria: il Genova preme, ma evidentemente senza spingere in fondo. Il quintetto attaccante vuole offrire il suo goal a Casanova che ancora non ha segnato, ma inutilmente. Il pubblico segue gli scambi di Banchero e di Levratto, applaude ancora due bei tiri, poi, al 28’, l’ultimo punto: azione sulla sinistra, pallone rimesso ancora al centro da Levratto, tiro di Banchero, rimbalzo, nuovo tiro di Banchero che risolve. («La Stampa», 20 ottobre 1930) ALESSANDRIA BATTUTA NETTAMENTE A GENOVA La superiorità del Genova è stata, si può dire, incontrastata per tutta la partita, fatta eccezione di una decina di minuti durante il primo tempo. L'Alessandria è stata nettamente sopraffatta dall'inizio veramente travolgente del Genova, che ha dimostrato di trovarsi in ottima giornata. Infatti l'attacco genovese, nel quale hanno primeggiato ancora una volta Banchero e l’inesauribile Levratto, ha sopraffatto la mediana e i terzini alessandrini, giuocando con scioltezza di movimento, intesa e decisione. L'Alessandria si è battuta con coraggio per tutta la partita, ma sempre subendo il dominio degli avversari. La gara si è decisa sin dai primi minuti di gioco. Dopo aver sbagliato una facilissima occasione al 4° minuto. Banchero è riuscito a raccogliere di testa un pallone, respinto dal palo su tiro di Levratto e a collocarlo in rete. Al 12° minuto è stato il giovane Patri che, con azione personale, ha ottenuto il secondo goal. L'Alessandria ha avuto un breve periodo di predominio dal 20° al 30° minuto, ed è riuscita a segnare un goal con Avalle dopo una mischia in area genovese. Il Genova si è però subito ripreso, e da allora ha dominato ininterrottamente. Alla mezz'ora Bodlni, su passaggio di Levratto, ha segnato il terzo goal. Al 32° minuto lo stesso Levratto ha conseguito un altro punto con un forte tiro. Se nella ripresa gli attaccanti genovesi avessero curato un po' di più la marcatura, il bottino sarebbe stato più rilevante. Invece, malgrado la costante superiorità, un solo goal si è aggiunto ai quattro del primo tempo, ed è stato segnato al 58° minuto da Banchero dopo una nuova brillante azione di Levratto. Arbitro: Mastellari (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio) Come nelle precedenti annate, anche quest’anno la squadra grigia, sul campo del Genova, è stata travolta. Senza dubbio, il campo del Genova è fatale ai grigi, non perché essi regolarmente abbiano sempre perduto ma perché su quel campo hanno sempre giuocata la più brutta partita dell’annata. Domenica, contro i rossoblù, la squadra grigia era irriconoscibile. Per avere un concetto, bisogna ritornare alla partita del 21 aprile dello scorso anno sul campo del Littorio. E come allora, anche domenica il pubblico grigio ha sfollato il campo deluso, perché la squadra si è dimostrata impotente a controbattere le azioni dei genoani. Non che l’attacco mancasse di iniziative e di mordente, perché i cinque avanti, chi più chi meno, parevano in vena di impegnare il portiere genoano, ma era la linea mediana ed i terzini che non riuscivano a contenere l’offensiva avversaria ed a fornire agli avanti le occasioni per svolgere un’azione. Strana partita quella di domenica! Quando si pensa che i migliori uomini dell’Alessandria (Bertolini, Lauro, Cattaneo) sono stati i peggiori della squadra, che i due terzini, sui quali per riflesso gravava tutto il lavoro difensivo, sono stati meno che mediocri, bisogna ritenere che l’Alessandria si sia trovata in una giornata pessima. Sono Balossino e Gandini, della difesa, si sono lottati come leoni. Il primo ha parato l’impossibile evitando quattro sicuri go als; il secondo si è sacrificato per tutta la partita, per supplire, colla sua volontà e col suo entusiasmo, alle manchevolezze dei due compagni di linea. L’attacco ha avuto qualche momento felice ed ha svolto anche qualche bella azione per merito di Avalle e Banchero, e qualche volta di Borelli; assolutamente inefficiente Autelli e scarsamente redditizio Cattaneo. Per contro, il Genova si è trovato in una giornata superba, ed in efficienza formidabile. Contro il Genova di domenica, nessuna squadra avrebbe resistito. Ma parliamo dell’Alessandria. La squadra grigia, appena iniziato il giuoco, è apparsa subito slegata. Gli uomini della difesa si lasciavano sorprendere con facilità e dopo soli cinque minuti di giuoco il Genova, se Balossino non avesse compiuto due miracolose parate, poteva avere il vantaggio di tre goals. Quali le cause di questo tracollo? Non sappiamo spiegare altrimenti, se non ci appelliamo al solito ritornello: che cioè l’Alessandria, sul campo del Genova, non riesce ad imbroccare una sola partita. E per questo mettiamo una pietra su questa infausta giornata che, se ha segnato il tracollo dei grigi, non ne ha però segnata la fine. E siamo certi che la squadra grigia, mortificata da questa grave lezione, saprà risorgere più bella e più fresca, per riconquistare la fiducia dei supporters e dare ad essi quelle soddisfazioni che meritano. («Il Piccolo», 25 ottobre 1930) RISULTATI: Casale - Triestina 2-3 Legnano - Bologna 0-2 Livorno - Brescia 0-1 Milan - Lazio 0-1 Pro Patria - Modena 3-2 Pro Vercelli - Juventus 1-3 Roma- Napoli 3-1 Torino - Ambrosiana 6-0 CLASSIFICA: Juventus p. 8; Bologna, Genova, Roma 1893 6; Lazio, Modena, Torino 5; Alessandria, Legnano, Napoli, Pro Patria 4; Triestina 3; Brescia, Pro Vercelli 2; Ambrosiana, Casale, Livorno, Milan 1. MARCATORI: 6 RETI: Reguzzoni (Bologna), Banchero I (Genova), 4 RETI: Orsi, Vecchina (Juventus); 3 RETI: Busini III (Bologna), Munerati (Juventus), Masera (Pro Patria), Fasanelli (Roma), Prato, Rossetti (Torino) Il punto sul campionato La quarta giornata del campionato di calcio offre una serie di risultati sorprendenti. Anzitutto occorre segnalare il duplice nuovo insuccesso delle squadre milanesi le quali non sono ancora riuscite a risolvere la loro crisi. L'Ambrosiana ha perduto a Torino con un punteggio clamoroso, in un incontro che ha rassomiglianze con quello di Praga. Questa volta non sussistono attenuanti psicologiche o di altro genere. I motivi della grave sconfitta devono essere ricercati nella struttura stessa della squadra che accusa ormai all'evidenza le fatiche a essa imposte dalla malaugurata Coppa d' Europa. L'uscita dal campo di Gianfardoni e l'assenza di Allemandi devono aver certo influito sul rendimento della squadra. D’altra parte il giovane portiere Miglio, che a Praga aveva saputo ottimamente distinguersi anche nella giornata particolarmente difficile, non ha confermato ieri l'eccellente impressione lasciata dopo le partite disputate a Vercelli e nella capitale cecoslovacca. E' indubbio però che tutto il complesso della squadra accusa un malessere evidente giacché un così grave scarto di «goal» non può essere giustificato dalle sole deficienze sopra accennate. Le ottime riserve e qualche opportuna messa a riposo, per il tempo necessario a ritrovare l'antica efficienza, possono riportare la squadra milanese ad un posto degno del titolo non indegnamente conquistato. Il Milan ha avuto un'altra giornata non felice. Pure con Magnozzi, tuttora in cattiva forma e impreparato, la linea d'attacco è rimasta ancora sterile; e questo il reparto milanista che desta maggiori preoccupazioni. Comunque, la Lazio si è dimostrata una squadra più che ottima. Il Milan perciò non deve perdersi d'animo; la sua sconfitta di ieri è dovuta non solo alla sua attuale crisi, ma soprattutto al valore degli avversari. Notevole la sicura marcia della Juventus, che ha saputo vincere anche a Vercelli e che tiene già saldamente il primato della classifica. Il Napoli ha perduto a Roma, dimostrando cosi di non avere ancora trovato un grado di efficienza collettiva adeguato al valore dei singoli. Grave è la sconfitta dell'Alessandria a Genova. Oltre la Juventus, fuori casa hanno vinto Bologna. Triestina e Brescia in tre incontri combattutissimi. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio)