Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1930/1931
Serie A
09-11-1930 - Giornata: 7 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Juventus FC 2 - 3 (1 - 0)
RETI: 16. Borelli M.[A], 52. Chierico C.[A], 58. aut. Bertolini L.[A], 88. aut. Bertolini L.[A] 82. Vecchina G. [Ju]

Alessandria US Balossino Natale, Gallino Luigi, Ballerio Giuseppe, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Avalle Edoardo, Banchero (II) Ettore, Borelli Michele, Chierico Carlo Angelo All.: Révész Béla

Formazione avversaria
JUVENTUS FC: Combi; Ferrero Mario, Caligaris Umberto; Barale (III) Oreste, Varglien (I) Mario, Rier; Munerati, Cesarini, Vecchina, Ferrari Giovanni, Orsi. All.: Carcano Carlo.

Arbitro: Gama (IV) Umberto (Milano)
Note
Inizio gara ore 14:30. Per ragioni ignote, nel corso di tutta la stagione 1930-31, il difensore alessandrino Ballerio venne chiamato dalla stampa «Ansaldi».

Commento
I supporters juventini al fischio finale hanno detto: «Se non abbiamo perso oggi non perderemo più». La frase rispecchiava assai bene l’ansia che aveva turbato per novanta minuti gli animi dei sostenitori bianconeri e la soddisfazione per aver visto mutarsi in vittoria quella che era parsa, sino a pochi minuti innanzi, una sconfitta certa. Precisamente il contrario pensavano le falangi di alessandrini che, dopo di aver pregustata a lungo la gioia di una affermazione che avrebbe avuto del clamoroso, avevano visto la loro squadra cedere proprio nel bruciante finale di match, allorché gli avversari riuscirono con uno sforzo disperato a pareggiare prima ed a vincere poi. Partita epica, contesa che ha toccato le più alte vette dell’emotività: match che ha avvinto tutti con il suo fascino di grande battaglia e con il succedersi dei suoi colpi a sorpresa; incontro che grigi e bianconeri ha, volta a volta, abbattuti ed esaltati, facendoli passare attraverso alle emozioni più profonde. Partita da ricordare come una delle più serrate ed equilibrate cui il campionato in corso abbia dato vita; da porre ad esempio di quanto il football sia bizzarro e ricco di imprevisti. Abbiamo ancora negli occhi la visione di quello che il match è stato: urto di volontà, spasmodico impegno di energie dalle due parti, alternarsi di situazioni e succedersi di sorprese. Vediamo la squadra grigia, «viva» come ai suoi giorni più belli, prendere d’assalto la roccaforte juventina, batterla una prima volta, trionfarne una seconda. Vediamo la folla alessandrina esaltarsi alle gesta dei suoi atleti, sospingerli verso la vittoria con la forza prodigiosa del suo entusiasmo; la vediamo, questa folla, ammutolire quando il plotone dei suoi uomini, profusa nella battaglia sin l’ultima stilla di energia, ripiega in difesa di fronte alla Juventus che, battuta, non è doma, piegata risorge e si ribella alla sconfitta, e riordina il suo attacco passa alla controffensiva, per vincere, per trionfare ancora, così come ha trionfato e vinto a Milano, a Vercelli, a Genova. S’ode il fischio finale: Juventus ha vinto. Non è bastato all’Alessandria l’ardire dei suoi ragazzi, non è stata sufficiente la volontà; alla resa dei conti, la squadra è battuta: battuta non ingloriosamente se si vuole, ma pur sempre di quel tanto che basta e che conta. La folla, alla quale l’amarezza faceva nodo alla gola, quella generosa che tanto aveva gioito e sofferto, è stata allora ingiusta e per sfogarci ha fischiato. Diretti a chi i fischi? Ai vincitori? E perché? Non eran essi degni invece di ammirazione per la irrealizzabile impresa raggiunta? Ai propri giocatori? Ai gloriosi sconfitti? Non avevano forse fatto più di quello che da essi si attendeva, e non erano già sufficientemente avviliti nel rinunziare piangenti al bel sogno di gloria accarezzato sì, ma non ottenuto? La Juventus ha vinto. Successo della classe, affermazione della forza. Ma la vittoria non è stata impresa di poca fatica. La squadra bianconera, usa a bruciar le tappe del suo cammino trionfale, ha visto ieri come sia difficile sorpassare certi ostacoli che possono parere a tutta prima facili a superarsi. Arduo compito invero quello di segnare le impressioni sui bianconeri. La squadra ha mostrata una prodigiosa saldezza morale allorché perdente per due a zero, seppe non sfasciarsi, conservare una calma perfetta, quasi irritante, riorganizzarsi, attaccare, segnare, vincere. La Juventus, anche quando la partita parve persa, mostrò di credere ancora nella vittoria, E giocò così da essere pari all’Alessandria in volontà ed in tenacia, e da superare i rivali in resistenza alla fatica, per finire il match in piena forza così da lasciare l’impressione che se la partita si fosse protratta per un quarto d’ora ancora, la vittoria di misura si sarebbe trasformata in successo o in grande bottino di gala. Il gioco dei bianconeri? Nulla di trascendentale, nessuna preziosità stilistica. Il bel gioco sfoggiato a Vercelli non fece neppure capolino ad Alessandria. A Vercelli aveva giocato la squadra, con armonia di azioni, con ordite trame; sul terreno dei grigi giocarono gli uomini individualmente, rabbiosamente diremmo. Uomo contro uomo, in cento azioni isolate. Un passaggio, due al massimo e poi il tentativo isolato. Gioco discusso, tale da lasciare perplessi, ma certamente efficacissimo. È perfettamente inutile analizzare lo stile dei successi juventini; val meglio accettarli così come essi sono, con quel poco di incerto che essi hanno e quel molto di certo che essi rappresentano. Ieri l’attacco non funzionò un sol momento come linea, ma i cinque uomini rappresentarono un pericolo costante e, presi singolarmente, giocarono un match bellissimo. Nel primo tempo l’attacco juventino diresse su Balossino un solo pallone degno di menzione, ma la difesa grigia fu costantemente minacciata ed il goal fu sfiorato a più riprese. Nel secondo tempo, gli uomini juventini furono ben più minacciosi e pur non obbligando il portiere grigio a parate sensazionali, fecero esattamente quanto era necessario per vincere. Cesarini fu, dei cinque forwards, l’uomo migliore e sfoggiò un’abilità sorprendente ed un’attività che avrebbe sfiancato qualunque altro di lui meno resistente alla fatica. Una partita superba quella del biondo mezzo destro bianconero. Vecchina segue Cesarini nell’elogio per aver giocato con un impareggiabile senso di praticità. Orsi, marcatissimo, si produsse in parecchie di quelle sue discese, fatte tutte di soste e di rapidissimi scatti, che mettono lo scompiglio nella difesa avversaria, Munerati e Ferrari librarono meno, pur lavorando con ardore pari a quello dei compagni. Riassumendo: cinque giocatori brillantissimi tendenti ognuno ad un lavoro personale; una linea che, spezzata in un punto, si riprendeva in un altro; un reparto da non perdersi d’occhio un solo istante. Del resto, ieri era forse difficile giocare con trame ordinate e la stessa mediana si batté più con forza che con abilità, dovendo rompere più che costruire. Giocò a tratti metodicamente e a tratti superbamente la seconda linea bianconera, ed a questi suoi squilibri fecero riscontro le alterne vicende del match che vide or questa or quella squadra prevalere. Varglien, Rieri, Barale si batterono gagliardamente allorché si trattò di vincere la partita ed il serrate finale è per buona parte merito loro. Ferrero e Caligaris ebbero un lavoro da negri. Una incertezza costo il secondo goal, ma cento attacchi grigi si infransero sui piedi dei granitici terzini. Combi infine fu ancora il portiere che salva il possibile e qualche cosa ancora di più del possibile. Se l’Alessandria non ha pareggiato pochi secondi prima del termine, la Juventus lo deve al suo guardiano. L’Alessandria ebbe nemica la fortuna. Avrebbe potuto vincere e trarre dal successo una forza morale atta a riporla sulla via delle affermazioni, ed è caduta invece dopo di aver giocato una splendida partita. L’Alessandria è tutt’altro che una squadra finita e, solo che non si demoralizzi e che continui a sfoggiare la volontà che ieri le permise di battersi da pari a pari con la Juventus, la rinascita non potrà tardare. L’undici è buono veramente: qualche giocatore è ottimo. Bertolini, Gallino, Ansaldi, Lauro, Cattaneo ci parvero i migliori. Balossino, incerto alle volte per arrestare facili palloni, ebbe qualche parata degna delle ovazioni della folla. Saldissimi i terzini; queste le impressioni sul gioco e sulle squadre. La partita offre nella cronaca motivi di alto interesse. Tempo ottimo, dopo che la nebbia è stata bassa per tutta la mattinata. Colpo d’occhio magnifico dalla tribuna: folla enorme sugli spalti. Entusiasmo, attesa febbrile. Terreno perfetto. Le squadre sono applauditissime al loro ingresso in campo. Il via è dato da Gama junior, che dovrà mostrarsi di una meticolosità eccessiva ed alle volte anche incerto. Juventus gioca contro sole. Giuoco alterno, vivacissimo. Falli frequenti. Clamori assordanti della folla. L’Alessandria attacca come spunta da una molla poderosa. Bertolini batte una punizione: Cattaneo entra in possesso della palla, è a tu per tu con Combi ma gli manda debolmente il ball fra le braccia. I contrattacchi juventini fanno trattenere il fiato ai sostenitori alessandrini. Avalle (12’) batte una nuova punizione contro i torinesi e la base del montante sinistro è sfiorata. «Forza grigi! Forza grigi!»: Alessandria vuole il goal. Lo ottiene al 16’ ed è bellissimo. Azione di Cattaneo che, con stile personalissimo, supera prima Rier e poi Caligaris; l’ala eseguisce un centro perfetto. Il gruppo di giocatori che è compatto avanti alla porta non può intervenire, ma Borelli, spostato leggermente a sinistra, colpisce preciso di testa e mette in rete da due passi. Due corners contro Alessandria, uno contro Juventus ed un susseguirsi di sterili attacchi torinesi. Breve assenza di Bertolini, scontratosi con Cesarini in una mischia avanti al goal grigio. Parata facile di Balossino su Vecchina (43’) e palo di Barale (44’). K.O. di Gandini per una cannonata di Cesarini ed il tempo si chiude con l’Alessandria in vantaggio. Ripresa, corner contro i grigi: parato. Goal dell’Alessandria. Ottavo minuto: azione di Cattaneo che gioca Caligaris; cross dalla sinistra, spunta Chierico ostacolato da Ferrero. L’alessandrino la spunta sul bianconero e mette in rete. È avviata la Juventus verso la sconfitta? No, perché l’Alessandria ha dato tutto ormai. Cinque minuti dopo il secondo goal grigio, un tiro di Vecchina e deviato da Bertolini, così che la palla batte su Balossino gettatosi in tuffo e schizza in rete. Autogoal e distanze accorciate: 2 a 1. Tre corners contro Juventus, uno contro l’Alessandria; una parata bellissima di Combi su tiro di Borelli ed un arresto di Balossino su Orsi che, passando fra uomo e uomo, si è portato al centro per calciare. La battaglia è in pieno sviluppo. Calcio d’angolo a favore della Juventus e, per risposta, un tiro penosissimo di Cattaneo eseguito dalla posizione di centro che Combi para meravigliosamente. Al 37’ Juventus pareggia. Corner: tira Orsi e la palla, non raccolta di testa, cade nel groviglio di uomini per finire sui piedi di Vecchina. Nella mischia, il bianconero mette in rete mentre Balossino è spiazzato. Juventus spinge a fondo, Alessandria crolla. Ultimo minuto: centro di Munerati e tiro di Cesarini; ancora Bertolini devia in goal con il braccio. Disperazione in campo grigio: il match si chiude con una parata bellissima di Combi, su folgorante tiro di Chierico. I giocatori juventini danno sfogo al loro incontenibile entusiasmo; quelli grigi raggiungono gli spogliatoi piangendo. (Luigi Cavallero, «La Stampa», 10 novembre 1930) Decisamente i grigi sono colpiti quest’anno dalla più nera sfortuna, né si spiega altrimenti la recente penosa sconfitta determinata dall’avversa sorte che si è accanita a trasformare il favorevole andamento della disputa, aperta a chiare manifestazioni offensive dei concittadini in imprevisto insuccesso scaturito all’ultimo momento in danno della compagine locali. Oggi l’Alessandria, già seriamente provata negli incontri con la Pro Vercelli ed il Legnano, si è erta fiera e solidissima contro i campioni juventini dominatori del girone, riprendendo nell’attesa disputa l’antico valore e ardimento. Il comportamento dei grigi è stato magnifico ed impetuoso, e già al 14’ del primo tempo Borelli conquistava il primo goal, seguito a pochi minuti dalla ripresa dal secondo punto ottenuto da Chierico. La squadra era lanciata in pieno e nessun ostacolo pareva smontarla, malgrado la disperata resistenza ed i convulsi attacchi dei bianconeri, che dovevano mordere i freni e subire il gioco veloce e conclusivo dei compagni di Gandini. Senonché, le avversità della sorte si appalesavano poco dopo il primo infortunio toccato a Bertolini, che deviava in rete un pallone non preoccupante ed a pochi minuti dalla fine faceva rotolare con un intervento precipitato e per la seconda volta la palla nella propria rete, conferendo in tal modo la vittoria alla squadra che, sul campo, è apparsa assolutamente la meno indicata per vincere. Questa, a larghi tratti, la fisionomia dell’incontro, che resterà memorabile negli annali calcistici alessandrini come la espressione più tipica della risultante recisamente contraria all’andamento ed al valore dei contendenti in campo. È facile quindi comprendere lo scoraggiamento e la delusione dei giuocatori e dei supporters alessandrini che credevano finalmente nel ritorno di una di quelle giornate radiose per lo sport calcistico locale e destinata a segnare il vigoroso risveglio degli atleti nostri, che già tennero alto in Italia e fuori il gagliardetto sociale nell’affermazione di cento dispute fiere e leali, materiale da un giuoco scelto e sicuro realizzatore delle più ardue imprese. Ma non per questo vi è motivo di dolersi e prostrarsi eccessivamente. Passata la prima, giustificata ventata penosa, per la nuova sconfitta assolutamente immeritata, i grigi debbono trovare la nuova forma di riprendersi energicamente e di continuare ad affermare la bella tradizione che da anni si rinnova, anche se difficoltà ed avversità infinite colpiscono particolarmente le numerose squadre di provincia, limitate di mezzi e pur così ricche di entusiasmo e di generose energie, che nella lotta sanno destare i migliori coefficienti per la conquista dell’ambito scudetto tricolore. Agli ordini dell’arbitro Umberto Gama, che ha diretto con grande perizia l’ardente disputa, le squadre si schierano nelle seguenti formazioni […]. Sul campo si accalca una folla enorme, venuta anche da Torino, Genova, Pavia e città circonvicine. L’aspetto del campo è imponente. I timori di una vigorosa affermazione bianconera, che sarebbe probabilissima, secondo i pronostici, scompaiono davanti alla magnifica apertura di giuoco dei grigi, che al fischio di inizio scattano, rubano il pallone agli avversari e già si insediano nell’area di Combi, con tiri secchi e precisi, che danno brividi di entusiasmo e di passione alla folla. La Juventus è costretta a difendersi a più riprese, e solo in virtù del suo splendido reparto difensivo arriva a difendersi egregiamente. Però i forwards bianconeri non giungono mai a contatto con l’estrema difesa alessandrina. La linea mediana, condotta da Gandini, rompe in tempo ogni avanzata offensiva e continua anzi a nutrire il proprio attacco, che oggi appare trasformato. Combi è impegnatissimo dall’attacco grigio, ed ecco al 15’ il primo goal alessandrino. Palla manovrata da Avalle, che perviene a Cattaneo il quale, stretto da Caligaris, invia a Borelli un preciso passaggio; questi, con un magnifico colpo di testa, devia nella rete torinese. In seguito, tanto Cattaneo che Bertolini devono uscire dal campo seriamente contusi alle gambe e rientrano poco dopo, entrambi zoppicanti. Tuttavia, l’attacco grigio è quello che ancora ha maggiormente il pallone e Combi si fa notare per le sue prodezze, parando ancora più di un rischioso pallone. Alla ripresa, l’iniziativa del giuoco è ancora degli alessandrini, che oggi fanno mirabilie. La Juventus, che non sospettava di trovarsi di fronte ad un avversario così forte, retrocede nuovamente in difesa. Ma al 7’ è di nuovo battuta, in modo spettacoloso. L’attacco è iniziato da Cattaneo e concluso da Chierico che, con un tiro spettacoloso, batte Combi irresistibilmente. Due a zero! La folla alessandrina è elettrizzata ed il duplice successo è l’andamento dell’incontro, sempre favorevole ai concittadini, la invitano all’entusiasmo. Senonché, ecco la prima amara sorpresa, che prelude alla catastrofe. Al 14’, da un’azione che non destava serie preoccupazioni, un attacco di Vecchina veniva sventato da Balossino, che respingeva di pugno; la palla perveniva a Bertolini che, nella foga del rimando, colpiva male e mandava il pallone nella propria rete. Era questa la prima delusione, ma non doveva, purtroppo, essere l’ultima. L’Alessandria, costretta nella sua area, dopo aver sfiorato per ancora tre volte il successo, che soltanto i pali di casa Combi riuscivano ad evitare, si vedeva costretta, al 37’, a subire l’amarezza del pareggio. Ottenuto anche questo in modo fortunoso: su corner tirato da Orsi, si formava una mischia sotto la porta di Balossino, che veniva infine travolto a terra. In tale frangente, Vecchina spingeva la palla in rete, a porta incustodita, conquistando in tal modo il secondo goal. La serie delle amarezze continua. L’Alessandria mantiene ancora vivo l’attacco, ma una fuga di Cesarini porta la minaccia a pochi passi da Balossino: la fuga del forward juventino viene interrotta da Bertolini il quale, per la seconda volta, colpita male la palla, la manda nella propria rete, rendendo vano l’ultimo disperato tentativo del portiere. Siamo al 43’ e non è più possibile dire lo scoramento dei grigi, che avevano condotto per tre quarti vittoriosi l’incontro, e che poi avevano perduta la posta per una serie di disavventure l’una più beffarda dell’altra. Un’ultima fuga di Chierico sembra che possa riportare le squadre al pareggio e sollevare gli animi degli alessandrini poiché il forte e preciso tiro dell’ala sinistra infila nettamente l’angolo destro della rete di Combi; ma quest’ultimo, con un balzo felino, riesce a ghermire la palla proprio nel momento in cui questa varca la linea fatale, facendo crollare le ultime speranze dei concittadini. E su questa fase si chiude l’incontro. I torinesi abbandonano il campo con i loro numerosi sostenitori esultanti per l’insperata vittoria, mentre i grigi raggiungono gli spogliatoi amareggiati e piangenti per la beffa che, ancora una volta, è stata giuocata loro. Sole splendido, terreno duro, giuoco sostenuto, senza esclusione di colpi data l’animosità fra i contendenti ma, data la posta in campo, nessun incidente si è avuto a deplorare. («Il Littoriale», 10 novembre 1930) Ancora una volta, la sfortuna ha voluto beffare la squadra grigia. La fredda logica del risultato consacra la imbattibilità della Juventus, anche se il trionfo odierno è, ad onor del vero, una vittoria di Pirro. Dopo un’ora di gioco, l’Alessandria, che s’era dimostrata nettamente superiore all’avversario ed aveva battuto per due volte Combi con azioni magnifiche di concezione tecnica, opponendo alla decisione dei bianconeri il proprio gioco nitido ed armonioso, subiva una doccia gelata per un autogoal di Bertolini che, per fermare un tiro di Vecchina deviava la palla nell’angolo opposto dove Balossino s’era gettato per la parata. A questo punto, l’Alessandria perdeva l’incontro per il fatto di aver ripiegato in difesa; né Bertolini, Gallino, Cattaneo e Lauro, duramente provati dalla battaglia, erano più in grado di svolgere il gioco di spola. La Juventus, spronata dal successo e sospinta dalla fortuna, otteneva il pareggio al 13’ su corner e la vittoria al 44’ per un nuovo autogoal di Bertolini. Il pubblico, che rigurgitava in ogni ordine di posti – numerosa la colonia torinese – ed aveva elevato al diapason l’entusiasmo pei suoi ragazzi risorti alla fama dei tempi migliori e li aveva sorretti con l’incitamento caloroso, finiva per sfollare il campo imprecando alla cattiva sorte. Abbiamo visto i giocatori grigi tornare negli spogliatoi piangendo. Baldi soldati di una modesta legione, dopo aver combattuto col cuore in gola fino allo spasimo superando l’avversario più potente, hanno veduto sfuggire la vittoria per il destino avverso. Gli ospiti hanno mancato di coesione all’attacco, dove Cesarini fu il più redditizio. Affannosa e rude la mediana; impegnatissima la difesa. Combi parò miracolosamente due tiri di Cattaneo ed ebbe più lavoro di Balossino. I grigi sono stati tutti battaglieri e tenaci. Ottimo l’attacco nell’attuale formazione con Chierico, Borelli e Banchero in piena forma. Il duo Avalle e Cattaneo che si profilava minaccioso non poté realizzare un gioco d’intesa dopo l’infortunio toccato a Cattaneo. Nella mediana, apparve sicuro il lavoro di Lauro e di Gandini, mentre strenuo quanto vano fu il prodigarsi di Bertolini, zoppicante per un colpo ricevuto ad una caviglia. Salda la difesa con Gallino e Ansaldi. Balossino effettuò due parate degne d’un guardiano di classe e fu battuto… dalla sorte. Agli ordini di Umberto Gama, cui vanno i pieni elogi per aver saputo frenare il gioco falloso che ha diretto il difficile incontro con rara perizia, le squadre si schierano nella seguente formazione […]. La Juventus, contro sole, ha la palla ma Gandini fa prodigi e sospinge i compagni all’attacco. Dopo dieci minuti di azioni vivaci in campo avversario, Cattaneo rovescia un tiro di punizione di Bertolini nelle mani pronte di Combi. La superiorità dei grigi si riscontra in due tiri decisi di Avalle e di Cattaneo. Al 16’ Avalle e Cattaneo sorpassano Caligaris con un triangolo impeccabile: l’ala mette al centro, Borelli di testa segna. Gli applausi salgono al cielo. Cattaneo esce dal campo contuso per rientrare dopo pochi minuti. Alcuni corners e punizioni non hanno risultato. Tiri di Banchero, Cattaneo, Cesarini e Orsi movimentano la partita tra il delirio del pubblico entusiasta. Interventi di Ansaldi e di Gallino sventano i tentativi dei bianconeri. La ripresa si inizia con un’azione volante tra Chierico e Cattaneo; il tiro è alto. Al 3’, su corner, Balossino salva di bravura. Parata di Combi su tiro di Cattaneo e salvataggio di Avalle contro Vecchina. Al 7’ Cattaneo ha la meglio su Caligaris e centra forte. Chierico, velocissimo, fulmina in rete, battendo Combi. La vittoria sembra ormai in sicure mani quando al 13’, su tiro di Vecchina, Bertolini dà il colpo secco dell’autogoal. Di fronte alla baldanza degli ospiti, i grigi ripiegano e il gioco s’arruffa. Anche Lauro e Gallino rimangono a terra contusi. Le punizioni fioccano ed il gioco è continuamente spezzettato. Dopo il goal di Vecchina, realizzato al 37’ su corner, i grigi sviluppano un attacco meraviglioso ma Combi para da campione. Sono invece gli ospiti che, ad un minuto dalla fine, trovano di nuovo lo zoppicante Bertolini che intercetta un tiro di Vecchina su centro di Munerati e devia in rete tra la costernazione di Balossino e del pubblico. Disperato tentativo di Cattaneo: Combi devia la palla con un balzo in corner, senza frutto. («La Gazzetta dello Sport», 10 novembre 1930) JUVENTUS-ALESSANDRIA: 3 A 2 A sette minuti dalla fine l'Alessandria vinceva per due punti a uno. Essa aveva segnato due superbi punti al 16° minuto del primo tempo e al 7° minuto della ripresa per merito di Borelli e Chierico. La Juventus aveva ottenuto il suo primo punto per un autogoal di Bertolino al 14" minuto del secondo tempo. Senonchè a sette minuti della fine, in seguito a una mischia provocata da un calcio d'angolo, Vecchina conseguiva il pareggio fortunosamente. E ad un minuto dalla fine, un altro disgraziatissimo autogoal di Bertolino provocava la non meritata vittoria juventina. La partita e stata veramente emozionante. L'Alessandria ha ritrovato il suo slancio tradizionale e la sua vena irresistibile e costringendo per due terzi dell'incontro i torinesi a una serrata difesa. Anche la Juventus ha disputato una eccellente partita, forse superiore a quella giocata domenica scorsa a Genova. Le due squadre, in piena efficienza, hanno fornito un gioco affascinante, veloce, brioso e tecnico se pure qualche, volta duro. Nel corso della partita, infatti, Cattaneo e Bertolino sono stati duramente colpiti e hanno dovuto abbandonare il campo per una diecina di minuti. Bertolino, contuso a una gamba, non ha potuto essere nel secondo tempo di valido ausilio. La squadra grigia è stata superiore a ogni aspettativa: tutti i suoi giocatori sono stati all'altezza della situazione. Meritano però particolare elogio Gandini, Avalle, Lauro e Cattaneo. La Juventus ha avuto in Combi un portiere eccezionale che ha fermato alcuni palloni ritenuti imparabili, e in Calligaris, Ferrero, Cesarini, Vecchina e Orsi i migliori elementi. Pubblico enorme ed entusiasta. Arbitro: Umberto Gama. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio) I GRIGI MIGLIORI IN CAMPO, SONO BATTUTI DALLA SFORTUNA Il pubblico enorme che domenica scorsa gremiva il campo del Littorio ha vissuto il suo dramma sportivo. La settimana di passione che aveva vissuto prima della partita era stata veramente impressionante ma le emozioni subite durante la partita sono state addirittura drammatiche. Non ricordiamo, nella vita sportiva, dell’U.S. Alessandria, una partita così emozionante ed affascinante come quella di domenica scorsa tra grigi e bianconeri. Non ricordiamo che un pubblico così numeroso abbia sofferto indicibili sofferenze e sia stato costretto nello spazio di pochi minuti a passare dalla più grande soddisfazione alla più beffarda delusione. Delusione provocata non dal comportamento della squadra grigia, che ha saputo combattere una delle più grandi battaglie della sua lunga e gloriosa carriera sportiva, ma dalla cattiva sorte che si è accanita coti tanta violenza contro i grigi sino a più atroce beffa. Da tre domeniche la squadra grigia è perseguitata da una sorte maligna. Contro la Pro Vercelli, ed a Legnano i grigi hanno subito due sconfitte pur dimostrandosi sul campo nettamente superiori agli avversari. Domenica contro la Juventus, pur risultando la dominatrice dell'incontro, la squadra grigia è stata, per la terza volta sconfitta non dalla superiorità degli avversari, ma ancora dalla sfortuna. E questo lo ha riscontrato anche il pubblico che non ha lesinato le lodi più incondizionate ai baldi atleti grigi, dimostratisi meritevoli dei più grandi onori. («Il Piccolo», 15 novembre 1930) RECUPERO: Ambrosiana – Brescia 3-3 RISULTATI: Ambrosiana - Modena 0-0 Bologna - Roma 3-3 Casale - Genova 1893 1-0 Lazio - Livorno 3-2 Pro Patria - Legnano 2-0 Pro Vercelli - Milan 0-2 Torino - Brescia 1-1 Triestina - Napoli 0-0 CLASSIFICA: Juventus 14; Bologna 11; Lazio, Napoli, Roma 9; Brescia, Modena, Pro Patria, Torino 8; Ambrosiana, Genova 1893, Legnano, Pro Vercelli, Triestina 6; Alessandria, Milan 4; Casale 3; Livorno 1. MARCATORI: 8 RETI: Reguzzoni (Bologna); 6 RETI: Banchero I (Genova), Orsi (Juventus); 5 RETI: Ranelli (Brescia), Vecchina (Juventus); 4 RETI: Maini (Bologna), Munerati (Juventus), Pastore (Lazio), Fasanelli, Volk (Roma), Prato (Torino). Il punto sul campionato Era difficile immaginare una settima giornata di campionato cosi ricca di risultati interessanti. Anche gli incontri che si sono chiusi con l'esito previsto offrono nel punteggio spunti notevoli di osservazione, poi curioso notare come questa serie di risultati sconcertanti abbia provocato, in definitiva un miglioramento della posizione della Juventus che rafforza il suo primato con un nuovo punto di vantaggio distaccando di tre lunghezze la immediata inseguitrice. Questo è il frutto della vittoria juventina ad Alessandria e del match pari del Roma il noiosità. L'Alessandria, che aveva ceduto malamente a Genova e che era stata battuta sul proprio campo dalla Pro Vercelli, si è ieri difesa molto bene ed ha impegnato a fondo l'undici torinese, che ha vinto in virtù di due autogoals, dei quali l'ultimo ottenuto poco prima della fine. il Roma da parte sua ha confermato l'eccellente prova fornita a Torino contro la stessa Juventus. La posizione in classifica dei romani, che si trovano al terzo posto insieme con le altre, due squadre centro-meridionali Lazio e Napoli, è ancora migliore di quanto possa apparire, giacché si trovano ad aver già affrontato su terreno avversario quelle che per ora sono le più forti contendenti: Juventus e Bologna. il risultato di Vercelli è forse quello più clamoroso della giornata: le più rosee speranze dei sostenitori del Milan sono state superale. Con il ritorno di Santagostino, la ripresa della squadra è stata superba. Due goals in campo vercellese: questo è nello stile del vecchio Milan che del resto a Vercelli ha sempre sostenuto ottime partite, ed anche l'anno scorso aveva già sconfitto i bianchi sul loro terreno. Un'altra compagine che mantiene le tradizioni è il Brescia che a Torino ha sempre saputo cavarsela e che anche ieri ha pareggiato. Ma oltre alla tradizione c'è per i bresciani una notevole costanza di rendimento: la squadra è ben piazzata nelle posizioni di centro insieme con lo stesso Torino, con la Pro Patria — che ha vinto con sicurezza la battaglia contro i rivali legnanesi — e col Modena. Anche i modenesi hanno dimostrato a Milano l'omogeneità della loro inquadratura e la buoona concezione del loro gioco, scarsamente dotato però di facoltà realizzatrici. L'Ambrosiana, pure attraverso una partita convulsa e ineguale per l'incompletezza, ha dato l'impressione di aver rinsaldato la difesa e ritrovato soprattutto lo spirito agonistico e la volontà di marciare. Il Genova invece, dopo il brillante inizio di campionato, non ha più saputo riprendersi e anche ieri ha perduto sul campo del Casale, che prima d’ora non aveva saputo racimolare che un punto col Legnano. Il Napoli ha confermato il successo di una settimana prima sui modenesi col lusinghiero match nullo a Trieste in un terreno notoriamente difficile; e il Livorno pur cedendoa Roma contro la Lazio si è difeso bene e per la prima volta ha segnato due goals in una partita, dopo averne ottenuto uno solo in sei giornate di campionato. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio)