Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1929/1930
Serie A
05-01-1930 - Giornata: 12 - Bologna - Littoriale


Bologna Sportiva - Alessandria US 1 - 2 (1 - 0)
RETI: 44. Maini B. [Bo] 54. Borelli M.[A], 77. Marchina L.[A]

Alessandria US Balossino Natale, Costa Felice, Gallino Luigi, Lauro Armando, Avalle Edoardo, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Borelli Michele, Ferrari Giovanni, Gastaldi Settimo All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
BOLOGNA SPORTIVA: Gianni; Monzeglio, Gasperi; Genovesi, Baldi, Pitto; Busini (I) Federico, Maini, Schiavio, Busini (III) Antonio, Pilati (IV) Angelo. All.: Felsner Hermann

Arbitro: Lenti Cesare (Genova)
Note
Giornata fredda e nebbiosa. Inizio gara ore 14:30 (14:40 effettive)

Commento
Attaccare per quasi tutta la durata della partita, a tratti letteralmente martellare la zona avversaria, e non spuntarla significa avere della sfortuna. Il Bologna, non da oggi, appare sotto l’influsso del malocchio: il suo pubblico stesso è così compreso di questa amara verità che, senza abbandonare la squadra, se ne distacca di quel che basta per spiegare l’allarme dei dirigenti che registrano incassi come quello odierno, nettamente sproporzionati all’inquadratura del match e al rango dei combattenti. La rada folla raccolta sugli spalti (anche la giornata rigidissima e nebbiosa concorre nel giustificare la scarsa affluenza di spettatori alla partita) ha visto la sua squadra tenere l’Alessandria sotto i fuochi dell’attacco per quasi tutto il primo tempo e per mezz’ora buona della ripresa, segnare un goal confuso, lasciarsi inesorabilmente rimontare dagli antagonisti, perdere la testa. Ce n’è abbastanza per imprecare alla cattiva stella e per pensare che una sorda congiura i numi del foot-ball hanno ordito contro la squadra che ha sul petto lo stemma tricolore. Ma l’invocazione della sfortuna non basta per fare la diagnosi della sconfitta odierna. Il giuoco della squadra, infatti, ha denunziato tali pecche organiche da spiegare ben chiaramente la tenace resistenza e la vittoria finale dell’Alessandria. Per quasi tutto il primo tempo, come si diceva, il Bologna ha attaccato: pressione vigorosissima e costante; parecchie azioni brillanti, talune veementi; ma troppo rari tiri al bersaglio per avere ragione della quadrata e pacata difesa della squadra grigia. Comunque, il primo tempo finiva con i «campioni in vantaggio». Il tono del giuoco non mutava nella ripresa e i bolognesi concludere le loro azioni più accanite che ordinate. I grigi pareggiavano, ma il pareggio non preludeva ad un rovesciamento tattico della situazione e i rossoblù passavano immediatamente alla riscossa. E durante questo periodo, durato quasi ininterrottamente fino alla chiusura del match, la squadra denunziava a chiare note la sua intrinseca debolezza. Il numero e la foga degli attacchi, infatti, aumentavano la febbre dei giuocatori fino ad esasperarli e a gettarli a capofitto in quello stato di orgasmo che toglie la visione stessa della rete, il controllo della palla, l’orientamento dell’azione. La squadra, invece di stringere sistematicamente in una morsa la zona avversaria, convulsamente bolliva, annaspava per acciuffare il goal; faceva il giuoco degli alessandrini, cauti e possenti nell’arginare gli assalti e nel lanciarsi nei momenti di tregua all’attacco, tanto più pericoloso quanto più squilibrati apparivano i ranghi dei giocatori rossoblù in frenetica caccia della vittoria. Uno di questi contrattacchi dava ai grigi il goal. Una pugnalata alle spalle del Bologna se si bada all’incessante teoria delle ondate dei veltri; ma un goal logico e una vittoria ancora più logica se si considera la partita sotto il punto di vista dell’accortezza tattica delle squadre in campo. Sono di quelle partite dove si dice che tutte le sfortune si sono accanite contro battuti, ma che d’altra parte i vincitori hanno regolarmente vinto. La linea d’attacco del Bologna si è finita sul giuoco di Schiavio. Sempre Schiavio, sempre su Schiavio; questa pareva essere la parola d’ordine dei compagni di reparto. Eccessivamente arretrati gli interni, impreciso Busini III e scolorito Maini, agile e veloce ma non travolgente il piccolo Busini I, intraprendente Pilati ma saltuariamente rifornito. Quasi tutta la mole del lavoro se l’è dovuta smaltire il centro Schiavio. Numerose furono le sue azioni, ammirevoli per decisione e veemenza e numerose le sue topiche, il che avviene quando un giuocatore, anche eccellente, svolge un giuoco massacrante; si aggiunga la stretta custodia esercitata su di lui dai difensori alessandrini e si spiegano il disorientamento, la febbre, la confusione regnate lungo il fronte dell’attacco bolognese. La seconda linea non contribuì troppo, soprattutto per difetto di costanza nel rendimento, a chiarire le idee nebbiose degli attaccanti. Baldi alternò momenti di giuoco slegato, assente. Genovesi condusse una partita onesta ma niente più. Pitto giuocò a strappi e a scatti. La linea, come unità organica, mancò al suo ufficio scomponendosi spesso in un giuoco frammentario, occasionale povero di idee e soprattutto non riuscì quasi mai a riordinare il fronte di attacco, retrocedendo e ripartendo con azioni vivide e armoniose. L’infortunio Monzeglio (due goals) non intacca la generosa e possente partita disputata dai terzini, apparsi oggi sicuri distruttori delle azioni avversarie e preziosi trampolini di lancio per i reparti di avanguardia. La stessa lode non può essere rivolta al portiere che attraversa evidentemente un periodo oscuro di forma. La sua presa è convulsa e imprecisa; la sua scelta di tempo non ha il senso esatto della frazione di secondo, la sua condotta in rete è titubante. Risalirà, perché Gianni ha la classe, ma oggi il portiere ha dato la stretta al cuore dei supporters tutte le volte che la palla si avviava minacciosamente verso il rettangolo della porta. L’Alessandria ha riconfermato le sue doti elette di squadra sana, poderosa e intelligente. La tattica difensiva della squadra svolta per 70 minuti di gioco non può derivare che da una mirabile scuola calcistica e da un mirabile e acuto senso della collaborazione anche spirituale fra i singoli reparti, fra i singoli atleti. Squadra di blocco nel senso che il gioco dei riflessi è limpido, costante e fecondo. L’Alessandria si è difesa senza contorcimenti ansimanti, senza furiosi colpi di ariete. Quando si dirà che ben di rado l’arbitro dovette intervenire a punire cariche irregolari o sgambetti pericolosi, si sarà rivolta nuova lode all’allineamento difensivo dei grigi che hanno trovato il giusto punto di coincidenza del giuoco deciso col giuoco leale. Una difesa dunque sagacemente controllata: soltanto per dieci minuti (dopo il goal del pareggio), terzini e mediani furono visti ballare con qualche disordine e con molto orgasmo sotto la valanga dei rossoblù indemoniati: una parentesi chiusa presto e bene. La condotta della retroguardia alessandrina – dal coraggioso e felino portiere ai risoluti e tempisti terzini, dall’infaticabile Lauro all’attento ed elastico Bertolini, al mobile e tenace Avalle – sta alla base della vittoria conquistata dagli attaccanti con le sporadiche scorrerie architettate nei periodi di sbandamento o di languore degli attaccanti bolognesi. Scorrerie sporadiche ma tecnicamente magistrali: ecco le caratteristiche della squadra piemontese. Agevolate dalla circostanza che i mediani rossoblù, incalzando la prima linea, lasciavano sgombra la parte centrale del campo, ma sovratutto in virtù della eccellente educazione tattica, l’attacco dei grigi ha dato ripetute dimostrazioni di buon giuoco; un giuoco di ampio respiro, aperto su tutta la fronte, sicuro nell’arresto e nitido nel tocco della palla, abile negli smarcamenti, vario negli sviluppi. Lo scarso numero delle azioni, in altre parole, è stato largamente compensato dalle qualità loro. E si noti che, accanto al furbo Cattaneo e al virtuoso Ferrari, si schieravano ragazzi di primo bando: un Borelli attivissimo e sagace nel giuoco di distribuzione, un Gastaldi tutto brio, scatti, coraggio. L’omogeneità dell’attacco della linea e la buona scuola conferiscono al giuoco tutte le prerogative dello stile: ecco tutto. Carcano può andare fiero della sua squadra e della sua vittoria. Il Bologna marcia all’attacco a ranghi compatti, Alessandria comincia a difendersi. Al 15’, lanciato da Busini III, Schiavio scaraventa un pallone micidiale raso terra verso l’angolo della rete piemontese. Con la punta delle dita (un tuffo superbo), Balossino devia in corner. I veltri attaccano sempre. La prima volta i grigi rompono l’assedio e tentano una timida scorreria, Gianni se la vede brutta: la palla gli rimbalza contro le ginocchia e fa candela; la ripiglia fortunosamente e salva. Ancora dieci minuti di franca superiorità bolognese: al 31’ Balossino ghermisce sui piedi di Schiavio la palla e s’arrotola in tuffo, Schiavio finisce in fondo alla rete e deve ricorrere alle cure del massaggiatore. Un minuto dopo, l’attacco dei rossoblù si distende nel periodo di giuoco più brillante della caotica partita. Triangoli fissi sulla destra, tempestive centrate di Busini I, Schiavio che allarga le gambe e «lascia» a Pilati che irrompe: tiro precipitoso a lato. Gli alessandrini non fanno che difendersi, salvo qualche debole e sterile contrattacco. Corner (42’) contro Alessandria: la palla saltella sulla traversa della casa dei grigi e rotola fuori. Al 44’ il goal, ben maturo. L’azione, tuttavia, manca di chiarezza e di irresistibilità. Balossino, in mischia serrata, non riesce ad attanagliare la palla e Maini la manda a riposare nell’angolo. Le prime battute della ripresa sono favorevoli agli alessandrini, che fruiscono di un corner (2’) presto restituito (6’). Ed ecco il pareggio. Corner per i grigi: la palla staziona davanti a Gianni che, nell’orgasmo, sbaglia la presa a terra: il piede di Borelli fa il resto. A questo punto, il Bologna si prodiga, raddoppia il ritmo dell’andatura, attacca, assedia, martella. Pare che da un momento all’altro la casamatta dei grigi debba capitolare, tanto aggressiva è la muta dei veltri. Ma ecco che Schiavio ripete il bis del memorabile goal sbagliato nella partita contro l’Ambrosiana. È a due passi (due passi autentici) dall’imboccatura della rete indifesa perché Balossino, già impegnato in precedenza, è a terra. Per segnare d’imperio, Schiavio alza la palla: un dannato tiro a telescopio che esaspera la folla. Comunque, la pressione dei rossoblù non dà tregua ai grigi che, superato un primo periodo di orgasmo, progressivamente riordinano il loro sistematico lavoro di distruzione. Li aiutano i bolognesi, accentuando la imprecisione dei passaggi e la indecisione dei tiri. Al 32’, corner per i rossoblù: tiro di Schiavio e la palla sfiora il palo laterale. Disdetta. Il goal della vittoria: Cattaneo vola lungo la linea; la zona è sgombera; al centro non c’è che Monzeglio. Questi, ottimamente piazzato, respinge, ma respinge malamente, di traverso. La palla arriva tra i piedi di Gastaldi, che vede Marchina e lo lancia con un tiro astuto in profondità. Marchina si assesta la palla sul piede e folgora la rete bolognese. Alla costernazione della folla segue il rabbioso contrattacco dei veltri. I grigi erigono una insormontabile diga avanti a Balossino, i bolognesi combinano un famoso pasticcio e non passano. L’irritazione di molti spettatori, in parte giustificata dalle strane vicende della partita, si sfoga con un volo di cuscini che vorrebbe suonare disapprovazione dell’operato arbitrale. I cuscini piovono sulla pista e tutto finisce lì, senza ulteriori guai. Da lodare, con tutta schiettezza, l’irreprensibile contegno cavalleresco dei giuocatori, nessuno escluso. La partita finisce con i bolognesi all’attacco e con un corner a loro beneficio. L’orgasmo e la sfiducia regnavano nei ranghi degli sconfitti. L’arbitro Lenti ha guidato la partita con oculatezza e con calma. Gli stessi spettatori, che sul finire del match disapprovarono alcune decisioni tecniche dell’arbitro, dovranno convenire, a mente serena, che l’invocato calcio di rigore avrebbe troppo severamente ed ingiustamente punito il fallo involontario di un terzino alessandrino, colpito da un pallone al braccio più che maliziosamente intenzionato a deviarne la traiettoria. (Bruno Roghi, «La Gazzetta dello Sport», 6 gennaio 1930) ALESSANDRIA VINCE A BOLOGNA Con questa sconfitta la squadra concittadina vede ormai allontanarsi ogni speranza di risalire ai primi posti della classifica. La partita, per tre quarti della quale i bolognesi si sono mantenuti all'attacco, è stata combattuta decisamente da entrambe la compagini, manovrata con discernimento e condotta dal principio alla fine con volontà e desiderio di vittoria costanti. Durante i primi 45 minuti di gioco, ad eccezione di poche e rare discese degli alessandrini, il pallone ha stazionato sempre nella metà campo dei piemontesi ed i terzini Gallino e Costa hanno avuto modo di dimostrare la loro classe e di difendersi bene contro un attacco bolognese snodato e veloce ma inconcludente. Tre calcid'angolo sono stati tirati contro l'Alessandria e due contro il Bologna; ma gli uni e gli altri non hanno approdato ad una conclusione. Soltanto negli ultimi due minuti del primo tempo i bolognesi hanno ottenuto un punto per opera di Maini a conclusione di una confusa azione in area alessandrina. Nella ripresa la fisionomia dell'incontro non si è peraltro alterata. Attacchi su attacchi dei bolognesi, i quali, specialmente per colpa di Schiavio e Maini, hanno fallito alcune facili occasioni da due o tre metri dalla porta. Gli alessandrini, che hanno lasciato all'attacco solo tre elementi, hanno combinato rare ma pericolosissime discese che trovavano quasi sempre fuori posto i due terzini bolognesi. Al decimo minuto è stato tirato un calcio d'angolo contro il Bologna e, dopo una breve mischia, Borelli ha segnato il pareggio. Al 35° minuto. l'Alessandria ha colto il punto della vittoria. L'azione si è svolta In seguito a un infelice rimando di Monzeglio; Ferrari ha raccolto la respinta e ha passato il pallone a Cattaneo; questi l'ha mandato a Marchina, che, solo davanti a Gianni, ha marcato facilmente. La reazione dei bolognesi è stata vivace, ma la pressione alla rete alessandrina è stata annullata dall'abilità del portiere Balossino e principalmente dalla cattiva direzione dei tiri degli avanti bolognesi. Arbitro Lenti (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio) La sconfitta odierna dei Campioni passerà alla storia del calcio italiano. Il gioco del calcio ama questi scherzi e sembra quasi che voglia persistervi con una ostinatezza più unica che rara! Il Bologna ha perduto oggi la più bella occasione che gli sia stata offerta per aggiudicarsi una preziosa vittoria e l’ha perduta dopo aver letteralmente dominato durante i primi quarantacinque minuti, dopo aver segnato per primo, dopo aver dimostrato una buona superiorità nella ripresa. Lo scarso pubblico accorso oggi al Littoriale ha gridato tutto il suo incitamento e – a sipario calato – mentre i grigi salutavano romanamente, ha emesso un urlo: «Bologna!», che, se voleva significare tutto lo strazio di una immeritata sconfitta, intendeva altresì manifestare tutta la sua simpatia per i generosi, combattivi e tenaci giocatori dallo scudetto nazionale! La partita è piaciuta ed è stata giocata col massimo impegno dai ventidue atleti in campo. Il Bologna parte subito come una saetta e dimostrerà in seguito quanta sia stata la sua passione e quale improbo lavoro abbiano svolto Balossino, Gallino e Costa. Sono i minuti del calvario bolognese, sono i periodi più belli della difesa alessandrina. L’Alessandria, calma, ordinata, precisa, attende al varco i campioni e li affronta con una perizia tecnica che neppure il tavolino saprebbe descrivere. Sono passati dieci, quindici, venti minuti e le due squadre marciano sempre alla pari. Il gioco si svolge sempre con cavalleria: il Bologna attacca, l’Alessandria difende leoninamente la propria rete. Qualche fuga sporadica dei grigi è sempre sventata in tempo dal pronto intervento di Monzeglio e Gasperi. L’attacco bolognese va snodandosi e dal centro le azioni passano alle ali, dove Busini I si farà ammirare per la sua precisione nei passaggi per le sue ottime rimesse al centro. Il goal non vuol venire. La folla spasima, ma i giocatori tutti mantengono la calma e la necessaria serenità per affrontare l’immancabile «serrate». È passata la mezz’ora di pretta marca bolognese. Si registrano i primi sintomi del risveglio alessandrino. Anche la mediana riordina i ranghi e i suoi temi hanno uno svolgimento più razionale non più in difesa, ma anche all’attacco. Marciano gli Avalle, i Lauro e i Bertolini… Idee chiarissime sono quelle dei grigi e, se pure meno insistenti, gli avanti dell’Alessandria appaiono più pericolosi, specialmente sulla sinistra. La superiorità del Bologna appare limpida come l’acqua di fonte e nessuno intravvede un vincitore che non siano i campioni d’Italia. Troppo manifesta è la superiorità perché non abbia a scaturire il goal, perché non debba iniziare la serie delle… porte bolognesi! Ma ci vorrà del tempo e solo al 43’ Maini sfrutterà abilmente un passaggio di Busini I, battendo inesorabilmente il felino Balossino. La ripresa vede un inizio favorevole per l’Alessandria. Sono i grigi che scattano all’attacco e che denotano subito una ferma decisione di giungere al pareggio. I rossoblù subiscono questa manifesta superiorità senza mai dare l’impressione d’essere dominati: non un attimo d’indecisione nei reparti rossoblù, non un momento di sosta in quelli grigi. E l’Alessandria concreterà questo primo periodo di superiorità giungendo al pareggio, su azione d’angolo, per merito di Borelli. Un goal frutto di dieci minuti di superiorità alessandrina; un pareggio un po’ comodo per una compagine che ha dovuto difendersi per ben quaranta minuti nel primo tempo, ma sempre pareggio che ha rispecchiato fedelmente le possibilità del massiccio squadrone di Cattaneo. La beffa verrà in seguito. I campioni d’Italia, spronati dallo smacco ed incitati dalla folla, partono alla riscossa. Assisteremo all’inverosimile. Un bombardamento in piena regola presso la casa di Balossino, il quale si difenderà da par suo salvando… l’insalvabile… Non è stato un attacco sterile quello bolognese, ma piuttosto ha trovato di fronte una difesa in grande giornata e un portiere che ha compiuto mirabilie tali da farsi applaudire a scena aperta. Parate acrobatiche, tuffi miracolosi, paletti di… circostanza, e a tutte queste cose aggiungete una linea di terzini eccellente e avrete descritto in sintesi il trio difensivo d’Alessandria. Non passando il Bologna, è successo il prevedibile, quello cioè che si registra sin da quando circola sui terreni di gioco la sbarazzina palla di cuoio. Se non segnavano i bolognesi con una pressione continua, dovevano pure segnare gli alessandrini che alla prima occasione, trovando i terzini rossoblù protesi troppo… all’attacco, hanno acciuffato la palla e, in men che non si dica, giunti in area bolognese, hanno proiettato in rete il secondo pallone, quello della vittoria! Lo sgomento non ha il potere di stroncare una squadra solida quale quella dei rossoblù campioni d’Italia. E il «serrate» bolognese, fantastico nella sua velocità, magnifico d’ardore e superbo in istile, non avrà il potere di arrivare al pareggio, ché l’Alessandria, sempre superba e decisa, saprà difendere strenuamente la preziosa vittoria, inchiodando gli avversari in una sconfitta onorevole ed ingiusta. Diamo la precedenza ai vincitori. Tempra piemontese, un’Alessandria che ha saputo giocare sulla palla quanto da tempo non ci era dato da vedere. Hanno impressionato soprattutto Balossino, Gallino e Costa. Un trio difensivo che ha retto superbamente il confronto con quello tradizionale dei campioni. Non un attimo di smarrimento, una vigilanza perpetua su Schiavio – il più pericoloso dei bolognesi – e un senso non comune della posizione. Balossino – talvolta fortunato – ha compiuto alcune parate rivelandosi un portiere di classe eccelsa. La mediana dei grigi non è stata certamente all’altezza degli avversari, ma quando è stata chiamata in difesa ha sempre saputo aiutare giudiziosamente la coppia dei terzini. L’attacco dei grigi, inconcludente agli interni, ha filato assai bene sulla sinistra. Come struttura di gioco e di passaggi, l’Alessandria ha dimostrato di nulla aver bisogno d’apprendere dal Bologna. Certe «entrate» dei grigi e alcuni «passaggi» alle ali hanno dato l’impressione di sapere mettere a duro partito la difesa dei rossoblù più di quanto possa aver dimostrato un quarto d’ora di superiorità del Bologna. In una parola, un’abilità superiore nel saper sfruttare le rare occasioni, e forse il segreto della vittoria dell’Alessandria è tutto qui. Buone le due ali, specialmente Gastaldi, ottimo Ferrari, insidioso sempre, e condottiero sagace, Borelli. L’elogio per gli sconfitti lo abbiamo fatto nella nostra esposizione soggettiva della partita: diremo che a Gianni non gli vanno imputati i due palloni entrati nella sua rete e che Gasperi e Monzeglio hanno avuto forse il torto di lasciarsi trasportare dalla furente pressione dei compagni di attacco. Lasciata sguernita, temporaneamente, la zona di difesa, i grigi hanno avuto agio di sfruttare abilmente lo spiazzamento dei due terzini avversari e di battere con facilità il valoroso Gianni. Questi non ha lavorato troppo… ma per quel che gli è stato dato da fare l’ha assolto da par suo. Pitto è stato il più volenteroso della seconda linea, mentre Baldi non ci è apparso il «grande» centromediano visto a Genova. Purtuttavia, Baldi ha retto onorevolmente il suo compito dimostrandosi, come sempre, il «cervello» dell’organismo bolognese. Genovesi è andato calando nell’ultimo quarto d’ora, ma non ha lasciato un istante Gastaldo quando questi minacciava seriamente. La prima linea, con l’innesto di Busini I, ha ritrovato la sua snellezza del passato, e anche se oggi non ha realizzato come avrebbe ben meritato, ha saputo dimostrarci quali potranno essere le sue immancabili possibilità future. Busini III, slegato un pochino, ha lavorato come un negro. I suoi compagni son filati più che bene, anche se Schiavio si ostini ancora nel gioco individuale, anche se Maini non abbia avuto l’esatta percezione del gioco nei momenti conclusivi, anche forse perché preso dalla stanchezza. Busini I e Pilati, specialmente il primo, sono apparsi due estremi di ottimo rendimento: l’inclusione del padovano ha risolto il problema dell’ala destra. Infatti, oggi Busini I ha giocato bene e le sue azioni sono apparse le più pericolose e il goal di Maini è nato dal suo piede! Con una temperatura invernale e la giornata grigia, paragonabile ad una cappa di piombo, il Littoriale presenta un colpo d’occhio assai squallido. Solo poche centinaia di persone siedono sulle gradinate centrali e nelle tribune. Non si scorgono altro che gran coperte da viaggio e grosse sciarpe con le quali gli appassionati bolognesi tentano attenuare i zero gradi o quasi. La partita è stata condotta in modo poco soddisfacente dell’arbitro Lenti, che non è stato all’altezza della sua fama. E non aggiungiamo altro. La partita, dopo il solito scambio di fiori e di strette di mano, incomincia alle 14:45 precise. La palla è al Bologna. Al 1’ dobbiamo notare subito un fallo di Gasperi, conseguente discesa contro la porta di Gianni con tiro a lato. Al secondo minuto, nuovo tiro contro la porta del Bologna parato da Gianni; al 3’, due consecutivi falli contro l’Alessandria. Al 5’, cross di Pitto a Schiavio, questi svelto passa a Pilati che tira, ma nella mischia avvenuta sotto la porta la palla finisce fuori. Continua la prevalenza del Bologna ed al settimo minuto Busini III, servito di buon pallone, calcia potentemente da trenta metri e la palla va leggermente alta. Reazione alessandrina ed al 10’ bel tiro a lato di Ferrari, dopo una bella discesa in linea. All’11’, fallo contro l’Alessandria; al 12’ abbiamo una bella azione di Schiavio che, ricevuta la palla, scaraventa in porta. Balossino para assai bene, ma scivola. Pilati riprende e calcia, ma il portiere, da terra, para nuovamente e manda in corner. Sul conseguente tiro, niente di fatto. Al 15’, quasi dal limite dell’area di rigore, fatto contro l’Alessandria; tira Pitto, ma manda alto. Al 19’ Schiavio, ricevuta la palla, scavalca parecchi giocatori e riesce a passare a Maini il quale, però, manda a lato. Sul rimando, Gastaldi, avuta la palla da Ferrari, invia un bolide a Gianni che però, nel parare, scivola e manda in corner senza esito. Al 21’ Pilati, ricevuta la palla da Busini, fugge ma, incalzato da Lauro, la palla finisce fra le braccia del portiere. Al 23’, tiro di Schiavio, Balossino para difettosamente, riprende Schiavio che però manda fuori. Al 24’ Pitto passa un buon pallone a Busini I il quale lo scaraventa al portiere che salva in corner. Tira Schiavio, ma la palla finisce fuori. Poco dopo, nuovo tiro di Busini I dopo una bella discesa, tiro in porta ben parato da Balossino. Al 30’, cross di Busini I a Baldi, che tira al volo un bolide che sfiora il montante. La pressione dei veltri si accentua sempre più. Il pubblico, entusiasmato dal bel gioco dei concittadini, li incita a gran voce e con ripetuti applausi. Al 31’, nuovo tiro a lato di Schiavio. Al 34’ Ferrari, quasi al limite dell’area di rigore, si fa sorprendere in fallo. Sul tiro, Baldi manda in porta un forte tiro rasoterra che però il portiere alessandrino riesce a parare con un fortunoso tuffo. Al 35’, nuovo tiro di Maini contro Balossino su passaggio di Schiavio e la palla finisce alta. Al 36’, fallo contro il Bologna. Poco dopo, Maini, ricevuta la palla, la spedisce leggermente a lato della porta nell’angolo destro. I grigi, sbalorditi dal bel gioco dei bolognesi, cercano di reagire ed al 40’ riescono a creare una mischia pericolosa sotto la porta avversaria. Gianni, nel gettarsi sulla palla, scivola e se la lascia sfuggire, ma con uno scatto felino si alza e riesce ad afferrarla proprio sul limite. Il pallone passa nuovamente nell’area dell’Alessandria e Costa manda in corner. Al 40’, corner contro l’Alessandria. La palla, tirata benissimo da Schiavio, finisce davanti alla porta sulle teste dei giocatori. Balossino la tocca con i pugni e la fa battere sul palo superiore; il pubblico reclama il goal, ma Lenti fischia… e dà la palla al portiere. La pressione bolognese è costante, ma al 41’ Busini I si fa sorprendere in fuori giuoco. La palla, inviata lontano da Balossino, per merito di Schiavio ritorna nell’area dei grigi. Busini riprende la palla e spedisce forte, il portiere respinge con i pugni, ma Maini interviene e scaraventa in porta. L’entusiasmo del pubblico è indescrivibile. Ad un minuto dalla fine Pilati, avuta la palla da Baldi, fugge velocissimo e tira in porta. Balossino, nel tuffo, scivola ma riesce a parare fortunosamente. Lenti fischia la fine quando ancora tutti i giocatori grigi e rossoblù sono sotto la porta alessandrina. Il pubblico in piedi chiama a gran voce con i nomi i giocatori del cuore e li applaude calorosamente. Nella ripresa, i grigi sembrano essersi rinfrancati e si lanciano subito contro Gianni, che però riesce a parare facilmente. Al 2’ Ferrari, avuta la palla da Avalle, discende verso la porta bolognese e poi indirizza un vero bolide a Gianni, che riesce a deviare in corner. Al 3’, fallo contro Bologna nell’altra metà del campo. Al 6’ Gallino, in disperata situazione, manda in corner; sul tiro, nulla di fatto. All’8’, fallo contro l’Alessandria. Al 10’, l’azione che frutterà il goal del pareggio. Dopo una pericolosa mischia sotto la porta dei bolognesi, la palla va in corner. Cattaneo calcia e manda avanti la porta. Disperata difesa dei bolognesi, ma Borelli, con un bellissimo colpo di testa, manda il pallone in fondo alla rete. I veltri non si perdono d’animo e filano minacciosi verso Balossino. Però Costa, con un deciso intervento, calcia lontano: i grigi si lanciano all’assalto della porta di Gianni. Due belle parate del bolognese e la palla ritorna verso la meta. In uno scontro con due grigi, Maini va a terra e vi rimane. L’arbitro sospende la partita per un minuto, ma poi fa trasportare fuori a braccia il bolognese. Dopo cinque minuti, Maini rientrerà in campo. Al 15’ Busini I, con una bella ennesima fuga, passa a Schiavio il quale, a due soli metri dalla porta, inganna il portiere grigio, fa rimbalzare la palla e la manda sotto la rete. Azione sciupata anche per la cattiva fortuna. Dal 16’ al 19’, due pali contro l’Alessandria ed uno contro il Bologna. Al 23’ Schiavio, impossessatosi del pallone, lo passa a Pilati che invia davanti alla porta, ma Balossino esce in tuffo e riesce ad impossessarsene. Al 26’ i grigi passano un brutto momento. I veltri, sempre incoraggiati dal pubblico, sono istallati nell’area dell’Alessandria. Genovesi, avuta la palla, passa a Schiavio, ma il portiere grigio salva con una vera parata miracolosa il potente tiro del centroattacco bolognese. Si susseguono i falli contro il Bologna e contro l’Alessandria. Però i veltri dimostrano una superiorità indiscussa ed incitati cercano disperatamente la via del goal. Al 22’ Schiavio invia una bella palla a Pilati che tira in porta; Balossino si produce in una nuova, fortunosa parata. Abbiamo poi diversi tiri contro la porta dei grigi, ma tutti finiscono o a lato o alti. Al 26’, fallo contro l’Alessandria: tira Busini III che passa a Baldi e questi tira in porta un pallone facilmente parato. Ammiriamo ora delle superbe azioni sempre nell’area dei grigi. Giochi di testa, passaggi rapidi, fughe velocissime: il pubblico ne è entusiasmato. Ma la difesa alessandrina è imbattile. Al 30’, fallo contro il Bologna. Ferrari, avuta la palla, fila verso la porta dei veltri, Gianni interviene a tempo e salva applauditissimo. Al 32’ Gasperi si fa ammirare nel suo ruolo di terzino: dopo aver respinto la fiumana dei grigi, salva due volte la propria porta con la testa, ma poi, colpito dalla palla in pieno viso, va a terra. Al 33’ Gallino, per salvare, manda in corner: tira molto bene Busini III; la palla, ripresa da Maini, finisce a lato. La palla ritorna subito verso la rete di Gianni: Gastaldi fugge e poi passa al centro, Marchina se ne impossessa e scaraventa imparabilmente in porta. Il pubblico, sorpassato il primo momento di sbigottimento, avvinto dal gioco dei veltri e conscio della grave scalogna che ancora una volta si è abbattuta sui bolognesi, riprende ad incitare a gran voce i giocatori. I veltri tentano reagire e si slanciano verso la porta di Balossino, ma benché vi permangano fino alla fine, non riusciranno a far fruttare le numerose belle azioni. Al 40’, per un fallo contro i grigi, la punizione viene parata fortunosamente da Balossino. Poi, due consecutivi tiri alti di Schiavio. Al 44’ Busini I fugge e invia verso la porta un vero bolide rasoterra che Balossino riesce a parare con un superbo tuffo. Poco dopo, corner contro l’Alessandria con un nulla di fatto. Quindi, la fine. Il pubblico, al fischio finale, dopo aver salutato con un blando applauso i grigi schierati nel saluto romano, rivolge una vera ovazione e grida di omaggio al Bologna, che rientra negli spogliatoi accasciato dal nuovo colpo mancino della sorte. (Arzù; Ca. Pi., «Fonosport-Le Venezie Sportive», 6 gennaio 1930) La squadra dell’Alessandria ha colto ieri al Littoriale una vittoria che ha soprattutto un grandissimo valore morale. La partita è stata preceduta da un gesto di cameratismo degli ospiti, i quali hanno offerto ai bolognesi un gagliardetto dai colori sociali che i rossoblù hanno ricambiato con un mazzo di fiori. Le due squadre si sono allineate nella seguente formazione […]. Dei titolari alessandrini mancano Gandini e Chierico, invece i bolognesi esperimentano una nuova formazione della prima linea. Alle 14:40 ha inizio il gioco con una rapida folata dei bolognesi, cui succede subitamente un contrattacco degli alessandrini. Al 2’, calcio di punizione contro il Bologna; Ferrari però manda fuori. Il gioco si fa subito veloce e deciso ma corretto, tanto che l’arbitro raramente deve intervenire per falli grossolani o intenzionali. Le due compagini si studiano: alcune belle azioni della prima linea alessandrina danno la sensazione di grande autorità nel gioco di impostazione, sicurezza nei passaggi, decisione nei tiri. Gastaldi, al 4’, impegna Gianni. Il Bologna comincia a distendersi e ripetutamente scende in area avversaria, dove però trova una barriera difensiva formidabile. Ormai la partita si è impostata su questo tema: attacchi bolognesi, difesa energica e giudiziosa dei grigi. Al 15’, pericolosa azione Maini-Busini I-Schiavio, che calcia fortissimo in goal; Balossino para, ma il pallone gli sfugge, sopravviene Pilati, che calcia nuovamente in porta: il bravo portiere alessandrino riesce tuttavia ancora a deviare oltre la linea di fondo e il risultante calcio d’angolo non dà esito. La cronaca continua a registrare una costante superiorità d’attacco dei bolognesi che hanno in Baldi, Genovesi e Pitto inesauribili rifornitori di palloni. Al 22’ Gianni, impegnato da Bertolini, salva provocando un calcio d’angolo, ma Pitto libera ancora di testa e rimanda a Pilati, che sfugge spostato al centro; in piena velocità, l’ala sinistra bolognese calcia in porta, ma Balossino riesce a parare con sicurezza. Il portiere alessandrino deve poi intervenire di fortuna per salvare un pallone inviatogli da Lauro. Nuovo calcio d’angolo contro i piemontesi, provocato da parata su tiro di Schiavio. Il Bologna preme con insistenza. Al 31’ il pallone parte con traiettoria perfetta dal piede di Pilati; Busini III e Schiavio sono sulla stessa linea, ad un metro dalla porta grigia: Busini raccoglie, tira in porta, ma Balossino para ancora. Analoga azione succede immediatamente dopo e con lo stesso risultato. Fino al 40’, pressanti attacchi bolognesi conclusi con tiri di Maini e Schiavio, sempre parati. Al 40’, tiro di Borelli, parato da Gianni; al 41’, altro calcio d’angolo contro l’Alessandria, ma Ferrari libera. Al 43’ il gioco torna in area alessandrina: Schiavio, che ha la palla, richiama intorno a sé diversi avversari; azione confusa, groviglio di gambe; si vede finalmente il pallone giungere a Maini, che non ha difficoltà a concludere. Punto poco convincente, ma che premia la squadra migliore. Il primo tempo termina su un tiro secco di Pilati che costringe Balossino a una ennesima parata. Al primo minuto della ripresa, Gianni è chiamato al lavoro prima da Borelli e poi da Ferrari. Al secondo minuto, il Bologna subisce un calcio di punizione, ma il pallone esce di poco. Al 6’ Costa si libera di due attaccanti bolognesi provocando un calcio d’angolo contro il Bologna. Tira Gastaldi, il pallone spiove davanti la rete di Gianni dove si forma una mischia arruffata; sopravviene Borelli che riesce a segnare il pareggio. Il punto è tuttavia poco convincente, quanto quello marcato dai bolognesi. Le azioni rossoblù ora non si contano più. Il lavoro dei terzini alessandrini è quanto mai improbo: ad essi prestano aiuto anche i mediani. Balossino deve parare un tiro di Busini III. Maini, colpito allo stomaco, si assenta qualche minuto, poi rientra. Al 15’, magnifica azione bolognese cui partecipano Busini III, Maini, Busini I che centra: raccoglie Schiavio da due metri, solo davanti al portiere; il centroattacco bolognese però, nel tiro, alza il pallone che passa sulla traversa. Il pubblico, che ormai credeva sicuro il goal, rimane deluso, ma si riprende poi incitando a gran voce i rossoblù. L’assedio alla rete alessandrina non cessa. Balossino deve nuovamente parare un tiro di Busini provocando un calcio d’angolo e Schiavio, intervenendo di testa, manda il pallone contro lo spigolo della porta avversaria: bisogna convenire che la fortuna non assiste i bolognesi. Il gioco si fa maggiormente deciso, ma non violento. Al 20’ Balossino si getta tra i piedi di Busini e salva una pericolosa situazione; al 22’ è sempre il valoroso portiere grigio che deve intervenire per rimandare col piede. Al 25’, altra azione bolognese in area di rigore alessandrina: un tiro di Schiavio è deviato da Avalle verso Gallino che, non intenzionalmente, tocca il pallone con il braccio; l’arbitro vede, ma giustamente non fischia il rigore, mentre il pubblico… fischia l’arbitro. La difesa piemontese è ferrea: invano gli attaccanti del Bologna, sorretti superbamente da una linea mediana in grande giornata, tentano di forzarla. Al 33’ viene fischiato il sesto calcio d’angolo contro l’Alessandria; libera Gallino che invia a Borelli, Monzeglio arriva in velocità sul pallone, lo calcia male su Ferrari che lo ferma e lo passa a Marchina spostato verso Gianni; il mezzo destro grigio sfrutta in tal modo una delle poche occasioni favorevoli presentatesi alla sua squadra e segna il secondo punto. Il Bologna non si arrende e sorretto da una incrollabile fede ritorna, con volontà inesauribile all’attacco. Genovesi avanza tra gli avanti, ma invano, nuovamente Schiavio, ad un metro dalla porta, calcia in pieno su Balossino che libera. Il pubblico incita con alte grida, ma evidentemente la porta dei grigi deve essere stregata. Al 44’, altro calcio d’angolo contro l’Alessandria, il settimo e ultimo del superbo serrate; ogni speranza è racchiusa in questo ultimo minuto, ma il pallone viene calciato sopra la rete. Al termine dell’incontro gli alessandrini, raggianti di gioia, si abbracciano e allineati salutano poi la folla che li applaude. La particolareggiata cronaca dell’incontro dà l’esatta visione dello svolgimento della partita, che è stata bella, combattuta con grande decisione e con perfetta cavalleria; ogni giocatore ha dato quanto era possibile in energie, in fiato e in volontà. Il Bologna ha attaccato per 70 dei 90 minuti di gioco: ha attaccato bene in linea e ha avuto momenti favorevolissimi per segnare, ma non vi è riuscito sia per precipitazione sia per poca direzione nel tiro sia per la difesa accanita, poderosa dei terzini avversari che non hanno mancato un pallone. Se ad essi fosse sfuggito, era sempre vigile e pronto Balossino, che è apparso il miglior giocatore alessandrino. L’andamento dell’incontro è stato una ripetizione di quello con la Juventus perduto dal Bologna. La compagine che più ha attaccato è stata sconfitta. Sconfitta che è giusto definire immeritata. Gli avversari di ieri del Bologna bisogna giudicarli a settori. Come prima impressione, la seconda linea, mancante di Gandini, si è rivelata il reparto meno efficiente, mentre l’attacco, nelle poche volte che ha funzionato, e la difesa sono apparsi in perfetta forma. Particolarmente ammirate le discese degli avanti, effettuate tutte con un sistema di rapido allargamento alle ali, con passaggi misurati e precisi che trovavano sempre pronto il compagno a raccogliere il pallone. La recluta Gastaldi all’ala sinistra ha combattuto una bella e coraggiosa partita, dimostrando velocità, precisione, finezza di palleggio. Ma, come si è detto, l’attacco completo ha funzionato ben poco. Fra i mediani, Bertolini è apparso il più continuo, mentre della difesa tutta presa in blocco abbiamo già fatto l’elogio. Con la sconfitta di ieri, il Bologna ha perduto ormai ogni speranza di sensibile miglioramento in classifica. Nelle loro condizioni attuali, i rossoblù, che pure dispongono di una squadra forte ed omogenea, debbono maggiormente preoccuparsi di rendere redditizio il loro attacco. Perfettamente a posto la linea mediana con tre atleti in grande forma che ieri hanno compeggiato con sicurezza di gioco, continuità di rifornimento degli avanti, senso tattico della posizione nel frenare e rompere gli attacchi avversari. La difesa, rare volte impegnata, ha risolto bene il suo compito; a Monzeglio però deve imputarsi il secondo punto subito, perché derivato da un suo rimando infelice. L’arbitro, signor Lenti, ha diretto l’incontro con precisione e con imparzialità. («Gazzetta del Popolo», 6 gennaio 1930) I campioni d’Italia, nel complesso della partita, hanno dominato gli avversari ed hanno portato numerosi attacchi alla rete opposta, ma alla fine dei 90 minuti dì giuoco sono stati battuti. Come spiegare questo contrasto? Il Bologna sta attraversando un momento oltremodo grigio e non può, nonostante le belle prove che esso sa compiere, tradurre in realtà questo suo predominio e questa sua superiorità. È nostro convincimento che un fattore essenziale abbia il suo notevole peso perché si verifichino questi risultati negativi; è nostra convinzione che ciò sia dovuto alla prima linea. Ognuno ricorda che fino a qualche tempo fa il quintetto attaccante del Bologna sapeva snodarsi in modo meraviglioso nelle discese con passaggi perfetti; sapeva portarsi fin nell’area di rigore avversaria e quindi trovare l’attimo fulmineo per scaraventare in goal il pallone e per raggiungere così il concreto risultato del bel lavoro compiuto. Ora non più. Questa linea, sorretta magnificamente da tre mediani in piena forma e ottimamente servita di numerosi palloni, discende brillantemente, ma verso la fine si ingarbuglia e non conclude. Il pubblico che assiste agli incontri sente questo stato diverso di cose e, mentre in precedenza si aspettava dall’uno o dall’altro dei cinque attaccanti il bolide lanciato verso la porta, ora reclama Schiavio come l’unico che possa raggiungere l’obbiettivo prefissosi. Questo diverso sistema fa sì che i competitori abbiano buon giuoco e cerchino di neutralizzare il poderoso centroavanti bolognese perché ogni minaccia riesca vana. Ciò hanno fatto anche gli alessandrini ieri, ed è per questo che il Bologna non ha potuto raggiungere quel punteggio che era logico dovesse ottenere date le sue continue offensive e le discese nel campo dei grigi. La sconfitta dei bolognesi va pertanto addebitata a carico della prima linea, mentre la seconda e la difesa hanno svolto un buon giuoco e sono stati alla pari della loro fama. La squadra alessandrina ha lasciato una impressione tutta diversa. Pur non possedendo uomini di eccezione, forma un tutto quadrato e bene omogeneo; sa svolgere azioni larghe e di somma precisione. Il punto più debole è apparsa la seconda linea, mentre la prima linea si è dimostrata sommamente pericolosa nelle rare incursioni che essa ha compiuto nell’area bolognese. Il quintetto attaccante è veramente magnifico e ciascuno dei suoi componenti sa raccogliere l’attimo propizio per impegnare la difesa avversaria. Ottima è apparsa pure la difesa, in cui è emerso il portiere Balossino, il quale fra altro ha saputo parare dei tiri difficilissimi da pochi metri. Senza dubbio, l’Alessandria deve non poco della sua vittoria a questo giovane suo elemento che si è affermato portiere di gran classe e di superbe doti. Sono le 14:40 quando l’arbitro Lenti allinea le due squadre […]. Prima dell’inizio, Lauro, a nome degli alessandrini, offre a Genovesi il gagliardetto; il capitano del Bologna ricambia con un mazzo di fiori e la partita ha inizio. Al 5’ una bella azione dei bolognesi sfiora il goal; poi, con un ottimo giuoco, l’Alessandria risponde ed un bel tiro a volo di Ferrari è parato dal portiere del Bologna. Notiamo al 15’ un perfetto passaggio di Busini a Schiavio, che tira decisamente in goal. Il portiere alessandrino para a terra. Riprende Pilati e di nuovo il portiere grigio para, mandando in corner. Questo è tirato fuori da Pilati. Gli ospiti attaccano al 22’, appoggiandosi su Gastaldi; il pallone giunge a Bertolini che calcia in goal, Gianni para in corner. Di nuovo, i bolognesi assumono il comando della partita e Pilati trova modo di effettuare un bel tiro. Il portiere dell’Alessandria si libera con difficoltà da una pericolosa situazione creatagli da Schiavio e Maini. Al 32’, ancora una situazione pericolosa per la rete alessandrina; Balossino si salva in giuoco pericoloso. Dopo un contrattacco grigio condotto da Borelli, l’Alessandria subisce un calcio d’angolo, ma il pallone, dopo aver battuto e rimbalzato sull’asta, cade in giuoco e Ferrari libera. Al 43’, finalmente, si ha il sospirato punto bolognese. Il pallone sosta in una delle tante mischie in area dei grigi; alessandrini e bolognesi se lo contendono fino a che giunge a Maini, che lo indirizza in porta. Dopo un tiro pericoloso di Pilati, il tempo ha termine. Alla ripresa, assistiamo ad un pericoloso tiro di Ferrari che provoca un corner, tosto ricambiato dai bolognesi. Ma al 13’ gli alessandrini, ottenuto a loro volta un calcio d’angolo, realizzano il pareggio: una breve melée sotto la porta di Gianni e il pallone, sospinto da Borelli, va in porta. Al 25’, un fallo di mano in area di rigore non punito dall’arbitro, mentre Alessandria è tutta in difesa. Un calcio di punizione contro Bologna, alcuni tiri in goal e Ferrari rompe l’assedio bolognese, che riprenderà però in breve in pieno. Il martellamento è continuo, ma i concittadini sono di continuo beffati dalla cattiva sorte. Al 33’, su corner, Schiavio devia di testa il pallone, ma lo spigolo di un palo salva ancora la rete alessandrina. Ed ecco la conclusione della partita. Al 35’, fuga isolata dei grigi sulla destra. La difesa bolognese non è pronta a sventare l’assedio. Il fatto è che il pallone giunge a Marchina il quale, da pochi metri, riesca a mandarlo in goal. Il Bologna attacca ancora e il portiere alessandrino – fatto avvenuto più volte ieri – ferma un pallone di Maini, calciato da quattro passi dal goal. Attacchi rinnovati dei concittadini, ma è destino che essi non passino e l’Alessandria conduce in porta questa vittoria tanto preziosa. («La Stampa», 6 gennaio 1930) RISULTATI: Ambrosiana-Napoli 2-1 Cremonese-Livorno 1-2 Genova 1893-Brescia 1-0 Lazio-Pro Patria 2-1 Modena-Roma 1-2 Padova-Milan 1-1 Torino-Pro Vercelli 5-1 Triestina-Juventus 0-1 CLASSIFICA: Genova 1893, Juventus 19; Alessandria, Ambrosiana, Torino 16; Roma 14; Pro Vercelli 13; Lazio, Milan, Modena, Napoli 12; Bologna, Triestina 11; Pro Patria 9; Brescia, Livorno 8; Cremonese, Padova 4. Il punto sul campionato La ripresa del campionato di calcio dopo la tregua natalizia si è svolta con le gare in calendario per la dodicesima giornata ed è stata caratterizzata da una serie di risultati interessanti che hanno avuto per effetto di lasciare tuttavia immutata la classifica delle prime cinque squadre. Juventus e Genova rimangono al comando: la prima ha vinto con un punto di scarto una non facile partita sul campo di Trieste; la seconda ha avuto in casa sua un incontro non meno difficile, ricco di fasi drammatiche contro gli animosi bresciani, che per poco non hanno strappato il « match » pari: un risultato questo che il Brescia aveva realizzato già a Genova nelle scorse stagioni Alessandria, Ambrosiana e Torino seguono ancora a tre punti di distacco: la marcia degli alessandrini, dopo la pausa imposta loro dagli ambrosiani è stata travolgente. Espugnato il campo del Milan, ieri è caduto anche quello del Bologna, e cosi in quindici giorni l'Alessandria ha totalizzato quattro punti fuori di casa. Il Bologna, intanto, perde altro terreno nei confronti dei « leaders » e la cosa appare tanto più preoccupante, in quanto è sul loro stesso terreno che i bolognesi non riescono a concludere, malgrado la superiorità d'attacco. L'Ambrosiana ha giocato un'avvincente partita contro il Napoli pur vincendo con un sol punto di vantaggio; mentre la vittoria del Torino sulla Pro Vercelli è stata ragguardevole per il punteggio grave che l'ha caratterizzata. Ciò ha coinciso con la ricostituzione del famoso terzetto d'attacco torinese e l’esperimento è stato alquanto conclusivo. Al sesto posto frattanto si è insediato il Roma che ha superato brillantemente il campo del Modena, dando nuova prova di vitalità e saldezza di inquadratura. Una vittoria su terreno avversarlo (la quarta della giornata) stata pure conquistata dal Livorno a Cremona. Il Milan a Padova invece ha chiuso alla pari non essendo riuscito a superare completamente la tenace difesa degli ospitanti. Dei nove incontri in calendario uno è terminato alla pari e altri sette si sono chiusi con lo scarto di un solo punto tra vincente e perdente; l'unica eccezione è stata offerta dal Torino. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio)