Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1929/1930
Serie A
27-10-1929 - Giornata: 4 - Padova - Silvio Appiani


Padova AC - Alessandria US 1 - 3 (1 - 3)
RETI: 42. Lamon (I) G. [Pa] 16. Avalle E.[A], 17. Ferrari G.[A], 29. Cattaneo R.[A]

Alessandria US Balossino Natale, Gallino Luigi, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Avalle Edoardo, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo Angelo All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
PADOVA AC: Latella; Piasentin, Danieli; Monti (II) Giovanni, Bedendo, Scanferla; Prendato, Perazzolo, Zanninovich, Bergamini, Lamon (I) Gino. All.: Burgess Herbert.

Arbitro: Garbieri Carlo (Genova)
Note
Inizio gara ore 15:00 (15:10 effettive). «La Gazzetta dello Sport» riporta la presenza nell’Alessandria di Autelli in luogo di Avalle, attribuendo di conseguenza al primo anche la rete segnata.

Commento
La tradizione che voleva il Padova vincitore sull’Alessandria nel proprio campo è stata ieri spezzata. I grigi di Carcano hanno ottenuto una netta vittoria che dice chiaramente quale sia il loro attuale stato di forma. Il Padova, pur non avendo giocato una bella partita, non avrebbe meritato di perdere in maniera così netta. Dominata nel primo tempo, ha avuto nella ripresa per più di mezz’ora una schiacciante superiorità e solo l’eccezionale giornata di Balossino poté impedire che essa si concretizzasse in punti. L’incontro diretto dall’arbitro Garbieri ha dato luogo ad un gioco assai duro. La partita ha inizio alle 15:10. A uno scatto del Padova, l’Alessandria risponde con una puntata di Avalle. Il suo tiro trova Latella a posto. Poi è la volta dei biancorossi: tiri di Prendato, Bedendo e Zanninovich non hanno risultato. Al 10’, mentre Danieli è a terra, Marchina tutto solo mette fuori. Un calcio d’angolo contro il Padova all’11’ e quindi un tiro di Lamon che va fuori. Poi il primo goal dei grigi: un calcio di punizione contro i biancorossi, tirato da Bertolini al 17’ e raccolto da Avalle, e Latella è battuto. Un minuto dopo, Ferrari, a coronamento di una splendida azione, segna il più bel goal della giornata per gli ospiti. I concittadini accusano in pieno il colpo e si scuotono. Lamon scende verso la rete avversaria e tenta di sorprendere Balossino, invano. Al 24’, Scanferla è costretto a salvare in corner. Il gioco si appesantisce. Al 25’, Balossino ferma un pallone inviatogli da Zanninovich con una splendida rovesciata. Al 28’ si ha il crollo del Padova. Cattaneo, avuto un pallone in area di rigore, trova la difesa avversaria completamente ferma in attesa del fischio dell’arbitro. Il goal gli è facile. Al 31’ Avalle colpisce il palo. Poi il Padova si riprende e Lamon è inesauribile. Finalmente, dopo molti tentativi riesce con un bolide a violare la rete dei grigi. La ripresa s’inizia a tutta andatura. Il pubblico incita a gran voce i suoi beniamini. Balossino è chiamato al lavoro molto spesso, ma gli avversari non riescono a batterlo. Registriamo una velocissima discesa dell’ala destra padovana Prendato all’11’ e un corner contro l’Alessandria al 14’, quindi una parata di Balossino su cross di Prendato. L’evidente superiorità padovana non ha però i frutti desiderati. L’ambiente va riscaldandosi ed i giocatori risentono del nervosismo del pubblico. Un tiro di Piasentin di testa è deviato in corner dal portiere dei grigi; una parata dello stesso su cannonata di Prendato è semplicemente meravigliosa. Poi, verso la mezz’ora, il Padova allenta la stretta e l’Alessandria può portare la minaccia verso Latella. Ormai i concittadini hanno sparato tutte le loro cartucce e la sconfitta pare inevitabile. Un tiro di Zanninovich non ha esito. Al 34’ Cattaneo e Marchina tentano sorprendere il portiere padovano. Una paurosa mischia sotto la rete dei grigi ha luogo al 41’. Il portiere si libera bene evitando una carica di Perazzolo. La partita ha poco dopo termine su un calcio d’angolo contro l’Alessandria. («La Stampa», 28 ottobre 1929) L’Alessandria ha giocato una bella partita. Il gioco dei grigi ha avuto una marca propria. La difesa è stata possente e calma; la linea mediana ha svolto un ottimo lavoro e il quintetto attaccante, guidato da Avalle nell’inconsueto ruolo di centroavanti, è stata la parte migliore della squadra. L’Alessandria ha svolto un gioco a terra, con passaggi brevissimi. Il Padova non poteva non perdere. Le azioni, portate verso l’area dei grigi, specialmente nella ripresa, sono state numerose, ma l’impeto e la foga di cui hanno fatto sfoggio i biancorossi non sono stati sufficienti per espugnare il baluardo agguerrito degli ospiti. Molti tiri hanno sbagliato il bersaglio ed era evidente la mancanza di un cannoniere nella linea attaccante. L’arbitro Garbieri di Spezia, che ha iniziato l’arbitraggio con il fermo proposito di stroncare qualsiasi accenno di gioco pesante, ha finito con l’esasperare e calciatori e pubblico. La partita si inizia con fasi alterne. Agli attacchi alessandrini rispondono tiri dei biancorossi senza risultato. Neppure la 10’, quando la difesa padovana si trova spiazzata, Marchina riesce a sfruttare l’occasione e tira a lato. Ma gli ospiti insistono all’offensiva: al 17’ l’arbitro concede un calcio di punizione contro i padovani per fallo del terzino Piasentin. Il tiro di Bertolini è raccolto da pochi metri da Avalle, che saetta imparabile in rete. Non è passato che un minuto quando il portiere padovano è costretto a raccogliere in fondo alla rete un altro pallone inviatogli da Ferrari a conclusione di una velocissima azione cui ha partecipato tutta la linea degli attaccanti grigi. Il successo mette le ali ai piedi dei piemontesi, che continuano ad attaccare. I biancorossi tentano invano di allentare la stretta. Il più attivo giocatore concittadino è Lamon, che talvolta riesce a eludere la stretta vigilanza di Lauro. Al 25’ l’aitante ala padovana colpisce violentemente il palo della porta di Balossino. Tre minuti dopo Cattaneo segna il terzo goal, agevolato dalla inspiegabile titubanza dell’intera difesa avversaria. Il Padova a questo nuovo smacco sembra smontarsi. Ma il caldo incitamento del pubblico passa al contrattacco per tentare di ristabilire lo svantaggio. Lamon, dopo reiterati tentativi, a tre minuti dalla fine del primo tempo, riesce a mandare un bolide nella rete alessandrina, segnando così l’unico punto per la sua squadra. La ripresa si inizia a tutto favore dei padovani. Balossino è letteralmente assediato, ma la difesa grigia non cede e si libera egregiamente. Un calcio di angolo contro l’Alessandria al 2’ rimane senza esito. Quindi, un tiro di Scanferla va a lato. Uno spunto alessandrino, per ora di Cattaneo al 10’, rompe l’insistente assedio padovano che tosto riprende con tiri di Prendato, Zanninovich e Perazzolo, che però sono finiti tutti o fuori o nelle ferree mani del portiere dei grigi. Il gioco intanto si appesantisce e l’arbitro dura fatica a tenere in pugno la partita. Il pubblico è largo di sibilanti applausi all’indirizzo del diretto del match. Purtroppo, la supremazia padovana non frutta niente di concreto. Verso la mezz’ora, i concittadini, provati dal lungo sforzo e scoraggiati dall’inutilità dei loro tentativi, lasciano libero campo ai grigi che tornano a tratti nell’area di rigore padovana. Ormai la partita è decisa. Anche un tiro preciso e violento di Prendato non riesce a battere il portiere alessandrino che con uno splendido tuffo devia in corner. Al 32’ una nuova discesa padovana è spezzata dall’intervento di Costa. Degne di nota sono ancora: una fuga di Avalle al 40’, fermata per fuori gioco, e un’altra discesa pure di Avalle. Due minuti dopo, l’ultimo spasmodico guizzo dei padovani frutta un corner contro l’Alessandria, ma il tiro di angolo non ha alcun esito. Gli spettatori sfollano commentando variamente l’incontro. («Gazzetta del Popolo», 28 ottobre 1929) L’incanto è rotto: dopo anni d’equilibrio attraverso partite epiche ed entusiasmanti, il Padova ha dovuto nettamente cedere di fronte ad una Alessandria che ha chiaramente accampato i diritti d’una classe più scelta e di un inquadramento migliore. Il risultato, difatti, appare pienamente rispondente, se non alle possibilità del Padova, oggi minato nella prima linea dalla forzata assenza di Vecchina, all’andamento della partita ed al valore delle squadre in campo. Dopo un inizio sfavillante, il Padova ha dovuto subire il giuoco degli avversari, più decisi, anche più padroni del pallone, ben più favoriti di fiato. E se è vero che nella prima metà del secondo tempo i biancoscudati hanno menato la danza in campo avversario, bisogna però considerare che i grigi si erano allora asserragliati in difesa, contando di vivere sul vantaggio ormai raggiunto. Tanto che, svanito il fantasma d’una possibile sorpresa e avanzato lo schieramento, poterono ancora rivelare la loro potenzialità di penetrazione, seppure il Padova si fosse lanciato con molta foga in un serrate accanito. Pregiudicò il Padova l’assenza di Vecchina; la mancanza di un cannoniere in prima linea rese sterili e vane molte azioni che, bene architettate, si esaurirono sotto la porta per l’indecisione e l’imprecisione degli avanti. Lo scarto dei punti è soprattutto dovuto alla nera giornata della difesa, che lasciò nelle fasi più pericolose scoperta la porta, così che anche i mediani risentirono dello squilibrio e, costretti ad una faticosa spola, finirono presto con lo sbandarsi e con l’esaurirsi. L’Alessandria ha riaffermato la poderosità delle sue linee bene amalgamate attorno a Gandini. Il Padova parte deciso, dando la sensazione di un indiscutibile miglioramento. Sono quindici minuti di giuoco sfavillante che avrebbero potuto fruttare. Poi l’Alessandria, ritrovatasi, s’impone d’autorità. Al 16’ costringe i locali in corner. Niente di fatto, ma nell’azione susseguita un fallo provoca una punizione per i biancoscudati. Tira da 25 metri Chierico che spedisce mirabilmente ad Autelli, appostato a pochi metri dalla porta. Questi calcia in rete. La palla è rimessa al centro; breve schermaglia, poi Chierico fugge; giuoca la difesa e converge in porta; Latella respinge; Marchina riprende e passa indietro a Ferrari, che infila in rete. Il doppio scacco pesa sulle file padovane che subiscono altri due corners, poi la riscossa che culmina in un bel traversone di Prendato, centrato da Perazzolo il quale trova però Balossino perfettamente piazzato. E siamo al terzo punto dell’Alessandria. Anche stavolta l’azione parte da Chierico, il quale rasenta la linea limite e quindi passa a Cattaneo. La difesa padovana si ferma mentre il pallone s’infila irrimediabilmente nella rete. Siamo al 29’. Al 35’, altra bella occasione sciupata dal Padova: Zanninovich, a due metri dalla porta, alza di testa un preciso traversone di Prendato. Il tempo stringe e la sfiducia comincia a velare l’animo dei supporters padovani quando, al 42’, l’Alessandria è in corner. Nell’arruffata azione susseguitane, Lamon riesce con una poderosa cannonata a salvare l’onore della propria squadra. Nella ripresa, l’iniziativa è dei padovani, che hanno operato degli spostamenti nei ranghi. Monti II passa alla difesa, mentre Piasentin sostituisce all’ala sinistra Lamon, passato interno sinistro. Tre corners contro l’Alessandria, un susseguirsi di azioni sconclusionate e sterili, poi al 20’ punizione di prima contro i grigi per una carica irregolare. Al 21’, Prendato centra per l’ennesima volta, ma Balossino salva in tuffo e si produce subito dopo in un’altra spettacolosa parata. Siamo al 30’: Alessandria ormai sicura della vittoria, allarga le file e l’equilibrio si ristabilisce senza che il punteggio miti. («La Gazzetta dello Sport», 28 ottobre 1929) ALESSANDRIA-PADOVA: 3 A 1 Dopo un quarto d'ora di netto predominio padovano, l'Alessandria ha segnato ne punti consecutivamente al 17° minuto con Avalle, al 19° con Ferrari, al 29° minuto per merito di Cattaneo. Completamente « smontati », i padovani per qualche tempo sono sembrati alla mercè degli avversari; ma al 42° minuto un goal di Lamon ha dato il segnale della riscossa e i concittadini anche per tutta la durata della ripresa hanno impegnato a fondo gli avversari, costringendo il portiere a compiere una serie di parate. Il risultato tuttavia è rimasto immutato. Del Padova il miglior reparto è stato l'attacco, dove mancavano però Vecchina e Gallo II. Dell'Alessandria la difesa, che ha saputo resistere brillantemente agli attacchi padovani. Arbitro: Garbieri. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio) LA SUPERBA VITTORIA DEI GRIGI A PADOVA L’Alessandria ha domenica conseguita una vittoria così clamorosa chen on ha precedenti nel libro d’oro del calcio alessandrino, non tanto per la vittoria in se, quanto per il modo in cui l’ha conseguita, ed anche per il fatto che sia riuscita a violare un campo che pareva stregato. Non era mai successo, in tutta la sua carriera sportiva, alla squadra grigia, di uscire dal campo padovano vittoriosa. Molto belle partite essa aveva disputato ed in qualcuna era anche riuscita a dimostrare una netta superiorità ma senza risultato positivo ad eccezione di qualche pareggio. Domenica invece ha saputo tradurre in una superba vittoria la sua netta superiorità di classe e di giuoco. Questa volta la squadra grigia è riuscita a sfatare la leggenda ed a strappare una vittoria così convincente da meritarsi i massimi onori della quarta giornata di campionato. L’Alessandria a Padova ha impressionato per il suo giuoco realizzatore. Si erano già visti i grigi a giuocare bene contro la Roma. Si era visto il sestetto difensivo ergersi poderoso contro l’attacco della Lazio, ma non si era anocra riscontrata nella squadra quella efficienza necessaria per combattere e vincere le partite difficili. Domenica la squadra ha marciato in piena efficienza. Tre goals è riuscita a segnare e tutti nello spazio di dodici minuti; tre goals frutto di superbe azioni in linea, tre goals irresistibili che portavano l’impronta della classe. Questo dimostra l’ottimo rendimento della linea attaccante sorretta da una mediana veramente possente. E quando il Padova, incitato a gran voce dal suo pubblico, riuscì a portare la minaccia in campo grigio, trovò una difesa granitica che seppe imporre la sua classe. (Il Piccolo) DALLA BELLA PROVA DI PADOVA AL GRANDE INCONTRO CON IL TORINO Non erano pochi gli alessandrini, che, quantunque convinti della superiorità della squadra grigia su quella biancorossa, mal celavano, alla vigilia, il timore che si dovesse ripetere quello che troppe volte era stato il clichè della partita padovana: superiorità grigia, vittoria o pareggio dei biancorossi. Complice la sfortuna, il cattivo arbitraggio, il malocchio del campo che non permetteva agli alessandrini di tornarsene a casa vittoriosi. Questa volta invece la vittoria c’è stata, bella, completa e soprattutto meritatissima. Gli atleti nostri sono raggianti e la loro ottima prova è stata la migliore preparazione, fisica e morale, per il grande match contro i granata. Abbiamo lodato altre volte il sestetto difensivo grigio, che si presenta quest’anno sensibilmente più forte che nelle decorse stagioni. Balossino è in stato di grazia e anche domenica ha saputo resistere brillantemente al martellare dell’attacco padovano che cercava di giocare il tutto per tutto per rimettere in bilico le sorti di una partita che fin dal primo tempo sembravano compromesse dal 3 a 1. E’ stato un quarto d’ora d’assedio ed il felino difensore grigio ha avuto agio di mettere in mostra le sue grandi qualità di combattente coraggioso ed oculato. Gallino e Costa si integrano mirabilmente e danno l’impressione di una grande sicurezza. Difesa manovrata anche domenica quando per breve tempo i grigi furono costretti nella loro area; difesa intelligente e mai arruffata. Lauro, Gandini, Bertolini hanno combattuto da quei campioni che sono. Il centro half, alla sua prima partita, ha mantenuto un tono elevatissimo di gioco, e venne brillantemente collaudato. I due laterali sono troppo noti per le loro qualità perché si ripeta di loro. Basti accennare che hanno giocato sulla linea abituale, cioè di grandissimo rendimento ed utilità. Nessuno metteva in dubbio che la prova di Gandini sarebbe stata ottima; maggiori preoccupazioni destava invece l’allineamento degli avanti, perché la formazione era ancora una volta inedita. Ora la situazione sembra risolta e risolta bene. Vogliamo dire che l’innesto di Avalle a centro attacco ha reso sul campo, ed i goals sono venuti. Era chiaro che l’attacco alessandrino, con Alessio e Banchero II appariva troppo leggero nei confronti della squadra e degli avversari. Il ritorno di Marchina che, accoppiato a Cattaneo, dà un sicuro rendimento, lo ha già rinforzato; Avalle poi è un giocatore fatto; è vecchio di gioco, ha disputato incontri internazionali contro avversari di ogni sorta, e la sua esperienza, oltreché le sue qualità tecniche e di intelligenza lo hanno portato al pronto adattamento al nuovo ruolo. Ruolo di grande importanza e conseguentemente difficile, ma che appunto per questo non può essere affidato ad un giocatore troppo leggero o giovane, od al primo venuto. Domenica la prima linea ha marciato. Ottimi spostamenti alle ali, passaggi precisi e tiri ben diretti. Chierico ha avuto una delle sue buone giornate e Cattaneo lo ha imitato. Ciaplén ha segnato ocsì il suo primo goal: Marchina ha dimostrato che il riposo non lo ha danneggiato, e Ferrari con Avalle hanno messo a dura prova l’abilità di Latella. Il Padova ha giocato coraggiosamente, ha contrattaccato disperatamente per afferrare almeno il pareggio. Non c’è riuscito perché l’avversario era fortissimo. Il posto di coda in classifica non si addice però al valore dei biancorossi. Con un po’ più di fortuna ed a ranghi completi la squadra di Monti troverà la via della vittoria. (Lo Sport – Settimanale della provincia di Alessandria) I due momenti della vittoria dell’Alessandria si possono individuare anzitutto nel secondo quarto d’ora del primo tempo, quando i grigi, dopo aver subito il netto predominio biancorosso, sono partiti di slancio, scardinando d’autorità la poco salda barriera difensiva avversaria e, in secondo luogo, nelle parate sensazionali di Balossino fra il 19’ e il 23’ della ripresa allorché, bersagliato da lontano e da vicino con tiri insidiosissimi di Prendato e di Lamon, ha saputo sprangare la sua porta, facendo soprattutto appello ad una buona dose di fortuna, oltre che a prese da piovra, a intuito felice, a prontezza eccezionale. Al fischio d’inizio il Padova partiva senza esitare, chiamando a duro lavoro la difesa dei grigi, che non si lasciava mai sorprendere e intercettava senza orgasmo, ma con evidente preoccupazione, i numerosi – forse troppo numerosi – passaggi fra l’uno e l’altro biancorosso. Qualche azione sporadica verso Latella dava però subito la sensazione – confermata poi dal disastroso epilogo dell’attacco serrato alessandrino – che i due terzini, non molto ben sorretti dai mediani, talora mancanti perché troppo protesi in area avversaria, erano in giornata nerissima, tale da far tener sospeso il respiro quando il quintetto grigio abbozzava le prime discese. E trascorso infatti il periodo in cui il Padova non avrebbe demeritato di battere Balossino, gli attaccanti grigi, ben lanciati dall’ottimo Gandini – oggi alla prima uscita della stagione e che nel secondo tempo è calato un po’ –, da Lauro, atleta ormai attrezzato per gli incontri più duri, e da Bertolini, in magnifica giornata, non hanno esitato a sbarazzarsi di Piasentin e Danieli, lenti, incerti, imprecisi come non mai e nello spazio di 15 minuti hanno preso un vantaggio che non è stato più possibile colmare. Il goal di Lamon – un capolavoro – e la costante pressione biancorossa per buona parte della ripresa non han permesso di veder concretate le numerose azioni contro la casa del guardiano grigio, cui si deve gran parte del merito se il risultato non è stato rispondente all’andamento generale dell’incontro. Va poi detto che l’Alessandria, ormai impostata nel suo sistema di giuoco e ben attrezzata in ogni linea, può a buon diritto assidersi fra le più quotate aspiranti alle prime piazze. Portiere dalle qualità eccezionali; terzini pronti sul pallone, efficacissimi nel rubare all’avversario l’ottimo propizio, solidi e potenti nei rimandi; mediani in perfetta carburazione, astuti come le più vecchie volpi delle pelouses, agili e abilissimi nel doppio compito; attaccanti dal giuoco quadrato e, se non tecnicamente perfetto, disinvolto quando si tratta di smistare a chi è meglio piazzato, dotati di sicura poderosità di tiro, danno alla compagine grigia una tonalità autorevole, una robustezza d’inquadratura, un’efficienza e collettiva e individuale che faranno mordere la polvere a più d’una squadra. Il Padova ha giocato col suo proverbiale slancio e con la sua indomita forza di volontà. I tre goals al passivo avrebbero mandato k.o. parecchie altre squadre. I biancorossi invece hanno saputo far buon viso a cattiva sorte e hanno centuplicato gli sforzi per risalire uno svantaggio così grave. Vi sarebbero riusciti se, oltre alle cause suaccennate, avessero avuto il cannoniere, più che il coordinatore accorto delle molteplici trame offensive. Con Vecchina presente, il Padova sarebbe passato! Il trio centrale, in verità, non ha saputo sfruttare le non scarse buone occasioni create dalle perfette rimesse al centro di Prendato e Lamon, i migliori del quintetto. Perazzolo ha lavorato con coraggio e senza sosta, ma si è distinto più nel giuoco di spola che in quello di tiratore in goal. In Zanninovich non abbiamo riconosciuto oggi quel cannoniere tante volte ammirato. Visentin ha giocato meglio da ala sinistra che da terzino, ma è certo che anche in questo ruolo era un pesce fuor d’acqua. In seconda linea, Scanferla ha disputato una partita coraggiosa, senza un attimo d’incertezza. Bedendo ha avuto alti e bassi inspiegabili. Da lui ci si attendeva di più. Monti II, sempre esuberante di foga redditizia, specialmente quando è passato a fianco di Danieli, ha confermato le sue belle doti di spazzatore inesorabile, pur talora impreciso. Non ci dispiacerebbe vederlo ancora alla prova nel nuovo ruolo per il quale si richiedono prontezza e decisione, pregi che non abbiamo riscontrato in Danieli, oggi ben lungi da quel terzino che le cronache hanno esaltato nelle partite di Torino e di Brescia. A Latella, che peraltro non è stato mai seriamente impegnato, non si possono imputare i tre goals, dato che tutti i palloni furono proiettati in rete da pochi metri. Chiudiamo queste brevi note con l’amarezza per la sconfitta della squadra che difende il calcio veneto nella Divisione Nazionale, ma non dobbiamo nasconderci che il Padova aveva di fronte uno dei colossi, dal quale dovranno guardarsi anche quelle squadre che guidano il plotone di testa. Tale insuccesso non deve scoraggiare, si deve anzi trarre sprone e incitamento per migliorare, per scuotere la guigne, per giungere a quelle vittorie cui guardano con ansiosa speranza tutti i nostri sportivi. L’arbitro Garbieri della Spes se l’è sbrigata bene, ma qualche sua decisione ha peccato di tempestività. Alle 15 precise, accolte dai prolungati applausi della immensa folla, entrano in campo le squadre che, agli ordini del sig. Garbieri della Spes di Genova, si allineano in questa formazione […]. Il Padova perde il campo e gioca contro sole. Zanninovich passa a Bergamini che lancia la veloce ala Prendato; questi però va in out. Subito dopo, in seguito ad una punizione contro il Padova per marcata irregolare di Scanferla, Ferrari allunga a Chierico che tira in out di fondo (1’). Per pochi istanti, Lauro è a terra colpito da un compagno di squadra. Al 3’ Latella deve intervenire per la prima volta su un tiro di Ferrari. Una discesa di Bergamini che crossa a Prendato naufraga per l’uscita di Balossino. Al 5’ Zanninovich crossa a Prendato, questi centra e il rimando di un terzino è raccolto da Zanninovich, che invia fuori con una rovesciata. Punizione contro i grigi. Al 7’ Bedendo invia a lato una sua cannonata. Per pochi minuti, il gioco staziona a metà campo finché Lamon, avuta la palla, centra: il rimando è di nuovo calciato a lato da Zanninovich. I grigi vanno sempre più imponendosi con chiare e precise discese. Così, al 10’, su una discesa alessandrina, mentre Danieli cade, Avalle centra a lato. Un altro tiro fuori di Cattaneo (11’), indi corner contro i biancoscudati. Al 13’ una fuga di Lamon termina in out e dopo pochi minuti un forte tiro di Lamon da venti metri è parato da Balossino. Due punizioni contro Padova. Al 17’ in seguito ad una punizione tirata da Bertolini, Cattaneo raccoglie la palla che, passata ad Avalle, viene calciata in rete da pochi metri. Palla al centro, brevi schermaglie, quindi la palla, passata da Chierico a Ferrari, viene a battere il palo sinistro, inviata di testa da Cattaneo; al rimbalzo è raccolta da Ferrari, che fulmina in rete (19’). Sbalordimento del pubblico, sbandamento tra i biancoscudati. Ne approfittano gli ospiti per imporre ancor più il loro gioco chiaro e calmo. Al 22’ Scanferla è costretto a salvare in corner che, tirato da Chierico, è respinto di pugno da Latella. Prendato, al 25’ su una fuga, riesce a centrare: Balossino, pronto, para di pugno e Zanninovich invia fuori. Palo di Lamon al 26’ e un altro tiro di questi un minuto dopo. Al 29’, altro goal dei grigi: Ferrari allunga ad Avalle, questi scavalca la palla e Cattaneo invia in rete. I biancoscudati sono ora in balia degli ospiti: registriamo un bel tiro di Avalle al 33’ che colpisce il palo e uno di Cattaneo a lato. Subito dopo, però, i padovani riescono a sorpassare la linea di metà campo e Zanninovich, da pochi metri, tira alto, mentre Balossino non è piazzato. Al 36’ Latella deve uscire su una fuga di Avalle. Il pubblico incita i beniamini e fischia sonoramente l’arbitro, che aveva fischiato due insussistenti offsides di Lamon. Al 41’ Perazzolo non raccoglie un bel passaggio di Prendato; lo fa invece Bergamini che, con un traversone, invia fuori. Corner contro l’Alessandria. Al 42’, il goal padovano: Monti crossa a Lamon che, con un fortissimo tiro in angolo, segna senza che Balossino abbozzi nemmeno la parata. Giubilo in campo padovano e si grida al pareggio. I biancoscudati invadono più volte l’area avversaria, senza saper realizzare alcune belle discese. Avvengono fra i giocatori padovani alcuni spostamenti: Monti passa al posto di Piasentini, questi a quello di Lamon che passa mezz’ala e Bergamini sostegno. Ora la squadra sembra vada meglio. Discese più organiche che mettono più volte in pericolo la rete grigia; per breve tempo, però, ché Garbieri fischia la fine del primo tempo. La ripresa s’inizia con una punizione contro i grigi. Al 1’ Piasentin salva in corner e subito dopo, su fallo di Danieli, Marchina ha modo di centrare: Latella, però, para. Al 2’ un tiro alto di Marchina e uno di Prendato che viene parato da Balossino. Seguono due punizioni contro i grigi, una contro i padovani. S’inizia una buona superiorità dei padovani che pongono un vero assedio alla casa di Balossino. Registriamo quindi un tiro altissimo di Scanferla su cross di Prendato e una fuga dello stesso Prendato subito dopo, fermata però dalla vigile difesa avversaria. Al 10’, in seguito ad una punizione contro i grigi, Prendato ha modo di fuggire, passa al centro, ma Zanninovich non è pronto a raccogliere. Un minuto dopo, Zanninovich invia fuori un bel cross di Perazzolo. La superiorità padovana aumenta sempre più e il pubblico è largo di incitamenti ed applausi. Il gioco diviene velocissimo; al 13’ Perazzolo, spostato ad ala, crossa a Prendato, che invia verso la rete. Balossino para. Zanninovich, subito dopo, fugge tutto solo, sforza nel dribbling, ma perde la palla due volte: è a terra quando sopravviene Prendato, ma anche lui è fermato dai terzini grigi. Al 14’ e al 18’, due corners contro l’Alessandria, rimandati ambedue di pugno dal portiere. Al 19, una cannonata di Bergamini a lato e, subito dopo, Balossino deve parare un bel tiro di Zanninovich. Dopo due minuti, su tiro di Prendato, Balossino riesce a parare con una sola mano, mentre è tutto spostato nell’angolo sinistro. Altri due tiri di Prendato e uno di Lamon sono parati brillantemente. Al 23’, l’assedio è rotto da una bella discesa di Chierico. Due punizioni contro i grigi al 24’ e al 25’. In seguito ad un’altra punizione, al 27’, Prendato invia verso la rete, Gallino rimanda ma Prendato centra di nuovo; interviene Balossino con una bella parata. I grigi ora giocano tenendosi in difesa: così al 30’ Prendato, fuggito, si trova davanti una barriera di uomini. Al 31’, punizione contro l’Alessandria e subito dopo l’arbitro non fischia una carica irregolare a Prendato che sta per centrare su cross di Lamon. Al 35’, punizione contro Padova, forse ingiusta. Il pubblico urla. Dopo due minuti, Balossino si fa applaudire per una bella parata e, al 39’, Lamon effettua un bel tiro a fil di palo. Zanninovich, in una discesa individuale, è atterrato da Costa (41’) e un minuto dopo Perazzolo invia alto, mentre Balossino non è piazzato. Con due discese alessandrine e con un corner a favore del Padova, ha termine il combattuto incontro. (Giuseppe Guarini, «Fonosport-Le Venezie sportive», 28 ottobre 1929)