Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1929/1930
Serie A
21-04-1930 - Giornata: 24 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Genova 1893 CdC 0 - 2 (0 - 0)
RETI: 53. Banchero (I) E. [Ge] , 84. Casanova O. [Ge]

Alessandria US Balossino Natale, Costa Felice, Gallino Luigi, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Bertolini Luigi, Cattaneo Renato, Avalle Edoardo, Scagliotti Cinzio, Marchina Libero, Borelli Michele All.: Carcano Carlo

Formazione avversaria
GENOVA 1893 CdC: De Prà; Lombardo, Spigno; Barbieri, Albertoni, Parodi; Puerari (III) Giovanni, Ansaldo, Banchero (I) Elvio, Casanova, Levratto (II) Virgilio Felice. All.: De Vecchi Renzo.

Arbitro: Carraro Albino (Padova)
Note
Spettatori: 20.000. Terreno secco e duro. Inizio lunedì ore 15.00 Le cronache riportano per la sesta volta, come centrattacco dell’Alessandria, tale «Micheli» (si tratta, presumibilmente, di Borelli).

Commento
La partita è stata vissuta in una cornice di pubblico eccezionale, cosicché il nuovo e capace campo del Littorio apparve insufficiente ad inghiottire la imponente massa sportiva, degna di un incontro internazionale. I supporters dello squadrone genovese calati ad Alessandria hanno avuto agio di dimostrare il loro giubilo favoriti dal contegno cavalleresco del pubblico locale. La vittoria ha premiato la squadra migliore. I rossoblù, dopo un primo tempo incerto, ma che è servito a precisare il punto debole della squadra grigia, sono partiti all’attacco nella ripresa e le cose sono andate per il meglio, concretandosi nel goal segnato, con una azione personale, da Banchero. Il contrattacco grigio non poteva concludere per la insufficienza di tiro di Scagliotti, di Micheli [Borelli] e di Marchina, che favorirono la tattica degli ospiti di sfondare con il giuoco alto. Ancora assente Ferrari, l’Alessandria, magnifica nella difesa e nei sostegni, ha perduto meritando di perdere. Cattaneo e Avalle, scrupolosamente marcati da Parodi, Albertoni e Spigno, hanno brillato per l’ottima fattura del loro giuoco e si profusero lodevolmente. Emerse inoltre Bertolini, che fu il migliore uomo in campo: Gandini, Lauro e il trio difensivo si batterono con bravura e audacia. Degli ospiti non rimane che tessere l’elogio in blocco. In gran forma l’ex alessandrino Banchero e redditizie le ali. Un po’ rude, ma solido, Parodi, prodigo Albertoni e tattico Barbieri, che senza perdersi in acrobazie è stato, con Lombardo, il paralizzatore del settore grigio di sinistra. L’inizio è di marca grigia. Un tiro di Cattaneo è parato, poi una sventola di Bertolino passa a fil di palo. Il giuoco, che è veloce e corretto (solo qualche scintilla fra Parodi e Cattaneo), si sposta di repente con prevalenza sulle ali. Al 6’ Balossino blocca un’improvvisa rovesciata di Banchero. Corner contro il Genova. Azione contro i grigi per fallo di mano: è Lauro che rimedia, allontanando l’insidia. Leggera prevalenza alessandrina. Precisa entrata al volo di Lombardo e disperata falcata di Bertolini, che disarma Casanova. Al 32’, corner contro Alessandria: Lauro allontana e Cattaneo mette al centro, dove Scagliotti rovescia troppo in alto da pochi metri. Gli attaccanti grigi non collegano e il giuoco manca della bellezza tecnica nella quale i grigi vantano buona fama. Nella ripresa, il Genova giuoca contro sole. Alessandria sposta Marchina all’esterno e Micheli [Borelli] all’interno sinistro: peggio che andare di notte. I rossoblù vanno come il vento. Nel giro di pochi minuti, Balossino si libera a stento da tre pericolose raffiche. All’8’ Banchero, su azione personale, si trova solo contro Balossino. Goal. Applausi entusiastici dei genovesi e incoraggiamento caloroso del pubblico alessandrino. Lombardo libera sempre di bravura, non così Spigno, che commette due falli, al 26’ e 27’, non rilevati dall’arbitro. Corner contro Alessandria e tiro di Levratto contro l’asta trasversale; azione dei grigi fermata dall’arbitro nella fase culminante e goal di Casanova, al 39’, su passaggio di Levratto. La partita si è chiusa con il Genova all’attacco. Bisogna risalire al 1920, epoca nella quale i rossoblù ottennero l’ultima loro vittoria in campo grigio. («La Gazzetta dello Sport», 22 aprile 1930) L’ALESSANDRIA È BATTUTA DAL GENOVA La partita ha richiamato una folla assai numerosa convenuta dalla provincia e da Genova. Nel primo tempo il gioco delle due squadre si è equilibrato per quanto gli alessandrini non sembrassero in buona giornata. Nessun punto è stato segnato. Nella ripresa i genovesi hanno avuto un lieve predominio. Il primo goal è stato ottenuto al 12° minuto da Banchero su azione personale culminata con un tiro da pochi metri. Gli attacchi dell'Alessandria, soprattutto per la poca efficienza del centro Scagliotti e dei due di sinistra Marchina e Banchero II, si sono sempre infranti contro l'abile difesa avversaria. Il Genova anzi, al 35° minuto, ha segnato nuovamente con Casanova, su passaggio di Levratto. Bertolini, Gandini, Avalle e Cattaneo si sono prodigati per tutto il secondo tempo, ma non sono riusciti a migliorare la situazione. Del genovesi si sono distinti Banchero, Puerari, Levratto e l'estrema difesa. Arbitro: Carraro. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio) Oltre ventimila persone hanno assistito oggi alla partita tra i genovesi e gli alessandrini e, contro le generali previsioni, gli ospiti hanno riportata una significativa vittoria. L’Alessandria, mancante tutt’ora di Ferrari, il migliore attaccante, ha risentito questa assenza, tanto che la prima linea ha mancato di decisione nel tiro in goal. Anche il Genova, però, ha avuto le stesse manchevolezze, tanto che Puerari ha perfino sbagliato un tiro a porta vuota: anche Casanova riusciva ad infilare la rete quando il portiere alessandrino era terra. Il primo tempo è trascorso senza nulla di fatto e, nella ripresa, dopo due calci d’angolo a favore dell’Alessandria, è il Genova che segna con Banchero, dopo un’azione partita a metà campo che trova la difesa grigia spiazzata. Questo avviene al 15’ e la reazione alessandrina, immediata, non trova la via del pareggio per la grande forma dei difensori ospiti. L’arbitro, poi, non concede un «penalty» ai grigi per fallo dei genovesi i quali, al 39’, segnavano il secondo punto con Casanova, su passaggio di Levratto. («Fonosport-Le Venezie Sportive», 22 aprile 1930) Ecco, prendo la penna e l’intingo nel calamaio dell’amarezza per dirvi come fu che i grigi, sul loro campo, si fecero suonare dalla squadra della Superba. Perché è pur duro, dopo aver sfiorato con le dita il ramo del lauro per ben due volte sui fieri campi di Torino e aver udito il sonito delle palme plaudenti al bel gioco della grigia coorte, dover bere l’amaro calice dell’insuccesso qui, fra le domestiche gradinate. E come, con questi due goals che mi pesano sullo stomaco più di qualche dozzina di ostriche, come potrò ancor trovare l’arguzia? Vai, articolesso, vola sull’ali del verde foglio sportivo, e confessa a te stesso e alla tifoseria alessandrina che il colore della speme illanguidisce di fronte al pallido riflesso della tabella di classifica, dove l’aderenza con le «guidatrici» era simile, dapprima, al contatto che i bravi soldati mantengono nella ressa con le floride servotte, ed oggi sente lo sconforto della lontananza! Perché l’Ambrosiana fila lontana con il vento in poppa, che è quanto dire nelle parti posteriori per cui sua fama si spande; la Juventus continua a precederci di tre punti, il Torino ci ha fatto lo sberleffo e il Genova ci ha ricacciati dietro di sé con una gomitata nello stomaco. Basta, mi asciugo una lacrima furtiva e volgo in giro l’arido sguardo nella ricerca d’un capro espiatorio. L’arbitro? Sogghigni sardonici! E chi lo crederebbe se narro che c’è chi giura che non ha concesso ai grigi ben due calci di rigore sacrosanti ed inequivocabili? È storia vecchia far salire le responsabilità della sconfitta all’uomo dal fischietto, e troverebbe sordo anche l’orecchio di colui che, tant’era fino, udiva il rumore che fa l’erba nel crescere. Oh, a proposito di erba, neppure essa attecchisce sul terreno del nostro stadio, il quale persiste in una calvizie precoce invano combattuta dalle solerti cure di Carcano, vicemadre dei grigi. Dunque, potrei incolpare il terreno oggi secco e duro, mentre i nostri si trovano particolarmente bene nella guazza? Gallino, per esempio, pochi minuti prima dell’inizio lo vedete girare con le ciabatte nei piedi. È un suo sistema per non stancare i calli: figuratevi come dovevano trovarsi oggi i suoi piedi su quel campo che pareva di cemento. No, non valgono queste argomentazioni, se non forse come attenuanti; e neppure potrei sminuire il successo degli avversari sostenendo che il primo dei goals genovani è un autogoal alessandrino… perché l’ha fatto Banchero! La ragione si è che i rossoblù hanno condotto una partita coi denti, sono sempre stati ordinati e tenaci nella difesa, hanno attaccato con foga e con decisione, mirando al risultato concreto. Gli alessandrini, dal canto loro, pur non avendo fatto una brutta partita, sono stati troppe volte incerti, farraginosi nella difesa, e la prima linea, priva di Ferrari, non ha saputo mai concludere. È troppo grave, per la nostra squadra come per qualsiasi altra, l’assenza di un giocatore della classe di Giuanen, che è il guidatore dell’attacco e quasi sempre il risolutore delle situazioni nell’area avversaria. Provate a togliere all’Ambrosiana Meazza, alla Juventus Orsi, al Torino Baloncieri e vedrete che l’attacco non è più lo stesso. Del resto, tutti i giocatori sono stati al disotto delle possibilità solite, se si eccettua Bertolini, che si è comportato come un’Alfa Romeo alla corsa delle Mille Miglia. Basta, lascio queste spine e passo a contemplare la situazione finanziaria che il mio amico Denegri vede veramente rosea come le guance della bella Aurora; tanta era la sua gioia che, non stando più nella pelle, gli è scoppiata la giacca sotto le ascelle. Incasso record della stagione. Va bene, tu dici, questo fa piacere alla società, ma è il pubblico che, oltre a fare il tifo, paga tutto quanto, e il calcio non è un genere di quelli che le grandi diminuzioni e gli strepitosi ribassi li leggi sui giornali, come dimostra la rosticciata dei prezzi che ti hanno rifilato per la gran giornata di oggi. Ma la colpa non è poi tutta della società. Ecco come succede: i giornali fanno il portavoce e lanciano le satirette contro il caro-prezzo praticato nelle grandi città, e ti citano cifre sbalorditive. Qui che non hanno ancor preso il vizio che fanno? Imparano, e viene la giornata sportiva che ti abbatte il tenore di vita per tutto il mese. O non vedete che questo è un darsi la zappa sui piedi^ Bene, proviamo: tu di Torino, tu di Roma, tu di Milano, cominciate col dire che del prezzo chi se ne cura tanto è basso, cosa da pochi soldi; e così viene che anche la provincia se ne vergogna, e tanto te lo cala questo prezzo che magari diventa irrisorio, ah-ah-ah! Con la quale risata dove ci leggi il dramma dell’animo esacerbato, poso la penna e mi congedo. (Quidam, «Guerin Sportivo», 23 aprile 1930) RISULTATI: Cremonese-Lazio 1-3 Milan-Livorno 2-2 Modena-Juventus 2-1 Padova-Ambrosiana 1-2 Pro Patria-Bologna 2-1 Roma-Pro Vercelli 7-0 Torino-Napoli 1-0 Triestina-Brescia 1-0 CLASSIFICA: Ambrosiana 37; Genova 1893, Juventus 33; Torino 32; Alessandria 30; Bologna 25; Pro Vercelli, Roma 24; Brescia, Napoli 23; Milan 22; Lazio 21; Triestina 20; Pro Patria, Livorno, Modena 19; Padova 16; Cremonese 10. * = gare in meno MARCATORI: Il punto sul campionato Ancora una volta la squadra milanese, riconfermando con la bella sicurezza della sua marcia vittoriosa e la regolarità dei suoi risultati, l'eccellenza della sua inquadratura, è riuscita a passare avanti. Non cosi invece la Juventus che ha dovuto cedere contro i modenesi. Per questo il vantaggio dell'Ambrosiana si accentua. Quattro punti separano ormai i leaders dagli inseguitori. E la Juventus si è fatta anche raggiungere dal Genova inaspettato vincitore ad Alessandria nell'unico incontro disputato ieri, lunedi. Con ciò la lotta non è affatto risolta: mancano dieci partite e al foot-ball non si è mai sicuri fino a quando è scritta la parola fine. Juventus, Genova e Torino possono ancora minacciare e seriamente l'Ambrosiana. Ma è certo che il brillante undici di Milano che sta ormai convincendo con l'evidenza delle cifre, anche i più scettici, si trova in condizioni di favore come classifica e come calendario. Fra gli altri risultati notevoli il « nullo » del Livorno a Milano, la resistenza del Napoli a Torino, il successo della Pro Patria sul Bologna. Da rimarcare poi la ripresa delle squadre romane entrambe vittoriose e con netti punteggi in casa, come fuori. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio)