Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1934/1935
Serie A
07-10-1934 - Giornata: 2 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Sampierdarenese AC 2 - 2 (1 - 0)
RETI: 42. Notti (I) A.[A], 53. Riccardi (I) G.[A] 60. Poggi (II) E. [Sa] , 79. Patri L. [Sa]

Alessandria US Mosele Vittorio, Lombardo Umberto, Fenoglio Giuseppe, Barale Oreste, Costenaro Gino, Milano Luigi, Cattaneo Renato, Riccardi (I) Giovanni, Notti (I) Alfredo, Celoria Mario, Borgo Giorgio All.: Krappan Otto

Formazione avversaria
SAMPIERDARENESE AC: Venturini; Ferrero, Rigotti (I) Guido; Lancioni, Avalle, Malatesta; Patri, Busini (III) Antonio, Comini, Poggi (II) Ernesto Matteo, Perazzo. All.: Felsner Hermann.

Arbitro: Turbiani Giuseppe (Ferrara)
Note
Infortunato: 53’ Riccardi I [A, passato all’ala destra]. Angoli: 6-7 («Il Littoriale»). Tempo sereno. Inizio gara ore 15:00.

Commento
ALESSANDRIA-SAMPIERDARENESE 2-2 I matricolini della Sampierdarenese tengono il cartellone in questo inizio di campionato. Vittoriosi di un Bologna campione d’Europa alla prima uscita, imbattuti ieri alla seconda ripresa sul campo di un’Alessandria reduce dal successo di Napoli, attendono tra sette giorni la Juventus, campione d’Italia e già nuova capolista della classifica, sul loro campo. È la squadra del giorno, quella che la Serie B ci ha mandato a sostituire il glorioso Genova nella difesa dei colori liguri. Ed è una squadra che sa sostenere il suo ruolo da valorosa. Ieri, ad Alessandria, a mezz’ora dalla fine, perdeva per due a zero. Dieci minuti prima della chiusura era alla pari. Nell ultime fasi era l’avversaria che attendeva con più ansia di prendere la via degli spogliatoi. Ecco la trama della partita, che è stata avvincente in tutte le sue fasi e che è terminata non solo senza vincitori né vinti, ma anche senza scorno di alcun giocatore, ché tutti possono dire di essersela giocata con tutta la passione del cuore e con tutte le energie dei muscoli. Il soldino che Turbiani fece brillare al bel sole che indorava campo e spettatori – tutta Alessandria sportiva era presente e c’era anche la legione ligure arrivata in treno speciale – accompagnò col suo responso sulla scelta del campo quelli che erano gli intendimenti tattici delle due squadre. Vinse l’Alessandria e la Sampierdarenese si ebbe il sole negli occhi. I liguri, che erano entrati sul prato col compito di temporeggiare e di lanciare con lunghi palloni le ali e il centro in offensive di reazione, ebbero una ragione di più per attenersi a questo piano di battaglia. I grigi, che volevano giocare la partita attaccando e imprimendo un tono veloce alle azioni, vennero incoraggiati nei loro propositi. E il primo tempo fu come gli uomini e la sorte volevano. L’Alessandria lanciata in una continua, veemente offensiva; la Sampierdarenese impegnata in un ordinato e controllatissimo lavoro di difesa, con Patri, Comini e Perazzo ad annusare l’aria dell’area di Mosele, in attesa di eventi favorevoli. I grigi sfiorarono il goal al 7’, l’azione si sviluppò rapida sulla destra, Cattaneo passò la palla e Riccardi, che tirò; Notti mutò traiettoria, di testa, a bolide, ma Venturini con un balzo a mani tese lo fermò nell’angolino sito alla sua sinistra. Un bell’attacco ed una bella parata. Poi, per lungo tempo, i liguri parvero aver più successo nella tattica; Lancioni e Malatesta impedivano l’avvolgimento, controllando Cattaneo e Borgo; Avalle dominava in mezzo alla bufera; Ferrero e Rigotti spazzavano senza tentennamenti la loro area; Comini dava di tanto in tanto grattacapi a Fenoglio e Lombardo; Busini e Poggi erano sempre a posto ci fosse da avanzare o da ripiegare, i grigi, invece, erano sempre all’offensiva, ma nella loro azione c’ea più calore che luce e il solo Celoria cercava la via del goal con tiri forti, ma poco centrali. Così sembrava si dovesse arrivare fino al riposo, quando saltò fuori la stoccata di Notti, quel Notti che fino allora si era aggirato come un’anima in pena tra i difensori avversari, sempre all’inutile ricerca di un passaggio libero. Quarantaduesimo minuto: Milano, uno dei più tecnici fra i grigi, dà la palla a Celoria, che la invia al centro; Notti la ferma, sembra indeciso davanti a Ferrero, poi si sposta fulmineo a sinistra e spara verso il palo opposto: palla in rete, niente da fare per Venturini. Goal bellissimo. L’Alessandria ha avuto ragione. Il pubblico tripudia e qualcuno ricorda che il goal della vittoria di Napoli venne proprio al quarantaduesimo minuto del primo tempo. È un minuto che porta fortuna al gagliardetto grigio… Colla ripresa, il piano tattico delle due squadre avrebbe dovuto invertirsi: il sole negli occhi ce l’ha l’Alessandria, il punteggio è favorevole alla Sampierdarenese. Dunque? Grigi in difesa e rossoneri all’offensiva? No. I grigi attaccarono ancora. E la sorte li aiutò. All’8’ Venturini incapperà in una papera che lo costringerà a dirsi battuto per la seconda volta. Per fallo di Malatesta a metà campo, Lombardo batte un calcio di punizione. Il tiro è diretto verso destra, ma una testa (non abbiamo saputo individuarne il proprietario…) lo devia al centro, dove Notti raccoglie la palla per cederla a Celoria che tira senza troppa forza sulla destra di Venturini: il portiere genovese si lancia in tuffo, ma non abbranca il pallone, che ritorna in gioco. Riccardi irrompe in area, lo sbatte in rete e capitombola sul portiere ancora a terra, andando a picchiare contro il palo. I compagni, che lo vogliono abbracciare, devono andare a tirarlo su e poi accompagnarlo fuori dalle linee. Ritornerà, dopo poco, all’ala destra e zoppicante. Riccardi è ormai quasi nullo, ma ha già fatto abbastanza. L’Alessandria conduce con due goals a zero. Ha vinto la posta. Chi ne dubita? Ma la Sampierdarenese non ha forse otto giorni fa superato il Bologna in vantaggio? Acciufferà anche l’Alessandria: un’Alessandria che ormai sente la fatica della furiosa offensiva condotta. Ora che i muscoli si allentano e che lo smalto della combattività si scrosta, a poco a poco appaiono a nudo i difetti della squadra grigia. Squadra d’assalto, che non ha più la tecnica di un tempo. Prima, nella battaglia, tutto sembrava bello e buono: anche la confusione e lo sciupio di energie. Ora l’intelaiatura appare debole in più punti: specialmente nelle mezze ali, che non san ritornare sui loro passi quando c’è bisogno di aiuto. Di fronte ad una Sampierdarenese che si distende e che lavora d’intesa, Barale e Milano tengono ancora duro, ma Costenaro, pur dandosi d’attorno alacremente, accusa difetti di posizione. Il fatto sì è che Mosele si trova a dover salvare la sua porta alla bell’e meglio da Patri, Comini e Busini, che si fan sempre più sotto. E al quindicesimo minuto capitola: Lombardo deve salvarsi in angolo, il tiro dalla bandierina è battuto da Perazzo e Poggi, di testa, mette in rete. Niente da fare, due a uno. L’Alessandria, sotto il pericolo che nuovamente si profila, ha un ultimo sprazzo e Ferrero risolve una mischia da cui avrebbe anche potuto saltar fuori il pallone decisivo. Ma la Sampierdarenese non molla, torna all’attacco. Al trentaduesimo minuto sfiora il pareggio: Comini, ricevuta la palla da Lancioni, si sposta sulla destra, poi manda al centro raso terra. Davanti alla porta c’è Poggi e Busini gli grida «tira», l’altro capisce «lascia» e allarga le gambe. Busini si trova così a tre passi da Mosele, con tra i piedi il più bel pallone da spedire in rete; ma il… regalo è talmente inaspettato che ha un attimo di esitazione e Mosele gli si butta tra i piedi e manda in angolo. Era una palla che bastava spingerla dentro col petto… Ma il pareggio viene al trentaquattresimo minuto. Aveva avuto Venturini la sua papera? L’avrà anche Mosele. Calcio d’angolo sulla destra: tira Perazzo; la palla non è difficile per il portiere, ma Mosele salta fuori tempo e la fallisce; Poggi la tocca di testa e Patri che è a due passi dal palo sinistro, la scaraventa in rete. Due a due. Il sogno dei grigi è svanito. I matricolini si sono guadagnati i galloni di militi scelti anche su campo avversario. E, come a fare vedere che han meritato il mezzo successo, sfiorano anche la vittoria con un tiro al volo di Perazzo che passa alto di poco e con un colpo di testa di Comini che fa fischiare il pallone a due dita. Come potrete capire, ad Alessandria c’è stata una gran bella partita. Accanitissima, corretta e chiusa con un risultato che ne è lo specchio perfetto. Sulle squadre non crediamo vi sia da dire più di quanto siamo andati osservando man mano che dipanavamo il filo della cronaca. Gli atleti son stati tutti degni l’uno dell’altro. Ognuno ha fatto quando poteva. (Enzo Arnaldi, «La Stampa», 8 ottobre 1934) Sarebbe necessario superare per una volta le necessità delle analisi, allontanare le bilance dei singoli pesi tecnici, seppellire in archivio tutti i giudizi di dettaglio, perché dalla sola visione libera e sintetica della partita fra alessandrini e sampierdarenesi potesse balzare spontanea, sentita, limpida come la polla sorgiva, l’esaltazione di due squadre che hanno dato alla battaglia calcistica i tesori più belli della loro esuberanza fisica, della loro volontà, della loro strenua tenacia combattiva. La critica minuziosa deve necessariamente turbare; e si dovrà parlare di qualche difetto di tattica, di qualche neo dei reparti, di qualche incertezza o discontinuità di atleta. Ma perché tutto questo si potesse osservare, durante l’ora e mezza di gioco, occorreva che si forzasse l’occhio a distogliersi dal godimento di uno spettacolo collettivo che traeva dagli elementi della velocità, dell’alternativa incessante di superiorità dell’uno e dell’altro contendente, della chiara scioltezza delle azioni, i motivi per vieppiù interessare, avvincere, appassionare. Una partita da registrare fra le belle pagine sportive delle due società, iniziata bene e terminata in crescendo; condotta secondo i buoni dettami della cavalleria dello sport e conclusa in effervescenza, con qualche rude contatto fra uomo e uomo, ma senza un pizzico di volontà di fallo, senza l’ombra di una cattiveria. Competizioni come queste debbono terminare così, con gli atleti liei e fieri l’uno di fronte all’altro, con le squadre pari pari, con le possibilità e le speranze intatte per entrambe. Difficilmente si dà il caso di un pareggio che fotografi la situazione come il 2-2 che ferma in cifre la gara di oggi. Probabilmente le schiere di sostenitori della pattuglia grigia e della pattuglia biancorossonera (quanti genovesi ad Alessandria, a parte l’esercito scaricato in stazione da uno «speciale» gremitissimo?) ragioneranno diversamente, perché il tifoso non è mai soddisfatto di una divisione di punti. Diranno sulle rive del Po che una squadra in vantaggio di due goal non avrebbe più dovuto lasciarsi raggiungere in casa sua. Ma alle azioni vertiginose, due volte felicemente concluse dai piemontesi, non avevano fatto riscontro, durante la stessa prima ora di gioco, offensive altrettanto brillanti e pericolose dei liguri e a volte fallite proprio per un gioco di pochi centimetri? Diranno sulle rive del Tirreno che la squadra che ha giocato sostanzialmente meglio è stata quella sampierdarenese. Ma alla innegabilmente migliore organicità di gioco degli uomini di Comini non hanno fatto riscontro, durante tutta la contesa, il brio, la scintilla dell’improvvisazione dei mobilissimi mediani (soprattutto i laterali) e dei vivacissimi attaccanti grigi? Per ogni obbiezione si può trovare la contro-obbiezione, ogni svantaggio trova il suo compenso nella gara odierna. La Sampierdarenese ha giocato sensibilmente meglio, l’Alessandria ha giocato sensibilmente di più. La Sampierdarenese ha dato più volte l’impressione della pericolosità, ma l’Alessandria ha segnato due goal di manovra contro i due segnati su calcio d’angolo dei liguri; la Sampierdarenese ha avuto nell’attacco il reparto più appariscente, l’Alessandria ha avuto nella estrema difesa il reparto più solido; la Sampierdarenese infine ha avuto il gran merito di vincere alla distanza l’handicap del campo avversario, ma l’Alessandria ha dovuto giocare quasi tutta la ripresa con Riccardi azzoppato e letteralmente nullo sul campo. Tirate le somme, lo spettatore obiettivo deve concludere nel senso della inoppugnabilità del risultato. Quarantaduesimo del primo tempo, squadre a reti vergini. La folla alessandrina, memore dell’istante in cui la sua squadra aveva ottenuto il punto della sorprendente vittoria a Napoli, con quella sensibilità e quell’intuito che sono la squisita caratteristica, «sente» che anche ora un goal è nell’aria. Ed il goal giunge irresistibile, su tiro ficcante di Notti, dopo due attacchi consecutivi dei grigi, palla a Milano, passaggio a Celoria, passaggio allo stesso Notti. Fino a questo momento il gioco era stato interessante senza essere trascendentale. La partenza fulminea degli alessandrini era tata subito bilanciata da numerosi contrattacchi dei liguri, protagonista Comini. Al 7’, su tiro blando di Riccardi e deviata astuta di testa di Notti, la palla era spiovuta tra palo e mano di Venturini che deviava in angolo a fatica. Al 15’ Comini, con una prodezza personale, aveva mandato il pallone appena alto sul palo; e subito dopo, Busini aveva ripetuta la prodezza. Al 27’, ancora per opera di Busini e di Poggi, la rete dell’Alessandria aveva coro un serio pericolo; al 38’ una perfetta azione di risposta Cattaneo-Notti si era conclusa con un tiro di quest’ultimo fuori di poco. Non si notano che le fasi culminanti. Le squadre, dopo essersi studiate per un quarto d’ora, erano andate accelerando gradatamente il loro ritmo e si trovavano ormai lanciate a piena andatura quando è sbocciato il punto descritto, degli alessandrini. Sulla controffensiva energica del Sampierdarena si è chiuso il primo tempo. La ripresa inizia ad andatura infernale. Angolo contro Alessandria al 1’; un bel tiro radente di Notti al 6’. All’8’ i grigi ottengono, fra il tripudio della folla, il loro secondo successo. Su rimessa al centro di Borgo, Celoria tira a rete. La palla rimbalza contro il palo e ritorna in campo. Riccardi impetuoso irrompe e precipita in porta con la palla, rimanendo poi a terra, contuso, in fondo alla casa del Sampierdarena. Uscirà poi dal campo per rientrare dopo dieci minuti, completamente nullo, all’ala. Finita intanto per i liguri? Si innesta qui il periodo della più efficace pressione dei rossoneri. All’11’ Mosele deve respingere di piede un pallone tirato da Comini il quale, sebbene «toccato» nel primo tempo e leggermente infortunato, mantiene le sue prerogative di animatore e tiratore del quintetto. Al 14’, angolo contro l’Alessandria. Tira perfetto Patri, da sinistra. Poggi intercetta netto di testa e mette in goal da un passo. Ecco la partita alla sua fase più emotiva. L’Alessandria si slancia ancora all’attacco, ottiene un calcio d’angolo, crea una mischia sotto la porta di Venturini, al 19’, ed ha così un’occasione d’oro che un poco di calma negli attaccanti potrebbe trasformare in goal; ancora al 25’, un tiro di Notti costringe Venturini a deviare in angolo, seguito da due altri nel corso di due minuti. La Sampierdarenese non molla. Frena, riparte all’offensiva. Un tiro di Perazzo al 31’ obbliga Mosele a una bella parata. Al 33’ su azione condotta da Comini, Poggi tenta la via del goal e ancora Mosele, a corpo perduto su uomo e palla, salva la situazione. Ma il goal sboccia al 34’. Tira ancora Comini e Mosele manda in angolo. Batte Perazzo da destra. Patri raccoglie e mette in rete senza remissione: copia esatta del primo goal, salvo la posizione e gli uomini invertiti. I liguri si mantengono all’attacco per qualche minuto poi l’Alessandria, ammirevole di slancio e di tenacia, riprende le redini della partita, attacca, preme, non passa. Le ultime due azioni sono dei liguri. Alla fine le due squadre accolgono, unite al centro del campo, l’applauso meritatissimo per la loro fatica. Dicendo che la gara è stata bella, elettrizzante, emotiva al massimo grado, non si è detto che essa sia stata eccellente sotto l’aspetto della cifra di gioco. Le due squadre danno infatti la sensazione di essere lanciate, in perfetto stato di salute più che straricche di classe e di stile. La Sampierdarenese, ripetiamo, è migliore, sotto quest’ultimo aspetto. All’attacco ha un ragazzetto, piccolo di statura quanto svelto di gambe e pronto di cervello, che si chiama Comini. Comini oggi non ha reso per tutta la partita quello che aveva reso all’inizio, per il colpo fortuito ricevuto. Ma è certo un centrattacco che ha dei numeri e che possiede il senso del goal. Busini, l’anziano Busini, è il propulsore del quintetto; lo coordina, lo dirige, gli dà respiro. La sua partita odierna è stata la partita dell’intelligenza e dell’esperienza. Patri e Perazzo sono due ali che giocano senza fronzoli e con molta velocità. Perazzo ha anche messi a bersaglio alcuni tiri degni di risultato. Poggi fa buon lavoro di spola e si trova sempre piazzato nelle fasi conclusive. Nell’insieme, cinque uomini che possono mettere a dura prova qualsiasi difesa. La mediana dei biancorossoneri è imperniata su Avalle che è un poco lento rispetto alla scioltezza di ritmo di tutta la squadra, ma che ha posizione e «tempo» a tutta prova. Ai suoi lati Malatesta e Lancioni lavorano come negri, compensando anche i difetti di mobilità dell’uomo di perno. Essi sono forze superabili d’astuzia, non mai di forza. In difesa la Sampierdarenese conta su di un Venturini che è un portiere che sa il fatto suo e su un Ferraro che domina nella linea dei terzini. In Rigotti essa non ha invece un uomo di assoluta sicurezza. Parecchi errori ha commesso oggi il difensore di sinistra, errori che sembrano non soltanto dovuti a giornata poco felice. Nel complesso dunque, un’unità che appare più forte quando attacca che quando si difende e che, come sigle del suo gioco, pone la chiarezza lineare delle idee e la prontezza felice dell’esecuzione. Una squadra nella quale Felsner ha saputo trarre tutto il profitto possibile dagli uomini a disposizione. L’Alessandria possiede il dono divino della giovinezza nel gioco. Essa possiede una difesa di sicurezza. Mosele oggi era di gran vena; Fenoglio è stato uno spazzatore inesorabile e Lombardo, sebbene fermo per un dolore alla gamba sinistra, ha reso moltissimo come terzino di posizione. Qui sta la forza migliore dell’undici. La mediana conta su due laterali di cui Milano migliora di partita in partita e Barale attraversa un periodo di fiato e di forma superbe; conta su un «centro» meno scattante dei compagni, ma attento e continuo nell’azione. L’attacco grigio ha la dote precipua della velocità è della precisione dei passaggi. Ed è tanto sicuro di queste sue qualità che ne abusa trasformandole persino… in un difetto. Vogliamo dire che molto spesso i cinque uomini di punta continuano a far viaggiare la palla in linea orizzontale, nell’area di rigore avversaria, anziché darle subito via in profondità, verso rete. Notti è il miglior uomo del quintetto, il più abile palleggiatore, il più sicuro tiratore. Celoria è un lavoratore, ma meno fine dei compagni di linea; Riccardi ha giocato nel primo tempo solo, per le ragioni che si son dette; Cattaneo non era nella giornata più felice ma ha tuttavia collaborato assai spesso efficacemente coi vicini di linea. Borgo ha delle possibilità, ma è ancora un po’ acerbo. Dovrà migliorare durante il campionato. Totale: l’Alessandria ha robustezza di impianto, limpida semplicità di concezioni, vena felice per «tenere» tutta una partita. Da ritenersi la miglior squadra provinciale del momento. L’arbitro Turbiani, ottimamente coadiuvato dai guardalinee, ha diretto la vertiginosa partita con sicurezza di polso e con equanime opportunità di deliberati. Giornata luminosa di sole, terreno dello Stadio completamente rinnovato e rinverdito, sodo ed elastico. (Erberto Levi, «La Gazzetta dello Sport», 8 ottobre 1934) Sul magnifico campo del Littorio, completamente rinnovato e presente un pubblico imponentissimo, l’atteso incontro è terminato alla pari, con grande esultanza degli ospiti i quali dopo avere subito due goals nel primo tempo, nella ripresa sono riusciti a superare il grave svantaggio e minacciare anche sul finire della partita seriamente la rete di Mosele. L’inizio è stato favorevole ai grigi e dopo lunghi tentativi al 4’ l’Alessandria segnava il primo goal per merito di Notti, che un tiro spettacoloso riusciva a battere nettamente Venturini. Nella ripresa, al 7’, su calcio di punizione effettuato da metà campo da Lombardo, Celoria raccoglieva a volo la palla e la scaraventava in rete. Il portiere riusciva ad allontanare lievemente a mani aperte la palla e Riccardi, scavalcando un groviglio di uomini segnava imparabilmente: 2-0. La Sampierdarenese riusciva con un miracolo di volontà a reagire all’Alessandria anche menomata per un infortunio toccato prima a Riccardi e poi Cattaneo che apparivano entrambi pressoché nulli. Riordinate le file gli ospiti al 15’, su calcio di angolo, ottenevano il primo punto per merito di Poggi, che deviava di testa la palla in rete. Al 34’ la Sampierdarenese pareggiava, ancora su corner con un tiro imparabile di Perazzo. I rossoneri avevano ancora per qualche minuto il netto sopravvento delle azioni, poi negli ultimi minuti l’Alessandria si slanciava ancora all’assalto, ma senza modificare il risultato. («Il Littoriale», 8 ottobre 1934) INSEGNAMENTI DI UN PAREGGIO È raro che una squadra, nuova alla massima divisione, riesca a ristabilire la parità segnando due «goal» alla compagine avversaria, forte del campo amico e dell’incoraggiamento del pubblico. Ciò è avvenuto sul campo del Littorio in seguito a due corner piuttosto fortunosi ma che hanno premiato la combattività dei liguri, più ricchi di fiato, di doti di ricupero e di volontà. La squadra locale si è creduta troppo presto sicura della vittoria ed ha commesso l’errore di insistere ancora all’attacco quando Riccardi e Cattaneo erano in condizioni menomate a causa di contusioni riportate: Riccardi al 6’ e Cattaneo al 9’ minuto della ripresa. Tutto il reparto di destra era quindi insufficiente non solo a portare minacce alla rete avversaria ma anche a retrocedere nel lavoro difensivo e di spola. Felsner, la vecchia volpe, aveva ripetutamente fatto segno ai suoi uomini di giocare sulla sinistra dove Barale, privo della cooperazione dell’interno destro, non avrebbe potuto fare miracoli ed in quel settore si sono create le situazioni più pericolose per i grigi. Perazzo ingigantì e rifornì i compagni ripetutamente: scaturirono i due corner e quando Patri calciò la prima punizione, Cattaneo e Riccardi erano a metà campo. I liguri in soprannumero ebbero agio di piazzarsi sulla traiettoria della palla e Poggi, indisturbato, girava in rete. L’azione che ha fruttato il secondo goal ai sampierdarenesi fu creata nella stessa zona e Barale era solo contro tre avversari. Molte volte le partite si vincono in virtù della tattica, ed in questo campo l’Alessandria domenica non ha certo rifulso. La squadra che aveva tenuto in iscacco il Napoli si è lasciata raggiungere e dominare sul proprio campo tra la delusione del pubblico. Dopo l’incidente che rese nullo Riccardi, l’Alessandria, in vantaggio di due goal, ripiegò in difesa per una sgroppata dell’indiavolato Comini, sventata da una parata col piede di Mosele e al 14’ giungeva inaspettato il goal di Poggi. I grigi non credettero alla minaccia e si buttarono all’attacco ed al 21’ Cattaneo di testa su corner mandava alto; due minuti dopo la rete ligure fu presa di assalto senza esito per l’inefficienza del settore destro. Riccardi, contuso, era nullo; Cattaneo zoppicava. Al 30’ una brillante azione di Celoria fa giungere la palla a Notti, solo nel corridoio aperto tra i terzini: il centroattacco ha un attimo di indecisione e anziché avanzare s’arresta per far scoccare il tiro, giusto come mira, ma debole; Venturini con un balzo devia in corner. Goal sfumato. Ancora due corner contro i liguri senza risultato e poi il ritorno offensivo degli uomini di Avalle. Come sarebbe finita la partita se l’Alessandria avesse segnato il terzo goal? Se Riccardi e Cattaneo avessero potuto giocare in piena efficienza tutta la partita? Ipotesi che si debbono fare, se pur crediamo doveroso mettere i puntini sugli i circa l’efficienza di alcuni giocatori ed il tentennamento dei reparti. Ottimo il trio difensivo. Mosele è stato battuto a causa dell’errata posizione dei compagni di squadra. Lombardo ha saputo fermare con consumata maestria il puntatore dell’attacco rossonero. Fenoglio ha completata la saldezza del reparto con un gioco meno appariscente del solito ma redditizio. La mediana ha avuto Barale attentissimo e Milano caparbio in palleggi coreografici che hanno rallentato il ritmo delle azioni offensive dei grigi. Costenaro si è barcamenato ma alla distanza risentì la fatica della velocissima gara. L’offuscamento del centrosostegno grigio, lento negli spostamenti della palla ed impreciso negli allunghi alle ali, provocò l’esaurimento degli avanti. Anche quando l’attacco grigio pressava la difesa avversaria con azioni manovrate o con l’esecuzione di calci di punizione e corner, Costenaro restava prevalentemente a metà campo. Ad Alessandria abbiamo ancora troppo vivo il ricordo di Carcano e di Gandini per dimenticare che la mediana deve lavorare di spola con gli avanti. Anche Milano e Barale erano troppo appiccicati ai terzini. L’attacco ha avuto Riccardi in giornata poco felice, e presto demoralizzato dalla contusione; più combattivo Cattaneo. Notti segnò un goal col sinistro in modo magistrale, ma è ancora lontano dalla scioltezza dello scorso anno. Celoria non ha ricevuto un passaggio in profondità, ha servito ottimamente Notti e l’ala, ha però risentito innanzi tempo il peso della partita. Borgo non ha fatto grandi cose, ma nella ripresa ha mandato al centro palloni d’oro; con Riccardi e Cattaneo in maggior efficienza il risultato poteva essere migliore. Tra i liguri Comini, contuso nel primo tempo, non ha potuto sfoggiare le incursioni a catapulta. Avalle pur giocando da fermo ha confermato che la tecnica è una dote indispensabile per un giocatore di valore. Perazzo, nella ripresa, è stato il più aggressivo del quintetto. Ottimo Poggi, attento Venturini, imprecisi e non imbattibili i terzini. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 13 ottobre 1934) RISULTATI: Bologna-Torino 3-1 Juventus-Napoli 2-1 Livorno-Ambrosiana 1-1 Milan-Fiorentina 1-1 Palermo-Pro Vercelli 2-0 Roma-Brescia 4-0 Triestina-Lazio 2-1 CLASSIFICA: Juventus 4; Alessandria, Ambrosiana, Fiorentina, Milan, Sampierdarenese 3; Bologna, Lazio, Palermo, Roma, Torino, Triestina 2; Livorno 1; Brescia, Napoli, Pro Vercelli 0 MARCATORI 3 gol: Guaita (Roma), Guarisi (Lazio) 2 gol: Borel F. (Juventus), Buscaglia P. (Torino), Gringa (Fiorentina), Maini (Bologna), Piola (Lazio), Rossi (Milan)