Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1929/1930
Serie A
08-12-1929 - Giornata: 9 - Vercelli - Foro Boario


Pro Vercelli US - Alessandria US 2 - 2 (1 - 2)
RETI: 23. Gatti A. [Pr] , 67. Casalino L. [Pr] 17. Ferrari G.[A], 26. Chierico C.[A]

Alessandria US Balossino Natale, Costa Felice, Gallino Luigi, Avalle Edoardo, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Chierico Carlo Angelo, Marchina Libero, Cattaneo Renato, Ferrari Giovanni, Autelli Mario All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
PRO VERCELLI US: Scansetti; Zanello, Dellarole (I) Achille; Pensotti, Ardissone, Ferraris (I) Mario; Santagostino, Gatti, Bajardi (I) Luigi, Seccatore, Casalino. All.: Nagy József

Arbitro: Rovida Felice (Milano)
Note
Angoli: 9-3. Nebbia nella ripresa, terreno sdrucciolevole. Secondo il Corriere della Sera i due gol alessandrini sono opera di Ferrari mentre il secondo della Pro sarebbe di Santagostino

Commento
Le due irreducibili rivali piemontesi hanno chiuso alla pari l’ardente contesa. Avrebbe potuto vincere l’Alessandria in virtù delle azioni portate a fondo dal suo magnifico attacco nei due tempi, avrebbe potuto anche trionfare la «Pro» grazie all’ardimento dei suoi uomini ed alla rabbiosa offensiva scatenata nella ripresa. Occasioni d’oro sfuggirono ai due teams di aggiudicarsi il successo, ma a chi ha guardato l’incontro con occhio neutrale la salomonica spartizione dei punti è parsa la più giusta conclusione della partita. È stato, quello fra la Pro Vercelli e l’Alessandria, un gran bel match, avvincente, serrato, combattuto. Un match degno della tradizione che vuole il classico urto fra bianchi e grigi ricco di gioco e di gagliardo accanimento. Abbiamo rivisto nell’Alessandria lo squadrone tecnico, bello, pugnace; nella Pro Vercelli la squadra che non si arrende mai, che reagisce alla cattiva sorte, che non teme l’handicap, che sa, nei momenti di vena, tutto osare e tutto travolgere con quel suo slancio, frutto di sana passione, che è ancora quello superbo di un tempo. Ieri, la Pro Vercelli rientrò negli spogliatoi al termine del primo tempo in svantaggio, ma nessuno dei presenti pensò che la squadra fosse rassegnata ormai alla sconfitta. La folla sapeva che i suoi bianchi avrebbero reagito, prevedeva che avrebbero annullato lo svantaggio, sperava infine che la riscossa li avesse a portare sino al successo. Bella partita e magnifici combattenti. Accomuniamo pure nell’elogio sincero i ventidue uomini. Tutti si prodigarono, così da giungere al termine fiaccati dallo sforzo immane e pure ancora con velleità combattive. Fu una partita condotta con ritmo velocissimo e che non apparve mai decisa in favore di una delle due squadre. Partita che ebbe nei due tempi svolgimento completamente diverso. Al primo, condotto in prevalenza dai grigi, seguì infatti una ripresa di marca vercellese. Il pubblico fu tutto preso dal gioco sin dalle prime battute, quando grigi e bianchi, buttandosi nella battaglia a denti serrati, tentarono subito di portarsi reciprocamente in vantaggio. Si iniziò con azioni serrate, travolgenti, dei due trii di attacco: Gatti, Bajardi, Seccatore per i vercellesi; Marchina, Cattaneo, Ferrari per gli alessandrini. Impostata la partita sulle azioni dei due attacchi, i grigi ebbero ben presto la meglio. Per tutto il primo tempo, la linea dei forwards grigi ha dato spettacolo al pubblico vercellese. L’intero quintetto ha giocato nei primi quarantacinque minuti con lo stile, con l’efficienza, con la bellezza di azione del quintetto del Torino dei giorni migliori. Solo al centro si ebbero, di tanto in tanto, delle incertezze di Cattaneo, nuovo ed inesperto nel ruolo di condottiero, ma nel complesso bisogna dire che la linea alessandrina seppe svolgere azioni di rara bellezza, con ricchezza di motivi di gioco, di finte, di puntate improvvise, di tiri fortissimi e ben diretti. Un primo tempo da grande attacco e da grande squadra, insomma. Logicamente, la Pro Vercelli si trovò in imbarazzo di fronte ad avversari che dimostravano di avere una padronanza assoluta sulla palla e che viaggiavano d’intesa scartando gli uomini in velocità e superando le linee di slancio. La Pro Vercelli non ebbe all’inizio il tempo di organizzare l’offensiva e fu costretta ad occuparsi prevalentemente della difesa. Con le mezze ali arretrate a rinforzo della mediana, i vercellesi, in maglia granata per l’occasione, affidarono il compito dell’attacco alle due estreme: Casalino e Santagostino. A questi attaccanti di punta capitò, di tanto in tanto, di rovesciare la situazione nell’area grigia e Casalino riuscì infatti, al terzo minuto, a portarsi velocissimo verso Balossino ed Avalle, impossibilitato a fare di meglio, mise in corner. Su calcio d’angolo, la Pro Vercelli mancò di poco il bersaglio con Bajardi, che si vide respinto fortunosamente dal portiere un suo tiro ben indirizzato. La mischia che seguì fu risolta da Costa con un rimando oltre metà campo. Questo attacco vercellese fece aumentare il tono del combattimento e rese più guardinghi i difensori grigi, che riuscirono in seguito a tenere sotto il più stretto controllo i forwards avversari. Del resto, la folata vercellese si esaurì presto e fu ancora l’Alessandria ad avere il sopravvento. Cominciò allora, per Scansetti, Zanello, Dellarole ed Ardizzone, il più difficile dei compiti. Al 9’, ecco che Vercelli incassa il primo corner. Groviglio di uomini avanti al goal: la palla spiove diritta sulla porta; Ferrari la stoppa e sta per calciare. È a pochi metri dalla rete ed il punto sembra inevitabile, ma ecco che Scansetti, con scatto felino, gli si butta fra i piedi, gli impedisce la cannonata, non solo, ma gli ruba la palla. Botta e risposta. Su rimando del portiere, Santagostino e Gatti imbastiscono una azione che provoca un calcio d’angolo contro l’Alessandria. La palla, intercettata di testa da Seccatore ed indirizzata in porta, è parata a mani aperte da Balossino. I primi a giungere al successo sono i grigi. Al 14’, un goal di Marchina annullato per fuori gioco, ma l’Alessandria insiste. Quattro minuti dopo, Ferrari, avuta la palla dalla mediana, si trova presso l’area di rigore completamente smarcato; ha tutto il tempo per piazzare un tiro con effetto, ed il goal è ottenuto con una cannonata che fila in rete sulla sinistra di Scansetti. Tiro superbo e goal da mandare in visibilio. I giocatori bianchi reagiscono come se fossero stati frustati a sangue. La distanza che li separa dall’area grigia è bruciata di slancio da Bajardi, e Seccatore, che conclude l’azione, si vede deviare in corner il tiro saettato da pochi passi. L’Alessandria si dibatte per qualche minuto in difesa, mentre i granata, incitati dalla folla, giocano con raddoppiato vigore. Giunge il pareggio precisamente cinque minuti dopo il goal dei grigi. È un rimando a «campanile» di Costa che crea una mischia. Dieci uomini sono a contatto di gomiti nello spazio di pochi metri; la palla ricade nel gruppo degli attaccanti vercellesi e dei difensori grigi ma questi ultimi non riescono a liberare. Vediamo Balossino respingere a mani aperte un tiro a fil di palo che Gatti riprende di testa e mette in rete. Il goal è salutato da un boato della folla. Ma ecco che la situazione si rovescia ancora. Come paga del successo ottenuto, la Pro Vercelli ripiega in difesa mentre l’Alessandria riprende a giocare con la forza del primo quarto d’ora. Come prima erano i granata a minacciare, ora lo sono i grigi. Per tenere a freno il duo Autelli-Ferrari, Ferraris non esita a commettere falli su falli. L’Alessandria ne batte due quasi consecutivamente e sul secondo, al 26’, il «ball» perviene a Chierico che, serratosi verso il centro, evita con uno stretto dribbling e con una finta Dellarole e segna con un tiro fortissimo a mezz’altezza il secondo punto. La partita si fa sempre più avvincente. Il gioco si sposta da una parte all’altra del campo con velocità straordinaria. Fuga di Santagostino, cross, entrata di Casalino: goal! Rovida annulla per fuori gioco. I due attacchi lavorano a tutto spiano; tutto di forza, con passaggi volanti, cross improvvisi, girate al volo, tiri da tutte le posizioni quello della Pro Vercelli; con tecnica, eleganza, precisione, velocità, quello alessandrino. Il forward grigio che più si distingue è Ferrari, in gran giornata ed indubbiamente il più pericoloso ed il più insidioso. Degna di essere segnalata è anche l’attività dello scapigliato Marchina. I due portieri sono rispettivamente impegnati da difficili tiri e Balossino deve tuffarsi sui piedi di Seccatore per carpirgli il pallone. La parata è superba ed il difensore grigio, contuso nell’urto, resta a terra dolorante. Il gioco è sospeso per poco e poi, quando si riprende, si batte un calcio d’angolo contro l’Alessandria. Si chiude il tempo senza che il risultato muti. Si riprende ad andatura infernale e la partita si fa burrascosa. Sul campo è scesa una fitta nebbia che rende pressoché impossibile distinguere nettamente i giocatori e le azioni. Siamo al secondo minuto e Bajardi, dalla destra, centra: irrompe sulla palla Casalino, che segna. L’esultanza dei vercellesi non è che di pochi secondi, poiché Rovida annulla il punto che a tutti è parso validissimo. Sugli spalti si scatena la tempesta e l’arbitro sembra come disorientato di fronte alle invettive degli spettatori ed all’urlare assordante dei più scalmanati supporters. Si teme che il match abbia a degenerare, ma fortunatamente i giocatori non perdono la calma e, pur impegnandosi con rabbiosa energia, non trascendono a scorrettezze. La folla è «imbestialita». La Pro Vercelli serra le file ed insiste all’attacco; l’Alessandria non si smarrisce e risponde con le sue ben ordite trame di gioco. L’attacco vercellese è bloccato dalla difesa grigia, che ha in Costa il suo uomo migliore. Il gioco non ha più la bellezza del primo tempo, ma tuttavia è più avvincente e più serrato, come solo si può vedere nei grandi incontri fra squadre di provincia divise da lunga rivalità. La battaglia soppianta la tecnica. Si lavora di forza, di slancio, di volontà. I giocatori fanno miracoli, ma per procedere isolatamente vanno a cozzare inesorabilmente contro le due difese. Al quarto d’ora l’Alessandria incassa un corner, ma al 20’, su cross di Autelli, Cattaneo riprende la palla al volo e da pochi passi tira fortissimo. Tiro da goal, mazzata improvvisa che avrebbe forse battuto qualunque portiere. Scansetti invece ha un guizzo e devia in corner il bolide. Pro Vercelli risponde con il goal del pareggio. Sul contrattacco dei granata vediamo infatti, attraverso al nebbione che ci fa velo agli occhi, Balossino parare un tiro di Bajardi ma lasciarsi sfuggire la palla di fra le mani; scorgiamo Casalino scattare e mettere in goal. Due a due. Non siamo che al 23’ e le squadre non rallentano il ritmo del gioco. Su tiro di Ferrari, Scansetti si produce in una parata a valanga. Quindi, corner contro l’Alessandria e parata, ancora in corner, di Balossino su tiro di Bajardi. Prima del termine, le due squadre mancano ancora un’occasione d’oro per parte. Al 33’ è Scansetti che, proiettato in tuffo, mette miracolosamente oltre la linea di fondo un tiro di Cattaneo ed un minuto dopo è Gallino che di testa, quando già il portiere poteva considerarsi nettamente battuto, devia un tiro di Santagostino. L’ultimo calcio d’angolo è battuto al 39’ contro l’Alessandria, ma i grigi finiscono il match all’attacco. Riepiloghiamo: la bellissima partita ha avuto attori superbi. Le due squadre hanno messo in vetrina, nei due tempi, degli uomini in splendenti condizioni di forma ed in grande giornata. L’Alessandria ha avuto in Balossino un portiere attentissimo e sicuro in ogni intervento, in Costa il miglior uomo della difesa, in Avalle l’half più continuo e efficace. Ma, come abbiamo detto, fu soprattutto l’attacco ad impressionare. Citiamo, per ordine di merito, Ferrari, che nel primo tempo ha saputo essere un dominatore, Marchina, Chierico. Della Pro Vercelli vanno posti all’ordine del giorno il portiere Scansetti, Zanello, che però fu discontinuo, Ardizzone, il miglior uomo della squadra e Bajardi, l’attaccante più completo se pure troppo individuale. Dopo il match, la Pro Vercelli ha sporto reclamo per il goal annullato al 2’ della ripresa. (L.O., «La Stampa», 9 dicembre 1929) La Pro Vercelli si è lasciata sfuggire l’occasione di una magnifica vittoria. Forse questa vittoria fu l’arbitro stesso a negargliela, ché un punto venne ai vercellesi annullato con decisione tutt’altro che chiara: se mai, anzi, chiara proprio… in senso opposto al deliberato arbitrale. Ma la partita fu una battaglia così avvincente, fu condotta con così magnifico ardore che il risultato sembra giusto. Perché quando due squadre lottano con tanto animo e tanta cavalleria come ieri fecero la Pro Vercelli e l’Alessandria, quasi spiace che dal campo della contesa debbano uscire un vinto ed un vincitore. Ieri, a Vercelli, si è sfatata, speriamo definitivamente, la leggenda che le squadre di provincia siano squadre «scarpone». Pure sul campo vercellese c’erano tutti i «motivi» per giustificare l’attesa di una gara severa e tirata senza tanti riguardi: rivalità tradizionale, valore della posta, stile di gioco e quella imponente cornice di zelatori… incendiari, che par pronta a dar fuoco alle polveri. Ma la miccia non venne accesa. Le due fazioni sostennero con un coro imponente i loro giocatori, li incitarono senza posa alla lotta, ma la passione, che pur era grande e tormentata dalle incerte vicende della gara, non li fece trascendere mai. La folla di Vercelli, di Vercelli e Alessandria anzi, ché numerosa era la carovana che aveva accompagnato i grigi, fu ieri spettatrice magnifica e giudice serena, irritata per qualche decisione arbitrale ritenuta errata ed ingiusta, la accolse con salve di fischio e con qualche motteggio – innocuo sfogo di un malcontento giustificato, poco sportivo ma profondamente umano – ma non ne trasse lo spunto per inveire contro l’arbitro o per turbare con incitamenti squilibrati lo svolgimento della gara. Sfrondata così da ogni nervosismo, la partita divenne battaglia magnifica. Qualche volta l’Alessandria cercava di volgerla all’accademia, ma tosto la Pro Vercelli le imponeva il ritmo impetuoso delle fanterie che vanno all’assalto. Si delineavano nell’urto fra i due partiti le opposte tendenze; l’Alessandria in vena, diciamo così, di… classicismo, la Pro Vercelli in cerca invece del combattimento. L’Alessandria piaceva per la nitidezza, per la genialità delle sue azioni; la Pro Vercelli per la decisione e l’ardore con cui conduceva le proprie. Nella partita affiorava dapprima, poi prendeva consistenza, il contrasto fra lo stile e la foga. L’uno piaceva, l’altro esultava. Costretta a subire la preponderanza avversaria sul terreno dello stile, la Pro Vercelli rompeva bruscamente l’incanto di un’azione talvolta perfetta con un gioco meno vario ma pur efficace, ed era Ardissone che ne dava quasi sempre lo spunto. Il generoso giocatore dettava la frase ed i compagni la svolgevano, magari imperfettamente ma sempre con foga. Questa foga, che traeva anche alimento da un gioco talvolta fiacco e malsicuro della difesa alessandrina, portava ripetutamente la Pro Vercelli sulla soglia della vittoria, ma qui l’ardire si spegneva e si voltava in titubanza ed in disordine, come sei i giovani attaccanti si pentissero di aver troppo osato. Le azioni alessandrine si facevano invece più nutrite man mano che si avvicinavano alla meta. Erano più rare, forse, ma delineavano sempre il pericolo. Nel contrasto con quelle vercellesi parevano mancare di slancio, ma avevano il dono della genialità e della precisione; soprattutto l’impronta dello stile. La squadra lavorava in blocco; e talvolta aveva battute piene di genialità. Manovrava in profondità, ma difettava di brio, quasi avesse paura di scomporsi, di guastare la linea del suo gioco. Mancava ad essa l’impulso del centromediano, costretto ad un lavoro massacrante per tenere a bada (ma non sempre ci riusciva…) l’irrequieto Ardissone che accentrava su di sé tutto il lavoro, ma tuttavia filava veloce e soprattutto giocava sempre, senza un attimo di soste, e non si perdeva di coraggio quando la malsicura azione dei terzini le creava alle spalle situazioni pericolose. Alessandria e Pro Vercelli si batterono magnificamente all’attacco pur seguendo due sistemi diversi, ma rivelarono punti deboli nella difesa. Si può dire che i quattro goals della partita furono tutti provocati da errori dei difensori. Zanello e Costa, gli alfieri delle opposte linee arretrate, non ebbero felici e tempestivi gli interventi. Riuscirono, specialmente il vercellese, in qualche «volata» (gioia degli occhi ed innocua cannonata a salve…) ma non seppero sempre impedire e rompere i grovigli dei giocatori che si formavano nelle proprie aree, a pochi passi dalla rete, rendendo così più difficile il compito dei portieri. Tuttavia, non sembra ancora quella di ieri la formazione migliore della prima linea vercellese. Non basta una giornata d’estro, sgorgata dal puntiglio e dalla volontà, a dare il battesimo della classe ad un attacco. In fondo, l’attacco vercellese ha un solo nome: Bajardi. Togliete questo «peso piuma» e l’attacco non funzionerà più. Gli uomini che sono ai fianchi del piccolo condottiero sono di classe assai più modesta. Nella partita contro la Roma si era rivelato un giovane, Ferraris II, ma ieri questo giocatore dell’ultimo bando venne lasciato a riposo. Seccatore ha un tiro potente, ma senza direzione, e la sua intelligenza nel gioco è certo più tarda di quella di Bajardi. La Pro Vercelli, incerta ancora nel suo assetto definitivo, ha provato ieri un altro giovane, Gatti, e gli ha affidato il ruolo di mezzo destro. Il ragazzo è piaciuto. Si è battuto con coraggio, ha intuito lo svolgimento del gioco ed ha sfoggiato una buona sicurezza sulla folla. Quando Vercelli sembra dibattersi nelle difficoltà per riordinare i quadri, ecco uscire da quella sua meravigliosa fucina di giovani, allevati all’esempio e cresciuti in una atmosfera piena di ricordi, il ragazzo che assurge quasi d’improvviso agli onori della prima squadra. Senza spavalderia, ma con simpatica disinvoltura il ragazzo sostiene il ruolo che gli assegnano, ed emula gli anziani. Talvolta anche li supera. E la Pro Vercelli lentamente si rinnova, anche se i ricordi dei vecchi campioni, dei suoi «primi» campioni, fanno sorgere ancora, nel raffronto, molti rimpianti… La vivace combattività della gara non ha mai portato gli uomini a trascendere. Si è giocato deciso ma senza durezze. Anche quando la partita si è fatta battaglia, anche quando l’arbitro parve incerto e non fu un direttore ideale dello scontro, la baldanza dei giocatori fu sempre cortese, tanto che pochissimi furono i falli che l’arbitro dovette punire. Me ne dispiace per gli amanti delle contese drammatiche, ma ieri, sul campo di Vercelli, teatro di una contea accanita, non è stata versata nemmeno una goccia di sangue… La partita fu impostata dalla Pro Vercelli su di un ritmo impetuoso: dopo due minuti dall’inizio la squadra di Ardissone era già sotto la porta alessandrina. Essa toglieva così l’iniziativa all’avversaria e la costringeva ad accettare la battaglia su di un terreno che le era sfavorevole. Questo impetuoso inizio coglieva incerta la difesa alessandrina, tanto che dopo cinque minuti c’era già nell’aria brivido di goal. Era Ardissone ad accendere la mischia, che terminava soltanto per l’intervento di Balossino. L’Alessandria entrava in azione. Più ordinata, più classica, più collegata con i mediani, la prima linea dei grigi lavorava con precisione e creava difficoltà per la difesa vercellese. Il goal era ripetutamente tentato: invano. Si ritornava ancora nell’altro campo e la partita assumeva, con il rapido passaggio degli attacchi ai contrattacchi la fisionomia che doveva poi conservare per tutta la gara. Così ad un calcio d’angolo pericoloso per Vercelli ne eseguiva, un minuto dopo, un altro non meno insidioso per l’Alessandria, che Balossino parava. Il primo punto lo segnarono gli alessandrini. Venne al 18’. I grigi appoggiarono la loro discesa sulla sinistra. Ferrari e Ardissone si trovarono di fronte nella fase conclusiva. L’alessandrino batteva d’astuzia l’avversario; fingeva il passaggio ed invece scartava, giocando Ardissone sul tempo e sulla finta. Era l’ultimo ostacolo, ché i terzini erano spiazzati: Ferrari tirava alto, nell’angolo, e segnava. Risposta vercellese, sulla sinistra. La occasione sembrava buona: ma Casalino, titubante, passava a Seccatore il quale indugiava (forse attendeva che Balossino se ne andasse dalla porta…). Quando il vercellese si decideva finalmente al tiro, il portiere alessandrino si era già messo sull’avviso e poteva deviare il pallone, provocando un calcio d’angolo. Ma il pareggio non tardava. Veniva al 23’. Lo facilitava l’incertezza della difesa alessandrina. L’azione nasceva da Santagostino, ma poi si sviluppava su tutto il fronte. Mischia. Balossino usciva di porta fuori tempo, vi ritornava ancora per fermare un tiro vercellese, ma troppo debolmente: il pallone era ripreso da Gatti che lo rilanciava in rete. La partita si era fatta velocissima. L’Alessandria imponeva a tratti la sua classe superiore. Bertolini, soprattutto, emergeva per il modo intelligente e preciso con cui «serviva» i suoi attaccanti. I quali impegnavano la linea mediana vercellese ma non riuscivano a soffocare il gioco rabbioso di Ardissone, pieno di reazioni e di ritorni tenaci. Tuttavia, al 26’, un calcio di punizione tirato contro Vercelli quasi da metà campo permetteva lo svilupparsi di una azione alessandrina che si accentrava poi su Chierico, il quale, favorito dal cattivo piazzamento dei terzini avversari, segnava il secondo punto. Nuova reazione vercellese, con goal di Casalino annullato per «fuori gioco». Audace intervento di Balossino che troncava un pericoloso tentativo di Bajardi. Riposo. Poi ritorno in campo e immediata ripresa dell’offensiva vercellese: dopo un solo minuto si raggiungeva, o almeno pareva raggiunto, il pareggio. Azione regolare, con un centro di Gatti quasi sulla linea di fondo e tiro di Casalino che batteva il portiere dell’Alessandria. Ma l’arbitro sentenziava e… annullava. C’era stata una irregolarità che aveva visto lui soltanto. Fischi del pubblico orbo: forse per punire la propria ignoranza… L’iniziativa restava ancora ai vercellesi. Ma l’Alessandria si batteva con autorità e decisione e la supremazia avversaria era rotta da un calcio d’angolo che impegnava Scansetti. Al 22’, pareggio vercellese; questa volta anche l’arbitro era d’accordo con i giocatori. Il tiro di Casalino, che aveva ricevuto un lungo passaggio di Gatti, batteva nettamente il difensore della rete alessandrina. La gara, faticosa per il terreno sdrucciolevole, per il suo ritmo veloce, provava duramente gli uomini, ma nessuno cedeva. Anzi, le squadre si gettavano con rinnovato ardore nella lotta. Ne dava l’esempio l’Alessandria, che impegnava a fondo il portiere vercellese. Poi era Bajardi che minacciava da vicino la rete avversaria. Poi era ancora l’Alessandria che attaccava a fondo; l’occasione era buona, ma la titubanza di Marchina e di Cattaneo la faceva sprecare. Un altro tiro di Bajardi era parato a stento da Balossino; ultimi rabbiosi tentativi, insomma, per strappare una vittoria che Vercelli ha rasentato assai più dell’avversaria, che l’Alessandria avrebbe potuto raggiungere in virtù del suo miglior stile. (N.S., «Gazzetta del Popolo», 9 dicembre 1929) Le due squadre hanno disputato l'incontro con un ammirevole spirito di combattività, che ha lasciato incerto l'esito fino all'ultimo minuto. Gli alessandrini hanno iniziato con tono vivace, che i vercellesi hanno assecondato arginando le prime pericolose battute avversarie. Al 15° minuto gli ospiti hanno ottenuto un punto annullato dall'arbitro, ma cinque minuti dopo è venuto un goal valido di Ferrari. La immediata riscossa vercellese ha dato il pareggio, per merito di Gatti. Ma al 27° minuto, ancora Ferrari, da tre metri, raccogliendo un fiacco rimando, ha marcato per l'Alessandria. L'inizio della ripresa ha visto un fulmineo punto vercellese, non convalidato. Le azioni si sono alternate velocissime sui due campi costringendo i portieri a intervenire spesso. Al 22° Santagostino, a conclusione di una nuova azione dell'attacco vercellese, ha ottenuto il pareggio. I vercellesi hanno poi moltiplicato i loro assalti, dando l'impressione di poter raggiungere la vittoria. Gli ospiti, pure tentando qualche attacco, si sono irrigiditi nella difesa e la fine ha trovato le squadre a punti pari. Otto corners per i vercellesi e due per gli alessandrini. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio) Partita elettrizzante, tirata ad andatura vertiginosa ancora verso la fine, quando cioè la pesantezza del terreno e la velocità stessa del gioco avrebbero dovuto fare sentire il loro peso. Il risultato pari deve ritenersi giusto perché la miglior tecnica dimostrata dai grigi è stata validamente rintuzzata dalla garibaldina aggressività dei bianchi. Nove calci d’angolo, contro tre dei grigi, dicono abbastanza chiaramente in quali critiche situazioni siano venuti a trovarsi i difensori alessandrini ad opera degli attaccanti bianchi, che con un più felice arbitraggio avrebbero forse potuto acciuffare la vittoria. Perché, indubbiamente oggi, l’ingegner Rovida non era nella migliore delle sue giornate. Il fuori gioco è diventato una vera fissazione; inoltre ha annullato ben tre punti. È doveroso accomunare in un unico elogio i ventidue atleti, che hanno saputo fornire ai loro sostenitori una così emozionante disputa, giocata alla robusta maniera piemontese, ma con perfetta lealtà. Come abbiamo detto, l’undici grigio è apparso più tecnico. Degli «undici» che sono sfilati sul terreno di Vercelli in questo inizio di campionato, indubbiamente è quello che più è piaciuto. Negli atleti alessandrini, l’arresto della palla è perfetto ed il passaggio a volo, che ha sostituito completamente il palleggio, viene effettuato in modo mirabile. Il gioco acquista quindi in velocità e diventa estremamente pericoloso per le reti avversarie. In complesso, un undici abbastanza buono nel terzetto difensivo, ma veramente eccellente nell’attacco e nella linea mediana. Avalle, ad esempio, che pure conosciamo ottimo attaccante, nel ruolo di mediano laterale non è stato inferiore a Bertolini ed ha intessuto, in collaborazione con Chierico e Marchina, delle discese di pregevole fattura. L’undici bianco ha giocato la sua migliore partita. Solida come sempre la difesa, con un Dellarole oggi in giornata eccezionale. La mediana ha avuto in Ardissone l’infaticabile trascinatore che tutti conoscono, ma ha contato altresì su di un migliorato rendimento dei due laterali. L’attacco, per l’esuberanza stessa del gioco di Bajardi, oggi apparso quello delle stagioni passate, stilisticamente non ho potuto piacere come quello dei grigi, ma ha saputo rendersi estremamente pericoloso. Al fischio dell’arbitro, le due squadre hanno preso il seguente schieramento […]. L’inizio è favorevole ai grigi. Al 5’ l’assedio è rotto da Casalino, che costringe in corner i grigi. Subito dopo, Ardissone dà lo spunto ad un’altra pericolosa incursione vercellese. La partita prende l’andatura convulsa che non concederà, sino alla fine, alcun attimo di tregua pei due difensori. Al 14’ Marchina segna per i grigi un punto che l’arbitro annulla per fuori gioco. Solo tre minuti dopo, però, Ferrari, avuta la palla da Cattaneo, scarta un paio di difensori bianchi e poi spara da una ventina di metri una cannonata tale da sorprendere il pur attento Scansetti. Immediata reazione vercellese. Su calcio di punizione, sotto la rete grigia si crea una mischia furiosa; la palla calciata da Casalino viene respinta prima ed inviata poi decisamente in porta da Gatti. Ma l’Alessandria al 25’ è ancora in vantaggio. Scansetti para una prima volta, ma il corto rimando raccolto da Chierico è collocato in rete. L’arbitro annulla per la seconda volta per fuori gioco. Vercelli insiste. Dal 35’ al 38’, belle discese di Casalino e tiri saettanti di Seccatore; poi, i grigi segnano sino alla fine del primo tempo un leggero predominio, rintuzzato dai tempestivi interventi di Dellarole e Zanello. Alle prime battute della ripresa, Santagostino, in una felice discesa, si porta sino quasi sul limite della linea di fondo e centra; il pallone, raccolto da Casalino, viene inviato in porta. È il terzo della giornata. Una salva di fischi saluta la decisione arbitrale. La partita potrebbe degenerare, ma il buon senso e la lealtà del gioco dei ventidue atleti servono a mantenerla in una atmosfera appassionante, ma regolare. Al 21’ la rete vercellese corre un serio pericolo: un pallone inviato da Autelli trova pronto Cattaneo, che scaraventa al volo in porta da pochi metri. Scansetti ha appena il tempo, con una mano, di inviare in corner. Su questo, però, Vercelli parte decisa e, su allungo di Bajardi, Casalino segna nuovamente il pareggio. Le sorti della partita sono però sempre in mano al destino, perché il ritmo infernale non accenna a rallentare ed i due portieri sono sempre sotto l’assillo delle incursioni degli attaccanti. Al 30’ assistiamo ad una difficoltosa parata in corner di Balossino, su tiro di Bajardi. Poi, al 34’, una indecisione di Cattaneo e Ferrari, dà modo a Scansetti di gettarsi in tuffo e salvare un pallone che pareva ormai destinato in fondo alla rete. Poi, ancora un tiro di Gatti in pieno sul portiere ed un altro a fil di palo di Bajardi. Il fischio di chiusura giunge poco dopo una vana rovesciata di Cattaneo in un ultimo tentativo di volgere in favore dei propri colori la fiera contesa. («La Gazzetta dello Sport», 9 dicembre 1929) La battaglia fra i due colossi provinciali del calcio italiano è rimasta insoluta. Il risultato ha lasciato aperta la contesa per la supremazia di classe, e la lotta di campanile rimane ancora più accesa di prima. Alessandrini e vercellesi hanno domenica combattuto una grande battaglia e si sono divisi i punti. Risultato questo che, nella sua regolarità, torna a tutto onore dello squadrone grigio il quale, a differenza della Roma e dell’Ambrosiana, che a Vercelli avevano subito una grave sconfitta, è riuscito a strappare un prezioso punto agli effetti della classifica come solo il Genova aveva saputo fare. Tale risultato avrà un grande peso sulla bilancia della classifica, perché la squadra piegata al match pari dai grigi è oggi fra le migliori squadre d’Italia. Poche saranno le grandi squadre che da Vercelli ritorneranno imbattute. I bianchi vercellesi hanno dimostrato domenica di poter combattere e vincere i più grandi squadroni. Se non hanno battuto l’Alessandria, questo lo si deve solo al grande valore dei grigi che, opponendo il loro classico giuoco agli impetuosi assalti vercellesi, hanno saputo dapprima cogliere il frutto della loro netta superiorità di classe e poi contenere il tradizionale serrate finale dei bianchi durante il quale la loro rete era continuamente minacciata. Bella, superba partita ha saputo combattere lo squadrone grigio ed altrettanto superbo è stato il comportamento degli undici atleti che hanno profuso nella lotta tutto il loro bagaglio di energia e di volontà. Superba prova del quale tutta Alessandria sportiva ha gioito avendo constatato che la squadra, anche sui più difficili campi avversari, sa rendersi degna del suo nome glorioso e della sua fama che varca i confini d’Italia. L’infortunio di Genova (non si può chiamare altrimenti l’unica sconfitta dei grigi) aveva seminato dubbi sulla reale efficienza dei grigi. La squadra ha saputo riprendersi prontamente colla netta vittoria sul Brescia. Tale vittoria non aveva però convinto i supporters per lo strano andamento della partita. La partita di Vercelli ha squarciato il cielo grigio da tutte le nubi ed il sereno più bello è tornato a far luce sulla squadra grigia. A Vercelli la squadra grigia si è riconquistata, se non il titolo di squadra imbattuta, certo la fama da cui era circondata prima della partita di Genova. La classe riesce sempre ad imporsi e l’Alessandria, squadra di classe, si è ancora imposta all’ammirazione dell’Italia calcistica. La squadra ha marciato a grande andatura. La classica linea mediana ha fatto mirabilia, la difesa è stata, come al solito, ferrea, e l’attacco nella sua nuova formazione, forse la migliore che oggi Carcano possa mettere in campo, ha meravigliato per il perfetto giuoco d’intesa e per il deciso sfruttamento delle azioni. Particolare elogio va citato per Ferrari che ha giuocato una partita veramente brillante. La giornata di domenica non ha messo la rivoluzione nella classifica, ha anzi consolidate le posizioni delle squadre di testa, le quali, eccettuata I’Ambrosiana che si lasciava cogliere di sorpresa dall’aggressiva squadra triestina, hanno regolarmente vinto le loro partite. Il Genova rimane così a capeggiare il gruppo, seguito da un solo punto dalla Juventus. Il Genova, pur avendo sinora conseguito brillanti risultati, non sembra però squadra da poter a lungo mantenere il suo primato. Pur essendo una squadra temibile, è nostra convinzione che il Genova non potrà resistere a lungo ai colpi di piccone delle altre candidate al primato. La Juventus appare più seria candidata al titolo che non lo sia il Genova, se pure abbia, solo in qualche partita, dato la misura esatta del suo valore. L’Alessandria segue a due soli punti la Juventus. La squadra grigia ha già disputato in casa cinque partite delle quali tre difficilissime, ed ha conquistato fuori campo quattro preziosi punti. Essa occupa attualmente il terzo posto ed ha molte possibilità di migliorare ancora tale posizione. A ridosso dell’Alessandria stanno il Torino, il Bologna, l’Ambrosiana ed il Napoli e poi ancora la Roma e la Pro Vercelli: nove squadre, raggruppate nello spazio di cinque punti, che lottano disperatamente per il primato. A queste si può ancora aggiungere il vecchio Milan che, se pure arretrato, non ha perduto ancora nessuna delle «chances» che vantava all’inizio del campionato. È questa una lotta appassionante che conferisce all’attuale campionato un interesse senza precedenti. («Il Piccolo», 14 dicembre 1929) RISULTATI: Ambrosiana-Triestina 1-2 Brescia-Torino 0-2 Genova 1893-Padova 8-0 Juventus-Milan 3-1 Lazio-Roma 0-1 Livorno-Bologna 0-2 Modena-Pro Patria 2-1 Napoli-Cremonese 3-0 CLASSIFICA: Genova 1893 15; Juventus 14; Alessandria 12; Ambrosiana, Bologna, Napoli, Torino 11; Pro Vercelli, Roma 10; Milan, Modena, Triestina 9; Lazio 8; Pro Patria 6; Brescia 5; Cremonese, Livorno 4; Padova 3. MARCATORI: Il punto sul campionato La nona giornata del campionato offre un solo risultato veramente inatteso: quello che ha caratterizzato l'incontro combattuto a Milano fra le squadre dell'Ambrosiana e della Triestina. I,'Ambrosiana, in situazione non molto favorevole per le condizioni precarie di qualcuno fra i suoi migliori giocatori, sul campo dell Arena, ha perduto contro la Triestina con un « goal» di scarto. La bella squadra di Trieste comunque conferma con questa vittoria le buone impressioni suscitate con le altre sue ottime prove di quest'anno. Tutti gli altri incontri hanno avuto più o meno andamento regolare. A Roma la lotta fra le due squadre cittadine si è risolta con la vittoria del Roma che semibra in promettente ripresa. il Lazio pareva fino a pochissimo tempo fa superiore almeno nei risultati conseguiti. Oggi il confronto diretto concede una minima supremazia al Roma. Ma la contesa fra le due squadro è sempre apertissima e l'emulazione serve molto bene ad aumentare i valori. Il Milan ha perduto a Torino contro la Juventus, non senza una onorevole difesa. Il Napoli, continuando nella via dei successi, ha piegato con netto punteggio la Cremonese. Grave sembra la sconfitta del Padova a Genova. Ma la squadra ligure marcia quest'anno molto bene, mentre quella padovana è troppo discontinua nel rendimento. L'Alessandria è riuscita a passare imbattuta sul terreno vercellese, riconfermando, dopo una partita validamente combattuta dalle due compagini piemontesi, tutta la sua efficienza. Buona la partita della Pro Patria contro il Modena. Il Bologna, vincendo a Livorno in una gara un po' burrascosa, dimostra di essere realmente in ascesa. Su nove incontri, quattro hanno dato le vittorie delle squadre ospitate, e uno solamente si è chiuso alla pari. Nella classifica il Genova ha sempre un punto di più della Juventus. Terreno hanno perduto nelle prime posizioni l'Alessandria per l’incontro pari di Vercelli, e. l'Ambrosiana che in due domeniche poco propizie è discesa di quattro punti. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio)