Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1930/1931
Serie A
23-11-1930 - Giornata: 9 - Trieste - Montebello


Triestina US - Alessandria US 0 - 1 (0 - 1)
RETI: 19. Avalle E.[A]

Alessandria US Balossino Natale, Gallino Luigi, Ballerio Giuseppe, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Lotto Angelo, Cattaneo Renato, Avalle Edoardo, Banchero (II) Ettore, Borelli Michele, Chierico Carlo Angelo All.: Révész Béla

Formazione avversaria
TRIESTINA US: Bonetti; Gazzari, Loschi; Kufersin, Villini (II) Mario, Pasinati; De Manzano, Colausig (II) Luigi, Castellani, Rocco, Rebolino. All.: Tóth-Potya István.

Arbitro: Carraro Albino (Padova)
Note
Giornata serena. Giornata serena. Inizio gara ore 14:30. Per ragioni ignote, nel corso di tutta la stagione 1930-31, il difensore alessandrino Ballerio venne chiamato dalla stampa «Ansaldi». Nella Triestina il giocatore Colausig è conosciuto come Colaussi, nome italianizzato in ossequio alle norme vigenti al tempo.

Commento
La quinta partita bianca hanno conseguito ieri gli attaccanti triestini. Le nostre previsioni di sabato si sono avverate; l’attacco triestino, pur rimanendo per buoni periodi in area alessandrina, non è stato capace di realizzare. I cinque attaccanti rossoalabardati partivano bene a metà campo, arrivavano, in virtù di temi veramente classici, in area grigia, ma là tutto si sfasciava e veniva da domandarsi come dei giuocatori che compiono delle mirabolanti prodezze sulla palla a metà campo non fossero capaci di sfruttare uno dei tanti palloni da rete che avevano saputo crearsi con le loro ottime discese. Quanto volte, durante il corso della partita, si è presentata l’occasione del pareggio, e anche della vittoria, con palloni saltellanti a pochi passi da Balossino! Il pareggio era là, bastava coglierlo, ma nessun uomo in maglia rossa ha saputo farlo. La Triestina ha cominciato la partita con un ritmo vertiginoso, nel corso di pochi minuti l’attacco rossoalabardato ha messo in difficoltà non una ma dieci volte la difesa alessandrina: respinti, ritornavano. Castellani, all’ala destra, lavorava come un grande asso, il suo interno Colausig lo riforniva di palloni meravigliosi; dall’altro lato, De Manzano conferiva al giuoco il tono della classicità, Rocco pure metteva al centro degli ottimi palloni, ma dove, sin dal principio, non ha funzionato, è stato il centro attacco; Rebolino, l’uomo che avrebbe dovuto sfruttare il lavoro dei compagni, è stato nullo, anzi ha rovinato dei palloni che, lanciati ad un compagno, avrebbero reso molto meglio. L’incertezza, l’indecisione di Rebolino hanno fatto subentrare il nervosismo negli altri quattro che hanno finito pur essi per perdere delle buone occasioni. La mediana rossoalabardata, pur avendo di fronte un attacco astuto e velocissimo, ha tenuto bene il confronto con la poderosa seconda linea grigia. Ma non bisogna dimenticare la partita giocata da Kufersin, un ragazzo che davanti a sé ha un luminoso avvenire. La difesa triestina, tolto Bonetti che ha dimostrato qualche incertezza che poteva essere fatale, ha avuto nei terzini due campioni, ma se meravigliosa è stata la partita giuocata da Loschi, cosa si deve dire di Gazzari? Ogni elogio è superfluo di fronte a tanta classe; dirò soltanto che il poderoso terzino ha staccato nettamente di due lunghezze tutti gli altri uomini in campo. L’Alessandria, la degna vincitrice di questa partita, ha veramente e ottimamente impressionato: meraviglioso congegno che cammina in virtù di un gioco sano, robusto, organico, che a tratti strappa l’applauso per la finezza del modo in cui viene conseguito. E a tutto questo aggiungete il grande orgoglio di ogni atleta che lotta dal principio alla fine con il cuore in gola. Ma quello che ci ha maggiormente colpiti dell’Alessandria è stata la calma e la chiarezza d’idee che la squadra mantiene anche nei momenti più pericolosi; nel secondo tempo, quando la Triestina andava disperatamente alla ricerca del pareggio, mai neanche per un attimo la compagine grigia si è ritirata nella sua area, ha contrattacco sempre, mantenendo tutti i suoi uomini all’attacco e finendo la gara da forte. Il suo attacco ha tessuto dei temi di giuoco meravigliosi: smarcamenti rapidi, dribbling, triangoli in profondità e velocissimi palleggi a tre o quattro uomini hanno messo in mostra gli attaccanti di Alessandria; hanno segnato, è vero, il loro unico goal con un calcio di punizione, ma un altro attacco avrebbe oggi infranto la diga Gazzari-Loschi? La mediana, pur mancante di Bertolini, ha disputato una partita grande con in mezzo un vero colosso, Gandini, e ai lati due mastini in Lauro e Lotto. Ottima la coppia dei terzini, magnifico Balossino. Una giornata tutto sole, pubblico [riga mancante] partita. Presenti tutte le autorità cittadine. Entra l’Alessandria, accolta da un applauso che si trasforma in uragano quando appaiono i concittadini. Alle 14:30 precise l’arbitro, sig. Caironi, ottimo sotto ogni rapporto, dà il via alle squadre, che prendono questo ordine di partenza […]. Il fischio ha appena finito di trillare che la Triestina è in area grigia: breve mischia e Lauro rimanda; Banchero, lanciato da Gandini, tenta una fuga, ma Gazzari lo ferma. Un duello Colausig-Castellani frutta un corner: tira Castellani e Balossino allontana di pugno. Non è passato un minuto che Castellani, passato in velocità il proprio mediano, entra come un bolide in area grigia; Gallino prima e Ansaldi dopo si fanno incontro al rossoalabardato, che li giuoca tutti e due e dà la palla a Rebolino il quale, a due metri dal portiere, calcia un fiacco pallone che Balossino mette in corner. Tira Rocco, nulla di fatto. Al 6’, altra brillante azione fra De Manzano, Colausig e Castellani, sprecata però da Rebolino. La pressione triestina dura fino al 15’, poi l’Alessandria comincia a ritrovarsi e al 16’ costringe i rossi in corner; dal tiro d’angolo succede una mischia che Gazzari allontana. Tre minuti dopo avremo il punto alessandrino: una carica di Loschi a Banchero frutta una punizione a favore dell’Alessandria; la palla viene messa sui sedici metri, i triestini fanno muraglia davanti alla porta; Avalle tira sorvolando la traversa, ma un rosso si è mosso e l’arbitro fa ripetere, questa volta, Avalle spara una cannonata che si insacca nella rete senza che Bonetti possa intervenire. I triestini scattano alla ricerca del pareggio; ottengono una punizione: tira Rocco, Balossino para. Al 25’ e al 28’ ottengono due corners senza effetto; al 29’ Rebolino, a cinque metri dalla porta, sbaglia in pieno. Da questo momento, Castellani passa centroattacco e Rebolino va all’ala. La Triestina preme, ma al momento conclusivo si perde; ne approfitta l’Alessandria impegnando Gazzari e Loschi. Al 32’ De Manzano fugge, si attira il terzino e passa a Rebolino tutto solo dinnanzi al portiere grigio, ma il rossoalabardato indugia, dando tempo a Gandini di liberare. Azione chiara e classica che viene puerilmente persa. Al 33’, discesa libera dei grigi, Loschi salva in corner che Gazzari si incaricherà di liberare. La ripresa vede uno scatto triestino represso dagli alessandrini, che al 6’ ottengono un corner senza esito. Al 18’ abbiamo una furibonda mischia a due metri dalla rete grigia: Castellani riesce a impadronirsi della palla e tira un bolide che Balossino, più che vedere, intuisce e blocca. Tre corners contro i grigi non vengono sfruttati dai triestini. Al 32’ Gazzari passa all’attacco impegnando la difesa grigia che salva in corner. Tira De Manzano, Gazzari al volo spara ma Ansaldi, sulla linea, rimanda. Ancora uno sprazzo al 45’: Gazzari lancia Castellani che, giunto a pochi metri dalla rete avversaria, tira forte in angolo, ma Balossino, con un tuffo fantastico, attanaglia il bolide. (Giorgio Brumatti, «Fonosport-Le Venezie Sportive», 24 novembre 1930) La squadra di Alessandria è uscita vittoriosa da Montebello e pochi, in verità, avrebbero potuto supporre che ciò avvenisse su di un campo dove la Roma e il Napoli non erano riusciti a passare e dove l’Ambrosiana subì una sconfitta assai grave. Uno a zero: il punteggio non esprime forse con precisione la fisionomia della gara e fa pensare ad una partita difensiva dei grigi. Niente di tutto ciò: l’Alessandria ha iniziato la contesa con un ritmo scintillante di giuoco e l’ha terminata aumentando progressivamente di baldanza e di precisione. Molto si attendeva il pubblico triestino da questa squadra, che pratica un giuoco di vera marca classica e, pure senza volerne fare una lode smisurata, bisogna ammettere che il pubblico ha avuto modo di apprezzarla moltissimo e di classificarla fra le più brillanti per concezione ed esecuzione. La squadra di Gandini non ha avuto un attimo di debolezza. Partita con autorità e decisione, al 18’ riusciva, con Avalle, a conquistare un goal su di un calcio piazzato. La Triestina, punta nel vivo, si gettava quindi in un arrembaggio insistente, poderoso, ma inconcludente. Magnificamente, senza sbandamenti, senza confusione, con un piano tattico intelligente, l’Alessandria riusciva a tenere. All’inizio della ripresa, i grigi facevano chiaramente comprendere di essere decisi ad aumentare il punteggio. Partivano di slancio, ed erano trascorsi appena dieci minuti che Banchero II inviava un tiro in porta; Bonetti si gettava in «plongeon», ma il pallone gli sfuggiva e andava a sbattere basso sul palo. Sopraggiungeva di corsa Cattaneo, che lo infilava da mezzo metro nella rete. L’arbitro aveva fischiato il fuori giuoco per noi, però, assolutamente inesistente. Ma i grigi non si scoraggiavano per questa palese replicata ostilità dell’arbitro nei loro riguardi e continuavano ad infilare le loro belle azioni, mentre i triestini rimaneggiavano le loro file per trovare quell’affiatamento e quell’estro necessari che forse avrebbero potuto salvarli dalla sconfitta. Decisamente però la squadra concittadina non dimostrava di funzionare neanche discretamente. Attacco e mediana erano sperduti e privi di slancio. Non un’azione concertata di comune accordo, nessuno spunto individuale di qualche efficacia, niente: abulia perfetta e imprecisione debilitante. La squadra era scesa in campo con poca fiducia in se stessa ed è stato questo forse il motivo principale per cui non ha ritrovato un attimo di quel ritmo travolgente che era la sua principale caratteristica di giuoco e la principale fonte dei suoi successi. Ma un appunto grave si deve muovere particolarmente alla sua linea mediana, che del disorientamento generale è stata la causa prima ed evidente. («La Stampa», 24 novembre 1930) I rossoalabardati hanno giuocato quest’oggi una brutta partita. La squadra triestina si è trovata sul terreno di giuoco a dovere lottare con una avversaria vivacissima che si è battuta con cuore e con entusiasmo; un’Alessandria sicura e completa in ogni linea che ha dato tutto nel corso del match per una affermazione quanto mai ambita. La Triestina invece è stata l’ombra di quel team che abbiamo ammirato nelle recenti partite. Troppi uomini si trovavano in cattiva giornata. I rossoalabardati, partiti di scatto sorprendendo in velocità la difesa alessandrina, hanno mancato per un filo la segnatura. In seguito, la Triestina non è più esistita come unità armonica e pericolosa. Non si è lasciata travolgere dai suoi avversari, anzi ha a tratti dominato e costretto per maggior tempo i grigi nella loro metà campo, ma il giuoco è parso impreciso e spesso caotico. La prima linea ha concluso poco di buono e, lasciata sovente in balia di sé stessa, ha cercato nel corso del match di svolgere qualche buona azione e di portarsi a contatto col vigile Balossino; ben raramente però gli avanti rossoalabardati sono riusciti nello scopo, per la severa ed attenta marcatura dei mediani, e per di più la nerissima giornata della linea mediana concittadina. Solo negli ultimi minuti lo spostamento di Gazzari all’attacco galvanizzò in parte i concittadini, senza però ottenere alcun risultato concreto. I primi dieci minuti sono di netta marca triestina. Due tiri a lato di Rebolino e due bellissime parate di Balossino su tiri di Castellani e di De Manzano (9’) sono indice della superiorità dei rossoalabardati. Breve reazione alessandrina fruttante un calcio d’angolo (17’) senza alcun risultato. Due minuti dopo però, su calcio di punizione tirato dal limite dell’area di rigore, l’Alessandria ottiene il goal della vittoria. Ne è autore Avalle. Due calci di angolo contro i grigi (25’ e 28’) non mutano la sorte del primo tempo, il quale si chiude con un altro calcio d’angolo a favore della Triestina. La ripresa trova la Triestina in corner. Poi, Alessandria passa all’attacco, poggiando l’azione su Banchero che, lasciato surplace, Gazzari tira fortemente in porta. Bonetti para debolmente il pallone che, dopo aver toccato il palo, va a finire sui piedi di Cattaneo. Questi segna imparabilmente: l’arbitro, però, non convalida il punto per fuori giuoco di Banchero. («La Gazzetta dello Sport», 24 novembre 1930) ALESSANDRIA-TRIESTINA: 1 A 0 La veloce squadra alessandrina, dal gioco forse poco appariscente ma sommamente redditizio, ha espugnato per la prima volta nel corso dell'attuale campionato il campo sportivo di Montebello. Nonostante il punteggio di stretta misura, la vittoria alessandrina è meritata, e sarebbe stata più rimunerativa se l'arbitro non avesse annullato all'Alessandria un altro goal segnato all'inizio del secondo tempo. L'Alessandria ha avuto in Balossino, Gandini e Banchero i suoi migliori uomini che sono anche emersi su tutti gli altri giuocatori in lizza. Della Triestina, che ha giocato molto male, nessuno è riuscito a mettersi in rilievo: nulla la linea mediana, imprecisa l'estrema difesa e confusionario e difettoso nel tiro in porta l'attacco. Ecco la poco lieta impressione lasciata ieri dalla squadra rosso-alabardata. I primi dieci minuti di gioco sono stati a favore della Triestina che ha messo al suo attivo due calci d'angolo: due tiri in rete di Rebolino e due bellissime parate di Balossino sono stati l'indice di questa sterile superiorità d'attacco. Poi in una breve reazione, culminata in un calcio d'angolo infruttuoso contro i triestini, l'Alessandria è pervenuta al successo con un punto segnato da Avalle al 18° minuto su calcio di punizione dal limite dell'area di rigore. La risposta triestina non si è concretata in punti per il gioco svolto dal portiere alessandrino che ha pure sventato altre tre punizioni d'angolo. Al 2° minuto della ripresa Banchero II ha impegnato seriamente Bonetti con un tiro respinto debolmente dal portiere triestino. Il pallone, dopo essere rimbalzato sul palo, è stato raccolto da Cattaneo che ha fulminato in rete. Ma il goal non è stato ritenuto valido dall'arbitro Carraro. Fasi di gioco alterne, due punizioni d'angolo consecutive contro l'Alessandria e alcune ottime parate di Balossino sono state le note salienti del secondo tempo che ha lasciato il punteggio invariato. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio) L’undici alessandrino, dal giuoco poco appariscente ma veloce e molto redditizio, ha espugnato, per primo nell’attuale campionato, il campo triestino. La vittoria conseguita dai piemontesi, nonostante il punteggio di stretta misura, è ben meritata. Della Triestina, che ha giuocato male, qualcuno è riuscito a salvarsi dal grigiore generale. Nulla la linea mediana. Sguarnita la difesa, e l’attacco confusionario e difettoso nel tiro in porta. Questa era l’odierna impronta dalla compagine locale. I migliori atleti in campo sono stati i piemontesi Balossino, Gandini e Ballerio. I primi dieci minuti di giuoco sono stati di marca triestina e fin dall’inizio l’Alessandria è stata costretta per due volte in angolo. Due tiri a lato di Rebolino e due bellissime parate di Balossino, impegnato da Castellani e da De Manzano, sono indici di questa superiorità che rimane però sterile. Breve reazione dei grigi e poi un tiro a lato di Banchero e una parata di Bonetti culminata in un calcio d’angolo nullo contro la Triestina, ed ecco al 18’, su calcio di punizione dalla linea di rigore, che Avalle segna il goal della vittoria. La reazione giuliana, con due parate di Balossino su tiro di Villini e Colausig e due calci d’angolo contro gli ospiti, non muta le sorti del primo tempo, che si chiude con una ennesima prestazione di angolo a favore dei triestini. Nella ripresa, dopo un calcio d’angolo nullo contro la Triestina, l’Alessandria si vede annullare un bellissimo goal per fuori gioco del tutto inesistente: una fuga di Banchero che tira fortemente in porta, Bonetti rimanda debolmente il pallone che, dopo aver toccato il palo, va a finire sui piedi di Cattaneo, che fulmina in rete. Fasi alterne: due calci d’angolo contro ed alcune ottime parate di Balossino sono la nota saliente del vano contrattacco triestino. E la partita si chiude con altre due punizioni di angolo contro i piemontesi. («Il Littoriale», 24 novembre 1930) SAPRANNO I GRIGI RIPETERE A ROMA IL SUCCESSO DI TRIESTE? La notizia della vittoria dei grigi a Trieste sparsasi in città domenica sera, ha suscitato un entusiasmo caloroso come se la squadra concittadina avesse riportato il più grande dei successi. Questo entusiasmo era più che giustificato, non solo per la vittoria conseguita, ma per il fatto che la squadra aveva finalmente ritrovata la via della vittoria, non solo sul proprio campo, ma anche sui campi avversari. L ’Alessandria ha quindi riconquistata integra la gloria e la efficienza di un tempo allorquando era considerata fra le più temute squadre d’Italia. Onore e vanto di Alessandria sportiva, la squadra grigia; dopo aver superato brillantemente quel periodo oscuro, dovuto alla sfortuna, che l’aveva fatta precipitare agli ultimi posti della classifica, è ora ricomparsa alla ribalta del campionato fresca di energie, di combattività, di passione, di animo e di forza. Si è imperiosamente imposta alle avversarie ed all’avversa sorte, ha vinto due consecutive durissime battaglie, è risalita di molti gradini della classifica e si è imposta all’ammirazione dell’Italia calcistica come esempio di forza, di costanza, di volontà e di tenacia. Oggi la squadra grigia è veramente... la squadra grigia, quella squadra cioè che nonostante il salasso di giuocatori che regolarmente ogni anno è costretta a subire, sa ergersi minacciosa contro tutti e contro tutto, e mantenersi sempre in lotta, gomito a gomito, coi più reputati squadroni metropolitani. Squadra di provincia, e conseguentemente povera di mezzi ma ricca di entusiasmo e di fede, la compagine grigia, che da anni è all’avanguardia del calcio italiano, non poteva ridursi a lottare in compagnia delle squadre di secondo piano. Con una imperiosa volontà, con l’animo del combattente di razza, ha travolto ogni ostacolo ed è ritornata alla luce dopo sforzi inauditi. Onore quindi allo squadrone grigio, agli undici intrepidi ragazzi che con raro esempio di sacrificio hanno ridonato alla Società grigia gloria e lustro. Il primo successo in campo avverso Quest'anno la squadra grigia non era ancora riuscita a violare campi avversari. A Roma aveva sfiorato il pareggio, a Genova era caduta malamente ed a Legnano era stata battuta dalla sfortuna. L’anno scorso invece le prime due partite in campo avversario avevano procurato ai grigi due affermazioni: un match pari a Roma contro la Lazio, una vittoria netta a Padova. La partita di Trieste pareva dovesse essere ancora fatale ai grigi. La Triestina nelle tre (partite casalinghe aveva battuto i campioni d'Italia per cinque a zero e pareggiato colla Roma. («Il Piccolo», 29 novembre 1930) RISULTATI: Ambrosiana - Bologna 0-1 Brescia - Pro Patria 3-1 Casale - Pro Vercelli 2-2 Juventus - Napoli 1-2 Lazio - Genova 1893 5-0 Legnano - Torino 0-1 Livorno - Roma 1-3 Modena - Milan 3-0 CLASSIFICA: Juventus 16; Bologna, Napoli, Roma 13; Modena, Torino 12; Lazio 11; Brescia 10; Alessandria, Genova 1893, Pro Patria 8; Pro Vercelli 7; Ambrosiana, Legnano, Milan, Triestina 6; Casale 4; Livorno 3. MARCATORI: 8 RETI: Reguzzoni (Bologna), Volk (Roma); 7 RETI: Orsi (Juventus); 6 RETI: Banchero I (Genova); 5 RETI: Ranelli (Brescia), Vecchina (Juventus), Pastore (Lazio), Corsetti (Livorno), Mazzoni (Modena), Il punto sul campionato La giornata si potrebbe definire quella delle squadre centro-meridionali: tre vittorie, di cui due fuori dai propri campi, e quali vittorie! Un netto successo del Roma a Livorno, la disfatta del Genova a Roma per cinque punti di scarto e la prima sconfitta della Juventus nel campionato. Questo risultato è senza dubbio il più clamoroso: la squadra che è passala invitta su agguerriti campi avversi è caduta sul proprio terreno per opera del Napoli. L'imbaldanzita squadra partenopea, che ha rapidamente trovato quest' anno la buona forma, non ha perdonato i tentennamenti e le incertezze che la compagine iuventina aveva denunciato. La legge delle stentate vittoria sul campo torinese è stata sovvertita. Altre volte la Juventus aveva vinto a Torino senza dominare; ieri ha mostrato una netta prevalenza, ma è stata sconfitta. Il suo attacco ha martellato a vuoto la salda difesa napoletana; il suo reparto difensivo è stato sorpreso due volte dalle sbrigliate fughe degli avversari e al Napoli è toccato il vanto di aver sfatato, dopo nove giornate, la fama d'imbattibilità dei leaders. Non meno sorprendente, per il punteggio che l'ha caratterizzata, si presenta la partita Lazio-Genova in cui la squadra ligure, reduce dalla vittoria sui bolognesi, ha subito la sua più grave sconfitta. Il fenomeno Stabile non ha più potuto verificarsi; guardato a vista, l'italo-argentino non ha saputo realizzare una sola azione. Esauritasi in vani tentativi, la squadra è poi crollata inesorabilmente nella ripresa. E' stata un po' anche una vittoria dell'amor proprio dei giocatori nostrani Giornata cattiva per le squadre milanesi che hanno perduto nettamente il confronto con le avversarie emiliane. Sfortunata però la gara del Milan. Il Torino ha dato una nuova prova di efficienza superando, dopo quello bustese, il campo legnanese, e l'Alessandria ha confermato il suo progresso conquistando la vittoria a Trieste, dove quest'anno nessuna squadra era ancora passata. Notevoli l'affermazione del Brescia sulla Pro Patria e il risultato pari dei vercellesi a Casale. Anche battuta, la Juventus conserva il primato, ma vede ridotto a tre punti il suo vantaggio sopra le due squadre centro-meridionali del Napoli e del Roma e sul Bologna, che ha mostrato a Milano la saldezza della sua inquadratura. Distaccati di un punto seguono Modena e Torino e poi il Lazio. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio)