Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1929/1930
Serie A
23-02-1930 - Giornata: 18 - Roma - Testaccio


Roma AS - Alessandria US 1 - 1 (1 - 0)
RETI: 21. Volk R. [Ro] 72. Borelli M.[A]

Alessandria US Balossino Natale, Costa Felice, Gallino Luigi, Lauro Armando, Avalle Edoardo, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Marchina Libero, Borelli Michele, Ferrari Giovanni, Chierico Carlo Angelo All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
ROMA AS: Ballanti; Barzan, De Micheli; Degni, Ferraris (IV) Attilio, D’Aquino; Benatti, Fasanelli, Volk, Bernardini, Chini Ludueña. All.: Burgess Herbert

Arbitro: Gama Malcher Umberto (Milano)
Note
Infortunato: 75’ De Micheli [R, passato all’ala sinistra]. Angoli: 4-1 Inizio gara ore 14:30 (14:37 effettive). Le cronache riportano per la quarta volta, come centrattacco dell’Alessandria, tale «Micheli» (si tratta, presumibilmente, di Borelli). «La Stampa» indica in formazione Viviano in luogo di Gallino; nel caso l’improbabile circostanza fosse confermata, si tratterebbe del ritorno in campo del terzino a distanza di oltre un anno e nove mesi dall’infortunio che ne interruppe la carriera. Secondo il “Corriere della Sera” il gol grigio sarebbe stato segnato da Marchina

Commento
Le squadre piemontesi a Roma hanno avuto quest’anno la fortuna amica. Balossino ha fatto una partita sbalorditiva e la difesa grigia non ha fallito un pallone; ma la dozzina di pali e di traverse colpite dai giallorossi dimostra con sufficiente eloquenza come i romani oggi avrebbero meritato di vincere. L’undici di Burgess è sceso in campo fruendo del valido aiuto di Fulvio Bernardini, finalmente ristabilito in salute e… in cordiali rapporti con la sua società, e ha giuocato una partita gagliarda ed animosa condotta con un impeto e una volontà degne di migliore sorte. Attraverso talune incomparabili doti affiorarono infatti numerose le pecche d’ordine tecnico e tattico, soprattutto dell’attacco, dove l’intesa era assolutamente embrionale e il chiaro concetto del giuoco di linea pressoché assente. Si aggiunga la mediocre giornata di Chini e di Volk, i due tenori dell’attacco, e si comprenderà come, nonostante la nettissima superiorità dimostrata in ambedue i tempi, la Roma non abbia segnato che una volta. Tuttavia, la pressione sulla estrema difesa grigia è stata veramente energica e pericolosa, data la forza d’impulso e la combattività di ognuno degli avanti romani. Bernardini è apparso riposato e sciolto come nei suoi momenti migliori, ma ha naturalmente ancora bisogno di lavoro. Fasanelli anche è assai prossimo alla sua migliore forma. La linea mediana vedeva al centro il nazionale Ferraris, che giuoco una partita impetuosa quanto accorta, mostrando una sempre migliore assuefazione al suo ruolo; ciò che invece manca ancora a Degni, passato a laterale destro. Nell’estrema difesa, De Micheli ebbe due o tre errori paurosi, tosto rimediati da Barzan, Ballanti, poco impegnato, si portò bene, tolta l’unica occasione che fruttò il punto dei grigi e che è dovuta alla sua errata scelta di tempo nell’uscire. L’Alessandria è apparsa la compagine quadrata e solida che già conoscevamo. Per tutto il primo tempo, l’attacco non riuscì a dare vita ad una sola di quelle azioni ampie, chiare, nitide, che costituiscono il suo migliore pregio: abbandonata dai sostegni, cui il compito difensivo urgeva sopra ogni altro, la prima linea dei grigi si esaurì in una serie di duetti e di spostamenti individuali che non riuscirono a portare alcuna seria minaccia a Ballanti. Nella ripresa, va data agli avanti alessandrini la lode di avere tentato sempre e con ogni mezzo la via del goal avversario, anche dopo che il pareggio era stato conquistato; tali tentativi furono compiuti con uno stile ed un senso tattico assai migliori che nel primo tempo, anche per il rimaneggiamento dei ranghi romani dopo l’incidente di De Micheli. Nessuna individualità emerse fra gli attaccanti alessandrini, tutti egualmente veloci, agili e sicuri sulla palla. Fra i mediani, che si dedicarono quasi esclusivamente ad aiutare Viviano e Costa, Bertolini fece risaltare il suo giuoco semplice, robusto e di notevole efficacia. Abbiamo detto del valore dell’estrema difesa: aggiungeremo che i terzini unirono all’impeto e alla sicurezza sulla palla una ottima intesa ed una non comune abilità nel frenare il giuoco delle ali. A Balossino i grigi devono attribuire almeno metà del merito per il «draw». La partita ha inizio alle 14:37. La Roma parte con la consueta decisione e si scorge subito che la difesa opposta avrà un duro lavoro. Balossino inizia la brillante serie delle sue parate, deviando a stento in corner un forte tiro laterale dì Bernardini. Poco dopo, deve prodursi in una coraggiosissima uscita contro Volk che avanzava solo con il pallone e viene caricato dal medesimo. Il punto dei romani matura: al 20’ Chini mette a lato un facile pallone. Al 22’ nuovamente, mentre l’Alessandria si è distesa verso il goal giallorosso per una delle sue scorrerie, Ferraris indirizza a Fasanelli, che lancia alto oltre i terzini spostati in avanti. Volk, liberissimo, fila sul pallone; Balossino tenta l’estrema risorsa dell’uscita, ma la posizione dell’avversario è troppo favorevole ed il pallone si insacca nell’angolo destro della rete alessandrina. Il successo moltiplica le energie dei giallorossi; al 24’ ha luogo, sotto la casa dei grigi, una fantastica melée: Bernardini tira e la palla è deviata per miracolo in corner da un terzino. Sul medesimo, il pallone indirizzato verso il goal è respinto una prima volta dal palo ed una seconda volta da Balossino e finisce ancora in corner. Nuovamente, la traversa salva per due volte consecutive la rete dei piemontesi e al fine Gama pone termine alla mischia fischiando una carica a Balossino. I grigi riprendono fiato e si spingono più spesso nella metà campo opposta; ma la difesa romana «tiene» discretamente. Dopo un bel tiro di Fasanelli, che Balossino a gran fatica può deviare lungo la linea di fondo, e un calcio di punizione di Avalle, che colpisce la traversa, il primo tempo ha termine. Fin dall’inizio della ripresa i grigi mostrano di ritenere, con energiche sgroppate, che la partita è tutt’altro che perduta; ma i romani continuano ad insidiare con estrema pericolosità la rete avversaria. Così Balossino si produce in un’ottima parata su Volk e, poco dopo, in un fantastico tuffo su un tiro di Benatti da tre metri. Al quarto d’ora registriamo un shot di Fasanelli, respinto dallo spigolo interno della traversa; poco dopo, un forte tiro di Ferrari. Al 28’, dopo una fuga di Chierico, Marchina traversa alto a sinistra; Ferrari raccoglie e fa balzare il pallone a parabola verso la rete. Micheli [Borelli] si lancia solo a raccogliere, mentre Ballanti tarda un attimo ad uscire, sicché quando il romano stava per respingere con il pugno, il pallone, toccato di testa dal centroattacco grigio, è rotolato in porta. Gli alessandrini si abbracciano entusiasticamente per l’insperato successo, mentre fra i ranghi romani avvengono varii spostamenti, dovuti al fatto che De Micheli non può tenere il suo ruolo e passa all’ala sinistra, Chini va a mezz’ala, Bernardini a centrosostegno e Ferraris terzino. I romani raddoppiano i loro sforzi con tenacia quasi rabbiosa, ma sorprendere ora gli alessandrini è quasi impossibile. Benatti compie varie brillanti prodezze, nonostante la vigile guardia di Bertolini; ma i pali di Balossino non gli permettono alcun risultato concreto, così come ai compagni Volk e Chini. Buon arbitro Gama Umberto. Terreno asciutto. Pubblico foltissimo; numerose autorità. («La Stampa», 24 febbraio 1930) La Roma ha segnato nel primo tempo e l’Alessandria nella ripresa. I due goals indicano esattamente l’andamento della partita. Nel primo tempo si è avuta, infatti, una netta superiorità della squadra romana e nella ripresa una chiara dimostrazione di superiorità, specialmente dal lato tecnico, della squadra alessandrina. Il ritorno di Bernardini nel posto di mezzo sinistro ha dato nuovo vigore, se non maggiore precisione, alla prima linea rossogialla. La prima fase dell’incontro, conclusasi con il goal di Volk, ha avuto difatti come protagonista la prima linea romana, che ha esercitato per venti minuti una poderosa pressione sulla porta alessandrina. Artefice primo di questa brillante esibizione della squadra romana è stato Bernardini che, giocando in posizione leggermente arretrata, ha impostato il gioco degli avanti con una distribuzione perfetta. Questa tattica non può che considerarsi proficua perché esclusivamente da essa sono scaturiti i momenti più belli per la squadra romana e quelli più emozionanti della partita. Dopo il goal, la superiorità romana si è affievolita, ma non è però scemata del tutto. Cattiva giornata della linea mediana alessandrina? No. Mancanza di convinzione, invece, nel gioco dei suoi attaccanti. Le loro azioni si sono spente quasi tutte nello stato embrionale. Anche a campo libero, gli attaccanti grigi hanno avuto modo di farsi soffiare il pallone prima ancora di incominciare un motivo. Solo verso la fine del primo tempo vi è stato qualche accenno di rinascita da parte del settore sinistro. Scialbo barlume che annunziava però il sorgere dell’alba. Nella ripresa, difatti, le cose sono cambiate e la squadra alessandrina passò dalla difesa all’offensiva. Gli uomini dell’attacco romano, che dominavano le sorti della partita, sono andati immediatamente mutando di posto. A dare un definitivo assetto a questa nuova fisionomia dell’incontro è intervenuto un infortunio al terzino sinistro della squadra romana, De Micheli, che dopo essere stato costretto ad abbandonare il campo vi ritornava occupando il posto di ala sinistra. Questo rendeva necessario un vasto rimaneggiamento nella squadra romana: Chini passava mezzo sinistro, Bernardini indietreggiava e Ferraris IV si portava al fianco di Barzan. Questi spostamenti toglievano efficienza alla prima linea romana, giovando all’orientamento della tattica offensiva alessandrina. Fatto più aggressivo, l’attacco grigio poteva così giungere al pareggio. La squadra romana ha tentato la riscossa, ma la difesa alessandrina non le ha permesso di ottenere alcuna azione efficace e d’altronde, nel modo in cui era congegnata, non poteva far molto. L’inizio della partita è dominato dall’attacco rossogiallo. Bernardini, al 3’, su centrata di Chini, tira da 10 metri dentro una selva di giocatori, ma Balossino riesce a deviare la palla. Poco dopo, un colpo di testa di Bernardini trova pronto il bravo portiere alessandrino, che para in tuffo. Avalle libera momentaneamente l’area di rigore dell’Alessandria e l’attacco dei grigi abbozza una discesa che non ha però altra virtù che quella di dare un po’ di respiro alla difesa. Quindi, è di nuovo l’attacco romano a dare colore alla lotta. E prima Bernardini, poi Chini su passaggio di Bernardini, sfiorano la porta di Balossino. Allargatosi il gioco per un rimando di Lauro e ritornata la Roma all’attacco, Bernardini lancia a Chini e questi, in velocità, passa a Volk, che in buona posizione insacca il pallone in rete mentre Balossino esce per un disperato tentativo di parata. È il 22’. Ad una incerta discesa dei grigi fa seguito un ritorno offensivo dei romani. Dopo un calcio d’angolo tirato da Chini che Costa riporta in corner, Benatti tira il calcio d’angolo, Chini riprende e colpisce il palo trasversale. Benatti rimette al centro con una rovesciata il pallone e ancora Costa provoca un calcio d’angolo che è nuovamente tirato da Benatti e dà modo a Volk di sparare una cannonata che batte sul palo superiore. A conclusione, l’arbitro fischia un fuori gioco di Chini, che era andato a finire dietro la porta di Balossino. Poco dopo, su un tiro di Volk, il portiere grigio para in tuffo. Risponde un velocissimo contrattacco dei grigi e Marchina opera un fortissimo tiro raso terra che il portiere romano para miracolosamente. Un calcio di punizione tirato da Avalle prende il palo trasversale della porta romana, ma poco dopo è Balossino ad essere seriamente impegnato. Il primo tempo termine con un ritorno offensivo degli alessandrini. Nella ripresa, Balossino è il primo ad essere impegnato per opera di Volk. Dopo due parate in tuffo di Balossino, gli alessandrini incominciano a invadere l’area avversaria. De Micheli, colpito involontariamente al fianco, esce momentaneamente dal campo. Nella squadra romana avvengono i mutamenti sopra riferiti. Le azioni dell’attacco grigio assumono immediatamente maggiore chiarezza e scioltezza. La partita non sembra assumere un carattere di netta prevalenza alessandrina perché Balossino è chiamato volta a volta a parare, ma è evidente che la compagine piemontese ingrana più di quella romana e il suo affiatamento e la capacità tecnica sono gli elementi che dominano sempre. La minaccia alessandrina parte quasi sempre dagli stessi giocatori: Chierico, Ferrari e Marchina, ed è appunto da tutta la loro azione offensiva che scaturisce il goal del pareggio. Una entrata di forza nell’area romana ed una rapida serie di passaggi tra Ferrari e Chierico scombussola la difesa rossogialla: Ferrari passa a Marchina e questi a Chierico che, con un colpo di testa, manda la palla nella rete di Ballanti. È il 27’. La Roma si riscuote e gli unici episodi degni di nota di questa riscossa sono due discese di Benatti. A conclusione della prima, la veloce ala destra colpisce, con un tiro fortissimo, il palo trasversale e con la seconda dà modo a Volk di operare un pericoloso tiro in porta che Balossino para magnificamente. Ottimo l’arbitraggio di Gama junior. («Gazzetta del Popolo», 24 febbraio 1930) Nemmeno ieri i giallorossi sono riusciti ad acciuffare la vittoria, ma almeno per questa volta bisogna ammettere che la colpa non è tutta loro. Si è anzi portati quasi a pensare che all’Alessandria sia riservato il destino di chiudere, sui campi della Capitale, sempre alla pari, poiché solo così si può riuscire a spiegare l’andamento e il risultato della partita. Non siamo abituati ad imprecare alla sorte, né a richiedere l’intervento della sfortuna in ogni occasione, ma quando, come ieri, per ben sei volte i pali si incaricano di sostituire il portiere e di respingere altrettanti palloni, non si può fare a meno di concludere che la cosa non è precisamente normale. A ciò si aggiunga che in diverse occasioni la rete alessandrina è stata salvata con interventi che avevano del miracoloso, e si potrà quindi capire che avevano del miracoloso, e si potrà quindi capire il perché della mancata vittoria romana. Intanto, i supporters giallorossi hanno sfollato ancora una volta il campo con il muso lungo, ma con la soddisfazione, almeno, di aver visto la squadra del cuore notevolmente migliorata. Ieri, infatti, la Roma è apparsa trasformata dalle ultime esibizioni ed anche se la vittoria non ha voluto consacrare tale miglioramento, questo è risultato tuttavia evidente in ogni momento e in ogni reparto. Specialmente nel primo tempo, i giallorossi hanno svolto un giuoco di ottima fattura tecnica e il ritorno di Bernardini ha influito immediatamente sul rendimento dell’attacco, il cui giuoco si è fatto più chiaro, più preciso, più pericoloso. Ieri Bernardini ha fatto lavorare i suoi compagni con un intelligente giuoco di passaggi distribuendo il pallone su tutto il fronte e imprimendo alle azioni quell’organicità e quell’autorevolezza di cui da tanto tempo esse erano prive. E tutto ciò malgrado la mediocre giornata di Chini e Benatti, i quali hanno sciupato numerosissime occasioni o per lentezza, come il primo, o per imprecisione, come il secondo. Volk e Fasanelli, e più questi che quello, ha coadiuvato Bernardini nel migliore dei modi; il trio centrale ha così intessuto azioni pregevolissime non solo per stile, ma soprattutto per quanto riguarda la capacità conclusiva. Balossino è stato infatti sottoposto ad un lavoro da negro e se un solo pallone ha varcato la linea fatale ciò è avvenuto più che per le virtù difensive degli alessandrini, per quei fattori di fortuna che più sopra abbiamo illustrato. La mediana romana ha complessivamente bene assolto il suo compito; il solo Degni, prezioso nel sostegno dell’attacco, ha costituito un punto debole allora che si trattava di ripiegare in difesa; ma Ferraris IV e D’Aquino si sono sempre mostrati all’altezza della situazione. Specialmente il primo ha ancora una volta confermato il suo perfetto grado di forma con un giuoco inesauribile e generoso, sicuro ed efficace, sempre ottimo e redditizio sia nelle fasi offensive che in quelle difensive. Dei terzini, il solo Barzan è stato sempre valido, intelligente, preciso. De Micheli, che già nel primo tempo aveva dato l’impressione di non trovarsi a suo agio, nel secondo, per uno strappo muscolare, passava in prima linea e cessava di costituire un elemento utile per la squadra. Ballanti, non sottoposto ad un lavoro troppo grave, si è ben districato in qualche pericolosa occasione, ma non può dichiararsi immune di colpa per quanto riguarda il goal segnato dai grigi. Soverchiati per quasi tutta la partita, gli alessandrini sono tuttavia riusciti a chiudere alla pari e, così come abbiamo detto che essi sono stati aiutati in sommo grado dalla fortuna, diciamo anche che mai hanno dato la impressione di subire passivamente la superiorità degli avversari. Tuttavia, la squadra non ha impressionato gran che; mediocre in difesa, buona nella mediana, precisa, ma assai poco decisa all’attacco, non appariva avversario tale da costringere alla divisione dei punti. Ed effettivamente al pareggio i grigi non sarebbero pervenuti se non fossero stati aiutati da un inspiegabile errore tattico del trainer romano, il quale si decideva alla situazione di De Micheli, assolutamente incapace di muoversi, soltanto dopo che Micheli [Borelli] aveva segnato il suo goal. Balossino è stato l’eroe della partita ed i suoi interventi in extremis hanno più volte avuto del miracoloso. Costa e Gallino non hanno compiuto nulla di notevole, mentre la mediana, fortissima in Avalle ed eccellente nei laterali, è stata il reparto più saldo della squadra. L’attacco, che nel secondo tempo, in seguito alla rallentata pressione dei romani, ha avuto campo di dimostrare le sue doti e le sue possibilità, si è rivelato formato di uomini assai precisi e sicuri sul pallone, ma non altrettanto decisi nel momento conclusivo delle azioni. L’inizio della Roma è travolgente: al secondo minuto, l’Alessandria è già in corner, ma Benatti lancia fuori. La difesa dei grigi è impegnata a fondo dall’attacco giallorosso, ma i replicati tiri di Volk, Bernardini e Fasanelli vengono respinti dai pali o salvati miracolosamente da Balossino. Al 21’ la Roma ottiene il suo goal: Fasanelli, avuta la palla da Ferraris, la lancia in profondità sul fronte di Volk che, solo innanzi alla rete, non ha difficoltà a battere Balossino. Non soddisfatta da questo risultato, la Roma insiste all’attacco. Le situazioni più gravi vengono create sotto la rete alessandrina. Al 25’ i grigi si salvano in corner, ma pressati dai giallorossi non riescono a risolvere la situazione. Altri due calci d’angolo vengono successivamente tirati dai romani, i quali per tutto il primo tempo non permettono agli avversari di organizzare alcuna discesa. Nel secondo tempo, invece, la Roma si mantiene in attitudine difensiva. La partita è ora più equilibrata e l’Alessandria può tentare così la sorte sotto la rete di Ballanti. Nei primi minuti, De Micheli è vittima di uno strappo muscolare che non gli permette di sviluppare un giuoco efficace di difesa. Ne approfitta l’Alessandria per segnare il pareggio al 27’ con Micheli [Borelli]. Ferraris passa, allora, al posto di De Micheli, mentre Bernardin indietreggia a centrosostegno; ma il provvedimento tardivo non ha alcun effetto. La partita si chiude senza che i romani riescano a segnare il goal della vittoria. Ottimo arbitro, Gama junior di Milano. Alla partita hanno assistito le LL.EE. Rosboch e Riccardi, gli on. Ferretti, Rocca, Maltini, il maestro Zanetti e il cav. Corbari. («La Gazzetta dello Sport», 24 febbraio 1930) Il Roma, reduce dalla poco felice prova di Padova, ha iniziato l'incontro a grande andatura, e tutto sembrava preludere a una sua vittoria in grande stile. Il ritorno in squadra di Bernardini ha ridato all'attacco romano nuova vitalità e per tutto il primo tempo la prima linea ha svolto un giuoco fluido e scintillante. Smarcamenti, finte, spostamenti di gioco da un'ala all'altra, puntate decise e veloci, tiri in porta numerosi e potenti sono stati i numeri più belli dell'attacco romano. L'Alessandria, di fronte a tale gioco irresistibile, non ha potuto che chiudersi in difesa per non essere travolta. Ciò non ostante è venuto un solo goal per i romani, segnato da Volk al 21° minuto del primo tempo. L'azione più pericolosa degli alessandrini è scaturita in questo primo tempo da un tiro di Avalle, su calcio di punizione, che ha sfiorato il palo superiore della porta dei romani. Superata la metà della partita con un solo punto al passivo, l'Alessandria ha atteso fiduciosa il secondo tempo per produrre il suo massimo sforzo, ed ha dato prova di tenacia e volontà incrollabili. I romani hanno ancora prevalso, però aspramente controbattuti, per una ventina di minuti; poi, stanchi per il grande prodigarsi del primo tempo, sono sensibilmente calati. È venuto cosi il pareggio alessandrino, ottenuto da Marchina al 28° minuto. Il Roma ha poi spostato Bernardini a centro sostegno, Ferraris a terzino. De Micheli, contuso, al posto di Chini, portando quest'ultimo alla mezz'ala. Ma il risultato è rimasto inalterato. Quattro corners sono stati in favore del Roma ed uno solo a vantaggio dell'Alessandria. Nella tribuna delle autorità erano presenti i sottosegretari Riccardi e Rosboch, gli on. Ferretti, Maltini, Rocca, Baccarini, il comm. Corbari e il maestro Zanetti. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio) RISULTATI: Ambrosiana-Livorno 6-2 Bologna-Lazio 3-2 Brescia-Milan 4-1 Cremonese-Pro Patria 1-2 Genova 1893-Pro Vercelli 1-0 Modena-Padova 0-2 Napoli-Juventus 2-2 Torino-Triestina 4-1 CLASSIFICA: Ambrosiana, Juventus, Genova 1893 25; Torino* 24; Alessandria* 23; Bologna 20; Napoli, Milan 19; Pro Vercelli, Brescia 18; Roma* 16; Triestina 15; Lazio 14; Pro Patria, Modena 13; Livorno 12; Padova 10; Cremonese 7. = gare in meno MARCATORI: Il punto sul campionato Il girone di ritorno del massimo campionato si è iniziato con una serie di risultati interessanti e regolari. Gli incontri più importanti agli effetti della classifica si svolgevano a Napoli e a Roma. I napoletani hanno dato una nuova prova della loro efficienza, riuscendo a pareggiare con la Juventus, rimontando lo svantaggio di due punti segnati inizialmente dai torinesi. il Roma, squadra discontinua, dopo aver giocato un eccellente primo tempo, ha subito il pareggio nella ripresa per opera degli alessandrini, che hanno confermato la solidità della loro inquadratura. L'inizio della seconda tappa del campionato ha poi rivelato due compagini in eccellente ripresa: il Brescia che ha battuto il Milan con un severo punteggio e il Padova che sul campo neutro di Mantova ha conquistato due punti al Modena. Le squadre che dovranno restituire le visite a Brescia e a Padova, non troveranno certo facile compito. Torino e Ambrosiana hanno ottenuto due nette vittorie sulla Triestina e sul Livorno: la squadra torinese sembra aver ritrovato la migliore efficienza della sua linea di attacco. Genova e Bologna invece non sono ancora a «punto»; i liguri hanno vinto per un calcio di rigore; i bolognesi, in formazione incompleta, non hanno saputo giocare con egual rendimento nei due tempi. Da notarsi infine la vittoria strappata dai bustesi sui cremonesi sempre in crisi. Nella classifica tre squadre: Ambrosiana, Juventus e Genova precedono di un punto Torino, di due Alessandria, ma il Genova ha disputato una partita in più delle rivali. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio)