Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1929/1930
Serie A
13-04-1930 - Giornata: 23 - Torino - Corso Marsiglia


Juventus FC - Alessandria US 2 - 1 (1 - 1)
RETI: 83. Orsi R. [Ju] 37. aut. Balossino N.[A], 43. Cattaneo R.[A]

Alessandria US Balossino Natale, Costa Felice, Gallino Luigi, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Avalle Edoardo, Scagliotti Cinzio, Banchero (II) Ettore, Autelli Mario All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
JUVENTUS FC: Combi; Rosetta, Caligaris; Mosca Cirvella, Violak, Bigatto (I) Carlo, Munerati, Varglien (I) Mario, Sanero, Crotti, Orsi. All.: Aitken William John

Arbitro: Dani Carlo (Genova)
Note
Rigore sbagliato: 45. Orsi [J - fuori]. Angoli: 4-2 (2-2). Giornata piovosa, terreno pesantissimo Inizio gara ore 15.00

Commento
Una bella partita: una di quelle partite che riconciliano col campionato. Il giuoco è stato, dal primo all’ultimo minuto, di un impeto entusiasmante e la folla è passata attraverso a emozioni che mozzavano il respiro. Battuti di misura, i grigi escono dalla lotta con tutti gli onori. Si può anche dire battuti per una di quelle disgrazie che sembrano una beffa del destino: un autogoal che, quantunque immediatamente pareggiato da Cattaneo, ha finito per pesare sul risultato dell’incontro, perché è appunto con lo scarto di un goal che la Juventus è riuscita ad aggiudicarsi la preziosissima vittoria. La partita è stata ricca di emozioni come poche altre in questo campionato. I due goals del primo tempo, dei quali si dirà dettagliatamente più avanti, la vicenda alterna del gioco, ora largamente in dominio della Juventus, ora tenuto dalla pregevole tecnica dei grigi, il calcio di rigore sbagliato da Orsi, l’energica offensiva dei bianconeri nel secondo tempo e il ripiegamento degli alessandrini, Rosetta che avanzava fino nell’area di rigore avversaria, due occasioni mancate di Varglien solo davanti alla porta, poi il risveglio degli ospiti e l’allontanarsi della vittoria già creduta a portata di mano, infine il goal di Orsi a pochi minuti dalla fine, in una selva di uomini e lo scatto della folla come liberata da un incubo: tutti questi elementi hanno composto un quadro di affascinante bellezza. La partita non ha avuto un inizio di assaggi calmi, ma ha preso immediatamente un tono di alta combattività. Sotto la pioggia fitta e su un terreno pesantissimo, l’Alessandria, al fischio dell’arbitro, si è lanciata all’offensiva e non era ancora passato un minuto che già aveva ottenuto un calcio d’angolo. Una linea attaccante, quella dei grigi, composta tutta, fatta eccezione per Avalle, di pesi leggeri. I primi minuti furono di stupore. Quei ragazzi che rispondevano ai nomi di Scagliotti, Banchero II, Autelli formanti il reparto sinistro della linea (mancava Ferrari) manovravano sul terreno difficile e ingannatore con sicurezza sorprendente. Al calcio d’angolo seguiva, un minuto dopo, un tiro di Avalle che chiamava per la prima volta Combi al lavoro. La Juventus rispondeva con un contrattacco portato dalla coppia Munerati-Varglien che per poco non giungeva al segno e ripiegava quindi ancora in difesa sotto l’incalzare di una nuova minaccia dei grigi che si concludeva con un secondo tiro di Avalle, bloccato come il primo. Tutto il primo quarto d’ora di giuoco fu, per valore tecnico di azioni e per effettivo dominio, nettamente a favore dei grigi. La sorpresa dei primi minuti lasciò gradatamente il posto ad una pacata ammirazione e cominciò a farsi strada la convinzione che il terreno pesante, anziché creare un ostacolo al giuoco dei grigi, veniva indirettamente a favorirlo e che era quindi necessario alla Juventus cercare di seguire la pista degli avversari perché, quando sono anormali le condizioni del fondo, le risorse migliori, più che da una volontà travolgente, scaturiscono da una intelligente e ragionata tecnica di giuoco. L’impressione dominante è stata infatti che la Juventus cercasse, più che l’azione di sfondamento, l’azione manovrata. Anche se i risultati non sempre corrispondevano alle intenzioni, pure questa tendenza era palese in ogni azione d’attacco e di contrattacco intessuta dai bianconeri e si avevano anzi azioni in cui il tentativo di piazzare il giuocatore per il tiro portava l’attacco ad indugiare nell’area di rigore avversaria con passaggi apparentemente superflui. Una linea attaccante d’occasione come era quella dei bianconeri avrebbe potuto sfasciarsi senza suscitare, in fondo, una troppo grave delusione. Nessuno si sarebbe stupito se i cinque uomini avessero adottato la tattica detta «dei colpi di mano», cercando cioè il successo attraverso azioni individuali come fatalmente avviene di tutte le linee improvvisate e disorganiche. Occorre invece dire che l’attacco della Juventus raramente ha svolto un giuoco così ordinato come quello di ieri. Quest’ordine, mantenuto anche nei momenti della più accesa battaglia, questa cura costante di evitare le azioni individuali e di cercare invece, almeno nelle intenzioni se non sempre negli effetti, il giuoco di linea, la manifesta preoccupazione di ogni attaccante di non perdere il collegamento con i compagni, hanno salvato la Juventus dal pericolo di isterilire il suo giuoco. Certo, non si può affermare che l’efficienza di questo attacco sia stata irresistibile, ma un giudizio non può essere espresso senza tener conto della difesa dell’avversario e soprattutto senza considerare che non è una squadra come quella dell’Alessandria che possa essere battuta con una marcatura-record. Dobbiamo attribuirne il merito a Sanero, attaccante di temperamento, povero di mezzi ma dotato di un’acuta sensibilità di gioco? In parte almeno sì, ma è certo, comunque, che questo tono inatteso di gioco ha equilibrato l’andamento della partita creando, per così dire, un contrappeso alla superiorità tecnica dei grigi. Si è quindi potuto assistere ad un incontro in cui l’alternarsi degli attacchi suscitava a tratti un interesse avvincente. Mai un attimo di stanchezza, mai un’azione banale. L’interesse si accentuò dopo il primo quarto d’ora di gioco trascorso, come abbiamo detto, col prevalente dominio degli ospiti. La battaglia allora salì di tono. Nessuna squadra riusciva a sostare all’attacco più di quanto le occorresse per condurre a termine l’azione iniziata. Su ogni azione, il lavoro di difesa era radicale e definitivo. Inevitabilmente, il gioco volava nel campo opposto. Tutta la prima mezz’ora passò così in un soffio, quasi inavvertita. Ma l’ultimo quarto d’ora fu altamente drammatico. Al 35’ una centrata di Cattaneo provocava davanti alla porta torinese una situazione intricatissima. Colpita da una dozzina di piedi senza riuscire a trovar mai uno spiraglio libero in un senso o nell’altro, la palla giungeva finalmente a Bigatto che, allungando agli avanti, dava l’inizio ad un contrattacco che terminava con un tiro di Sanero in pieno sul portiere. Un minuto dopo Bertolini, inseguito ad un urto con Munerati, era costretto ad abbandonare il campo. Assente il mediano sinistro dei grigi, maturavano, a tre minuti di distanza l’uno dall’altro, il primo goal della Juventus ed il pareggio dell’Alessandria. Il goal dei bianconeri è stato come uno sgorbio buttato sulla mirabile pagina del gioco. Al 37’ Gandini, pressato da Varglien e avendo accanto Lauro, effettuava, dal limite dell’area di rigore, un passaggio a terra al portiere. Questo passaggio faceva ritenere finita e fallita l’azione d’attacco iniziata dalla Juventus. Si attendeva come la cosa più normale di questo mondo che Balossino raccogliesse la palla che gli giungeva lenta a terra e la rimandasse al centro del campo ma, fra la sorpresa generale, la palla sfiorava invece le mani del portiere alessandrino, gli passava fra le gambe e andava a fermarsi in un angolo della rete. Un attimo di sosta serve per permettere alla folla di sfogare il suo entusiasmo ed agli alessandrini di riaversi dallo spiegabile stordimento, poi, alla ripresa del giuoco, ecco che si profilava un attacco dei grigi. La palla volava ad Autelli il quale, dall’estrema, effettuava una centrata fortissima a mezza altezza. L’azione avveniva a non più di due o tre passi dalla linea di fondo; Combi usciva dai pali con un tuffo e a pugni tesi deviava la palla al largo di pochi metri a terra, fra Rosetta e Caligaris. Un attimo di indugio: Cattaneo sgattaiolava fra i due terzini avversari e, mentre Combi stava rialzandosi, mandava in rete con un tiro di sinistro rasente terra. Ecco che la vittoria juventina sfumava: tutto da rifare. Ma le emozioni non erano finite. Allo scadere del tempo, un’azione di Orsi veniva troncata da un fallo a pochi passi dalla porta. L’arbitro concedeva il calcio di rigore e la responsabilità del tiro toccava a Orsi. Il ricordo di Francoforte deve aver giuocato un cattivo scherzo al juventino: volle battere d’astuzia Balossino con un tiro in angolo e non riuscì invece che a mandare la palla debolmente oltre i pali; una cosa da lasciare a bocca aperta dallo stupore, trattandosi di un giuocatore della classe di Orsi. La ripresa ebbe un aspetto completamente diverso. Per circa un quarto d’ora il giuoco si mantenne equilibrato. Al 10’ Varglien, solo davanti al goal, effettuava un tiro debole che non creava naturalmente nessuna difficoltà al portiere. Una seconda occasione gli si presentava otto minuti dopo dalla posizione d’estrema e mancava in pieno il bersaglio. Gran sgobbone Varglien ed elemento prezioso sotto molti aspetti, ma il tiro in goal è un dono che non tutti i giuocatori possiedono. Verso il 20’ l’Alessandria, che fino a quel momento aveva reagito energicamente all’offensiva dei bianconeri, cominciò a declinare. Stanchezza o piano prestabilito di difesa? Il giuoco si infittì nel campo degli ospiti, i terzini juventini, a metà campo, sbarravano la via al contrattacco avversario e succedeva anche che Rosetta venisse, in certi momenti, a trovarsi in lotta con gli attaccanti. L’Alessandria sembrava vinta dallo sforzo compiuto nel primo tempo. Poi, la meraviglia della risurrezione. La squadra grigia, che sembrava in dominio degli avversari, ritornò con uno scossone vigoroso al suo ruolo di combattente. Il giuoco riprese nuovo respiro, ritornò al tono del primo tempo. Passato senza nulla di fatto il periodo della prevalenza juventina, i cuori erano già rassegnati alla spartizione dei punti; ma ecco improvvisamente la fase decisiva. Il goal che non era maturato in venti minuti di ininterrotta offensiva si profilava su di un contrattacco. Al 39’ l’azione, portata d’impeto nel campo dei grigi, si allargava nell’area di rigore con un passaggio a Munerati che prontamente rimetteva, con tiro assai forte, al centro. Nella traiettoria, la palla veniva sfiorata di testa da Gallino e immediatamente raccolta da Orsi il quale, sfuggito alla vigilanza di Lauro, passava tra questi e Gallino e segnava il goal della vittoria. L’azione rapidissima si concludeva in un groviglio di uomini raggruppatisi nell’area di rigore prima che venisse effettuato il passaggio a Munerati, cosicché si ebbe l’impressione che tutta una massa fosse proiettata al goal. La partita terminò virtualmente a questo punto. La tattica difensiva della Juventus tolse all’Alessandria ogni possibilità di riscossa e di notevole non si ebbe altro. Amara sconfitta quella dell’Alessandria, ma la squadra, già lo dicemmo, esce dalla lotta con tutti gli onori. Avrebbe meritato miglior fortuna, senza dubbio, senonché il risultato di una partita ha sempre una sua logica che alle volte contrasta con l’andamento del giuoco. L’infortunio di Balossino è stato fatale alla squadra grigia come era stato fatale ai bianconeri l’infortunio di Caligaris nell’incontro di andata. A voler esaminare le due squadre al disopra del risultato, che non sempre è un indice sicuro di valore, verrebbe da concludere con un giudizio di parità. Le due squadre si equivalgono e lo scarto di un goal, sia a favore dell’una che dell’altra, non può essere un argomento decisivo per un netto riconoscimento di superiorità. Le partite fra due squadre che hanno parità di classe sono decise spesso da eventi di fortuna. È necessario però mettere in rilievo il magnifico primo tempo giocato dai grigi, con quello stile che è caratteristico di questa squadra esemplare. L’elogio è doveroso. Piace, nell’Alessandria, la tecnica sobria e mai ingombrante, piace l’ordine costante del fuoco, piace soprattutto la correttezza assoluta. È una squadra che meriterebbe di salire molto in alto e che si vorrebbe vedere più fortunata. La Juventus deve alla sua volontà inflessibile la vittoria. Del giuoco dell’attacco abbiamo detto. Mediana e difesa, impegnate a fondo, hanno giuocato una gara memorabile. Viola ci ha ricordato la sua partita di Roma contro i giallorossi. In complesso, uno squadrone tutto fremente di volontà combattiva, equilibrato e che è riuscito a mantenere dall’inizio alla fine un’andatura costante di giuoco, senza sbandamenti o rallentamenti, sempre con lo stesso grado di efficienza. Senza dubbio è stata questa, a nostro avviso, la partita più ordinata giuocata dalla Juventus. E la vittoria, anche per questo, è meritata. Lodevole, sotto ogni aspetto, l’arbitraggio di Dani. Nella tribuna d’onore, la principessa Iolanda col consorte conte Calvi di Bergolo, accolti con affettuosa deferenza dalla folla, e S.E. il sottosegretario Rosboch. (Ettore Berra, «Gazzetta del Popolo», 14 aprile 1930) JUVENTUS VINCE CONTRO ALESSANDRIA Partita disputatissima e risultato incerto sino alle ultime battute. Ma la vittoria juventina è del resto meritata per il netto predominio dimostrato specialmente durante la ripresa. La prima linea della Juventus, mancante di Cesarini e in una ennesima formazione di ripiego col trio centrale Crotti-Sanero-Varglien, non ha svolto un brillante gioco d'assieme, ma i cinque uomini hanno lottato vigorosamente. Orsi come al solito è stato guardatissimo, ed al centro Sanero ha coperto degnamente il difficile posto. L'Alessandria ha giocato un' ottima partita e il merito spetta principalmente alla linea mediana di cui Bertolino è stato il migliore esponente. L'incontro si è iniziato con un periodo favorevole agli alessandrini il cui attacco, sorretto energicamente dai mediani, ha portato a fondo parecchie azioni belle e pericolose. Banchero 2°, che giocava al posto di Ferrari, s'è disimpegnato brillantemente e la rete juventista è stata minacciata a più riprese. Ma la difesa torinese e la linea mediana, imperniata su Viola in grande giornata, hanno costituito un blocco impenetrabile. Poi la Juventus è partita al contrattacco con pericolose discese, e la lotta si è fatta serrata. Al 37° minuto la Juventus si è trovata in vantaggio in modo inaspettato: Gandini, in possesso della palla e stretto da parecchi avversari, ha passato al proprio portiere; ma Balossino, piegato sulle ginocchia, si è lasciato sfuggire il pallone viscido di mota che è andato a finire in rete. Tre minuti dopo l'Alessandria ha pareggiato: Avalle, partito da metà campo, ha inviato ad Autelli che ha centrato di precisione; Combi. gettatosi in tuffo, ha colpito il pallone a pugni chiusi, ma lo ha mandato verso Cattaneo che, prontissimo, ha tirato in porta segnando il pareggio. All'ultimo minuto Orsi, in area di rigore alessandrina, è stato atterrato da Gandini. L'arbitro ha punito il fallo col calcio di rigore; ma il tiro dello stesso Orsi è finito debolmente a lato. Nella ripresa la Juventus ha sfoggiato una maggiore decisione, di fronte alla quale l'Alessandria, rinunziando a buona parte della tattica d'attacco, si è preoccupata della difesa, riuscendo a contenere gli attacchi avversari. E dopo che Varglien ha fallito una facilissima occasione di segnare, si è portata nuovamente all'offensiva. Ma verso il 40° minuto attorno a un pallone inviato da Munerati, davanti alla porta alessandrina si è creata una serrata mischia. Orsi è intervenuto fulmineo ed ha scaraventato in rete la palla segnando il punto della faticata vittoria juventina. Arbitro: Dani. Alla partita hanno assistito la Principessa Jolanda col consorte conte Calvi di Bergolo e l'on. Rocca di Alessandria. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio) Vittoria dell’Alessandria nel girone di andata per autogoal dei bianconeri, vittoria della Juventus ieri per autogoal dei grigi. Pari e patta, quindi. Partita disputatissima e risultato incerto sino agli ultimi minuti, proprio come vuole la tradizione degli incontri tra la squadra alessandrina e quelle torinesi. Lotta appassionante e, sul finire, vittoria della Juventus, vittoria meritata e conquistata attraverso al predominio nettissimo avuto dai concittadini durante tutta la ripresa. Il primo tempo aveva visto invece un equilibrio di forze nelle due squadre ed un goal segnato per parte. L’Alessandria aveva iniziato all’attacco ed era riuscita anche a portare a fondo parecchie belle e pericolose azioni. Mancava Ferrari alla linea dei forwards grigi, ma tuttavia il quintetto, con Banchero II al posto dell’assente, mostrava di trovarsi abbastanza a suo agio sul viscido terreno del campo juventino. La linea manovrava bene e si sa quanto sia difficile da arrestare l’attacco grigio quando ha trovato i giusti temi da svolgere ed i giocatori, sfoggiando abilità ed altruismo, manovrano concordemente. Chi importava il gioco in apertura era Avalle, lavoratore attivissimo e combattente intrepido, e Cattaneo ed Autelli, chiamati spesso all’opera da palloni saggiamente passati in lungo alle spalle dei mediani bianconeri, sapevano sbrigare assai bene il loro compito, mettendo al centro palloni assai pericolosi. Scagliotti e Banchero II, giovani non ancora all’altezza dei più anziani, ma sufficientemente capaci di manovrare la palla e di capire le intenzioni dei compagni, riuscivano a legare il gioco ed a mettere in difficoltà la difesa bianconera. Quest’inizio favorevole all’Alessandria venne, a parer nostro, per la pronta entrata in azione della linea mediana grigia. In essa, Bertolini e Gandini, ed il primo ancor più del secondo, prendevano subito risalto per il loro gioco vigoroso e per l’«à-propos» delle entrate e dei passaggi. Si ebbe così la visione di un gioco veramente bello e la partita avvinse subito la folla elettrizzandola con il magnifico duello ingaggiato dall’attacco grigio e dalla salda difesa bianconera. Occorre infatti avvertire che, se l’Alessandria attaccava, la Juventus non tardava a sua volta a prendere le dovute precauzioni, perché l’offensiva non portasse a spiacevoli sorprese. È noto che quando la difesa bianconera è impegnata a fondo di fronte ad un avversario che sa il fatto suo si chiude sino ad avere la saldezza di un blocco di acciaio e ribatte pallone su pallone e ferma uomo per uomo. Si ebbe agio di vedere che Mosca, Viola, Bigatto non si disorientavano di fronte al manovrato attacco avversario. Viola soprattutto, essendo in giornata particolarmente felice e trovando nel terreno pesante un alleato, si ergeva come un colosso di fronte agli avversari, sfoderando tutte le risorse della sua classe. Le prime azioni fruttavano all’Alessandria un calcio d’angolo che non sortiva risultato, mentre alcune controffensive juventine apparivano particolarmente pericolose. Così Varglien metteva a lato un pallone prezioso ed Orsi creava, con due sue personalissime discese, situazioni punto facili per la difesa grigia. V’era scambio di colpi insomma ed equilibrio di lotta. Dopo un quarto d’ora di gioco, giungeva a Combi un pallone assai difficile da arrestare, tuttavia il portiere juventino, a mani aperte, metteva oltre la linea di fondo. A sua volta, Balossino, poco dopo, doveva gettarsi disperatamente sulla sua destra per deviare una saettante puntata di Varglien. La mezz’ora era passata da poco e Sanero si era visto parare da Balossino un tiro assai insidioso quando, improvvisamente, si aveva il primo goal che portava la Juventus in vantaggio. Bertolini era uscito dal campo per una contusione alla caviglia riportata in uno scontro con Munerati e l’azione si era portata nella metà campo alessandrina; Gandini, in possesso della palla, vedendosi serrato da presso da alcuni avversari, girava su se stesso e passava al palla al proprio guardiano. Balossino si piegò sulle ginocchia e fece per bloccare il passaggio con le mani; avvenne che il pallone, viscido per il fango e calciato con una certa forza, gli sfuggì ed entrò nettamente in rete. Un infortunio, uno di quelli che fanno mordere i pugni per il dispetto al giocatore che ne è rimasto vittima. Sul campo, non vi furono baci ed abbracci per questo punto senza… autore. Si era a questo punto esattamente al 37’ di gioco e l’Alessandria, riprendendosi prontamente, riuscì ben presto a rimettere alla pari le sorti. Infatti, tre minuti dopo, Avalle partiva con la palla quasi all’altezza della mediana e, scartati due uomini, mandava ad Autelli. L’ala eseguiva un centro assai pericoloso che cadeva a tre o quattro metri da Combi. Il portiere bianconero, invece di bloccare il pallone, proiettato in tuffo in avanti, lo colpiva a pugni chiusi indirizzandolo verso Cattaneo che si era portato intanto all’interno. Vi fu avanti alla rete bianconera un po’ di confusione e nel frattempo Cattaneo, tirò a mezza altezza. La palla sfiorò Caligaris e si insaccò in rete mentre Combi, che stava rialzandosi, non poteva apprestarsi alla parata. Si credette che il primo tempo dovesse terminare senza altre emozioni per le due falangi di supporters ma, proprio all’ultimo minuto, Orsi, in piena area di rigore e mentre si apprestava a calciare a colpo quasi sicuro, venne violentemente urtato da Gandini e mandato ruzzoloni. Fallo da penalty. Palla sul punto bianco e debole tiro di Orsi, dopo quello precedente a lato. Un infortunio di Orsi, dopo quello precedente di Balossino. La ripresa ci mostrò una Juventus animata dalle più fiere intenzioni di vittoria ed una squadra grigia preoccupata di difendersi di fronte a tanto ardore offensivo. Si ebbe quindi mezz’ora di pressoché assoluta supremazia bianconera, ma fu mezz’ora di sterili attacchi. Bene o male, la difesa grigia riuscì infatti ad evitare il goal e, con il passare dei minuti, si andava rafforzando in tutti la convinzione che la partita finisse con una divisione di punti. Varglien, in questo periodo, aveva sbagliato, solo avanti alla porta, un pallone che avrebbe dovuto tramutarsi in goal e Balossino si era fatto perdonare il precedente errore con alcuni coraggiosi e tempestivi interventi. Dopo trenta minuti di difesa, l’Alessandria riuscì per qualche poco a riprendere respiro. L’attacco tornò infatti a lavorare e la squadra si distese in campo alla ricerca della vittoria. Successe allora che la Juventus, mentre la situazione tornava a farsi difficile, poté ottenere il tanto agognato successo. Mancavano sette minuti al termine e l’Alessandria subì un corner. Sull’azione immediatamente seguente, la minaccia venne allontanata ma subito appresso Munerati, che sino allora aveva fatto ben poco, crossava avanti al goal grigio, provocando una mischia nella quale una mezza dozzina di uomini stavano a contendersi la palla. Fu un attimo: Orsi, non sorvegliato dal suo mediano, piombò come un fulmine nel groviglio di uomini, spiccò un salto e, colpendo la palla a mezzo metro dal suolo, la scaraventò in rete. L’Alessandria, stanca e scossa dal nuovo scacco, non trovò più energie sufficienti per marciare alla conquista di un secondo pareggio. Questa la partita nelle sue fasi appassionati. Da esse risulta chiaramente che, delle due squadre, la Juventus fu quella che più meritò il successo. La sua superiorità di attacchi fu netta e le occasioni di segnare che le si offersero furono molte. Quasi tutte furono fallite perché l’attacco bianconero, messo su alla meglio e mancante di Cesarini, che è un tiratore in goal di prima forza, non poteva essere affiatato. Gioco di linea se ne vide poco, infatti, ma individualmente Orsi, Crotti, Sanero ebbero spunti bellissimi. Orsi fu, come al solito, guardato a vista e dovette sempre lavorare disperatamene per superare gli avversari che gli facevano barriera. Orsi ha vinto la partita con quel suo «goal fulmine» che giunse quando ormai i più disperavano di poter assistere alla vittoria della Juventus, Crotti riuscì molte volte a portare la palla in area grigia ed apparve migliorato dalle sue ultime prove, ma non ebbe ieri il tiro in goal. Lo stesso si può dire di Sanero, il quale ci parve però il migliore di tutti i centroattacco che la Juventus ha posto in squadra quest’anno. Sanero è un giocatore, intelligente e sicuro sulla palla; non sfoggia un gioco di fattura superiore, ma il suo rendimento nel corso di una contesa non è mai scarso. Occorrerà aver fiducia in lui e lasciare che si faccia le ossa nel difficile ruolo. Varglien fu sgobbone come al solito, ma risentì del cambiamento di ruolo dopo le partite giocate al centro della mediana e Munerati non apparve in felice giornata. Ottimamente si comportò il sestetto difensivo, che non ebbe alcun sbandamento. Nulla da aggiungere per i grigi a quanto è stato detto dopo il loro incontro con il Torino. Squadra bella e forte, l’Alessandria ha mancato per poco il pareggio ed ha avuto il merito di non aver ceduto mai di schianto di fronte all’incalzare dell’attacco bianconero. Certo, la compagine ha sentito molto la assenza di Ferrari, ma purtuttavia ha combattuto con saldo cuore e con notevole freschezza di energie. Bertolini fu l’uomo migliore dell’undici ospite e, dopo di essere stato un dominatore sino al momento della sua uscita dal campo nel primo tempo, nella ripresa tornò ad essere efficacissimo nel lavoro difensivo, trovandosi presente avanti al goal ed ostacolando gli avversari in ogni minacciosa azione. Buona prova fecero pure Cattaneo, Avalle specialmente nel primo tempo, Gandini ed i due terzini. Ottimo arbitro Dani di Genova. All’incontro hanno assistito S.A.R. la Principessa Jolanda con il consorte conte Calvi di Bergolo, l’on. Rocca, l’avv. Edoardo Agnelli presidente del F.C. Juventus. («La Stampa», 14 aprile 1930) Il primo tempo si è chiuso alla pari per una strana vicenda di contrattempi che hanno bilanciato equamente la buona e la cattiva sorte delle antagoniste. L’Alessandria, infatti, al 37’ regalava letteralmente il primo goal agli avversari giacché Balossino lasciava passare (mani in ritardo sul pallone viscido e gambe aperte) un piano e preciso inviatogli da Gandini da una trentina di metri, e Orsi metteva fuori un calcio di rigore giusto allo scoccare del 45’, quando già le squadre erano in pareggio perché Cattaneo aveva segnato il suo goal al 43’, calciando abilmente al volo un pallone respinto a pugni chiusi da Combi su tiro di Autelli. Tradiva Orsi l’amore dell’angolino: il pallone raso terra passava un palmo al di là del palo. La punizione era conseguenza di uno sgambetto che aveva atterrato Orsi, giunto col pallone a tre metri dal goal. Tutto sommato, questo verdetto di parità è giusto, poiché se l’Alessandria ha avuto la meglio per i primi venti minuti di giuoco lavorando all’attacco con il suo meraviglioso stile artistico spigliato e deciso, la Juventus ha collocato con minore continuità ma con autorevole efficacia alcune azioni da goal. Ma la Juventus ha vinto la battaglia nella ripresa. Il goal juventino (l’unico della giornata) è venuto su traversone di Munerati è ripreso al volo da Orsi a due metri da Balossino, tra un groviglio di uomini dei due partiti. Sarebbe però fuori di luogo ricalcare qui il vecchio motivo della sterilità juventina. Oggi, gli zebroni hanno giuocato una ripresa tutta fuoco e volontà e senso di giuoco. Hanno manovrato nelle fasi offensive come forse ormai hanno saputo manovrare meglio. Durante l’intera ripresa, l’attacco grigio non è mai esistito, costretto com’era a dare man forte alla sua mediana, letteralmente soffocata dall’assillante lavoro impostole dal quadrato ed impetuoso giuoco juventino, condotto a otto e a nove uomini. Però un paio di guizzi d’alta classe hanno obbligato Caligaris a ricorrere ai suoi numeri di virtuosismo e Combi a operare due fulminee uscite. Nello svolgimento a trame larghe del primo tempo si è avuta la parte migliore (dal punto di vista stile) della partita. Le due squadre hanno potuto liberamente esporre il meglio delle loro risorse negli alterni periodi di prevalenza. Nel complesso, una magnifica partita giuocata con cavalleria, arte e brio, contro ogni difficoltà del terreno. Per la cronaca, due corners per parte nel primo tempo, due contro l’Alessandria nella ripresa. Impeccabile l’arbitraggio, preciso e severo, di Dani. («La Gazzetta dello Sport», 14 aprile 1930) RISULTATI: Ambrosiana-Milan 2-0 Bologna-Torino 0-1 Genova 1893-Cremonese 2-1 Lazio-Modena 4-0 Livorno-Padova 4-3 Napoli-Roma 1-1 Pro Patria-Brescia rinviata Pro Vercelli-Triestina 6-0 CLASSIFICA: Ambrosiana 35; Juventus 33; Genova 1893 31; Alessandria, Torino 30; Bologna 25; Pro Vercelli 24; Brescia, Napoli 23; Roma 22; Milan 21; Lazio 19; Livorno, Triestina 18; Pro Patria, Modena 17; Padova 16; Cremonese 10. * = gare in meno. MARCATORI: Il punto sul campionato Anche al termine della sesta giornata del girone di ritorno Ambrosiana e Juventus hanno conservato le loro posizioni in classifica superando sui propri campi due ostacoli non del più facili. Specialmente l'incontro di Torino, tra Juventus ed Alessandria si presentava arduo per i torinesi i quali hanno conquistato una vittoria un po' faticata, segnando il goal decisivo a cinque minuti dalla fine, dopo che l’Alessandria aveva subito un autogoal. Occorre però citare che Orsi ha sbagliato un calcio di rigore; e per gli amatori di curiosità calcistiche si potrà ricordare che circa cinque mesi fa ad Alessandria la Juventus fu battuta appunto su un autogoal. L'Ambrosiana ha potuto imporsi in modo più netto contro il Milan, che per la partita contro i rivali cittadini, ha ritrovato una giornata di vitalità e si è mostrato in campo pugnace e combattivo. Il risultato più interessante anche per le conseguenze sulla classifica è forse quello di Bologna in cui i campioni d'Italia, pur avendo condotto in prevalenza l'offensiva, sono stati battuti per la sterilità dell'attacco dal Torino che si è affiancato in classifica ali Alessandria. Napoletani e romani hanno chiuso alla pari a Napoli, Lazio e Pro Vercelli hanno conquistato invece due vittorie a largo punteggio. La Cremonese ha opposto una buona difesa al Genova sul campo neutro di Pavia e il Padova ha trovato un intoppo contro gli animosi livornesi. La partita Pro Patria-Brescia è stata rinviata, causa il maltempo. Pioggia e vento hanno del resto disturbato una buona parte degli incontri di ieri. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio) 21.04.1930 Alessandria, Littorio – 24ª giornata Alessandria - Genova 1893 0-2 (0-0) Reti: 53. Banchero (I) Elvio [G], 84. Casanova [G]. Alessandria: Balossino, Costa, Gallino, Lauro, Gandini, Bertolini, Cattaneo, Avalle, Scagliotti, Marchina, Borelli. All.: Carcano. GENOVA 1893 CdC: De Prà, Lombardo, Spigno, Barbieri Ottavio, Albertoni, Parodi, Puerari (III) Giovanni, Ansaldo, Banchero (I) Elvio, Casanova, Levratto. All.: De Vecchi. Arbitro: Carraro Albino (Padova). L’ALESSANDRIA È BATTUTA DAL GENOVA La partita ha richiamato una folla assai numerosa convenuta dalla provincia e da Genova. Nel primo tempo il gioco delle due squadre si è equilibrato per quanto gli alessandrini non sembrassero in buona giornata. Nessun punto è stato segnato. Nella ripresa i genovesi hanno avuto un lieve predominio. Il primo goal è stato ottenuto al 12° minuto da Banchero su azione personale culminata con un tiro da pochi metri. Gli attacchi dell'Alessandria, soprattutto per la poca efficienza del centro Scagliotti e dei due di sinistra Marchina e Banchero II, si sono sempre infranti contro l'abile difesa avversaria. Il Genova anzi, al 35° minuto, ha segnato nuovamente con Casanova, su passaggio di Levratto. Bertolini, Gandini, Avalle e Cattaneo si sono prodigati per tutto il secondo tempo, ma non sono riusciti a migliorare la situazione. Del genovesi si sono distinti Banchero, Puerari, Levratto e l'estrema difesa. Arbitro: Carraro. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio) RISULTATI: CLASSIFICA: MARCATORI: Il punto sul campionato Ancora una volta la squadra milanese, riconfermando con la bella sicurezza della sua marcia vittoriosa e la regolarità dei suoi risultati, l'eccellenza della sua inquadratura, è riuscita a passare avanti. Non cosi invece la Juventus che ha dovuto cedere contro i modenesi. Per questo il vantaggio dell'Ambrosiana si accentua. Quattro punti separano ormai i leaders dagli inseguitori. E la Juventus si è fatta anche raggiungere dal Genova inaspettato vincitore ad Alessandria nell'unico incontro disputato ieri, lunedi. Con ciò la lotta non è affatto risolta: mancano dieci partite e al foot-ball non si è mai sicuri fino a quando è scritta la parola fine. Juventus, Genova e Torino possono ancora minacciare e seriamente l'Ambrosiana. Ma è certo che il brillante undici di Milano che sta ormai convincendo con l'evidenza delle cifre, anche i più scettici, si trova in condizioni di favore come classifica e come calendario. Fra gli altri risultati notevoli il « nullo » del Livorno a Milano, la resistenza del Napoli a Torino, il successo della Pro Patria sul Bologna. Da rimarcare poi la ripresa delle squadre romane entrambe vittoriose e con netti punteggi in casa, come fuori. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio)